Corte costituzionale. Sentenza 20 gennaio 2004, n. 49

Documenti analoghi
CORTE COSTITUZIONALE SENTENZA N. 4 DEL Repubblica italiana. In nome del popolo italiano. La corte costituzionale - OMISSIS

SENTENZA OTTOBRE 2004

Legittimi gli incentivi per i computer - CORTE COSTITUZIONALE, Sentenza n. 307 del 21/10/2004

Corte Costituzionale - 16 maggio 2008, n Pres. Bile Red. Maddalena ric. Regione Lombardia.

SENTENZA della Corte costituzionale N. 335/2005

Sentenza della Corte Costituzionale n. 35/2014 depositata il 6 marzo 2014

Contratti di collaborazione nel pubblico impiego e aggravio nel bilancio regionale (Corte Cost. n. 130/2013)

Ufficio Legislativo e Legale della Presidenza della Regione Siciliana MASSIME DELLA CORTE COSTITUZIONALE

Sentenza Corte Costituzionale: n.309 del 10/12/2013. Nota di sintesi a cura dell'area Assistenza Commissioni

SENTENZA N. 221/2013 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE COSTITUZIONALE OMISSIS. ha pronunciato la seguente SENTENZA

udito nell'udienza pubblica del 10 ottobre 2006 il Giudice relatore Maria Rita Saulle;

udito nella udienza pubblica del 10 ottobre 2017 il Giudice relatore Giulio Prosperetti;

REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE COSTITUZIONALE

SENTENZA N. 127 ANNO 2011 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE COSTITUZIONALE

REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE COSTITUZIONALE ha pronunciato la seguente SENTENZA

SENTENZA N. 127 ANNO 2011

La Corte costituzionale (artt della Costituzione)

REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE COSTITUZIONALE composta dai signori: - Paolo GROSSI Presidente - Alessandro CRISCUOLO

SENTENZA N. 74 ANNO 2019

Apprendistato e Formazione interna all azienda: obbligo di Regolamentazione Regionale

Delibera della Giunta Regionale n. 421 del 12/07/2017

Nota introduttiva e di approfondimento alla Sentenza

1 di 5 05/02/2018, 10:19

SENTENZA N. 19 ANNO 2013 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE COSTITUZIONALE. ha pronunciato la seguente SENTENZA

SENTENZA N.162 ANNO 2005

SENTENZA N. 431 ANNO 2007 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE COSTITUZIONALE. - Franco BILE Presidente

Sull incostituzionalità della disciplina del tacito rinnovo delle autorizzazioni agli scarichi

D. LGS , n. 266

Udito nell udienza pubblica del 13 gennaio 2015 il Giudice relatore Giancarlo Coraggio;

PARTE SECONDA ATTI DELLO STATO E DI ALTRI ENTI PUBBLICI

REGOLAMENTI DELL ESECUTIVO

REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE COSTITUZIONALE

LE ENTRATE DA TRASFERIMENTI

REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE COSTITUZIONALE SENTENZA

SENTENZA N. 253 ANNO 2009 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE COSTITUZIONALE composta dai signori: - Francesco AMIRANTE

Bollettino ufficiale della Regione Puglia n. 111 del 02/08/2007

REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE COSTITUZIONALE. composta dai signori:

SENTENZA N. 120 ANNO 2005

Corte di Cassazione - copia non ufficiale

Capitolo XI REGIONI ED ENTI LOCALI

MATERIE TRASVERSALI E FEDERALISMO FISCALE: IL CASO DELLA TUTELA DELLA CONCORRENZA Brevi considerazioni critiche a margine di Corte Cost.

Corte costituzionale, sentenza 2 aprile 2009, n. 104

CORTE DEI CONTI SEZIONE REGIONALE DI CONTROLLO PER LE MARCHE

SENTENZA N. 52 ANNO 2012

SENTENZA N. 417 ANNO 2005

L. 11 marzo 1953, n. 87. "Norme sulla costituzione e sul funzionamento della Corte Costituzionale."

SENTENZA N. 1 ANNO 2004

SENTENZA N. 71 ANNO 2018

Sentenza n.45 del 4 marzo Materia: Tutela della salute. Giudizio: legittimità costituzionale in via principale.

