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Transcript:

Le monete di Elagabalo Varius Avitus Bassianus, poi Marcus Aurelius Antoninus (Elagabalus) Il 16 maggio del 218, Julia Maesa, sorella di Julia Domna e madre di Julia Soemia, introdusse furtivamente nell accampamento romano di Raphaneae, in Syria, il nipote quattordicenne, figlio appunto di Julia Soemia, che fece acclamare imperatore dalle truppe ostili a Macrino. Il ragazzo si chiamava Vario Avito Bassiano, lo stesso cognomen di Caracalla, ed era sacerdote del tempio del dio Sole El-Gabal, letteralmente, in siriano, il dio della montagna, ma venne acclamato imperatore con il nome di Marco Aurelio Antonino: è peraltro molto più conosciuto con il nome di Elagabalo, derivante appunto dalla sua funzione di sacerdote del tempio di El-Gabal. Pochi giorni dopo, l 8 giugno del 218, come è già stato annotato su questa rivista, Macrino fu sconfitto e messo a morte assieme al figlio Diadumeniano. Il nuovo imperatore, con il quale si ripristinava ufficialmente la dinastia dei Severi, da parte del ramo femminile della famiglia, era nato nel 204 e, forse, non era particolarmente felice di questa pesante investitura, abituato fin da piccolo alla tranquilla e serena vita del tempio. D altra parte è cosa nota che Elagabalo non dimenticò mai la sua funzione di sacerdote del tempio di El-Gabal, il siriano dio Sole, rappresentato da una pietra nera a forma conica che si diceva fossa caduta dal cielo e che era fortemente venerata in Syria: il giovane imperatore la volle condurre con sé in Roma al centro di uno sfarzoso corteo e fece costruire sul Palatino un tempio dove la pietra nera fu collocata e venerata. di Roberto Diegi * * Collaborazione per la parte informatica: Francesco Diegi Foto 1. Aureo di 6,39 grammi coniato a Roma nel 219-220. Al diritto IMP ANTONINUS PIUS AUG con busto a destra laureato e corazzato. Al rovescio è raffigurata la famosa pietra nera di Emesa, con sopra incisa l aquila imperiale, collocata su una quadriga lenta; la legenda recita CONSERVATOR AUG. Cohen 16, R.I.C. 61. (a) Note iconografiche: Le fotografie di monete poste a corredo del presente articolo sono state tratte, per scansione al PC, dai seguenti Cataloghi d asta: NAC 24/2002, 25/2003, 29/ 2005, 40/2007, 46/2008; Tkalec 2000; VARESI 49/2007; NOMISMA 35/2007. E stato anche utilizzato, per alcune monete, il Volume II di SEAR indicato in bibliografia. 11

Foto 2. Aureo di 6,39 grammi coniato a Roma nel 221. Al diritto busto a destra laureato, corazzato e paludato con la legenda IMP ANTONINUS PIUS AUG. Al rovescio il Sole stante a sinistra con la legenda P M TR P IIII COS III P P. Una stella nel campo. Cohen 181, R.I.C. 37. (b) Elagabalo, lo chiamerò sempre così perché la tradizione lo vuole, non fu molto amato in Roma, dove entrò trionfalmente solo nel 219, accompagnato dalla madre Julia Soemia e dalla nonna Julia Maesa, che di fatto resse le redini dell impero. Elagabalo era a dir poco stravagante: amava lo sfarzo eccessivo e si circondava di personaggi poco raccomandabili. Ma ciò che lo rese presto inviso all cittadinaza di Roma fu la sua pretesa di sostituire il culto siriaco del dio Sole allo stesso culto di Giove ed al tradizionale Pantheon romano: la famosa pietra nera a forma conica, portata a Roma dalla Syria, fu venerata con sfarzo mai visto prima. Elagabalo era omosessuale conclamato e la cosa non avrebbe destato scandalo perché il bisessualismo era considerato all epoca una cosa abbastanza normale ma un imperatore solo omosessuale e per giunta passivo non piaceva ai Romani. I pubblici atteggiamenti lascivi del giovane principe ed il suo trucco vistoso e molto