1 Arachi l approfittatore



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STORIA PERSONALE Elena Grossi, Marina Imposimato sc. pr. Baracca Laura Michelini Monica Turini sc. pr. Balducci

Transcript:

1 Arachi l approfittatore Diversi anni fa il governo della Monrovia mandò un certo Bosambo, della costa del Kroo e quindi ladro, ai lavori forzati a vita. Quando arrivò alla casa di pena (un esteso tratto di giungla nella parte più interna del paese) vennero date a Bosambo, il quale peraltro nutriva idee diverse sul suo futuro, un ascia e una scure e gli fu ordinato di abbattere e potare alcuni alberi di mogano assieme ad altri compagni di sventura. Per non correre il rischio che disobbedisse, il governo liberiano mandò a sorvegliarlo diversi compatrioti con armi, che avevano reso un decoroso servizio a Gettysburg, con le quali il presidente Grant aveva omaggiato il presidente della Liberia. Si trattava in effetti di armi pittoresche ma poco precise soprattutto se in mano ai soldati inesperti della costa monroviana. Bosambo, che nel frattempo aveva deciso di usare la scure per una finalità del tutto ignobile, cioè togliere di mezzo il capitano Peter Cole che era nero come il dieci di fiori ma era cittadino a tutti gli effetti secondo il vigente codice della Liberia, lasciò la casa di pena a velocità folgorante. Le reliquie di Gettysburg facevano ancora la loro bella figura tirando a duecento metri, ma Bosambo si era lasciato alle spalle un miglio buono prima che le sentinelle, dopo aver frugato nelle tasche del loro comandante morto cercando la chiave del deposito delle munizioni, si fossero procurate rifornimenti per le loro armi letali. Il governo offrì una taglia di duecentocinquanta dollari per Bosambo, vivo o morto. Sebbene la taglia fu richiesta dal fratellastro del ministro della guerra e

Edgar Wallace a lui corrisposta, sta di fatto che Bosambo non venne mai catturato. Al contrario riuscì a raggiungere una terra lontana dove divenne, grazie ai suoi meriti, capo degli Ochori. Bosambo era uno sportivo troppo convinto per lasciare in pace i suoi persecutori. Si può mettere la mano sul fuoco sul fatto che dietro l insurrezione dei Kroo per reprimere la quale il governo della Liberia dovette spendere ottocentoventuno sterline e sedici scellini, ci siano stati l ispirazione e l appoggio di Bosambo. Di questa rivolta e del ruolo che ebbe Bosambo si riparlerà. La seconda ribellione, questione ancora più seria e costosa, ebbe come conclusione che il governo della Liberia avanzò le proprie rimostranze alla Gran Bretagna. Sanders, promotore di un inchiesta privata in merito all ipotetica complicità di Bosambo, riferì che non c era nessuna prova che Bosambo fosse direttamente o indirettamente responsabile. Così il governo della Liberia fu costretto a starsene buono, ma espresse il suo vero pensiero offrendo una taglia di duemila dollari per Bosambo vivo o morto... meglio vivo. Aggiunse, a beneficio di funzionari minori e di altre personalità del genere che, per dirla in termini pubblicitari, avrebbe rifiutato qualsiasi sostituto. La notizia della ghiotta cifra fece il giro della costa in lungo e in largo ma, stranamente, Arachi dell Isisi non ne venne a conoscenza fino a molti anni dopo. Arachi, della tribù Isisi, era un gran approfittatore. Tutti quelli che vivevano lungo le sponde del fiume lo conoscevano come tale, ragion per cui, nonostante fosse ancora vivo e vegeto, il suo nome era diventato simbolo e leggenda. Se la moglie di Yoka chiedeva in prestito alla moglie di O taki un tegame per cuocere il pane, la moglie di quest ultimo acconsentiva di buon 18

