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RIUNIONE DEL G.R.A. DEL 24 MARZO 2002 OASI NATURALE REGIONALE LE BINE, ACQUANEGRA SUL CHIESE, MN Considerando il limitato tempo a disposizione nelle due riunioni annuali del GRA che si tengono al Museo Civico di Scienze Naturali di Brescia, si è pensato di ripetere il "mini convegno" aperto agli ornitologi della Lombardia centro-orientale, già collaudato positivamente lo scorso anno a Castelleone nella Cascina Stella. Quest anno siamo stati ospiti ospiti del Parco Regionale dell Oglio Sud, che ha messo a disposizione la struttura della Riserva Naturale Le Bine A questa seconda riunione erano presenti oltre 30 ornitologi, con 7 relazioni presentate. Nel ringraziare di nuovo tutti i partecipanti, viene rinnovato l invito a partecipare al prossimo incontro che si terrà nella primavera 2003 presso il Centro Parco BERTONE nel Parco Regionale del Mincio. Si desidera ringraziare. oltre a tutti i relatori e i partecipanti, la direzione del Parco dell Oglio Sud per aver messo a disposizione la struttura che ha ospitato il convegno ed in particolare Francesco Cecere che ha fatto gli onori di casa e ha contribuito direttamente alla buona riuscita dell incontro. PROGRAMMA: - SALUTI E RINGRAZIAMENTI, COMUNICAZIONI VARIE. - CAPELLI S. & BERTOLI R. (G.R.A.; C.F.B.): PARCO DELLE COLLINE DI COLLEBEATO. - LEO R. (C.F.B.): CATTURE IN MARCITA: SPIONCELLI ED ALTRO. - MARTIGNONI C. (G.O.M.): GLI AIRONI DEL MANTOVANO, DALLA PRIMA NIDIFICAZIONE ALLE COLONIE DI OGGI (1980 2001). - MAFFEZZOLI L. (G.O.M.): SUCCESSO RIPRODUTTIVO DI NITTICORA, GARZETTA E AIRONE CENERINO (AVES) IN RELAZIONE ALLE PREFERENZE DI HABITAT DI NIDIFICAZIONE. - BRAMBILLA S. (FAUNA VIVA): RISULTATI DEL PRIMO ANNO DEL PROGETTO MITO 2000. - GARGIONI A. (G.R.A.): LA MIGRAZIONE DEI RAPACI DIURNI: STANDARDIZZAZIONE DEI CENSIMENTI. - CECERE F. (RIS. REG. LE BINE): INTERVENTI GESTIONALI ALL INTERNO DELLA RISERVA REGIONALE LE BINE. - CONCLUSIONI COMUNICAZIONE VARIE: Pierandrea Brichetti comunica l'uscita a breve del n 32 di Natura Bresciana con il Resoconto Ornitologico del 1999 e l articolo presentato da Alessandro Micheli sui Rapaci diurni del Parco Alto Garda Bresciano. Si congratula con gli ornitologi del GRA per la numerosa partecipazione al I Congresso nazionale sui Rapaci tenutosi a Preganziol presso Treviso. Rende nota l omologazione

da parte della COI di una specie nuova per il bresciano: il Canapino pallido Hippolais pallida, osservato nella RN Torbiere del Sebino a fine agosto 2001 da Claudio Mojoli, Mauro Bailo e Marco Guerrini. Arturo Gargioni presenta una breve sintesi dei censimenti degli anatidi svernanti svoltisi nel gennaio scorso. I dati raccolti riguardano i Laghi di Garda (intero bacino), d Iseo e d Idro. In totale sono stati coinvolti nei censimenti 14 collaboratori: 10 per il Lago di Garda, 3 per il Lago d Iseo e uno per il Lago d Idro, che hanno fornito un quadro esauriente dell avifauna acquatica svernante sui tre maggiori bacini lacustri della Lombardia orientale. Viene successivamente portato a conoscenza dei presenti l insediamento di una nuova colonia di Airone cenerino composta da dieci nidi, trovata da Marco Guerrini a Paratico. Questa si aggiunge alle altre quattro già conosciute che, con la colonia di Nitticora Nicticorax nicticorax e Airone rosso Ardea purpurea della RN Torbiere del Sebino, portano a sei i siti di riproduzione degli ardeidi in provincia di Brescia. In proposito Pierandrea propone di aderire al prossimo censimento nazionale delle garzaie, organizzato