L "Open source" si riferisce al software, ma anche ad un metodo per svilupparlo e ad una filosofia su come mantenere un bene pubblico.



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Transcript:

OPEN SOURCE : programma il cui codice sorgente è reso pubblico su Internet a disposizione della comunità dei programmatori perché lo mettano alla prova e ne migliorino le prestazioni. Il software open source, il cui esempio più conosciuto è il sistema operativo Linux, è nato in aperta polemica con il predominio delle multinazionali dell informatica (in particolare Microsoft) che invece custodiscono gelosamente i codici sorgente dei propri software. L "Open source" si riferisce al software, ma anche ad un metodo per svilupparlo e ad una filosofia su come mantenere un bene pubblico. Eric Raymond scrisse a proposito della differenza fra "cattedrale e bazar", due diversi approcci allo sviluppo di software complesso: La più importante caratteristica di Linux, tuttavia, non fu tecnica, ma sociologica. Fino a quando Linux non venne sviluppato, tutti credevano che i software complessi come i sistemi operativi dovessero venire realizzati in maniera accuratamente coordinata da un gruppo di persone relativamente piccolo e affiatato. Questo modello fu ed e tipico sia del software commerciale sia delle grandi cattedrali [...J. Linux si sviluppò in modo completamente diverso. Fin dall'inizio fu sviluppato in modo casuale da un gran numero di volontari, coordinati solo tramite Internet. La qualità non venne mantenuta da rigide regole o dall'autocrazia, ma dalla semplice strategia di metterlo in rete ogni settimana e raccogliere le reazioni e i suggerimenti di centinaia di utilizzatori nel giro di pochi giorni, creando una sorta di rapida selezione darwiniana nelle mutazioni introdotte dagli sviluppatori. Il software, creato deliberatamente come bene pubblico, e la ragione per cui voi potete digitate www.smartmobs.com invece di una serie di numeri per visitare il Web; il sistema dei nomi di "domini" di Internet (DNS, Domain Name System) dipende dal software BIND, probabilmente il programma più diffuso che non è proprietà di nessuno. Mentre l'industria di Internet partiva a razzo dal nulla "al più grande accumulo legale di denaro mai visto nella storia", il Web si delineava anche come un'impresa non commerciale resa possibile da programmatori che non erano neppure nati quando fu creata ARPAnet. Alcuni volontari incominciarono a scambiarsi il software per migliorare il Web server creato dai programmatori della NCSA. Mentre il browser e il software usato per navigare nel Web, il Web server e il software usato per pubblicare informazioni sui Web. Questi volontari erano d'accordo nel ritenere che un Web server gratuito e aperto a tutti fosse la chiave per mantenere vivo 10 spirito di innovazione. Brian Behlendorf fu tra i fondatori della comunità virtuale di programmatori che tenevano in vita il software open source che ancor oggi alimenta il 60 per cento dei Web server nel mondo. Dato che i primi programmi Web server non commerciali richiedevano molte "pezze" (patches) aggiunte al software per correggere i bachi), Behlendorf organizzo una coalizione online per condividere anche le "pezze". Siccome si trattava di un programma "rappezzato" (patchy), decisero di chiamarlo Apache. Behlendorf e oggi direttore generale di Collabnet, una delle rare aziende dotcom sopravvissute che usa metodi open source per 10 sviluppo del software commerciale. Nel1998 l'ibm baso la sua linea di prodotti e-business su Apache e successivamente annuncio un budget miliardario per sostenere lo sviluppo del software open source. Usenet, che e forse la principale culla di reti sociali online e la più antica comunità virtuale globale, e anche un esempio funzionante di anarchia, un bene pubblico che esiste con un minimo 'controllo sulla collaborazione reciproca. Nel 1979 due laureati della Duke University, Jim Ellis e Tom Truscott, con Steve Bellovin della University of North Carolina, crearono il primo collegamento tra Duke e UNC. Il protocollo UUCP (Unix to Unix Copy Protocol), uno strumento di comunicazione che era inserito in ogni copia di Unix. Apache è il nome dato alla piattaforma server Web più diffusa (ma anche al gruppo di lavoro open source che ha creato, sviluppato e aggiornato il software server). Il progetto Apache nacque nel 1995. A quel tempo, il server Web più diffuso era il daemon HTTP pubblico sviluppato da Rob McCool al NCSA (National Center for Superconputing Application), Università dell'illinois.