femminile, gli alienarono presto l appoggio della cittadinanza. Nonostante la sua manifesta, anzi ostentata, omosessualità, Elagabalo ebbe ben tre mogli impostegli soprattutto da Julia Maesa e scelte con cura tra la più nota aristocrazia romana: Julia Cornelia Paula, Aquilia Severa e Annia Faustina. Qualcuno sostenne che le mogli di Elagabalo fossero state cinque, ma la cosa non è documentata, mentre per le tre indicate, tutte onorate col titolo di Augusta, vi sono monete che ne tramandano il nome e l effige. Comunque anche le tre imperatrici conosciute durarono ben poco, dal 219 al 222 fra tutte, molto probabilmente a causa dei noti diversi interessi sessuali di Elagabalo. Il Senato non fu certo molto felice dell elezione del giovane Elagabalo, ma dovette abbozzare e prendere atto della pretesa paternità di Caracalla, voce diffusa ad arte dalla nonna e dalla madre, che in un certo senso legittimava la successione del giovane principe al trono di Roma. Cronologia delle principali attribuzioni imperiali. Anno Tribunicia Potestas Consolato Appellativo 218 I-II I AUGUSTUS, P M, PP 219 II-III II 220 III-IIII III 221 IIII-V 222 V IIII Foto 3. Antoniniano di 5,66 grammi coniato a Roma alla fine del 219 o agli inizi del 220. Al diritto IMP ANTONINUS PIUS AUG con busto radiato a destra. Al rovescio la legenda dice CONSERVATOR AUG e vi è raffigurato Elagabalo di fronte ad una quadriga che reca la Pietra nera di Emesa. Cohen -, R.I.C.- Apparentemente un pezzo unico. (c) Foto 4. Antoniniano di 4,53 grammi coniato a Roma nel 219. Al diritto busto radiato dell imperatore e legenda IMP CAES M AUR ANTONINUS AUG. Al rovescio la Fedeltà seduta tra due insegne con legenda FIDES EXERCITUS. Cohen 28, R.I.C. 67. (d) 12

Il regno del giovane Elagabalo, peraltro relativamente lungo dati i presupposti, fu contrassegnato, secondo gli storici antichi, da grandi eccessi e sregolatezze della corte imperiale, che comportarono ingentissime spese per lo Stato. Ma soprattutto furono le stravaganti attività religiose del principe e la sua maniacale pretesa di instaurare nell impero il culto dell unico dio, il Sole, El-Gabal in siriano, da cui lo stesso imperatore prese appunto il nome, che gli alienarono ogni simpatia. Più che un imperatore romano Elagabalo, a parte il resto, si considerò sempre un sacerdote dell unico vero dio. Ma forse, anche se la storia ha sorvolato su questo, mettendone in evidenza solo gli aspetti più folkloristici, Elagabalo volle portare a termine il tentativo di alcuni suoi predecessori, Settimio Severo in primo luogo, di dare all impero una nuova religione universale monoteista, come elemento complementare del grande disegno di unificazione delle genti. Ma i tempi non erano maturi e anche la grande politicante Julia Maesa, nonna del sovrano e, nell ombra, vera governante dell impero, si convinse di aver fatto uno sbaglio nel fare eleggere Elagabalo: anche la madre del principe, Julia Soemia, era diventata pericolosa agli occhi di Julia Maesa che si rivolse allora all altra figlia, Julia Mamaea, complottando per fare eleggere imperatore il di lei figlio Gessius Bassianus Alexianus, il futuro Alessandro Severo. La prima mossa delle due donne fu quella di convincere Elagabalo a nominare cesare il cugino tredicenne, cosa che avvenne nel 221, con l attribuzione al giovanissimo Alexianus del nome di Alessandro. Ma Elagabalo, pur dedito ad altre attività più consone alla sua natura, si accorse della manovra e cercò di fare uccidere il cugino. Julia Maesa e Julia Mamaea neutralizzarono però il tentativo del giovane principe e, con una accorta ed abbondante distribuzione di denaro, convinsero le guardie pretoriane ad eliminare