dal CISO e coordinato da Mauro Fasola del Dipartimento di Biologia Animale dell Università di Pavia. Viene successivamente reso noto il numero di coppie di Fistione turco Netta rufina nidificanti sul Lago di Garda: si tratta di 5 coppie rilevate in un'area campione attorno a Sirmione. Si auspica che nella corrente stagione riproduttiva venga effettuato un censimento esteso a tutta la parte bassa del lago, tra Desenzano e Peschiera. Viene proposta da Marco Guerrini e Arturo Gargioni la realizzazione a medio termine di un CD- ROM sull'avifauna della provincia di Brescia. Pertanto si invitano tutti gli ornitologi e i birdwatcher ha fornire dati su specie nidificanti, svernanti, migratrici e accidentali. Il lavoro si baserà principalmente sugli Atlanti e sui lavori di sintesi già pubblicati. RIASSUNTI DEI LAVORI PRESENTATI PARCO DELLE COLLINE DI COLLEBEATO: ASPETTI E INDIRIZZI DI GESTIONE FAUNISTICA E AMBIENTALE Il presente studio ha avuto lo scopo preminente di produrre un piano degli interventi da effettuare per innalzare il valore faunistico totale del Parco delle Colline di Collebeato. Il territorio del Parco (latitudine: 45.58392, longitudine: 10.21367) si estende per 4.2 Kmq. situati quasi totalmente nell'orizzonte collinare. La massima quota è raggiunta dal Monte Peso con 483 metri s.l.m. mentre le ridotte aree di pianura sono all'incirca a 200 metri s.l.m.. La zona collinare, insieme ai limitrofi rilievi di Cellatica, Brescia e Gussago costituisce un piccolo complesso orografico che si presenta come una "isola" rispetto alle più estese formazioni poste a nord. A queste ultime è unita solo dal ridottissimo "corridoio" posto a nord del Santuario della Stella. La presenza di una discreta viabilità interna, la buona rete sentieristica e la ridotta estensione portano ad una ridotta "wilderness". Le ricerche sul campo si sono svolte nell arco di tempo complessivo di un anno (dall autunno del 2000 all estate del 2001), si è pertanto delineata una prima situazione faunistica che servirà da base per studiare eventuali evoluzioni e per validare gli interventi gestionali che verranno svolti in futuro. Per rilevazioni sul campo il territorio in esame è stato suddiviso in parcelle di 100m di lato, entro le quali si è cercato di rilevare tutti i vertebrati presenti. Le ricerche si sono concentrate prevalentemente sugli Uccelli svernanti e nidificanti e sugli Anfibi. Durante le uscite si è cercato di rilevare la presenza di tracce di Mammiferi, mentre per i Rettili, oltre al censimento a vista, ci si è basati sulle segnalazioni di esperti, che durante il periodo dell indagine hanno frequentato il Parco. In totale sono state effettuate 12 uscite per il censimento dell avifauna svernante, 32 uscite per i

nidificanti e una decina di uscite mirate alla ricerca degli anfibi. Il risultato ottenuto, considerando che il territorio in cui si è svolta l indagine è di soli 4.2 Km quadrati, è da ritenersi buono, avendo ottenuto, dal censimento di un unica stagione riproduttiva, la presenza di 52 specie di uccelli nidificanti (certe e probabili) e di 41 svernanti. In totale le specie di vertebrati rinvenute in primavera sono 78, mentre in inverno sono 51. Per l indagine sul campo sono state individuate 15 tipologie ambientali che nell elaborazione dei dati sono state riassunte in 4 categorie principali: Bosco mesofilo, Bosco termofilo, Cespugli e arbusti e Zone aperte e coltivi, nelle quali è stato fatto un esame della biodiversità, intesa come numero di specie presenti al loro interno. Dall analisi emerge