Dal momento però che a partire dal 1994 lo sviluppo di questo server si era fermato (anche perché il suo autore aveva lasciato l'ncsa) un gruppo di webmaster aveva iniziato a sviluppare patch in maniera autonoma. Fu creata una mailing-list e, verso la fine di febbraio del 1995 si costituì il primo gruppo di lavoro dell'apache Group. Otto persone (Brian Behlendorf, Roy T. Fielding, Rob Hartill, David Robinson, Cliff Skolnick, Randy Terbush, Robert S. Thau, Andrew Wilson) presero come punto di partenza la versione 1.3 del daemon HTTP NCSA e aggiunsero una serie di patch e di correzioni. La prima release pubblica di Apache, la 0.6.2, uscì nell'aprile del 1995. Il nome Apache, secondo la leggenda, nasce dal fatto che inizialmente il server era semplicemente una raccolta di patch da applicare al server NCSA. Dal nome amichevole "a patchy server" nacque quindi Apache. Una nuova architettura server fu integrata poco dopo nella versione 0.8.8 a cui fu dato il nome in codice di Shambala. La versione 1.0 fu pubblicata il primo Dicembre 1995. Nel giro di un anno, la sua diffusione aveva già superato quella del server NCSA da cui era derivato. La versione 2.0 di Apache venne rilasciata durante la conferenza ApacheCon, tenutasi nel marzo 2000 a Orlando, Florida. Il grande successo di diffusione di questo software è l'indicatore più chiaro della qualità e dell'affidabilità di questo prodotto. MySQL è un Database management system relazionale, composto da un client con interfaccia a caratteri e un server, entrambi disponibili sia per sistemi Unix che per Windows, anche se prevale un suo utilizzo in ambito Unix. Dal 1996 supporta la maggior parte della sintassi SQL e si prevede in futuro il pieno rispetto dello standard ANSI. Possiede delle interfacce di linguaggio MySQL per 15 diversi linguaggi sia di programmazione che non, compreso un driver ODBC per le piattaforme Windows. Il codice di MySQL viene sviluppato fin dal 1979 dalla ditta TcX ataconsult, adesso MySQL AB, ma è solo dal 1996 che viene distribuita una versione che supporta SQL, utilizzando in parte codice di un altro prodotto: msql. Il codice di MySQL è di proprietà della omonima società, viene però distribuito con la licenza GNU GPL oltre che con una licenza commerciale. Una buona parte del codice del client è licenziato con la GNU LGPL e può dunque essere utilizzato per applicazioni commerciali. La società svedese MySQL AB ha circa trenta dipendenti e i suoi principali introiti provengono dal supporto online agli utilizzatori di MySQL, dalla vendita delle licenze commerciali e dall'utilizzo da parte di terzi del marchio MySQL. PostgreSQL è un completo database relazionale ad oggetti con licenza liberale stile (BSD). PostgreSQL è un'ottima alternativa sia rispetto ad altri prodotti liberi come MySQL, Firebird SQL e MaxDB che a quelli a codice chiuso come Oracle, Informix o DB2. Offre caratteristiche uniche nel suo genere che lo pone per alcuni aspetti all'avanguardia nel settore dei database. PostgreSQL si pronuncia postgre-es-chiu-el (SQL = "es chiu el"). (Esempio audio, 5.6k MP3). Spesso viene abbreviato come "Postgres", sebbene questo sia un nome vecchio dello stesso progetto. Samba è un progetto open source che fornisce servizi di condivisione di file e stampanti a client SMB/CIFS. Samba è liberamente disponibile, al contrario di altre implementazioni SMB/CIFS, e permette di ottenere interoperabilità tra Linux, Unix, Mac OS X e Windows. Samba è un software che può girare su piattaforme che non siano Microsft Windows, per esempio, UNIX, Linux, IBM System 390, OpenVMS e altri sistemi operativi. Samba utilizza il protocollo TCP/IP utilizzando i servizi offerti sul server ospite. Quando correttamente configurato, permette di interagire con client o server Microsoft Windows come se fosse un file e print server Microsoft agendo da Primary Domain Controller (PDC) o come Backup Domain Controller, può inoltre prendere parte ad un dominio Active Directory. Samba, quindi, è un pacchetto software che dà all'amministratore flessibilità e libertà in termini di installazione, configurazione, e scelta di sistema operativo e hardware. Grazie a questa ampia offerta, Samba è diventato molto popolare, e continua ad esserlo, ogni anno sempre di più fin dal suo rilascio nel 1992.