(1/circ) Con riferimento al presente provvedimento è stata emanata la seguente istruzione:

CORTE COSTITUZIONALE, SENTENZA DEL 4 LUGLIO 2008, N.

contro nei confronti di e con l'intervento di

Contributi agli studenti, decidono anche le Regioni - CORTE COSTITUZIONALE, Sentenza n. 308 del 21/10/2004

SEZIONE REGIONALE DI CONTROLLO PER LA LIGURIA

SENTENZA N. 180 ANNO 2008

Ufficio Legislativo e Legale della Presidenza della Regione Siciliana MASSIME DELLA CORTE COSTITUZIONALE

FOCUS sulla GIURISPRUDENZA COSTITUZIONALE in materia di FEDERALISMO FISCALE

REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE COSTITUZIONALE

Corte Costituzionale, Sentenza 2 aprile 2009, n. 99

Deliberazione n. 265/2013/PAR

Sentenza n. 137 del 13 giungo 2013 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE COSTITUZIONALE. ha pronunciato la seguente SENTENZA

SENTENZA N. 253 ANNO 2016

ASSESSORATO DEI LAVORI PUBBLICI. Prot. n. 2644/Gab. Cagliari,

Corte Costituzionale Sentenza 267, 1988

Bollettino Ufficiale n. 37 del 14 / 09 / 2006index.htm

Ufficio Legislativo e Legale della Presidenza della Regione Siciliana MASSIME DELLA CORTE COSTITUZIONALE

Legge del 30/12/1991 n.413

Delibera della Giunta Regionale n. 710 del 06/11/2018

ALCUNI SCHEMI DI DISPOSITIVI DELLE PRONUNCE DELLA CORTE COSTITUZIONALE

DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 10 marzo 2017 (in Suppl. Ordinario 25 alla Gazz. Uff., 29 maggio 2017, n. 123). - Disposizioni per l

1. L ATTUAZIONE DELLA LEGGE DELEGA

Ricorso n. 22 del 4 maggio 2007 (Presidente del Consiglio dei ministri)

ORDINANZA N. 208 ANNO 2016 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE COSTITUZIONALE composta dai signori: - Paolo GROSSI Presidente -

gwjd=dq;~ ~./~ IL MINISTRO PER GLI AFFARI REGIONALI E LE AUTONOMIE CON DELEGA IN MATERIA DI POLITICHE PER LA FAMIGLIA

Considerato inoltre: Tenuto conto

SENTENZA N. 339 ANNO 2011 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE COSTITUZIONALE

Focus sulla giurisprudenza costituzionale in materia di autonomia finanziaria regionale

Corte Costituzionale. Organo costituzionale con il compito di vigilare sul rispetto della Costituzione da parte di tutti gli organi dello Stato

LEGGE 08 AGOSTO 1985, N. 431 (2)

DIREZIONE REGIONALE ATTIVITA DELLA PRESIDENZA

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

SENTENZA N. 180 ANNO 2008

SENTENZA N. 320 ANNO 2008 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE COSTITUZIONALE composta dai signori: - Franco BILE Presidente -

Ufficio Legislativo e Legale della Presidenza della Regione Siciliana MASSIME DELLA CORTE COSTITUZIONALE

REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO. Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Piemonte 2^ Sezione ha. SENTENZA, in forma semplificata,

SENTENZA N. 74 ANNO 2018

Sentenza Corte Costituzionale: n.3 del 18/01/2013. Nota di sintesi a cura dell'area Assistenza Commissioni

FONTI DEL DIRITTO IN MATERIA DI TURISMO

Materia: organizzazione amministrativa della Regione, coordinamento della finanza pubblica, ordinamento civile.

INDICE SOMMARIO. Prefazione alla quarta edizione... pag. XI Prefazione alla decima edizione...» XIII

Ufficio Legislativo e Legale della Presidenza della Regione Siciliana MASSIME DELLA CORTE COSTITUZIONALE

AUTONOMIA REGIONE LOMBARDIA MOZIONE

Unità Dirigenziale Studi Legislativi e Documentazione

ANALISI TECNICO NORMATIVA - ATTO N DATI IDENTIFICATIVI Proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale

La riforma del titolo V della Costituzione Italiana.

