giunta regionale 9^ legislatura ALLEGATOA alla Dgr n. 233 del 26 febbraio 2013 pag. 1/14 16. INDICAZIONI METODOLOGICHE PER LA PREDISPOSIZIONE DEI DOCUMENTI DI VALUTAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE, PER L INDIVIDUAZIONE DELLE PREVISIONI DA INSERIRE NEI PIANI ATTE A IMPEDIRE O ATTENUARE POSSIBILI EFFETTI NEGATIVI SULLA RETE NATURA 2000 E PER IL MONITORAGGIO DEI PIANI La relazione di selezione preliminare (screening) per la Valutazione di Incidenza, predisposta ai sensi della DGR n. 3173 del 10.10.2006, dovrà accompagnare i documenti di Piano (PFVR e PPFVP) allegata ai rispettivi Rapporti Ambientali definitivi di VAS. Nel presente capitolo vengono definite le procedure operative e di coordinamento al fine di permettere, coerentemente con quanto stabilito dalla specifica procedura di VAS, di pervenire ad un documento valutativo organico, seppure composto da otto valutazioni separate, che nel suo complesso prenda in considerazione l intero assetto pianificatorio faunistico-venatorio derivante dall attuazione dei Piani provinciali e del Piano regionale. A tale scopo è necessario che vengano stabilite metodologie chiare e univoche, principi omogenei nelle previsioni pianificatorie atte a impedire o attenuare possibili effetti negativi sulle specie e gli habitat della rete Natura 2000 nonché una rigorosa suddivisione dei compiti tra quanto deve essere oggetto di valutazione a livello di Piani provinciali e quanto a livello di Piano regionale. Gli elementi di novità rispetto allo studio di selezione preliminare (screening) effettuato sul vigente assetto pianificatorio (i cui esiti sono riepilogati nell Allegato D alla LR 1/2007) sono i seguenti: - disponibilità delle cartografie degli habitat di tutti i siti Rete Natura 2000 del Veneto, ufficializzate con DGR n. 4441/2005 e successive integrazioni e disponibili sul sito regionale: http://www.regione.veneto.it/ambiente+e+territorio/territorio/reti+ecologiche +e+biodiversità/cartografia/cartografia+degli+habitat.htm ; - disponibilità delle cartografie concernenti la distribuzione attuale e la distribuzione potenziale di tutte le specie di mammiferi ed uccelli di interesse conservazionistico e gestionale presenti in Veneto, su scala regionale; - il Decreto del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 17 ottobre 2007, parzialmente modificato dal successivo DM 22 gennaio 2009, che ha imposto una serie di misure di conservazione di carattere vincolistico nei confronti dell attività venatoria, vigenti indistintamente in tutte le ZPS. Alla luce di quanto sopra, nel presente capitolo verranno definiti: - le procedure metodologiche valutative alle quali dovranno attenersi Regione e Province (e i loro incaricati) ai fini della valutazione di incidenza dei pertinenti elementi di piano; - gli aspetti pianificatori la cui valutazione sarà di competenza delle Province e quelli di competenza regionale. La sommatoria degli esiti di dette valutazioni costituirà la complessiva Valutazione di Incidenza da recepirsi nel Rapporto Ambientale definitivo; - schemi indicativi che propongono gli interventi a carico delle diverse attività previste dai Piani atti ad impedire o attenuare gli effetti delle stesse su determinate specie e habitat di interesse comunitario. Tali schemi tengono in considerazione, in particolare per gli uccelli, la possibile sovrapposizione temporale di determinate attività di gestione faunistica e attività venatorie con le diverse fasi del ciclo biologico e della fenologia delle specie considerate.
