Clamoroso passo indietro dell Agenzia delle Entrate sul riconoscimento del credito Iva in annualità per le quali le dichiarazioni risultano omesse

Documenti analoghi
Clamoroso passo indietro dell agenzia delle entrate sul riconoscimento del credito iva in annualità per le quali le dichiarazioni risultano omesse

Clamoroso passo indietro dell Agenzia delle Entrate sul riconoscimento del credito Iva in annualità per le quali le dichiarazioni risultano omesse

Studi di settore, quadri sinottici su sanzioni

Tribunale Bologna , n ISSN Direttore responsabile: Antonio Zama

Soci - Cassazione Civile: la Cassazione chiarisce il ristretto ambito applicativo dell articolo 2949 del codice civile

Contratti tra consumatori e professionisti: l Italia recepisce la Direttiva Europea e modifica il Codice del Consumo

Contratto di Stage e subordinazione

Modifiche al codice di procedura penale, in materia di inappellabilita delle sentenze di proscioglimento.

Ambiente: il TAR Lazio annulla il mancato riconoscimento di un sistema autonomo di restituzione degli imballaggi terziari

Il regime IVA delle prestazioni di formazione ed aggiornamento del personale dalla C.M alla R.M Parte II

Agenzia Entrate: Risoluzione sul regime fiscale del trust misto

Modalità di esecuzione delle visure catastali.

DURC Documento Unico di Regolarità Contributiva validità temporale -

Studi di settore: avvisi di accertamento nulli per carenza di motivazione e per mancanza di grave incongruenza tra dichiarato e accertato

Tribunale Bologna , n ISSN Direttore responsabile: Antonio Zama

Tribunale Bologna , n ISSN Direttore responsabile: Antonio Zama

Le associazioni nel diritto tedesco

La compensazione tra imposte e crediti maturati a seguito dell ammissione al gratuito patrocinio

L attuazione della Direttiva 2005/60/CE (III Direttiva Antiriciclaggio)

Regimi derogatori ai criteri per la definizione della prevalenza di cui all articolo 2513 del codice civile

Impugnazione della risoluzione del rapporto di lavoro

Misure contro gli atti persecutori

Tribunale Bologna , n ISSN Direttore responsabile: Antonio Zama

Disposizioni in materia di conseguenze derivanti da incidenti stradali

Disposizioni urgenti in materia di allontanamento dal territorio nazionale per esigenze di pubblica sicurezza.

L OMESSA PRESENTAZIONE DELLA DICHIARAZIONE NON CONSENTE IL RIPORTO DELL IMPOSTA A CREDITO

Governo: recepimento Direttiva e-commerce, maggiori tutele per i consumatori che acquistano online

Corte di Giustizia UE: il sistema italiano di assegnazione di frequenze radiotelevisive è contrario al diritto comunitario

Privacy - Senato: la Commissione speciale per gli atti urgenti esaminerà lo schema di decreto legislativo per l adeguamento al GDPR

Disposizioni per la tutela del risparmio e la disciplina dei mercati

Agenzia Dogane: nota sul modello Intrastat

Consiglio di Stato: il diritto di accesso agli atti tributari esclude documenti «equipollenti»

Attuazione delle sinergie operative tra Comuni e Amministrazione Finanziaria nella lotta all evasione fiscale

Codice dell amministrazione digitale

Agenzia Entrate: si paga il contributo nelle cause di opposizione all esecuzione ex art. 615 c.p.c. per sanzioni amministrative

Tribunale Bologna , n ISSN Direttore responsabile: Antonio Zama

Tribunale Bologna , n ISSN Direttore responsabile: Antonio Zama

Modifiche al codice penale in materia di reati di opinione

Agenzia Entrate: imposta sulle successioni in caso di rappresentazione

Maternità: più tutele per le iscritte alla gestione separata

Il versamento a rate dell Iva omessa non elimina il reato

I diritti della bambina sulla carta

Tribunale Bologna , n ISSN Direttore responsabile: Antonio Zama

Impianti fotovoltaici: rendita catastale con stima diretta e necessità di effettivo sopralluogo

Bollette telefoniche: anche le ultime tre cifre potranno essere "in chiaro"

Ente no profit: indeducibili i canoni di leasing qualora non siano rispettate le finalità proprie dell Ente

Limiti alla lettera di patronage

Guida al diritto camerale annuale

Particolarità dei contratti locatizi in Francia

Corte Costituzionale: notifiche ai soggetti sottoposti ad amministrazione di sostegno

È nulla la cartella di pagamento recante la sola indicazione omesso o carente versamento dell imposta

Distruzione da parte del testatore di un originale di testamento olografo

Brevi appunti sulle modifiche alla disciplina della ristrutturazione dei debiti

Tribunale Bologna , n ISSN Direttore responsabile: Antonio Zama

Incentivi alla progettazione

La CTP di Lecce applica il principio di non contestazione ex art. 115 cpc

Tributi - Cassazione: è il giudice tributario competente nelle controversie su classamento e rendite

Banca - Cassazione Civile: pagamenti online non autorizzati dal titolare del conto e responsabilità dell istituto di credito

