Bastone con il navigatore l aiuto per gli ipovedenti



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Bastone con il navigatore l aiuto per gli ipovedenti Baselga di Piné (TR) - Gli ipovedenti e i ciechi, grazie all intuizione dell architetto Vito Panni di Baselga di Piné, ma anche alla collaborazione di tante altre persone, potranno tra non molto spostarsi con sufficiente tranquillità da soli, aiutandosi con il nuovo bastone elettronico dotato di un sistema di navigazione. Il prototipo, il IV finora, progettato e studiato dall ingegner Piero De Gasperi ha ritirato, in questi giorni a Milano, al Museo della Scienza e della tecnologia, il primo premio Lifeability per innovazioni tecnologiche rivolte al sociale, istituito dal Lyons Club Italiano, sbaragliando altri 153 progetti presentati nelle varie categorie.. L idea di un nuovo bastone, perché esiste già sul mercato il Bel francese un prodotto piuttosto costoso e con delle rigidità, è nata in Panni alcuni anni fa ed è piaciuta subito a molti. Ha trovato un primo importante supporto, anche finanziario, nell Associazione S ciap che organizzando la settimana del Dragon Festival, sul lago della Serraia, ha sostenuto e reso visibile questo interessante progetto che renderà meno pesante una grande disabilità. In seguito, presentato, tra dieci progetti, nel concorso di Cuore Solidale istituito dalla Cassa Rurale Pinetana, Fornace e Seregnano è stato il più votato dai soci ed ha vinto il primo premio. «A questo punto era necessario attivarsi al più presto - dice Panni, - e trovare un progettista. All inizio avevo pensato a un giovane ingegnere ipovedente egli stesso per rendere il bastone non solo un prolungamento della mano ma quasi gli occhi di chi lo porta». Il passa parola e l entusiasmo hanno contagiato anche i soci del Lyons Club Valsugana i quali sono diventati i padrini del progetto. «Ho incontrato molte persone che si sono date da fare per trovare chi faceva al mio caso, ma nel giro delle nostre conoscenze non abbiamo trovato un ingegnere ipovedente interessato». Hanno incontrato, invece, un neo-laureato l ingegner meccatronico Piero De Gasperi che si è subito interessato al progetto, studiandolo e migliorandolo con la collaborazione di Giovanni Fedel, un ipovedente che con i suoi consigli e la sua splendida disponibilità ha contribuito alla nuova costruzione. De Gasperi ha così assemblato al bastone bianco convenzionale la componentistica che gli permette di riconoscere ostacoli frontali a diverse distanze oltre a percepire la presenza di buche, dislivelli e, anche, spazi vuoti, come i tombini aperti ed è già stato collaudato con successo da Giovanni. «Il nostro bastone Bel, oltre al costo molto più accessibile», prosegue Vito Panni, «sarà possibile anche plasmarlo sulle singole esigenze perché è stato dotato anche di un sistema di navigazione». fonte: trentino.it 2 luglio 2012

Quando lo smartphone sarà il cane-guida dei ciechi Andare al lavoro, trovare uffici o negozi, riconoscere le persone quando si entra in una stanza, camminare senza andare contro agli ostacoli. Tutto semplice per chi vede, una sfida continua per chi è cieco. Oggi però, grazie alle nuove tecnologie, il sogno dell'autonomia, quella vera, è più vicino anche per i non vedenti: in un convegno organizzato a Pisa dalla Fondazione Andrea Bocelli sono state infatti discusse alcune soluzioni innovative che in un prossimo futuro potrebbero finalmente aiutare i non vedenti a rompere le barriere della disabilità e non dover dipendere dagli altri. PROGETTO FIFTH SENSE Il convegno è anche l'occasione per presentare nel nostro Paese la Fondazione voluta dal tenore Andrea Bocelli, nata lo scorso dicembre a Los Angeles con un concerto di big della musica attraverso cui sono stati raccolti i primi fondi