Ritagli. Congressi e convegni. Recensioni. 89 Notiziario dell Associazione. NGF edizioni. Presentazione



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Transcript:

Indice Materiali di Lavoro dell Associazione Fiorentina di Psicoterapia Psicoanalitica Componente della European Federation for Psychoanalytic Psychotherapy in Health and Related Public Services 47 3 7 17 37 Presentazione Complessi intrecci tra vicende traumatiche e crisi adolescenziale di Roberta Pisa e Laura Mori Aziendalismo interno : coppia analitica al lavoro, esperienza analitica, fantasia macrosociale di Andrea Marzi Il bambino nell adulto - l adulto nel bambino: gruppi paralleli di figli e genitori in un servizio di assistenza al lutto di Lucia Caligiani e Marco Taddeo Ritagli Contrappunto 47 NGF Edizioni 47 57 63 75 79 83 In ricordo di Nino Cassese L azione della comunità internazionale a favore dei minori: molte ombre, poca luce di Luigia Cresti e Isabella Lapi Congressi e convegni Un incontro con Massimo Recalcati sul disagio dell adolescenza di Gioia Gorla Recensioni Aspettando (Gabriela Gabbriellini) Di stoffa buona. La vita di Alfredo Friscelli (Duccio Balestracci) Bebè a costo zero (Valentina Denti) Giovanni Hautmann e il pensiero gruppale. Dialogo sulla gruppalità tra Giovanni Hautmann e Salomon Resnik (Gabriela Gabbriellini) NGF edizioni 89 Notiziario dell Associazione

Congressi e convegni UN INCONTRO CON MASSIMO RECALCATI SUL DISAGIO DELL ADOLESCENZA Da qualche decennio l adolescenza, da figliastro trascurato e Cenerentola della psicoanalisi come l aveva definita Anna Freud poco dopo la metà del Novecento si è venuta trasformando in un campo di studio specifico molto frequentato e insieme ricco di suggestioni anche per comprendere e approfondire le dinamiche interne di altre età della vita e per organizzare gli interventi clinici. Sono ben noti i contributi ispirati alle teorie della stessa Anna Freud, alla scuola kleiniana, a Winnicott e alla Psicologia del Sé. Nella giornata di studio organizzata a Firenze dalla AIPCP lo scorso 25 febbraio dal titolo Il disagio dell adolescenza oggi: i nuovi sintomi, Massimo Recalcati ha invece considerato l adolescenza secondo la prospettiva del pensiero psicoanalitico di Jacques Lacan (1901-1981). Nato a Milano nel 1952, dopo gli studi universitari di filosofia che sembravano destinarlo ad una carriera accademica in questo campo, Recalcati ha iniziato in Italia e poi completato in Francia la sua formazione come analista lacaniano con l erede e il continuatore di Jacques Lacan, Jacques-Alain Miller. Ormai da qualche anno, tornato in Italia, si è impegnato in un opera di approfondimento del pensiero lacaniano e delle sue applicazioni in diversi campi (la psicopatologia contemporanea nei suoi intrecci con la società postmoderna, la psicoanalisi applicata all arte, al sociale e alla filosofia della politica) attraverso una serie di opere di grande successo, a cui ha unito una brillante attività di pubblicista iniziata sulle pagine culturali de Il Manifesto e continuate su quelle de La Repubblica. Nella giornata di studio del 25 febbraio sono emerse ben evidenti queste caratteristiche dell impegno di Recalcati che, nell esposizione e nella 57

successiva discussione, ha saputo coniugare i riferimenti teorici con puntuali esemplificazioni cliniche e il rigore concettuale con la chiarezza e la vivacità espositiva. Il punto di partenza della teorizzazione di Recalcati sull adolescenza è stata una affermazione di Freud contenuta nell Introduzione di Psicologia delle masse e analisi dell Io (1921), secondo cui non esiste una psicologia individuale: nella vita psichica del singolo l altro è regolarmente presente. Pertanto per comprendere il disagio della giovinezza e, nel caso in cui esso si manifesti in comportamenti dannosi e distruttivi, per fornire un aiuto ai giovani e alle loro famiglie, occorre inquadrarlo all interno della società in cui l adolescente vive. Nella società postmoderna non possiamo leggere il disagio giovanile come legato ad un conflitto tra il desiderio dell adolescente e la Legge di cui è portatore il padre, proprio perché la funzione paterna si è evaporata, come già affermava Lacan, cioè ha perduto i caratteri di solida garanzia dell ordine che per secoli l ha caratterizzata. Occorre piuttosto pensare ad una crisi dei legami sociali e insieme del discorso educativo, che viene evocata anche nell analisi della nostra società postmoderna proposta da un altro autore caro a Recalcati: il sociologo e filosofo polacco Zygmunt Bauman, che l ha definita liquida per indicarne la continua mutevolezza e assenza di confini che lascia i giovani disorientati e in continua ricerca di un godimento compulsivo, che è il contrario del desiderio, così come lo intende Lacan. Per illustrare il suo punto di vista, Recalcati ha fatto ricorso alla contrapposizione tra due figure della mitologia greca: Edipo e Telemaco. Il giovane Edipo trova nel padre un ostacolo al suo desiderio e la sua trasgressione della Legge attraverso il parricidio e l incesto lo porta alla rottura dei legami generazionali. Scaturisce da qui il senso di colpa che lo indurrà ad accecarsi quando diventerà consapevole di ciò che ha commesso. Al contrario Telemaco, il figlio di Ulisse, non ha quasi conosciuto il padre, partito per la guerra di Troia quando lui era bambino. Durante la sua assenza, l isola di Itaca, in cui il giovane vive con la madre, diventa ben presto dominio della violenza perversa dei Proci, che sono la personificazione del godimento senza legge. Per trovare un rimedio, Telemaco convoca un assemblea, cioè fa ricorso all istituzione come freno al godimento individuale in nome del bene comune, ma i Proci arrivano armati e impediscono l uso della parola. Allora Telemaco in- 58