ALLEGATOA alla Dgr n. 233 del 26 febbraio 2013 pag. 2/14 A tale riguardo, va preliminarmente considerato che la valutazione di incidenza deve prendere in considerazione in linea di principio i potenziali effetti su tutte le specie animali e vegetali e gli habitat oggetto di tutela ai sensi delle Direttive Habitat e Uccelli. E tuttavia evidente, come già peraltro evidenziato nella stessa DGR n. 3173 del 10.10.2006 (Allegato A1), che le previsioni dei piani faunistico-venatori possono avere effetti in particolare nei confronti della fauna omeoterma (Mammiferi ed Uccelli), fatte salve le dovute eccezioni che vanno comunque opportunamente valutate. In detti schemi indicativi sono pertanto prese in considerazione le specie di Uccelli e Mammiferi segnalate e/o potenzialmente presenti in Veneto in relazione alla loro fenologia nel territorio regionale. E opportuno evidenziare che le carte di distribuzione reale e potenziale dei Mammiferi ed Uccelli di cui all Allegato B e B1 del presente Documento di Indirizzo costituiscono un riferimento su scala regionale; sarà pertanto compito del valutatore attestare, sulla base del proprio parere esperto ovvero, ove necessari, di specifici approfondimenti conoscitivi, l effettiva presenza o potenziale presenza di ciascuna specie a livello puntuale di ciascun sito Natura 2000. Sempre in materia di Valutazione di Incidenza, le Province stabiliscono, nell ambito dei rispettivi Piani, gli aspetti metodologici e procedurali che dovranno essere seguiti per la predisposizione della Valutazione di Incidenza a supporto delle richieste di concessione di istituti a gestione privatistica (AFV e Centri privati; per quanto concerne le AATV, gli indirizzi di cui al presente Documento Preliminare escludono la possibilità di istituire AATV in aree ricadenti in siti della rete Natura 2000). ASPETTI METODOLOGICI La valutazione di incidenza, sia dei Piani provinciali che del Piano regionale, deve essere specifica e puntuale per ogni singolo sito afferente alla rete Natura 2000. Sulla base degli schemi di cui all Allegato A1 alla DGR 3173 del 10.10.2006, per alcune specifiche attività dovrà essere preso in considerazione un buffer di ampiezza determinata entro il quale considerare i possibili impatti/attività. Sulla base delle valutazioni puntuali e specie-specifiche nonché sulla base della contestualizzazione dell attività oggetto di valutazione (periodi di sospensione già derivanti da regolamenti vigenti; attenuazioni già preesistenti sulla base della specifica situazione), il valutatore predispone lo schema-matrice puntuale contenente l elenco delle specie e gli aspetti conservazionistici potenzialmente oggetto di incidenza, definendo il livello di incidenza possibile derivante dalle attività oggetto di pianificazione in corso di valutazione (definito, in termini sintetici, in alto/medio/basso/nullo) sulla base dello schema generale, accompagnando la valutazione con le necessarie motivazioni e contestualizzazioni. Nel caso emerga una possibile incidenza su determinate specie o habitat, esamina ed indica, sulla base delle indicazioni contenute negli schemi seguenti e di ogni ulteriore valutazione ritenuta appropriata, le soluzioni alternative al piano, le eventuali misure di mitigazione e, esclusivamente nei casi in cui sussistano motivi imperanti di rilevante interesse pubblico, le eventuali misure di compensazione in deroga a quanto disposto dalla Direttiva 92/43/CEE e dal DPR 357/97 e ss.mm.ii.. Sulla base della distribuzione degli habitat così come definita nella cartografia ufficiale relativa a ciascun sito, le soluzioni alternative e le eventuali misure di mitigazione e compensazione devono essere specifiche per gli habitat e le specie cui si riferiscono. Conseguentemente dette soluzioni alternative ed eventuali misure di mitigazione e compensazione potranno essere limitate alla sola parte del sito in cui ricadono detti habitat e habitat di specie, purché l area di applicazione possa essere chiaramente ed inequivocabilmente individuata, in particolar modo laddove esse consistano in regolamentazioni e/o limitazioni il cui mancato rispetto comporta l applicazione di sanzioni a carico della persona fisica inosservante.