per sostenere progetti di ricerca nell'ambito del programma "Sfide" della Fondazione stessa (il secondo programma attivo, "Break the barrier", prevede progetti di aiuto alle fasce più deboli e povere della popolazione). Fra i primi frutti della ricerca scientifica promossa dalla Fondazione c'è il progetto "MIT Fifth Sense", che coinvolge Seth Teller del Computer Science Artificial Laboratory del Massachusetts Institute of Technology di Boston: scopo, rendere autonomo il non vedente attraverso la tecnologia. «L'obiettivo è mettere a punto, nei prossimi anni, uno strumento portatile che garantisca al non vedente alcune delle funzioni della visione per arrivare a una mobilità indipendente, accedere come tutti alle informazioni di interesse, vivere una normale vita sociale e lavorare in autonomia ha spiegato Teller, che coordina i progetti del MIT. Stiamo perciò focalizzandoci su un sistema di navigazione indoor che attraverso telecamere portatili nascoste e display tattili consenta al cieco di muoversi in un ambiente che non conosce, riconoscendo le persone vicine ed evitando ostacoli o pericoli; stiamo cercando metodi per fornire informazioni e avvisi con vibrazioni o interfacce tattili per non disturbare il senso dell'udito, così importante per chi non vede». TECNOLOGIE I ricercatori del MIT non sono gli unici che stanno lavorando per rendere la vita più semplice ai non vedenti: all'università di Palermo Ilenia Tinnirello sta studiando come rendere gli smartphone, fra gli strumenti tecnologici oggi più diffusi, veri e propri cani-guida per ciechi. La ricercatrice sta realizzando un'applicazione per la navigazione indoor che sfrutta i punti di accesso alla rete WiFi per localizzare l'utente, a cui dà informazioni attraverso touchscreen che producono semplici segnali tattili: l'interfaccia è a buon punto e soprattutto, sottolinea Tinnirello, «è a buon mercato perché sfrutta tecnologie che sono già a disposizione della maggioranza della popolazione». Vanno nella stessa direzione il Dispositivo Orientamento Ciechi per gli spazi aperti e il Graphical Access for Blind users che serve a orientarsi su mappe e dati, proposti dalla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, mentre dalla Hebrew University di Gerusalemme arrivano prototipi di sensori sostitutivi o protesi visuali che forniscono informazioni visive al cieco usando il senso dell'udito o del tatto, sfruttabili per la neuroriabilitazione visiva di chi non vede grazie alla grande plasticità del cervello umano. Intanto, Barbara Leporini del CNR di Pisa sta studiando come rendere i social network più fruibili dai non vedenti attraverso lettori e sintetizzatori vocali. E non potevano mancare studi sull'accessibilità della musica, condotti da ricercatori dell'università di Firenze che hanno ideato numerosi sistemi per consentire a chi non vede di comporre e leggere spartiti: dalla rappresentazione musicale simbolica alla codifica delle note in Braille, perché anche i non vedenti possano diventare musicisti o magari tenori proprio come Andrea Bocelli. fonte: corriere.it 5 luglio 2012

Un invenzione che ridà la parola Un invenzione degna dei migliori film di fantascienza diventa realtà. Un nuovo scanner cerebrale per aiutare le persone completamente inabili a parlare, consentendo loro di tramutare pensieri in parole. E la nuova eccitante scoperta condotta dalla British Neurologic Association e apparsa sulla rivista Current Biology. L apparecchio utilizza la risonanza magnetica funzionale, che monitora l attività del cervello misurando il flusso sanguigno, per aiutare i pazienti a scegliere tra 27 caratteri alfabetici. Ogni lettera (spazi inclusi) produce un diverso passaggio di sangue nel cervello. Il dispositivo interpreta questi schemi traducendoli. Non sarà invasivo, è immediatamente operativo (la comunicazione con il paziente è creata già nel breve termine) e ha un elevato potenziale in termini di diagnostica. Offre infatti la possibilità di capire cosa succede all interno della nostra materia grigia. fonte: west.info.eu 5 luglio 2012

