MINISTERO DELL'INTERNO DECRETO 3 agosto 2015

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Transcript:

DM 3 agosto 2015 coordinato con il Decreto Ministeriale 8 giugno 2016, il Decreto Ministeriale 9 agosto 2016, il Decreto Ministeriale 21 febbraio 2017, il Decreto Ministeriale 7 agosto 2017, il Decreto Ministeriale 23 novembre 2018. il Decreto Ministeriale 12 aprile 2019. MINISTERO DELL'INTERNO DECRETO 3 agosto 2015 Approvazione di norme tecniche di prevenzione incendi, ai sensi dell'articolo 15 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139. (15A06189) (GU n.192 del - Suppl. Ordinario n. 51) IL MINISTRO DELL'INTERNO Visto il decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139, recante «Riassetto delle disposizioni relative alle funzioni ed ai compiti del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, a norma dell'articolo 11 della legge 29 luglio 2003, n. 229»; Visto il decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, recante "Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro" e successive modificazioni; Visto il regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 marzo 2011, n. 305, che fissa condizioni armonizzate per la commercializzazione dei prodotti da costruzione e che abroga la direttiva 89/106/CEE del Consiglio; Visto il decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, recante «Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia; Visto il decreto del Presidente della Repubblica 1 agosto 2011, n. 151 e successive modificazioni, «Regolamento recante la semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi, a norma dell'articolo 49, comma 4-quater, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122»; Visto il decreto del Ministro dell'interno del 30 novembre 1983, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 339 del 12 dicembre 1983, recante «Termini, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione incendi»; Visto il decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, del 10 marzo 1998, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 81 del 7 aprile 1998, recante "Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell'emergenza nei luoghi di lavoro»; Visto il decreto del Ministro dell'interno del 31 marzo 2003, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 86 del 12 aprile 2003, recante «Requisiti di reazione al fuoco dei materiali costituenti le condotte di distribuzione e ripresa dell'aria degli impianti di condizionamento e ventilazione»; Visto il decreto del Ministro dell'interno del 3 novembre 2004, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 271 del 18 novembre 2004, recante «Disposizioni relative all'installazione ed alla manutenzione dei dispositivi per l'apertura delle porte installate lungo le vie di esodo, relativamente alla sicurezza in caso d'incendio»; Visto il decreto del Ministro dell'interno del 15 marzo 2005, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 73 del 30 marzo 2005, recante «Requisiti di reazione al fuoco dei prodotti da costruzione installati in attivita' disciplinate da

specifiche disposizioni tecniche di prevenzione incendi in base al sistema di classificazione europeo»; Visto il decreto del Ministro dell'interno del 15 settembre 2005, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 232 del 5 ottobre 2005, recante «Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per i vani degli impianti di sollevamento ubicati nelle attivita' soggette ai controlli di prevenzione incendi»; Visto il decreto del Ministro dell'interno del 16 febbraio 2007, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 74 del 29 marzo 2007, recante «Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da costruzione»; Visto il decreto del Ministro dell'interno del 9 marzo 2007, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 74 del 29 marzo 2007, recante «Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attivita' soggette al controllo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco»; Visto il decreto del Ministro dell'interno del 9 maggio 2007, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 117 del 22 maggio 2007, recante «Direttive per l'attuazione dell'approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio»; Visto il decreto del Ministro delle infrastrutture di concerto con il Ministro dell'interno e con il Capo Dipartimento della protezione civile del 14 gennaio 2008, pubblicato nel Supplemento Ordinario alla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 29 del 4 febbraio 2008, recante «Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni»; Visto il decreto del Ministro dell'interno del 7 agosto 2012, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 201 del 29 agosto 2012, recante «Disposizioni relative alle modalita' di presentazione delle istanze concernenti i procedimenti di prevenzione incendi e alla documentazione da allegare, ai sensi dell'articolo 2, comma 7, del decreto del Presidente della Repubblica 1 agosto 2011, n. 151»; Visto il decreto del Ministro dell'interno del 20 dicembre 2012, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 3 del 4 gennaio 2013, recante la «Regola tecnica di prevenzione incendi per gli impianti di protezione attiva contro l'incendio installati nelle attivita' soggette ai controlli di prevenzione incendi»; Ravvisata la necessita' di semplificare e razionalizzare l'attuale corpo normativo relativo alla prevenzione degli incendi attraverso l'introduzione di un unico testo organico e sistematico di disposizioni di prevenzione incendi applicabili ad attivita' soggette ai controlli di prevenzione incendi e mediante l'utilizzo di un nuovo approccio metodologico piu' aderente al progresso tecnologico e agli standard internazionali; Sentiti i rappresentanti delle categorie produttive e professionali maggiormente rappresentative a livello nazionale; Sentito il Comitato Centrale Tecnico-Scientifico per la prevenzione incendi di cui all'articolo 21 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139; Espletata la procedura di informazione ai sensi della direttiva n. 98/34/CE, come modificata dalla direttiva n. 98/48/CE; Decreta:

