ognuno di noi dentro lo scenario in cui si svolge la stessa elezione.

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Introduzione «L elezione del Romano Pontefice, che, in quanto Successore di San Pietro nella sede di Roma, è Vicario di Cristo in terra, Supremo Pastore e Capo visibile di tutta la Chiesa, fu sempre oggetto di speciali attenzioni, e appunto per sì grave problema furono emanate provvide disposizioni, tali da garantire la legittimità della stessa elezione e la libertà degli elettori.» Così scriveva papa Paolo vi nella Costituzione Apostolica Romano Pontifici Eligendo del 1 o ottobre 1975, il documento con cui ha dato le disposizioni che dovevano regolare l elezione del suo successore. Con le norme di Paolo vi abbiamo l introduzione definitiva della regola secondo cui si trovano esclusi dal conclave i cardinali che hanno compiuto gli ottanta anni; in secondo luogo, il papa fissa a centoventi il numero dei cardinali elettori. Due decisioni che negli anni seguenti provocarono discussioni, anche polemiche, ed un acceso dibattito che oggi è del tutto spento e le norme oramai sono comunemente accettate. In ogni caso, quel documento del 1975 ha regolato l elezione di Giovanni Paolo i e la successiva elezione di Giovanni Paolo ii. La prossima, invece, dunque il prossimo conclave, avverrà secondo le norme promulgate da Giovanni Paolo ii nella Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis del 22 febbraio 1996, che conferma le linee essenziali dettate da Paolo vi, ma introduce comunque qualche significativa variazione. «Pastore dell intero gregge del Signore è il Vescovo della Chiesa di Roma, nella quale il Beato Apostolo Pietro, per sovrana disposizione della Provvidenza divina, rese a Cristo col marti- 11

a porte chiuse rio la suprema testimonianza del sangue. È pertanto ben comprensibile che la legittima successione apostolica in questa Sede sia stata sempre oggetto di speciali attenzioni», scriveva Giovanni Paolo ii proprio all inizio di quel testo. Nel corso della storia, molti sono stati i pontefici che hanno avuto la preoccupazione o hanno sentito il bisogno di aggiornare, correggere, rivedere le norme che regolano l elezione del papa stesso. Nonostante le revisioni, le regole di fondo sono rimaste immutate nei secoli: prima tra tutte la tutela del segreto, in secondo luogo la procedura accurata di separazione del luogo del conclave dal resto del mondo ed anche dal resto del Vaticano. Infine, non è mai stato in discussione il ruolo dei cardinali come gli elettori al cui interno si deve scegliere il nuovo papa. Anche se, come vedremo, la Universi Dominici Gregis riserva in proposito, almeno in via di principio, una sorpresa. Oggi è senz altro possibile dire che il conclave, la riunione che ha la caratteristica di avvenire non solo a porte chiuse ma soprattutto sotto chiave (dal latino cum clave, per l appunto), è un vero e proprio rito che non solo non ha perduto il suo fascino, ma anzi mantiene immutato, forse accresciuto, il mistero, proprio per il suo prodursi a distanza di anni, ma sostanzialmente immutato da secoli. Dovunque intorno alla Chiesa la situazione è cambiata: negli Stati, nei parlamenti, nelle società civili, si sono moltiplicate le procedure democratiche di elezione, con candidati, coalizioni, voto palese, e con una crescente riduzione del ricorso al voto segreto. E comunque sempre in presenza di più candidati di cui si conoscono tutte le caratteristiche, dal percorso politico alle preferenze personali e, a volte, anche i dettagli più scabrosi della vita privata. Senza contare che l ampia copertura informativa di radio, giornali, televisione, internet assicura la partecipazione dei cittadini, in tempo reale, quasi proiettando 12