Le sanzioni disciplinari nel rapporto di lavoro. Cenni introduttivi

Garante Privacy: le informative on line devono essere complete

CIRCOLARE N. 34/E. OGGETTO: Riconoscimento delle eccedenze di imposta a credito maturate in annualità per le quali le dichiarazioni risultano omesse

Garante Privacy: accesso del paziente alle riprese di intervento chirurgico

Il nuovo accesso civico previsto dal decreto legislativo 25 maggio 2016, n. 97. Le amministrazioni hanno l obbligo di adeguarsi

L attribuzione delle spese condominiali deliberate prima dell acquisto di un immobile

Agenzia Entrate: sì all utilizzo delle ritenute subite per compensare debiti propri dell associazione professionale o della società

Tribunale Bologna , n ISSN Direttore responsabile: Antonio Zama

Il libretto di circolazione non dimostra la strumentalità esclusiva all'esercizio dell'impresa

Tribunale Bologna , n ISSN Direttore responsabile: Antonio Zama

Tribunale di Novara: no al provvedimento ex art.156 c.c. per spese straordinarie e per il ritardo nell adempimento

L'IRAP non è mai applicabile alle professioni cd. protette

Agenzia Entrate: Circolare trasferimento quote SRL con firma digitale

L obbligo di mantenimento dei figli nel diritto svizzero

Processo telematico: avvio delle comunicazioni tramite PEC ai sensi dell art. 136 c.p.c.

L imposta di registro sulle concessioni di beni demaniali e sulle concessioni di diritti d acqua

Tribunale Bologna , n ISSN Direttore responsabile: Antonio Zama

Agenzia delle Entrate: deducibilità corrispettivi per sponsorizzazione a società sportive dilettantistiche

Tribunale Bologna , n ISSN Direttore responsabile: Antonio Zama. 15 marzo 2008

Garante Privacy: provvedimento cautelativo di blocco del trattamento dati personali "Iene"

Giudice di Pace di Pisa: illegittime le ingiunzioni di pagamento emesse dalle agenzie di riscossione

Patto di manleva (I): introduzione, requisiti e limiti di validità e brevi cenni al diritto inglese

Estimi catastali a Lecce: ricorso per Cassazione perdente, inutile e costoso

Pubblica Amministrazione: le assunzioni obbligatorie ed i vincoli di spesa pubblica

Tribunale di Bologna: licenziamento illegittimo di dipendenti-soci di minoranza per ritorsione

Regione Veneto: prime indicazioni per l applicazione della norma sugli impianti di smaltimento e di recupero di rifiuti speciali

Le norme sulla fiscalità locale contenute nel Decreto Legge 2 marzo 2012 n. 16

Tribunale Bologna , n ISSN Direttore responsabile: Antonio Zama Gratuito patrocinio: decorrenza degli effetti dell ammissio

Lo Statuto dell Imprenditore Commerciale

Concludendo che pur nella consapevolezza della precarietà ed emendabilità del criterio interpretativo adottato dal T.A.R.. in relazione a fattispecie

Cassazione: l avviso bonario dell Agenzia delle Entrate è impugnabile

Imposta sugli intrattenimenti: nel bowling non spetta il regime forfettario

A rischio la certezza del deposito dell atto o del documento informatico entro i termini stabiliti nel processo

Corte di Cassazione: efficacia reale del preavviso

Le deroghe al principio dell accessorietà dell azione civile

Elenchi telefonici: semplificate le procedure per i "categorici"

La donazione di cosa altrui: nulla o inefficace?

Redditometro: nessuna norma stabilisce la retrodatazione degli scostamenti ad annualità prescritte

La CTP di Vibo Valentia dichiara legittima la TARSU per gli anni 2010 e 2011

Transcript:

Tribunale Bologna 24.07.2007, n.7770 - ISSN 2239-7752 Direttore responsabile: Antonio Zama Clamoroso passo indietro dell Agenzia delle Entrate sul riconoscimento del credito Iva in annualità per le quali le dichiarazioni risultano omesse Nota a Agenzia delle Entrate, Circolare 6 agosto 2012, n. 34/E 11 Settembre 2012 Maria Leo Una recente circolare dell Agenzia delle Entrate Direzione Affari legali e Contenzioso Settore strategie difensive-, del 6 agosto 2012 n. 34/E, rischia di stravolgere del tutto il percorso di numerosi contenziosi instaurati avverso cartelle di pagamento emesse a seguito del mancato riconoscimento di un credito Iva nel caso di omessa dichiarazione. Difatti, quello che sembrava un giudizio a lieto fine alla luce della costante giurisprudenza di merito nonché alla luce della circolare della stessa A.E. n. 74/2007 subisce ora, a causa della citata circolare 34/E, una sferzata negativa. IL FATTO I contenziosi in questione si sono instaurati a seguito della notifica di numerose cartelle di pagamento, emesse a seguito di controllo automatizzato ex articolo 54-bis del DPR n. 633/72, per il mancato riconoscimento delle eccedenze di imposta a credito maturate in annualità per le quali in contribuenti hanno omesso le dichiarazioni ai fini IVA, delle imposte dirette o dell Irap. Tali contenziosi fondano la loro difesa sul fatto che il diritto di detrazione del credito IVA permane anche nel caso in cui il contribuente abbia omesso la dichiarazione o non allegato il quadro Iva alla dichiarazione presentata. In effetti l aspetto sostanziale e, quindi, l effettività e l esistenza del credito deve prevalere sul dato formale di mancata indicazione dello stesso credito in dichiarazione o di dichiarazione omessa. Tutto ciò confortato sia dai registri Iva, sia dalle liquidazioni periodiche, sia dai modelli F24 dai quali emerge con chiarezza la sussistenza del credito, a nulla rilevando l aspetto formale che per l anno di maturazione del credito stesso la dichiarazione sia stata omessa. LA NORMA La legittimazione normativa a tale difesa è riposta nell art. 19 del D.P.R. n. 603/72, che in maniera chiara sancisce: il diritto alla detrazione dell imposta può essere esercitato, al più tardi, con la dichiarazione relativa al secondo anno successivo a quello in cui il diritto alla detrazione è sorto. Inoltre, vi è da sottolineare che il fisco dispone del potere di controllare l esistenza del credito maturato nell anno in cui la dichiarazione è stata omessa ex art. 55 del D.P.R. n. 633/72. Ma, se tale potere non viene esercitato, non è possibile far venir meno il diritto di detrazione solo perché l ufficio risulta inerte e non instaura alcuna forma di controllo o di contraddittorio con il contribuente. LA GIURISPRUDENZA La giurisprudenza conforme a tale indirizzo era oramai consolidata: Commissione Tributaria Provinciale dell Emilia Romagna, n. 22 del 3/03/2011; Commissione Tributaria Regionale Roma, n. 284 del