Un'app per un turismo più accessibile Realizzata da Village For All per dare informazioni attendibili a chi ha esigenze «speciali» Nel villaggio ci sarà il percorso tattile per raggiungere il ristorante col proprio bastone? La porta della stanza d albergo sarà abbastanza larga per entrare con la sedia? Dettagli per nulla scontati per turisti con esigenze «speciali». Anche se la struttura alberghiera individuata o lo stabilimento balneare scelto sono accessibili, una volta arrivati sul posto c è il rischio di trovare qualche spiacevole imprevisto che potrebbe rovinare la vacanza. Per garantire informazioni affidabili a chi ha una disabilità motoria o sensoriale, oppure il diabete o la celiachia, arriva un sistema innovativo, un app per ipad. Si chiama V4AInside e l ha ideata Village for all, un network di strutture accessibili (finora sono 31 quelle che hanno aderito in 13 regioni italiane e in Croazia). L applicazione permette di rilevare, tramite ipad, dati oggettivi e attendibili, per esempio su un albergo, un villaggio o un ristorante. CARENZA DI INFORMAZIONI - Per quattro milioni di potenziali turisti speciali uno dei principali ostacoli è proprio la carenza di informazioni quando si sceglie la vacanza. «Non è semplice trovare notizie utili in base alle proprie esigenze - afferma Roberto Vitali, presidente di Village for all -. Quando i gestori decidono di affiliarsi al nostro marchio di qualità, per verificare l accessibilità della struttura mandiamo sul posto esperti che raccolgono dati oggettivi, come per esempio le misure di camera da letto e bagno o la presenza di un percorso tattile che porta all ascensore. Il nostro questionario contiene più di 800 voci da verificare, il che permette all utente di trovare la porta della stanza esattamente di quella larghezza che abbiamo rilevato continua Vitali -. Ora, con V4AInside sarà possibile, tramite un ipad, una diffusione universale delle informazioni sull'accessibilità, ma anche abbattere di almeno il 50% i costi delle rilevazioni che sono molto alti». SPERIMENTAZIONE IN EMILIA ROMAGNA - Una volta rilevati, i dati vengono inviati al server di Village for all e resi subito disponibili online. Allo stesso tempo, il server produce mappe della struttura e segnala al gestore i punti critici rilevati, suggerendo, quindi, una serie di interventi per migliorare l accessibilità, per esempio la rampa per accedere al ristorante o la presenza nel menu di prodotti senza glutine per clienti che soffrono di celiachia. «Col nuovo sistema stiamo avviando in Emilia Romagna un progetto di sperimentazione con l Apt, che si occupa di promozione del turismo riferisce Vitali -. Durerà un paio d anni e permetterà di fare le rilevazioni in 500 strutture turistiche della regione, in modo da individuare eventuali punti critici in tema di accessibilità e adeguare l offerta turistica». fonte: corrieredellasera.it 12 luglio 2012

Nasce a Pisa il robot per i bambini con autismo Un team di ricercatori del centro E.Piaggio dell Università di Pisa ha messo a punto un robot per curare i bambini con autismo. Si chiama Face (Facial Automaton for Conveying Emotions ), ha le sembianze di una donna ed è capace di riprodurre le espressioni facciali in base alle emozioni provate e soprattutto di interagire con gli esseri umani. Lo scopo è quello di fornire ai terapisti uno strumento in più per aiutare i piccoli affetti da questa sindrome a interpretare e imitare la mimica facciale di questo androide. Molte sono le speranze riposte in questa invenzione, visto che alcuni esperimenti hanno dimostrato come le persone autistiche trovino stimolante e accattivante avere a che fare con questo genere di umanoidi. fonte: west-info.eu 25 luglio 2012

