Scheda 6. Rallegrati, piena di grazia! Ecco, sono la serva del Signore "Grazie alla fede, questa vita nuova plasma tutta l esistenza umana sulla radicale novità della risurrezione. Nella misura della sua libera disponibilità, i pensieri e gli affetti, la mentalità e il comportamento dell uomo vengono lentamente purificati e trasformati, in un cammino mai compiutamente terminato in questa vita." (PORTA FIDEI n 6) La Chiesa ci offre infatti come itinerario la fede, o per meglio dire, una riscoperta di un dono fatto a tutti i battezzati che vivono un credo che deve diventare responsabilità in ogni situazione della vita, a qualunque livello ed in qualsiasi condizione di vita. Il passo decisivo della fede implica sempre un abbandono esistenziale a Gesù. La nostra fede è un movimento verso Dio, una fede che ci scuote e ci trascina, una fede che risponde ad una chiamata, una fede che è esodo da noi stessi e immissione in Dio. La fede è questo evento sorprendente che si impadronisce non solo della nostra intelligenza, ma di tutto il nostro essere. Piccoli nei confronti di noi stessi, degli altri e di Dio, eppure mai schiacciati, anzi, liberati ad opera di questa illimitata fiducia in lui. Quali miracoli il Signore compie attraverso la nostra fede in noi?
In ascolto della Parola: quando Dio chiama, chiede piena fiducia e disponibilità. A lui la soluzione dei problemi, se la nostra risposta è pronta e completa Luca 1, 27-38 Al sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27 a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: "Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te". 29 A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30 L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31 Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33 e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine". Allora Maria disse all'angelo: "Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?" Le rispose l'angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36 Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio". 38 Allora Maria disse: "Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola". E l'angelo si allontanò da lei. Commento L unità costituita da Lc 1,26-38 presenta il racconto dell annunciazione. Qual è il modello che vi soggiace? E possibile individuare uno schema letterario di alleanza, che prevede le parole di un mediatore (esempio Es. 19,3-7: Gs 1,1-13 ecc) e la risposta di fede del popolo: quanto il Signore ha detto, noi lo faremo (Es 19,8 ecc) Il mediatore sarebbe qui l angelo Gabriele (Lc 1, 26) e la risposta di fede quella di Maria (v.38), che apparirebbe così come la figura dell Israele santo, che acconsente all iniziativa di Dio nello stabilire la nuova e perfetta alleanza. E possibile anche riconoscere nel testo di Lc un racconto di vocazione, con la struttura tripartita saluto dell angelo/dubbio del destinatario, primo messaggio/ difficoltà avanzata, secondo messaggio/segno e consenso (cfr vocazione di Gedeone in Gdc 6,11-24, che si differenzia dal racconto lucano soprattutto per la forma del segno e del consenso): Maria emergerebbe come la creatura chiamata da Dio, che si lascia plasmare dall opera divina incondizionatamente. Un altro modello riconoscibile è infine quello delle apparizioni: all apparizione di un angelo, segue una reazione di timore, l annuncio, una obiezione del destinatario e l offerta di un segno (ad es. la storia di Mosé in Es 3,2.6.4 e 10.11-12 rispettivamente). Questi elementi si ritrovano tutti nella vicenda di Zaccaria e in quella di Maria (vv 26-27.29-30.31 e 32-35. 34. 36-37): le differenze e tra queste due realizzazioni così ravvicinate del modello di annunciazione illuminano lo specifico di quanto avviene alla madre del Signore. Due accenni.
L apparizione al padre del Battista avviene nel tempio di Gerusalemme (Lc 1,11): quella di Maria in una città della Galilea, chiamata Nazaret (Lc 1,26). Cessa l economia del tempio di pietra: la divina presenza si offre in un luogo povero, ordinario, addirittura disprezzato (Gv 1.46). La persona della Vergine sembra presentarsi come il nuovo tempio: Entrando da lei, (l angelo) disse (v.28 ) Zaccaria ed Elisabetta erano giusti davanti a Dio, osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore (Lc 1,6): Maria è la kecharitoméne (v.28). Il termine, perfetto del verbo chiarito, che ha un valore causativo, indicva che ella si trova già sotto l influsso del favore di Dio e vi rimane, è ricolma della benevolenza gratuita, della compiacenza divina. Mentre nei genitori del Battista emerge l azione umana il conpimento della religiosità dell Antico Testamento, nella madre di Gesù risplende l iniziativa libera, gratuita e potente di Dio, la sua elezione che precede ogni merito. Maria è colei che ha trovato grazia (charin) presso Dio (v.30), che è stata trasformata dalla sua grazia (v 28). (Tratto da: Forte B., Maria la donna icona del mistero, Edizioni S.Paolo, Cinisello B. 1996/3, pag. 68) Preghiera: "L'anima mia magnifica il Signore 47 e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, 48 perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. 49 Grandi cose ha fatto per me l'onnipotente e Santo è il suo nome; 50 di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. 51 Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; 52 ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; 53 ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. 54 Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, 55 come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre". Per la discussione o per la riflessione personale: Adulti: - Sono la serva del Signore, avvenga di me quello che tu hai detto : cosa fare per avere la stessa disponibilità verso quello che il Signore ci chiede? - Mi piace discutere con il Signore, per piegarlo alle mie prospettive? Casomai per avere ragione e prevalere sui suoi disegni e progetti? - In particolare: se c'è qualcosa in me non in linea con le vedute del Signore, chi
deve cambiare? La mia preghiera esprime il desiderio di fare la mia volontà? - Non temere, Maria! Ogni volta che si presenta a noi, Dio ci invita alla fiducia e all'abbandono in Lui: faccio fatica a ritrovarmi in questo senso di sicurezza che mi viene dalla sua parola? E perché? Coppia famiglia: - C'è qualche avvenimento o episodio della vita di coppia dove avete avuto l'impressione che Dio visiti la vostra coppia? Sai descriverne le emozioni? - Non pensi che il giorno della celebrazione del Matrimonio, Dio ha inviato il suo angelo alla copia per renderla partecipe di un grande mistero che si doveva compiere? - Certamente Dio continua a visitarvi, attraverso avvenimenti, celebrazioni, appuntamenti sacramentali... Hai l'attenzione giusta ( raccoglimento, concentrazione, silenzio...) per riconoscere la visita del Signore? Atteggiamento: Accettare/discernere la volontà di Dio nel nostro quotidiano, al di là dei nostri schemi, anche quando i nostri pensieri non sono quelli di Dio! (cfr. Is. 55, 8) O Verbo fatto carne Con la tua Incarnazione ti sei fatto talmente vicino a noi che non abbiamo più alcun motivo di starti lontano. Superando l'infinito che separa Dio dall'uomo, hai voluto far cadere tutte le barriere del nostro timore. Avvicinandoti e mescolando la tua vita alla nostra, hai voluto prevenire i nostri paurosi ripiegamenti. Tu non hai esitato a incarnarti nel seno di una donna, per stabilire con noi la più completa intimità. Ti sei presentato a noi come un bambino, per attirare maggiormente su di te uno sguardo di tenerezza e di familiarità. Hai condotto un'esistenza umana simile alla nostra, escludendo tutto ciò che poteva allontanarti da noi. Ispiraci dunque più fiducia a venire verso te, ad avvicinarci il più possibile a te. Rallegraci col tuo sguardo posato su di noi, poiché è uno sguardo di fraternità, di solidarietà, di comprensione. Colmaci di quella fiducia che esige la tua amicizia, una fiducia che giunga fino al più completo abbandono. Facci vivere intimamente con te, perché possiamo darci a te come tu ti sei dato a noi.