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> STEP 2 Esplora le fonti Kit didattico MIGRANT VOICES! LE VOCI DAL LAVORO Esplora le fonti/tempo richiesto: 30-60 min. PREMESSA Proponiamo di seguito alcuni dei materiali dagli archivi della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e della rete del Polo del 900 che, in allegato al kit, serviranno a scoprire le dinamiche delle migrazioni interne che hanno interessato gli italiani fra gli anni 50 è70. In coda ai documenti alcune domandestimolo per guidare studentesse e studenti nella lettura e interrogazione delle fonti storiche, e una proposta di attività. MATERIALI D ARCHIVIO FONTE DI ARCHIVIO 1 Milano, Coreadi F. Alasia, D. Montaldi Milano, Corea rappresenta un testo dal duplice valore storico. Utile documento per chi si appresta a conoscere il fenomeno delle migrazioni interne, rappresenta, inoltre, un evento editoriale di portata storica, in quanto fu una delle prime luci gettate su quel mondo di sottoccupazione che alimentava lo sfavillante scenario del miracolo economico. Si propone di seguito un estratto dalla testimonianza di Salvatore C., siciliano di 48 anni: dai ricordi della terra d origine alle confessioni sulle difficoltà incontrate e al racconto del loro superamento grazie all iniziativa personale, emerge un quadro a tinte forti su una vicenda tanto esemplare quanto significativa per illuminare la storia di quei migranti che negli anni 50 attraversarono la penisola... Salvatore C. 48 anni, provincia di Caltanissetta «Potremo incomincià dal mio paese stesso. È un paese ricco di Baroni, Baronesse, Cavalieri, uuuh, di questa gente ce n è assai. Questi ci hanno le terre. Ci diciamo noi feudi, feudo della Strada, padrone Cavaliere Bartoli; poi lo stesso padrone ave sette fondi, pecore, vacche, cavalli. Quello ce n ave di terra, minimo minimo quattro ore di camminare con il cavallo sempre sulla sua terra. [ ] Al 5 agosto del 48 sono venuto a Milano. A Cinisello conoscevo un parente. Allora sopra di quello là ho venuto a trovare a lui. Lui aveva quasi un anno che era qua, faceva il guardiano in un piccolo cantiere, na villetta era, e aveva una piccola baracca di legno e aveva un posto solo per 11

dormire. Non poter capitare né casa né pensione sono andato a dormire in un cascinotto. Avevo conosciuto dei paesani e si andava a dormire di nascosto nel cascinotto; poi il padrone non ci voleva lasciare più perché aveva paura dei terroni. [ ] Allora durante questo tempo qua del cascinotto sono stato disoccupato. Andavo a cercare lavoro e tutti i milanesi mi dicevano: Vattene a tuo paese che cresci a Milano. Poi mi sono capitato una ditta, un geometra che aveva un cantiere; andavamo sempre in due con un paesano, dice: Vieni a vedere domani. Vieni a vedere domani, vieni a vedere domani, questo qua ci ha fatto andare 12 giorni a spasso; soldi in tasca non ce n avemo, allora una mattina siamo andati al cantiere di questo geometra, dice ancora: Venite domani, allora io di mia volontà mi metto a lavorare. C era uno scavo incominciato, prendiamo una pala tutti e due e cominciamo a lavorare. Lui non ci diceva niente, e io lavoravo di più; e lui sempre mi taliava e non ci ha detto proprio niente. Abbiamo lavorato fino alla sera e lui ci fa: Ragazzi, adesso vi tengo una settimana in prova. Se andate bene vi tengo a lavorare, se non andate bene io vi mando via. Così abbimo continuato a lavorare. Allora arriva il sabato e ne vedemo a dare 12.000 lire; ne pagava 150 all ora e facevamo 10-12 ore al giorno. Allora come presi quei soldi, io al lunedì haio pigliato un vaglia di 10.000 lire e l ho mandato a casa a mia moglie che era due mesi che non mandavo niente. Come li paesani a mio paese vettero arrivare 10.000 lire, tutti li paesani della mia strada dove abitavo io sono venuti tutti a Milano. Andavano a casa da mia moglie per farsi dare l indirizzo per venirmi a trovare a me. Sono arrivati questi a Milano e nel cascinotto semo arrivati in 16. Allora quelli nuovi vedevano che lavoravo e prendevo li soldi, cercavano lavoro ma era difficile perché i milanesi si scantavano de li teruni. Allora ci davamo da mangiare qualche cosa noi stessi che lavoravamo, perché cu portava 2.000 lire, cu 3.000, dopo otto giorni non ne avevano più. Risposi io: Ragazzi, se mi volete ascoltare a me compramo na marmitta che ci facemo almeno da mangiare. Quattro mesi di mangiare sempre asciutto che non mangiavamo mai pasta; solo pane, qualche po di mortadella, andavamo a rubare qualche cipolla, n arrangiavamo meglio che potemo, sedano anche. Allora quando ci ho fatto la proposta ai miei paesani loro hanno accettato, avemo messo 50 lire per uno e abbiamo comprato anche la pasta che c era la pasta da 150 lire al chilo, invece noi abbiamo preso quella da 80 lire per risparmiare. Abbiamo comprato anche tre piatti e alla sera che abbiamo messo la pasta, li cucchiai non li avemo. Allora per mangiare facciamo li cucchiai di pane. Si tira via lu muddicuni e restava la crosta; e come li piatti non bastavano abbiamo mangiato anche nella pignatta; e come la pasta la prenemo cu pane, cadeva, e la pigliavamo allora con le mani e si mangiava acussì come li cani. Questa vita là continuava 4-5 mesi, poi gli altri a uno a uno lavoro, sempre come manovali ai muratori. E poi è venuto l inverno e siamo stati tutti licenziati che nei primi tempi lavoravo sempre senza libretti. [ ] Poi ho capitato lavoro in ortaia a Ospitaletto: 80 lire all ora che me dava a me e 50 a mio figlio, sempre senza libretti e niente, nel 51. Allora ho sempre lavorato e ho continuato a mandare i soldi alla famiglia. Facevo: con i soldi di mio figlio viveva noi qua, e i miei li mandava a casa.» F. Alasia, D. Montaldi, Milano, Corea. Feltrinelli, Milano 1960. pagg. 170-174 12