SENTENZA N. 1 ANNO 2004 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE COSTITUZIONALE

Transcript:

Corte costituzionale Sentenza 20 gennaio 2004, n. 49 Svolgimento del processo 1.- Con ricorso notificato il 27 febbraio e depositato l'8 marzo del 2002 (registro ricorsi n. 23 del 2002), la Regione Emilia-Romagna ha sollevato questione di legittimità costituzionale in via principale, tra l'altro, degli articoli 54 e 55 della legge 28 dicembre 2001, n. 448 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria 2002), in riferimento agli articoli 117 e 119, quarto comma, della Costituzione. In particolare, rispetto all'oggetto del presente ricorso, la Regione lamenta che con gli artt. 54 e 55 della legge n. 488 del 2001, siano stati istituiti ex novo il "Fondo nazionale per il sostegno alla progettazione delle opere pubbliche delle Regioni e degli enti locali" e il "Fondo nazionale per la realizzazione di infrastrutture di interesse locale" e si sia rinviato a decreti ministeriali la disciplina regolamentare degli interventi. Ad avviso della ricorrente, il rinvio al regolamento statale, per di più ministeriale, è radicalmente illegittimo, non trattandosi di materia di potestà legislativa statale esclusiva, né concorrente; ed inoltre, le disposizioni impugnate violano le attribuzioni regionali, regolate dall'art. 117 della Costituzione, in base alle quali la materia delle opere pubbliche di interesse regionale e locale rientra, al di là di ogni possibile dubbio, nell'ambito della potestà legislativa regionale. Infine - aggiunge la Regione - trattandosi di funzioni pubbliche ordinarie delle Regioni e degli enti locali per le quali lo Stato deve assicurare l'integrale copertura finanziaria ai sensi dell'art. 119, quarto comma, della Costituzione, nessuna giustificazione è invocabile a sostegno dell'intervento legislativo statale e dell'istituzione di riserve finanziarie da disciplinarsi e gestirsi a livello ministeriale, dovendo le risorse a disposizione del sistema locale confluire ad esso nei modi costituzionalmente previsti, esclusi i fondi separati a gestione ministeriale. 2.- Si è costituito il Presidente del Consiglio dei ministri, rappresentato e difeso dall'avvocatura generale dello Stato, chiedendo che il ricorso - per la parte relativa agli artt. 54 e 55 cit. - sia dichiarato infondato. Secondo la difesa erariale le norme impugnate non ledono le prerogative delle Regioni in materia di opere pubbliche di interesse regionale e locale perché non invadono le funzioni pubbliche ordinarie delle Regioni, ma prevedono fondi ausiliari per il sostegno e la realizzazione delle opere in questione al fine di quella perequazione delle risorse finanziarie che l'art.