Elagabalo. Ciò avvenne l 11 marzo dell anno 222 e con Elagabalo, che aveva poco più di diciotto anni, venne uccisa anche la madre Julia Soemia. Il cugino Gessius Bassianus Alexianus divenne imperatore, come già annotato, con il nome di Alessandro Severo. La pietra nera che simboleggiava il dio Sole venne rimandata ad Emesa e a Roma ripresero il loro posto gli antichi dei. Il sistema monetario di Elagabalo fu impostato secondo la riforma di Caracalla: furono emessi tutti gli stessi nominali del figlio maggiore di Settimio Severo, dal binione aureo all asse e numerose furono anche le coniazioni a nome della madre, della nonna e delle tre mogli. Foto 6. Denario di 3,53 grammi coniato ad Antiochia nel 218-219. Al diritto busto laureato e legenda ANTONINUS PIUS FEL AUG. Al rovescio quadriga andante con a bordo la Pietra nera di Emesa; la legenda dice: SANCT DEO SOLI ELAGABAL. Cohen 268, R.I.C. 195. (f) Foto 5. Denario di 3,42 grammi coniato ad Antiochia nel 219. Al diritto busto laureato e legenda ANTONINUS PIUS FEL AUG. Al rovescio stendardi e insegne legionarie con legenda CONCORDIA MILIT. Cohen 15, R.I.C.187. (e) Foto 7. Denario di 3,36 grammi coniato ad Antiochia probabilmente nel 219-220. Al diritto IMP ANTONINUS AUG con busto a destra laureato. Al rovescio la Spes con la scritta SPEI PERPETVAE. Cohen 273, R.I.C. 199. (g) 13

Foto 8. Sesterzio di 26,68 grammi coniato a Roma nel 219. Al diritto IMP CAES M AUR ANTONINUS PIUS AUG con busto laureato dell imperatore. Al rovescio PONTIF MAX TR P II COS II P P; S-C in esergo. Roma seduta. Cohen 231, R.I.C. 293. (h) Si è raccontato anche (Historia Augusta) di nominali aurei di elevatissimo valore, pari a 3, 4, 10 e anche 100 aurei, ma le fonti numismatiche recano testimonianza solo della, peraltro sporadica, coniazione del binione, ossia del doppio aureo. A Caracalla furono dedicati un denario e due sesterzi di consacrazione, ma alcuni studiosi attribuiscono queste coniazioni ad Alessandro Severo. Le zecche principali furono quelle di Antiochia e, soprattutto, di Roma: non vanno però certo dimenticate, anche se ciò esula dalla presente trattazione, l importante produzione autonoma di Alessandria d Egitto, nonché l abbondante coniazione provinciale di moneta divisionaria in bronzo o rame. Le valutazioni indicate sono riprese dai prezzi realizzati in aste pubbliche europee, privilegiando ove possibile -ma non è sempre facile data la mia personalissima scelta delle monete illustrate- quelle dell area italiana, al netto come sempre dei diritti. Ove non si disponga dei prezzi spuntati in asta o nei casi in cui le monete illustrate non sono apparse recentemente in vendite pubbliche, si sono indicate delle stime. a) Questo stesso aureo, in conservazione SPL+, è stato venduto a 44.000 Fr.Sv. in asta NAC 24/2002. b) L aureo qui illustrato è stato venduto a 22.500 Fr.Sv. in asta NAC 46/2008: La conservazione era SPL. c) Questo antoniniano, probabilmente un pezzo unico e storicamente molto importante per la rappresentazione del rovescio, è stato aggiudicato a 17.000 Fr.Sv. in asta NAC 29/2005. Si annota che gli antoniniani di Elagabalo non sono in genere molto comuni. d) In asta Thesaurus ORIONE 1 del dicembre 2006, un esemplare in conservazione SPL, è stato venduto a 180 Euro. e) Un esemplare analogo, in conservazione SPL, ma con la legenda FIDES MILITUM (R.I.C.78) è stato venduto a 120 Euro in asta ARTEMIDE XXI del settembre 2008. Nell asta DIOSCURI del maggio 2006 un analogo esemplare era stato ceduto allo stesso prezzo (120 Euro), in conservazione impeccabile. Il medesimo denario qui illustrato era stato stimato, in perfette condizioni, 200 Fr.Sv. in asta TKALEC 