Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Segreteria Generale: Via Trionfale, 79/A 00136 Roma Tel. 06.3975901 (6 linee r.a) Fax 06.39733669 Email: info@sappe.it Forze di Polizia: revisione degli ordinamenti e dei ruoli, riordino e riallineamento. Esiti incontro al DAP del 07.03.2016 Si è svolto ieri, al Dipartimento, il previsto incontro tra l'amministrazione e le organizzazioni sindacali, alla presenza del Capo del Dipartimento, Santi Consolo, del Vice Capo Massimo De Pascalis e del Direttore generale del personale e delle risorse Pietro Buffa. Il capo del Dipartimento ha introdotto i lavori, affermando di aver presentato al gabinetto del ministro un progetto normativo, di cui ci ha consegnato copia, per l'assunzione di personale di polizia penitenziaria, esigenza ormai non più rinviabile a causa delle forti carenze esistenti negli istituti. Inoltre, ha annunciato una circolare per rivedere le modalità di esecuzione della vigilanza dinamica che non deve consistere in un'apertura generalizzata, ma deve costituire una diversa modalità di esecuzione per i detenuti meritevoli. In sostanza, ciò che il SAPPE afferma da sempre. Il vice capo e il direttore generale hanno illustrato lo stato dei lavori sul progetto di riordino ed hanno fatto un breve cenno al riallineamento, affermando che l'amministrazione ha quasi ultimato i lavori e che il progetto deve essere trasmesso al gabinetto del ministro, senza però entrare nel merito. Per quanto riguarda il riordino delle carriere, allo stato attuale, sarebbe previsto l'accesso degli assistenti capo nel ruolo dei sovrintendenti, per un numero limitato di posti, pari ad 800, ci sarebbe, quindi, un passaggio dagli attuali 4500 a 5300 sovrintendenti, con permanenza, per questi, nella sede. Per coloro che, invece, non transiterebbero nel ruolo sovrintendenti, se in possesso di un'anzianità di almeno 13 anni nella qualifica, ci sarebbe un assegno di responsabilità e dell'attribuzione della qualifica di sostituto sovrintendente.
La stessa cosa avverrebbe per i sovrintendenti capo con almeno 10 anni di anzianità, i quali diventerebbero sostituti ispettori e sarebbero diretti collaboratori degli ispettori, con attribuzione di un assegno di responsabilità. Nello stesso tempo avverrebbe il ripianamento delle dotazioni organiche degli ispettori, con un aumento di 440 unità, e il transito agevolato degli appartenenti al ruolo sovrintendenti nel ruolo ispettori. Quindi, sempre nel limite delle dotazioni organiche previste. Per gli ispettori sarebbe previsto l'accesso a ruolo aperto nella qualifica di ispettore superiore e l'introduzione della nuova qualifica di sostituto commissario, quale qualifica apicale, con la corrispondente attribuzione d un assegno di responsabilità. È prevista, poi, la revisione della carriera dei commissari, attraverso l'istituzione del ruolo unico commissari/dirigenti, cui si accede con laurea specialistica. L'istituzione di un nuovo ruolo direttivo, cui si accede, a regime, con laurea triennale, nel limite del 50% dei posti mediante concorso pubblico e per l'altro 50% per concorso interno, senza alcuna differenza di funzioni rispetto alle posizioni direttive dell'altro ruolo. L'accesso alla nuova prima qualifica dirigenziale di commissario coordinatore (qui l'amministrazione ancora non ci sente, non vuole capire che si chiamano vice questori aggiunti, è un retaggio, purtroppo, dei dirigenti penitenziari, ai quali viene il mal di stomaco solo a sentirlo pronunciare) del ruolo unico verrebbe riservato - previo scrutinio per merito comparativo e superamento del corso di formazione dirigenziale - per l'80% ai funzionari con qualifica apicale direttiva del medesimo ruolo e, per il 20%, ai funzionari con medesima qualifica apicale del nuovo ruolo direttivo, mediante concorso interno ed in possesso della laurea specialistica. Nella fase transitoria i posti disponibili per l'accesso al nuovo ruolo direttivo verrebbero riservati agli ispettori, attraverso concorso interno, e mediante meccanismi compensativi che accelerino la progressione in carriera. Quelli disponibili nella posizione dirigenziale verrebbero riservati ai commissari coordinatori, in possesso di laurea
quinquennale, destinatari del trattamento economico dirigenziale dei 13/15 e 23/25 anni. Il ministero dell'interno vorrebbe creare un fondo, attingendo risorse da quelle destinate al lavoro straordinario e alle altre indennità, la cui destinazione appare poco chiara. Rispetto a quest'ultima ipotesi noi abbiamo affermato la nostra assoluta contrarietà. Più in generale abbiamo evidenziato che l'esigenza del riordino delle carriere nasce già dieci anni fa dalla necessità di creare il ruolo unico agenti/assistenti/sovrintendenti. Ipotesi per noi imprescindibile, indipendentemente da ciò che possono pensare gli altri, soprattutto i carabinieri che sono nettamente contrari. Bisogna poi valorizzare tutte le qualifiche apicali, attraverso il passaggio al ruolo superiore, e riallineare al più presto sovrintendenti ed ispettori, attualmente sperequati rispetto alla polizia di Stato. Rispetto a questa ipotesi l'amministrazione ha riferito di aver posto il problema al tavolo tecnico. Abbiamo sollecitato l'immediata apertura di un tavolo di confronto sul riallineamento dei funzionari, poiché è propedeutico al riordino, limitatamente alle posizioni direttive/dirigenziali. Non si capisce tutto questo riserbo dell'amministrazione sull'argomento. Tra l'altro abbiamo ribadito che tale confronto deve avvenire prima che il progetto venga inviato al gabinetto del ministro, e non dopo, in modo da evitare un doppio passaggio ed avere una posizione condivisa tra amministrazione ed organizzazioni sindacali. Abbiamo notato lo stupore dei rappresentanti dell'amministrazione, quando gli abbiamo fatto notare che, al momento, la polizia penitenziaria avrebbe meno di venti funzionari che potrebbero essere destinatari della dirigenziarlizazione, e tutti appartenenti al ruolo speciale, poiché nessuno del ruolo ordinario ha ancora maturato i previsti 13 anni nella qualifica, cosa che avverrà, per il primo corso, solo a settembre del 2018. Quindi, a fronte di circa 1900 posizion dirigenziali della polizia di Stato, noi prenderemmo le briciole, quando, invece, nel
rispetto delle percentuali previste per loro, per la polizia penitenziaria dovrebbero esserci 350 posizioni dirigenziali, tra ruolo ordinario e ruolo speciale. La percentuale è pari al 65,51%. Tutto questo, purtroppo, non era noto all'amministrazione penitenziaria. Abbiamo infine sottolineato la necessità di avere relazioni sindacali costanti e trasparenti, presupposto indispensabile per ottenere corretti rapporti tra amministrazione e sindacati. Il modo in cui sono state gestite le relazioni sindacali fino a questo momento è assolutamente inaccettabile. Basta vedere l'esito del rinnovo dell'accordo quadro, le cui trattative sono iniziate circa due anni fa e non sono mai più andate avanti. Roma, 8 marzo 2016