che le zone a maggior biodiversità sono: le Zone aperte e coltivi e i Boschi mesofili (maturi). Dallo studio emerge che l elevata biodiversità delle aree aperte è data anche dalla rarità di alcuni suoi habitat, come la cava dismessa, i prati stabili e i lembi di prateria xerica. Passando ai boschi mesofili, ma anche termofili se di qualità, (bosco maturo o castagneto non ceduato da molti anni) essi generano un alto valore in biodiversità. In questi ambienti, infatti, sono presenti alberi di medie-grosse dimensioni con cavità che possono ospitare una buona presenza faunistica (uccelli, mammiferi e insetti). Nel Parco alberi con tali caratteristiche sono abbastanza rari e quindi meritevoli di salvaguardia. Tra gli interventi di gestione proposti alla luce del presente studio, sono da segnalare: decespugliamenti, sfalci regolari ed eventuale pascolamento delle zone aperte; diversificazione dei margini forestali e restauro delle comunicazioni fra le superfici prative; conservazione dei tronchi caduti e/o marcescenti; eliminazione di specie non autoctone; salvaguardia delle radure e delle aree aperte dei capanni dimessi; creazione di vasche per Anfibi, Rettili e Invertebrati acquatici. a cura di Bertoli R. Capelli S. Leo R CATTURE IN MARCITA: SPIONCELLI E ALTRO Dal febbraio 1999 abbiamo iniziato un monitoraggio standardizzato dell avifauna svernante presente in questo particolare ambiente. Si è utilizzato un impianto di cattura costituito da reti "mistnet lungo 220 metri e alto 2,80. Le reti usate hanno 4 sacche e maglia di 19 millimetri. Si è innalzato un tratto in piena marcita, sopra un argine a forma di "L", con lunghezza di 154 metri. Altri tre tratti di reti, di metri 36, 16 e 14 sono stati posti trasversalmente nel bosco ripariale presente ai bordi della roggia Saverona, che lambisce la marcita. Le fasi di inanellamento si sono svolte secondo i metodi standard dettati dall'istituto Nazionale della Fauna Selvatica. Si quindi catturato negli anni 1999, 2000, 2001 e 2002, nei mesi di gennaio e febbraio per un totale di 18 giornate. Sono stati catturati un totale di 309 uccelli di 26 specie diverse. La specie maggiormente catturata è lo Spioncello con 102 esemplari. Sopra le dieci catture abbiamo Pettirosso, Cinciallegra, Passera scopaiola, Merlo, Luì piccolo, Usignolo di fiume e Scricciolo. Interessanti anche le prese di alcuni Frullini. I risultati sono stati positivi sia come tipo di specie sia come numero di catture. Si deve tenere presente la difficoltà di operare in ambienti così aperti, dove le reti sono molto visibili e solo in particolare condizioni di scarsa luce (alba e crepuscolo) o cattive condizioni atmosferiche (nuvoloso o foschia) si possono ottenere dei buoni risultati. Inoltre si è al di fuori dei periodi di passo, nella stagione di minima densità ornitica. Lo Spioncello è specie poco catturata in Italia e principalmente solo durante il passo. Nella presentazione sono fornite alcune considerazioni emerse dalla biometria della specie. Importante ci pare far notare il valore degli ultimi lembi di boschi riparali della pianura bresciana che hanno permesso di catturare un numero rilevante di animali. Si sono ottenute delle autoricatture riferite sia a uccelli locali inanellati negli anni precedenti (Merlo, Scricciolo, Cinciallegra, Usignolo di fiume) sia a migratori a corto raggio (Passera scopaiola). Catturato anche un Luì piccolo della sottospecie siberiana (ssp. tristis), animale la cui densità come svernante in Italia, procedendo verso ovest, pare man mano diminuire.

