CARITAS NEWSLETTER CARITAS DIOCESANA DI SAVONA-NOLI 31 GENNAIO 2012 n 90 QUARESIMA 2012: L EUCARISTIA NUTRE LA COMUNITÀ UN ANNO DI RACCOLTA INDUMENTI ALICE PARTE PER IL BRASILE IN UN PROGETTO CARITAS LA CARITÀ FINO ALLE ESTREME CONSEGUENZE QUARESIMA 2012: L EUCARISTIA NUTRE LA COMUNITÀ Un tempo importante di crescita individuale e comunitaria. Il nutrimento di Dio. Una raccolta fondi per aiutare le persone in difficoltà per il lavoro. Con la Quaresima 2012 alle porte, il programma pastorale diocesano giunge ad una tappa fondamentale del proprio cammino. Con lo slogan L Eucaristia nutre la Comunità, la nostra Diocesi propone a tutte le parrocchie un percorso comunitario che avrà nella celebrazione eucaristica domenicale il suo momento più alto: 5 domeniche per approfondire le 5 parti di ogni celebrazione eucaristica. Alcuni materiali aiuteranno la realizzazione della proposta. Sul Letimbro che uscirà fra qualche giorno potrete trovare la presentazione dei materiali. Vogliamo in questa sede sottolineare una caratteristica che connota la proposta diocesana. Dopo un Avvento nel quale siamo stati invitati a spezzare il pane in famiglia e nella comunità, cioè a nutrire di fraternità le persone che incontriamo, in questa Quaresima saremo chiamati a riscoprire quello che solitamente riceviamo da Dio attraverso L Eucaristia, la nostra Comunità, le persone vicine, i fatti della vita e della storia, gioiosi o sofferti. Questo è il senso dello slogan L Eucaristia nutre la Comunità. È vero! Siamo prima di tutto nutriti da Dio. Doniamo perché ne abbiamo la forza, ma nello stesso tempo riceviamo doni e cibo attraverso la positività di chi ci vive vicino. Il nutrimento più corposo? L Eucaristia. È quindi il momento di imparare meglio a ricevere e ad accorgerci di ciò che ci viene dato. È il momento di imparare ad avere un assetto interiore più capace di rendersi conto del nutrimento che in mille forme ci viene offerto per progredire in umanità e nella fede. È il momento di imparare a non lasciar cadere nel vuoto occasioni uniche di crescita. Accanto all animazione liturgica ci sarà una proposta di raccolta fondi per le persone in grosse difficoltà per il lavoro che manca e per sostenere il nostro Laboratorio formativo al lavoro indirizzato ad alcune persone in grave marginalità che stanno cercando di recuperare le proprie capacità di vita e di lavoro. I fondi raccolti saranno gestiti dalla Caritas Diocesana che in questi mesi vede acutizzarsi sul territorio la presenza di molte persone che hanno perso il lavoro o che lo avranno ancora per poco. Mirko Novati Caritas newsletter gennaio 2012 1
UN ANNO DI RACCOLTA INDUMENTI Un modo per creare lavoro. Un modo per vivere la solidarietà. I problemi incontrati. Da circa un anno è attivo il servizio di raccolta di indumenti usati presso il Comune di Savona. Tale servizio viene gestito dalla Fondazione Comunità Servizi onlus e dalla Caritas diocesana di Savona in collaborazione con la Cooperativa sociale Emmaus di Genova. Tale attività, affiancandosi alla già presente attività di rigenerazione di apparecchiature distributrici di carta e sapone liquido, contribuisce a differenziare i servizi del Laboratorio formativo al lavoro La Cruna dell Ago. Vengono così create più occasioni di coinvolgimento per persone che, o per fragilità proprie o per fragilità del mercato del lavoro, non riescono ad accedere ad un occupazione lavorativa e dunque alla dignità ed autonomia che da essa consegue. Operativamente vengono incaricate della raccolta tre persone di cui un educatore, responsabile dell equipaggio e due persone segnalate dal Centro Ascolto di Savona ed inserite in un progetto di reinserimento lavorativo. Una o due volte alla settimana, ciascuno dei 24 contenitori gialli appositamente dislocati sul territorio comunale di Savona, viene svuotato. I vari vestiti raccolti, previa verifica dell eventuale necessità di abiti da parte dei Centri di Ascolto locali, vengono posti in sacchetti poi sigillati, stoccati in un container scarrabile e portati a Prato, presso la sede di Tesmapri S.p.A, l'azienda che segue la successiva parte di filiera. Il vestiario viene quindi selezionato manualmente per qualità e tipologia, igienizzato e commercializzato: la maggior parte del