Il bricolage domestico degli ausili per disabili Un ausilio per l' auto costa 10.000 euro. In Thailandia si trova per pochi spiccioli C'è chi la crisi la sente più, chi meno. Chi deve tagliare il superfluo soffre, ma sopravvive. Chi deve rinunciare a un ausilio per vivere, piuttosto si arrangia e se lo costruisce da solo. Il problema dei costi proibitivi degli apparecchi che consentono a molti disabili una vita appena decente è sempre più diffuso, questo ha acceso una straordinaria attitudine al faida-te da parte dei genitori e parenti. Chi ha un figlio disabile dovrebbe ritagliare dal suo budget familiare cifre notevoli, non sempre per tutti è possibile. Occorrono 4.400 euro per un passeggino, 1.900 per la cappotta abbinata, 300 euro per un pezzo di ferro su cui scorre un sedile, 1.000 euro per una seggiolino in gommapiuma e velcro, 870 euro per un paio di scarpe taglia 32, 34.000 euro per una sedia a ruote: non oggetti di lusso, ma ausili indispensabili per rendere meno faticosa la vita di bambini e adulti con gravi disabilità. Sono naturalmente prezzi che costringono molte famiglie a ingegnarsi ad adattare o addirittura inventare di sana pianta, ausili per i loro figli o nipoti. Il fenomeno è noto già da qualche tempo in Francia, dove addirittura esiste un concorso, promosso da Handicap International e Leroy Merlin, che da 15 offre un sostegno materiale alle migliori invenzioni proposte da parenti e amici di disabili. Un'inchiesta fatta da Redattore Sociale ha permesso di individuare anche nel nostro paese esempi eccelsi di questo particolare bricolage. Aldo Dall'Ara, nonno Aldo, per portare la nipote Elena a spasso per il centro di Cesena ha inventato la tricicletta. Si tratta di una mountain bike a cui ha adattato anteriormente un carrello dove può far salire la carrozzina della ragazza e portarla in giro per vari chilometri, piuttosto che il solito giretto al caldo spinta a mano per la città. Il problema dell'ausilio auto costruito nasce anche da una perversa normativa che permette alle ditte costruttrici l' assoluto monopolio degli apparecchi per disabili. Chiara Bonanno è un'assistente sociale e mamma di un ragazzo con grave disabilità, dal suo blog lancia una provocazione: Per abbassare i costi degli ausili, ci vorrebbero i cinesi! Per la Bonanno ci sarebbe una grande speculazione nel mercato nazionale degli ausili. La particolare carrozzina di mio figlio, costa 34.000 euro, come un'automobile di lusso. Un mio amico disabile passa sei mesi l'anno in Thailandia: ha comprato lì un ausilio per l'automobile, molto semplice, che serve a comandare un pedale con le mani: l'ha pagato pochi euro, mentre qui costa più di 10.000 euro, perché in Italia c'è una sola ditta che lo produce. Così le famiglie si arrangiano e fanno di necessità virtù. E' mortificante scoprire dall' inchiesta di Redattore Sociale che un ausilio per la seduta, fatto di velcro e gommapiuma, chiamato Squiggles, viene venduto a circa 1.000 euro, ma con 100 euro di materiale e l' aiuto di un terapista molti hanno imparato a farselo in casa. Ancor più paradossale è scoprire che i prodotti più riusciti dell' ingegno, che nasce dalla disperazione dei genitori, possono a loro volta ispirare il mercato. E' il caso del guscio, una seduta in gommapiuma che si modella sulla persona disabile, nasce dall'idea di un genitore che l' aveva costruita in casa, non potendosi permettere soluzioni molto più costose. Un'azienda di Reggio Emilia ha ripreso l'idea, l'ha modificata e ora si rivende il guscio a più di 1.500 euro. fonte: lastampa.it 30 luglio 2012