2000. f) NOMISMA nella sua asta 26/2004, ha venduto a 1.700 Euro un raro esemplare di questo denario, in conservazione SPL+. g) In asta ARTEMIDE del 7 luglio 2007 un esemplare in conservazione SPL è stato ceduto a 99 Euro. Foto 9. Dupondio di 9,20 grammi coniato a Roma nel 221. Al diritto la legenda IMP CAES M AUR ANTONINUS PIUS AUG con busto radiato di Elagabalo. Al rovescio la Provvidenza stante con globo e cornucopia; nel campo una stella, ai lati S-C: la legenda dice P M TR P IIII COS III P P. Cohen 192, R.I.C. 322. (i) Foto 10. Asse di 11 grammi coniato a Roma nel 221. Al diritto busto laureato di Elagabalo e legenda IMP CAES M AUR ANTONINUS PIUS AUG. Al rovescio il Sole andante a sinistra con la legenda P M TR P IIII COS III; S-C ai lati della raffigurazione. Cohen 187, R.I.C. 320. (j) 14

h) Questo medesimo sesterzio, in conservazione BB+, ha trovato acquirente a 1.000 Euro in asta NOMISMA 35/2007. i) Il dupondio illustrato è stato venduto a 140 Euro, in conservazione BB, nell asta VARESI 49/2007. j) Questo stesso asse, in conservazione BB+, è stato ceduto a 170 Euro in asta VARESI 49/2007. k) Questo medaglione, forse unico, è stato venduto a 5.750 Fr. Sv. in asta NAC 40/2007: la conservazone era dichiarata q.spl. l) In asta VARESI 50/2007 un esemplare in conservazione q.spl è stato ceduto a 120 Euro. In asta NOMISMA 37/2008 un esemplare SPL è stato venduto a 100 Euro. m) ARTEMIDE nella sua asta XX dell aprile 2008, ha venduto un simile denario a 200 Euro (SPL/q.FDC.). NOMISMA aveva venduto a 300 Euro un esemplare in perfetta conservazione, nella sua asta 26/2004. n) In asta NOMISMA 29/2005 un esemplare in conservazione SPL/FDC, è stato ceduto a 250 Euro. Sempre NOMISMA, nella sua asta 37/2008, ha venduto a 240 Euro un esemplare SPL. o) In asta NOMISMA 29/2005 un esemplare in conservazione q.fdc è stato ceduto a 600 Euro. p) SEAR, nell opera citata in bibliografia, stimava questo rarissimo denario 25.000 $ in conservazione SPL e 12.000 $ in conservazione BB: ma si tratta di valutazioni puramente indicative dato che la moneta, a quanto mi risulta, non è mai apparsa in asta. q) SEAR stimava questo denario, molto controverso nella sua attribuzione (Elagabalo o Alessandro Severo?), 1.500 $ in conservazione SPL e 750 $ in conservazione BB. Ma anche qui non è possibile una controprova dato che non mi è riuscito di trovarlo offerto in asta sul mercato numismatico, almeno in anni recenti. Le donne hanno avuto una grande importanza politica nella vita di Elagabalo e ad esse il giovane imperatore ha infatti dedicato diverse monete, soprattutto denari, con i quali ha voluto ricordare la nonna, la madre e le sue tre mogli, queste ultime non certo per trasporto affettivo. Foto 12. Denario di 3,27 grammi coniato a Roma o ad Antiochia tra il 219 e il 220 a nome della nonna Julia Maesa. Al diritto busto con legenda IULIA MAESA AUG. Al rovescio la Pietas velata con la legenda PIETAS AUG. Cohen 29, R.I.C. 263 (Elagabalus) (l) Una osservazione generale: i denari di Elagabalo sono in genere abbastanza comuni, dato che ne ha coniati parecchi (circa cinquanta tipologie) e con raffigurazioni decisamente molto tradizionali ad eccezione, forse, di quello illustrato alla foto 6. A titolo puramente indicativo si osserva che il loro valore commerciale si aggira oggi, mediamente, attorno ai 120-150 Euro in conservazione q.spl/spl. Foto 11. Un affascinante medaglione di 46,30 grammi coniato tra il 218 e il 222 a Thyatira in Lydia. Al diritto un bellissimo busto laureato di Elagabalo volto a destra. Al rovescio Apollo, visto come il dio Sole, brandisce un ramo d ulivo guidando una quadriga al galoppo: sotto le zampe dei cavalli una cornucopia. Le legende che non riporto per ovvie difficoltà grafiche, sono in lingua greca. Questo medaglione, che mi è piaciuto riprodurre per la straordinaria eleganza del ritratto del principe, sembra essere un esemplare unico. (k) Foto 13. Denario di 3,16 grammi coniato a Roma o ad Antiochia nel 220 a nome della madre Julia Soemia. Al diritto busto con legenda IULIA SOEMIAS AUG Al rovescio Venere seduta in trono con ai piedi un bambino e legenda VENUS CAELESTIS. Cohen 14, R.I.C. 243 (Elagabalus). (m) 15