Art. 1 Approvazione e modalita' applicative delle norme tecniche di prevenzione incendi 1. Sono approvate, ai sensi dell'articolo 15 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139, le norme tecniche di prevenzione incendi di cui all'allegato 1, che costituisce parte integrante del presente decreto. Art. 2 Campo di applicazione e modalita' applicative 1. Le norme tecniche di cui all'art. 1, comma 1, si applicano alla progettazione, alla realizzazione e all'esercizio delle attivita' di cui all'allegato I del decreto del Presidente della Repubblica 1 agosto 2011, n. 151, individuate con i numeri: 9; 14; da 19 a 40; da 42 a 47; da 50 a 54; 56; 57; 63; 64; 66, ad esclusione delle strutture turistico-ricettive all'aria aperta e dei rifugi alpini; 67, ad esclusione degli asili nido; da 69 a 71; 73; 75; 76. Sono fatte salve le modalita' applicative alternative di cui all'art. 2-bis. 2. Le norme tecniche di cui all'art. 1, comma 1, si applicano alle attivita' di cui al comma 1 di nuova realizzazione. 3. Per gli interventi di modifica ovvero di ampliamento alle attivita' di cui al comma 1, esistenti alla data di entrata in vigore del presente decreto, le norme tecniche di cui all'art. 1, comma 1, si applicano a condizione che le misure di sicurezza antincendio esistenti, nella parte dell'attivita' non interessata dall'intervento, siano compatibili con gli interventi da realizzare. 4. Per gli interventi di modifica o di ampliamento delle attivita' esistenti di cui al comma 1, non rientranti nei casi di cui al comma 3, si continuano ad applicare le specifiche norme tecniche di prevenzione incendi di cui all'art. 5 comma 1-bis e, per quanto non disciplinato dalle stesse, i criteri tecnici di prevenzione incendi di cui all'art. 15, comma 3, del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139. Nei casi previsti dal presente comma, e' fatta salva, altresi', la possibilita' per il responsabile dell'attivita' di applicare le disposizioni di cui all'art. 1, comma 1, all'intera attivita'. 5. Le norme tecniche di cui all'art. 1, comma 1, possono essere di riferimento per la progettazione, la realizzazione e l'esercizio delle attivita' che non rientrano nei limiti di assoggettabilita' previsti nell'allegato I del decreto del Presidente della Repubblica 1 agosto 2011, n. 151, o che non siano elencate nel medesimo allegato.». Art. 2-bis Modalita' applicative alternative 1. In alternativa alle norme tecniche di cui all'art. 1, comma 1, e' fatta salva la possibilita' di applicare le norme tecniche indicate all'art. 5, comma 1-bis, per le seguenti attivita',

cosi' come individuate ai punti di cui all'allegato I del decreto del Presidente della Repubblica 1 agosto 2011, n. 151: a) 66, ad esclusione delle strutture turistico-ricettive all'aria aperta e dei rifugi alpini; b) 67, ad esclusione degli asili nido; c) 69, limitatamente alle attivita' commerciali ove sia prevista la vendita e l'esposizione di beni; d) 71; e) 75, con esclusione dei depositi di mezzi rotabili e dei locali adibiti al ricovero di natanti ed aeromobili.». Art. 3 Impiego dei prodotti per uso antincendio 1. I prodotti per uso antincendio, impiegati nel campo di applicazione del presente decreto, devono essere: a) identificati univocamente sotto la responsabilita' del produttore, secondo le procedure applicabili; b) qualificati in relazione alle prestazioni richieste e all'uso previsto; c) accettati dal responsabile dell'attivita', ovvero dal responsabile dell'esecuzione dei lavori mediante acquisizione e verifica della documentazione di identificazione e qualificazione. 2. L'impiego dei prodotti per uso antincendio e' consentito se gli stessi sono utilizzati conformemente all'uso previsto, sono rispondenti alle prestazioni richieste dal presente decreto e se: a) sono conformi alle disposizioni comunitarie applicabili; b) sono conformi, qualora non ricadenti nel campo di applicazione di disposizioni comunitarie, alle apposite disposizioni nazionali applicabili, gia' sottoposte con esito positivo alla procedura di informazione di cui alla direttiva 98/34/CE e successive modifiche, che prevedono apposita omologazione per la commercializzazione sul territorio italiano e a tal fine il mutuo riconoscimento; c) qualora non contemplati nelle lettere a) e b), sono legittimamente commercializzati in uno degli Stati della Unione europea o in Turchia in virtu' di specifici accordi internazionali stipulati con l'unione europea, ovvero legalmente fabbricati in uno degli Stati firmatari dell'associazione europea di libero scambio (EFTA), parte contraente dell'accordo sullo spazio economico europeo (SEE), per l'impiego nelle stesse condizioni che permettono di garantire un livello di protezione, ai fini della sicurezza dall'incendio, equivalente a quello previsto nelle norme tecniche allegate al presente decreto 3. L'equivalenza del livello di protezione, garantito dai prodotti per uso antincendio di cui al comma 2, e' valutata, ove necessario, dal Ministero dell'interno applicando le procedure previste dal Regolamento (CE) n. 764/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 luglio 2008.

Art. 4 Monitoraggio 1. La Direzione centrale per la prevenzione e la sicurezza tecnica, del Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, del Ministero dell'interno, provvede al monitoraggio dell'applicazione delle norme tecniche di cui all'articolo 1. Art. 5 Disposizioni finali 1 Ai fini dell'applicazione delle norme tecniche di cui all'articolo 1, restano valide: a) le disposizioni di cui al decreto del Ministro dell'interno 7 agosto 2012 relativamente alla documentazione tecnica da allegare alle istanze di cui decreto del Presidente della Repubblica 1 agosto 2011, n. 151. La medesima documentazione tecnica deve includere le informazioni indicate nelle norme tecniche di cui al presente decreto; b) le disposizioni di cui all'articolo 11, comma 3, del decreto del Ministro dell'interno 7 agosto 2012 e quelle degli articoli 3, comma 3, 4, comma 2, e 6, comma 4, del decreto del Ministro dell'interno 9 maggio 2007, relative alla determinazione degli importi dei corrispettivi dovuti per i servizi resi dai Comandi provinciali dei vigili del fuoco. 1-bis. Alle attivita' per le quali vengono applicate le norme tecniche di cui all'art. 1, comma 1, non si applicano le seguenti: a) decreto del 30 novembre 1983 recante «Termini, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione incendi e successive modificazioni»; b) decreto del 31 marzo 2003 recante «Requisiti di reazione al fuoco dei materiali costituenti le condotte di distribuzione e ripresa dell'aria degli impianti di condizionamento e ventilazione»; c) decreto del 3 novembre 2004 recante «disposizioni relative all'installazione ed alla manutenzione dei dispositivi per l'apertura delle porte installate lungo le vie di esodo, relativamente alla sicurezza in caso di incendio»; d) decreto del 15 marzo 2005 recante «Requisiti di reazione al fuoco dei prodotti da costruzione installati in attivita' disciplinate da specifiche disposizioni tecniche di prevenzione incendi in base al sistema di classificazione europeo»; e) decreto del 15 settembre 2005 recante «Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per i vani degli impianti di sollevamento ubicati nelle attivita' soggette ai controlli di prevenzione incendi; f) decreto del 16 febbraio 2007, recante «Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da costruzione»; g) decreto del 9 marzo 2007, recante «Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attivita' soggette al controllo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco»; h) decreto del 20 dicembre 2012 recante «Regola tecnica di

