Piero Piani. Caccia & sport. Dagli scaffali della Libreria Naturalistica di Bologna



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Piero Piani Caccia & sport Dagli scaffali della Libreria Naturalistica di Bologna

Piani e ripiani n 3

Piero Piani Caccia e... (numerosi) altri sport Bologna, 2001 Edizioni Libreria Naturalistica - I -

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Agli amici cacciatori Impresa ardua per un protezionista convinto come io sono, da sempre, mettere il naso in argomenti delicati come caccia, cacciatori, animali, territorio, eccetera. Ne sono però obbligato dall essere, anche, il padrone di casa sia nel senso commerciale della libreria che in quello (invero un pò esagerato) di autore di questo libretto. Leggerete, spero, quanto e ben più propriamente i clienti/amici Gasser e Ginocchi, aderendo cortesemente ad un mio invito, hanno da dirci sull argomento. Entrambi cacciatori praticanti: il primo é un noto storico della caccia, sudtirolese, autore di testi importanti ed il secondo un altrettanto noto medico milanese, arrivato ad occuparsi della sola beccaccia dopo esperienze venatorie di ogni tipo, compresa la caccia grossa africana (in altri tempi). Non mi esimerò certamente dall esprimere il mio punto di vista che, oggi é, al Abbandonate da tempo tutte (ma proprio tutte, tutte) le massimalistiche e granitiche certezze e rimanendo la wilderness una splendida utopia, (utopica, appunto) praticabile ovviamente ed unicamente in territori non antropizzati, quasi inesistenti nel nostro Bel Paese, non mi rimase che accettare la via del compromesso, della fruizione del territorio da parte di tutti, senza prevaricazioni unilaterali. Mi rimane tuttora eticamente inaccettabile concepire come sia possibile che un bene indisponibile di tutti noi possa essere a disposizione di qualcuno in certi periodi dell anno e ciò semplicemente pagando una tassa; nulla da eccepire, nulla eccependo sul diritto alla proprietà, sull uso del territorio privato come riserve di caccia aut similia. Così come non capisco come sia possibile accettare il fatto (abnorme in altre culture giuridiche) che poche semplicemente perché in possesso di un fucile (e relativa licenza). Detto questo, nulla ho contro la caccia esercitata come sport, hobby o passatempo ma sempre come attività controllata di prelievo. Gli anni passati in continui, giornalieri, identici, con naturalisti) mi hanno convinto al di là di ogni ragionevole dubbio che non vi é alcuna differenza fondamentale sul piano ideale tra i due mondi nonostante l apparente odio, disistima e contrapposizione: in estrema sintesi entrambi auspicano (sognano?) un territorio sano ed una caccia pulita e compatibile. Certo che basta girare un pò per l Europa per capire come il rapporto uomo e protezionisti isterici o complessatissimi, pesticidi ed inquinamento ambientale sono patrimonio negativo e comune di tutte le civiltà moderne, chi più (noi italiani di solito, ma non sempre) chi meno. Nelle pagine dei libri (nella gran parte, almeno) che troverete qui, vi sono momenti di autentica poesia, di amore per animali ed ambienti; vi si raccontano non solamente avventure, gite, amicizie, stupendi rapporti con cani e cose simili, ma anche atmosfere, sensazioni, umori, odori di bosco, di prato o di valli e la fredda nebbia dei mattini invernali raramente un buon trattato di etologia saprà raccontarvi meglio di questi libri come vivono e si comportano alcune specie di animali, oggetto di caccia. - III -