raccolto in buono stato viene sistemata e venduta in parte nei mercati italiani ed in parte in quelli esteri; un'altra parte del raccolto non utilizzabile è avviata al riciclo per la produzione di tessuti nuovi ed altri impieghi industriali. La Tesmapri S.p.A., in base al peso del materiale raccolto, riconosce alla Fondazione Diocesana ComunitàServizi, ente gestore dei servizi della Caritas Diocesana di Savona, un compenso economico che viene utilizzato per pagare il servizio e il personale impiegato. Il rimanente ricavato è utilizzato interamente per il sostegno dei progetti di solidarietà gestiti dalla Fondazione Diocesana ComunitàServizi in favore delle persone in disagio presenti a Savona. Anche se il complesso iter autorizzativo, avviato dalla Fondazione Comunità Servizi per lo svolgimento di tale servizio in autonomia, non è ancora terminato, quest anno è stato individuato un sito di stoccaggio temporaneo (approvato dalla Provincia di Savona) per raccogliere gli indumenti usati, ed è stata ottenuta l idoneità professionale per il trasporto nazionale su strada di merci. L iter autorizzativo prevede ancora vari passi come l iscrizione all Albo Trasportatori con mezzi in conto terzi ed all Albo Gestori Ambientali. Non sono mancati i problemi che hanno ostacolato il servizio. Primo fra tutti il costante tentativo da parte di ignoti di prelevare vestiario dall interno dei contenitori. Tale tentativo viene effettuato attraverso la forzatura dei lucchetti e del meccanismo attraverso il quale si accede all interno del contenitore giallo. Il risultato è un indecoroso spargimento di vestiti nelle immediate vicinanze di questi contenitori che richiama numerose segnalazioni dei cittadini savonesi. Un altro problema è costituito dal bloccaggio del meccanismo girante che permette l inserimento dei vestiti dentro i contenitori: la scarsa attenzione al funzionamento del meccanismo rotante permette a lacci di scarpe, cinture e vestiario troppo ingombrante di rendere inefficace l accesso al contenitore con conseguente perdita di tempo da parte degli operatori. Un altro problema è la presenza di persone che senza titolo svolgono a domicilio la raccolta di indumenti usati. Qualche mese fa è apparsa sul giornale la notizia di una persona non identificata che in modo anonimo raccoglieva indumenti usati presso alcune abitazioni della Zona Fornaci di Savona. Vengono inoltre introdotti all interno dei contenitori materiali organici di varia natura che non hanno nulla a che fare con il vestiario e sporcano o deteriorano in modo irreparabile i vestiti all interno. I contenitori sono poi oggetto di incendio o di danno da parte di veicoli e possono essere irrimediabilmente danneggiati dalle operazioni di svuotamento degli adiacenti cassonetti Caritas newsletter gennaio 2012 2
per la raccolta differenziata. In tutti questi casi è necessaria una costante manutenzione affinché il servizio proceda comunque in modo regolare. Succede anche che il contenitore si riempia con maggior velocità in corrispondenza dei periodi di cambio stagione con il relativo disagio di chi intende liberarsi correttamente dei vestiti che non usa più. In questo caso ed in tutti gli altri casi in cui il contenitore non è utilizzabile, consigliamo agli utenti di portare i propri vestiti in un altro momento od in un altro contenitore vicino. Tuttavia nel 2011 l attivazione di questo servizio di raccolta ha permesso di coinvolgere 6 persone per ciascuna delle quali è stata erogata una borsa lavoro. Sempre nello stesso anno sono state raccolte circa 150 tonnellate di vestiario usato che si sono trasformate in risorse utili per tutti i vari servizi della Caritas diocesana di Savona. C è inoltre la soddisfazione di vedere i primi passi della nostra completa autonomia gestionale in questa raccolta che può, attraverso l erogazione di borse lavoro, riaccendere la speranza in chi non ha alternative sul fronte lavorativo ed attivare percorsi lavorativi e mentali nuovi. A tali persone viene così consentito di impiegare una parte del loro tempo continuando la ricerca di un lavoro stabile. La prospettiva nell ambito della raccolta degli indumenti usati, è quella di assumere una persona fissa (aiutata da altre due persone in borsa lavoro) che segua