Il nome "samba" deriva dall'inserzione di 2 vocali nel nome del protocollo usato da Microsoft "SMB" (server message block). Originariamente si chiamava smbserver ma fu cambiato a causa dell'azienda "Syntax" che vendeva un prodotto chiamato TotalNet advanced Server e possedeva il marchio SMBserver. Samba configura share (condivisioni) per le directory UNIX scelte (incluse le sottodirectory). Queste appaiono agli utenti di Microsoft Windows come normali cartelle di Windows accessibili via rete. Gli utenti Unix possono effettuare il mount delle directory condivise direttamente nell'albero del filesystem o, in alternativa, è possibile usare una utility, smbclient installata con samba per leggere le directory condivise mediante un'interfaccia simile a quella del programma ftp via linea di comando. Ogni directory può avere differenti privilegi di accesso sovrapposti ai normali privilegi UNIX. Per esempio: le home directory potrebbero essere accessibili in lettura/scrittura a tutti gli utenti riconosciuti dal sistema permettendo ad ogni utente di accedere ai propri file. Comunque potrebbero non avere l'accesso ai file degli altri utenti a meno che questo permesso non sia normalmente previsto. Notare che /etc/samba/netlogon, tipicamente distribuita come condivisione in sola lettura, è la directory di logon per gli script di logon dell'utente. La configurazione di Samba si ottiene modificando un singolo file (di solito presente come /etc/smb.conf o /etc/samba/smb.conf). Samba può fornire anche script per il logon dell'utente e implementazione di policy di gruppo attraverso poledit. Samba fu sviluppato originariamente per UNIX da Andrew Tridgell alla Università Nazionale Australiana. La parola Linux è comunemente utilizzata per indicare il sistema operativo basato sul kernel monolitico di tipo Unix (Minix in particolare), sviluppato da Linus Torvalds. Tutto ebbe inizio con questo messaggio postato da Linus Torvalds su Usenet nell'agosto del 1991: " I'm doing a (free) operating system (just a hobby, won't be big and professional ) for AT clones It's not portable and it probably [won't ever] support anything other than AT hard disks, as that's all I have:-(." La parola Linux è l'unione del nome del suo creatore, Linus, con la parola Unix, che identifica una serie di sistemi operativi ai quali Linux si ispira. Siccome non si può pensare Linux senza gli applicativi del progetto GNU (e vice versa), secondo alcuni è più corretto utilizzare il termine GNU/Linux, per indicare l'unione del Kernel Linux con il Sistema GNU. Esiste una vera e propria controversia su quale debba essere il nome corretto. Open content è un termine inglese che significa contenuto libero. Questo concetto trae la sua ispirazione da quello di "codice libero", meglio conosciuto come open source: la differenza sta nel fatto che ad essere liberamente disponibile ed utilizzabile non è il codice sorgente di un programma ma contenuti editoriali quali testi, immagini, musica e video. Non tutti i contenuti "open content" sono liberamente disponibili e riproducibili allo stesso modo. Spesso i termini e le condizioni di utilizzo, riproduzione e di modifica dei contenuti vengono stabiliti da una licenza di pubblicazione che viene scelta dall'autore. [modifica] Licenze Esistono vari tipi di licenza, spesso molto differenti tra loro, tuttavia è possibile definire alcune variabili che sono comuni alla maggior parte delle licenze: Paternità dell'opera: la licenza stabilisce se è necessario o meno dichiarare il nome dell'autore originale dei contenuti ed eventualmente di coloro i quali vi apportino modifiche. Utilizzo dei contenuti a fini di lucro: la licenza stabilisce se i contenuti possono essere utilizzati/riprodotti anche per scopi commerciali o solo per fini amatoriali o di ricerca. Possibilità di apportare modifiche: la licenza stabilisce se è possibile modificare i contenuti da parte di terzi oppure no. Nel caso in cui fosse possibile apportare modifiche da parte di terzi, generalmente viene richiesto che il lavoro modificato venga pubblicato con una licenza uguale a quella del lavoro originale. Una licenza open source