prevenzione incendi per gli impianti di protezione attiva contro l'incendio installati nelle attivita' soggette ai controlli di prevenzione incendi»; i) decreto del Ministro dell'interno 22 febbraio 2006 recante «Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e esercizio di edifici e/o locali destinati ad uffici»; l) decreto del Ministro dell'interno 9 aprile 1994 recante «Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la costruzione e l'esercizio delle attivita' ricettive turistico-alberghiere»; m) decreto del Ministro dell'interno 6 ottobre 2003 recante «Approvazione della regola tecnica recante l'aggiornamento delle disposizioni di prevenzione incendi per le attivita' ricettive turistico-alberghiere esistenti di cui al decreto 9 aprile 1994»; n) decreto del Ministro dell'interno 14 luglio 2015 recante «Disposizioni di prevenzione incendi per le attivita' ricettive turistico-alberghiere con numero di posti letto superiore a 25 e fino a 50»; o) decreto del Ministro dell'interno 1 febbraio 1986 recante «Norme di sicurezza antincendi per la costruzione e l'esercizio delle autorimesse e simili»; p) decreto del Ministro dell'interno 22 novembre 2002 recante «Disposizioni in materia di parcamento di autoveicoli alimentati a gas di petrolio liquefatto all'interno di autorimesse in relazione al sistema di sicurezza dell'impianto; q) decreto del Ministro dell'interno 26 agosto 1992 recante «Norme di prevenzione incendi nell'edilizia scolastica e successive integrazioni»; r) decreto del Ministro dell'interno 27 luglio 2010 recante «Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio delle attivita' commerciali con superficie superiore a 400 mq»; 2. Per le attivita' di cui all'art. 2 in regola con gli adempimenti previsti agli articoli 3, 4 e 7 del decreto del Presidente della Repubblica 1 agosto 2011, n. 151, il presente decreto non comporta adempimenti.». 3. Il presente decreto entra in vigore il novantesimo giorno successivo alla data di pubblicazione nella Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana. Roma, 3 agosto 2015 Il Ministro: Alfano Allegato 1 Norme tecniche di prevenzione incendi Struttura del documento Sezione G Generalita' G.1 Termini, definizioni e simboli grafici G.2 Progettazione per la sicurezza antincendio (*) Testo modificato ed introdotto dal DM 12 aprile 2019

G.3 Determinazione dei profili di rischio delle attivita' Sezione S Strategia antincendio S.1 Reazione al fuoco S.2 Resistenza al fuoco S.3 Compartimentazione S.4 Esodo S.5 Gestione della sicurezza antincendio S.6 Controllo dell'incendio S.7 Rivelazione ed allarme S.8 Controllo di fumi e calore S.9 Operativita' antincendio S.10 Sicurezza degli impianti tecnologici e di servizio Sezione V Regole tecniche verticali V.1 Aree a rischio specifico V.2 Aree a rischio per atmosfere esplosive V.3 Vani degli ascensori V.4 Uffici V.5 Attività ricettive turistico-alberghiere V.6 Autorimesse V.7 Scuole V.8 Attività commerciali Sezione M Metodi M.1 Metodologia per l'ingegneria della sicurezza antincendio M.2 Scenari di incendio per la progettazione prestazionale M.3 Salvaguardia della vita con la progettazione prestazionale Sezione G Sezione S Sezione V Sezione M Generalita' Parte di provvedimento in formato grafico Strategia antincendio Parte di provvedimento in formato grafico Parte di provvedimento in formato grafico Regole tecniche verticali Parte di provvedimento in formato grafico Metodi Parte di provvedimento in formato grafico

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GUIDA TECNICA su: Requisiti di sicurezza antincendio delle facciate negli edifici civili. 96

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15A06189 LOREDANA COLECCHIA, redattore DELIA CHIARA, vice redattore (WI-GU-2015-SON-044) Roma, 2015 - Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A. 230

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23-6-2016 GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie generale - n. 145 66

23-6-2016 GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie generale - n. 145 16A04716 67

23-8-2016 GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie generale - n. 196 Regola tecnica introdotta con DM 9 agosto 2016 5

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3-3-2017 GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie generale - n. 52 Regola tecnica introdotta con DM 21 febbraio 2017 2

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3-3-2017 GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie generale - n. 52 17A01579 13

24-8-2017 GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie generale - n. 197 Regola tecnica introdotta con DM 7 agosto 2017 A LLEGATO REGOLE TECNICHE VERTICALI Capitolo V.7: Attività scolastiche V 7.1 V 7.2 Scopo e campo di applicazione 1. La presente regola tecnica verticale reca disposizioni di prevenzione incendi riguardanti edifici o locali adibiti ad attività scolastica di ogni ordine, grado e tipo, collegi e accademie, con affollamento superiore a 100 occupanti[1]. 2. Sono esclusi dal campo applicazione le scuole aziendali e ambienti didattici ubicati all interno di attività non scolastiche per le quali le presenti norme possono costituire un utile riferimento. Nota: [1] Corrisponde all'attività di cui all allegato I del decreto del Presidente della Repubblica 1 agosto 2011, n. 151, individuata con il numero 67, ad esclusione degli asili nido. Classificazioni 1. Ai fini della presente regola tecnica verticale, le attività scolastiche sono classificate come segue: a) in relazione al numero degli occupanti n: OA: 100 < n 300 occupanti; OB: 300 < n 500 occupanti; OC: 500 < n 800 occupanti; OD: 800 < n 1200 occupanti; OE: n > 1200occupanti. b) in relazione alla massima quota dei piani h: HA: h 12 m; HB: 12 m < h 24 m; HC: 24 m < h 32 m; HD: 32 m < h 54 m; HE: h > 54 m. 2. Le aree dell'attività sono classificate come segue: TA: locali destinati ad attività didattica e spazi comuni; TM: depositi o archivi di superficie lorda maggiore di 25 m 2 e carico di incendio specifico q f > 600 MJ/m 2 ; TO: locali con affollamento >100 persone; Nota: Ad esempio aula magna, mensa, TK: locali ove si detengano o trattino sostanze o miscele pericolose o si effettuino lavorazioni pericolose ai fini dell'incendio o dell'esplosione; locali con carico di incendio specifico q f > 1200 MJ/m 2 ; Nota: Ad esempio: laboratori chimici, officine, sale prova motori, laboratori di saldatura, locali per lo stoccaggio di liquidi infiammabili, 2