FONTE DI ARCHIVIO 2 Noi Donne, 19 luglio 1959 Fondata nel 1944, questa è stata la rivista dell Unione donne in Italia. Nel secondo dopoguerra essa ha rappresentato il megafono della voce delle donne italiane: una pubblicazione tutta riservata a loro che alzasse quel velo che, nell opinione pubblica, nascondeva il volto autentico della condizione femminile. Di seguito, una delle prime inchieste sulle lavoratrici emigrate dal Sud; questione fino a lì taciuta ma che, sul finire degli anni 50, iniziava lentamente ad affiorare anche sulla stampa. Noi Donne 19 luglio 1959 13

Noi Donne 19 luglio 1959 14

Noi Donne 19 luglio 1959 15

FONTE DI ARCHIVIO 3 Documento fotografico dall archivio della Fondazione Istituto piemontese Antonio Gramsci Oltre che inserirsi nelle catene di montaggio, gli immigrati diedero il loro contributo anche sul fronte delle lotte sindacali e dell impegno per il raggiungimento di alcuni diritti a vantaggio di tutti. Uno dei momenti di massima sinergia fra lavoratori immigrati e locali, si ebbe con la famosa rivolta in Piazza Statuto, il 7 luglio 1962. Nella foto qui sopra, un momento dell occupazione di una fabbrica a Torino. 16

FONTE DI ARCHIVIO 4 L Unità Sul giornale del Partito Comunista Italiano venne dato ampio spazio alle notizie di cronaca che riguardavano il mondo migrante, visto come risorsa da tutelare e coinvolgere in un più ampio progetto di lotta alle ingiustizie e alle disuguaglianze che affliggevano tutta la comunità. Viene qui riportato il ritaglio di uno degli articoli che L Unità dedicò a un episodio clamoroso, momento emblematico dell integrazione fra locali e migranti attraverso lotte comuni: era il settembre 1963 e una manifestazione di protesta a Palazzo Marino per l assegnazione di lotti di case popolari si concluse con l arresto di alcuni dei manifestanti, per lo più immigrati a Milano. Ne seguì una vasta campagna a sostegno degli arrestati sulle pagine dei quotidiani così come in strada 17