operativamente la raccolta degli indumenti usati qualora tale persona possa essere retribuita attraverso i proventi della raccolta stessa. Alessandro Magagna ALICE PARTE PER IL BRASILE IN UN PROGETTO CARITAS Un anno tra i ragazzi brasiliani. Perché andare lontano, con la Caritas. Alice Bianchi, giovane savonese di 23 anni, laureata in Scienze della Comunicazione a Torino, dopo l'esperienza scout nel Savona 7, a breve partirà per il Brasile a Nova Iguaçu, Rio de Janeiro, nella missione di Don Renato Chiera, fondatore della Casa do Menor, all'interno di un progetto della Caritas di Mondovì. Farà un anno di servizio civile nazionale all'estero. Nella sua fase di preparazione, in questi giorni è presente nei nostri servizi e sta operando presso la Casa della Mondialità. Le chiediamo di parlarci della scelta di vivere un anno in Brasile all'interno di un progetto Caritas. Come mai parti per il Brasile in un progetto della Caritas. Come si dice, il primo amore non si scorda mai. Sono stata in Brasile nel 2008, avevo appena finito il liceo, era un anno di scelte, di cambiamento, di svolta. Sentivo il bisogno di staccarmi dalla quotidianità, dallo scorrere degli eventi per vedere le cose da un altra prospettiva, per immergermi in una vita diversa; pensavo potesse essere utile per me mettermi in gioco in un mondo nuovo, dove i valori dominanti sono diversi dai nostri e la vita semplice la si assapora ogni giorno, perché potrebbe sparire da un momento all altro. In realtà non fu così, fu molto di più. Gli abbracci degli sconosciuti, i sorrisi, il calore di persone genuine che sanno accogliere a cuore aperto, la vita nella semplicità, il cielo, la terra rossa, il lavoro di coloro che dedicano tempo ed energie a costruire una vita degna per tutti. Tutto questo mi ha portato a vedere la vita con occhi diversi, a dare importanza ai dettagli, al fermarsi un secondo in più ad ascoltare uno sconosciuto. E così fui sommersa dalla Saudade brasiliana, un misto di malinconia, tristezza, e gioia dei ricordi. Avevo già pensato di fare un anno di servizio civile ed ora che sono ad un nuovo bivio della mia vita ho deciso di buttarmi in una nuova avventura, sicuramente più difficile, profonda, intensa della precedente. Non cercavo un lavoro che mi tenesse dietro una scrivania, volevo il contatto con le persone, quello vero e autentico che solo la vita quotidiana può dare, Caritas newsletter gennaio 2012 3
volevo rileggere la mia vita in modo nuovo, in uno scambio reciproco, e questo l ho trovato possibile solo in un progetto Caritas, le cui parole chiave non sono aiuto ma scambio, accoglienza, attenzione, diversità. Quali sono le tue aspettative. Un giorno trovai questa frase su un libro, e da quel momento è diventato il mio motto, diceva: "La nostra destinazione non è mai un luogo, ma un nuovo modo di vedere le cose". Da quel momento ho cercato di aprirmi a tutto ciò che mi capita intorno, e ad accogliere le differenze come i tesori più belli e inaspettati. Vedo il viaggio e lo scambio tra culture come qualcosa di enormemente arricchente, che ci apre verso nuove prospettive, che ci fa riscoprire ciò che diamo per scontato, che ci fa vedere la vita con occhi nuovi e che contribuisce e creare un nuovo noi stessi, più profondo e attento. Durante quest'anno spero di aprirmi a qualunque esperienza e incontro, di imparare dalla diversità e fare delle prospettive acquisite un nuovo modo di leggere la mia vita, spero di costruire delle solide amicizie che infrangano le barriere culturali, confrontarmi ed imparare da tutti i volontari e i viaggiatori che incrocerò sulla mia strada, e in ultimo, ma non meno importante, di trovare la mia di strada. Cosa vai a fare. Quale sarà il tuo lavoro. Io, insieme ad altri 3 volontari, saremo a disposizione per le numerose attività che la Casa do Menor offre: dalle case-famiglia per minori abbandonati, alle case di prima accoglienza, ai dopo-scuola nelle favelas e ai corsi professionalizzanti. Noi avremo la possibilità di sperimentarle tutte e poi scegliere le più adatte, per un periodo più o meno lungo. Potremo inoltre affiancare gli assistenti sociali locali nell educazione alle famiglie e nelle campagne contro l abbandono minorile. Credo che sia un ottima cosa poter conoscere la