La "tricicletta" di Nonno Aldo Più di quattromila euro per un passeggino; 1.900 per la cappotta abbinata, mille euro per una seggiolino in gommapiuma e velcro, 870 euro per un paio di scarpe taglia 32. Non oggetti di lusso, ma ausili indispensabili per rendere meno faticosa la vita di bambini e adulti con gravi disabilità. Costi altissimi, insostenibili per molte famiglie, che si ingegnano e adattano, o addirittura inventano, ausili per i loro figli o nipoti. In Francia c è un concorso, dedicato alle loro idee, promosso ha Handicap International e Leroy Merlin: da 15 anni offre un sostegno materiale alle migliori invenzioni proposte da parenti e amici. Aldo Dall Ara, nonno Aldo, vive a Cesena e non può partecipare al concorso, altrimenti forse si aggiudicherebbe il primo premio, con la tricicletta inventata per la nipotina Elena: da giugno la porta ogni sera a spasso, per le vie del centro, senza che nessuno dei due soffra il caldo estivo. Un alternativa la propone Fabiana Rosa, terapista, che di casi ne ha visti tanti e sa quanto spendono le famiglie per ausili che poi, spesso, non sono neanche quelli giusti: bisognerebbe permettere agli enti di riprendere indietro gli ausili inutilizzati, consentendo così ad altri di servirsene. Oggi non si può, è vietato, e ausili anche costosissimi vengono buttati dopo pochi anni. Creatività d'oltralpe. In Francia già da 15 anni esiste un concorso dedicato proprio a queste idee e che ha prodotto la nuova guida Les 20 idées des papas bricoleurs et mamans astucieuses pour partager astuces et innovations qui facilitent et améliorent l autonomie et le quotidien des personnes handicapées ( Le 20 idee di papà costruttori e mamme intelligenti per condividere astuzie e innovazioni che facilitano e migliorano l autonomia e la quotidianità delle persone con disabilità ), in cui sono raccolte le idee vincitrici della 15a edizione. L iniziativa è promossa da Handicap International e Leroy Merlin, con lo scopo di raccontare e condividere le invenzioni delle famiglie delle persone disabili. Le idee vincitrici vengono premiate con un sostengo concreto per la loro realizzazione: 1.600 euro per il primo classificato, 800 per il secondo, 400 per il premio Coup de coeur. I premi vengono assegnati in buoni d acquisto presso i negozi di Leroy Merlain, dove le famiglie possono trovare tutto ciò che serve per dare forma alla loro idea. Da notare che i costi per la realizzazione degli ausili inventati generalmente non superano i 30 euro. La tricicletta di Nono Aldo. ''Quando andiamo in giro per le vie di Cesena, la sera, Elena ride come una matta, sulla nuova tricicletta e con l aria che la rinfresca. Aldo Dall Ara è orgoglioso della sua invenzione. Quella che lui chiama tricicletta è un vero e proprio ausilio, che ha escogitato per portare a spasso la sua nipotina senza farle soffrire il caldo. Tutto l anno, quasi ogni giorno, porto Elena a spasso al centro di Cesena, spingendo la sua carrozzina: facciamo almeno 4-5 chilometri, mi tengo in forma, salutiamo tutti i negozianti e lei è contenta. Con l arrivo dell estate, ho pensato di portarla in bicicletta, per sentire l aria in faccia e soffrire meno il caldo. Ho lavorato circa un mese, forse un mese e mezzo: qualche ora al giorno, poi mille ripensamenti, i sogni la notte. A giugno, era pronta e, da quel giorno, quasi ogni sera ci facciamo il nostro giro. Noi ci divertiamo, i suoi genitori si riposano. Per costruirla, nonno Aldo ha ripescato nella sua memoria. Quando ero piccolo, andavo con mia mamma a vendere giocattoli nelle fiere. Usavamo una specie di triciclo, simile a questo, che avevo fabbricato io: davanti, aveva un cassone in cui caricavamo tutta la merce e che poi, una volta arrivati, funzionava come banco. Mi sono ispirato a quello.

