Ordinazione Diaconale di Antonio, Emanuele e Matteo (Cattedrale di Manfredonia, 18 marzo 2010) Fratelli e Sorelle amati da Dio, 1. è con profonda gioia spirituale che oggi riceviamo dal Signore la grande grazia di tre nuovi diaconi: Antonio, Emanuele e Matteo. Un evento che coinvolge direttamente tutti e tre i candidati e che si ripercuote in benedizione sull intera nostra Comunità diocesana. Comprenderete anche la mia emozione, essendo questa la mia prima ordinazione da quando sono vostro Vescovo. Questa grazia viene direttamente da Dio e si realizza attraverso la Liturgia della Chiesa. E solo la luce e l energia della fede ci permettono di conoscere e di accogliere la grandezza del mistero che ci vede stasera tutti coinvolti e testimoni. Voglia il Signore concederci di rinnovare la nostra fede e di sentire intensamente la sua presenza in mezzo a noi attraverso le parole e i riti di questa celebrazione liturgica. Carissimi Ordinandi, a voi il mio primo saluto, ricco di affetto e di ammirazione. Desidero anche salutare
i vostri familiari e tutto il nostro presbiterio diocesano e religioso, i sacerdoti che vi hanno guidato e le comunità parrocchiali, quelle che vi hanno generato alla vita di fede e quelle che vi hanno accompagnato nel cammino vocazionale. Un particolare saluto di benvenuto anche a Mons. Remo Chiavarini ed agli amici giunti da Roma. Ringrazio anche gli educatori del Seminario Regionale di Molfetta, qui rappresentati da Don Salvatore Tardio e da Don Davide Longo. Noto con piacere che tra i concelebranti c è anche Don Vittorio Borracci, antico Padre spirituale. E saluto con affetto i giovani Seminaristi delle varie Diocesi della Puglia e i ragazzi del nostro Seminario Diocesano. E' davvero incoraggiante vedere questi ragazzi e giovani che vi fanno corona. La gioia della vostra vocazione sia per loro una grande testimonianza, attraverso la quale essi scoprano, con vigore ancor più vivo in questo Anno Sacerdotale, la bellezza della vocazione al sacerdozio e la consacrazione al ministero. 2 2. Carissimi Fedeli, in una Omelia del Santo Padre Benedetto XVI troviamo alcune suggestive considerazioni su come, nella Chiesa, viene conferito il sacramento dell ordine (12 settembre 2009).
Il gesto dell imposizione delle mani, anzitutto. Si svolge in silenzio: la parola umana viene meno, è sospesa, messa a tacere. Nel silenzio l anima può più facilmente aprirsi a Dio, percepire la sua presenza, sperimentare la sua azione. E allora le mani del Vescovo, guardate con gli occhi della fede, diventano segno visibile, quasi prolungamento concreto della mano stessa di Dio, che - sono parole del Papa - s allunga verso l uomo, lo prende per sé e, al contempo, lo copre in modo da proteggerlo, affinché in seguito egli sia totalmente proprietà di Dio, gli appartenga del tutto. Di qui nasce la consapevolezza che il Signore è con me e che il suo amore mi protegge e mi accompagna. Queste parole così semplici si rivelano formidabili e affascinanti, perchè ci dicono in estrema sintesi il contenuto centrale, il mistero profondo che stiamo celebrando. Il secondo elemento dell atto di consacrazione è la preghiera. Per la verità l intera ordinazione diaconale è un evento di preghiera. E il Signore stesso e solo lui che, attraverso il gesto dell imposizione delle mani e la preghiera, assume questi tre giovani totalmente al suo servizio, li attira nel suo stesso mistero. Egli solo, unico e Sommo Sacerdote della nuova Alleanza, consacra gli eletti. Dal come viene conferita l ordinazione diaconale passiamo ora al contenuto, ossia al dono e al compito 3
che essa racchiude e sprigiona. Ci è di aiuto la meditazione della Parola di Dio della festa di San Giuseppe, che celebriamo nei primi vespri. 4 3. Fratelli e sorelle, la figura di San Giuseppe è una figura umilissima eppure straordinaria, come appare anche dalla pagina del Vangelo or ora proclamata (cfr. Matteo 1, 16. 18-21. 24). Nel grande e meraviglioso disegno della salvezza, Dio gli riserva un posto e un ruolo singolari, del tutto unici: Giuseppe è chiamato ad essere sposo della vergine madre di Dio, Maria santissima, e ad essere padre putativo di Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo, con il compito di custodire la Santa Famiglia. Come Maria a Nazaret, anche Giuseppe riceve una sua "annunciazione" da parte di un angelo che gli appare in sogno, ed anche lui pronuncia il suo "sì" al disegno di Dio. Abbiamo ascoltato nel Vangelo appena letto: "Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore" (Matteo 1, 24). Queste parole sembrano echeggiare le parole di Maria: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto". Come per Maria, la vita di san Giuseppe è stata una quotidiana realizzazione di questo "sì. E, in questa fede