ALLEGATOA alla Dgr n. 233 del 26 febbraio 2013 pag. 3/14 Le previsioni da inserirsi nei Piani atte a impedire o attenuare i possibili effetti negativi, riportate negli schemi seguenti, vanno considerate come indicative. E nelle responsabilità del valutatore individuare, se necessario, previsioni più rigorose fino anche all opzione zero (ovvero la non compatibilità in toto della specifica attività prevista dal piano nel sito o in parte del sito) al fine di rendere il Piano in esame nel complesso non significativamente incidente sulle specie ed habitat della rete Natura 2000. VALUTAZIONI DI COMPETENZA PROVINCIALE - Esercizio dell attività venatoria (in tutte le forme previste dalla legge, compresa caccia con il falco e arco) e dell addestramento cani in territorio libero, alla luce dell individuazione nei Piani provinciali degli istituti di protezione; - Esercizio dell attività venatoria (in tutte le forme previste dalla legge, compresa caccia con il falco e arco) e dell addestramento cani in territorio libero nella Zona faunistica delle Alpi, alla luce della specifica regolamentazione provinciale; - Zone per l addestramento e l allenamento dei cani (ZAC) la cui previsione puntuale è già contenuta nel piano provinciale (ad esempio in quanto ricadenti in area demaniale); per tutte le altre Zone per addestramento e l allenamento dei cani, non puntualmente previste nel Piano provinciale, la valutazione di incidenza può essere disposta posticipatamente rispetto al Piano provinciale a carico del soggetto/ente/imprenditore agricolo richiedente all atto dell istituzione /autorizzazione. Per i siti ricadenti tra due o più province deve essere previsto il coordinamento tra gli incaricati dalle rispettive Amministrazioni, al fine di armonizzare le valutazioni in merito alle attività previste nei rispettivi Piani provinciali con ricadute sullo stesso sito. VALUTAZIONI DI COMPETENZA REGIONALE - Esercizio venatorio in territorio lagunare e vallivo, comprese le regolamentazioni particolari (es.: esercizio venatorio nelle canalette); - Esercizio venatorio nei punti di interesse per la migrazione degli uccelli, non specificatamente individuati come valichi ma segnalati nel presente documento; - Coordinamento tra la VINCA del Piano regionale e le VINCA dei Piani provinciali. A prescindere dalle suddette indicazioni, vanno in ogni caso rispettate tutte le indicazioni e prescrizioni espresse dalla Commissione VAS nello specifico parere reso in fase preliminare di VAS.
ALLEGATOA alla Dgr n. 233 del 26 febbraio 2013 pag. 4/14 SCHEMI INDICATIVI PER L INDIVIDUAZIONE DELLE SPECIE POTENZIALMENTE INTERESSATE E DELLE PREVISIONI DA INSERIRE NEI PIANI ATTE A IMPEDIRE O ATTENUARE POSSIBILI EFFETTI NEGATIVI n. TIPO ATTIVITA' 1 Caccia programmata vagante (con e senza cane) 2 Caccia programmata alla posta (temporanea) e da appostamento fisso 3 Caccia da appostamento acquatici/lagunare 4 Costruzione appostamento acquatici/lagunare Addestramento cani in territorio libero / attività di censimento estivo a galliformi 5 alpini con cani da ferma 6 Addestramento cani in ZAC e gare cinofile 7 Costruzione di altane e loro utilizzo per la caccia di selezione Impiego di munizioni con piombo nel prelievo di controllo e nella caccia di 8 selezione agli ungulati
ALLEGATOA alla Dgr n. 233 del 26 febbraio 2013 pag. 5/14
ALLEGATOA alla Dgr n. 233 del 26 febbraio 2013 pag. 6/14
ALLEGATOA alla Dgr n. 233 del 26 febbraio 2013 pag. 7/14
ALLEGATOA alla Dgr n. 233 del 26 febbraio 2013 pag. 8/14
ALLEGATOA alla Dgr n. 233 del 26 febbraio 2013 pag. 9/14
ALLEGATOA alla Dgr n. 233 del 26 febbraio 2013 pag. 10/14
ALLEGATOA alla Dgr n. 233 del 26 febbraio 2013 pag. 11/14
ALLEGATOA alla Dgr n. 233 del 26 febbraio 2013 pag. 12/14