27/09/2011; Commissione Tributaria Regionale Milano, n. 79 del 8/07/2011; Commissione Tributaria Regionale Torino, n. 16 del 21/01/2010; Tributaria Regionale Roma, n. 234 del 13/09/2010; Commissione Tributaria Provinciale Frosinone, n. 222 del 13/12/2010. Quanto esposto è, altresì, confermato dalla Corte di Giustizia Comunità Europea, con la sentenza n. C- 95/07 e n. C-96/07 del 8/05/2008, in cui è espresso un principio che, traslato nella fattispecie esaminata, comporta l impossibilità di sanzionare la mancata presentazione della dichiarazione con il disconoscimento di un diritto di credito spettante. L AGENZIA DELLE ENTRATE NEL 2007 La stessa Agenzia delle Entrate con Risoluzione n. 74/E del 19/04/2007 conferma che il diritto alla detrazione, in base al combinato disposto dell art. 8 del D.P.R. n. 322/1998 e dell art. 19 citato, può essere esercitato fino al secondo anno successivo a quello in cui il diritto alla detrazione è sorto, specificando, altresì, che è sempre fatta salva la possibilità per il contribuente di richiedere la restituzione del credito IVA attraverso la procedura di rimborso di cui all art. 21 del D. Lgs. n. 546/1992. L AGENZIA DELLE ENTRATE OGGI (Circolare n. 34/E del 6/8/2012) Ora tutto il panorama sopra esposto cambia radicalmente in quanto l Agenzia delle Entrate, con la Circolare n. 34/E del 6/8/2012, cambia in maniera netta la propria posizione ponendosi in contrasto non solo con la giurisprudenza succitata ma con la sua stessa circolare del 2007. L Agenzia partendo dal fatto che i contribuenti sovente ricorrono in giudizio avverso le cartelle di pagamento che recuperano il credito non esposto eccependo la spettanza sostanziale dello stesso e sostenendo che l ufficio sarebbe stato obbligato a controllare l effettività del predetto attraverso l accertamento induttivo ai sensi dell art. 55 del DPR 633/72 nega la validità di tale teoria. Nega la validità di tale teoria riportando l art. 30 del DPR n. 633/72 che sancisce: Se dalla dichiarazione annuale risulta una eccedenza di Iva detraibile il contribuente ha diritto di computare l importo dell eccedenza in detrazione nell anno successivo, ovvero di chiedere il rimborso nelle ipotesi di cui ai commi successivi e comunque in caso di cessazione di attività. Sulla base di tale articolo l Agenzia sostiene, in maniera inequivocabile, che, in caso di omessa dichiarazione annuale, il contribuente non può riportare l eccedenza di Iva detraibile nella dichiarazione dell anno successivo, ma chiedere il rimborso solo nelle ipotesi regolate dall art. 30 medesimo. Per cui l Agenzia ribadisce la legittimità dell operato degli uffici nell ambito della procedura di cui all art. 54-bis del DPR n. 633/72 che è volto anche a correggere gli errori materiali commessi dai contribuenti nel riporto di eccedenze di imposta risultanti dalle precedenti dichiarazione, che nei casi di specie risulta omessa. L Agenzia conclude, ribadendo, che il credito che non è dichiarato nell anno in cui si è maturato non è utilizzabile in detrazione del debito di imposta in una dichiarazione successiva, a nulla rilevando che lo stesso sia effettivamente maturato. Punto di forza di tale teoria una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 268 del 12 gennaio 2012 che, secondo l Agenzia confermerebbe un orientamento ormai consolidato. Unica garanzia a favore del contribuente per il recupero del credito maturato rimarrebbe la procedura di rimborso di cui all art. 21 del D. Lgs. n. 546/92. Quindi, secondo la circolare n. 34, alla pretesa dell Agenzia conseguente alla liquidazione della dichiarazione nella quale è stato riportato un credito maturato nell anno in cui la dichiarazione è risultata omessa, potrebbe seguire la richiesta di rimborso del contribuente medesimo.

