RUMOROSITÀ IMPIANTISTICA A FUNZIONAMENTO DISCONTINUO, RUMORE RESIDUO E TEMPI DI RIVERBERAZIONE NEGLI AMBIENTI RICEVENTI

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Associazione Italiana di Acustica 38 Convegno Nazionale Rimini, 08-0 giugno 20 RUMOROSITÀ IMPIANTISTICA A FUNZIONAMENTO DISCONTINUO, RUMORE RESIDUO E TEMPI DI RIVERBERAZIONE NEGLI AMBIENTI RICEVENTI Dino Abate ) Libero professionista, Pordenone. Introduzione Nel presente contributo si pone l attenzione su due aspetti relativi alla rumorosità impiantistica a funzionamento discontinuo. Sarà considerata, in primo luogo, l influenza del livello di rumore residuo. Seguiranno poi considerazioni sulla correzione da apportare alla rumorosità impiantistica discontinua, in base alle caratteristiche riverberanti degli ambienti riceventi. 2. Considerazioni sull influenza del rumore residuo sui livelli di rumorosità di impianti a funzionamento discontinuo. Il D.P.C.M. 05/2/997 prevede un limite alla rumorosità impiantistica a funzionamento discontinuo. La grandezza di riferimento è, livello sonoro massimo, con pesatura A e costante di tempo slow. Questo livello, misurato nell ambiente ove il disturbo è più sensibile, diverso da quello ove si trova la sorgente, non deve superare i 35 db(a). Il livello non è un livello equivalente, bensì il massimo livello di pressione sonora raggiunto nel corso dell evento acustico, e come tale non è influenzato dal rumore di fondo, a condizione ovviamente che quest ultimo non sia di entità tale da coprire il rumore impiantistico oggetto di misura. È noto ai tecnici fonometristi, incaricati di effettuare le determinazioni dei requisiti ai sensi del D.P.C.M. 05/2/997, come la misura della rumorosità impiantistica richieda condizioni di tranquillità, spesso difficilmente conciliabili con le febbrili fasi conclusive di un cantiere nei giorni precedenti alla consegna dell edificio, con la conseguente necessità di effettuare le misure durante la pausa pranzo, o in orario serale. Si è condotta un indagine sperimentale, procedendo alla misurazione della rumorosità dello scarico di un w.c., effettuata in tre differenti condizioni di rumore residuo: modalità A - situazione di rumore residuo naturale, caratterizzata da tipici rumori antropici, ad esempio il passaggio di autoveicoli nella vicina strada, ecc.;

modalità B rumore residuo artificiale elevato, ottenuto tramite la diffusione di rumore bianco continuo emesso da una cassa acustica, posta in locale adiacente a quello ricevente, durante l evento sonoro impiantistico; modalità C - rumore residuo artificiale moderato, ottenuto tramite l emissione di rumore bianco continuo, a livello inferiore rispetto alla modalità B. Si riportano i valori misurati del livello sonoro residuo (in assenza di rumore impiantistico), in termini sia di L Aeq che di, in relazione alle tre configurazioni sopra descritte. Tabella Livelli sonori misurati nelle tre configurazioni di livello residuo. Configurazione livello residuo L Aeq db(a) db(a) A naturale 22,7 27,0 B artificiale elevato 36,9 37,2 C artificiale moderato 33,3 33,8 Il quadro complessivo delle misurazioni effettuate viene riportato nella seguente tabella. Tabella 2 Quadro complessivo delle misure di livello impiantistico e residuo. SORGENTE: SCARICO WC BAGNO PIANO PRIMO RICEVENTE: CUCINA PIANO TERRA data misure 03/04/20-3 7/04/20 5-20 TIPOLOGIA # FILE LIVELLO RESIDUO SCARICO WC L Aeq DURATA (") A SI 38,7 33,4 20 2 A SI 39,8 3,5 39 3 B SI 4,3 37,4 47 4 B NO 37, 36,5 26 5 B SI 40,6 36,8 60 6 A SI 39,4 29,6 62 7 B SI 40,7 37,0 28 8 B NO 37,2 36,9 30 9 A NO 25,6 22,3 25 0 A SI 39, 33,3 24 A SI 39,4 28,2 29 2 B SI 40,7 36,7 26 3 B SI 4,0 36,4 33 5 A SI 38,6 29,0 76 6 C SI 39,0 34,8 43 7 C NO 33,9 33,3 38 8 C SI 39,3 36,4 9 9 C NO 33,6 33,4 24 20 A NO 28,0 23,0 34 Si è quindi calcolata la media logaritmica per le varie rumorosità impiantistiche nelle diverse condizioni di rumore residuo sottostante. 2