grado ma, prima di accomiatarsi dal prezioso oggetto, si raccomandava: Non fare come quello svergognato di Arachi! al che tutti quelli della tribù ridevano a crepapelle. Arachi era figlio di un capo ma, in un paese dove la carica non era ereditaria e parecchi rampolli di illustri capi tiravano avanti senza particolari meriti, fino a quel momento la parentela non gli era servita granché. Certamente non come, in cuor suo, pensava avrebbe dovuto servirgli. Arachi era alto e magro, con le ginocchia stranamente nodose. Teneva sempre la testa inclinata da un lato, il che gli conferiva un atteggiamento piuttosto borioso ed era chiaro nutrisse un palese disprezzo nei confronti dei suoi simili. Una volta andò da Sanders. Signore, gli disse sono figlio di un capo, come sai, e pure molto saggio. Quelli che mi conoscono dicono: Guardate, è un tipo ingegnoso. Questo perché il mio aspetto è fuori dal comune. Sono anche un grande oratore. Da queste parti esistono molti grandi oratori, Arachi, disse Sanders con fare brusco ma non fanno un viaggio di due giorni risalendo la corrente per venirmelo a dire. Signore, continuò Arachi senza battere ciglio sono venuto da te perché merito una promozione. Molti dei nostri piccoli capi sono degli stupidi e dei buoni a nulla. Sono figlio di un capo e vorrei occupare il posto che mi compete. Inoltre, signore, tieni presente che ho vissuto a lungo fra gli stranieri, come quelli dell Angola, e parlo la loro lingua. Sanders sospirò stancamente. È la settima volta che mi infastidisci con questa storia, Arachi disse e per sette volte ti ho rispo- 19 Bosambo, vivo o morto

Edgar Wallace sto picche. Adesso ti dico che sono stanco di averti davanti e che se verrai ancora a disturbarmi ti getterò tra le scimmie. 3 Per quanto riguarda poi la lingua dell Angola, ti prometto che se per caso una loro tribù verrà sotto la mia giurisdizione... che Dio non voglia... ti farò loro capo. Per nulla scoraggiato Arachi tornò al villaggio, convinto in cuor suo che Sandi fosse geloso dei suoi grandi poteri. Innalzò una spaziosa capanna ai limiti del villaggio prendendo in prestito le braccia dei suoi amici e la arredò con pelli pregiate e comodità simili. Sistemò senza badare a spese buone provviste di sale e grano, il tutto preso ai villaggi vicini grazie a giudiziose promesse di pagamento. Sembrava proprio la capanna di un re, tanto erano preziose le pelli e sfarzoso il letto a baldacchino. Così quelli del villaggio esclamarono: Ko! convinti che Arachi avesse riportato alla luce uno di quei tesori nascosti che si suppone ogni capo tenga in posti segreti, noti soltanto ai fortunati discendenti. Anche quelli che avevano contribuito a realizzare tanta magnificenza rimasero impressionati e confortati. Ho prestato ad Arachi due sacchi di sale disse Pidini, il capo di Kolombolo, il villaggio di pescatori e il mio stomaco era pieno di dubbi sebbene lui abbia giurato sulla morte che mi avrebbe ripagato tre giorni dopo le piogge. Ora mi rendo conto che quell uomo è davvero molto ricco, come mi aveva detto di essere, e se il sale non mi torna indietro potrò sempre prendermi quel magnifico letto. In un altro villaggio, al di là del fiume Ombili, un capo Isisi confidò a sua moglie: 3 Ti farò fare una figuraccia E.W. 20