introduzione ognuno di noi dentro lo scenario in cui si svolge la stessa elezione. Nulla di simile accade per l elezione papale. A votare è un gruppo ristretto di persone il Collegio cardinalizio la cui scelta è prerogativa degli stessi papi: da quello appena deceduto, se ha potuto regnare sufficientemente a lungo da nominare molti cardinali, fino ai suoi immediati predecessori. Qui però non ci sono liste di candidati, se non quelli che vengono indicati dalle indiscrezioni giornalistiche di esperti ; non c è un dibattito vero e proprio, nel senso del contraddittorio cui ci ha abituati la televisione; ed anche se ci fosse un dibattito, non siamo a conoscenza dei contenuti. Alla fine, a elezione avvenuta, non sappiamo quali voti nelle diverse fasi abbia ricevuto l uno o l altro dei papabili. Vige per tutti il famoso detto che chi entra in conclave dato per favorito, di solito non viene mai eletto: entra da papa ed esce cardinale. Il conclave si svolge dunque nel segreto. Nel segreto dell urna si consuma il voto, di cui nessuno può fare delle analisi, perché le schede una volta scrutinate vengono bruciate: la famosa fumata bianca per l elezione e la fumata nera per segnalare che non è stato raggiunto il consenso. Nell era della comunicazione, il conclave è dunque un rito coperto da grande riserbo, da un segreto rigoroso ed assoluto, pena la minaccia della scomunica, che ogni documento che regola l elezione conferma come sanzione prevista nei riguardi di chiunque si lasci sfuggire dettagli su quanto sia avvenuto nel segreto della Cappella Sistina. Proprio a motivo di questo ritirarsi in maniera voluta, cercata, prevista, dal fascio dei riflettori dei mass media, il conclave conserva intatto, anzi accresciuto, il suo fascino. Per la Chiesa cattolica la scelta che i cardinali compiono nella Cappella Sistina, sotto il Giudizio Universale di Michelangelo, riguarda un rapporto tutto intimo e speciale con il soprannaturale. La Chiesa 13

a porte chiuse sottolinea che è lo Spirito Santo a portare i cardinali in una direzione che spesso è stata capace di cambiare piani, progetti, anche le intese che possono venire raggiunte prima di chiudersi dentro la Cappella Sistina. Capace di scardinare le previsioni più accurate o documentate della vigilia. Nella concezione che ha di se stessa, la Chiesa cattolica vede l intervento dello Spirito Santo nella scelta del nuovo papa, che è il successore di Pietro, il capo visibile della Chiesa, la quale però fa riferimento a Cristo, dunque sfugge nel suo collocarsi come mistero ad una considerazione e ad una analisi puramente sociologica. La scelta è degli uomini, ma in definitiva la loro ispirazione viene direttamente dallo Spirito, seguendo i piani misteriosi di Dio che interviene nella storia degli uomini grazie agli uomini stessi. Il conclave mescola piano umano e piano divino, storia degli uomini ed intervento della Provvidenza che agisce attraverso gli uomini stessi. Nel corso della storia bimillenaria della Chiesa, alcuni conclavi durarono poche ore, altri diversi anni; molti non si tennero a Roma, tantissimi si svolsero sotto il ricatto degli imperatori, che potevano utilizzare il diritto di veto verso candidati ritenuti sgraditi. Di sicuro, negli ultimi cinquant anni, fiumi di inchiostro sono stati spesi nel ricostruire le vicende che hanno portato all elezione dell uno o dell altro papa, a delineare schieramenti, alleanze, convergenze e divergenze nella storia della Chiesa. Il conclave dunque ha un fascino che non tramonta. È un rito antico, che ha bisogno di un itinerario di preparazione, la Sede vacante, che inizia con la morte del papa e diventa conclave quando si chiude la Cappella Sistina e cominciano le votazioni; un rito che cessa all improvviso, immediatamente dopo l elezione del nuovo papa. Tuttavia rispetto al passato, la prossima elezione contiene almeno un elemento fortissimo di novità: solo il voto si svolge nella 14

introduzione Cappella Sistina. I cardinali vi andranno al mattino per votare, ma non è sicuro che resteranno l intera giornata: può darsi che il ritmo di due votazioni al mattino e due al pomeriggio lasci il tempo di un intermezzo che consenta di rientrare nel proprio alloggio. Sì, perché, a differenza di quanto accaduto in passato, i cardinali non alloggeranno più nella stessa Cappella Sistina, secondo un antica usanza che nei due conclavi dell agosto e dell ottobre 1978 provocò lamentele a non finire, per il disagio di dover condividere spazi angusti per persone perlopiù avanti negli anni e con qualche malanno. Urgeva un cambiamento, una sistemazione più adatta alle persone, alla logistica e forse anche alla logica. Come scrive Giovanni Paolo ii nella Costituzione Apostolica, «ho ritenuto opportuno disporre che, durante tutto il tempo di durata della elezione, le abitazioni dei cardinali elettori e di quanti sono chiamati a collaborare al regolare svolgimento della elezione stessa siano collocate in ambienti convenienti dello Stato della Città del Vaticano. Anche se piccolo, lo Stato è sufficiente per assicurare entro la cinta delle sue mura, grazie anche agli opportuni accorgimenti più sotto indicati, quell isolamento e conseguente raccoglimento che un atto così vitale per la Chiesa intera esige negli elettori». Spetterà ai cardinali stessi decidere le modalità del loro spostarsi verso e dalla Sistina ogni giorno. Anche così, «il dado è tratto», cioè si conferma una volta di più quanto è accaduto assai spesso nella storia: ogni pontefice, pur confermando nella sostanza la dottrina dei propri predecessori, introduce dei cambiamenti, talvolta di poco conto, talvolta di più ampia portata. Un modo per lasciare un segno sulla struttura stessa dell elezione. Il conclave comunque è qualcosa di speciale: è l elezione del vicario di Cristo, del vescovo di Roma e del papa, cioè del capo di tutta la Chiesa, proprio in quanto vescovo di Roma. Per esprimere questo concetto, la Chiesa normalmente fa ricorso a ben nove titoli che definiscono il pontefice: vescovo di Roma, vicario di Ge- 15