Sui libri beccacciai Non é facile immaginare che un solo uccello migratore abbia attirato l attenzione di tante persone, cacciatori e non, stimolando capacità creative letterarie e pittoriche, di cui A partire dai primi anni dell 800 si trovano diffuse notizie sulla beccaccia nei trattati sulla natura e più particolarmente su quelli di ornitologia generale, ma esistono già numerose pubblicazioni dedicate esclusivamente alla Regina del bosco, con notizie su particolari anatomici, sulle abitudini di vita, sui vari modi di caccia e riferimenti ad armi, cartucce, vestiario e cani specialisti in questa caccia. Molti di questi libri sono quasi introvabili nelle edizioni originali, ma in tempi recenti parecchi sono stati ristampati e con particolare cura, da vari piccoli editori francesi; fra questi é importante il volume di Polet de Faveau Suarsuksiorpok ou le chasseur à la bécasse, edito simultaneamente, nel 1862, a Parigi e Bruxelles, e di cui nel 1907, caso unico riconoscibile (vedi Thiébaud). La libreria parigina Lemasle che doveva smerciare questa contraffazione, si rese ben presto conto di non poterla spacciare per l originale e decise di far stampare, a suo nome, una copertina e un titolo diversi, per poterla immettere sul mercato; di qui la rarità anche del falso.nel 1869, invece, venne presentata una ristampa, uguale alla prima come testo, ma diversa nel titolo perché l editore Goin si era reso conto che nuoceva il cacciatore di beccacce. Sempre su questo libro é interessante ricordare che nel 1960 Raffaele ed Ettore Garavini diedero alle stampe, fungendo anche da editori, una traduzione stampata in mille esemplari e nonostante questa pubblicazione sia piuttosto recente pure compare raramente sul mercato. Un altro testo classico, edito nel 1884, é quello di Paul Raveilhac, Bécasse, pregevolmente illustrato da Jules Haro. Molto rara anche l edizione originale Pour chasser la bécasse, scritto da G. Duwarnet e pubblicato nel 1874 a Parigi, dall editore Goin. Questi testi sono stati ristampati, nel 1974 in Francia, nella collana dei Maitres bécassiers, composta da sette volumi, ma anche queste edizioni moderne, in esemplari singoli esemplari si possono acquistare, talora, nelle librerie specializzate. Ancora in Francia, nel 1954, La bécasse a la croule di Maurice Nicolas, edito in 5000 esemplari numerati, con illustrazioni a colori molto belle di Paul Marcuyez; questo volume é tuttora abbastanza reperibile mentre, scritto da Maurice de la Fuye in collaborazione nell edizione originale. Un altro prezioso libro é 100 bécasses scritto da Edouard Demole nel 1934, tirato in mille esemplari numerati ed anch esso é, oggi, praticamente introvabile. Esistono altri lavori di Autori d Oltralpe, e di inglesi e tedeschi, molto pregevoli e tutti ormai molto rare nelle edizioni originali; fra quelle più recenti non si può però dimenticare l opera monumentale del giornalista francese Fraguglione, dal titolo La bécasse des bois, In Italia é considerato un classico La beccaccia di Ettore Garavini, pubblicato da Diana nel 1938 ed in questa prima edizione non facile da trovarsi. Molto noto anche, sempre del Garavini, Beccacce e beccacciai. Molto rara é invece, l opera di Pietro Geronzi, La beccaccia, apparsa nel 1937 - IV -

meno numerosi, ma interessanti e fra i rari va ancora ricordato Note e osservazioni sulla beccaccia di Roberto Durante, edito nel 1939. Gli Autori italiani attuali sono il Prof. Spanò per Il punto sulla beccaccia, Vincenzo Celano per Il libro sulla beccaccia e Il nuovo libro sulla beccaccia e Matteo Califano per Beccaccia, tutti pubblicati dall Editoriale Olimpia. woodcock, opera di Colin Laurie Mckelvie, con eccezionali illustrazioni del pittore Richard Robient, stampato in 300 copie numerate. Più recentemente la produzione libraria, specialmente in Francia, si é molto arricchita e l ultimo volume pubblicato é di Claude Talineau, Bécasses de rève, illustrato da uno dei più bravi pittori animalisti: Dominique Pizon. Un cenno anche alle riviste dedicate esclusivamente alla beccaccia, edite da associazioni venatorie, che vengono pubblicate in Francia e in Italia il cui compito dovrebbe essere oltre a quello informativo, di operare per la protezione della specie che é oggi minacciata da molti pericoli, oltre che dall attività venatoria, soprattutto da certe forme di caccia sconsiderata e distruttiva come quella dell aspetto, purtroppo in auge presso molti sconsiderati pseudocacciatori. Mancano da questo modesto elenco opere importanti di altri validi Autori che meriterebbero menzione, ma lo scopo di queste note é niente più che far conoscere la possibilità di mettere insieme una vera biblioteca, in molte lingue diverse. Il vero suarsuksiorpok non é quello che ne ammazza di più, ma colui che, conoscendo di più, capisce bene il perché di quelle famose parole di Pierre Malbec : Cacciare il più possibile, uccidendo il meno possibile. Giorgio Ginocchi - V -