In conclusione l Agenzia ribadisce: 1. la violazione dell art. 30 del DPR n. 633/72 nel comportamento del contribuente nei casi di specie; 2. conferma la correttezza delle contestazione e pertanto l operato ai sensi dell art. 54-bis del DPR n. 633/72; 3. il diritto al rimborso del contribuente richiesto ai sensi dell art. 21 del D.Lgs.n. 546/92 entro due anni dal pagamento degli esiti della liquidazione ovvero all esito del contenzioso relativo alla cartella di pagamento conseguente alla liquidazione stessa. In tal caso il rimborso sarà erogato solo dopo aver riscontrato l effettività del credito. Tali conclusioni superano, pertanto, quelli riscontrate nella circolare n. 74 del 2007. L INVITO DELL AGENZIA AGLI UFFICI PERIFERICI NELLA FASE DEL CONTENZIOSO L Agenzia invita, pertanto, gli uffici del contenzioso a coltivare tali processi, li invita ad evidenziare al giudice la piena legittimità della procedura operata ai sensi degli artt. 30 e 5-bis del DPR n. 633/72 e, in subordine e in via prudenziale, di valutare la sussistenza di elementi per contestare l esistenza stessa del credito illegittimamente compensato ed eccepire in giudizio anche tale inesistenza, così da precludere un eventuale pronuncia circa la spettanza del diritto al rimborso. ASPETTI CRITICI È ovvio che non si può assolutamente convenire con quanto sostenuto dall Agenzia delle Entrate in questa ultima circolare del 6 agosto 2012. Tanto alla luce di diversi motivi che brevemente si cercherà di esporre. In primo luogo la circolare basa il proprio convincimento su una sentenza della Cassazione pronunciata il 23/11/2011 e depositata il 12/1/2012, la n. 268. Orbene, tale sentenza supporta la propria motivazione facendo riferimento ad altre sentenze che riguardano casi non analoghi a quello trattato e che fanno riferimento a degli articoli (ci si riferisce, in particolare agli articoli n. 27, quinto comma e 28, quarto comma del DPR n. 633/72) che hanno subito delle modifiche per adeguarsi alla normativa comunitaria. Infatti non bisogna dimenticare quanto statuito a livello comunitario sul diritto alla detrazione che non può e non deve subire limitazioni. Eventuali limitazioni possono essere consentite solo nei limiti della Dir. 2006/112/CE nell ambito della quale vengono sanciti i presupposti per l esercizio alla detrazione. In particolare: l art. 27, comma quinto del DPR n. 633/72 (abrogato dall art. 4, comma 1 lett. b) n. 2 del D.lgs. 2/9/1997 n. 313, prevedeva: le detrazioni non computate per il mese di competenza non possono essere computate per i mesi successivi, ma soltanto in sede di dichiarazione annuale ; l art. 28, comma quarto del citato decreto (articolo abrogato dall art. 9, comma 9, D.P.R. 22 luglio 1998, n. 322) prevedeva: il contribuente perde il diritto alle detrazioni non computate per i mesi di competenza né in sede di dichiarazione annuale. Ora la disciplina applicabile è quella prevista dall articolo 8, comma 3 del DPR n. 322/98 che prevede: le detrazioni sono esercitate entro il termine stabilito dall art. 19, comma 1, secondo periodo del decreto del Presidente della Repubblica 26/10/1972 n. 633. Si rammenta che l art. 19, comma 1, secondo periodo, prevede: il diritto alla detrazione dell imposta relativa ai bene e servizi acquistati o importati sorge nel momento in cui l imposta diviene esigibile e può essere esercitato, al più tardi, con la dichiarazione relativa al secondo anno successivo a quello in cui il diritto alla detrazione è sorto. Basta una semplice lettura agli articoli succitati per capire che nessuna ragione attualmente supporta le ragioni del fisco a non riconoscere un eccedenza di imposta che non viene riportata nella dichiarazione di

