Istituto San Francesco, i sindacati: Non esistono dipendenti di serie A e di serie B Chiediamo alla politica di intervenire con chiarezza, nei confronti di questi imprenditori della sanità privata 20/02/2019 Vasto. Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato: Da anni, nonostante il contratto sia scaduto, ci battiamo per ottenere l applicazione corretta di alcuni istituti contrattuali e finanche di qualche accordo decentrato (ad es. La banca ora); quindi l elenco delle problematiche sollevate sarebbe lungo, pe cui ci limitiamo a elencarle qualcuna, quale la mancata consegna di calzature adeguate, la non sostituzione delle divise usurate, il lavoro notturno, l assurdità a non voler istituire una sala mensa, del resto avevamo chiesto una stanza con un tavolino e quattro sedie. Da tempo cerchiamo di confrontarci anche su temi come i carichi di lavoro, i trasferimenti, il cartellino aperto e la rimodulazione dei reparti in moduli da 20 posti letto, purtroppo senza avere alcun riscontro, ponendoci nelle condizioni di ricorrere ai Tribunali per far valere le proprie ragioni. Altra questione, non meno importante, è il mancato rinnovo contrattuale, fermo da oltre 12 anni e nonostante le trattative siano state riavviate dal giugno 2017, come ben sapete, si sono interrotte a metà febbraio del corrente anno. In effetti nel giugno del 2017, presso la sede dell Aris Nazionale, si è tenuto un primo incontro tra le delegazioni trattanti. L Aris da subito, per quanto riguardava la parte economica della sanità privata, ha manifestato la volontà di adeguare le retribuzioni in linea con il comparto pubblico, accampando però il problema degli anni di vacanza contrattuale. Le OO. SS. chiaramente hanno respinto tale posizione, ribadendo la necessità di tutelare i Lavoratori anche attraverso il recupero del pregresso. Durante l incontro l Aris ha comunicato che erano in corso dei contatti con l Aiop per la ricomposizione di un tavolo unico, al fine di riunificare i contratti collettivi nazionali per il settore sanitario e per quello socio sanitario. Pertanto dal giugno del 2017 e fino alla rottura delle trattative, febbraio 2019, stante la indisponibilità delle controparti Aris e Aiop a trattare, gli esecutivi unitari hanno proclamato lo stato di agitazione a partire dalle singole strutture sanitarie, per poi approdare ad una manifestazione sui territori e a livello regionale. Denunciamo all opinione pubblica questo vergognoso atteggiamento delle controparti che dopo oltre 12 anni di mancato rinnovo del contratto e dopo 17 mesi di trattative dichiarano di non avere risorse economiche e finanziarie da destinare al rinnovo dei contratti e al recupero dei pregressi; ribadiamo, nel frattempo, che non esistono dipendenti di serie A e dipendenti di serie B, poiché i professionisti dei Centri di Riabilitazione Rsa svolgono le stesse funzioni dei colleghi della sanità pubblica, per cui chiediamo alla politica di intervenire con forza e fare chiarezza, nei confronti di questi imprenditori della sanità privata, in relazione a quanto viene finanziato dal pubblico per il mantenimento di queste strutture sanitarie private, al fine di ristabilire condizioni di lavoro caratterizzate da giuste ed eque pratiche contrattuali. RSA aziendali unitarie CGIL FP Daniele Leone Antonio Del Casale. CISL FP Donato Tricase UIL FPL Domenico Fecondo Camillo Di Felice
Carichi di lavoro, stato di agitazione all Istituto San Francesco Cgil, Cisl e Uil; il 22 marzo l assemblea dei lavoratori 20/02/2019 Stato di agitazione dei dipendenti dell'istituto San Francesco-Fondazione Mileno. Lo hanno indetto Cgil, Cisl e Uil, che hanno anche convocato un'assemblea dei lavoratori per il 22 marzo. "Da tempo cerchiamo di confrontarci anche su temi come i carichi di lavoro, i trasferimenti, il cartellino aperto e la rimodulazione dei reparti in moduli da 20 posti letto, purtroppo senza avere alcun riscontro, ponendoci nelle condizioni di ricorrere ai Tribunali per far valere le proprie ragioni", scrivono in un comunicato congiunto Daniele Leone, Antonio Del Casale (Fp Cgil), Donato Tricase (Cisl FP), Domenico Fecondo e Camillo Di Felice (Uil Fpl). "Altra questione, non meno importante, è il mancato rinnovo contrattuale, fermo da oltre 12 anni e nonostante le trattative siano state riavviate dal giugno 2017, come ben sapete, si sono interrotte a metà febbraio del corrente anno. In effetti nel giugno del 2017, presso la sede dell Aris Nazionale, si è tenuto un primo incontro tra le delegazioni trattanti. L Aris (associazione religiosa istituti socio sanitari, ndr) da subito, per quanto riguardava la parte economica della sanità privata, ha manifestato la volontà di adeguare le retribuzioni in linea con il comparto pubblico, accampando però