volant. Scripta manent, verba Anni fa rispondendo alla domanda di un editore che chiedeva come mai il libro di caccia non si vende così bene, ho detto che il cacciatore non legge, ed oggi aggiungerei: ma spara. Accogliendo il gradito invito a scrivere un contributo per il presente catalogo verità molto più profonde, e ripercorrere brevemente le tappe di un connubio secolare tanto gradevole quanto oscillante. Il libro, o per meglio dire la scrittura, è nel più intimo della essenza una cosa estranea alla caccia (LINDNER 1955, LINDNER 1978). Questa affermazione non ha nulla di offendente. Al contrario, è un fatto elementare derivante dalle antichissime radici dell attività venatoria, più remote di qualsiasi testimonianza scritta, e ancora di più dall impronta strettamente attiva, quasi artigianale della venatio. Questa parola non vuole interpretare la caccia come mestiere, bensì come arte che si estrinseca nell azione, arte legata all abilità del corpo, alla manualità del fare, ma anche all ingegno, permeato dal sapere pratico. E questa - in parte - la profonda saggezza del detto calabrese che la caccia l ha inventata uno zoppo. Il sapere essenzialmente pratico non abbisognava di una documentazione materiale del suo ricco patrimonio di esperienze, poichè la sua trasmissione avveniva esclusivamente e in modo esauriente attraverso la tradizione orale e l apprendimento pratico. Se in seguito parleremo di letteratura venatoria va intesa soprattutto la sua forma didattica che ci dà un quadro dettagliato di questo sapere concreto (C. Levi-Strauss). Ripercorrendo la storia della letteratura venatoria italiana si spiega quindi che le prime testimonianze scritte riportino solo quello che non apparteneva al sapere quotidiano di chi cacciava, cioè nozioni specialistiche sul trattamento dei fedeli aiutanti del cacciatore alla seconda metà del X sec. d.c., vediamo la medicina veterinaria come principale punto di riferimento. La stragrande maggioranza dei testi del primo medioevo che oggi conosciamo riguardano la falconeria e soprattutto la cura degli uccelli malati. Questa situazione rimane in duplice senso singolare dell imperatore Federico II di Svevia, il famoso De arte venandi cum avibus, nonchè di alcuni tentativi senza successo durevole, come il De arte bersandi di Guicenna, si deve arrivare al XIV sec. per trovare i primi impulsi decisivi per la nascita di una letteratura venatoria in Europa, originale e al contempo autonoma da esempi antichi (LINDNER 1955, LINDNER 1968). E in quest epoca che si impone la lingua vernacolare suggellando in del XIV sec. Questo passaggio al vernacolo si delineò in due modi diversi: dapprima con la semplice traduzione di alcuni testi latini (seconda metà del XII sec.) o attraverso opere compilatorie che riassumono esempi antichi, dopodichè con la nascita di testi originali nel secondo quarto del XIV sec. (VAN DEN ABEELE 1996). In questo contesto è l Italia che può vantare la supremazia in campo letterario, avendo prodotto quasi tutti i testi parzialmente o interamente originali sulla falconeria (VAN DEN ABEELE 1996). Q u e s t o che la letteratura europea sulla falconeria non si basa esclusivamente su contatti col mondo arabo avvenuti intorno al periodo delle crociate, ma che a livello nazionale rivela tratti completamente autonomi. E stata però la Francia ad aver profondamente segnato l immagine che abbiamo della letteratura venatoria europea a partire dai due più famosi libri di caccia del medioevo Les Livres du roy Modus et de la reine Ratio di Henry de Ferrières (1354/77) e Le Livre de la Chasse (LINDNER 1968). - VI -

A questo punto è doveroso aprire una breve parentesi per approfondire un altro aspetto peculiare del rapporto tra caccia e libro. Coll arrogazione da parte dei sovrani dei diritti di caccia trasformandoli in règalie a partire dal XI sec. la caccia da bene comune diventa man mano privilegio di pochi. Benchè la selvaggina ormai già da secoli ricopriva solo un ruolo assolutamente marginale nell alimentazione quotidiana, col consolidamento elemento caratterizzante di una èlite. La prestigiosità della caccia nel medioevo trova la sua massima espressione anche nella cultura materiale sfoggiando tutto lo sfarzo possibile. anche e soprattutto per quanto riguarda elementi intrinseci (contenuto). Laddove la caccia in base allo sviluppo giuridico non assunse forme feudali, anche la rispettiva letteratura esempio è il mondo scandinavo, dove la marcata connotazione popolare della ricca tradizione del novecento. Lo stesso vale per la Svizzera, dove per motivi simili le prime testimonianze librarie proprie in campo venatorio datano non prima degli anni trenta dell ottocento (LINDNER 1968). Poco si discosta da ciò la situazione in molti paesi dell Est. Per ritornare all ambito italiano si può ribadire che la letteratura venatoria nazionale inizialmente registra l assoluta predominanza di testi sulla falconeria. L impressione che in campo venatorio oltre a ciò non sia stata prodotta una letteratura didattica vera e propria, trattati o manuali che siano, viene smentita sinora soltanto in epoche molto più recenti. L Italia rimane purtroppo tutt ora una zona d ombra. Le liete e gradite sorprese degli ultimi decenni non fanno che ricordare dolorosamente le gravi lacune nel campo della - sulla storia venatoria sono strettamente legati all attività di singoli personaggi. Resterebbe inspiegabile se no il fatto che di testi importanti come il Liber accipitrum di Grimaldus (XI sec.), il Liber falconum di Archibernardus (XIII sec.) o il Magister Aucupatoris di Andrea come la riscoperta, pubblicata nel 1986, di un rarissimo incunabolo veronese sulla falconeria, Il libro de governar Astori et Spalvieri di Iacomello Veturi Trugurino (23 giugno 1491). aspettano ancora di essere recuperate, come l Agricoltura Sperimentale di Agostino Del Riccio (1541-1598) col capitolo Dei boschetti da tordi e da spasso, la ponderosa prima parte del libro sulla caccia di Vincenzo Tanara (intorno al 1650), la Guida pratica ossia di Giovanni Felice Villavecchia (1680/93), le Utili osservazioni per uccellare si al vischio come alla rete: con il modo di curare, mantenere, salvare e conoscere ogni e qualunque sorte d uccello veronese di Stefano da Brolo Berzacola, Uccellande e Uccellatori. Chiaramente si tratta di una situazione soggetta a cambiamenti a secondo dello stato delle ricerche - storiche, Non dimentichiamo inoltre l aspetto fondamentale che il libro come testimonianza riveste in un mondo che stà cambiando a ritmi crescenti. Diventa quindi essenziale la documentazione di ciò che scompare, anche oggi sotto i nostri occhi. Ricordiamo per esempio nel campo dell uccellagione come gli ultimi di una generazione che praticava ancora questa secolare forma di caccia stanno scomparendo in questi decenni lasciando la ricerca con molte domande senza risposte. Ricordiamo per esempio l esiguità imbarazzante - VII -

