1. OPEN ARCHIVE 1.1 INTRODUZIONE

Documenti analoghi
1. OPEN ARCHIVE 1.1 INTRODUZIONE 1.2 OPEN ARCHIVE

Policy sull Accesso Aperto (Open Access) alla letteratura scientifica Approvata dal Consiglio Accademico in data: 2 luglio 2018

Mondo Open Access. Bologna, 24 marzo 2011

OpenDLib un sistema federato di servizi di biblioteca digitale

Settembre Policy d Istituto sull'accesso aperto (Open Access) alla letteratura tecnico scientifica dell'isfol

Comunicazione scientifica e accesso aperto: le prospettive della CRUI

ILL SBN nella prospettiva di evoluzione del Servizio bibliotecario Nazionale

L'evoluzione della biblioteca digitale: dall'accesso alle risorse elettroniche alla creazione e alla cura dei dati

POLICY DI ATENEO PER L ACCESSO APERTO

Accesso aperto. Quanto si è fatto, quanto si può fare

La convergenza tra archivi, l'interoperabilità. Iniziative concrete: MINERVAeC

BOA: l archivio della produzione scientifica dell Ateneo. di Chiara Papalia

Digital Library della Scienza e della Tecnica

UnipiEprints: la nascita, lo stato, la promozione e gli sviluppi futuri. Sandra Faita Università di Pisa OA week ottobre 2009

Open Archive per la Ricerca Italiana in Antartide

Il ruolo dei Service Provider nelle strategie per l Open Access

Corso: La Ricerca Bibliografica Biomedica con PubMed. Pubmedcentral e l open access.

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BRESCIA

Le iniziative CILEA e CASPUR per l Open l Paola Gargiulo* e Susanna Mornati**

Introduzione al deposito su archivi istituzionali

OPEN ACCESS UNIVERSITÀ CA FOSCARI - VENEZIA

Università degli studi di Padova. Policy sull Accesso Aperto (Open Access) alla letteratura scientifica.

Verso un servizio nazionale integrato: il colloquio tra ILL-SBN e Aleph500

Regolamento di Ateneo in materia di accesso aperto (Open Access)

Obiettivi di accessibilità per l anno 2013

CNR SOLAR: caratteristiche tecniche e contenutistiche a cura di Isabella Florio e Sara Santorsa

Conservazione digitale Workshop organizzato dal Progetto DPE. FIRENZE 8 novembre 2007

Università di Verona: una porta aperta su U-GOV

Progetto del Sistema Bibliotecario. Seconda Edizione a.s. 2017/18

Pubblicare ed essere visibili: il segreto della nuova editoria online. Andrea Bollini Andrea Marchitelli Susanna Mornati

Open Access: l esperienza di UniNA. - timeline - obiettivi - dati e statistiche

Le biblioteche digitali: creazione, uso e condivisione degli spazi informativi delle comunità di ricerca

Che cos e l Informatica

Le tesi di dottorato: open access e la conservazione a lungo termine

Open access e Pubblica Amministrazione

Open UNISALENTO: un opportunità per la Ricerca

Obiettivi di accessibilità per l anno 2015

Principi della policy di Ateneo per l accesso aperto alle pubblicazioni. Federica Cappelluti Referente del Rettore per la Scienza Aperta

Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo

Science and Technology Digital Library

OGGETTO Regolamento per l Accesso Aperto alla produzione scientifica dell Università di Padova - emanazione IL RETTORE

Un archivio a misura di dipartimento. Alcune strategie di personalizzazione della repository istituzionale d'ateneo: il caso di Unitn-eprints

Obiettivi di accessibilità per l anno 2014

I repository istituzionali di letteratura ad accesso aperto al servizio del monitoraggio e della valutazione della ricerca: il caso SURplus

REGOLAMENTO della SISSA SULL ACCESSO APERTO

Il Progetto DL dell Università di Bologna: aspetti tecnici e sociali

Archivi istituzionali e policy per l accesso aperto in Friuli Venezia Giulia: l Università di Trieste

Antonella De Robbio Università degli Studi di Padova. I metadati: seminario nazionale Roma, ICCU, 3 aprile 2001

AMS Tesi di Laurea. CIB

Il pistolotto sulle licenze. Tutti i nomi ed i marchi sono registrati e appartengono ai rispettivi proprietari - si comincia bene!!