il problema degli anni di vacanza contrattuale. Le organizzazioni sindacali chiaramente hanno respinto tale posizione, ribadendo la necessità di tutelare i Lavoratori anche attraverso il recupero del pregresso. Durante l incontro l Aris ha comunicato che erano in corso dei contatti con l Aiop (associazione italiana ospedalità privata) per la ricomposizione di un tavolo unico, al fine di riunificare i contratti collettivi nazionali per il settore sanitario e per quello socio sanitario". "Pertanto dal giugno del 2017 e fino alla rottura delle trattative, febbraio 2019, stante la indisponibilità delle controparti Aris e Aiop a trattare, gli esecutivi unitari hanno proclamato lo stato di agitazione a partire dalle singole strutture sanitarie, per poi approdare ad una manifestazione sui territori e a livello regionale. Denunciamo all opinione pubblica questo vergognoso atteggiamento delle controparti che dopo oltre 12 anni di mancato rinnovo del contratto e dopo 17 mesi di trattative dichiarano di non avere risorse economiche e finanziarie da destinare al rinnovo dei contratti e al recupero dei pregressi; ribadiamo, nel frattempo, che non esistono dipendenti di serie A e dipendenti di serie B, poiché i professionisti dei Centri di Riabilitazione Rsa svolgono le stesse funzioni dei colleghi della sanità pubblica, per cui chiediamo alla politica di intervenire con forza e fare chiarezza, nei confronti di questi imprenditori della sanità privata, in relazione a quanto viene finanziato dal pubblico per il mantenimento di queste strutture sanitarie private, al fine di ristabilire condizioni di lavoro caratterizzate da giuste ed eque pratiche contrattuali".
Sanità privata, prosegue la mobilitazione in varie regioni 20/03/2019 Ieri è toccato ai lavoratori del Lazio. Previste manifestazioni anche in Puglia, Abruzzo, Molise e Campania. Prosegue la mobilitazione degli addetti alla sanità privata per il contratto. Ieri è toccato ai circa 25mila del Lazio manifestare a Roma, sotto la sede della parte datoriale Aris, per sollecitare un rinnovo atteso da ben 12 anni. A questa protesta seguirà, lunedì prossimo, quella dei lavoratori pugliesi, che terranno una manifestazione regionale a Bari: appuntamento alle 10 davanti alla presidenza della Giunta regionale. Nei prossimi giorni seguiranno altre iniziative in Campania, Abruzzo e Molise. Da 18 mesi si susseguono inutilmente le trattative per il rinnovo, e la mobilitazione serve a sollecitare Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) e Aris (Associazione religiosa istituti socio-sanitari). I lavoratori delle strutture accreditate del Lazio (ospedali, Irccs, case di cura, centri di riabilitazione, Rsa, centri territoriali e ambulatoriali), sono in stato di agitazione già da giorni. Previste tre iniziative a Roma: ieri si è svolto il presidio sotto la sede della parte datoriale Aris; oggi un sit-in all ospedale San Carlo di Nancy (alle 9) e venerdì 22 una manifestazione davanti alla sede della parte datoriale Aiop (alle 9). Ormai siamo al surreale spiegano i segretari generali di Fp Cgil Roma e Lazio (Natale Di Cola), Cisl Fp Lazio (Roberto Chierchia) e Uil Fpl Roma e Lazio (Sandro Bernardini). Quasi la metà del servizio sanitario regionale è mandato avanti da personale che aspetta da 12 anni un rinnovo, di questi tempi un era geologica. In molti casi l attesa è addirittura di 14 anni, visto che non è stato applicato nemmeno il biennio economico 2006-2007. Nel frattempo sono proliferati i contratti pirata, creando un ulteriore frammentazione di diritti e salari. Gli esponenti sindacali evidenziano: I datori di lavoro, nonostante i profitti che rendono ambitissime sul mercato le strutture sanitarie private della regione, continuano a nascondersi dietro difficoltà di bilancio che non esistono. Sentiamo parlare di rinnovo a zero euro : una vergogna nei confronti di chi lavora e di chi, pagando le tasse, vede le risorse pubbliche finire in dividendi agli azionisti, a fronte di zero investimenti in professionalità e competenze. In Abruzzo e Molise si terranno assemblee e volantinaggi nelle strutture private di Aris e Aiop: Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl hanno convocato per lunedì prossimo l attivo unitario dei quadri e dei delegati, durante il quale saranno decise le modalità di prosecuzione della protesta. In Campania, infine, i sindacati sono stati convocati domani per un incontro con la Regione: tra gli argomenti che saranno affrontati, non solo gli arretrati contrattuali, ma anche le norme per l accreditamento, oltre alla necessità di aprire una discussione franca su fabbisogni, piante organiche e campo di applicazione. I lavoratori impegnati nel comparto sanitario privato ammontano a circa 300mila in tutta Italia.