Come base Aldo ha utilizzato una vecchia mountain bike del genero. La cosa più difficile e più importante è stato indovinare i pesi: se non è ben bilanciata, sbanda e rischia di rovesciarsi in curva. Poi ho riprodotto, sul sedile, lo stesso aggancio con cui, sulla carrozzina, sistemiamo lo schienale (una sorta di riduttore, ndr) che le permette di fare a meno del busto. Così, posso agganciare direttamente quello sulla bicicletta e lei non deve indossare quel corpetto che la fa sudare. Ora, col passare dei giorni, stanno aumentando gli accessori: Ho messo il parafango, il portapacchi, i fari anteriori e posteriori e un campanello che, quando lo suono, la fa tanto ridere. Qualche giorno fa, poi, ho visto una macchina di San Marino targata Bello : così, ho deciso di mettere anch io la targa alla tribici, con scritto Elena. Non solo bricolage. Come risolvere la speculazione sugli ausili e abbassare i costi? Facile: basterebbe permettere il loro riuso. Fabiana Rosa è terapista e di casi ne vede molti, ogni giorno. Sa quanto devono faticare le famiglie dei bambini che cura, per trovare l ausilio adatto e poi per procurarselo. E sa che, in molti casi, l ausilio ha vita breve e, soprattutto nel caso dei bambini, deve presto essere sostituito. Tutti gli ausili prescritti in età evolutiva spiega - durano circa 6 mesi e poi vengono buttati. Perché? Perché nessuno può riprenderli indietro e recuperarli. Gli enti non possono farlo, neppure sotto forma di donazione: è vietato. Il noleggio è previsto, ma a carico dell utente e per periodi brevi. In molti casi, poi, l ausilio prescritto e comprato a caro prezzo non è proprio quello giusto. Seguo un bimbo molto grave ci racconta in nulla autonomo. Per lavarlo, la mamma ha chiesto alla asl una sediolina da mare, che costava 150 euro. Gliel hanno negata, prescrivendogliene una che costava quasi 2.000 euro, e con la quale, per di più, lui si ferisce. Il problema è che a volte non sono le famiglie a scegliere, né i terapisti che hanno in cura i bambini. A prescrivere gli ausili sono i fisiatri: e se le scelta non è quella giusta, devi arrangiarti, perché un altro ausilio con la stessa funzione non ti sarà accordato. E quanto accade, per esempio, con lo Squiggles, un ausilio per la seduta che, spiega Fabiana, è molto adatto per il gioco e l attività, ma non per la seduta posturale. Il problema è continua che nel nomenclatore lo Squiggles è inserito appunto come seduta posturale. Quindi, se ti è stato già prescritto un altro ausilio per la seduta, questo non ti sarà assegnato, se non a fronte di una estenuante lotta burocratica, che poche famiglie sono disposte a sostenere, per ottenere quello che spetta loro di diritto. Altrimenti, lo Squiggles si può comprare privatamente, ma costa moltissimo, per quanto sia fatto con gommapiuma e velcro. E questo uno dei motivi per cui i genitori imparano ad aggiustare, ad adattare e anche a creare ausili e sedute, con l aiuto dei terapisti. Anche il tutore più semplice, fatto di plastica modellata con una fonte di calore, costa 2-300 euro. Eppure non parliamo delle protesi di Pistorius o delle gambe di Zanardi, ma di semplici ausili che servono nella vita quotidiana!. fonte: avvenire.it - 30 luglio 2012

Uno scriba in soccorso dei non udenti Scribe registra una conversazione tramite il microfono dello smartphone e invia il file al Mechanical Turk di Amazon. Qui la traccia viene sbobinata e poi rispedita al mittente. Così chi non ha il dono dell'udito potrà capire cosa gli accade intorno grazie a dei sottotitoli. Sottotitoli ovunque - Immaginate per un attimo di essere in strada a chiacchierare con un vostro amico, o al lavoro nel corso di una riunione, o ancora al parco comodamente seduti su di una panchina. Immaginate che ogni singola situazione, ogni scena sia sottotitolata per spiegarvi cosa sta succedendo, chi sta parlando e cosa sta dicendo. Potrebbe sembrare fastidioso, no? Ora immaginate di essere sordi, e capirete che quei sottotitoli potrebbero davvero cambiarvi la vita. Questo, almeno, è l'obiettivo di un team di ricerca dell Università di Rochester (USA) che sta sviluppando Scribe. Si tratta di un app che dovrebbe fornire a persone prive dell udito sottotitoli quasi in tempo reale di quello che accade loro intorno. Come funzione Scribe - Il funzionamento alla base di Scribe è, allo stesso tempo, tanto semplice quanto complesso. Scribe parte dall'assunto che ogni scambio vocale può essere restituito tramite