Donna, ora che hai visto la capanna di Arachi sono certo che la smetterai con tutto quel parlare a vanvera. In effetti mi hai rimproverato molte volte per aver prestato ad Arachi il mio bel letto. Signore, mi sono sbagliata, disse timidamente la moglie ma avevo paura che quell approfittatore non ti pagasse il sale come aveva promesso in modo solenne. Ora so di essere stata una stupida perché ho visto molti sacchi di sale nella sua capanna. La vicenda della nuova sistemazione di Arachi fece il giro delle due sponde del fiume e quando l approfittatore chiese la mano di Korari, la figlia del capo dei Putani ( I pescatori del Fiume ), la ragazza gli venne concessa senza bisogno di fare troppi palaver, 4 nonostante l età ancora verdissima. Era una ragazza attraente, diritta come un fuso, che valeva ampiamente le mille verghe e i venti sacchi di sale che il generoso Arachi aveva promesso giurando sulla morte, sui diavoli e altre varie divinità di consegnare al futuro suocero quando la luna e il fiume si fossero ritrovati in una particolare congiunzione. Occorre sapere che Arachi non faceva alcun tipo di lavoro se non quello di attraversare la strada del villaggio ammantato in una specie di tunica di code di scimmia, presa in prestito dal fratello del re Isisi. Non pescava né cacciava e nemmeno coltivava i campi. Una sera aprì il suo animo alla moglie Korari. 4 Palaver è il nome dato a riunioni e concili di villaggio più o meno formali, in cui si dirimevano questioni e si prendevano decisioni. L espressione deriva dal gergo marinaresco e ha spesso il significato, nell Africa centrale, di negoziazione coi nativi. L etimologia si può desumere dal portoghese palavra (parola). In questa edizione del ciclo africano di Edgar Wallace si è preferito mantenere il termine utilizzato dallo scrittore anziché utilizzare traduzioni come concilio, riunione o conciliabolo. 21 Bosambo, vivo o morto

Edgar Wallace Le parlò dal tramonto fino alle prime luci dell alba perché era un grande oratore e, quando toccava il suo argomento prediletto, ossia se stesso, la sua lingua non conosceva fatica. Continuò a parlare finché la testa di quella povera creatura cominciò a barcollare da destra a sinistra e avanti e indietro per un disperato bisogno di dormire. Lui era un grand uomo, a cui diceva Sandi era profondamente legato e in cui riponeva piena fiducia. La sua mente era tutta infervorata di pensieri e progetti eccezionali progetti che gli avrebbero dato agiatezza senza i devastanti effetti del lavoro. Inoltre, a tempo debito, Sanders lo avrebbe fatto capo di quel territorio. Nonostante la prospettiva di essere regina la ragazza avrebbe preferito di gran lunga infilarsi a letto e mettersi a dormire. Pur non essendo cristiano Arachi credeva ai miracoli, soprattutto in quello di poter vivere senza lavorare. Era convinto che ormai mancasse davvero poco al coronamento di tanta fede. Il miracolo che testardamente si rifiutava di materializzarsi era quello che gli avrebbe portato sollievo nel momento in cui i numerosi creditori reclamarono a gran voce il pagamento dei molti articoli affidati alla sua custodia. È un assioma che ogni momento porti il suo uomo più certo che porti il suo creditore. Fu una movimentata giornata, foriera di tempesta quando gli arrabbiati benefattori di Arachi si radunarono a ranghi compatti e gli portarono via tutto ciò che era asportabile, sceneggiata che si svolse davanti all intero villaggio con grande vergogna di Korari. Arachi, al contrario, grazie al suo spirito superiore non provò nessuna vergogna né fastidio, sebbene molti di quegli uomini ignoranti gli avevano rivolto la parola in modo davvero poco garbato. 22

Ladro e miserabile! disse ad un certo punto l esasperato proprietario di uno stupendo panchetto da cerimonia il cui basamento Arachi era stato costretto a bruciare. Non ti bastava sfruttare senza problemi tutta questa roba? Dovevi proprio farti il fuoco col mio bel sgabello? Arachi rispose serenamente e senza scaldarsi troppo. Quegli esosi avrebbero potuto portarsi via le suppellettili più ingombranti, cosa che venne prontamente eseguita; incivili quali erano avrebbero potuto anche provocarlo con insulti di vario tipo, e in effetti nessuno si tirò indietro. Mai avrebbero dovuto però distruggere la nobile capanna costruita con fatica perché questo era contrario alle leggi di natura... la natura di Arachi. Moglie mia, disse alla ragazza in lacrime sono cose che capitano. Il destino mi perseguita e quindi cambierò tutti i miei dèi. Finora non mi sono serviti a niente sebbene, come ricorderai, ho passato molte ore nella foresta con il mio feticcio. Arachi aveva pensato a varie possibili soluzioni, come ad esempio: Sandi avrebbe potuto finalmente decidersi e farlo grande capo, oppure avrebbe magari estratto dal letto del fiume un immenso tesoro come una volta aveva fatto U fabi, un N gombi. Preso da quest ultima idea un mattino Arachi arrivò in un certo punto e si mise a scavare. Estrasse ben due palate di terra prima di essere colto da un insostenibile stanchezza e quindi rinunciò ad ogni sforzo. In effetti ipotizzò se il tesoro è sepolto nel letto del fiume potrebbe essere là come in qualsiasi altro punto. E se non è là, dove potrebbe essere? Arachi sopportava questi attimi poco felici con molta serenità. Se ne stava seduto nell ormai squal- 23 Bosambo, vivo o morto