24-8-2017 GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie generale - n. 197 TT: locali in cui siano presenti quantità significative di apparecchiature elettriche ed elettroniche, locali tecnici rilevanti ai fini della sicurezza antincendio; Nota: Ad esempio centri elaborazione dati, stamperie, cabine elettriche,... Nota: Ad esempio, le aule di informatica possono rientrare sia in TA che in TT, in tal caso devono rispettare tutte le relative prescrizioni. TZ: altre aree. 3. Sono considerate aree a rischio specifico (Capitolo V.1) almeno le seguenti aree dell'attività: aree TK. V 7.3 Profili di rischio 1. I profili di rischio sono determinati secondo la metodologia di cui al capitolo G.3. V. 7.4 Strategia antincendio V. 7.4.1 Reazione al fuoco V. 7.4.2 Resistenza al fuoco 1. Devono essere applicate tutte le misure antincendio della regola tecnica orizzontale (RTO) attribuendo i livelli di prestazione secondo i criteri in esse definiti, fermo restando quanto indicato al successivo punto 3. 2. Devono essere altresì applicate le prescrizioni dei capitoli V.1 e, ove pertinente, V.2 e V.3. 3. Nei paragrafi che seguono sono riportate le indicazioni complementari o sostitutive delle soluzioni conformi previste dai corrispondenti livelli di prestazione della RTO. 4. È ammesso l'uso dei locali per altre attività non funzionalmente connesse all'attività scolastica (es. attività sportive di società esterne, conferenze aperte al pubblico, attività teatrali,...) nel rispetto delle regole tecniche di prevenzione incendi applicabili e compatibilmente con la sicurezza di tutte le attività contemporaneamente esercite. 1. Nelle vie d'esodo verticali, passaggi di comunicazione delle vie d'esodo orizzontali (es. corridoi, atri, spazi calmi, filtri,...) devono essere impiegati materiali appartenenti almeno al gruppo GM2 di reazione al fuoco (Capitolo S.1). 2. Negli ambienti del comma 1 è ammesso l'impiego di materiali appartenenti al gruppo GM3 di reazione al fuoco (capitolo S.1) con l'incremento di un livello di prestazione delle misure richieste per il controllo dell'incendio ( capitolo S.6) e per la rivelazione ed allarme ( capitolo S.7). 1. La classe di resistenza al fuoco (Capitolo S.2) non può essere inferiore a quanto previsto in tabella V.7-1 Classificazione dell'attività Compartimenti HA HB HC HD HE Fuori terra 30 60 90 Interrati 60 90 Tabella V.7-1: Classe minima di resistenza al fuoco 3

24-8-2017 GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie generale - n. 197 2. Qualora l'attività scolastica si sviluppi al solo piano terra, in opere da costruzione destinate esclusivamente a tale attività e non adiacenti ad altre opere da costruzione, e tutte le aree TA e TO dispongano di uscite dirette su luogo sicuro, è ammesso il livello di prestazione 1 per la misura antincendio resistenza al fuoco ( Capitolo S.2). V.7.4.3 Compartimentazione 1. Le aree di tipo TA, TO devono essere ubicate a quota di piano non inferiore a -5 m. 2. Le aree dell'attività devono avere le caratteristiche di compartimentazione (Capitolo S.3) previste in tabella V.7-2. Classificazione dell'attività Areedell'attività HA HB HC HD HE TA Nessun requisito aggiuntivo TM, TO, TT Di tipo protetto Il resto dell'attività deve essere a prova di fumo proveniente TK Di tipo protetto [1] dall'area TK TZ Secondo risultanze dell'analisi del rischio [1] Di tipo protetto se ubicate a quota non inferiore a -5 m; in caso l'area TK sia ubicata a quota inferiore a -5 m, il resto dell'attività deve essere a prova di fumo proveniente dall'area TK. Tabella V.7-2: Compartimentazione V.7.4.4 Gestione della sicurezza antincendio 1. Nelle aree TA e TO deve essere affissa cartellonistica indicante il massimo affollamento consentito (Capitolo S.4). 2. Nella attività in cui è richiesto il livello di prestazione I di rivelazione ed allarme(capitolo S.7), deve essere prevista una procedura gestionale di sorveglianza periodica, durante l'orario di svolgimento dell'attività, delle aree TM e TK, se presenti; Nota: la sorveglianza periodica, che deve essere codificata nella pianificazione di emergenza (Capitolo S.5), si esplica attraverso ispezioni visive delle aree, effettuate da parte di personale addetto appositamente incaricato, per la verifica dell'assenza di anomalie rispetto alle normali condizioni di esercizio. V.7.4.5 Controllo dell'incendio 1. Le aree dell'attività devono essere dotate di misure di controllo dell'incendio (Capitolo S.6) secondo i livelli di prestazione previsti in tabella V.7-3. Classificazione dell'attività Areedell'attività HA HB HC HD HE TA, TM, TO, TT II III III III III TK III[1] III [1] IV IV IV TZ Secondo risultanze dell'analisi del rischio [1] livello IV qualora ubicati a quota di piano inferiore a -5 m Tabella V.7-3: Livello di prestazione per controllo dell'incendio 4