condivisa, Maria e Giuseppe trovarono la più intima comunione di vita e la compartecipazione allo stesso destino. 5 4. Carissimi Antonio, Emanuele e Matteo, con l ordinazione diaconale Dio tocca in profondità il vostro essere, raggiunge in pienezza la vostra vita, vi offre un dono smisurato e vi affida un compito di singolare importanza, proprio come è avvenuto per San Giuseppe. Quale il compito che il Signore vi affida? Ricevendo l ordine del diaconato voi potrete celebrare il Sacramento del Battesimo, potrete presiedere alla celebrazione del Sacramento del Matrimonio, nel quale sono ministri gli stessi sposi. Vi avvicinerete sempre di più all Eucaristia e la Chiesa vi affiderà interamente il servizio della Parola. Sì, i diaconi possono annunziare il Vangelo come i presbiteri. Dicevano gli antichi Padri della Chiesa che proclamare con voce di fede la Parola di Dio vale molto più che spiegarla nell Omelia. E naturalmente la comunità da voi aspetta soprattutto il servizio della carità. Sarete cioè chiamati a dare testimonianza dell amore di Dio. Dovrete ispirarvi a Gesù, che ha detto ai discepoli quando domandavano chi fosse il più grande: "il più
grande tra voi sarà colui che serve" (Lc 22,26). E' questa l'immagine che definisce il compito del diacono. E voi avete voluto dare conferma di questo vostro impegno scegliendo per l immaginetta-ricordo di questa ordinazione la nota espressione di San Paolo: "Noi non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore; quanto a noi siamo vostri servi per amore di Gesù" (2 Cor 4, 5). Si, Gesù è modello di ogni diacono. Nell'ultima cena egli si chinò per lavare i piedi ai suoi discepoli e aggiunse: Vi ho dato l esempio, perché come ho fatto io facciate anche voi (Gv13,15). Anche voi vorrete chinarvi in modo speciale per lavare i piedi ai vostri fratelli, nel significato profondo di questo gesto che manifesta una umiltà che diviene grandezza nel servizio a tutti, e soprattutto ai più piccoli, ai più poveri, ai più umili. 6 4. Tra poco, a nome della Chiesa, il Vescovo, successore degli Apostoli, rivolgerà a voi alcune domande significative e programmatiche: Volete essere consacrati al ministero della Chiesa? Volete esercitare questo ministero con umiltà e carità? Volete annunciare il Vangelo con le parole e con la vita? Volete custodire per sempre l impegno del celibato, come segno di totale dedizione a Cristo? Volete impegnarvi nella preghiera
della Liturgia delle Ore? Volete conformare la vostra vita a quella di Cristo Signore?. Alle domande del Vescovo ognuno di voi risponderà: sì, sì, voglio essere pieno di umiltà e di carità, nella parola e nelle opere, nella preghiera, nella Liturgia delle Ore. E sarete vicini al corpo e al sangue di Cristo, all Eucaristia, per cercare di somigliare a Gesù nel suo atto di donazione e di immolazione. Col diaconato, sarete incardinati nella nostra arcidiocesi, dove svolgerete il vostro ministero in comunione col Vescovo e con tutto il presbiterio. Sarà la Chiesa di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo la vostra nuova famiglia. E farete il grande passo del "celibato", tanto significativo nel mondo di oggi: la rinuncia a costruire una vostra famiglia per essere immagine di Gesù. La consacrazione a Dio nel celibato e nella verginità è segno di libertà, che è pienezza della donazione a Dio e ai fratelli con il cuore di Maria e di Giuseppe. Sia la Madonna, con San Giuseppe, la vostra bussola di orientamento e la guida della vostra purezza. Poi sarete rivestiti con la stola e la veste diaconale perché dovrete apparire davanti a tutti come uomini nuovi: uomini della parola, uomini dell altare, uomini del servizio. 7
Auguri, dunque. Dio vi benedica e illumini il vostro cammino verso il grande giorno del vostro sacerdozio. Così sia. 8 Michele Castoro, arcivescovo