Tabella 3 Livelli di rumorosità impiantistica nelle 3 configurazioni di rumore residuo sottostante. # misure sorgente / ricevente Media Logaritmica scarico wc bagno PI / cucina PT db(a) db(a) A fondo naturale 38,7 2 39,8 6 39,4 0 39, 39,4 5 38,6 39,2 B fondo artificiale ELEVATO 3 4,3 5 40,6 7 40,7 2 40,7 3 4,0 40,9 C fondo artificiale MODERATO 6 39,0 8 39,3 39,2 Confrontando le misurazioni di rumorosità impiantistica immessa nel locale ricevente nelle tre differenti condizioni di rumore residuo, si nota come le differenze siano contenute. In particolare, elevando artificiosamente il rumore residuo di oltre 0 db(a) rispetto al residuo naturale, non si osserva alcuna differenza nel livello di rumorosità impiantistica. Incrementando invece il livello residuo di oltre 4 db(a), portandolo fino ad un valore praticamente coincidente con quello corrispondente al rumore impiantistico, l aumento nel valore di è di.7 db(a). Si tratta di un incremento relativamente contenuto, se si considera che soltanto la tolleranza sulla linearità di livello sonoro per fonometri di classe di precisione, introduce, ai sensi della Norma IEC 65, un incertezza di misura pari +/- 0,7 db. Tabella 4 Livelli di rumorosità impiantistica e di rumore residuo sottostante nelle 3 configurazioni di prova A, B e C. Configurazione rumorosità residua db(a) Scarico w.c. L Aeq db(a) Scarico w.c. L Aeq db(a) Residuo A naturale 39,2 3,3 22,7 C - artificiale moderato 39,2 35,7 33,3 B artificiale elevato 40,9 36,9 36,7 3

3. Correzione sui livelli determinata dai tempi di riverberazione RT60 degli ambienti riceventi. La recente norma UNI 367 Classificazione acustica delle unità immobiliari (luglio 200), prevede, nel paragrafo D. 8.5, ai fini della valutazione della rumorosità degli impianti a funzionamento continuo e discontinuo, l applicazione del termine di normalizzazione rispetto al tempo di riverberazione, K 2. In particolare, per gli impianti a funzionamento discontinuo, si ha () L id = + K 2 [db(a)] Il termine di normalizzazione rispetto al tempo di riverberazione deve essere calcolato utilizzando la seguente formula: (2) K 2 = - 0 log (T/T 0 ) [db(a)] dove: T media aritmetica tra i dati dei tempi di riverberazione misurati, ai sensi della norma UNI EN ISO 3382, nelle bande di terzi d ottava comprese tra 00 Hz e 350 Hz, misurati nell ambiente nelle condizioni in cui viene effettuata la verifica; T 0 è il tempo di riverberazione di riferimento, variabile in funzione del volume dell ambiente ricevente; nella stragrande maggioranza dei casi pratici di ambienti abitativi, il volume può essere assunto come inferiore ai 00 m 3, con il termine T 0 pari a 0,5 secondi. Si riportano tre casi reali di applicazione del termine di normalizzazione rispetto al tempo di riverberazione, ai livelli di rumorosità impiantistica a funzionamento discontinuo. 3. Caso Ambiente ricevente: Cucina di abitazione normalmente arredata / V = 3 m 3 Sorgente impiantistica: scarico w.c. [Hz] 0[s] 02[s] 03[s] Med.[s] StdDev. 00 0,69 0,9 0,68 0,76 0,0 25 0,74 0,84 0,55 0,7 0,2 60 0,59 0,5 0,56 0,55 0,03 200 0,58 0,58 0,52 0,56 0,02 250 0,58 0,47 0,58 0,54 0,05 35 0,57 0,53 0,5 0,54 0,02 400 0,49 0,56 0,57 0,54 0,03 500 0,55 0,64 0,57 0,59 0,03 630 0,59 0,54 0,54 0,56 0,02 800 0,57 0,54 0,6 0,57 0,02 k 0,65 0,6 0,66 0,64 0,02,25 k 0,64 0,66 0,66 0,65 0,00,6 k 0,6 0,65 0,66 0,64 0,02 2 k 0,6 0,66 0,66 0,64 0,02 2,5 k 0,57 0,63 0,6 0,6 0,02 3,5 k 0,59 0,6 0,6 0,6 0,00 4

