Nationalrat Conseil national Consiglio nazionale Cussegl naziunal 05.409 n I.P. Darbellay. Obbligo generale di servizio per gli uomini Rapporto del 24 gennaio 2006 della Commissione della politica di sicurezza Nella seduta del 24 gennaio 2006, la Commissione ha svolto un esame preliminare dell'iniziativa parlamentare inoltrata il 18 marzo 2005 dal consigliere nazionale Christophe Darbellay. L'autore dell'iniziativa chiede di modificare le disposizioni della Costituzione federale relative al servizio militare affinché tutti gli uomini soggetti all'obbligo militare debbano prestare servizio nell'esercito, nella protezione della popolazione o nel servizio civile. L'esercito deve disporre di un effettivo che gli consenta di adempiere il suo mandato. Il principio dell'esercito di milizia è mantenuto. Proposta della Commissione Con 16 voti favorevoli e 4 astensioni, la Commissione propone di non dar seguito all'iniziativa. Relatore: Wasserfallen (d), Bugnon (f) In nome della Commissione: La presidente Barbara Haering 1. Testo e motivazione 1. 1. Testo 1. 2. Motivazione 2. Situazione dell'esame preliminare 3. Considerazioni della Commissione 4. Proposta della Commissione 5. Allegato 5. 1. Quota dei giovani idonei all'arruolamento dal 1988 al 2005 5. 2. Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali 1. Testo e motivazione 1. 1. Testo In base all'articolo 160 capoverso 1 della Costituzione federale e all'articolo 107 della legge sul Parlamento, inoltro la seguente iniziativa parlamentare: le disposizioni della Costituzione federale relative al servizio militare devono essere modificate affinché tutti gli uomini soggetti all'obbligo militare debbano prestare servizio nell'esercito, nella protezione della popolazione o nel servizio civile. L'esercito deve disporre di un effettivo che gli consenta di adempiere il suo
nel servizio civile. L'esercito deve disporre di un effettivo che gli consenta di adempiere il suo mandato. Il principio dell'esercito di milizia è mantenuto. 1. 2. Motivazione Solo poco più del 60 percento degli uomini soggetti all'obbligo militare assolve la scuola reclute. Gli altri pagano la tassa d'esonero oppure prestano servizio nella protezione civile. Si tratta di un'evidente disparità di trattamento. L'obbligo di prestare servizio militare implica che le persone che ricevono una formazione militare sono più di quelle di cui ha bisogno l'esercito XXI. Ne conseguono spese supplementari inutili per circa 150 milioni di franchi. Le disposizioni costituzionali vigenti non permettono di impiegare i soldati in esubero per altri compiti. Un nuovo modo di concepire l'obbligo di prestare servizio militare permetterebbe di rispettare il principio dell'esercito di milizia e di destinare il personale in eccedenza e le persone dichiarate inabili al servizio militare a compiti in favore della comunità (protezione della popolazione, intervento sociale, manutenzione dei sentieri, protezione della natura e del paesaggio). Interventi di questo tipo non devono creare distorsioni concorrenziali nei confronti dell'economia privata. Ogni cittadino inabile al servizio militare o non necessario per adempiere il compito dell'esercito dovrebbe essere tenuto a prestare servizio per un numero di giorni corrispondente alla durata normale del servizio militare. In questo modo sarebbe possibile attenuare il deficit del budget federale e introdurre maggiore flessibilità nel militare pur non mettendo in pericolo l'efficienza dell'esercito di milizia. Tra l'altro, rafforza l'identificazione di coloro che prestano servizio con il proprio Paese. In una motivazione orale in presenza della Commissione, l'autore dell'iniziativa ha sottolineato che la questione dell'obbligo di prestare servizio è stata sottoposta all'esame del Parlamento già in svariati interventi [1] e che l'iniziativa da lui presentata è giustificata di fronte al temporeggiamento del Consiglio federale che non intende tornare sulla questione dell'obbligo di prestare servizio militare. Secondo l'autore dell'iniziativa sussiste un'evidente disparità di trattamento. Inoltre, il numero di soldati che ricevono la relativa formazione è superiore alle esigenze dell'esercito XXI, con elevati costi supplementari. Sempre secondo l'autore dell'iniziativa, questa offre l'opportunità di avviare un dibattito sui futuri obiettivi dell'esercito. Di fronte agli sviluppi nella politica della sicurezza, il