4 giorni tra Marche e Umbria - itinerario :



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4 giorni tra Marche e Umbria - itinerario : Riserva del Furlo Urbino Gubbio Parco del Monte Cucco Equipaggio: Daniela, Stefano e..arturo (cane Bolognese) Giovedi' 24 Maggio 2012 Partenza da Firenze alle ore 11. Arrivo a Acqualagna -164 km Itinerario : Autostrada Firenze Sud per Arezzo; ad Arezzo proseguire sul raccordo autostradale per Sansepolcro quindi al bivio proseguire per Citta' di Castello e poi prendere la Flaminia ( SP 257) per Piobbico, Acqualagna, Riserva del Furlo. Prima sosta Acqualagna - Area di sosta Parco la Querce Posto splendido. Area completa di servizi al costo di 15 a notte, tenuta molto bene. Ci troviamo così bene che decidiamo di passarci due notti. A due passi dall'area di sosta la splendida Abbazia San Vincenzo al Furlo L'Abbazia di San Vincenzo venne edificata nel periodo del massimo fervore dell esperienza benedettina. Fu eretta sui resti di un tempio pagano che prosperò grazie alle offerte dei viandanti che dovevano attraversare il Furlo. L Abbazia assunse la stessa funzione esercitata dal tempio, cioè di riscuotere le offerte fatte a Dio per l attraversata del Furlo. Nel 1011 il monastero di Petra Pertusa fu retto da San Romualdo che, nonostante i suoi 104 anni, riuscì a riportare i monaci a costumi più morigerati e a convincere i più bisognosi di penitenza a ritirarsi e costruirsi celle entro la Gola del Furlo, nutrendosi solo di acqua, pane ed erbe. Nel contempo, fece costruire il piccolo eremo di San Ubaldo che aveva il compito di proteggere i viandanti dai briganti e altri pericoli. L Abbazia divenne sempre più ricca e potente, grazie alle offerte e il tempio divenne maestoso. Nel 1040 divenne abate di Petra Pertusa San Pier Damiani che aveva solo 33 anni, ma già godeva di ottimo prestigio. In quel periodo il Monastero era spesso oggetto di saccheggi da parte di orde di delinquenti, ma l arrivo di Pier Damiani coincise con un momento di maggiore calma. I monaci ricominciarono a indossare l abito bianco e l Abbazia tornò ad essere un luogo di pace e serenità. Venerdi' 25 maggio 2012 - Riserva del Furlo Sveglia alle ore 8.30 con il cinguettio degli uccellini e, purtroppo, anche se in lontananza, con il rumore della superstrada. Tempo splendido. E' così bello stare sullo sdraio al sole che non ci viene voglia di partire per la visita alla riserva del Furlo. Decidiamo di pranzare qui e Visitare il parco nel pomeriggio. Nel pomeriggio partiamo con il camper verso le 15. Dopo 1 km circa arriviamo all'inizio della gola. Paesaggio stupendo!!

Riserva Naturale Statale GOLA DEL FURLO Con l'istituzione della Riserva Naturale Statale della Gola del Furlo, la Provincia gestisce 3.600 ettari di boschi, prati e cime incontaminate. È la terza area protetta della provincia e, con i suoi 3.600 ettari di boschi, pascoli e cime incontaminate, fa salire a 10.200 ettari la superficie del territorio di Pesaro e Urbino messo sotto tutela. Accanto ai parchi regionali del San Bartolo (1.600 ettari) e del Sasso Simone e Simoncello (5.000 ettari), è stata di recente istituita la "Riserva naturale statale del Furlo". Un autentico paradiso, attraversato dal fiume Candigliano che si insinua tra le imponenti pareti rocciose della Gola, dove la suggestione del paesaggio si unisce a una prodigiosa ricchezza naturalistica che vanta esemplari di flora e fauna davvero singolari. Basti pensare all aquila reale, al falco pellegrino, al gufo reale, al picchio muraiolo, alla rondine montana, al rondone maggiore e al gracchio corallino. E poi al Furlo vivono lupi, caprioli, daini, cinghiali. La vegetazione che ricopre le cime del massiccio è costituita in prevalenza da querceti con roverella, carpino nero, orniello, acero, sorbo. Assai variegato anche l habitat fluviale e ripariale, così come ricchissima è la vita che pullula nelle foreste, nei pascoli e nei cespuglieti. Il Furlo nella storia Il Furlo è stato protagonista di tante vicende storiche