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SENATO DELLA REPUBBLICA VI LEGISLATURA DISEGNO DI LEGGE (N. 23) d'iniziativa del senatore NENCIONI COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 25 MAGGIO 1972 Istituzione della provincia di Vibo Valentia ONOREVOLI SENATORI. L'approvazione da parte del Senato del disegno di legge per la istituzione della provincia di Pordenone, sia pure legata alla particolare situazione! della Regione, ha sbloccato una situazione che lo stesso Senato aveva in precedenza e drasticamente chiuso col suo ordine del giorno del 1958: mi riferisco alla istituzione di nuove provincie in Italia. Sono ben note le gravi e fondatissime ragioni che rendono ormai indilazionabile la istituzione di nuove province in Italia: l'enorme ampliamento dei compiti e delle funzioni e la vastità delle attribuzioni demandate alla provincia sia quale ente autarchico, sia quale circoscrizione di decentramento burocratico e amministrativo non si conciliano più con un ordinamento che rimonta ad oltre un secolo fa, quando le esigenze erano di molto inferiori e al quale soltanto con il regio decreto-legge 2 gennaio 1927, n. 1, cioè ancora 45 anni fa, è stato dato un riordinamento. Dette esigenze sono più evidenti nel Mezzogiorno d'italia dove le condizioni logistiche presentano difficoltà rilevanti e in cui, in particolar modo, si riscontra la necessità che i contatti tra amministratori ed amministrati, divenuti molto più frequenti e costanti, siano riawicinati: inoltre, e spe-! eie in questo momento, è quanto mai sentita l'esigenza di un maggiore decentramento amministrativo ed autarchico onde dar vita, nel quadro della generale politica di sviluppo del Mezzogiorno, posta come l'obiettivo fondamentale della programmazione nazionale, ad un'azione più incisiva e più dinamica dei pubblici poteri. Invero il problema della istituzione di nuove provincie ha sempre avuto nella cronaca parlamentare di questo dopoguerra, in Italia, una particolare caratteristica, peraltro dipendente dagli stretti legami di natura elettoralistica che più di ogni altro, forse, su di esso incidono, quella cioè di subire dei momenti di risveglio caratterizzato da una proliferazione a catena di proposte e poi di adagiarsi nel riposo più assoluto. Ciò naturalmente viene a danno di quelle richieste in cui la esigenza dell'istituzione dell'ente provincia poggia su effettivi, concreti presupposti e necessità. Il problema consiste, appunto, nel cogliere tali elementi essenziali e separarli da tutti

Atti Parlamentari 2 Senato delta Repubblica 23 LEGISLATURA VI DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI DOCUMENTI gli altri fattori che, sia pure dotati di una certa rilevanza, ne snaturano comunque l'aspetto fondamentale e principale. In tale quadro la costituzione della provincia di Vibo Valentia rappresenta indiscutibilmente uno dei primi e fondamentali atti da realizzare. L'aspetto più diffuso e sentito, quello su cui si basano le richieste di quasi tutte le altre aspiranti provincie, è quello del decentramento amministrativo e del decentramento burocratico, e questo è, praticamente il problema di tutta Italia, di tutto l'ordinamento statale.ed è la portata, da una parte, del sempre più vasto complesso delle funzioni ed interessi trasferiti nel campo della azione pubblica e, dall'altra, della sempre crescente intensità e complessità dei rapporti economici, commerciali e sociali, unitamente al continuo incremento delle popolazioni. È evidente, infatti, che un ordinamento amministrativo, quale era sufficiente molte diecine di anni fa, non può non presentarsi oggi che inadeguato e causa di intralci, danni e pregiudizio alla pubblica e privata attività. È questo un problema di cui è vittima anche la popolazione del Vibonese, e in grado intenso. È un problema che, naturalmente, l'istituzione della provincia risolverebbe come conseguenza automatica, dato che la provincia è contemporaneamente circoscrizione