L Unità 20 settembre 1963 18

FONTE DI ARCHIVIO 5 Avanti Europa periodico socialista dell emigrazione Avanti Europa, organo ufficiale dell Istituto Fernando Santi, fu un periodico che testimoniava l interesse nutrito anche da parte socialista per il fenomeno migratorio: esso era, infatti, interamente dedicato all emigrazione italiana, interna o estera. Pubblicato a Parigi dal 1968 al 1993, aveva un duplice scopo: da una parte quello di denunciare le misere condizioni di chi, sradicato all estero, non aveva voce; dall altra, aveva l obiettivo di mantenere forti e vivi i legami fra gli emigrati e la loro cultura d origine. 19

FONTE DI ARCHIVIO 6 Conferenza nazionale sull emigrazione - PCI Nel 1967 il Partito Comunista Italiano organizzò un convegno per discutere del tema, politicamente caldo, dell emigrazione. Cosa spingeva generazioni di nostri concittadini a lasciare la loro terra? Quali prospettive si aprivano loro? Si poteva, da tali risorse, trarre forza per un cambiamento radicale che traducesse in realtà parole come uguaglianza, giustizia, equità? Si poteva fare della condizione dell emigrante, un occasione per l impegno in una lotta politica di ampio respiro? Fra coloro che intervennero in tale dibattito vi fu Carlo Levi, politico e scrittore che aveva da vicino conosciuto le condizioni di vita delle popolazioni del Sud, le più interessate dal fenomeno dell emigrazione. Suo il celebre romanzo Cristo si è fermato a Eboli in cui egli, secondo le sue stesse parole, volle raccontare la scoperta di una diversa civiltà. È quella dei contadini del Mezzogiorno [ ] antichissima sapienza e paziente dolore. Di seguito un estratto del suo intervento. 20

21

Esplora le fonti >SPUNTI PER LA DISCUSSIONE Vengono di seguito proposte alcune domande per guidare l approccio alle fonti d archivio digitalizzate e allegate al presente kit, caricate sulla pagina web. L obiettivo è quello di esercitare una lettura che da una parte sia criticamente attenta al contenuto e al significato del documento entro il contesto storico di riferimento, dall altra sia di stimolo ad autonome riflessioni sul fenomeno in questione. Durata: circa 40 min. Nelle testimonianze che Milano, Corea ci ha lasciate, Salvatore C. ammette di aver incontrato non poche difficoltà prima di essere considerato alla pari dei suoi compagni di lavoro del Nord. Secondo te, per quali motivi? Qual è l atteggiamento che viene riservato a Salvatore da parte dei padroni dei cantieri e delle abitazioni? In che modo riesce Salvatore a superare tali difficoltà? Nel reportage di Noi donne cosa spinge, secondo te, le ragazze dal Meridione a voler lavorare nelle risaie lombarde così lontane da casa? Cosa le spinge, a voler assomigliare il più possibile alle compagne del Nord? Riguardo alla loro condizione, cosa potrebbero rimpiangere, secondo te, di quel che avevano a casa loro? Di cosa, invece, sono contente ora? Guarda e leggi il manifesto Sradicati. Rifletti: cosa vuol dire il termine sradicati? Perché viene utilizzata questa parola per indicare la condizione dei migranti? Quale motivo può esserci per staccarsi dal proprio paese di nascita per cercare accoglienza in un paese lontano? Quali aspettative può nutrire chi decide di emigrare? 22

Esplora le fonti >PROPOSTE DI MICRO-ATTIVITÀ Di seguito, alcune proposte per la rielaborazione personale, attiva e creativa tanto dei contenuti appresi quanto delle differenti forme e tipologie di fonti sopra riportate. Durata: circa 60 min. RACCONTO BREVE O INTERVISTA Immagina che una delle ragazze intervistate nell inchiesta di Noi donne nel luglio 1959 ora sia un anziana a cui ricapiti fra le mani la rivista. I suoi pensieri corrono a quegli anni e a come la sua vita è cambiata in seguito Come le appare oggi il mondo del lavoro? Chi si occupa di lei? Nella sua famiglia sono impiegate o impiegati lavoratori stranieri, che si occupano della cura della casa o degli anziani? Prova a idearla e raccontala (sotto forma di racconto breve o di ipotetica intervista condotta per la stessa rivista a sessant anni di distanza dalla prima). CREA E DISEGNA Crea e disegna un tuo manifesto, prendendo come spunto quello riportato in Avanti Europa, che descriva oggi la condizione di migranti in Italia. 23