realtà che ci circonda e scegliere un progetto da seguire dopo averli sperimentati tutti, specie per ragazzi come noi, che non hanno le idee molto chiare sul proprio futuro. Non violenza, pace, cittadinanza attiva. Sono i valori che il servizio civile vuole proporre al mondo giovanile. Ma sono possibili? L obiettivo del Servizio Civile è dare la possibilità a ragazzi, in quanto cittadini italiani, di crescere a livello personale e professionale, di diventare persone migliori per poi essere attivi sul proprio territorio, lasciare un proprio segno, arricchire la collettività. Credo che il Servizio Civile sia davvero una delle (ormai poche) cose belle che lo Stato Italiano ci offre. Lo ritengo un ottimo modo di crescere, imparando dagli altri con umiltà, mettendosi al servizio di coloro che spesso sono invisibili, ma che hanno da insegnare, con la loro vita, più di chiunque altro. Io credo che questi valori, che ho capito essere fondamentali grazie alla mia formazione scoutistica, sono possibili solo se non si esauriscono con la fine del servizio; sta a noi mantenerli, farli emergere nella quotidianità, insegnarli a chi ci sta intorno. Perché credi sia importante fare un esperienza di vicinanza così lontano da casa, quando c è molto da fare anche qui, vicino a noi? Non si parte per aiutare gli altri, si parte perché, più di tutto, fa bene a noi stessi. Io credo che il viaggio sia una delle cose più formative della vita, ci mette in contatto con persone diverse da noi, ci aiuta a capire che da essere abbiamo tanto da imparare. Se ci fermiamo ad ascoltarle, ancora meglio se viviamo per un po con loro, possiamo vedere la nostra vita in modo capovolto, possiamo costruire una scala di valori più vicina a noi, alle nostre esigenze, e smettere di seguire quella che qualcuno, o noi stessi, ci siamo imposti. Il Brasile mi ha aiutato a cogliere e ad apprezzare i dettagli, mi ha insegnato il valore di un sorriso, degli abbracci (lì ne ricevi tantissimi, e pian piano impari a restituirli), della semplicità, della natura, dell essere diversi. Viaggiare è scoprire colori, sapori, odori, vite, lavori, sorrisi, mani da stringere totalmente diversi da quelle a cui siamo abituati. I ritmi di vita, il cibo, le lingue, sono tutte cose che ci Caritas newsletter gennaio 2012 4
fanno aprire gli occhi sul nostro mondo, che ci plasmano e che contribuiscono a creare un noi stessi come lo vogliamo, senza piegarci ad una quotidianità che spesso ci trascina nella vita per inerzia. Essere vivi è saper gioire delle cose che prima ci apparivano insignificanti,o peggio, che non sapevamo nemmeno di avere. Stando fermi nello stesso punto non si cresce; dobbiamo andare lontano e guardare la vita da un altra prospettiva, chiederci se ne siamo felici, non aver paura di cambiare. Dobbiamo imparare ad essere aperti, perché è solo così che sapremo accogliere le differenze senza paura e leggerle come un enorme ricchezza. Vi lascio una frase che mi fa molto pensare in questo periodo: IN UN MONDO DI FUGGITIVI LA PERSONA CHE SEGUE LA DIREZIONE OPPOSTA SEMBRA CHE FUGGA VIA Thomas Stern Eliot. Buon viaggio a tutti! Alice Bianchi LA CARITÀ FINO ALLE ESTREME CONSEGUENZE Gli operatori pastorali uccisi nel 2011 nella loro testimonianza della carità e la strage dei cristiani nel mondo. Come nell antichità, anche oggi la sincera adesione al Vangelo può richiedere il sacrificio della vita, e molti cristiani in varie parti del mondo sono esposti a persecuzione e talvolta al martirio (Papa Benedetto XVI, 26 dicembre 2011, festa liturgica di S. Stefano protomartire). È con questa frase del Papa che vogliamo comunicarvi l elenco degli operatori pastorali che sono stati uccisi nel 2011 nella loro testimonianza di carità nel mondo. Alla fine dell anno, secondo la consuetudine, l Agenzia Fides pubblica l elenco degli operatori pastorali che hanno perso la vita in modo violento nel corso dell anno. Dalle informazioni raccolte, nell anno 2011 sono stati uccisi 26 operatori pastorali, uno in più rispetto all anno precedente: 18 sacerdoti, 4 religiose, 4 laici. Per il terzo anno consecutivo, con un numero estremamente elevato di operatori pastorali uccisi, figura al primo posto l AMERICA, bagnata dal sangue di 13 sacerdoti e 2 laici in Colombia, Messico, Brasile