esti e altri tasselli servono a completare un quadro storico-culturale del mondo venatorio senza però voler suggerire che si voglia tornare indietro nella storia e smentire quello che si é raggiunto. D altra parte resta però il sapore amaro che le pur lodevoli, ma poche e del resto isolate iniziative in Italia, come d altronde anche in altri paesi europei, non lasciano sperare in un impegno duraturo e coscienzioso. interessante tipologia della letteraria venatoria disegnata da K. LINDNER che parte dalla produzione letteraria dell ottocento, distinguendo cinque categorie principali (LINDNER 1968). Il primo gruppo viene costituito da testi didattici o manuali di caccia che trattano tutte le tecniche venatorie o almeno una parte sostanziale. Dagli anni quaranta dell ottocento si sviluppò il secondo genere librario, la letteratura da viaggio di contenuto venatorio. opere attraverso le quali si può seguire chiaramente come l ottica venatoria si volge a quella odierna faunistico-biologica. Nel novecento và ad incrementarsi notevolmente il quarto tipo, i racconti di caccia, interessanti soprattutto quali espressione di un nuovo rapporto, di un nuovo sentimento tra uomo e animale. L ultima e più recente categoria riguarda la letteratura occupazione principale di chi scrive, mi sia permesso di soffermarmi con qualche pensiero, monito e simile. Le nostre conoscenze sulla storia della caccia si basano principalmente sulle testimonianze materiali e in primo luogo sugli scritti. Abbiamo già accennato come i testi venatori siano prodotti - e in senso lato - specchio del loro tempo. Come tali ricoprono un importanza fondamentale per la ricostruzione di un quadro storico soggetto a cambiamenti sempre più repentini. Il lavoro col testo è quindi una delle principali premesse per ricerche e studi storici, economici, sociali, tecnologici ecc. Rimanendo nell ambito storico pare ovvio ed essenziale l edizione di testi dei quali molti non sono ancora stati pubblicati. In essi sono di conoscere il mondo naturale mediante l osservazione diretta (B. ANDREOLLI). Non a caso per lungo tempo la descrizione del comportamento animale è molto più dettagliata nei testi di caccia che nella maggior parte degli altri generi letterari. Questo fatto si rispecchia anche nella terminologia venatoria la quale approfondito ma al nostro scopo basta ciò per sottolineare come una buona conoscenza della peggio. Per non entrare nel merito, basti qualche esempio di carattere formale ad illustrare il detto, a partire da uno dei nomi prestigiosi della letteratura venatoria italiana. Senza A. CERESOLI non si può soprassedere al grandissimo numero di errori e imperfezioni di quest opera che vanno ben (CERESOLI 1969). Esempio classico sono i plagi di cui i libri di caccia sono pieni, un fenomeno comune a tutte le epoche e a tutti i paesi. Giova ricordare qualche titolo tra i più noti partendo da uno dei testi più importanti del tardo medioevo quale il Ruralia commoda di Pietro dé Crescenzi, bolognese, redatto intorno al 1305 e stampato per la prima volta il 16 febbraio 1471 ad Augusta da Johann Schüssler. Alle tantissime redazioni manoscritte vanno quindi ad aggiungersi innumerevoli edizioni a stampa in varie lingue. Tra i vari copiatori del Crescenzi notiamo Lazaro Grandi col suo Alfabeto di secreti medicinali, Et altri curiosi, e dilettevoli d ogni materia, con l Arte facile d Vccellare, e Pescare, manualetto altrettanto fortunato viste le numerose edizioni, e Giacomo Pacifresio col suo Theatro della Caccia, E Trattenimento Geniale della Villa (1 a ed. 1669, 2 a 1673), che di originale purtroppo ha - VIII -