24-8-2017 GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie generale - n. 197 2. Ai fini dell'applicazione della norma UNI 10779, deve essere prevista la protezione interna e devono essere adottati i seguenti parametri di progettazione minimi riportati in tabella V.7-4. Classificazione dell'attività Livello di pericolosità minimo Protezione esterna Caratteristiche minime alimentazione idrica (UNI EN 12845) OA, OB, OC 1 Non richiesta Singola OD, OE 2 [2] Sì [1] Singola superiore [1] Non richiesta per HA [2] Per le eventuali aree TK presenti nella attività HA, è richiesto almeno il livello di pericolosità 1. Tabella V7-4: Parametri progettuali per la rete idranti secondo UNI 10779. Aree dell attività 3. Per la progettazione dell'eventuale impianto automatico di controllo o estinzione dell incendio di tipo sprinkler secondo norma UNI EN 12845 devono essere adottati i parametri riportati in tabella V.7-5. Classificazione delle porzioni di attività nelle quali è previsto l'impianto sprinkler caratteristiche minime alimentazione idrica (UNI EN 12845) TK Secondo norma UNI EN 12845 Singola Superiore [1] [1] Per le eventuali aree TK inserite in attività OA, OB e OC, alimentazione idrica di tipo singolo. Tabella V7-5: Parametri progettuali impianto sprinkler secondo UNI EN 12845. V.7.4.6 Rivelazione ed allarme 1. L'attività deve essere dotata di misure di rivelazione ed allarme (Capitolo S.7) secondo i livelli di prestazione di cui alla tabella V.7-6. Classificazione Classificazione dell'attività dell'attività HA HB HC HD HE OA I [2] II [1] III III IV OB II [1] II [1] III IV IV OC III III IV IV IV OD III III IV IV IV OE IV [1] Se presenti, le aree TM,TK e TT devono essere sorvegliate da rivelazione automatica d'incendio (funzione A, capitolo S.7) [2] Illivello di prestazione I può essere garantito anche dallo stesso impianto a campanelli usato normalmente per l'attività scolastica, purché sia convenuto, e codificato nella pianificazione di emergenza (Capitolo S.5), un particolare suono. Tabella V.7-6: Livelli di prestazione per rivelazione ed allarme V. 7.5 Vani degli ascensori 1. Fatte salve le indicazioni contenute nella tabella S.9-3, laddove siano previsti vani scala di tipo protetto o a prova di fumo, i vani degli ascensori (Capitolo V.3) a servizio dell attività devono essere almeno di tipo SB qualora attraversino elementi orizzontali di compartimentazione. 17A05836 5

3-12-2018 GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie generale - n. 281 Regola tecnica introdotta con DM 23 novembre 2018 ALLEGATO 1 REGOLE TECNICHE VERTICALI Capitolo V.8 V.8.1 V.8.2 V.8.3 Attività commerciali Scopo e campo di applicazione 1. La presente regola tecnica verticale reca disposizioni di prevenzione incendi riguardanti le attività commerciali, ove sia prevista la vendita e l esposizione di beni, con superficie lorda superiore a 400 m 2 comprensiva di servizi, depositi e spazi comuni coperti. Definizioni 1. Attività commerciale: attività costituita da una o più aree di vendita comunicanti anche afferenti a responsabili diversi, comprensiva di servizi, depositi e spazi comuni coperti. 2. Spazio comune: area a servizio di più aree di vendita (ad esempio: atrii, gallerie, sistemi di collegamento quali corridoi, scale, ). 3. Mall: galleria interna all attività commerciale anche su più piani su cui si affacciano le aree di vendita, i relativi servizi e depositi. 4. Vendita da retrobanco: attività commerciale con limitati spazi aperti al pubblico per la vendita e l esposizione dei beni. Nota In queste attività la vendita viene effettuata al banco, ordinando i beni che vengono prelevati dagli addetti dell attività commerciale (ad esempio: autoricambi, ferramenta, distributori di materiale elettrico, idraulico, ) 5. Articoli pirotecnici NSL: articoli pirotecnici non soggetti a licenza per la minuta vendita di esplosivi ai sensi del Regio Decreto 18 giugno 1931, n. 773 Classificazioni 1. Ai fini della presente regola tecnica, le attività commerciali sono classificate come segue: a) in relazione alla superficie lorda utile A: AA: A 1.500 m 2 ; AB: 1500 m 2 < A 3000 m 2 ; AC: 3000 m 2 < A 5000 m 2 ; AD: 5000 m 2 < A 10000 m 2 ; AE: A > 10000 m 2. Nota Nel computo della superficie lorda utile A, oltre alle aree destinate alla vendita, devono essere considerate solo le aree destinate a servizi, depositi e spazi comuni coperti direttamente funzionali all'attività commerciale, così come definite al successivo punto 2. Ad esempio, non si considerano aree direttamente funzionali quelle delle attività produttive o artigianali eventualmente presenti nell opera da costruzione, anche se comunicanti con l attività commerciale. Nota La superficie lorda utile A è impiegata per l individuazione delle misure di sicurezza e non ai fini del campo di applicazione della presente regola tecnica. b) in relazione alla quota dei piani h: HA: -1 m h 6 m; HB: -5 m h 12 m; HC: -10 m h 24 m; HD: tutti gli altri casi non rientranti nella classificazione precedente. Nota Per la classificazione in relazione alla quota dei piani h possono essere omesse le quote dei piani dei percorsi di collegamento dell attività commerciale con altre attività (ad esempio: autorimesse, locali di pubblico spettacolo, ). 2. Le aree dell'attività direttamente funzionali sono classificate come segue: 19