nostro Paese ha bisogno di un esercito più piccolo, mobile e dotato di equipaggiamento tecnologico all'avanguardia, che può contare su personale motivato. L'esercito deve continuare ad essere al servizio della coesione nazionale. Nel nostro Paese ogni giovane cittadino ha accesso ad un alto livello di formazione che gli permette di vivere in condizioni agiate. In compenso, può fornire un servizio alla comunità. La struttura amministrativa necessaria all'introduzione di un obbligo generale di prestare servizio non rappresenta un ostacolo insormontabile. Le organizzazioni non governative possono offrire un considerevole sostegno logistico. La carenza di personale che si assuma compiti a favore della comunità potrebbe essere sormontata senza entrare in concorrenza con l'economia privata. In questo modo è possibile assegnare compiti a favore della comunità a persone dichiarate inabili al servizio militare o agli «esuberi» (intervento sociale, protezione della natura e del paesaggio), facendo attenzione ad evitare le distorsioni concorrenziali. 2. Situazione dell'esame preliminare La questione se sostituire o meno l'obbligo militare con un obbligo generale di prestare servizio è stata discussa a più riprese in Svizzera a partire dagli inizi degli anni Settanta. Su questo dibattito si basa il rapporto del 20 agosto 1996 [2] della relativa commissione di studio costituita dal Consiglio federale nel 1992 e composta da esperti sotto la guida della consigliera agli Stati Christiane Langenberger. La commissione aveva il compito di esaminare l'opportunità di introdurre un obbliglo generale di prestare servizio accertandone l'esigenza ed analizzando questioni come la partecipazione di tutte le donne, la libertà di scelta e la parità di trattamento per quanto concerne l'obbligo militare. Inoltre l'analisi doveva comprendere anche una riflessione sui possibili sviluppi della problematica. 2
Il gruppo di esperti ha elaborato tre modelli, giungendo tuttavia alla conclusione che è preferibile attenersi allo status quo, cioè non introdurre un obbligo di fornire prestazioni per compiti della comunità. Il rapporto afferma che in un prossimo futuro la carenza di personale e di mezzi finanziari in settori importanti come ad esempio l'assistenza, la cura, la protezione dell'ambiente e lo smaltimento non porta a situazioni tali da esigere un obbligo generale di prestare servizio. Inoltre riflessioni di carattere giuridico, economico e sociale dissuadono oggi dall'introdurre un obbligo di tal genere. [3] Invece il rapporto invita a migliorare gli obblighi di prestare servizio adeguandone l'entità, la durata e l'organizzazione alle esigenze. Le riforme Esercito 95 e Esercito XXI hanno attuato le riforme proposte nel rapporto. In ambedue i casi sono stati rispettati i principi dell'obbligo di prestare servizio militare e dell'esercito di milizia, i cui fondamenti non sono mai stati messi in discussione. Nel 1999, approvando la riforma della Costituzione sul principio di milizia, il popolo svizzero si è pronunciato a favore delle missioni affidate all'esercito e dell'obbligo di prestare servizio militare; inoltre ha confermato la base costituzionale dell'esercito svizzero con l'approvazione della revisione della legge militare nel giugno 2003. Da allora il dibattito sull'equità è stato riaperto a più riprese, in base alle statistiche sull'idoneità al servizio. In Parlamento, il Consiglio degli Stati ha approvato il 5 ottobre 2004 con 25 voti contro 11 una mozione del consigliere agli Stati Bruno Frick sull'introduzione dell'obbligo generale di prestare servizio per gli uomini [4] e dunque contro l'obbligo del cittadino di fornire un servizio di utilità generale alla comunità [5]. Recentemente, cioè durante la sessione invernale 2005, il Consiglio nazionale ha rifiutato con 133 voti contro 30 una mozione dallo stesso titolo del Gruppo popolare democratico [6] perché attualmente non sussisterebbero ragioni per modificare il sistema [7]. D'altra parte il Consiglio degli Stati ha trasmesso il 5 dicembre 2005 un postulato del consigliere agli Stati Franz Wicki che chiede un rapporto sulla parità di trattamento per quanto concerne l'obbligo militare [8]. Il rapporto deve fornire un parere completo e differenziato sulla questione dell'idoneità al servizio militare e indicare le alternative odierne al sistema del servizio militare con i vantaggi e gli svantaggi per l'adempimento delle mansioni dell'esercito. Il rapporto deve inoltre aggiornare quello della commissione di studio sull'obbligo generale di prestare servizio ed esaminare anche la questione di un obbligo generale di prestare servizio per gli uomini [9]. 