UNIVERSITÀ DI PISA FACOLTÀ DI INGEGNERIA CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA IN INGEGNERIA ELETTRONICA. Estratto tesi



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UNIVERSITÀ DI PISA FACOLTÀ DI INGEGNERIA CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA IN INGEGNERIA ELETTRONICA Estratto tesi Realizzazione di un dispositivo per l analisi e la caratterizzazione dei moduli fotovoltaici Michele Di Cosmo 15/04/2010 Relatori Prof. Pierangelo Terreni Ing. Sergio Saponara Ing. Natanaele Bacci

Realizzazione dell'inseguitore di massima potenza Quando si ha la necessità a parità di condizioni atmosferiche di confrontare e caratterizzare più moduli fotovoltaici o semplicemente di studiarne nel tempo l'evoluzione delle caratteristiche fisiche ed elettriche si può pensare erroneamente di ricorrere all'utilizzo di più inverter e da questi trarre le informazioni volute. Gli inverter di ultima generazione, una volta interfacciati ad un PC, infatti, sono in grado di fornire ogni tipo di dato richiesto, per esempio, tra questi, la lettura della potenza istantanea prodotta e della potenza mediata nel tempo, della temperatura captata da sensori esterni e molto altro. Purtroppo gli inverter per uso fotovoltaico funzionano solo se connessi a stringhe di pannelli collegati in serie in grado di generare tensioni dell'ordine di qualche centinaio di volt. Connessi a moduli singoli, da cui si può trarre in uscita solo qualche decina di volt, gli inverter commerciali non funzionano. Alla luce di queste osservazioni, l'obbiettivo di questo studio è stato quello di fornire uno strumento utile a tutti coloro che per motivi didattici o per lavoro hanno bisogno di mettere a confronto tecnologie o processi costruttivi differenti e vogliono verificare il corretto funzionamento di più moduli fotovoltaici (impiegando più dispositivi identici) attraverso il tracciamento delle rispettive caratteristiche I-V e P-V. Uno degli impieghi del dispositivo potrebbe, per esempio, essere quello di strumento per la comparazione di moduli realizzati con identiche tecnologie ma da ditte differenti oppure per il raggruppamento per fasce di prestazione di moduli nominalmente identici ma in pratica caratterizzati da proprietà elettriche differenti. I progettisti di impianti fotovoltaici infatti, sanno che se all'interno di una stringa composta da moduli nominalmente identici è presente anche un solo modulo guasto o avente caratteristiche peggiori rispetto agli altri, ci sarà un decadimento del rendimento complessivo dell'intero impianto che determinerà un abbattimento dell'energia prodotta. Grazie all'utilizzo di un microprocessore che al suo interno integra tutto o quasi quello che serve al nostro scopo e di qualche componente esterno, si è riusciti ad ottenere uno strumento dalle dimensioni ridotte e soprattutto ad un costo contenuto. Quest ultimo punto ha costituito un vincolo fondamentale nella realizzazione del dispositivo. Si sarebbe potuto utilizzare un DSP che dal punto di vista della velocità e capacità di calcolo Michele Di Cosmo - Università Di Pisa - Facoltà di Ingegneria Pagina 2

sicuramente avrebbe fornito risultati migliori ma avrebbe comportato allo stesso tempo un costo superiore e maggiori sforzi nella programmazione software. I limiti di funzionamento del dispositivo fanno si che la potenza generata dai moduli in prova possa variare da un minimo di pochi watt fino a raggiungere valori prossimi a 500W con correnti massime misurabili di circa 12A. Valori, quindi, che permettono di testare senza alcun problema la totalità dei moduli presenti attualmente in commercio. La lettura e la visualizzazione dei dati viene operata dal software Labview creato e distribuito dalla National Instruments, e dall interfaccia grafica (GUI Grafic User Interface) in esso appositamente realizzata. Lo strumento è stato poi connesso al PC per mezzo di un interfaccia hardware che rende disponibili i dati su porta USB. Il dispositivo opera essenzialmente in due modalità: Tracciamento caratteristica e Inseguimento del punto di massima potenza. Nella prima modalità viene eseguito uno sweep della resistenza del carico dinamico su cui viene dissipata l energia prodotta, che passa nel giro di circa un minuto da valori infiniti a valori praticamente nulli mentre contemporaneamente vengono letti i livelli di corrente e tensione in uscita dal modulo. Le letture vengono poi inviate alla GUI. Il grafico I-V in questo modo viene tracciato dal punto di tensione Voc corrispondente alla tensione di circuito aperto sull asse delle ascisse al punto Isc corrispondente al valore di corrente di corto circuito sull asse delle ordinate. Un risultato tipico di questa operazione è visibile nelle figure 3.1 e 3.2 Figura 1.1 Caratteristica Corrente-Tensione I-V Michele Di Cosmo - Università Di Pisa - Facoltà di Ingegneria Pagina 3

Figura 1.2 Caratteristica Potenza-Tensione P-V In modalità Inseguimento del punto di massima potenza viene mostrato il valore istantaneo di potenza generata dal modulo. Esistono diversi metodi che consentono di rintracciare il punto della caratteristica in cui viene generata la massima potenza, tra questi troviamo l'algoritmo conosciuto con il nome di Perturba e Osserva implementato all'interno del nostro microcontrollore. In base a letture consecutive di tensione e di potenza, il microcontrollore agisce sul punto di lavoro attraverso piccole variazioni (perturbazioni) del duty cycle del segnale di pilotaggio del carico dinamico su cui si scarica tutta la potenza generata dal modulo. Una volta individuato l'mpp (maximun power point- punto di massima potenza) il sistema continua ad oscillare intorno ad esso fino a quando interviene una variazione nelle condizioni di irraggiamento. Si è deciso utilizzare questo metodo per la relativa facilità di implementazione e per l'esigua richiesta di risorse hardware che in ogni modo non impediscono di ottenere discreti risultati in termini di velocità e precisione. Un output grafico è visibile nella figura 1.3 Michele Di Cosmo - Università Di Pisa - Facoltà di Ingegneria Pagina 4