Sanità privata senza contratto, Di Cola (Fp Cgil): "Situazione vergognosa, anche Zingaretti assuma un impegno concreto" Intervista al segretario regionale della Fp Cgil Natale Di Cola 20 marzo 2019 16:3819 marzo 2019 Dall ospedale Vannini al Cristo Re passando per il San Carlo di Nancy e la fondazione Don Carlo Gnocchi. Sono oltre cento le strutture sanitarie convenzionate che negli ultimi giorni hanno visto comparire sui cancelli d ingresso bandiere e striscioni di protesta da parte dei lavoratori organizzati dai sindacati Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio. Per capire le motivazione della mobilitazione Romatoday ha intervistato il segretario della Fp Cgil di Roma e del Lazio, Natale Di Cola. Chi sono i lavoratori che si stanno mobilitando e perché? Sono 12 anni che il contratto dei lavoratori impiegati nelle strutture della sanità convenzionata accreditata non viene rinnovato. Ospedali e cliniche che svolgono servizi per i cittadini e che vengono remunerate dalla Regione con soldi pubblici. Nel Lazio sono oltre 25 mila i lavoratori della sanità che hanno lo stipendio fermo al 2006. Ai colleghi delle strutture pubbliche, nello stesso lasso di tempo, è stato rinnovato due volte. Qual è stata la scintilla che ha fatto scattare la protesta? Dopo un anno di trattativa al tavolo nazionale, le controparti hanno proposto un rinnovo del contratto con un aumento economico pari a zero. Di fatto, hanno impedito il rinnovo. Una vergogna. Per questo i lavoratori, dopo la giornata di sciopero di dicembre, hanno ripreso la mobilitazione. Ogni giorno saremo fuori dalle strutture interessate, più di cento tra Roma e il Lazio, per spiegare ai familiari dei pazienti che i loro parenti vengono curati da infermieri trattati in questo modo da importanti gruppi imprenditoriali che fatturano milioni di euro di utili ogni anno. Il tutto senza considerare che l attività svolta da queste strutture accreditate non è destinata a contrarsi nei prossimi anni ma rimarrà costante. Una situazione vergognosa perché un lavoratore senza contratto non subisce solo un danno economico ma anche un umiliazione. A differenza dei colleghi che svolgono le stesse attività per le strutture pubbliche, quali condizioni di lavoro hanno vissuto in questi anni i lavoratori della sanità convenzionata accreditata? Oltre alle differenze di natura retributiva, per esempio, non hanno avuto accesso alla previdenza complementare o ai meccanismi di incentivazione promossi dalla contrattazione integrativa. Direi che hanno perso molte opportunità che ai colleghi del pubblico sono invece state date. Ieri il presidio davanti alla sede dell Aris, l associazione datoriale della sanità privata religiosa, venerdì sarà la volta della protesta davanti all Aiop, che organizza le strutture laiche. La situazione è nazionale ma la mobilitazione che state portando avanti è a livello regionale. Cosa chiedete?
Da un lato chiediamo alle associazioni datoriali un atto di responsabilità: Aiop e Aris del Lazio sono tra le più grandi e importanti in Italia. Dall altro è impesabile che la politica, sia a livello regionale sia nazionale, non stia intervenendo. Nicola Zingaretti si è sempre espresso a favore del rinnovo del contratto e ci aspettiamo che, nella sua doppia veste di presidente della Regione e di segretario nazionale del Pd, assuma un impegno concreto in merito. Una delle proposte che avanziamo da tempo riguarda, per esempio, l inserimento nelle procedure di accreditamento di una clausola relativa all applicazione di contratti rinnovati. La mobilitazione proseguirà anche nelle prossime settimane? La situazione è esasperante e non escludiamo un nuovo sciopero. Nel frattempo continueremo a informare i cittadini sulla situazione che stanno vivendo i lavoratori di queste strutture e spiegheremo loro i motivi di eventuali disagi. Le mobilitazioni continueranno non solo a Roma ma anche in tutto il resto d Italia.
Dir. Resp.:Carlo Verdelli
Dir. Resp.:Luciano Fontana
Dir. Resp.:Maurizio Molinari
Dir. Resp.:Virman Cusenza
Dir. Resp.:Marco Tarquinio
Dir. Resp.:Fabio Tamburini
Dir. Resp.:Fabio Tamburini
Dir. Resp.:Piero Sansonetti
Dir. Resp.:Marco Tarquinio
Dir. Resp.:Carlo Verdelli
Dir. Resp.:Carlo Verdelli
Dir. Resp.:Luciano Fontana
Dir. Resp.:Don Antonio Sciortino
Dir. Resp.:Carlo Verdelli
Dir. Resp.:Carlo Verdelli STAMPA LOCALE CENTRO NORD
Dir. Resp.:Giuseppe De Tomaso STAMPA LOCALE SUD E ISOLE