Rosario dell Ottobre Missionario. Maria, Madre della fede ardente e generosa



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Transcript:

Rosario dell Ottobre Missionario Maria, Madre della fede ardente e generosa

Riprendendo il tema della Giornata: Periferie Cuore della Missione, vogliamo pregare questo rosario missionario cercando di individuare ciò che spesso sta al margine della nostra vita e di cui quasi non ci accorgiamo. I Misteri del rosario riprenderanno l ordine delle settimane dell ottobre missionario. Un brano del vangelo ci aiuterà a calarci nella tematica e la riflessione, che poi presenteremo come intenzione di preghiera, ci aiuterà a scoprire quale povertà possiamo riscontrare nel nostro cammino di fede e missione verso Dio. Nel mistero della contemplazione meditiamo la trasfigurazione del Signore. Dal vangelo secondo Matteo (Mt 17,1-6) Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello, e li condusse sopra un alto monte, in disparte. E fu trasfigurato davanti a loro; la sua faccia risplendette come il sole e i suoi vestiti divennero candidi come la luce. E apparvero loro Mosè ed Elia che stavano conversando con lui. E Pietro prese a dire a Gesù: «Signore, è bene che stiamo qui; se vuoi, farò qui tre tende; una per te, una per Mosè e una per Elia». Mentre egli parlava ancora, una nuvola luminosa li coprì con la sua ombra, ed ecco una voce dalla nuvola che diceva: «Questo è il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto; ascoltatelo». Pregando il mistero della contemplazione, ricordiamo le periferie esistenziali del materialismo, dell assenza di spiritualità, della mancanza di preghiera, del lavoro senza l orazione, della missione senza il Vangelo. Dove la missione dimentica la relazione con Dio viene svuotata del suo fondamento principale, diventa una casa costruita sulla sabbia, magari bella a vedersi ma che perde la forza e la sapienza della rivelazione, dell annuncio di un Dio che si è fatto uomo in suo

Forse ci vergogniamo pure di chiedergli aiuto, o addirittura non gli chiediamo proprio nulla, perché pensiamo che tanto alla fine le cose stanno così e non si possono cambiare. Il Vangelo dice che il lebbroso che torna non solo è stato guarito, ma anche salvato, per la sua fede: infatti la fede non soltanto chiede e crede, ma anche ringrazia. Perché la salvezza passa per il ringraziamento, senza ringraziamento non c è salvezza. Signore che tutti i cristiani aprano gli occhi e sappiano riconoscere i doni meravigliosi che hai fatto e fai ancora alle loro vite. Fa che impariamo a chiedere a te quello di cui abbiamo bisogno e a credere che tu ce lo possa donare, ma fa soprattutto che non dimentichiamo mai di renderti grazie e di benedirti, perché ogni giorno sia per noi un memoriale delle grazie meravigliose che operi in noi. Preghiamo questa decina per l Africa, perché tu possa donare ai suoi popoli di sollevarsi dalle tante situazioni di povertà, di fame, di guerra, di disagio, di isolamento, di malattie, ma anche che sappiano tornare a te per ringraziarti dei doni ricevuti. La loro capacità di gioire pur in mezzo a tante sofferenze, insegni anche a noi a crescere nella speranza e a lottare con coraggio per la fraternità. Figlio, manifestandosi nella carne, nel tempo e nella storia e risorgendo infine dai morti. Siamo chiamati a cercare il nostro monte, ovvero il luogo dove è possibile, nella preghiera, entrare in contatto con Lui, sperimentarne la presenza e la realtà, ricevere forza e nutrimento per poterlo poi portare agli altri. Perché l azione senza la preghiera mutila il Vangelo, così come la preghiera senza l azione. Signore illumina tutti i cristiani, perché sentano sempre l urgenza di cercarti e di avere una relazione viva ed autentica con te nella preghiera, nella contemplazione e nell ascolto della Tua Parola, perché possano costruire in questo modo la vera casa sulla roccia che sei Tu, vivo e vero, per portare la bellezza della resurrezione e del Tuo amore a tutti i popoli. Preghiamo questa decina per l Asia, il continente dove tu ti sei incarnato nel tempo e nella storia: fa che il mistero della contemplazione, che esso racchiude nei suoi luoghi e nella sua storia, fermenti e rigeneri tutto il continente, oggi e nei tempi a venire. Tratto da: L Animatore Missionario 2/3, 2014 Fondazione Missio