Foto 14. Denario di circa 2,69 grammi coniato a Roma o ad Antiochia nel 219 a nome della prima moglie Julia Paula. Al diritto busto dell imperatrice e legenda IULIA PAULA AUG. Al rovescio CONCORDIA con raffigurazione della Concordia seduta a sinistra, una stella nel campo. Cohen 6, R.I.C. 211 (Elagabalus). (n) Bibliografia essenziale. -Michael Grant: Gli Imperatori Romani. Newton & Company Editori.Roma 1984. Ristampa 2004 -Angiolo Forzoni: La Moneta nella Storia. Vol.III. Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Roma 1995. -Fiorenzo Catalli: La monetazione imperiale romana. Speciale di Cronaca Numismatica n 19/2002. -Fiorenzo Catalli: Numismatica greca e romana. Libreria dello Stato. Roma 2003. -Adriano Savio: Monete romane. Ed. Juvence. Roma 2001. -G.G. Belloni: La Moneta Romana. Carocci Editore. Roma 1993. -Clive Foss: Roman Historical Coins. Editrice Seaby. Londra 1990. -Henry Cohen: Description historique des monnaies frappèes sous l Empire Romain. Vol. IV. 1884. Parigi-Londra. -Mattingly-Sydenham: Roman Imperial Coinage (R.I.C.). Vol. IV, Parte II. Spink & Son. Londra 1938. -Roberto Diegi: Macrino e Diadumeniano, in Panorama Numismatico n 237/2009. -David R. Sear: Roman Coins and their values. Vol.II. Ed. Spink. Londra 2002. -Cataloghi delle principali Case d asta. Foto 16. Foto 17. Foto 16. Denario di circa 3 grammi coniato a Roma o ad Antiochia nel 221 a nome della terza moglie Annia Faustina. Le monete di questa imperatrice sono rarissime per le zecche centrali, mentre relativamente abbondante è la loro produzione ad Alessandria. Riporto qui un bel disegno del denario di cui si tratta, in mancanza di comparsa in aste pubbliche di esemplari fotografabili. Al diritto busto della imperatrice e legenda ANNIA FAUSTINA AUG. Al rovescio Elagabalo e Annia Faustina si danno la mano: la legenda è CONCORDIA.Cohen 1, R.I.C. 232 (Elagabalo). (p) Foto 15. Denario di 3,17 grammi coniato a Roma o ad Antiochia nel 221 a nome della seconda moglie Aquilia Severa. Al diritto IULIA AQUILIA SEVERA AUG con busto dell imperatrice. Al rovescio la Concordia sacrificante su un altare e la scritta CONCORDIA, una stella nel campo. Cohen 2, R.I.C. 225 (Elagabaus). (o) Foto 17. Denario di consacrazione a nome di Caracalla coniato a Roma tra il 218 e il 222. Al diritto la testa nuda di Caracalla e la legenda DIVO ANTONINO MAGNO. Al rovescio aquila su globo e la tipica scritta CONSECRATIO. Cohen 32 (Caracalla), R.I.C. 717 (Alessandro Severo). (q) Come si è già rilevato l attribuzione ad Elagabalo di questa rarissima moneta è molto incerta, ma appare abbastanza verosimile che anche Elagabalo abbia voluto ricordare il suo antenato (addirittura suo padre naturale secondo la nonna e la mamma), Ci sta quindi bene, a parere di chi scrive, la collocazione in questa sede del denario di cui si tratta. L incertezza di cui alle foto 12,13,14,15 e 16 circa la zecca di produzione si riferisce al fatto che non vi è un pieno accordo tra i princiali studiosi circa l attribuzione a Roma o ad Antiochia delle monete indicate: il R.I.C. le attribuisce tutte ad Antiochia, ma lo stile fa piuttosto pensare alla zecca di Roma. 16