Figura 1.3 Grafico che mostra il livello di potenza generato, la tensione e la corrente L algoritmo imposta un valore iniziale della resistenza del carico dinamico (attraverso la variazione del duty cycle del segnale di pilotaggio, come si è detto) tale che la tensione di lavoro di partenza assuma valore pari a circa il 70% della Voc (tensione di circuito aperto). Questo accorgimento progettuale nasce dalla consapevolezza che la tensione di lavoro in corrispondenza del punto di massima potenza, nella maggior parte delle tecnologie, cade in un range di valori compresi tra 0.7 e 0.8 del valore di Voc. In questo modo si riescono ad ottenere tempi di raggiungimento dell MPP notevolmente ridotti. Per aumentare l'immunità al rumore, diminuire l'errore di quantizzazione ed ottenere una risoluzione più elevata si è utilizzata una tecnica chiamata Oversampling and decimation Sovracampionamento e decimazione che senza l'aggiunta di alcun convertitore A/D esterno consente di avere una rappresentazione del segnale su un numero maggiore di bit. Ad una prima fase di studio della tecnologia fotovoltaica e di analisi dei principali algoritmi per la ricerca del punto di massima potenza è seguita una seconda fase di progetto e realizzazione del dispositivo. Michele Di Cosmo - Università Di Pisa - Facoltà di Ingegneria Pagina 5

Dopo aver progettato lo schema elettrico secondo le specifiche desiderate, si è passati alla scelta dei componenti. Si è passati poi al disegno ed infine alla realizzazione del circuito stampato (PCB) per mezzo del software Layaut Plus contenuto all'interno del pacchetto Orcad. La programmazione del microcontrollore è stata eseguita in assembler in ambiente di sviluppo AVRstudio4 fornito gratuitamente da Atmel per sfruttare in maniera più efficiente le risorse hardware che questo dispositivo ci mette a disposizione. Dopo ripetute fasi di miglioramento supportate da continue sperimentazioni pratiche si è giunti alla scrittura della versione definitiva del firmware. Lo schema a blocchi semplificato del dispositivo è visibile nella figura 3.3. Figura 1.4 Schema a blocchi del dispositivo Dallo schema a blocchi si nota che il cervello del dispositivo è costituito dal microcontrollore Atmega16. Al suo interno troviamo il convertitore A/D che trasforma in sequenze numeriche utili all elaborazione successiva del processore (CPU) i segnali provenienti dal sensore di corrente, dal partitore resistivo (che, analogamente a quanto avviene per l amplificatore operazionale AD620 sul segnale di corrente, adatta la dinamica di uscita di tensione del modulo alla dinamica di ingresso del convertitore) e dai sensori di temperatura. All'interno del microcontrollore troviamo inoltre il modulo PWM (Pulse Widtht Modulation) che pilota e adatta l'impedenza del carico resistivo dinamico su cui si scarica l'energia generata dal modulo fotovoltaico. Michele Di Cosmo - Università Di Pisa - Facoltà di Ingegneria Pagina 6

I dati generati dal processore interno vengono spediti tramite un interfaccia seriale UART al PC su cui vengono in seguito mostrati i risultati. Dal momento che non tutti i computer sono dotati di porta seriale, per consentire una maggiore compatibilità e connettività, è stata aggiunta un interfaccia di conversione esterna di tipo seriale/usb che consente, tramite l'utilizzo di un HUB aggiuntivo, la connessione di più dispositivi ad un unico PC. Una batteria al piombo da 12V e 4Ah provvede ad alimentare il sistema durante le ore notturne e consente l'attivazione immediata del dispositivo ai primi bagliori mattutini. Un circuito caricabatterie alimentato dall'energia solare del modulo mantiene carica la batteria intervenendo ogni volta che le condizioni di irraggiamento sono tali da consentire una corrente di carica adeguata. Per gli sviluppi futuri i margini di miglioramento ci sono e potrebbero interessare la sostituzione del convertitore A/D interno al microcontrollore con uno esterno a maggiore risoluzione e più immune ai disturbi generati dal dispositivo stesso. Infine, per migliorare e facilitare il trasferimento dei dati, si potrebbe utilizzare una interfaccia senza fili con protocollo bluetooth o zigbee. I test effettuati sia in giorni sereni che in giorni particolarmente nuvolosi hanno mostrato ottimi risultati per quanto riguarda la precisione nell'individuazione del punto di massima potenza generata dal modulo. Le piccole ondulazioni osservabili nel grafico raffigurante la potenza in funzione del tempo (fig. 1.3) rappresentano le perturbazioni sul punto di lavoro che l'algoritmo di ricerca opera per il raggiungimento dell'mpp. Michele Di Cosmo - Università Di Pisa - Facoltà di Ingegneria Pagina 7

Figura 1.5 Immagine del dispositivo Michele Di Cosmo - Università Di Pisa - Facoltà di Ingegneria Pagina 8