117 della Costituzione riserva alla competenza esclusiva dello Stato. Motivi della decisione 1.- La Regione Emilia-Romagna ha dedotto, fra l'altro, l'illegittimità costituzionale degli artt. 54 e 55 della legge 28 dicembre 2001, n. 448 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria 2002), perché gli stessi, istituendo ex novo il "Fondo nazionale per il sostegno alla progettazione delle opere pubbliche delle Regioni e degli enti locali" e il "Fondo nazionale per la realizzazione di infrastrutture di interesse locale" e rinviando a decreti ministeriali la disciplina regolamentare degli interventi, sono in contrasto con l'art. 117 Costituzione, in base al quale la materia delle opere pubbliche di interesse regionale e locale rientra nell'ambito della potestà legislativa regionale, e con l'art. 119, quarto comma, della Costituzione, in base al quale, trattandosi di funzioni pubbliche ordinarie delle Regioni e degli enti locali, lo Stato deve assicurare l'integrale copertura finanziaria, e non essendo invocabile alcuna giustificazione a sostegno dell'intervento legislativo statale e dell'istituzione di riserve finanziarie da disciplinarsi e gestirsi a livello ministeriale, dovendo le risorse a disposizione del sistema locale confluire ad esso nei modi costituzionalmente previsti, esclusi i fondi separati a gestione ministeriale. 2.- Le questioni sono fondate. Nell'esaminare analoga questione relativa all'istituzione del Fondo per la riqualificazione urbana dei comuni (art. 25, comma 10, della legge n. 448 del 2001) questa Corte - nell'interpretazione degli art. 117 e 119 della Costituzione, sulla base del novellato Titolo V - ha recentemente deciso (sentenza n. 16 del 2004): - che, per quanto attiene alle funzioni amministrative, la legge statale può solo disciplinare le "funzioni fondamentali" degli enti locali territoriali e può dettare norme nelle sole materie di competenza esclusiva elencate nell'art. 117, secondo comma, e principi fondamentali in quelle di competenza concorrente elencate nell'art. 117, terzo comma; - che, sul piano finanziario, in base al nuovo art. 119, è prevista solo la possibilità che lo Stato destini risorse aggiuntive ed effettui interventi finanziari speciali "in favore di determinati Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni" per scopi particolari, comunque "diversi dal normale esercizio delle loro funzioni"; - che, in questo contesto, possono trovare spazio interventi finanziari dello Stato a favore dei Comuni, vincolati nella destinazione, per normali attività e compiti di competenza di questi ultimi, solo nell'ambito dell'attuazione di discipline dettate dalla legge statale nelle materie di propria competenza, o della disciplina degli speciali interventi finanziari in favore di determinati

Comuni (art. 119, quinto comma), con la conseguente inammissibilità di siffatte forme di intervento nell'ambito di materie e funzioni la cui disciplina spetta invece alla legge regionale, pur eventualmente nel rispetto (quanto alle competenze concorrenti) dei principi fondamentali della legge dello Stato. La stessa sentenza ha, poi, precisato che gli interventi speciali previsti dall'art. 119, quinto comma, a loro volta, non solo debbono essere aggiuntivi rispetto al finanziamento integrale delle funzioni spettanti ai Comuni o agli altri enti, e riferirsi alle finalità di perequazione e di garanzia enunciate nella norma costituzionale, o comunque a scopi diversi dal normale esercizio delle funzioni, ma debbono essere indirizzati a determinati Comuni o categorie di Comuni (o Province, Città metropolitane, Regioni), con la conseguenza che quando tali finanziamenti riguardino ambiti di competenza delle Regioni, queste - per l'esigenza di rispettare il riparto costituzionale delle competenze fra Stato e Regioni - siano chiamate ad esercitare compiti di programmazione e di riparto di fondi all'interno del proprio territorio. Il ricorso a finanziamenti da parte dello Stato, senza il rispetto di questi limiti e criteri, rischia di diventare uno strumento di ingerenza nell'esercizio delle funzioni degli enti locali e di "sovrapposizione di politiche e di indirizzi governati centralmente a quelli legittimamente decisi dalle Regioni negli ambiti materiali di propria competenza". 3.- Le norme impugnate non rispettano questi criteri e limiti. L'art. 54 della legge n. 448 del 2001 istituisce un "Fondo nazionale per il sostegno alla progettazione delle opere pubbliche delle Regioni e degli enti locali", per promuovere la realizzazione delle opere pubbliche di Regioni, Province, Comuni, comunità montane e relativi consorzi (comma 1), aggiungendo che i contributi erogati dal Fondo sono volti al finanziamento di spese di progettazione delle opere pubbliche delle Regioni e degli enti locali e devono risultare almeno pari al 50 per cento del costo effettivo di progettazione (comma 2). L'art. 55 della stessa legge istituisce, a decorrere dal 2002, un "Fondo nazionale per la realizzazione di infrastrutture di interesse locale", "al fine di contribuire alla realizzazione delle opere pubbliche e delle infrastrutture di interesse locale, promuovere la funzione delle autonomie locali nella valorizzazione delle risorse del territorio e nella soddisfazione dei bisogni primari delle popolazioni, coerentemente con i principi di sussidiarietà e diffuso decentramento, nonché garantire l'efficace raccordo, in coerenza con gli obiettivi indicati dal Documento di programmazione economicofinanziaria, tra le realizzazione del piano straordinario delle infrastrutture e delle opere di grandi dimensioni con le esigenze infrastrutturali locali" (comma 1). La stessa norma aggiunge, poi, che i contributi erogati dal Fondo sono finalizzati alla realizzazione di opere pubbliche di interesse