3-12-2018 GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie generale - n. 281 TA: aree di vendita ed esposizione comprensive di spazi comuni, accessibili al pubblico; TB1: aree di vendita ed esposizione comprensive di spazi comuni, accessibili al pubblico in numero limitato ed accompagnato da addetti; Nota Ad esempio: showroom aziendale inserito in un'attività produttiva, artigianale o di servizio. Nota Fanno parte delle aree TA eventuali showroom inseriti in un centro commerciale. TB2: aree per vendita da retrobanco comprensive di spazi comuni, accessibili al pubblico, di superficie 100 m 2 ; Nota Ad esempio: punti vendita di ricambi o componenti, TC: aree non aperte al pubblico, adibite ad uffici e servizi, di superficie > 200 m 2 ; TK1: aree collegate ad aree TA ove si effettuano lavorazioni pericolose ai fini dell incendio o dell esplosione, aventi superficie > 150 m 2 ; Nota Ad esempio: aree di taglio legno, officine di montaggio o riparazione di parti, aree per la miscelazione di vernici, TK2: aree esterne all opera da costruzione, coperte o scoperte, destinate anche temporaneamente, allo stoccaggio, alla movimentazione ed al carico/scarico delle merci, al deposito dei materiali di scarto e degli imballaggi; TM1: depositi con carico di incendio specifico q f > 600 MJ/m 2, aventi superficie > 200 m 2 ; TM2: depositi con carico di incendio specifico q f > 1200 MJ/m 2 ; TM3: depositi di articoli pirotecnici NSL, con quantitativi netti di manufatti 150 kg; TT1: locali in cui siano presenti quantità significative di apparecchiature elettriche ed elettroniche, locali tecnici rilevanti ai fini della sicurezza antincendio; Nota Ad esempio: CED, sala server, cabine elettriche... TT2: aree destinate alla ricarica di accumulatori elettrici di trazione; Nota Ad esempio muletti, transpallet, macchine per la pulizia con uomo a bordo,... TZ: altre aree non ricomprese nelle precedenti. 3. Sono considerate aree a rischio specifico (Capitolo V.1) almeno le seguenti aree: aree TK1, TK2, TM2, TM3, TT2. V.8.4 V.8.5 Profili di rischio 1. I profili di rischio sono determinati secondo la metodologia di cui al capitolo G.3. Strategia antincendio 1. Devono essere applicate tutte le misure antincendio della regola tecnica orizzontale (RTO) attribuendo i livelli di prestazione secondo i criteri in esse definiti, fermo restando quanto indicato al successivo punto 3. 2. Devono essere applicate le prescrizioni del capitolo V.1 in merito alle aree a rischio specifico e, ove pertinenti, le prescrizioni delle altre regole tecniche verticali. 3. Nei paragrafi che seguono sono riportate le indicazioni complementari o sostitutive delle soluzioni conformi previste dai corrispondenti livelli di prestazione della RTO. 20

3-12-2018 GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie generale - n. 281 V.8.5.1 V.8.5.2 Reazione al fuoco 1. Nelle vie d'esodo verticali, passaggi di comunicazione delle vie d esodo orizzontali (ad esempio: corridoi, atri, spazi calmi, filtri, ) devono essere impiegati materiali appartenenti almeno al gruppo GM2 di reazione al fuoco (Capitolo S.1). 2. Negli spazi di esposizione e vendita delle aree TA devono essere impiegati materiali almeno appartenenti al gruppo GM3, limitatamente ai materiali indicati nella Tabelle S.1-5, S.1-6 e S.1-7 (Capitolo S.1). Resistenza al fuoco 1. La classe di resistenza al fuoco dei compartimenti (Capitolo S.2) non può essere inferiore a quanto previsto in tabella V.8-1. Compartimenti Classificazione attività HA HB HC HD Fuori terra 30 [1] 60 90 Interrati - 90 [1] Per le attività classificate AA o AB, che occupino un unico piano a quota compresa fra -1 m e +1 m, in opere da costruzione destinate esclusivamente a tali attività e compartimentate rispetto ad altre opere da costruzione, senza comunicazioni, è ammessa classe di resistenza al fuoco non inferiore a 15. Tabella V.8-1: Classe minima di resistenza al fuoco V.8.5.3 Compartimentazione 1. Le aree di tipo TA devono rispettare le quote di piano, le limitazioni e le misure antincendio della tabella V.8-2. Quote dei piani Limitazioni Misure antincendio aggiuntive -1 m h 12 m Nessuna Nessun requisito aggiuntivo h > 12 m Nessuna Rivelazione ed allarme (Capitolo S.7) di livello di prestazione IV; Tutte le vie d esodo verticali di tipo protetto [1] -5 m h < -1 m [3] AA con q f 600 MJ/m 2 Nessun requisito aggiuntivo -5 m h < -1 m [3] Nessuna Controllo dell'incendio (Capitolo S.6) di livello di prestazione IV [2]; Rivelazione ed allarme (Capitolo S.7) di livello di prestazione IV; Controllo di fumi e calore (Capitolo S.8) di livello di prestazione III. [1] Per attività con h > 24 m vie di esodo verticali di tipo a prova di fumo. [2] Per attività con carico d'incendio specifico q f 600 MJ/m 2 è ammesso il livello di prestazione III per il controllo dell'incendio (Capitolo S.6). [3] Nel caso di un solo piano interrato è ammesso h sino a -7,5 m. Tabella V.8-2: Quote di piano, limitazioni e misure antincendio delle aree di tipo TA 21

3-12-2018 GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie generale - n. 281 Aree attività TA, TB1, TB2 Classificazione attività HA HB HC HD Nessun requisito aggiuntivo TC, TM1, TM3, TT1, TT2 Di tipo protetto [1] TK1, TM2 Di tipo protetto [2] TZ Secondo valutazione del rischio Resto dell attività a prova di fumo proveniente dalle aree TK1, TM2 [1] Nessun requisito aggiuntivo per le aree TM1 rispetto alle aree TB2. [2] Per attività HB, se le aree TK1 o TM2 sono ubicate a quota inferiore a -1 m, il resto dell'attività accessibile al pubblico deve essere a prova di fumo proveniente dalle medesime aree. Tabella V.8-3: Compartimentazione 2. Le aree dell'attività devono avere le caratteristiche di compartimentazione (Capitolo S.3) previste in tabellav.8-3. 3. Per le attività con controllo dell incendio (Capitolo S.6 ) di livello di prestazione IV, la quota 12 m dei piani della tabella S.3-5 (Capitolo S.3) della compartimentazione multipiano è riferibile a 15 m. 4. Le aree TA devono essere compartimentate rispetto alle aree TK2, oppure devono essere interposte distanze di separazione (Capitolo S.3.8) assumendo il carico d'incendio specifico delle aree TK2 non inferiore a q f = 600 MJ/m 2. 5. Sono ammesse le seguenti comunicazioni tra diverse attività secondo il paragrafo S.3.10: a) di tipo protetto e chiusure almeno E 30-S a tra le attività commerciali con aree di tipo TB1 o TB2 ed altre attività, con sistemi d'esodo indipendenti; Nota Si ammettono comunicazioni delle aree TB1 o TB2 anche verso attività industriali produttive o artigianali. b) di tipo a prova di fumo tra le attività commerciali classificate AA+HA o AA+HB ed altre attività civili con sistemi d'esodo comuni; c) senza requisiti di compartimentazione tra le attività commerciali classificate AA+HA o AA+HB ed altre attività con occ = E (Capitolo G.3.2.1) con sistemi di esodo comuni; d) senza requisiti di compartimentazione tra le attività commerciali dotate di controllo dell incendio (Capitolo S.6) di livello di prestazione V e controllo di fumo e calore (Capitolo S.8) di livello di prestazione III ed altre attività con occ = E (Capitolo G.3.2.1) con sistemi d esodo comuni; e) di tipo protetto tra le attività commerciali ed altre attività civili con sistemi d esodo indipendenti. f) di tipo a prova di fumo tra le attività commerciali ed altre attività con sistemi d esodo indipendenti. V.8.5.4 Esodo 1. La progettazione dell'esodo (capitolo S.4) deve prevedere densità di affollamento almeno pari a 0,2 pp/m 2 per gli spazi comuni aperti al pubblico considerando, inoltre, gli eventuali ulteriori affollamenti provenienti da altre attività. Nota Ad esempio si considerano affollamenti provenienti da altre attività quelli provenienti dalle banchine delle stazioni, aerostazioni, dagli alberghi, autorimesse, impianti sportivi, che eventualmente adducano negli spazi comuni aperti al pubblico. 2. Ai fini dell'applicazione della tabella S.4.6 si considerano: a) aree di vendita di piccole attività commerciali al dettaglio con settore alimentare o misto le aree TA delle attività AA o AB; 22