di ente e circoscrizione di decentramento organico dello Stato, come anche è problema che potrebbe venire, se non proprio risolto, certo di molto attenuato da un semplice decentramento amministrativo. Ma non è questo il problema essenziale del Vibonese, come non è il problema essenziale e specifico per la istituzione di una provincia. La istituzione di una nuova provincia postula una esigenza di autogoverno che presuppone una situazione di un complesso di bisogni, interessi ed attività che abbiano e costituiscano una unità organica e territoriale e che non siano, senza grave danno e pregiudizio, passibili di soluzione ottimale senza una disciplina comune e adeguata ai bisogni dell'ente autarchico provinciale che è ente originario (e sia pure di secondo grado), perchè la sua costituzione non è una mera creazione legislativa, ma il riconoscimento legislativo di una situazione reale e di fatto. Ora Vibo Valentìa si trova in tale situazione. La vita economica e sociale del suo vasto circondario ha sempre avuto una unità ed una struttura, nello stesso tempo, organica e assolutamente differenziata dagli altri circondari della provincia di Catanzaro. Ed è appunto questa organicità e differenziazione dell'unità territoriale che costituiscono l'essenza e l'esigenza dell'autogoverno. Basta dare uno sguardo a tutti i settori in cui si articolano le attività e la vita del Vibonese, da quello primario e fondamentale dell'agricoltura a quello secondario dell'industria, a quello terziario dei servizi e del turismo per rendersi conto di come tutti essi presentano problemi di sviluppo, di organizzazione e di sbocchi comuni e assolutamente differenti da quelli delle altre zone, e del perchè essi solo nell'autogoverno dell'ente provincia possano trovare la possibilità di una propria impostazione e soluzione. Onorevoli senatori, è superfluo scendere ad un esame e ad una analisi approfondita di tutte le indiscutibili ragioni che giustificano anzi impongono la istituzione della provincia di Vibo Valentia, anche perchè sono state già àmpiamente riportate ed illustrate in altre proposte di legge presentate nelle precedenti legislature, sia al Senato che alla Camera. Mi limiterò ad un breve accenno riassuntivo. In primo luogo, come già ho accennato sopra, la questione va inquadrata in una visione regionale. La Calabria, con la sua caratteristica e particolare forma allungata, è una regione tra le più vaste d'italia, con un territorio dalla conformazione la più varia e con una popolazione sparsa non tanto secondo princìpi di una razionale distribuzione economica, quanto in relazione a particolari situa

Atti Parlamentari 3 Senato della Repubblica 23 zioni storiche, geografiche ed anche climatiche. Ne consegue che anche a distanze relativamente brevi la vita economica e sociale dei vari aggregati umani spesso si è sviluppata ed organizzata in modo fortemente differenziato. La provincia di Catanzaro, di cui fa parte Vibo Valentia, presenta, sotto questo profilo, una delle situazioni più pesanti di tutta Italia, con una estensione di 5.245 chilometri quadrati e una popolazione di 718.465 abitanti distribuita in ben 159 comuni con un migliaio di frazioni e borgate, di cui moltissimi distanti dal capoluogo oltre 120 chilometri, con una rete stradale proporzionalmente inferiore per estensione e capillarità a quella delle altre province meridionali. Una tale situazione, specie in relazione all'enorme ampliamento delle funzioni pubbliche, determina sempre più gravi disfunzioni che, spesso, arrivano a veri e propri fenomeni di paralisi. Organica unitarietà del Vibonese. «Il Vibonese», per il suo territorio, la sua conformazione, gli interessi delle sue popolazioni, per le sue tradizioni, i suoi rapporti culturali e perfino linguistici, le sue strutture economiche e sociali, presenta una unitarietà organica ed omogenea che lo rende una naturale comunità bene individuata con bisogni, prospettive e possibilità di sviluppo