Rocco Leo, Mario Caffi e Roberto Bertoli Per corrispondenza Leo Rocco via Vanoni 1 25060 Collebeato Brescia tel. 030/2511827 e-mail: gufo.reale@tin.it SUCCESSO RIPRODUTTIVO DI NITTICORA, GARZETTA E AIRONE CENERINO (AVES) IN RELAZIONE ALLE PREFERENZE DI HABITAT DI NIDIFICAZIONE Nitticora, Garzetta e Airone cenerino sono uccelli acquatici con abitudini di nidificazione coloniale, appartenenti alla Famiglia degli Ardeidae, Ordine Ciconiiformes. Nitticora e Garzetta sono oggetto di iniziative particolari di conservazione da parte della Regione Lombardia che ha istituito, negli anni '80, 16 Riserve Naturali per la tutela e la valorizzazione delle colonie di Ardeidae. Mentre nella porzione occidentale della Lombardia gli Aironi mostrano nette preferenze per ambienti seminaturali ad ontaneto, saliceto o bosco misto, ben protetti da disturbo antropico e da predazione, nella parte orientale della regione (prov. MN e CR), si sono ripetuti insediamenti di garzaie in ambienti non rispondenti alle preferenze note per il resto della Lombardia, in particolare su pioppeti coltivati. Questi pioppeti sono evidentemente non ottimali per una garzaia, per la loro accessibilità e il conseguente disturbo, e perché il periodico taglio colturale li rende effimeri. In questa indagine ho esaminato il successo riproduttivo delle tre specie di Ardeidae al fine di individuare l'influenza di alcuni fattori ambientali e di dedurne indicazioni per la gestione attiva delle garzaie della Lombardia orientale. Tra il 1993 e il 1995 ho effettuato i rilevamenti nelle garzaie di Carbonara Po, della Garolda e di Gualtieri, insediate su pioppeti coltivati, di Pinedo, su saliceto arboreo, e di Marcaria, insediata su alcuni esemplari di Pioppo nero. Ho compiuto le osservazioni registrando le seguenti variabili: numero di pulli presenti nel nido, aventi età superiore ai venti giorni; la data; la colonia; l'età presunta; la specie e l'altezza dell'albero utilizzato; l'altezza del nido; il grado di ramificazione dei rami laterali che supportano il nido; la posizione di questo all'interno della colonia. Ho quindi analizzato i dati di successo riproduttivo in relazione ai seguenti fattori: anno, periodo stagionale, colonia, tipo di albero, grado di ramificazione e posizione. Il numero medio di pulli allevati per nido è stato: 3,42 per Airone cenerino; 3,02 per Nitticora; 3,47 per Garzetta. Attraverso l analisi della varianza ad un criterio di classificazione, ho testato le differenze fra le medie del numero di pulli per nido, per ogni singola categoria delle variabili indipendenti. Ho constatato variazioni di successo riproduttivo entro la stessa specie, in funzione dell'anno, del periodo stagionale e della garzaia, e in funzione del tipo di albero che supporta il nido: nel pioppeto coltivato il successo riproduttivo risulta essere più elevato, rispetto al saliceto arboreo, tanto da indirizzare gli Aironi alla scelta del pioppeto in anni successivi. Ho individuato alcuni possibili interventi per la gestione delle garzaie della Lombardia orientale e la salvaguardia delle colonie esistenti, consistenti essenzialmente nell'evitare il taglio dei pioppeti durante la nidificazione, e nella creazione di biotopi seminaturali idonei a rimpiazzare in futuro i pioppeti. A cura di Lorenzo Maffezzoli RISULTATI DEL PRIMO ANNO DEL PROGETTO MITO MONITORAGGIO ITALIANO ORNITOLOGICO

Riassunto - Nella stagione riproduttiva dell'anno 2000 ha preso l'avvio, con il sostegno finanziario del Ministero dell'ambiente, il programma di monitoraggio dell'avifauna nidificante denominato MITO2000 (Monitoraggio ITaliano Ornitologico). Il programma è stato organizzato su base regionale o sub-regionale, attraverso una rete di coordinatori individuati tra i gruppi di ornitologi organizzati a livello locale. Lo scopo perseguito è di ottenere su base annuale carte di distribuzione semi-quantitative per tutto il territorio italiano, così da disporre, a partire dal secondo anno, di informazioni relative agli andamenti delle popolazioni nidificanti, differenziate per area geografica. Questa iniziativa, coordinata a livello italiano dal Centro Italiano Studi Ornitologici, si inserisce nel programma Euromonitoring avviato dallo European Bird Census Council su scala continentale. La metodologia prescelta è una versione semplificata dei punti di ascolto di dieci minuti di durata, associata al rilievo ambientale secondo le categorie CORINE di quarto livello. Il campionamento è stato eseguito in base a: a) un programma randomizzato, organizzato sulla griglia UTM di 10 km di lato, con un numero di circa 