solo le interessanti tavole. Famosissimo il plagio sfacciato che Giovanni Pietro Olina fece con la sua Uccelliera (1 a ed. 1622, 2 a 1684) dell opera di Antonio Valli, Il canto de gl augelli, 1601, cosa architettata non dall Olina, ma dal suo padrone Cassiano dal Pozzo, come risulta da recenti studi. Neanche Eugenio Raimondi, grande compilatore dell inizio seicento, seppe resistere, copiando a sua volta nella seconda edizione de (1 a ed. 1621, 2 a 1626) immagini e testi dell Olina nonchè tavole di Jan Van Der Straet detto Giovanni Stradano. Per non parlare degli altri testi usati dal Raimondi. A prescindere dall originalità o meno di queste opere, cosa da non approfondire in originario ha prodotto a sua volta. Poche informazioni abbiamo in merito. Come uno degli esempi più singolari possiamo citare le macchinose invenzioni di Giuseppe Maria Mitelli ne La Caccia Giocosa, 1684, con i brai o Kloben automatici, completamente estranei al mondo italiano. Mitelli venne tradotto in tedesco nel 1704 e dal 1720 vide sette edizioni come appendice alla Angenehme Land-Lust Schnellkloben riprodotto nel Handbuch der Jagdwissenschaften, 1801, di Johann Matthäus Bechstein, è sicuramente da ricondurre ai suggerimenti di Mitelli, ma di certo più funzionale. Ritornando alle nostre osservazioni iniziali si potrà obiettare a tutto ciò che è il risultato che conta. Il verro non si abbatte con le parole. C è da chiedersi allora se non manchiamo di coerenza verso la nostra storia. Come può colui che trascura, dimentica o smentisce le proprie radici prendere coscienza, rendersi conto del proprio operato, orientarsi, farsi valere? Non è questo uno dei motivi per quel lieve senso di insicurezza quando cerchiamo di dare una risposta alla domanda cruciale perchè cacciamo? Anche qui uno sguardo un pò approfondito, con animo sereno, sulla produzione libraria italiana degli ultimi decenni è assai rivelatore. In una società che si è progressivamente allontanata dalla natura nasce spontanea la domanda se la caccia vista attualmente come attività controllata di prelievo ha bisogno di quale libro. Viviamo oggi in un epoca dove il cacciatore apprende sempre di più attraverso i libri. Questo sviluppo è andato ad accentuarsi soprattutto a partire dall introduzione dell esame di abilitazione alla caccia. D altra parte notiamo che il cacciatore si esprime anche sempre di più attraverso lineano la frammentazione della ricerca in questo campo, possiamo rilevare due baricentri: il libro di impostazione faunistico-biologica e la narrativa venatoria. Si tratta in fondo di L adozione di nuovi modelli venatori e standard ecologico-giuridici per una razionale gestione faunistica del territorio è stata comunque un passo necessario nella direzione giusta. D altro canto il modello venatorio d impronta internazionale ha portato ad una rottura netta con i tradizionali modelli antropologico-culturali. Come di massima estrapolato dal mondo pratico della caccia, da questo microcosmo permeato dal sapere pratico e dall azione diretta. Da allora il libro ha vissuto una rivalutazione come veicolo di informazioni ribaltando la situazione e diventando supporto primario per l apprendimento e l istruzione. Con cinismo riduttivo si potrebbe dire che oggi il cacciatore impara la natura a tavolino. Allo stesso tempo si registra un revival della narrativa venatoria, ormai ampiamente integrato da una categoria scrittoria consimile, il giornalismo venatorio. Entrambi sembrano quasi voler fungere da contrappeso alla sobrietà del mondo della scienza, ma anche da inconscio tentativo di risposta ad una latente crisi di identità del cacciatore nella società moderna, dove un crescente dissenso nei confronti della caccia comprimere la vitalità di un intramontabile passione tra due copertine. Per adesso notiamo - IX -