Paraguay e Nicaragua. Segue l AFRICA, dove sono stati uccisi 6 operatori pastorali: 2 sacerdoti, 3 religiose, 1 laico in Burundi, R.D.Congo, Sud Sudan, Tunisia e Kenia. Quindi l ASIA, dove hanno trovato la morte 2 sacerdoti, 1 religiosa, 1 laico in India e nelle Filippine. Infine in EUROPA e precisamente in Spagna è stato ucciso un sacerdote. Due gli italiani presenti in questo elenco: Padre Fausto Tentorio e Francesco Bazzani. Alcuni sono stati vittime di quella violenza che combattevano o della disponibilità ad aiutare gli altri mettendo in secondo piano la propria sicurezza. Anche quest anno molti sono stati uccisi in tentativi di rapina o di sequestro finiti male, sorpresi nelle loro abitazioni da banditi o da giovani sbandati che magari avevano aiutato in precedenza, alla ricerca di facili bottini. Altri ancora sono stati eliminati perché, nel nome di Cristo opponevano l amore all odio, la speranza alla disperazione, il dialogo alla contrapposizione violenta, il diritto al sopruso. La vera imitazione di Cristo è l amore ha detto il Papa ricordando la memoria di S. Stefano il 26 dicembre scorso. E questa è stata certamente regola di vita per suor Angelina, uccisa in Sud Sudan da militanti del Lord s Resistance Army (LRA) mentre portava aiuti sanitari ai rifugiati; ed anche per María Elizabeth Macías Castro, del Movimento Laico Scalabriniano di Nuevo Laredo (Messico), che lavorava presso un giornale e si occupava di assistere i migranti, sequestrata e uccisa da narcotrafficanti; o ancora per Padre Fausto Tentorio, missionario italiano del PIME, parroco a Mindanao (Filippine Sud), Caritas newsletter gennaio 2012 5
che ha dedicato tutta la sua vita al servizio di alfabetizzazione e sviluppo degli indigeni; o ancora per il laico Rabindra Parichha, ucciso in Orissa, in India orientale: ex catechista itinerante, era molto impegnato nel campo legale e come promotore dei diritti umani. Agli elenchi provvisori stilati annualmente dall Agenzia Fides, deve sempre essere aggiunta la lunga lista dei tanti di cui forse non si avrà mai notizia, o addirittura di cui non si conoscerà il nome, che in ogni angolo del pianeta soffrono e pagano con la vita la loro fede in Gesù. Si tratta di quel popolo di Dio che va dal Ministro pakistano per le minoranze, Shahbaz Bhatti, primo cattolico a ricoprire tale incarico, impegnato per la pacifica convivenza fra le comunità religiose del suo Paese, ucciso il 3 marzo, al giovane nigeriano che svolgeva ad Abuja, presso la chiesa di Santa Teresa, il servizio di vigilanza per proteggere i luoghi di culto nel giorno di Natale, ucciso da un attentato insieme ad altre 35 persone. Il Centro studi sulle nuove religioni indica in 105.000 i cristiani che nel 2011 sono stati uccisi per la loro fede, uno ogni 5 minuti. La base di questa cifra altissima è costituita dai lavori del principale Centro mondiale di statistica religiosa, l americano Center for Study of Global Christianity, diretto da David B. Barrett, che pubblica periodicamente la notissima World Christian Encyclopedia e l Atlas of Global Christianity. I lavori di Barrett e del suo Centro sono i più citati nel mondo accademico, e non solo, per le statistiche internazionali sui membri delle diverse religioni. La stessa cifra di 105.000 è considerata eccessivamente prudente in un volume importante The Price of Freedom Denied dei sociologi statunitensi Brian J. Grim e Roger Finke (Cambridge University Press, Cambridge 2011), dove la teoria sociologica detta dell economia religiosa è applicata allo studio statistico delle persecuzioni religiose e delle loro conseguenze sociali. Grim e Finke citano altri dati secondo cui il numero di cristiani che vengono uccisi ogni anno potrebbe essere più alto, fra 130.000 e 170.000. È la prima emergenza mondiale in materia di violenza e discriminazione religiosa. La Caritas Diocesana INCONTRO SETTIMANALE DI PREGHIERA Gli operatori e i volontari della Caritas e della Fondazione si ritrovano per l Eucaristia o per le lodi mattutine nella cappella di San Massimiliano, presso la sede diocesana di via Mistrangelo 1, il lunedì mattina alle 8.30. Tutti possono partecipare. VISITA I NOSTRI SITI www.caritas.savona.it www.comunitaservizi.org Caritas newsletter gennaio 2012 6