competenza ma viene riportata in quella successiva. CASSAZIONE N. 12041 DEL 25/05/2009 In tale sentenza il caso sottoposto all esame della Suprema Corte riguardava innanzitutto la richiesta di rimborso di un credito Iva, da parte di una società, negato dall Amministrazione Finanziaria e che non era stato esposto oltre che nella dichiarazione annuale anche nelle liquidazioni periodiche Iva. Inoltre, il rimborso Iva veniva chiesto in relazione ad acquisti di natura immobiliare effettuati dal 1979 al 1982, per cui riguardavano annualità di imposta per le quali non erano ancora intervenute le modifiche sulla detraibilità dell Iva. Importante, invece, per la Cassazione (cfr sentenza 268) sarebbe stato prendere un altro principio espresso nella stessa sentenza ossia quello secondo il quale (si noti: sempre a proposito della mancata indicazione del credito in dichiarazione): la dichiarazione non assume valore confessorio e non costituisce fonte dell obbligazione tributaria (Cass. nn. 4755/2008, 1708/2007, 8362/2002), mentre i rapporti tra amministrazione finanziaria e contribuente debbono essere improntati a collaborazione e buona fede (principio ora consacrato nella L. 27 luglio 2000, n. 212, art. 10); sia a principi del diritto comunitario. CASSAZIONE N. 16257/2007 Anche in questo caso le annualità trattate sono precedenti (si parla di dichiarazioni per l annualità 1993) CASSAZIONE N. 17067/2006 Questa sentenza stabilisce: il mancato computo dell imposta nelle dichiarazioni periodiche e nella dichiarazione annuale comporta la perdita del diritto alla detrazione, ai sensi dell art. 28 del d.p.r. 26 ottobre 1972, n. 633 - che prevede l unica decadenza in tal senso - ma non la perdita del diritto al rimborso, comunque dovuto in assenza di una norma sanzionatoria al riguardo. Quindi fa riferimento al citato articolo 28 del DPR Iva (ora abrogato) per il quale il contribuente perde il diritto alle detrazioni non computate per i mesi di competenza né in sede di dichiarazione annuale. Fa comunque salvo il diritto al rimborso del contribuente. SPUNTI DI DIFESA Sarebbe opportuno, in un eventuale contenzioso, sottolineare al giudice questi aspetti di criticità al fine di ottenere una sentenza di accoglimento. Sottolineare inoltre il forte contrasto tra le posizioni prese dall Agenzia delle Entrate nelle due circolari. Peraltro, il cambio di posizione dell A.E., espresso nell ultima circolare, sarebbe dettato solo dal riferimento a quella sentenza della Cassazione superabilissima sia con le considerazioni sopra esposte, sia con le considerazioni effettuate dalla stessa A.E nella circolare n. 74 del 2007. Inoltre, sempre, secondo i principi stabiliti dallo Statuto del Contribuente di legittimo affidamento nella Pubblica Amministrazione e di cooperazione fra le parti, sarebbe stato, invece, opportuno, da parte dell Amministrazione Finanziaria salvaguardare il rapporto con il contribuente e riconoscere il legittimo diritto alla detrazione senza costringerlo ad avanzare, dopo aver effettuato il pagamento, un istanza di rimborso. Ancor più raccapricciante appare la frase riportata a pag. 9 della circolare 34 laddove dice: Appare, infine, opportuno sottolineare che, anche nell ipotesi in cui il contribuente abbia diritto al rimborso del credito erroneamente utilizzato in detrazione, la prosecuzione del giudizio e i connessi oneri a carico dell Amministrazione sarebbero giustificati dalla necessità di conseguire le sanzioni pecuniarie relative al comportamento non corretto del contribuente ai sensi del citato articolo 13 del D.Lgs. n. n. 471 del 1997. Dimenticando così che il giudice, anche nel caso di conferma della pretesa erariale, potrebbe decidere di disapplicare le sanzioni irrogate per obiettiva condizione di incertezza.

Ancora più ingiusta appare la recente circolare se si fa riferimento al fatto che a pagina 10 viene chiarito che in caso di richiesta di rimborso da parte del contribuente non possono essere riconosciuti interessi! Se il giudice non dovesse condividere queste ragioni bisogna ricordare che la Cassazione, in una recente sentenza (Cassazione civile, n. 5318 del 3/04/2012), per un caso identico a quello di specie, ha comunque annullato la cartella di pagamento per violazione dell art. 36 bis D.P.R. n. 600 del 1973, e/o dell art. 54 bis D.P.R. n. 633 del 1972, in quanto tali norme non consentono il disconoscimento di un credito o di una perdita, attività che presuppone un accertamento sostanziale, che l A.f. ha sempre facoltà/dovere di porre in essere. Una recente circolare dell Agenzia delle Entrate Direzione Affari legali e Contenzioso Settore strategie difensive-, del 6 agosto 2012 n. 34/E, rischia di stravolgere del tutto il percorso di numerosi contenziosi instaurati avverso cartelle di pagamento emesse a seguito del mancato riconoscimento di un credito Iva nel caso di omessa dichiarazione. Difatti, quello che sembrava un giudizio a lieto fine alla luce della costante giurisprudenza di merito nonché alla luce della circolare della stessa A.E. n. 74/2007 subisce ora, a causa della citata circolare 34/E, una sferzata negativa. IL FATTO I contenziosi in questione si sono instaurati a seguito della notifica di numerose cartelle di pagamento, emesse a seguito di controllo automatizzato ex articolo 54-bis del DPR n. 633/72, per il mancato riconoscimento delle eccedenze di imposta a credito maturate in annualità per le quali in contribuenti hanno omesso le dichiarazioni ai fini IVA, delle imposte dirette o dell Irap. Tali contenziosi fondano la loro difesa sul fatto che il diritto di detrazione del credito IVA permane anche nel caso in cui il contribuente abbia omesso la dichiarazione o non allegato il quadro Iva alla dichiarazione presentata. In effetti l aspetto sostanziale e, quindi, l effettività e l esistenza del credito deve prevalere sul dato formale di mancata indicazione dello stesso credito in dichiarazione o di dichiarazione omessa. Tutto ciò confortato sia dai registri Iva, sia dalle liquidazioni periodiche, sia dai modelli F24 dai quali emerge con chiarezza la sussistenza del credito, a nulla rilevando l aspetto formale che per l anno di maturazione del credito stesso la dichiarazione sia stata omessa. LA NORMA La legittimazione normativa a tale difesa è riposta nell art. 19 del D.P.R. n. 603/72, che in maniera chiara sancisce: il diritto alla detrazione dell imposta può essere esercitato, al più tardi, con la dichiarazione relativa al secondo anno successivo a quello in cui il diritto alla detrazione è sorto. Inoltre, vi è da sottolineare che il fisco dispone del potere di controllare l esistenza del credito maturato nell anno in cui la dichiarazione è stata omessa ex art. 55 del D.P.R. n. 633/72. Ma, se tale potere non viene esercitato, non è possibile far venir meno il diritto di detrazione solo perché l ufficio risulta inerte e non instaura alcuna forma di controllo o di contraddittorio con il contribuente. LA GIURISPRUDENZA La giurisprudenza conforme a tale indirizzo era oramai consolidata: Commissione Tributaria Provinciale dell Emilia Romagna, n. 22 del 3/03/2011; Commissione Tributaria Regionale Roma, n. 284 del 27/09/2011; Commissione Tributaria Regionale Milano, n. 79 del 8/07/2011; Commissione Tributaria Regionale Torino, n. 16 del 21/01/2010; Tributaria Regionale Roma, n. 234 del 13/09/2010; Commissione Tributaria Provinciale Frosinone, n. 222 del 13/12/2010. Quanto esposto è, altresì, confermato dalla Corte di Giustizia Comunità Europea, con la sentenza n. C-