o la cieca forza dell effettività al posto di argomenti, o certi inutili sentimentalismi che invanamente cercano di recuperare qualchecosa che si sà di aver perso, senza sapere cosa. Ricordiamoci allora che il linguaggio materiale della caccia è fondalmente esiguo, per non usare la parola povero. Mentre le espressioni materiali sono numerosissime, le categorie strumentali o tecnologiche sono molto ridotte, limitate all essenziale. Il successo della caccia dipende o dipendeva invece da un complesso patrimonio di conoscenze, esperienze e facoltà, risultante da un rapporto tra uomo e mondo animale certamente molto particolare, ma d altra parte assai più intimo e personale, che dura per tutta una vita. Il progresso tecnologico ha cambiato radicalmente questo rapporto e la crescente supremazia tecnologica ha avuto come effetto una progressiva estraneazione del cacciatore nei confronti dell animale. Più la tecnica si sviluppa, più potere abbiamo sulla selvaggina e più ci allontaniamo da lei. Non in senso spaziale, ma in senso essenziale, perchè non abbiamo più bisogno di una conoscenza dell indole animale. E questo un processo legittimo e irreversibile. Perchè non rimanga anche un grave impoverimento del bagaglio culturale del cacciatore bisognerà trovare una detto che oramai abbiamo più bisogno di una scienza del cacciatore e meno di una della selvaggina, perchè essa solo potrà mostrare le vie per una convincente presa di posizione della caccia nella moderna società industriale. Anche in questo ambito il libro potrà dare il suo valido contributo come fedele testimone. CERESOLI A[DRIANO], e la cinologia con aggiunte di mammologia, ornitologia, ittiologia ed erpetologia, Bologna 1969. LINDNER KURT, Über die europäische Jagdliteratur des 12. bis 15. Jahrhunderts, in Zeitschrift für Jagdwissenschaft 1 (1955), pp. 84-92. LINDNER KURT, Die Jagd im Spiegel ihrer Literatur. Versuch einer Bestimmung ihres geistigen Standorts, [Bonn 1968]. (Beilage zu den Nachrichten des Deutschen Jagdschutz Vereins 1968, 4). LINDNER KURT, Pro captu lectoris... Betrachtungen eines Büchersammlers, Bremen, Wolfenbüttel 1978. (Wolfenbütteler Hefte, 5). MARTINS JOSÉ DE PINA, Note su libri cinegetici italiani e francesi dei secoli XV e XVI, Roma 1958. SCHWERDT C[ARL] F[RANZ] G[EORG] R[ICHARD], Hunting, Hawking, Shooting illustrated in a catalogue of books, manuscripts, prints and drawings. 4 vol. Londra 1928-1937. VAN DEN ABEELE BAUDOUIN, La littérature cynégétique, Turnhout 1996. (Typologie des sources du Moyen Age occidental, 75). VOTH DIETER, Zur Entwicklung der deutschen Jagdliteratur. Ein literaturhistorischer Entwurf, in Librarium 38 (1995), pp. 2-25. - X -

Armi da caccia 1. - Concours international d armes de chasse a Paris organisé par le journal l acclimatation. dorso). (! 77,47) 150.000 2. - Armi Beretta. Produzione 1960. (! 20,66) 40.000 3. - Dante Toschi & C. Succ. Bologna. Listino prezzi. (Cartucce). (! 12,91) 25.000 4. - L Alcedo. (! 38,73) 75.000 5. - Shooter s Bible n 57. (! 23,24) 45.000 6. - The Shooter s Bible n 51. (! 23,24) 45.000 7. A. Fusi, Milano. Armi munizioni velocipedi. Catalogo n 34. (! 87,8) 170.000 8. Armi Tonolini G. Brescia - Listino illustrato. - (! 77,47) 150.000 9. CADIOU Yves - RICHARD Alphonse - Armi da fuoco. (! 25,82) 50.000 10. Manufacture française d armes et cycles. St. Etienne - Armes de chasse et de tir. (! 129,11) 250.000 11. (MASOERO Emanuele) - delle armi 4. (! 25,82) 50.000 12. (MASOERO Emanuele) - delle armi 5. (! 25,82) 50.000 13. (MASOERO Emanuele) - delle armi 6. (! 25,82) 50.000 14. MORIN Marco - HELD Robert - Beretta. La dinastia industriale più antica del mondo. The world s oldest industrial dynasty. (! 61,97) 120.000-1 -

15. Sivar - (Vedi ill. a pag. 1) (! 77,47) 150.000 16. Soc. Manufact. d Armes. St. Etienne - Catalogue général. Macon, 1900 c.a, 8 br. cop. (! 61,97) 120.000 Balistica, tiro 17. - Gara di tiro al piattello. (! 12,91) 25.000 18. AMICI Gino - Come riuscire nel tiro di imbracciata. Fi- (! 38,73) 75.000 19. BENASSI Giorgio - I pallini da caccia. Requisiti. Sistemi di fabbricazione. Numerazione. Scelta per caccia e tiro a volo. Caricamento. (! 41,32) 80.000 20. BROWN Pete - Guns and hunting. (! 10,33) 20.000 21. CARY Lucian - Guns & shooting. (! 12,91) 25.000 22. Circolo della Caccia di Bologna. Sezione tiro al volo. Statuto e regolamento dei tiri. (! 12,91) 25.000 23. CHURCHILL Robert - Come riuscire nel tiro a volo. (! 25,82) 50.000 24. CORSI Giannetto - Il fucile personale e le cartucce appro- (! 23,24) 45.000 25. DELACHET André - TAILLE Jean - La balistique. (! 20,66) 40.000 26. FILIPPI Giulio - Le armi da caccia a canna rigata. (! 20,66) 40.000 n 35 27. FRANCESCHINI Renato - Il cacciatore pratico. Il fucile (Qualità - Struttura - Calibro - Chiusure - Marchi di prova). - Tiro (Teoria e pratica sul tiro a volo - Rosate - Portata). Caricamenti e Polveri. Grande tabella delle dosi medie per tutti i calibri delle principali polveri in uso. Manualetto pratico. 2a edizione corretta. (! 30,99) 60.000 28. Giulio Fiocchi. Lecco - Munitions de chasse de tir et de défense. (! 77,47) 150.000 29. LE GAUYEUR (Dr. Ménager) - Le fusil de chasse. Paris, - (! 23,24) 45.000-2 -