e leggendarie. Nei tempi più remoti il suo nome era Saxa Intercisa ovvero Pietra Spaccata o anche Sasso Rotto, in seguito prese la denominazione di Petra Pertusa cioè Pietra Forata. Il nome Furlo proviene da Forulum, Piccolo Foro volgarizzato poi in Forlo e quindi Furlo. Il popolo italico che per primo comprese l'importanza della viabilità nell'economia fu quello etrusco, che costruì la strada di collegamento tra Roma e Rimini, l attuale Flaminia, chiamata così due secoli più tardi dal console Flaminio che la fece lastricare. La conquista del Furlo da parte dei Romani avvenne senza difficoltà nel 295 a.c., dopo aver sbaragliato la confederazione italica a Sentino (Sassoferrato). Il luogo divenne un passo molto transitato e Flavio Vespasiano vi fece scavare una nuova galleria (tuttora aperta al traffico), i cui lavori terminarono nel 76 dopo Cristo. La zona fu poi sede di conquista e battaglia tra Goti e Bizantini, che a turno la conquistarono e dominarono. Nel 1234, con la conquista di Urbino da parte di Buonconte da Montefeltro, il Furlo entrò a far parte del territorio dei Montefeltro e restò nelle tenebre. L'avvento dei Della Rovere non migliorò la situazione e, come ricordava il Cardinale Adriano, al seguito di Giulio II, il Furlo pullulava di banditi. Solo nel 1631, come il Ducato d'urbino, fu incorporato nello Stato Pontificio. Le condizioni di difficoltà, per la caduta di massi, l incuria e la presenza di malviventi, non si attenuarono e, nel 1771, le poste pontificie si videro costrette ad evitare la gola. Fu solo nel 1797 che i francesi, portarono al Furlo il vento della rivoluzione e pensarono di bonificare la gola insediandovi un comando militare. Il 17 settembre 1860 il Furlo passò ai Savoia e il 17 marzo 1861 entrò a far parte del regno d Italia. Nel 1863 il passo fu liberato dalla presenza dei banditi e reso sicuro. La prima guerra mondiale non lo coinvolse, ma l area fu apprezzata per i collegamenti tra Roma e il fronte, soprattutto dopo l avvento delle automobili. E proprio l'automobile fece conoscere ai dirigenti dell'u.n.e.s. di Milano il Furlo e li convinse dell alta possibilità di guadagno con le acque del Candigliano. Nel 1922 vi passò Mussolini, le cui soste lo portarono a contatto con l'albergatore Candiracci. Nel 1936 la milizia forestale volle immortalare l immagine del Duce attraverso il famoso profilo nella montagna. Durante la seconda guerra mondiale, il Furlo visse momenti di tensione, ma non fu teatro di feroci scontri. Gli anni settanta furono invece anni devastanti, soprattutto per il paesaggio, rovinato dall attività delle cave. Negli anni ottanta sono state costruite due nuove gallerie di 3391 m. che da allora assorbono il traffico della Flaminia, restituendo la gola alla gioia dei suoi estimatori. TRA LE MERAVIGLIE DELLA GOLA Le passeggiate sono accessibili a tutti (anziani, bambini, mamme con passeggini, disabili fisici, ecc.) e di breve durata (1 ora e mezza). Il percorso inizia dal Punto IAT (Informazione Accoglienza Turistica) della Riserva Naturale Statale Gola del Furlo, prosegue presso l area golenale del Candigliano per poi continuare all interno della Gola lungo la strada Flaminia, fino alla Grotta del Grano, percorrendo il camminamento pedonale appositamente realizzato dall Amministrazione Provinciale. Orario delle partenze: maggio-giugno un turno ore 15:00 luglio-agosto due turni ore 15:30 e ore 17.30. Per la prenotazione rivolgersi al Punto IAT Riserva Naturale Statale Gola 0721/700041 Purtroppo siamo rimasti delusi dall'itinerario! E' si un percorso accessibile a tutti come descritto nella guida ma e' soltanto un percorso pedonale lungo la strada. Decidiamo di fare solo un tratto di strada per fotografare il paesaggio e poi proseguiamo verso Urbino. Urbino Dopo 19 km (strada Provinciale 43) arriviamo ad Urbino. Parcheggiamo il camper nel parcheggio sotto le mura della fortezza e ci dirigiamo nel centro storico con il suo splendido Palazzo Ducale, i suoi bei portici e lo splendido Duomo.