95/07 e n. C-96/07 del 8/05/2008, in cui è espresso un principio che, traslato nella fattispecie esaminata, comporta l impossibilità di sanzionare la mancata presentazione della dichiarazione con il disconoscimento di un diritto di credito spettante. L AGENZIA DELLE ENTRATE NEL 2007 La stessa Agenzia delle Entrate con Risoluzione n. 74/E del 19/04/2007 conferma che il diritto alla detrazione, in base al combinato disposto dell art. 8 del D.P.R. n. 322/1998 e dell art. 19 citato, può essere esercitato fino al secondo anno successivo a quello in cui il diritto alla detrazione è sorto, specificando, altresì, che è sempre fatta salva la possibilità per il contribuente di richiedere la restituzione del credito IVA attraverso la procedura di rimborso di cui all art. 21 del D. Lgs. n. 546/1992. L AGENZIA DELLE ENTRATE OGGI (Circolare n. 34/E del 6/8/2012) Ora tutto il panorama sopra esposto cambia radicalmente in quanto l Agenzia delle Entrate, con la Circolare n. 34/E del 6/8/2012, cambia in maniera netta la propria posizione ponendosi in contrasto non solo con la giurisprudenza succitata ma con la sua stessa circolare del 2007. L Agenzia partendo dal fatto che i contribuenti sovente ricorrono in giudizio avverso le cartelle di pagamento che recuperano il credito non esposto eccependo la spettanza sostanziale dello stesso e sostenendo che l ufficio sarebbe stato obbligato a controllare l effettività del predetto attraverso l accertamento induttivo ai sensi dell art. 55 del DPR 633/72 nega la validità di tale teoria. Nega la validità di tale teoria riportando l art. 30 del DPR n. 633/72 che sancisce: Se dalla dichiarazione annuale risulta una eccedenza di Iva detraibile il contribuente ha diritto di computare l importo dell eccedenza in detrazione nell anno successivo, ovvero di chiedere il rimborso nelle ipotesi di cui ai commi successivi e comunque in caso di cessazione di attività. Sulla base di tale articolo l Agenzia sostiene, in maniera inequivocabile, che, in caso di omessa dichiarazione annuale, il contribuente non può riportare l eccedenza di Iva detraibile nella dichiarazione dell anno successivo, ma chiedere il rimborso solo nelle ipotesi regolate dall art. 30 medesimo. Per cui l Agenzia ribadisce la legittimità dell operato degli uffici nell ambito della procedura di cui all art. 54-bis del DPR n. 633/72 che è volto anche a correggere gli errori materiali commessi dai contribuenti nel riporto di eccedenze di imposta risultanti dalle precedenti dichiarazione, che nei casi di specie risulta omessa. L Agenzia conclude, ribadendo, che il credito che non è dichiarato nell anno in cui si è maturato non è utilizzabile in detrazione del debito di imposta in una dichiarazione successiva, a nulla rilevando che lo stesso sia effettivamente maturato. Punto di forza di tale teoria una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 268 del 12 gennaio 2012 che, secondo l Agenzia confermerebbe un orientamento ormai consolidato. Unica garanzia a favore del contribuente per il recupero del credito maturato rimarrebbe la procedura di rimborso di cui all art. 21 del D. Lgs. n. 546/92. Quindi, secondo la circolare n. 34, alla pretesa dell Agenzia conseguente alla liquidazione della dichiarazione nella quale è stato riportato un credito maturato nell anno in cui la dichiarazione è risultata omessa, potrebbe seguire la richiesta di rimborso del contribuente medesimo. In conclusione l Agenzia ribadisce: 1. la violazione dell art. 30 del DPR n. 633/72 nel comportamento del contribuente nei casi di specie; 2. conferma la correttezza delle contestazione e pertanto l operato ai sensi dell art. 54-bis del DPR n. 633/72;