3. Considerazioni della Commissione La Commissione di politica della sicurezza del Consiglio nazionale (CPS N) ritiene che i motivi dell'iniziativa, cioè l'impiego di persone idonee al servizio militare ed alla protezione civile per compiti del settore civile quali la cura, l'assistenza, la protezione dell'ambiente, l'educazione, siano lodevoli, ma non realizzabili in questo modo. Secondo la CPS N, la priorità assoluta deve essere accordata alla realizzazione dell'esercito XXI. Il nuovo sistema di reclutamento, con il quale vengono scelti gli effettivi tanto dell'esercito quanto della protezione civile, conferma che la direzione presa è quella giusta. Durante le visite alle truppe nello scorso anno, la Commissione ha potuto accertarsi essa stessa della qualità del lavoro fornito dai centri di reclutamento ed ritiene che il nuovo sistema rappresenti uno dei principali progressi raggiunti nell'ambito dell'esercito XXI. Grazie al reclutamento parallelo, la protezione civile è diventata più efficace, come hanno dimostrato gli interventi dopo le valanghe agli inizi del 2005 ed il maltempo nell'agosto 2005. Tra l'altro i dati sull'idoneità mostrano anche che l'equità in fatto di obbligo militare è mantenuta: circa il 60% delle leve entrano nell'esercito o svolgono il proprio compito nel servizio civile. A confronto degli anni precedenti, questa quota si mantiene stabile. Una metà del rimanente 40%, dichiarato non idoneo all'arruolamento, è assegnata al servizio civile, l'altra metà paga la tassa per l'esenzione [10]. La Commissione ritiene che per parità di trattamento non s'intenda che il 100% delle leve debba prestare servizio a favore della comunità, ma che i giovani sani forniscano un servizio alla comunità, sotto forma di servizio militare, di servizio civile o di protezione civile, come effettivamente succede. La Commissione non ritiene che ciò 3
equivalga alla libertà di scelta. L'introduzione di un nuovo obbligo di prestare servizio comporterebbe inoltre diversi problemi: Garanzia dell'effettivo dell'esercito In pratica, l'introduzione di un servizio obbligatorio alla collettività garantendo al contempo gli effettivi dell'esercito comporterebbe la conservazione di una modalità di obbligo di prestare servizio oppure la creazione di incentivi finanziari, situazione che provocherebbe la fine dell'esercito di milizia. Quest'ultima però non solo è il sistema che meglio corrisponde alle tradizioni nazionali, ma anche il più economico. Violazione della Convenzione europea dei diritti dell'uomo [11] L'articolo 4 della Convenzione sancisce che nessuno deve essere costretto a prestare lavori forzati o obbligatori [12]. Lo Stato può chiedere ai cittadini un servizio obbligatorio solo se non ha alternative, cioè in caso di guerra, crisi, catastrofe e non al fine di colmare un vuoto di personale in settori della società o dell'economia. Le prestazioni obbligatorie devono limitarsi ai compiti assolutamente necessari che non possono essere adempiuti in altra maniera (in primo luogo servizio militare e protezione civile). La sanità, tanto per fare un esempio, non rientra in questi settori e deve compensare la mancanza di personale sul mercato del lavoro. L'introduzione di un obbligo di prestare servizio in questo settore potrebbe tra l'altro causare una distorsione sul mercato del lavoro e quindi pesare sui salari. L'obbligo generale di prestare servizio non verrebbe legittimato dalla necessità, ma dall'effetto auspicato. Un tale servizio alla comunità ricorda in un certo senso il servizio alla collettività" dei Paesi comunisti e non può essere preso in considerazione. L'introduzione di un nuovo obbligo non potrebbe soddisfare l'esigenza principale dell'iniziativa parlamentare, cioè di creare maggiore equità. Un paragone mostra che gli altri Paesi europei (ad eccezione della Germania) hanno abolito l'obbligo generale di arruolamento e di prestare servizio militare, ma hanno creato eserciti di professionisti. L'idea è sempre stata dibattuta in Svizzera, ma non esiste una tradizione paragonabile a quella dei Paesi anglosassoni, anche se i sondaggi effettuati in merito nel 2005 mostrano per la prima volta che la