Nel mistero della vocazione meditiamo la chiamata degli Apostoli. Dal vangelo secondo Marco (Mc 10,28-31) Pietro gli disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato ogni cosa e ti abbiamo seguito». Gesù rispose: «In verità vi dico che non vi è nessuno che abbia lasciato casa, o fratelli, o sorelle, o madre, o padre, o figli, o campi, per amor mio e per amor del vangelo, il quale ora, in questo tempo, non ne riceva cento volte tanto: case, fratelli, sorelle, madri, figli, campi, insieme a persecuzioni e, nel secolo a venire, la vita eterna. Ma molti primi saranno ultimi e molti ultimi primi». Pregando il mistero della vocazione, ricordiamo le periferie esistenziali della paura del futuro, della paura dell abbandono delle proprie cose, di perdere la vita a seguito della chiamata di Dio. Ognuno di noi, nella propria chiamata - che sia essa il matrimonio, la vita consacrata, nell'essere comunque discepoli di Gesù - si trova a dover affrontare prima o poi delle scelte e rinunce; questo ci spaventa, abituati come siamo alla logica che la privazione sia qualcosa che leda i nostri diritti e la nostra libertà. Ma la logica di Dio è differente: qualsiasi rinuncia liberamente fatta per seguire Dio porta frutto. Signore, allora illumina tutti i cristiani, perché non abbiano paura di ascoltare la tua voce che li chiama a dare la vita secondo la vocazione che hai messo nel loro cuore. Manda loro il tuo Spirito perché possano affidarsi liberamente, come Maria, alla Tua Parola e lasciare che sia essa a guidarli ed illuminarli nelle proprie scelte. Nel mistero del ringraziamento meditiamo la guarigione dei dieci lebbrosi. Dal vangelo secondo Luca (Lc 17,11-19) Nel recarsi a Gerusalemme, Gesù passava sui confini della Samaria e della Galilea. Come entrava in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, i quali si fermarono lontano da lui, e alzarono la voce, dicendo: «Gesù, Maestro, abbi pietà di noi!». Vedutili, egli disse loro: «Andate a mostrarvi ai sacerdoti». E, mentre andavano, furono purificati. Uno di loro vedendo che era purificato, tornò indietro, glorificando Dio ad alta voce; e si gettò ai piedi di Gesù con la faccia a terra, ringraziandolo. Or questo era un Samaritano. Gesù, rispondendo, disse: «I dieci non sono stati tutti purificati? Dove sono gli altri nove? Non si è trovato nessuno che sia tornato per dare gloria a Dio tranne questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va'; la tua fede ti ha salvato». Pregando il mistero del ringraziamento, ricordiamo le periferie esistenziali dell ingratitudine, del dare per scontato i doni che si ricevono, del cinismo, dell autocommiserazione, del vittimismo, del pessimismo. I lebbrosi vengono tutti guariti; eppure solo uno torna a ringraziarlo. E gli altri? Noi torniamo a ringraziare per quanto abbiamo ricevuto nelle nostre vite? Spesso consideriamo scontato, o dovuto, quello che abbiamo, o al contrario pensiamo che tutto andrà sempre male, ci sembra che Gesù non faccia nulla e iniziamo a credere che non ci possa salvare.