è una licenza liberale concessa dal detentore di un diritto d'autore utilizzata prevalentemente nell'ambito dell'informatica riguardante solitamente il software, ma che può riguardare qualsiasi altro ambito nel quale si applica la normativa sul diritto d'autore. La sua particolarità è dovuta al fatto che gli autori invece di vietare, permettono. Non solo di usare e copiare, ma anche di modificare, ampliare, elaborare, vendere e quant'altro. E tutto questo senza imporre obblighi a ricompensare economicamente gli autori. L'esempio più lampante (e noto al largo pubblico) sono le decine di distribuzioni GNU/Linux: un sistema operativo completo di migliaia di applicativi anche di elevatissimo valore, spesso allegate a riviste ad un costo di 5 Euro. Un termine poco usato è quello di licenza liberale o licenza permissiva in contrapposizione a licenza restrittiva. Natura ed obiettivi delle licenze liberali Una licenza liberale autorizza chiunque ad usare, modificare, integrare, riprodurre, duplicare e distribuire un programma (o qualsiasi lavoro tutelato dalle norme sul diritto d'autore), anche a scopi commerciali in quanto la commercializzazione del programma non è vietata in modo esplicito. Il programma stesso deve essere disponibile anche in una forma leggibile e comprensibile all'uomo. Alcune licenze - come per esempio la GNU GPL - impongono dei vincoli alle licenze da applicare ad eventuali modifiche, oppure degli obblighi di comunicazione a determinate persone o gruppi di persone. Ci sono licenze i cui autori si riservano dei diritti che non vengono concessi agli altri coautori del prodotto, come ad esempio la NPL. Altre invece permettono persino di integrare completamente il codice dentro un prodotto commerciale, ovvero soggetto a royalty, come ad esempio la licenza X11. Lo scopo primario delle licenze liberali non è la gratuità del software, ma la sua sopravvivenza ovvero la certezza che vi sia la possibilità per chiunque e in qualunque momento, anche futuro, di apportare miglioramenti o comunque modifiche al programma, e di installarlo senza alcuna limitazione. Per alcuni esponenti della comunità del Software Libero, come Stallman, lo scopo primario è la libertà del software in sé, in quanto più importante rispetto agli aspetti tecnologici. [modifica] La definizione di Open Source Il termine "open source" venne coniato agli inizi del 1998 su iniziativa di Bruce Perens, Eric S. Raymond, Hall, Tim O'Reilly, Linus Torvalds e altri importanti sviluppatori della comunità Free Software, come allora veniva chiamata. L'obiettivo principale era quello di rendere l'idea del software libero più accettabile all'ambiente commerciale, evitando le posizioni intransigenti di Stallman e contemporaneamente evitare l'equivoco generato dalla parola "free" in inglese (che significa sia gratuito che libero). La parola "source" stava a sottolineare il fatto che un software non è tanto il programma eseguibile, quanto il suo punto di partenza, il sorgente appunto. La definizione di cosa può essere considerato "open source" deriva dalle regole che si era dato il progetto Debian nella scelta di quali software includere nella propria distribuzione GNU/Linux. Nacque in seguito una fondazione che tuttora gestisce il marchio creato ad hoc. Secondo tale definizione è evidente che non si tratta soltanto di avere accesso al codice sorgente, infatti affinché si possa parlare di una licenza open source è necessario che tale licenza soddisfi contemporaneamente tutte le condizioni sottoindicate, il cui obiettivo è molteplice: permette a chiunque di mettere mano al codice sorgente e contemporaneamente permette a chiunque di ridistribuirlo, il tutto senza che alcuno possa pretendere anche il minimo compenso, però senza impedire di chiedere un compenso a chi è disposto a pagarlo. Ridistribuzione libera. La licenza non può impedire ad alcuna parte in causa la vendita o la cessione del software. Chiunque deve poter fare tutte le copie che vuole, venderle o cederle, e non deve pagare nessuno per poter fare ciò. Codice sorgente. Il programma deve includere il codice sorgente. Codice deliberatamente offuscato non è ammesso. Questo in quanto il codice sorgente è necessario per modificare o riparare un programma. Opere derivate. La licenza deve permettere modifiche e opere derivate e deve consentire la loro distribuzione sotto i medesimi termini della licenza del software originale, in quanto il software serve a poco se non si può modificare per fare la manutenzione ad esempio per la correzione di errori o il porting su altri sistemi operativi. Integrità del codice sorgente dell'autore. La licenza può proibire che il codice sorgente venga distribuito in forma modificata solo se la licenza permette la distribuzione di "patch file" con il codice sorgente allo scopo di modificare il programma al momento della costruzione.