nettamente distinte dalle altre zone della Provincia e suscettibile, se opportunamente potenziate, di un validissimo inserimento nella meccanica dello sviluppo dell'economia regionale. Basta, ad esempio, tenere presente, da una parte il significativo fatto che il Vibonese è l'unica zona della regione in cui è sorta, si è affermata e si è costantemente sviluppata,. attraverso insediamenti antichi e nuovi, una concentrazione spontanea, sempre crescente di attività e di iniziative industriali valide e vitali pur non essendoci, fino a pochi mesi fa, il riconoscimento del nucleo industriale, e, dall'altra, la particolare conformazione del circondario di Vibo Valentia che nella felice combinazione delle tre componenti mare-collina-montagna rappresenta una vera e propria provincia turistica. Ragioni storiche. Antiche e non antiche, non tanto e non solo intese quali rivendicazioni meramente sentimentali, ma come concrete ed effettive attestazioni e testimonianze di esperienza positiva di una realtà geografica e sociale che ha avuto ed ha tutt'ora la sua piena validità. Non va, infine, dimenticato, e ciò a prescindere da qualsiasi polemica politica, il fatto, anch'esso molto significativo, che anche il regime fascista che, come è noto, in materia seguiva dei criteri molto rigorosi, aveva riconosciuto la sussistenza dei presupposti per l'istituzione della provincia di Vibo Valentia che, solo per i sopravvenuti eventi bellici, non è stata realizzata.

Atti Parlamentari 4 Senato della Repubblica 23 DISEGNO DI LEGGE Art. 1. È istituita la provincia di Vibo Valentia, con capoluogo Vibo Valentia, Comprendente i comuni di: Acquaro, Arena, Briatico, Brognaturo, Capistrano, Cessaniti, Dasà, Dinami, Drapia, Fabbrizia, Filadelfia, Filandari, Filogaso, Francavilla Angitola, Francica Gerocami, Ionadi, Joppolo, Limbadi, Maierato, Mileto, Mongiana, Monterosso, Nardodipace, Nicotera, Parghelia, Pizzo, Pizzoni, Polia, Ricadi, Rombiolo, San Calogero, San Costantino, San Gregorio d'ippona, San Nicola da Crissa, Sant'Onofrio, Serra San Bruno, Simbario, Sorianello, Soriano, Spadola, Spilinga, Stefanaconi, Tropea, Vallelonga, Vazzano, Vibo Valentia, Zaccanopoli, Zambrone e Zungri. Art. 2. I Ministri competenti predisporranno quanto occorre perchè siano costituiti gli organi e gli uffici della nuova provincia, in modo che possano iniziare il loro funzionamento con il 1 gennaio dell'anno successivo all'entrata in vigore della presente legge. II Ministro dell'interno nominerà un commissario che avrà facoltà di stipulare contratti e di assumere qualsiasi impegno nell'interesse della nuova Provincia, con deliberazioni da sottoporre all'approvazione del Ministro stesso. Art. 3. Con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta dei Ministri competenti, sarà provveduto ad approntare i progetti da stabilirsi d'accordo fra le amministrazioni provinciali di Catanzaro e Vibo Valentia e d'ufficio, in caso di dissenso, per

Atti Parlamentari 5 Senato della Repubblica 23 la separazione patrimoniale e per il riparto delle attività e delle passività anche di carattere continuativo, nonché a quanto altro occorra per l'esecuzione della presente legge. Art. 4. Gli affari amministrativi e giurisdizionali pendenti, alla data di entrata in vigore della presente legge, presso la prefettura ed altri organi di Catanzaro e relativi a cittadini ed enti dei comuni di cui all'articolo 1, passeranno, per competenza, ai rispettivi organi ed uffici della provincia di Vibo Valentia. Art. 5. I Ministri competenti sono autorizzati a provvedere alle occorrenti variazioni dei ruoli del personale e ad apportare, per la relativa spesa, le necessarie variazioni nei bilanci di propria competenza. Art. 6. II Ministro dei lavori pubblici è incaricato della costruzione e dell'arredamento degli edifici occorrenti per il funzionamento degli uffici statali e dell'amministrazione provinciale. Alla relativa spesa si prowederà coi fondi degli enti locali.