Finita la visita ad Urbino proseguiamo sulla strada ( SS 73 bis) che porta ad Urbania, dove arriviamo dopo circa 16 km. Breve sosta a questo piccolo paese perche' e' già' ora di rientrare nell'area di sosta al Parco la Querce nella quale abbiamo deciso di trascorrere anche la seconda notte del nostro tour. Sabato 26 Maggio 2012 Partenza ore 11 per Gubbio. Adagiata alle falde del Monte Ingino, Gubbio è tra le più antiche città dell'umbria, meravigliosamente conservata nei secoli e ricca di monumenti che testimoniano il suo glorioso passato. Testimonianza delle sue antiche origini sono le Tavole Eugubine, uno dei più importanti documenti italici ed il Teatro Romano situato appena fuori le mura. Sovrastata dall'alto dalla monumentale Basilica di Sant'Ubaldo che custodisce le spoglie incorrotte del Patrono, Gubbio ospita capolavori architettonici che simboleggiano e richiamano la potenza di questa città-stato medievale. All'inizio del XIV secolo risale il superbo complesso urbanistico formato dal Palazzo dei Consoli, divenuto il simbolo della città, dalla Piazza Pensile e dal Palazzo Pretorio. Da ricordare inoltre i palazzi Beni, del Bargello con la famosa fontana, del Capitano del Popolo. di pure linee rinascimentali il Palazzo Ducale di Francesco Giorgio Martini che richiama e documenta il significativo periodo vissuto sotto la signoria dei Montefeltro del cui ducato la città era parte integrante. Di grande interesse sono anche la Cattedrale (sec. XII), Santa Maria Nuova (nel cui interno si ammira la Madonna del Belvedere dipinta da Ottaviano Nelli nel 1413), Chiesa e convento di Sant'Agostino (sec.xiii ) con all'interno affreschi del Nelli, Chiesa e Convento di San Francesco (Sec.XIII), San Giovanni (Sec.XII) caratterizzato dalla facciata e dal campanile in stile romanico, San Pietro ampliata nel 1505 e San Domenico ampliata nel XIV secolo. Fra le più importanti manifestazioni che sono organizzate nella città meritano senza dubbio note particolari la Corsa dei Ceri e la rievocazione storica del Palio della Balestra 2011. Arrivo a Gubbio dopo km 36. Parcheggiamo nell'area camper comunale a pagamento ( 5 per 24 ore) a circa 800 metri dal centro storico, passando davanti al Teatro Romano. Gubbio e' incantevole. Noi ci eravamo gia' stati diversi anni fa ma valeva la pena di una nuova visita. Arriviamo fino alla cattedrale e al Palazzo dei consoli con dei comodi ascensori. Tutti gli angoli e le vie interne sono da fotografare. Ci fermiamo per mangiare la crescina (tipica piadina, specialita' del luogo) che sono quasi le 15. Dopo pranzo ritorniamo al nostro camper e cerchiamo la prossima area di sosta.