ALLEGATOA alla Dgr n. 233 del 26 febbraio 2013 pag. 13/14 MONITORAGGIO DEI PIANI I lavori del Tavolo Tecnico di coordinamento preparatori alla predisposizione del presente documento hanno evidenziato un estrema disomogeneità nei metodi di raccolta, nel grado di dettaglio nonché nelle modalità di organizzazione in database, dei dati concernenti la gestione faunistico venatoria disponibili a livello regionale presso le diverse Amministrazioni provinciali e gli stessi uffici regionali. La mancanza di coordinamento nella raccolta dei dati e di sistemi condivisi per la gestione degli stessi rende di fatto inutilizzabile una gran parte dei dati disponibili, sebbene quantitativamente significativi. Si sono inoltre potuti evidenziare veri e propri buchi neri conoscitivi riguardanti la gestione venatoria, in particolare i dati sui prelievi (con l eccezione delle specie sottoposte a piani di prelievo numerico o selettivo) e sullo svolgimento dell attività venatoria nel territorio a caccia programmata, ad esempio dati relativi alle giornate di caccia utilizzate, di pressione venatoria sul territorio, di mobilità dei cacciatori. Tutti questi dati sarebbero facilmente e immediatamente disponibili qualora si passasse ad un modello di tesserino venatorio a lettura ottica, la cui adozione in tutto il territorio regionale, possibilmente già entro il primo anno di entrata in vigore del nuovo piano faunistico regionale, consentirebbe di svolgere agevolmente i necessari monitoraggi delle azioni previste dal piano stesso, oltre di adempiere agli obblighi di rendicontazione sistematica dei prelievi che saranno imposti a livello nazionale e comunitario a partire dai prossimi anni. Il Piano faunistico venatorio regionale dovrà frasi carico di emanare disposizioni precise alle Amministrazioni provinciali e agli organi di gestione sia degli istituti a caccia programmata che degli istituti privatistici, in merito alle modalità di raccolta, archiviazione informatica e trasmissione con periodicità regolare e prestabilita dei dati che dovranno essere oggetto di monitoraggio nell ambito del piano medesimo. La Regione a sua volta dovrà essere formalmente impegnata ai fini della restituzione periodica dei dati elaborati su scala regionale. Ai fini della raccolta dati sarà fondamentale la disponibilità di database GIS auspicabilmente impostati in modalità di condivisione web che dovranno essere condivisi da tutte le Amministrazioni. Di particolare importanza a fini gestionali sarà la raccolta con le modalità di cui sopra dei dati relativi a : - danni all agricoltura e da predazione causati da fauna selvatica; - incidenti stradali; - censimenti e piani di abbattimento; - produttività delle ZRC e del Centri pubblici RFS; - piani di controllo; - popolazione venatoria (numero di licenze, opzione in via esclusiva, tipo di caccia praticata, iscrizione agli ATC: tutti questi dati potrebbero essere automaticamente disponibili qualora si adottasse il tesserino a lettura ottica); - attività gestionale degli istituti privatistici (prelievi e censimenti nelle AFV, attività gestionali nelle AATV e Centri). E altresì auspicabile la previsione di monitoraggi regolari, coordinati e standardizzati a livello regionale sulle specie di maggiore interesse gestionale e conservazionistico: - Ungulati; - Avifauna acquatica (svernanti; garziaie, roost); - Selvaggina stanziale; Per il monitoraggio dell avifauna migratoria, è auspicabile l istituzione di almeno tre osservatori regionali, collocati in punti rappresentativi della fenologia migratoria delle specie che interessano il territorio regionale, a cui affidare il compito di monitoraggi regolari e periodici. Un altra fonte di dati interessanti è rappresentata dall attività di inanellamento scientifico che si svolge sul territorio regionale, che dovrebbe essere maggiormente coordinata e seguita.
ALLEGATOA alla Dgr n. 233 del 26 febbraio 2013 pag. 14/14 Potranno poi esser previsti, ovviamente anche in base alle possibilità di finanziamento, progetti di monitoraggio specifici per specie di particolare interesse, anche a livello locale. Il monitoraggio sanitario nelle popolazioni di fauna selvatica, anche ai fini degli adempimenti previsti dalla legge in materia di Sanità animale, dovrà essere previsto ed organizzato in coordinamento con l Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie e con la Struttura regionale competente in materia di Sanità animale. Per quanto riguarda infine il monitoraggio dei grandi carnivori, esso deve necessariamente essere coordinato sia a livello sovra-regionale, quando non addirittura internazionale, per quanto concerne lo scambio di dati, sia a livello regionale tra di diversi organi di gestione e di vigilanza presenti sul territorio. Tale argomento, come del resto tutta materia relativa alla gestione dei grandi carnivori, deve esser oggetto di provvedimenti specifici da parte della Regione.