Edgar Wallace lido interno della sua capanna e spiegava alla moglie che gli uomini che lo avevano derubato così diceva lo odiavano perché gelosi di lui per colpa dei suoi magnifici poteri e che il giorno in cui sarebbe diventato un grande capo avrebbe preso in prestito un esercito dai suoi amici N gombi e avrebbe dato fuoco alle loro case. Sì, usò proprio la parola prestito perché era nella sua natura pensare in quei termini. Il suocero arrivò il giorno successivo all esproprio nella speranza di recuperare qualcosa quale acconto sulla dote di Korari. Ma era giunto troppo tardi. Oh, uomo senza vergogna! disse amaramente. È così che mi ripaghi per la mia inestimabile figlia? Sei davvero un essere spregevole. Non darti pena pescatore disse calmo Arachi perché sono amico di Sandi e sta certo che lui farà per me qualcosa che mi eleverà al di sopra dei comuni mortali. Proprio ora sto mettendomi in viaggio per fare un palaver con lui e al mio ritorno sentirai notizie di eventi straordinari. Arachi era convincente, dote peraltro comune agli scrocconi più incalliti, e riuscì a convincere anche il suocero, un tipo di parentela che, da sempre, non è il più incline a mollare le redini. Poi si congedò dalla moglie e quella poveretta, felice di essersi liberata dalla presenza del loquace consorte, probabilmente se ne andò subito a dormire. Ad ogni buon conto Arachi arrivò al quartier generale di Sanders in un momento davvero molto propizio per lui. Il quartier generale in quel momento era costituito da un campo con guarnigione alla confluenza dei fiumi Isisi e Ikeli. Come se le preoccupazioni non bastassero Sanders era angustiato dal problema di uno straniero che si 24

era presentato a sorpresa. L attendente gli riferì che lo sconosciuto insisteva per parlargli al più presto. Che tipo è? chiese Sanders in tono stanco. Signore, disse l attendente mai visto in vita mia nessuno simile. Sanders uscì per dare un occhiata al visitatore. Lo straniero si alzò e salutò sollevando le mani. Il commissario lo squadrò attentamente. Quel tizio non apparteneva a nessuna delle tribù a lui note, visto che non erano presenti i tatuaggi sugli zigomi che ad esempio caratterizzano i Bomongo o i tatuaggi sulla fronte come quelli della zona del Piccolo Fiume. Da dove viene? chiese Sanders in swahili, che è la lingua franca del continente, ma l uomo scosse la testa. Così Sanders ci riprovò, stavolta in bomongo. Riteneva, quantomeno a giudicare dai lineamenti, che lo straniero dovesse appartenere a qualche ceppo dei Boeri. Ma quello rispose in un dialetto ancora più oscuro. Quel nom avez vous? chiese Sanders e ripeté la domanda in portoghese. Soltanto allora l uomo rispose dicendo di essere un piccolo capo del Congo Angola e di aver abbandonato la sua terra per evitare la schiavitù. Portatelo in una baracca e fatelo mangiare ordinò Sanders e se lo tolse di mente. Sanders aveva poco tempo per occuparsi di indigeni fuggiaschi che ogni tanto si rifugiavano nell accampamento. Era impegnato a cercare un tale Abdul Hazim, un gran brutto figuro che contrabbandava armi e munizioni. Se mai riuscirò a prenderlo disse Sanders al capitano degli Houssa lo farò pentire di quello che combina. 25 Bosambo, vivo o morto