un testo scritto e si basa quindi sulle registrazioni delle conversazioni cui le persone prive di udito prendono parte. Queste conversazioni, tramite lo smartphone, sono prima registrate e poi inviate in tempo reale a un server centrale collegato con il centro servizi di crowdsourcing Mechanical Turk di Amazon. Qui le conversazioni vengono sbobinate contemporaneamente da vari "ascoltatori", confrontate e poi inviate, a mo di sottotitoli, allo smartphone da cui è partita la registrazione. Chi non ha il dono dell'udito potrà così leggere in pochi istanti quello che gli sta succedendo intorno. I trucchetti del mestiere - Scribe, per velocizzare le operazioni di sbobinatura, non aspetterà che venga raggiunto il 100% di accuratezza. Gli studiosi di Rochester hanno pensato a dei trucchetti in grado di eliminare automaticamente gli errori di battitura più comuni. Se qualcuno, per esempio, dovesse digitare per errore la parola dsto, Scribe riconoscerà automaticamente che si parla di dato e non di dito, visto che la lettera a è più vicina alla lettera s di quanto lo sia la lettera i. La percentuale media di accuratezza raggiunta tramite questo sistema è del 77%, molto più bassa dell 88,5% che si potrebbe raggiungere con stenografi professionisti. Ma se si confrontano i costi, si capisce che la vittoria è nelle mani dello scriba. fonte: Jack - 30 luglio 2012

Ausili per disabili. "I costi? Si abbasseranno solo quando li venderanno i cinesi" Chiara Bonanno, mamma di un ragazzo disabile e assistente sociale: "Col meccanismo del rimborso si supererebbero monopolio e speculazione. Oggi uno Squiggles costa 1.000 euro, ma le famiglie possono produrlo facilmente con 100 euro" Chiara Bonanno è assistente sociale e mamma di un ragazzo con grave disabilità. Ha tanta esperienza, che racconta e condivide sul suo sito, combatte ogni giorno le sue battaglie e una sua idea se l'è fatta: "Per abbassare i costi degli ausili, ci vorrebbero i cinesi": non solo una provocazione, visto che "i rivenditori cinesi già hanno alcuni ausili. A bloccarli, per il momento, sono solo i severi regolamenti europei sulla sicurezza. Ma sono sicura che presto troveremo carrozzine e altri ausili anche dai cinesi. E finalmente, forse, i prezzi di abbasseranno". Dietro i costi esorbitanti di tanti ausili, spesso molto semplici, c'è infatti "una grande speculazione. La carrozzina di mio figlio, che doveva rispondere alle sue esigenze particolari, costa 34.000 euro, come un'automobile di lusso. Un mio amico disabile passa sei mesi l'anno in Thailandia: ha comprato lì un ausilio per l'automobile, molto semplice, che serve a comandare un pedale con le mani: l'ha pagato pochi euro, mentre qui costa più di 10.000 euro, perché in Italia c'è una sola ditta che lo produce. Speculazione e monopolio, ecco qual è il problema. Nei centri di riabilitazione, negli ospedali e perfino negli uffici protesici si creano delle convenzioni' con rappresentanze di aziende ortopediche, che veicolano gli acquisti degli utenti. Ma la speculazione consiste anche nella riduzione della performance. E' la vicenda che mi è accaduta ultimamente, con il comunicatore di mio figlio: la ditta americana che lo produceva, assicurava 4 minuti di registrazione e lo vendeva a 150 euro. La ditta che lo rivende in Italia, ha aumentato il prezzo e dimezzato la prestazione. In questo modo, le famiglie sono costrette ad acquistarne due, perché a scuola i 4 minuti di registrazione sono necessari". La soluzione? Per Chiara ci sarebbe, ma "è un'idea rivoluzionaria, che molti non condividono: introdurre il meccanismo del rimborso. Dovrebbe funzionare come l'assistenza indiretta: la famiglia acquista l'ausilio dove vuole e successivamente viene rimborsata dalla Asl". Intanto, però, "la necessità aguzza l'ingegno e le famiglie sono vulcani di idee. Tanti degli ausili commercializzati dalle ditte sono frutto di idee dei familiari. Lo Squiggles, per esempio, che è un ausilio per la seduta, fatto di velcro e gommapiuma, viene venduto a circa 1.000 euro, ma sicuramente è stato inventato dalle famiglie: con 100 euro di materiale con l'aiuto del terapista, chiunque può fabbricarlo. Anche il guscio, una seduta in gommapiuma che viene modellata sulla persona disabile e adattata alla postura, è nata dall'idea di un genitore. L'ha poi visto un'azienda di Reggio Emilia, che ha ripreso l'idea, l'ha modificata e ora si rivende il guscio a più di 1.500 euro". fonte: superabile.it - 30 luglio 2012