Nessuna discriminazione contro persone o gruppi. La licenza deve essere applicabile per tutti, senza alcuna discriminazione per quanto nobile possa essere l'obiettivo della discriminazione. Ad esempio non si può negare la licenza d'uso neanche a forze di polizia di regimi dittatoriali. Nessuna discriminazione di settori. Analogamente alla condizione precedente, questa impedisce che si possa negare la licenza d'uso in determinati settori, per quanto questi possano essere deplorevoli. Non si può dunque impedire l'uso di tale software per produrre armi chimiche o altri strumenti di distruzione di massa. Distribuzione della licenza. I diritti relativi al programma devono applicarsi a tutti coloro ai quali il programma sia ridistribuito, senza necessità di esecuzione di una licenza aggiuntiva. La licenza non dev'essere specifica a un prodotto. I diritti relativi a un programma non devono dipendere dall'essere il programma parte di una particolare distribuzione di software. La licenza non deve contaminare altro software. La licenza non deve porre restrizioni ad altro software che sia distribuito insieme a quello licenziato. Le licenze Mentre non tutte le licenze dichiarate liberali rispettano completamente le condizioni poste dalla Open Source Definition, ve ne sono alcune che sono riconosciute esplicitamente come tali dalla Open Source Initiative (OSI), titolare del marchio. A tal proposito la Free Software Foundation (FSF) ha a sua volta una lista di licenze ritenute più o meno libere e più o meno compatibili con la licenza GPL da loro promossa. In generale le licenze liberali non sono a priori reciprocamente compatibili. Il titolare dei diritti d'autore può comunque distribuire il proprio codice con diverse licenze, sia liberali che commerciali. Questo vale sia per l'iniziatore del progetto che per gli autori che contribuiscono al progetto, ciascuno per il proprio codice. Questa possibilità, detta pure dual-licensing o dual-system viene effettivamente praticata, p.es. dalla Sun per la propria Suite Star Office, ma anche da Larry Wall per l'interprete Perl. Nel novembre del 2001, Netscape ha deciso di rilasciare il codice del proprio browser anche sotto la licenza GPL - cosicché il progetto Mozilla viene rilasciato con le licenze NPL, MPL, GNU GPL e GNU LGPL - per venire incontro alla comunità degli sviluppatori di progetti open source soggetti alla GPL. Il risultato attuale è che parti del codice sorgente sono soggette a una o più di queste licenze; lo staff di Mozilla lavora per cercare di distribuire tutto il codice sotto la triplice licenza MPL/LGPL/GPL. L'espressione inglese copyleft, gioco di parole su copyright, indica un tipo di licenza libera per la quale pur garantendo le libertà previste dalla definizione, vengono imposte delle restrizioni sul rilascio di opere derivate in modo tale da far sì che queste si mantengano sempre libere, generalmente sotto la stessa licenza dell'opera originale. Esempi di licenze copyleft per il software sono la GNU GPL e, in minor misura, la GNU LGPL, per altri ambiti le Creative Commons License con la clausola share alike. termini "software libero" ed "open source" vengono usati per indicare quella che è sostanzialmente la stessa cosa, ma da punti di vista nettamente diversi. Il primo, nato agli inizi degli anni 80, indica software la cui licenza soddisfa una definizione in quattro punti prevalentemente basata su concetti etici, quali la possibilità di studiare, di aiutare il prossimo, di favorire la comunità; il secondo, nato alla fine degli anni 90 si riferisce alla Open Source Definition, a sua volta derivata dalle Debian Free Software Guidelines, ovvero una serie di 10 punti pratici che definiscono quali criteri legali debba soddisfare una licenza per essere considerata effettivamente libera, ovvero, con il nuovo termine, open source. I sostenitori del "software libero" affermano che sia da preferire in quanto pone il dovuto accento sulle questioni morali che stanno alla base di questo tipo di licenze, opponendosi all'uso del software "open source" che avrebbe minore efficacia in tale senso favorendo tra l'altro fraintendimenti del concetto anche guidati da aziende in cattiva fede. I sostenitori del software "open source", al contrario, dichiarano che l'espressione "Free Software", dal doppio significato di "Software Libero" e di "software gratuito" sia controproducente dal punto di vista della sua diffusione al di fuori dall'ambito hobbistico o al più universitario in quanto facilmente fraintendibile e talvolta percepita, a ragione o torto, come legata a correnti di pensiero poco apprezzabili nel mondo aziendale. [ Fraintendimenti comuni Nonostante le differenze di forma, è di fatto molto difficile che una licenza possa soddisfare i requisiti per una definizione, ma non per l'altra; in particolare il Software Libero non è necessariamente copyleft, ma può avere licenze più permissive

esattamente come l'open Source; d'altra parte non basta avere la possibilità di vedere e modificare per proprio uso i sorgenti di un programma perché questo sia considerabile Open Source. (Estratti del libro Smart mobs di Howard Rheingold, e da Wikipedia)