15 punti di ascolto per ognuna delle unità selezionate; b) un programma su aree prefissate, condotto in Zone a Protezione Speciale (ZPS) o altre aree di interesse denominate Zone di Interesse Ornitologico (ZIO). Hanno preso parte al programma 222 rilevatori, che hanno effettuato un totale di 7710 punti d ascolto. Sono state complessivamente contattate 266 specie di uccelli, di cui circa 230 nidificanti. Il totale di "coppie convenzionali" stimate è stato di 145.488; 75.836 le indicazioni di presenza complessive. Considerando l insieme dei dati raccolti in base ai due programmi di rilevamento, sono state definite comuni tutte le specie osservate in almeno il 20% delle maglie UTM 50x50 km visitate. Si tratta di 94 specie, di cui 67 Passeriformi e 27 ripartite in altri 13 ordini. Nel gruppo di 13 specie rilevato in oltre l 80% delle maglie UTM 50x50 km visitate sono compresi 12 Passeriformi e 1 Apodiforme. La specie con distribuzione più ampia risulta essere il Cardellino Carduelis carduelis. Tra le specie contattate nel corso del programma, 5 sono incluse nella IUCN Red List, 74 nell Allegato I alla Direttiva Europea 79/409 e 70 nella Lista rossa degli uccelli nidificanti in Italia, per un totale di 102 specie definite prioritarie. Ciascuna delle 16 specie prioritarie rilevate in almeno 20 maglie UTM 50x50 km ha mostrato abbondanze maggiori nei campionamenti effettuati all interno delle ZPS e delle ZIO rispetto ai punti del programma randomizzato. I dati raccolti, trasmessi ad un coordinamento centrale presso l'università degli Studi di Milano Bicocca, sono stati riuniti in un unico data-base costituito presso il Servizio Conservazione Natura del Ministero dell'ambiente. Per le specie rilevate in tre o più maglie sono state prodotte elaborazioni di dati ambientali, distribuzioni altitudinali per fasce di 250 m di ampiezza e cartografie di tipo semi-quantitativo sulla base delle maglie UTM di 50 km di lato. Stefano Brambilla LA MIGRAZIONE DEI RAPACI DIURNI: STANDARDIZZAZIONE DEI CENSIMENTI Non sto a parlare dell attività svolta dal GRA e dal CFB sulla migrazione dei rapaci, che rimando ai due poster qui esposti, ma penso sia più utile presentare quanto è avvenuto riguardo questo tema all interno del 1 convegno italiano rapaci diurni e notturni, organizzato dall Associazione Faunisti Veneti (Ass. Fau. Ven.) in collaborazione con il CISO, svoltosi il 9 e il 10 marzo in provincia di Treviso. Nella sessione dedicata alla migrazione e dispersione vengono presentate cinque comunicazioni e dieci poster. Delle comunicazioni, una è relativa alla conoscenza attuale delle rotte migratorie nel

bacino del Mediterraneo centrale e le altre quattro cosi come i poster, trattano delle attività nei vari siti italiani. All interno del convegno è stata organizzata la seconda tavola rotonda (la prima è si è tenuta a Castiglioncello in occasione dell 11 congresso italiano di ornitologia), sulla migrazione dei rapaci in Italia. Questo secondo appuntamento si è reso necessario per organizzare al meglio i vari gruppi ed arrivare ad una completa standardizzazione della raccolta dei dati. I punti principali della discussione erano: - la creazione di un indirizzario - approvazione di una scheda di rilevamento standardizzata - definizione delle date estreme dei censimenti relative alle singole specie. - gestione dei dati Dopo il dibattito si è convenuto che l Ass. Fa. Ve., gestirà l indirizzario debitamente aggiornato e messo in linea sul sito dell associazione stessa: www. faunistiveneti.it Dopo vari suggerimenti, tra cui quello di Alessandro Micheli del C.F.B., verrà elaborata una scheda standard che verrà inviata a tutti i coordinatori dei vari progetti e messa in rete. Sia sul sito dei faunisti veneti che sul bollettino del Parco Naturale delle Alpi marittime INFOMIGRANS, verranno pubblicate le date estreme relative alla migrazione delle singole specie, in modo che i dati raccolti fra i vari siti siano compatibili. Per la gestione dei dati si è convenuto che ognuno è padrone di gestirli come meglio crede e per il momento non vi è un organismo centrale che raccolga e gestisca i dati di tutti i gruppi, ma solo l intenzione di far pervenire alla redazione di INFOMIGRANS un breve sunto annuale dell attività svolta, al fine di mettere al corrente tutti di ciò che avviene in ogni stazione di rilevamento. Il G.R.A. nelle persone del sottoscritto, di Pierandrea Brichetti e di Marco Guerrini, ha dato la sua approvazione a mettere a disposizione il proprio sito (http://web.tiscalinet.it/gra-bs/) per comunicazioni del Forum. A cura di Arturo Gargioni