Parco naturale Monte Cucco Ci spostiamo di 12 km verso la montagna nel parco naturale di Monte Cucco. E' un posto splendido immerso nella natura. La prima area di sosta nel paese di Scheggia e' vicino agli impianti sportivi ma e' molto squallida e decidiamo di proseguire per il CAMPING RIO VERDE - SS 3 Flaminia (Km 206.5) - 06021 COSTACCIARO (PG) - Tel. 075/9170138 - Fax 075/9170181 Email info@campingrioverde.it - P.IVA 02507110548 Il campeggio non e' molto facile da raggiungere perche' si trova in aperta campagna. Il posto e' isolato ma molto accogliente ( il prezzo e' di 20 con camper + due persone). Sistemiamo il camper e... completo relax... al sole, anche perche' non e' molto caldo e sono oramai le ore 18. Dopo cena breve giro intorno al campeggio per Arturo con il rumore dei grilli e, in lontanza, anche quello dei cervi. Il Parco del Monte Cucco è una parte del Territorio della Regione Umbria al confine con le Marche. E delimitato dagli Appennini su cui svetta la cima del Monte Cucco a 1565 mslm, dal tracciato storico della via Flaminia e dai fiumi Sentino e Chiascio. Nel territorio del parco risiedono circa 6900 persone suddivise in 4 comuni. La flora e la fauna del parco sono particolarmente interessanti, COSTACCIARO Le prime certe notizie storiche risalgono al XIII secolo, con l'acquisizione del Castello da parte del municipio di Gubbio, cui rimase legato sino all'entrata nel ducato d Urbino. Nel 1384 si assoggettò spontaneamente ai Montefeltro e divenne l'estremo baluardo del Ducato di Urbino. Era caratterizzato da una struttura difensiva con cinta muraria e da un sistema di torri e porte, in parte ancora esistenti. LUOGHI DA VISITARE la Chiesa di San Francesco (metà XIII secolo),le quattro porte urbiche ed i resti della Rocca, della cinta muraria e la Torre Civica del XIII secolo. II territorio di Costacciaro, immerso nel Parco Regionale del Monte Cucco, è luogo ideale per la pratica dello sport legato all'ambiente: la speleologia, il volo a vela e lo sci da fondo. II Massiccio del Monte Cucco, area naturale protetta dal 1995, è il parco delle acque sotterranee, delle grotte carsiche (tra le principali in Europa per profondità ed estensione), dei corsi d'acqua incontaminati, delle grandi faggete intatte. Il Parco è caratterizzato da un attività dell uomo legata essenzialmente alla gestione dei pascoli e dei boschi ed anche dove i terreni risultano più facili da coltivare l agricoltura è quasi sempre estensiva. E il parco delle acque sotterranee e delle fonti minerali, dell acqua incontaminata, dei grandi boschi di Faggio. E il parco delle grotte carsiche e dei numerosi eremi benedettini. E il posto ideale per gli sport della montagna come il volo a vela, lo sci di fondo il trekking. Principali siti d interesse ambientale Forra di Rio Freddo - Profonda incisione che marca gran parte del confine orientale del Parco. Si tratta di una imponente gola, scavata nell'ultimo milione di anni dal Torrente Rio Freddo nei calcari massicci. L'Orrido del Balzo dell'aquila - Incisione profonda dei calcari liassici del Monte Catria. Le Lecce - Imponente muraglia naturale del versante occidentale del Parco posta poco sopra l'abitato di Sigillo. La Muraglia delle Liscarelle - Caratteristiche formazione calcaree marnose biancastre affioranti da detriti antichi e brecce cementate. Corno di Catria Spettacolare formazione di Calcare Massiccio. Sito di elezione per svariate specie dell'avifauna rupicola. Pian delle Macinare - Sublime piano carsico, situato a 1135 m s.l.m. Ricco di prati e di maestosi faggi, scenario ideale per escursioni e sci da fondo. Prati "cacuminali"- Praterie seminaturali mantenute a pascolo. Sono presenti in prevalenza graminacee quali la Festuca e il Bromo. In primavera con lo sbocciare di innumerevoli fiori questi prati diventano una variopinta tavolozza. Faggete - Secolari, come quelle della Madre dei Faggi vicino a Val di Ranco e quelle, ancora più estese, di Col d'orlando, del Monte Le Gronde, del Niccolo e del Corno di Catria. Valle delle Prigioni - Profondo e inciso canyon, prodotto dalla corrosione del torrente sui calcari, spettacolo per chi lo visita che ha il suo culmine quando il corso d'acqua e il sentiero, attraversano le immanenti rocce della Scarpa del Diavolo. grande e profondo d'italia, uno dei maggiori fra quelli conosciuti.

Domenica 27 Maggio 2012 Ci svegliamo con una bella giornata di sole e, essendo domenica, non abbiamo voglia di spostarci per andare a trovare il traffico, decidiamo quindi di rimanere qui ancora un giorno a... non far niente! Anche Arturo riposa. Lunedi' 28 Maggio 2012 Sveglia alle 8,30 per partire alla volta di Spoleto. Purtroppo il tempo minaccia di piovere e fa anche freddo. Cambiamo programma e decidiamo di tornare a casa. Spoleto, assieme a Orvieto e Narni lo lasciamo per un prossimo tour. Ci dirigiamo verso Perugia passando da Sigillo, Gualdo Tadino, e poi direzione Lago Trasimeno e autostrada per Arezzo - Firenze. Rientro per l'ora di pranzo.