s T2 Media 0,9 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0, 0 25 250 500 k 2k 4k Hz Figura Caso : Andamento in frequenza dei tempi di riverberazione medi RT60. T K 2 = - 0 log (T/T 0 ) 0,6 s - 0,8 db(a) 39,2 0,8 = 38,4 db(a) 3.2 Caso 2 Ambiente ricevente: Camera di abitazione normalmente arredata / V = 42,4 m 3 Sorgente impiantistica: scarico w.c. [Hz] 0[s] 02[s] 03[s] 04[s] Med.[s] StdDev. 00 0,35 0,87 0,49 0,49 0,55 0,9 25 0,5 0,52 0,49 0,52 0,5 0,0 60 0,62 0,67 0,76 0,64 0,67 0,05 200 0,5 0,42 0,6 0,5 0,5 0,06 250 0,54 0,69 0,55 0,52 0,58 0,06 35 0,64 0,69 0,7 0,5 0,64 0,07 400 0,7 0,62 0,62 0,55 0,63 0,05 500 0,72 0,64 0,64 0,58 0,65 0,04 630 0,7 0,65 0,7 0,62 0,67 0,03 800 0,6 0,8 0,94 0,72 0,77 0,2 k 0,72 0,8 0,67 0,66 0,7 0,05,25 k 0,72 0,8 0,78 0,6 0,73 0,07,6 k 0,66 0,65 0,67 0,65 0,66 0,00 2 k 0,6 0,64 0,58 0,59 0,6 0,02 2,5 k 0,56 0,56 0,56 0,5 0,55 0,02 3,5 k 0,58 0,6 0,54 0,53 0,57 0,03 5

s T2 Average 0,9 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0, 0 25 250 500 k 2k 4k Hz Figura 2 Caso 2: Andamento in frequenza dei tempi di riverberazione medi RT60 T K 2 = - 0 log (T/T 0 ) 0,63 s -,0 db(a) 34,6,0 = 33,6 db(a) 3.3 Caso 3 Ambiente ricevente: Soggiorno con angolo cottura normalm. arredato / V = 52,7 m 3 Sorgente impiantistica: scarico lavello angolo cottura. [Hz] 0[s] 02[s] 03[s] 04[s] Med.[s] StdDev. 00 0,39 0,36 0,79 2,27 0,95 0,77 25 0,4 0,44 0,49 0,44 0,45 0,02 60 0,39 0,45 0,38 0,34 0,39 0,03 200 0,4 0,5 0,38 0,47 0,44 0,05 250 0,53 0,46 0,44 0,43 0,47 0,03 35 0,42 0,4 0,42 0,36 0,4 0,02 400 0,48 0,42 0,43 0,45 0,45 0,02 500 0,47 0,49 0,49 0,48 0,48 0,00 630 0,47 0,44 0,49 0,57 0,49 0,04 800 0,49 0,48 0,52 0,55 0,5 0,02 k 0,55 0,53 0,54 0,65 0,57 0,04,25 k 0,56 0,54 0,54 0,55 0,55 0,00,6 k 0,52 0,56 0,54 0,5 0,53 0,0 2 k 0,5 0,54 0,5 0,55 0,53 0,0 2,5 k 0,48 0,5 0,48 0,5 0,5 0,0 3,5 k 0,49 0,52 0,52 0,53 0,52 0,0 6

s T2 Average 0,9 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0, 0 25 250 500 k 2k 4k Hz Figura 3 Caso 3: Andamento in frequenza dei tempi di riverberazione medi RT60 4. Bibliografia T K 2 = - 0 log (T/T 0 ) 0,5 s -0, db(a) 36,4 0, = 36,3 db(a) [] Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 5 dicembre 997, Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici, Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie generale n. 297, 22/2/997 [2] International Electrotechnical Commission Publication 65 st Edition 979, Sound Level Meters [3] Norma UNI 367 Acustica in edilizia, Classificazione acustica delle unità immobiliari Procedura di valutazione e verifica in opera, luglio 200 7