3-12-2018 GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie generale - n. 281 b) aree di vendita di piccole attività commerciali al dettaglio con specifica gamma merceologica non alimentare le aree TA delle attività AA; 3. Le vie d esodo (capitolo S.4) delle aree TA non devono attraversare le altre tipologie di aree. 4. Ai fini del computo della lunghezza di esodo, la mall può essere assimilata a luogo sicuro temporaneo se sono verificate tutte le condizioni di cui alla tabella V.8-4. Carico di incendio specifico nella mall q f 50 MJ/m 2, anche in presenza di allestimenti a carattere temporaneo. Distanza minima L fra facciate contrapposte che si affacciano sulla mall pari a facciata più alta ed L comunque non inferiore a 7 m. 7 H con H altezza della Controllo dell incendio (Capitolo S.6) di livello di prestazione IV, esteso a tutti gli ambiti non compartimentati che si affacciano nella mall. Rivelazione e allarme (Capitolo S.7) di livello di prestazione IV, esteso alla mall e a tutti gli ambiti non compartimentati che vi si affacciano. Controllo fumo e calore (Capitolo S.8) di livello di prestazione III, esteso alla mall e a tutti gli ambiti non compartimentati che vi si affacciano. Tabella V.8-4: Condizioni per assimilare la mall a luogo sicuro temporaneo V.8.5.5 Gestione della sicurezza antincendio 1. Le attività commerciali con sistemi d'esodo comuni rispetto ad altre attività (Capitolo S.3.10) devono adottare la GSA (Capitolo S.5) di livello di prestazione III. 2. La GSA in condizione ordinarie (Capitolo S.5) deve prevedere specifiche procedure per la verifica e l osservanza delle limitazioni e delle condizioni di esercizio previste nella progettazione delle singole aree dell attività. Nota Le limitazioni e le condizioni previste nella progettazione (ad esempio, per i gruppi di materiali ai fini della reazione al fuoco, i valori del carico d incendio specifico, le larghezze utili delle vie d esodo, ) devono essere garantiti anche durante le fasi di approvvigionamento e movimentazione delle merci o in occasione di allestimenti temporanei promozionali o di spettacolo viaggiante. 3. Le attività classificate AD+HB, AD+HC, AE o HD devono prevedere il centro di gestione delle emergenze in apposito locale (Capitolo S.5.6.7, comma 2, lettera b). 23

3-12-2018 GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie generale - n. 281 V.8.5.6 Controllo dell'incendio 1. L'attività deve essere dotata di misure di controllo dell'incendio (Capitolo S.6) secondo i livelli di prestazione previsti in tabella V.8-5. Classificazione attività Aree attività Classificazione attività HA HB HC HD AA TA, TB1 II [1] III IV AB TA, TB1 III [2], [3] III [3] IV AC TA, TB1 III [3] IV V [5] AD TA, TB1 III [3] IV V [4], [5] V [5] AE Qualsiasi V [5] Qualsiasi TK1, TM1, TM3 III [3] IV Qualsiasi TM2 IV Qualsiasi TZ Secondo valutazione del rischio [1] Livello di prestazione III per le attività con carico d'incendio specifico q f > 600 MJ/m 2. [2] Livello di prestazione II per le attività con carico d'incendio specifico q f < 100 MJ/m 2. [3] Livello di prestazione IV con carico d'incendio specifico q f > 900 MJ/m 2, oppure con carico d incendio specifico q f > 600 MJ/m 2 se ubicate in opere da costruzione con presenza di altre attività (fabbricato o edificio di tipo misto). [4] Livello di prestazione IV con carico d incendio specifico q f 600 MJ/m 2 [5] Per le aree TK2, livello di prestazione III Tabella V.8-5: Livelli di prestazione per il controllo dell incendio 2. Per la scelta del tipo di estintori, nella aree TA, TB1 e TB2,è necessario tener conto degli effetti causati sugli occupanti dall erogazione dell agente estinguente. Nota Al fine dell efficacia nei confronti dei principi di incendio di classe A o classe B, è preferibile l utilizzo di estintori a base d acqua (estintori idrici). 3. Nella aree TK2 con q f > 1200 MJ/m 2 deve essere prevista la protezione mediante una rete idranti all aperto. Ai fini della eventuale applicazione della norma UNI 10779, devono essere adottati i parametri di progettazione minimi riportati in tabella V.8-6. Livello di pericolosità Tipo di protezione Caratteristiche alimentazione idrica (UNI EN 12845) 2 Capacità ordinaria Singola Tabella V.8-6: Parametri progettuali per rete idranti all aperto secondo UNI 10779 24