a porte chiuse sù Cristo, successore del principe degli Apostoli, sommo pontefice della Chiesa universale, patriarca dell Occidente, primate d Italia, arcivescovo e metropolita della Provincia romana, sovrano dello Stato della Città del Vaticano, servo dei servi di Dio. Il loro ordine non è casuale. All origine di ogni potere papale si pone il titolo di vescovo di Roma, ovvero di pastore di quella singolare comunità cristiana che ha le sue radici nell attività apostolica e nel martirio di Pietro, il principe degli Apostoli scelto da Gesù Cristo secondo la teologia cattolica come fondamento della Chiesa stessa. In quanto vescovo di Roma, egli è vicario di Cristo e successore di Pietro e perciò pontefice della Chiesa universale. Il ministero del papa al servizio della Chiesa universale resta fondato e legittimato dal suo ministero di vescovo al servizio di questa particolare Chiesa locale che è in Roma. Come recita il canone (articolo) 331 del Codice di Diritto canonico, il vescovo di Roma «in forza del suo ufficio, ha potestà ordinaria, suprema, piena immediata e universale sulla Chiesa, potestà che può esercitare liberamente». La potestà pontificia è connessa per diritto divino all ufficio papale, non ha confini né di territorio né di soggetti, quindi vale ovunque nell ambito della Chiesa e riguarda tutti i battezzati; non può essere condizionata da alcuna autorità e non ha altre istanze che possano rivedere le sue decisioni. È in questa qualità di capo supremo della Chiesa universale che al sommo pontefice spetta anche di regolare l elezione del nuovo papa, per assicurare «la legittima successione apostolica in questa Sede», come spiega la Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis. Ecco il passaggio del documento: «Indiscusso, in verità, appare il principio per cui ai Romani Pontefici compete di definire, adattandolo ai cambiamenti dei tempi, il modo in cui deve avvenire la designazione della persona chiamata ad assumere la successione di Pietro nella Sede Romana. Ciò riguarda, in primo luogo, l organismo a cui è demandato 16

introduzione l ufficio di provvedere alla elezione del Romano Pontefice: per prassi millenaria, sancita da precise norme canoniche, confermate anche in una esplicita disposizione del vigente Codice di Diritto Canonico (cfr. canone 349), esso è costituito dal Collegio dei Cardinali di Santa Romana Chiesa. Se, invero, è dottrina di fede che la potestà del Sommo Pontefice deriva direttamente da Cristo, di Cui egli è Vicario in terra, è pure fuori dubbio che tale supremo potere nella Chiesa gli viene attribuito «con l elezione legittima, da lui accettata, insieme con la consacrazione episcopale». Gravissimo è, pertanto, l ufficio che incombe sull organismo a tale elezione deputato. Ben precise e chiare dovranno essere, di conseguenza, le norme che ne regolano l azione, affinché l elezione stessa avvenga nel modo più degno e consono all ufficio di estrema responsabilità che l eletto per divina investitura dovrà col suo assenso assumere». In queste pagine cercheremo dunque di addentrarci nella complessa struttura delle norme che regolano il conclave. Dobbiamo dire subito, comunque, che quando parliamo di conclave in realtà intendiamo qualcosa di più. Tecnicamente, infatti, il periodo che trascorre dalla morte del papa fino all elezione del suo successore si definisce Sede vacante, l arco di tempo in cui la Chiesa è priva della sua guida, del suo capo, del simbolo visibile della sua stessa unità. All interno del periodo di Sede vacante, possiamo distinguere una prima fase, cioè il periodo di lutto al termine del quale si svolgono i funerali del papa e in cui si mettono a punto i preparativi necessari per lo svolgimento del conclave stesso. Questo primo periodo dura ordinariamente dai quindici ai venti giorni. Ed è anche il tempo necessario ai cardinali per arrivare a Roma da ogni parte del mondo per poter partecipare così alla seconda fase, il conclave vero e proprio, che è il momento della riunione segreta e a porte chiuse che deve portare all elezione del nuovo pontefice. 17