30. NEGRI Federico - Il fucile da caccia. Armi - Munizioni - Tiro. Seconda edizione. (! 43,9) 85.000 31. NOGHERA Alberto - Fucili carabine e polveri da caccia. (! 38,73) 75.000 32. NOGHERA Alberto - Tiro a volo. (! 46,48) 90.000 33. NOGHERA Alberto - Tiro a volo. Terza edizione notevolmente ampliata. (! 30,99) 60.000 34. RASTELLI Giorgio - Il tiro a segno. Il tiro di precisione - Di guerra - Di difesa personale. Prima edizione. (! 30,99) 60.000 35. Tiro a segno nazionale - VII gara generale. (Vedi ill. a pag. 2) (! 30,99) 60.000 36. VAURESMONT G. de - Le tir. (Fusil, pistolet, revolver, arc). (! 43,9) 85.000 Curiosità, stampe, ecc. 37. Fucilli - Munizioni Leon Beaux, Milano. Vedi ill. a pag. 51 (! 46,48) 90.000 38. Manufacture française d armes et cycles. St. Etienne - Table des matières. (! 15,49) 30.000 39. - La caccia nel 1700. - (Vedi le due illustraz. in questa pag.) (! 981,27) 1.900.000 40. - Caccia al fagiano. (Vedi ill. a pag. 4) (! 77,47) 150.000-3 - 41. - Chasse au traineau. Fennelle tendue. (! 38,73) 75.000

42. Cooper A. - Duck shooting. (! 30,99) 60.000 43. - Anitra salvatica, anitra nera, oca dalla faccia bianca e oca bernacla, pernici grigie o coturnici, beccaccia minore, ecc. (! 154,94) 300.000 44. - Stampe incise in rame con scene di caccia. Vedi illustrazione qui sotto. (! 335,7) 650.000 45. - Caccia. (! 30,99) 60.000 46. Prof. Lava - Arrigoni degli Oddi. Cà Oddo. (! 30,99) 60.000 47. - Licenza di caccia Vedi illustrazione qui sotto.(! 82,63) 160.000 48. - Permesso di Caccia. (! 38,73) 75.000 49. - Permesso di Caccia. - (! 38,73) 75.000 50. - Permesso di Porto d Armi e di Caccia. (! 30,99) 60.000 51. - Permesso di Porto d Armi e di Caccia. - (! 30,99) 60.000 52. - Ricordo di caccia. - (! 10,33) 20.000-4 -

53. Cartoline postali - Caccia. (! 38,73) 75.000 54. Cartoline postali - Caccia. (! 49,06) 95.000 55. Cartoline postali - Caccia. (! 12,91) 25.000 Caccia al cinghiale in Maremma. (! 51,65) 100.000 Caccia grossa. (! 41,31) 80.000 58. BARTOLETTI - Nelle brughiere lombarde oggi teatro di battute di caccia alla volpe, sorgeranno vastissimi frutteti per l esportazione di frutta di lusso in concorrenza col Canadà e la California. 1928, (! 15,49) 30.000 59. PISANI Vittorio - Caccia alla sula sulle pareti rocciose a picco sul mare, in Scozia, uccide turisti inglesi in Kenya. (! 10,33) 20.000 Bandi 60. (In materia d arme) Vedi illustraz. a pag. 6. (! 103,29) 200.000 61. Apertura della caccia per tutti i volatili e i quadrupedi. (! 33,57) 65.000 62. La caccia col fucile avrà principio dal 1 Agosto p.v. e termine all ultimo giorno di febbraio... Quella invece colle reti, o con qualunque altro mezzo, viene limitata... (! 61,97) 120.000 63. Proscrizione delle licenze di Caccia sinora a scarso vantaggio di pochi e a sensibile danno di molti. (! 61,97) 120.000 64. Regolamento sulla Caccia agli acquatici e ai Colombacci. (! 129,11) 250.000 65. precedente all aperturta della caccia trovano cani liberamente vaganti saranno tenuti a catturarli e allorché ciò non sia possibile ad ucciderli. (! 38,73) 75.000 66. Caccia interdetta da marzo a luglio. (! 46,48) 90.000-5 -