3-12-2018 GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie generale - n. 281 4. Ai fini della eventuale applicazione della norma UNI 10779, per le reti idranti ordinarie devono essere adottati i parametri di progettazione minimi riportati in tabella V.8-7. Classificazione attività Superficie Quota dei piani Livello di pericolosità Protezione esterna AA Qualsiasi 1 [1] Non richiesta Singola [2] AB, AC HA, HB, HC 2 Non richiesta Singola Caratteristiche alimentazione idrica (UNI EN 12845) AB, AC HD 2 [3] Sì Singola superiore AD Qualsiasi 2 [3] Sì Singola superiore AE Qualsiasi 3 Sì Singola superiore [4] [1] Per le attività HC o HD si indica il livello di pericolosità 2; [2] Per le attività AA+HA è ammessa alimentazione idrica di tipo promiscuo; per le attività HD si indica alimentazione idrica di tipo singola superiore; [3] Per le attività con carico di incendio specifico q f > 1200 MJ/m 2 si indica il livello di pericolosità 3. [4] Per le attività AE con superfici lorda utile superiore a 50000 m 2 si indica alimentazione doppia. Tabella V.8-7: Parametri progettuali per rete idranti ordinarie secondo UNI 10779 Classificazione attività 5. Per la progettazione dell eventuale impianto automatico di controllo o estinzione dell incendio di tipo sprinkler secondo norma UNI EN 12845 devono essere adottati i parametri riportati in tabella V.8-8. Classificazione delle porzioni di attività nelle quali è previsto l'impianto sprinkler Caratteristiche alimentazione idrica UNI EN 12845 AA, AB, AC, AD Singola superiore [1], [2] Secondo norma UNI EN 12845 AE Singola superiore [3] [1] Per le eventuali aree TK1 o TM inserite in attività AA o AB si indica alimentazione idrica di tipo singolo; [2] Per le eventuali aree TZ secondo valutazione del rischio; [3] Per le attività AE con superfici lorda utile superiore a 50000 m 2 si indica alimentazione doppia. Tabella V.8-8: Parametri progettuali impianto sprinkler secondo UNI EN 12845 V.8.5.7 Rivelazione ed allarme 1. L'attività deve essere dotata di misure di rivelazione ed allarme (Capitolo S.7) secondo i livelli di prestazione di cui alla tabella V.8-9. Classificazione attività Classificazione attività HA HB HC HD AA III [1], [2] III [2] IV AB, AC III [2] IV AD, AE [1] Per attività con carico d incendio specifico q f 600 MJ/m 2 o ubicata in un opera da costruzione monopiano è consentito il livello di prestazione II. [2] Le eventuali funzioni E, F, G ed H devono essere automatiche su comando della centrale o con centrali autonome di azionamento asservite alla centrale master. Tabella V.8-9: Livelli di prestazione per rivelazione ed allarme IV 2. Per il livello di prestazione IV deve essere previsto il sistema EVAC esteso almeno alle aree TA. 25

3-12-2018 GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie generale - n. 281 V.8.5.8 Controllo di fumi e calore 1. Le aree TA dell attività devono essere dotate di misure per il controllo di fumi e calore (Capitolo S.8) secondo i livelli di prestazione di cui alla tabella V.8-10. Classificazione attività Condizioni Livello di prestazione AA Nessuna II AB, AC Carico d'incendio specifico q f < 600 MJ/m 2 e velocità caratteristica prevalente di crescita dell incendio a < 3 (Capitolo G.3) AB, AC, AD, AE Nessuna III Tabella V.8-10: Livelli di prestazione per il controllo di fumi e calore per le aree TA II V.8.5.9 V.8.5.10 V.8.6 V.8.7 Operatività antincendio 1. Le attività di tipo HC e HD devono essere dotate di almeno un ascensore antincendio (Capitolo S.9 e Capitolo V.3) a servizio di tutti i piani dell attività. Sicurezza impianti tecnologici 1. I gas refrigeranti negli impianti centralizzati di climatizzazione e condizionamento (Capitolo S.10) e di refrigerazione alimentare, inseriti in aree TA, devono essere classificati A1 o A2L secondo ISO 817 Refrigerants Designation and safety classification o norma equivalente. Altre indicazioni 1. All interno delle aree TA, TB1 e TB2 non è ammesso l impiego di apparecchiature alimentate a combustibile liquido o gassoso. Nota Ad esempio, è ammesso l impiego di apparecchi di cottura a combustibile solido (ad esempio: forni di cottura,...) o alimentati ad energia elettrica (es. piastre di cottura,...). 2. All interno delle aree TA, TB1 e TB2 sono comunque ammessi, per ciascun compartimento antincendio: a) fluidi combustibili o prodotti contenuti in recipienti a pressione (ad esempio: insetticidi, prodotti spray in genere, cosmetici, alcooli in concentrazione superiore a 60 % in volume, olii lubrificanti, ) 1 m 3 di cui massimo 0,3 m 3 di liquidi con punto di infiammabilità < 21 C; b) recipienti di gpl di singola capacità 5 kg, in quantitativi 75 kg, in locali posti a quota h -1 m; c) articoli pirotecnici NSL, con quantitativi netti di manufatti 50 kg. Riferimenti 1. Instruction technique n 263 relative à la construction et au désenfumage des volumes libres intérieurs dans les établissements recevant du public, France. 2. ISO 817:2014 Refrigerants - Designation and safety classification. 3. Fire Safety Management of Shopping Centres with Covered Malls Issue No. 1 November 2012 Dublin Fire Brigade Briogáid Dóiteáin Bhaile Átha Cliath. 4. Fire Safety Design of a Large Shopping Mall Using Extended Quantitative Risk Analysis. The Swedish Case Study for the 3rd International Conference on Performance Based Codes and Fire Safety Design Methods, Lund, Sweden, June 15th-17th, 2000 26

3-12-2018 GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie generale - n. 281 5. Design of Sprinklered Shopping Centre Buildings for Fire Safety by I. D. Bennetts, K. W. Poh I. R. Thomas. Published by: OneSteel Market Mills Ingal Street Newcastle NSW 2300 Australia - First Published, November 2000, Reprint edition September 2006 6. A Guideline for the Fire Design of Shopping Centres, by McMillan, Jenny, Fire Engineering Research Report 00/16 - University of Canterbury, New Zeland. 7. Department Stores And Shopping Malls, A Publication of Global Asset Protection Services LLC, GAP.17.14.1. 18A07690 27