PROPOSTA DI DELIBERAZIONE REGOLAMENTO DI ATENEO SULL ACCESSO APERTO IL SENATO ACCADEMICO

Servizio di prestito interbibliotecario e fornitura documenti ILL SBN. Giornata formativa su ILL SBN 5 aprile 2019 ICCU ILL SBN

Open Ca Foscari. Marisol Occioni - Direttore Biblioteca Digitale Ateneo - Università Ca Foscari Venezia

Università degli Studi di Foggia Policy sull Accesso Aperto (Open Access) alla letteratura scientifica

Reti informatiche. 2. Internet e navigazione

Luigi Ballardini Susanna Mornati, CILEA. SURplus, un prodotto per la valutazione e la rendicontazione della ricerca. Roma, ISS, 1 dicembre 2006

PROGRAMMAZIONE DIDATTICA DI DIPARTIMENTO A.S. 2017/2018

Caratteristiche, novità e prospettive del servizio ILL SBN

REGIONE BASILICATA PROCEDURA APERTA (AI SENSI DEL D.LGS.163/2006 E S.M.I.)

BIBLIOCOM Biblioteca digitale: comportamento e opinioni degli utenti: studi e esperienze a confronto

Guide tecniche di Digital Storytelling. Il diritto d autore. Uso corretto di musiche e immagini

Alberto Franco Pozzolo Delegato per i servizi bibliotecari

IRIS. Anagrafe della ricerca di Unitn anche ad accesso aperto INSERIMENTO ALLEGATI

QUESITI PROVA SCRITTA

Pier Luca Montessoro (si veda la nota di copyright alla slide n. 2) 1

Note in archivio Giovanni Bruno

Interoperabilità by design

Accesso aperto alla letteratura scientifica (Dichiarazione di Berlino)

Dichiarazione di Messina 2.0: la via italiana all'accesso Aperto

If I have seen further (I. Newton 1676)

DIPARTIMENTO DI PROGETTAZIONE E ARTI APPLICATE SCUOLA DI NUOVE TECNOLOGIE DELL ARTE DAPL 08 DIPLOMA ACCADEMICO DI PRIMO LIVELLO IN INTERACTION DESIGN

DSpace ISS: un punto di aggregazione delle risorse in sanità pubblica

Librami e TLM Web. Innovazione nei servizi bibliotecari. Francesco Piras SoSeBi S.r.l.

Sperimentazione del servizio deposito garantito a lungo termine

Una lingua per imparare

Che cosa è un learning object?

Dichiarazione di Alhambra sull Accesso Aperto

L Università di Trieste gli archivi istituzionali la policy Open Access

Introduzione al Protocollo informatico

Carta dei servizi. Biblioteca del Dipartimento di Scienze Statistiche. Dipartimento di Scienze statistiche

Guida al catalogo della produzione scientifica

Disciplina: INFORMATICA

informarisorse Wiley Blackwell InFormare sull uso delle risorse elettroniche Risorse multidisciplinari

DI GESTIONE E CONSERVAZIONE DEI DOCUMENTI

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI VERONA LAUREA IN SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE

REGOLAMENTO PER LA PROVA FINALE DEI CORSI DI LAUREA MAGISTRALE DELLA SCUOLA DI ECONOMIA E MANAGEMENT Studenti iscritti dall a.a.

Fonti informative di qualità e metodologia della ricerca informativa in Internet e nelle basi dati (1 febbraio 2018, Roma )

GEDIS: GESTIONE DISPENSE LEGALI. Una soluzione per la gestione dei Course Pack universitari nel rispetto del diritto d autore

I Commentarii in Alma-DL

La piattaforma open source per gli archivi e i musei 24 maggio 2018 No lock in

Selezionando il collegamento VAI ALLA COLLEZIONE sono visualizzate tutte le opere che fanno parte della collezione stessa.

MAGAZZINI DIGITALI. sistema per la conservazione permanente dei documenti trasmessi tramite rete informatica.