voca il ritorno del Padre che possa reintrodurre la Legge. Ma al termine delle sue peregrinazioni Ulisse non tornerà come un padre eroe, ma come un padre afasico, secondo una tematica che ha osservato Recalcati si può oggi ritrovare nel protagonista dell ultimo film di Nanni Moretti, Habemus Papam, espressa nell immagine del balcone di San Pietro vuoto. Questi riferimenti indicano che non possiamo in nessun caso eludere la questione del Padre e che proprio l adolescenza, come l età in cui occorre produrre una propria vocazione, un proprio desiderio in francese il termine voeu indica sia il desiderio che la vocazione e in cui non basta più, come avviene per il bambino, soddisfare il desiderio altrui (dei genitori, degli insegnanti), costituisce un passaggio fondamentale in tal senso. Non a caso un etimologia proposta per il verbo latino adolescere è arrivare ad avere un proprio odore!. Il problema fondamentale dell adolescenza è quello di dare una forma alla forza che la caratterizza, in modo che non diventi distruttiva e faccia nascere il nuovo, come diceva Lacan, e insieme quello di dare un senso alla vita che, di per sé, intesa come vita biologica, non ne ha. Questo rimanda al fatto che noi uomini veniamo dall Altro e portiamo su di noi il fantasma dell Altro: in termini lacaniani, siamo parlati dall Altro e dobbiamo conquistare il diritto alla parola. Il pensare di poter fare da sé è un delirio della libertà che porta verso il capriccio del godimento ed esclude il vincolo. Il romanzo di Philip Roth, Pastorale americana, è stato citato come la più significativa rappresentazione della pretesa degli adolescenti di oggi di separare la responsabilità dalla libertà. Recalcati ha ribadito invece il valore dell adolescenza come seconda nascita, che va oltre la vita biologica in quanto testimonianza del valore del desiderio nella sua incarnazione singolare. È questa la vera eredità che l adolescente riceve dal padre, un eredità non di beni né di geni, come già aveva asserito Freud, il quale, a conclusione del Compendio di psicoanalisi (1936), riportava un distico dal Faust di Goethe, che suona così: Ciò che hai ereditato dai padri / riconquistalo, se vuoi possederlo davvero. Il richiamo a Freud, su cui tanto aveva insistito Lacan, si è espresso in questa seconda citazione, che ha chiuso l esposizione della mattina. Il pomeriggio è stato dedicato ad un approfondimento clinico sull anoressia, che rientra in quelli che Recalcati definisce i nuovi sintomi, per il cui trattamento ha fondato nel 2003 l Associazione Onlus Jonas, centro 59

di clinica psicoanalitica, attivo in diverse città italiane. Il tema dell anoressia è anche al centro della sua attività di docente universitario presso il CESUPP di Losanna e l Università di Pavia ed è stato trattato in due opere: L ultima cena: anoressia e bulimia (1997) e Clinica del vuoto (2002). Mentre sino a qualche decennio fa questo disturbo colpiva prevalentemente ragazze delle classi borghesi (come ha testimoniato il celebre studio di Mara Selvini Parazzoli del 1963), oggi esso si è esteso enormemente e riguarda un grande numero di adolescenti e di adulti di entrambi i sessi e persino di neonati, anche se l adolescenza ne resta il terreno elettivo. Mentre questa patologia si è diffusa in Europa, in America è l obesità a costituire un grave problema, a dimostrazione che i disturbi psichici hanno una matrice sociale. Pur respingendo un collegamento lineare tra l aumento dell anoressia e gli ideali estetici del nostro tempo, Recalcati ha ricordato che oggi gli anoressici compiono l esperienza ascetica di privazione al servizio dell ideale estetico di un corpo magro, così diffuso nella nostra società. A differenza delle sante anoressiche del passato che sacrificavano il corpo all etica dello spirito, oggi gli anoressici si sacrificano in nome dell Io e non di Dio. Ma l anoressia è caratterizzata da un pendolo infernale tra l esperienza di privazione del cibo e le abbuffate bulimiche a cui segue il vomito. La crisi bulimica dell abbuffata sta ad indicare che il soggetto mangia non per il gusto di mangiare, ma perché si sente mangiato dalla fame. Schiavo prima del suo Io e poi della pulsione il soggetto non è mai libero. Il nucleo centrale del disturbo anoressico è, secondo Recalcati, il rifiuto dell Altro, che prende la forma del rifiuto del cibo, ossia del legame. Mentre molti giovani credono di potersi ribellare attraverso l opposizione e l odio, la scelta anoressica indica che in questo caso il soggetto è vittima dell illusione di un modello ascetico-disciplinare di sé, per cui in apparenza non è nel panico e non domanda aiuto. Anzi, nella sua ebbrezza di controllo si sente forte e crede di aver trovato la soluzione dell esistenza. Ma è un illusione che si spezza quando il soggetto perde il controllo e scivola verso la crisi bulimica, momento estremamente pericoloso che può comportare il rischio di suicidio. La scelta dell anoressia è spiegata in termini dinamici da Recalcati, rifacendosi al pensiero di Lacan il 60