67. Disposizioni per le caccie primaverili. (! 38,73) 75.000 68. Norme per la caccia e divieto assoluto dell uso del mezzo di aucupio con la rete detta Diluvio. (! 43,9) 85.000 69. Guardie Giurate Volontarie. (! 33,57) 65.000 70. nelle stesse. Elenco delle valli, ecc. (! 49,06) 95.000 71. Calendario venatorio. (! 38,73) 75.000 72. Limitazioni e sanzioni sulla caccia ed istruzioni per gli agenti di vigilanza. (! 23,24) 45.000 73. Calendario di caccia per specie. (! 77,47) 150.000 74. Calendario di caccia per specie. (! 77,47) 150.000 75. Calendario di caccia per specie. (! 77,47) 150.000 76. Calendario di caccia per specie. (! 77,47) 150.000 77. Calendario di caccia per specie. (! 61,97) 120.000 78. Chiusura della caccia dal 1 marzo al 1 settembre ad eccezione degli uccelli acquatici pei quali il divieto avrà principio col 1 maggio. (! 61,97) 120.000 79. Esercizio della caccie e dell uccellagione per l anno 1935. (! 33,57) 65.000 80. Caccia nel Vicariato di Belgioioso. (! 77,47) 150.000 81. Calendario venatorio. (! 25,82) 50.000 82. Norme per gli ispettori sociali nei rapporti con le autorità, cogli agenti della pubblica forza e colle guardie campestri e daziarie. (! 38,73) 75.000 83. Sulla variazione del calendario venatorio. (! 20,66) 40.000-6 -

Riviste venatorie 84. - Diana. Rivista delle riviste di sport. Caccia. Tiri. Pesca. Cinologia, ecc. (! 15,49) 30.000 85. - Cinologia. Automobilismo. Ippica, ecc. (! 15,49) 30.000 86. - (! 36,15) 70.000 87. - (! 20,66) 40.000 88. - (! 10,33) 20.000 89. - (! 61,97) 120.000 90. - (! 20,66) 40.000 91. - (! 10,33) 20.000 92. - armi, balistica, cinologia, pesca, allevamento, zoologia, ippica, automobilismo, aeronautica, yachting, moto-nautica, note d arte, di letteratura, di scienza e di utilità. (! 61,97) 120.000 93. - armi, balistica, cinologia, pesca, allevamento, zoologia, ippica, automobilismo, aeronautica, yachting, motonautica, note d arte, di letteratura, di scienza e di utilità. (! 10,33) 20.000 94. - Diana. Rivista mensile illustrata di Caccia e Sport. Scienza ed Arte. (! 61,97) 120.000 95. - Diana. Rivista mensile illustrata di Caccia e Sport. Scienza ed Arte. (! 36,15) 70.000 96. - Diana. Rivista mensile illustrata di Caccia e Sport. Scienza ed Arte. (! 10,33) 20.000 97. - Arte. (! 103,29) 200.000-7 -

98. - Arte. (! 25,82) 50.000 99. - Diana Venatoria. (! 58,81) 110.000 100. - Diana Venatoria. (! 30,99) 60.000 101. - Diana Venatoria. (! 61,97) 120.000 102. - Diana Venatoria. (! 38,73) 75.000 103. - Diana Venatoria. (! 61,97) 120.000 104. - Diana. Rivista del cacciatore. (! 25,82) 50.000 105. - Diana. Rivista del cacciatore. (! 51,65) 100.000 106. - Il cacciatore italiano. Rivista settimanale di caccia e pesca. (! 10,33) 20.000 107. - Il cacciatore italiano. Rivista settimanale di caccia e pesca. (! 36,15) 70.000 108. - Il cacciatore italiano. Rivista settimanale di caccia e pesca. (! 77,47) 150.000 109. - Il cacciatore italiano. Rivista settimanale di caccia e pesca. (! 7,75) 15.000 110. - Il cacciatore italiano. Rivista tecnica settimanale di caccia e pesca. (! 77,47) 150.000 111. - Il cacciatore italiano. Rivista tecnica settimanale di caccia e pesca. - (! 7,75) 15.000 112. - Il cacciatore italiano. Rivista tecnica di caccia e pesca. (! 15,49) 30.000 113. - Il cacciatore italiano. Rivista tecnica di caccia e pesca. (! 38,73) 75.000 114. - Il cacciatore italiano. Rivista tecnica di caccia e pesca. (! 15,49) 30.000 115. - Il cacciatore italiano. Rivista tecnica di caccia e pesca. (! 30,99) 60.000-8 -