maggioranza sarebbe disposta ad accettare il principio di un esercito di questo tipo [13]. La CPS N riconosce che le mentalità evolvono e che l'esercito di milizia non ha più lo stesso sostegno che aveva durante la guerra fredda. I principi dell'esercito di milizia sono oggi messi in dubbio, insieme a tutti i vantaggi che può presentare. Secondo la Commissione tuttavia, le condizioni per l'introduzione di un servizio alla collettività non sono ancora soddisfatte e non esiste un motivo oggettivo a favore. Se le leve dichiarate idonee al servizio militare o alla protezione civile desiderano impegnarsi a favore della comunità, hanno sufficienti possibilità a disposizione per farlo su una base volontaria. In base a questi stessi argomenti, lo scorso novembre il Consiglio nazionale ha rifiutato la mozione del Gruppo C [14]. Con l'approvazione del postulato Wicki [15] il Consiglio federale è stato incaricato di redigere un rapporto sull'equità del servizio militare. Previsto entro la fine del periodo di legislatura, questo rapporto potrebbe indicare nuove eventuali opportunità in questo ambito. 4. Proposta della Commissione Per le ragioni esposte la Commissione propone, con 16 voti favorevoli, 4 contrari e 4 astensioni, di non dar seguito all'iniziativa. 4
5. Allegato 5. 1. Quota dei giovani idonei all'arruolamento dal 1988 al 2005 Anno Percentuale di idonei (secondo il precedente sistema di reclutamento) 1988 90.5 1989 89.9 1990 87.7 1991 85.1 1992 85.3 1993 86.2 1994 85.7 1995 87.1 1996 86.7 1997 87.2 1998 86.3 1999 85.7 2000 83.8 2001 81.9 2002 77.6 Reclutamento secondo i criteri dell'esercito XXI (reclutamento parallelo di più giorni per l'esercito e per la protezione civile) Anno Idonei al servizio militare in % Idonei alla prote zione civile in % Idonei al servizio in % 2003* 68,4 19,7 88,1 2004 62,8 19,0 81,8 2005 61,0 16,4 77,4 * Fase pilota (arruolamento di due giorni) 5
5. 2. Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali Articolo 4 Divieto di schiavitù e lavori forzati 1. Nessuno può essere tenuto in condizione di schiavitù o di servitù. 2. Nessuno può essere costretto a compiere un lavoro forzato o obbligatorio. 3. Non è considerato «lavoro forzato o obbligatorio» nel senso di questo articolo: a. ogni lavoro normalmente richiesto ad una persona detenuta alle condizioni previste dall'articolo 5 della presente Convenzione o nel periodo di libertà condizionata; b. ogni servizio di carattere militare o, nel caso di obiettori di coscienza nei paesi nei quali l'obiezione di coscienza è riconosciuta legittima, un altro servizio sostitutivo di quello militare obbligatorio; c. ogni servizio richiesto in caso di crisi o di calamità che minacciano la vita o il benessere della comunità; d. ogni lavoro o servizio che faccia parte dei normali doveri civici 1) Mozione. Frick (04.3369). Obbligo generale di prestare servizio per gli uomini. Mozione. Lang (05.3252). Abrogazione dell'obbligo militare e creazione di un servizio sociale e per la pace su base volontaria. Mozione. Gruppo C (04.3379). Obbligo generale di prestare servizio per gli uomini. Postulato. Wicki (05.3526). Rapporto sulla parità di trattamento per quanto concerne l'obbligo militare. 2) Schlussbericht vom 20. August 1996 über die Ersetzung der Wehr und Zivilschutzpflicht durch eine Allgemeine Dienstpflicht (rapporto del 20 agosto 1996 sulla sostituzione dell'obbligo di prestare servizio militare o civile con un obbligo generale di prestare servizio, n.d.t.), pag. 100, Ufficio centrale della difesa, Berna. 3) Vedi anche il rapporto finale, op. cit., pag. 2. 4) Mozione. Frick (04.3369), op. cit. 5) Consultazioni, vedi anche Boll. Uff. 2004 pag. 588. 6) Mozione. Gruppo C (04.3379), op. cit. 7) Consultazioni, vedi anche Boll. Uff. 2005 N 1565/1566. 8) Postulato. Wicki (05.3526), op. cit. 9) Consultazioni, vedi anche Boll. Uff. 2005 pag. 1010. 10) Statistica sull'idoneità al servizio, vedi anche l'allegato 1. 11) Convenzione del 4 novembre 1950 per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. 12) Articolo 4, vedi anche l'allegato 2. 13) Sicherheit 2005. Aussen, Sicherheits und Verteidigungspolitische Meinungsbildung im Trend. (Sicurezza 2005. Tendenze nelle opinioni politiche su affari esteri, sicurezza e difesa, n.d.t.). Karl. W. Haltiner, A. Wenger, PFZ, pag. 122 124. 14) Consultazioni, vedi anche Boll. Uff. 2005 N 1565/1566. 15) Postulato. Wicki (05.3526), op. cit. 6