Padiglione INA Fiera Campionaria di Milano Milano, 1935 DISEGNI Disegno 1 Padiglione dell'ina Fiera Campionaria / Pianta piano terreno, scala 1:50, h 51,6 x 70,7 cm, matita e pastello blu su carta da spolvero [quotata] Disegno 2 Padiglione dell'ina Fiera Campionaria / Pianta primo piano, scala 1:50, h 51,7 x b 71,2 cm, matita e pastello blu su carta da spolvero [quotata]
Disegno 3 Pad. INA FCM 1935/ La Scala, scala 1:20, h 71,7 x b 66,7 cm, Disegno 4 Padiglione dell'ina Fiera Campionaria 1935 / Agganciatura a soffitto, h 52,2 x matita su carta da spolvero b 77 cm, matita e pastello blu su carta da spolvero
Disegno 5 Padiglione dell'ina Fiera Campionaria 1935 / Telai porta diagrammi scala 1:50, h 40 x b 55,4 cm, matita su carta da spolvero Disegno 6 Padiglione I.N.A. F.C. Milano 1935 / Pianta fondazioni telai porta-diagrammi, scala 1:50, h 53,5 x b 45 cm, matita su carta da spolvero
FOTOGRAFIE Foto 1 Veduta dell ingresso del Padiglione Foto 2 Veduta facciata ovest del Padiglione Foto 3 Veduta facciata est del Padiglione
Foto 6 Piano superiore del Padiglione e uffici Foto 4 Piano inferiore del Padiglione Foto 5 Veduta dell interno del Padiglione Foto 7 Particolare interno ufficio
RELAZIONE DI PROGETTO Padiglione INA alla Fiera Campionaria di Milano, 1935 Per la prima volta si prospetta ad Albini la possibilità dello studio di un sistema complesso di comunicazione; l uso dell architettura come espressione e comunicazione con il pubblico, tema attraente, già affrontato da Albini in opere di minore interesse, reso qui ancor più attraente per il fatto che il Padiglione viene programmato per essere recuperato, smontato e rimontato, trasportato altrove, per sfuggire almeno in parte alla vita effimera dei padiglioni fieristici. Così l edificio parte da uno studio sulla modularità e la componibilità degli elementi, studio che corrisponde alla poetica di Albini e al modo con cui egli interpreta il suo tempo. C è insomma un atteggiamento caratteristico, peculiare, con cui Albini individua alcuni fatti, alcuni aspetti della ricerca e della problematica contemporanea come progressivi, e li utilizza come base della sua poetica. Può essere la serialità, o la componibilità, o il basso costo, o il minimo consumo di materiale ad attirare la sua attenzione, in una intuizione delle istanze più vivaci del momento. L esterno dell edificio risente della cultura centroeuropea, senza particolare individualità. Ben più interessante, a questo riguardo, il plastico della prima versione dell edificio. L interno invece è personale, ricco, interpreta lo spazio con sottili trame e trasparenze, ed attesta la fiducia, che è una costante dell opera dell architetto, nella magia della geometria. In generale, come appare da quest opera, l attenzione di Albini a cogliere i moventi dell evoluzione della società, lo porta ad un desiderio di attualità e di partecipazione agli impegni della società dando il contributo che essa richiede, ed allineando alle esigenze collettive i propri parametri di riferimento, incanalando e commisurando su di esse le proprie energie poetiche. In questo senso Albini si appoggia a strumenti come la tecnologia, la razionalità, la geometria per trasformare le esigenze in espressione vibrata. Il metodo e la geometria si configurano come gli essenziali, complementari strumenti di questo tipo di operatività. Il Padiglione è stato organizzato sopra un modulo di 80 cm. Il suo volume è diviso in gruppi di quattro moduli ciascuno. Il pavimento è in lastre di marmo di 80 cm con un giunto largo ed incavato che serve per il fissaggio degli elementi della mostra. Al soffitto è appesa un orditura di ferri a L per l attacco degli elementi in esposizione. La struttura del Padiglione è in cemento armato. I serramenti sono di speciali profilati di ferro. L illuminazione a luce indiretta è ottenuta con tre gole luminose sospese che attraversano il salone in tutta la sua lunghezza. Grafica: Carla Albini