ACNP e NILDE: Insieme per un sistema integrato dei periodici. Mille modi per immettere i periodici elettronici in ACNP Vincenzo Verniti

POLITICA ISTITUZIONALE PER IL LIBERO ACCESSO ALLE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE

Introduzione alle basi di dati: Il modello concettuale

UN FUTURO PER IL PRESENTE POLITICHE STRATEGIE E STRUMENTI DELLA CONSERVAZIONE DIGITALE IL POLO ARCHIVISTICO COME MODELLO PER LA CONSERVAZIONE

Punto G. Informazione, Approfondimento e Consulenza Giovanile sulla Sessualità

Transcript:

1. OPEN ARCHIVE Il permesso di fare copie digitali o fisiche di tutto o parte di questo lavoro per uso di ricerca o didattico è acconsentito senza corrispettivo in danaro, mentre per altri usi o per inviare a server, ridistribuire a liste di discussione o diffondere ulteriormente è necessario il permesso da parte dell autore. L utilizzo per scopi di profitto non è consentito senza il permesso dell autore. Gli eventuali lavori derivanti dallo stesso dovranno contenere opportuna citazione. 1.1 INTRODUZIONE Questo capitolo introduce gli Open Archive, ponendo l attenzione sull importanza e l esigenza di una nuova forma di comunicazione scientifica come supporto alla divulgazione della conoscenza umana. Hanno contribuito in maniera fondamentale per questa introduzione, i concetti e le problematiche relative agli open archive esposti dalla dott.sa De Robbio nella pubblicazione sul notiziario del SIMAI 2002 [B1] e nell atto di convegno sui metadati svoltosi a Roma nel 2001 [B2]. Importanza fondamentale assume infatti la definizione qui esposta di metadato, entità che permette una migliore percezione delle caratteristiche proprie di una qualunque risorsa informativa e sulla quale si basano gli sforzi che l iniziativa OAI [S1] ha sostenuto e sostiene tuttora, per garantire l interoperabilità tra gli archivi nel mondo. Ancora importante è l individuazione delle parti generali di un open archive che lo caratterizzano: meccanismo di sottomissione dei contenuti, sistema di immagazzinamento degli stessi e meccanismo di raccolta dei metadati che determina la possibilità di poter creare servizi da offrire all utente finale che vadano oltre la semplice ricerca di informazioni indicizzate. Vengono anche esposte le problematiche inerenti alla divulgazione dei risultati di ricerca scientifica e alla possibilità di risolverle con l adozione degli open archive da parte delle Istituzioni Accademiche. Infine viene data una breve esposizione della storia dell OAI a partire dalla

Convention di Santa Fe, evento al quale viene fatta corrispondere la nascita degli open archive, fino alla definizione del protocollo OAI-PMH. 1.2 OPEN ARCHIVE Le caratteristiche principali di un Open Archive, archivio informatico in cui possono essere depositati dei contenuti, sono le seguenti: Un meccanismo di sottomissione, cioè un sistema dove gli utenti possono depositare i propri contenuti: qualsiasi informazione o dato (documenti, immagini, video, audio, ) in formato digitale. Un sistema di immagazzinamento a lungo termine che permette di poter conservare in maniera persistente le risorse nell archivio garantendo la disponibilità dell informazione indipendentemente dal tipo di supporto utilizzato. Bisogna comunque precisare come l utilizzo di un determinato supporto dipenda dallo stato di sviluppo tecnologico: ad esempio memorizzare delle informazioni su un supporto ottico, quale un cd rom, potrebbe, tra qualche anno, portare a dei problemi di accessibilità nel caso in cui tali supporti vengano del tutto soppiantati da nuove tecnologie di memorizzazione. D'altronde è noto come il supporto cartaceo che in passato era l unico strumento di memorizzazione delle informazioni è stato affiancato nel tempo da nuovi supporti digitali riducendone l utilizzo. Un meccanismo di raccolta dati, cioè un tipo di interfaccia che permette di creare servizi a valore aggiunto a supporto della scoperta, presentazione e analisi dei dati nell archivio per gli utenti finali. Dove per dati raccolti si intendono i metadati piuttosto che le risorse depositate nell archivio. I metadati sono delle informazioni utilizzate sia per descrivere i dati delle informazioni presenti nell archivio che per la loro localizzazione.

Per esempio i dati bibliografici che descrivono un articolo depositato nell open archive e il modo come reperirlo. Gli open archive sono disciplinati dall OAI (Open Archives Iniziative), organizzazione che nasce dall esigenza di interoperabilità tra archivi eterogenei consentendo la disseminazione degli e-print per scopi di studio. Un e-print è un tipo di documento che riguarda un lavoro tecnico precedente la sua pubblicazione (preprint) nella sua forma elettronica. Inizialmente l OAI come tipologia di dati di interesse ha scelto di occuparsi dei soli e-print. In fasi successive ha generalizzato la natura delle informazioni trattate rivolgendosi alla disseminazione di contenuti, ovvero risorse digitali di qualunque tipo. Adesso vediamo di analizzare il significato del termine Open Archive: Il termine Archive si riferisce a repository o depositi di informazioni in senso più ampio. In tal caso infatti la definizione rigorosa di archivio comporta la considerazione di concetti quali mantenimento nel tempo, autorizzazioni di legge e politiche istituzionali che sono invece trascurati dall OAI per semplificarne la comprensione e l utilizzo. Il termine Open riguarda un architettura per definire interfacce che facilitino l accessibilità ai contenuti da parte dei provider e non l eventuale gratuità o l accesso illimitato alle risorse dell archivio. La struttura dell OAI si compone di:

