PROCEDURE STANDARDIZZATE: esempi e criticità



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ASSOCIAZIONE TAVOLO 81 IMOLA segreteria@tavolo81imola.org Atti del convegno NOVIT NORMATIVE PER LE AZIENDE CHE OCCUPANO FINO A 10 LAVORATORI Mercoledì 21 Novembre 2012 - Sala A. Pertini, 3ELLE Imola

Claudio Bendanti Im.Tech S.r.l. Settimane della Sicurezza 2012 NOVITA' NORMATIVE PER LE AZIENDE CHE OCCUPANO FINO A 10 LAVORATORI Mercoledì 21 Novembre 2012 ore 14.30 Sala A. Pertini, 3ELLE Via Pietro Nenni - Imola 1 Considerazioni di carattere generale Stiamo parlando di una bozza... Parliamo di PROCEDURE STANDARDIZZATE per la valutazione dei rischi e NON di PROCEDURE SEMPLIFICATE! La compilazione del DVR, secondo il modello proposto, richiede la medesima competenza ed esperienza prevista per la realizzazione di un DVR tradizionale. 2 1

Considerazioni di carattere generale Sono comunque necessarie le valutazioni dei rischi specifici effettuate secondo le indicazioni legislative (rumore, vibrazioni, ROA, chimico, cancerogeno, biologico, incendio, atmosfere esplosive, attrezzature di lavoro, movimentazione manuale dei carichi, movimenti e sforzi ripetuti degli arti superiori, microclima, caduta dall'alto, stress lavoro-correlato, ecc). 3 Carenze Non vengono presi in considerazione i pericoli derivanti dall ambiente circostante in cui è ubicata l attività in analisi (possono essere inseriti in ALTRO ). Non vi sono sezioni che esplichino in maniera esaustiva i lavoratori atipici (intermittenti/a chiamata, somministrati, distaccati, a domicilio, ecc.). Non è prevista l individuazione delle mansioni che eventualmente espongono i lavoratori a rischi specifici che richiedono una riconosciuta capacità professionale, specifica esperienza, adeguata formazione e addestramento ex art. 28 c.2, lett. f). 4 2

Non è prevista una valutazione quantitativa del rischio (non c è un PxD), risulta quindi anche difficile ragionare in termini di piano di miglioramento (se non per le cogenze che comunque dovranno prevedere interventi IMMEDIATI). Non è prevista una schematizzazione che consenta di correlare il DVR alle singole valutazioni specifiche (crossreference) e che giustifichi le metodologie di valutazione adottate. 5 La compilazione di tutti i rischi e delle relative misure di prevenzione e protezione riferite alla mansione, non risulta di facile compilazione ed immediata rappresentazione all'interno del modulo 3. Tali informazioni sono spesso necessarie ai fini: - gestionali (individuazione della formazione necessaria, consegna dei DPI, definizione del protocollo di sorveglianza sanitaria, ecc.); - dimostrativi (richieste da parte INAIL, ASL, ecc.). 6 3

Pertanto, non essendo previsto un MODULO specifico riferito alla mansione, si ritiene utile ricorrere alla compilazione del modulo 3 su di un formato tipo excel che, mediante l'utilizzo di filtri, consenta di raggruppare tutte le righe riferite ad una determinata mansione, oppure - più in generale - tutte le righe riferite ad un determinato campo (colonne modulo 3): - Area/Reparto - Mansione - Pericoli - Strumenti supporto - Misure attuate - Misure miglioramento - Incaricato della sicurezza - Data di attuazione 7 Non è prevista una sezione dedicata all'analisi degli infortuni (incidenti) e malattie professionali, quando invece in premessa è sottolineata tale risorsa come strumento per la valutazione dei rischi. Non è prevista una sezione - o metodologia - dedicata agli aggiornamenti: non emergerà quindi un criterio di evoluzione del DVR nel tempo. Aggiornamenti da effettuare in occasione di modifiche del processo produttivo o della organizzazione del lavoro significative ai fini della salute e sicurezza dei lavoratori, o in relazione al grado di evoluzione della tecnica, della prevenzione o della protezione o a seguito di infortuni significativi o quando i risultati della sorveglianza sanitaria ne evidenzino la necessità - ex art. 29 c.3). 8 4

Sarebbe opportuna una sezione dedicata alle procedure/istruzioni operative di lavoro e di emergenza. Sarebbe opportuna una sezione dedicata alla segnaletica (risulterebbe impossibile inserirla nelle misure di prevenzione attuate o da attuare), anche in considerazione alla gestione delle emergenze. Attenzione all uso delle banche dati! E' ammissibile solo ed esclusivamente se risultano condizioni del tutto sovrapponibili alla situazione riscontrate in campo. 9 Diversamente da quanto schematizzato al MODULO 3 (che nella prima colonna prevede Area/Reparto/Luogo di lavoro) probabilmente sarebbe più logico analizzare le misure di prevenzione e protezione attuate e da attuare, partendo dalla colonna 3, ossia dai PERICOLI, in quanto spesso si parte da un'analisi delle valutazioni specifiche (almeno secondo le ns procedure di lavoro). Se invece l analisi iniziasse scandagliando l allegato IV (T.U.) allora SAREBBE più logico schematizzare il MODULO 3 partendo effettivamente dall area/reparto/luogo di lavoro. 10 Le procedure stesse lasciano al valutatore questa scelta (pag. 10, terzo periodo). 5

E' prevista la segnalazione, all'interno del, di quelle misure che dovranno essere attuate con interventi immediati in quanto le situazioni in essere non garantiscono il rispetto della legislazione vigente (cogenze) Logico dal punto di vista procedurale ed operativo, ma attenzione all'autodenuncia! (es. un'attrezzatura di lavoro non in possesso dei requisiti di sicurezza di cui all'art. 70 non può essere utilizzata fino al suo adeguamento, sembra ovvio, ma...) 11 Esempio di DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI elaborato secondo la bozza di PROCEDURE STANDARDIZZATE In un'attività di: Confezione in serie di abbigliamento Commercio al dettaglio di maglieria, camicie, tessuti.. Lavanderia, Stireria e piccole riparazioni 12 6