3. il diritto al rimborso del contribuente richiesto ai sensi dell art. 21 del D.Lgs.n. 546/92 entro due anni dal pagamento degli esiti della liquidazione ovvero all esito del contenzioso relativo alla cartella di pagamento conseguente alla liquidazione stessa. In tal caso il rimborso sarà erogato solo dopo aver riscontrato l effettività del credito. Tali conclusioni superano, pertanto, quelli riscontrate nella circolare n. 74 del 2007. L INVITO DELL AGENZIA AGLI UFFICI PERIFERICI NELLA FASE DEL CONTENZIOSO L Agenzia invita, pertanto, gli uffici del contenzioso a coltivare tali processi, li invita ad evidenziare al giudice la piena legittimità della procedura operata ai sensi degli artt. 30 e 5-bis del DPR n. 633/72 e, in subordine e in via prudenziale, di valutare la sussistenza di elementi per contestare l esistenza stessa del credito illegittimamente compensato ed eccepire in giudizio anche tale inesistenza, così da precludere un eventuale pronuncia circa la spettanza del diritto al rimborso. ASPETTI CRITICI È ovvio che non si può assolutamente convenire con quanto sostenuto dall Agenzia delle Entrate in questa ultima circolare del 6 agosto 2012. Tanto alla luce di diversi motivi che brevemente si cercherà di esporre. In primo luogo la circolare basa il proprio convincimento su una sentenza della Cassazione pronunciata il 23/11/2011 e depositata il 12/1/2012, la n. 268. Orbene, tale sentenza supporta la propria motivazione facendo riferimento ad altre sentenze che riguardano casi non analoghi a quello trattato e che fanno riferimento a degli articoli (ci si riferisce, in particolare agli articoli n. 27, quinto comma e 28, quarto comma del DPR n. 633/72) che hanno subito delle modifiche per adeguarsi alla normativa comunitaria. Infatti non bisogna dimenticare quanto statuito a livello comunitario sul diritto alla detrazione che non può e non deve subire limitazioni. Eventuali limitazioni possono essere consentite solo nei limiti della Dir. 2006/112/CE nell ambito della quale vengono sanciti i presupposti per l esercizio alla detrazione. In particolare: l art. 27, comma quinto del DPR n. 633/72 (abrogato dall art. 4, comma 1 lett. b) n. 2 del D.lgs. 2/9/1997 n. 313, prevedeva: le detrazioni non computate per il mese di competenza non possono essere computate per i mesi successivi, ma soltanto in sede di dichiarazione annuale ; l art. 28, comma quarto del citato decreto (articolo abrogato dall art. 9, comma 9, D.P.R. 22 luglio 1998, n. 322) prevedeva: il contribuente perde il diritto alle detrazioni non computate per i mesi di competenza né in sede di dichiarazione annuale. Ora la disciplina applicabile è quella prevista dall articolo 8, comma 3 del DPR n. 322/98 che prevede: le detrazioni sono esercitate entro il termine stabilito dall art. 19, comma 1, secondo periodo del decreto del Presidente della Repubblica 26/10/1972 n. 633. Si rammenta che l art. 19, comma 1, secondo periodo, prevede: il diritto alla detrazione dell imposta relativa ai bene e servizi acquistati o importati sorge nel momento in cui l imposta diviene esigibile e può essere esercitato, al più tardi, con la dichiarazione relativa al secondo anno successivo a quello in cui il diritto alla detrazione è sorto. Basta una semplice lettura agli articoli succitati per capire che nessuna ragione attualmente supporta le ragioni del fisco a non riconoscere un eccedenza di imposta che non viene riportata nella dichiarazione di competenza ma viene riportata in quella successiva. CASSAZIONE N. 12041 DEL 25/05/2009 In tale sentenza il caso sottoposto all esame della Suprema Corte riguardava innanzitutto la richiesta di rimborso di un credito Iva, da parte di una società, negato dall Amministrazione Finanziaria e che non era