un esecutivo per la gestione dell iniziativa comitati tecnici per lo sviluppo del protocollo di comunicazione. I problemi che tale struttura vuole risolvere riguardano la comunicazione o interoperabilità tra archivi elettronici. Per affrontare le precedenti problematiche, l OAI definisce un protocollo di comunicazione per la condivisione, la pubblicazione e l archiviazione di dati tra archivi informatici attraverso il web. Lo scopo primario degli open archive è la disseminazione dei risultati di studio da parte dei ricercatori scientifici, il cui interesse di poter pubblicare i loro risultati su riviste o altri mezzi di diffusione scientifica comporta i seguenti problemi superati appunto dagli Open Archive: Accedere agli articoli di una rivista a stampa o elettronica diventa più difficile a causa dell aumento crescente dei prezzi da un lato e dei ritardi nelle pubblicazioni dall altro. Le clausole di copyright sempre più restrittive, che vietano la libera riproduzione degli articoli, limitano ulteriormente l ampia disseminazione dei lavori degli autori. L ostacolo alla possibilità da parte degli autori di poter citare i loro colleghi, come conseguenza del punto precedente. Il peer-review, pur essendo ritenuto un utile mezzo di validazione per i lavori dei diversi autori, a volte risulta essere piuttosto rigido sopprimendo nuove idee (censura del comitato) e rallentandone la disseminazione. Gli Open Archive in funzione della politica organizzativa adottata si suddividono in:

Istituzionali, che raccolgono tutti i lavori di una determinata istituzione o ente (università, dipartimenti, ). Di conseguenza i materiali raccolti possono coinvolgere varie discipline. Disciplinari, che raccolgono i lavori di una determinata disciplina. Per quanto riguarda gli open archive istituzionali, le aspettative riguardano principalmente gli atenei e i centri di ricerca i quali potrebbero realizzare i propri, compatibili OAI, unendosi all iniziativa di sviluppo per una nuova forma di divulgazione scientifica, dato che la ricerca si svolge, si sviluppa, ma soprattutto si produce entro questi luoghi. Un altra speranza risiede nella volontà da parte dei ricercatori di autoarchiviare i propri lavori per incrementare il processo di disseminazione all intera comunità. 1.3 STORIA OAI La nascita degli open archive viene fatta corrispondere al primo meeting mondiale tenutosi a Santa Fè nel 1999. Prima di tale data gli autori si limitavano ad archiviare la loro produzione scientifica in repository. Nella seguente lista sono riporatati i principali archivi che si sono uniformati successivamente all iniziativa dell OAI: xxx fu il primo archivio di e-print, successivamente chiamato arxiv. Esso nacque come repository nel campo della fisica di energia e si allargò in seguito agli altri campi della fisica, della matematica, delle scienze non lineari e dell informatica. L indirizzo internet di arxiv è http://arxiv.org/ CogPrints è il repository per le scienze cognitive, la psicologia, la linguistica e le neuroscienze. L indirizzo internet di CogPrints è

http://codprints.soton.ac.uk/ Networked Computer Science Technical Reference Library, meglio conosciuto come NCSTRL detto ancestral più che un data è un service provider in quanto fornisce accesso ai rapporti tecnici informatici depositati in arxiv e/o in altri repository. L indirizzo internet di NCSTRL è http://www.ncstrl.org/ RePEc permette agli autori che si occupano di economia di sottomettere i loro lavori ai propri archivi dipartimentali. L indirizzo internet di RePEc è http://repec.org Networked Digital Library of Theses and Dissertations (NDLTD) costruì una biblioteca digitale di tesi e dissertazioni autorizzate dagli studenti delle istituzioni partecipanti. Creò un iter di sottomissione dei lavori in questione, sviluppando anche un DTD (Document Type Definition) XML per la validazione dei documenti quali tesi e relazioni. La problematica che interessava la comunità scientifica era la diversità delle interfacce di ricerca per i vari archivi, da qui la necessità da parte degli utenti di dover utilizzare interfacce web differenti per archivi differenti. Le soluzioni proposte per fornire servizi di ricerca centralizzati furono fondamentalmente due: ricerca attraverso vari archivi (cross-search) raccolta dei metadati dagli archivi Nel luglio del 1999 Paul Ginsparg, Rick Luce, e Herbert Van de Sompel del Los Alamos National Laboratory riunirono un ristretto gruppo di tecnici per partecipare al meeting di Santa Fè nel Nuovo Messico ad ottobre dello stesso anno per proporre la creazione di un organizzazione universale per