incapacità di affidarci a Dio nell amore? Eppure Gesù sfama tutti solo con cinque pani e due pesci, perché la logica di Dio non è la nostra: alla fede basta un piccolo segno per fare grandi cose, nessun denaro. Solo un ragazzo che dà il poco che ha, un anonimo ragazzo, non un sacerdote, non uno scriba, e neanche uno degli apostoli o dei discepoli. Quante volte abbiamo pensato di non essere nessuno e di non essere capaci, per questo, di essere d aiuto? Dio chiede solo di essere quello che noi siamo, di dare il poco che abbiamo. E la ricchezza che fuoriesce dal nostro dono, affidata a Dio, non solo sarà sufficiente ma sarà addirittura superiore ai bisogni degli altri. Signore aiutaci a mettere a disposizione noi stessi per essere segno del tuo Amore nel mondo. Fa che i nostri cuori imparino a pensare a Te, e non al denaro, come unico nostro Salvatore, e che impariamo a gestire le risorse che ci hai donato per il bene di tutti i fratelli. Preghiamo questa decina per l America, il continente che al suo interno ha uno dei Paesi più ricchi del mondo e alcuni dei Paesi più poveri al mondo. Dona Signore che la tua Parola entri nei cuori di questi popoli, perché sappiano mettere a disposizione la propria ricchezza materiale e spirituale, così come la propria povertà e semplicità, perché tramite questi doni il mondo possa conoscere la grandezza del tuo Amore. Preghiamo questa decina per l Oceania, il continente più giovane, perché i suoi popoli non abbiano paura ad accogliere la tua Parola. Accompagna con il tuo Spirito coloro che hai inviato e invierai a testimoniare il tuo amore fra loro: fa che possano sperimentare la tua Misericordia e la tua Provvidenza. Nel mistero della responsabilità meditiamo la nuova Giustizia Dal vangelo secondo Matteo (Mt 5,17-19. 43-48) Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.

Pregando il mistero della responsabilità, ricordiamo le periferie esistenziali del relativismo, dell egocentrismo, della mancanza di cura verso il prossimo. Gesù non si piega a chi lo ha già inquadrato in un modo o in un altro, ma richiama alla responsabilità: non abolisce nulla della Legge dei padri ma anzi sveglia tutte le persone che incontra, fa capire che con Lui non si scherza e seguirlo non è un gioco. Non si può fare a modo nostro, scegliendo cosa seguire o pensando di abolire di fatto tutto ciò che il mondo, per moda e comodità, ritiene sorpassato. Così spinge alla coerenza, vera: se nel cuore non c è una profonda adesione a quanto si crede, è inutile dirsi cristiani; se non ami tuo fratello, anche i riti più belli avranno poco senso; se tradisci con il cuore hai tradito anche se non lo hai fatto con il corpo. E non basta dire tanto io non ho ucciso nessuno per sentirsi a posto: uccidi anche se nel cuore non hai alcun sentimento per l altro fuorché il disprezzo. Ma soprattutto il cristiano si riconosce dall amore al nemico, dall'amare chiunque gratuitamente, anche chi lo rifiuta. Signore dona il tuo Spirito a tutti noi cristiani, perché riusciamo ad entrare nella profondità della tua chiamata senza scendere a compromessi con il mondo che ci circonda: che la Parola che ascoltiamo da te si compia nella sua interezza e pienezza nelle nostre vite. Preghiamo questa decina per l Europa, il continente che ha ricevuto la testimonianza dei primi martiri cristiani. Dona Signore a questi popoli di riscoprire i segni e i prodigi che tu hai compiuto in loro; manda nuovi evangelizzatori che risveglino il senso e la profonda bellezza dell essere chiamati tuoi figli, e proteggi e accompagna i cristiani che cercano di seguirti in pienezza anche quando intorno a loro c è diffidenza e avversione. Nel mistero della carità meditiamo il dono dei cinque pani e dei due pesci. Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 6,5-13) Gesù dunque, alzati gli occhi e vedendo che una gran folla veniva verso di lui, disse a Filippo: «Dove compreremo del pane perché questa gente abbia da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; perché sapeva bene quello che stava per fare. Filippo gli rispose: «Duecento denari di pani non bastano perché ciascuno ne riceva un pezzetto». Uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro, gli disse: «C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cosa sono per tanta gente?». Gesù disse: «Fateli sedere». C'era molta erba in quel luogo. La gente dunque si sedette, ed erano circa cinquemila uomini. Gesù, quindi, prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì alla gente seduta; lo stesso fece dei pesci, quanti ne vollero. Quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché niente si perda». Essi quindi li raccolsero e riempirono dodici ceste di pezzi che di quei cinque pani d'orzo erano avanzati a quelli che avevano mangiato. Pregando il mistero della carità, ricordiamo le periferie esistenziali della paura della crisi economica, dell idolatria del denaro. Quante volte pensiamo che non possiamo essere d aiuto per gli altri perché non abbiamo i soldi per farlo? Quante volte usiamo la crisi economica come alibi per coprire la nostra