stato esposto oltre che nella dichiarazione annuale anche nelle liquidazioni periodiche Iva. Inoltre, il rimborso Iva veniva chiesto in relazione ad acquisti di natura immobiliare effettuati dal 1979 al 1982, per cui riguardavano annualità di imposta per le quali non erano ancora intervenute le modifiche sulla detraibilità dell Iva. Importante, invece, per la Cassazione (cfr sentenza 268) sarebbe stato prendere un altro principio espresso nella stessa sentenza ossia quello secondo il quale (si noti: sempre a proposito della mancata indicazione del credito in dichiarazione): la dichiarazione non assume valore confessorio e non costituisce fonte dell obbligazione tributaria (Cass. nn. 4755/2008, 1708/2007, 8362/2002), mentre i rapporti tra amministrazione finanziaria e contribuente debbono essere improntati a collaborazione e buona fede (principio ora consacrato nella L. 27 luglio 2000, n. 212, art. 10); sia a principi del diritto comunitario. CASSAZIONE N. 16257/2007 Anche in questo caso le annualità trattate sono precedenti (si parla di dichiarazioni per l annualità 1993) CASSAZIONE N. 17067/2006 Questa sentenza stabilisce: il mancato computo dell imposta nelle dichiarazioni periodiche e nella dichiarazione annuale comporta la perdita del diritto alla detrazione, ai sensi dell art. 28 del d.p.r. 26 ottobre 1972, n. 633 - che prevede l unica decadenza in tal senso - ma non la perdita del diritto al rimborso, comunque dovuto in assenza di una norma sanzionatoria al riguardo. Quindi fa riferimento al citato articolo 28 del DPR Iva (ora abrogato) per il quale il contribuente perde il diritto alle detrazioni non computate per i mesi di competenza né in sede di dichiarazione annuale. Fa comunque salvo il diritto al rimborso del contribuente. SPUNTI DI DIFESA Sarebbe opportuno, in un eventuale contenzioso, sottolineare al giudice questi aspetti di criticità al fine di ottenere una sentenza di accoglimento. Sottolineare inoltre il forte contrasto tra le posizioni prese dall Agenzia delle Entrate nelle due circolari. Peraltro, il cambio di posizione dell A.E., espresso nell ultima circolare, sarebbe dettato solo dal riferimento a quella sentenza della Cassazione superabilissima sia con le considerazioni sopra esposte, sia con le considerazioni effettuate dalla stessa A.E nella circolare n. 74 del 2007. Inoltre, sempre, secondo i principi stabiliti dallo Statuto del Contribuente di legittimo affidamento nella Pubblica Amministrazione e di cooperazione fra le parti, sarebbe stato, invece, opportuno, da parte dell Amministrazione Finanziaria salvaguardare il rapporto con il contribuente e riconoscere il legittimo diritto alla detrazione senza costringerlo ad avanzare, dopo aver effettuato il pagamento, un istanza di rimborso. Ancor più raccapricciante appare la frase riportata a pag. 9 della circolare 34 laddove dice: Appare, infine, opportuno sottolineare che, anche nell ipotesi in cui il contribuente abbia diritto al rimborso del credito erroneamente utilizzato in detrazione, la prosecuzione del giudizio e i connessi oneri a carico dell Amministrazione sarebbero giustificati dalla necessità di conseguire le sanzioni pecuniarie relative al comportamento non corretto del contribuente ai sensi del citato articolo 13 del D.Lgs. n. n. 471 del 1997. Dimenticando così che il giudice, anche nel caso di conferma della pretesa erariale, potrebbe decidere di disapplicare le sanzioni irrogate per obiettiva condizione di incertezza. Ancora più ingiusta appare la recente circolare se si fa riferimento al fatto che a pagina 10 viene chiarito che in caso di richiesta di rimborso da parte del contribuente non possono essere riconosciuti interessi! Se il giudice non dovesse condividere queste ragioni bisogna ricordare che la Cassazione, in una recente sentenza (Cassazione civile, n. 5318 del 3/04/2012), per un caso identico a quello di specie, ha comunque

annullato la cartella di pagamento per violazione dell art. 36 bis D.P.R. n. 600 del 1973, e/o dell art. 54 bis D.P.R. n. 633 del 1972, in quanto tali norme non consentono il disconoscimento di un credito o di una perdita, attività che presuppone un accertamento sostanziale, che l A.f. ha sempre facoltà/dovere di porre in essere. TAG: IVA, articoli professionisti, diritto tributario Avvertenza La pubblicazione di contributi, approfondimenti, articoli e in genere di tutte le opere dottrinarie e di commento (ivi comprese le news) presenti su Filodiritto è stata concessa (e richiesta) dai rispettivi autori, titolari di tutti i diritti morali e patrimoniali ai sensi della legge sul diritto d'autore e sui diritti connessi (Legge 633/1941). La riproduzione ed ogni altra forma di diffusione al pubblico delle predette opere (anche in parte), in difetto di autorizzazione dell'autore, è punita a norma degli articoli 171, 171-bis, 171- ter, 174-bis e 174-ter della menzionata Legge 633/1941. È consentito scaricare, prendere visione, estrarre copia o stampare i documenti pubblicati su Filodiritto nella sezione Dottrina per ragioni esclusivamente personali, a scopo informativo-culturale e non commerciale, esclusa ogni modifica o alterazione. Sono parimenti consentite le citazioni a titolo di cronaca, studio, critica o recensione, purché accompagnate dal nome dell'autore dell'articolo e dall'indicazione della fonte, ad esempio: Luca Martini, La discrezionalità del sanitario nella qualificazione di reato perseguibile d'ufficio ai fini dell'obbligo di referto ex. art 365 cod. pen., in "Filodiritto" (https://www.filodiritto.com), con relativo collegamento ipertestuale. Se l'autore non è altrimenti indicato i diritti sono di Inforomatica S.r.l. e la riproduzione è vietata senza il consenso esplicito della stessa. È sempre gradita la comunicazione del testo, telematico o cartaceo, ove è avvenuta la citazione. Filodiritto(Filodiritto.com) un marchio di InFOROmatica S.r.l