quale, pur non avendo dedicato un attenzione specifica al problema, ne ha spesso accennato nella sua opera, come la volontà di separarsi da una madre divorante, che è espressa nell immagine di una bocca di coccodrillo spalancata per divorare il suo frutto. Per difetto della funzione paterna che potrebbe agire come una limitazione del prepotere materno, il posto del padre viene preso dall anoressia. Nel caso della bulimia senza anoressia c è invece un problema di avidità, legata alla sessualizzazione della funzione orale e insieme, se interessa un adolescente, alla difficoltà di effettuare la separazione. Ma il rifiuto del cibo, specie nel caso delle personalità isteriche, è anche una modalità di verificare il desiderio dell altro, quasi si volesse sperimentare che cosa l altro può fare se ci si riduce ad una sorta di cadavere ambulante. La domanda Mi puoi perdere? che fa parte di ogni dialogo amoroso, nel caso dell anoressia si trasforma in un vero e proprio passaggio all atto, in una sorta di sparizione del corpo che coinvolge persino il rischio della vita. Per questo l anoressia è anche una malattia dell amore perché, in un certo senso, è il fallimento del discorso amoroso. Non a caso nelle vicende reali, che Recalcati ha evocato a proposito di un caso da lui seguito, spesso il disturbo inizia con un cattivo incontro sul piano affettivo, che si tratti di un abbandono oppure di una vicinanza dell altro che si esprime col regalare oggetti e non col manifestare segni del proprio affetto. Né vanno dimenticati i casi di anoressia grave (psicotica), in cui c è una spinta verso la morte, per cui Lacan ha parlato di suicidio differito. Così una paziente di Recalcati diceva di avere la rabbia di respirare. L approccio terapeutico per i casi di anoressia-bulimia proposto da Recalcati non si basa sulla psicoanalisi classica, dato che l interpretazione non può essere adottata in assenza di un sintomo che abbia un valore metaforico: i pazienti anoressici che vogliono a tutti i costi, anche a rischio della vita, conservare la magrezza del corpo, e quelli bulimici, che compulsivamente si riempiono di cibo, sono assolutamente inconsapevoli del significato nascosto del loro comportamento. Per gli anoressici il loro comportamento è normale, anzi ne sono narcisisticamente orgogliosi; i pazienti bulimici invece ne soffrono, ma ne attribuiscono la causa al cibo. La malattia, in altre parole, si riduce ad un problema di peso o di cibo. La proposta terapeutica di Recalcati consiste nel prevedere un approccio molto 61

duttile e articolato, che può comprendere anche un lavoro con la famiglia che va aiutata a ridefinire al suo interno i vari ruoli sul piano simbolico, e che nei casi più gravi prevede il ricovero in una comunità terapeutica. Lo scopo dell intervento è quello di far rinascere nei pazienti il desiderio che combatta la spinta mortifera a privarsi del cibo o ad assumerlo in modo coatto. La terapia non deve centrarsi sul tema del mangiare o del peso, che occupa interamente la mente del paziente, ma deve sforzarsi di dare un nuovo significato all esistenza. I segnali di una rinascita del desiderio, comunque si manifesti, sono il vero segno che la spirale mortifera che attanagliava i pazienti si comincia ad allentare. Mi sembra che siano stati questi i temi più significativi affrontati nella giornata di studio con Massimo Recalcati, la quale ha visto una partecipazione degli psicologi e psicoterapeuti presenti, soci e simpatizzanti della AIPCP, molto intensa e impegnata nel porre domande e richieste di confronto e di approfondimento: una riprova di come questo incontro ha contribuito (per richiamarci ancora una volta all eredità di Freud) a far riflettere sull impossibile mestiere di psicoterapeuta! Gioia Gorla * * Psicologa psicoterapeuta presidente della Associazione Italiana di Psicologia Clinica e Psicoterapia (AIPCP-www.aipcp.it). 62