l autoarchiviazione della letteratura di studio (Universal Preprint Service UPS). Da tale convegno emerse la necessità di realizzare una struttura organizzativa e tecnica per la disseminazione degli e-print in modo da trasformare la comunicazione delle informazioni di studio. Tale trasformazione consistette nella definizione di una struttura di pubblicazione aperta, su cui stabilire livelli liberi (free) o commerciali. Lo scopo di questo meeting fu anche quello di discutere i problemi di interoperabilità e iniziare a lavorare su di un prototipo di biblioteca digitale basato sugli archivi di e-print esistenti. Relativamente al problema di scelta tra servizi di ricerca venne privilegiata la raccolta di metadati da vari archivi (harvesting) piuttosto che la ricerca cross search che introduceva il problema di notevoli rallentamenti qualora tra gli archivi interrogati fosse presente anche un solo host particolarmente lento. A questo si aggiungano anche problemi di complessità per gli utenti finali e per i software di ricerca dato che i vari host utilizzavano linguaggi di interrogazione differenti. Il sistema di raccolta che si concretizzava nel prototipo UPS raccoglieva metadati da archivi multipli e forniva servizi basati su di essi. In tal modo si resero possibili interrogazioni da rivolgere ad un unico host centrale. Da qui nasce la distinzione tra due soggetti all interno dell organizzazione dell UPS: i Data Provider e i Service Provider. I primi gestiscono l esposizione dei metadati nel repository ed eventualmente anche le risorse ivi contenute. I secondi raccolgono i metadati dai data provider per fornire servizi agli utenti finali. In generale emerse che un organizzazione di tipo provider poteva essere o data provider, o service provider o entrambi come l applicazione CDSware che

costituisce l argomento centrale della parte applicativa della tesi. I metadati che venivano scambiati potevano essere rappresentati in un formato accettato da una comunità ristretta di data e service provider, anche se il formato raccomandato dall OAI è tuttora il Dublin Core Unqualified. I metadati raccolti da diverse sorgenti (data provider), potevano essere messi insieme in un unico archivio gestito da un service provider per la fornitura di servizi in funzione dei tipi contenuti. Il nome UPS fu successivamente cambiato sia per evitare confusione, dato che tale sigla è un marchio registrato appartenente ad una società di spedizioni, sia perché non tutti gli e-print sono preprint come il nome in questione lasciava intendere. Il nome scelto in sostituzione fu inizialmente OAi acronimo di Open Archives iniziative che divenne ben presto OAI per sottolineare l importanza dell Iniziativa. Dopo il meeting di Santa Fè diverse furono le occasioni per ulteriori incontri che portarono alla definizione di un protocollo ed un formato di metadati stabili e universalmente riconosciuti. I fondatori dell OAI sono la Digital Library Federation (DLF), la Coalition for Networked Information (CNI), e la National Science Foundation (NSF). L OAI-PMH è il protocollo elaborato dall OAI per la raccolta di metadati dai vari repository che aderiscono all iniziativa. Esso serve a renderli disponibili ai soggetti che si occupano di fornire servizi a valore aggiunto (service provider) in funzione delle informazioni ricavate dai metadati. Tale protocollo potrebbe divenire parte integrante dell infrastruttura del web, così come è già avvenuto per il protocollo HTTP, se la sua semplicità verrà a combinarsi con l interesse da parte di organizzazioni di ricerca ed editori.

BIBLIOGRAFIA [B1] De Robbio Antonella, Open Archive per la comunicazione scientifica, Notiziario del SIMAI, N 5, pp.2-6, 2002. [B2] De Robbio Antonella, Metadati per la comunicazione scientifica, Biblioteche Oggi, dicembre 2001. SITOGRAFIA [S1] http://www.openarchives.org/ (Sito ufficiale dell iniziativa OAI, che ha dato luogo alla nascita degli open archive e al protocollo tecnico ed organizzativo per la loro formazione)