locale indispensabili per la valorizzazione delle risorse produttive e delle realtà sociali interessate (comma 2). I fini indicati sono estremamente generici, sicché è da dire che si è in presenza di strumenti di finanziamento - fra l'altro solo parziali (quanto meno per il Fondo di cui all'art. 54), cui possono, astrattamente, accedere tutti gli enti - che non si configurano come appartenenti alla sfera degli interventi speciali di cui al quinto comma dell'articolo 119 della Costituzione, sia perché non risulta alcuna specifica finalità qualificante degli stessi, diversa dal normale esercizio delle funzioni degli enti interessati, sia perché i finanziamenti sono disposti in favore della generalità degli enti. D'altra parte "la progettazione delle opere pubbliche delle Regioni e degli enti locali" e "la realizzazione di opere pubbliche di interesse locale indispensabili per la valorizzazione delle risorse produttive e delle realtà sociali interessate" rappresentano finalità estranee a materie o compiti di competenza esclusiva dello Stato, ma sono invece riconducibili a materie e ambiti di competenza concorrente (a partire dal "governo del territorio") o residuale delle Regioni. Le norme impugnate non prevedono alcun ruolo per queste ultime, volta a volta interessate all'attribuzione dei finanziamenti, limitandosi a prevedere, in sede di prima applicazione, deliberazioni "delle competenti Commissioni parlamentari". Gli interventi di cui alle norme impugnate si atteggiano - conformemente a quanto rilevato dalla sentenza di questa Corte in precedenza richiamata - come prosecuzione di una pratica di trasferimento diretto di risorse dal bilancio dello Stato agli enti locali in base a criteri stabiliti dall'amministrazione centrale, senza tenere presente che, per quanto riguarda la disciplina della spesa ed il trasferimento di risorse dal bilancio statale, lo Stato deve agire in conformità al nuovo riparto di competenze e alle nuove regole, disponendo i trasferimenti senza vincoli di destinazione specifica, passando, se del caso, attraverso il filtro dei programmi regionali e coinvolgendo le Regioni interessate nei processi decisionali concernenti il riparto e la destinazione dei fondi, nel rispetto dell'autonomia di spesa degli enti locali. Né, contrariamente alla tesi erariale, la previsione di fondi ausiliari per il sostegno e la realizzazione delle opere in questione può ricollegarsi al fine della perequazione delle risorse finanziarie che l'art. 117 della Costituzione riserva alla competenza esclusiva dello Stato, dal momento che i Fondi istituiti sono completamente al di fuori dell'ottica della perequazione delle risorse finanziarie. Le norme impugnate devono essere dichiarate costituzionalmente illegittime e poiché la caducazione di tali norme non comporta diretto e immediato pregiudizio per diritti delle persone, non sussistono ragioni di ordine costituzionale che si oppongano ad una dichiarazione di

incostituzionalità in toto, con la conseguenza che i Fondi in questione dovranno essere assoggettati, se del caso, ad una nuova disciplina legislativa, rispettosa della Costituzione, per essere destinati alla finanza locale. P.Q.M. La Corte Costituzionale riservata ogni decisione sulle ulteriori questioni sollevate con il ricorso in epigrafe, dichiara l'illegittimità costituzionale degli articoli 54 e 55 della legge 28 dicembre 2001, n. 448 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria 2002). Così deciso in Roma, nella sede della Corte Costituzionale, Palazzo della Consulta, il 20 gennaio 2004. cost. art. 117 cost. art. 119 c.c. art. 117 c.c. art. 119 L. 28/12/2001 n. 448, art. 54 L. 28/12/2001 n. 448, art. 55