Carta d'identità. Caratteristiche generali



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Art. 1 (Istituzione) 2. Il parco è classificato ai sensi dell art. 10, comma 1 della legge regionale 14 luglio 2003, n. 10 come parco marino.

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Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi: il parco nasce per tutelare un territorio di straordinaria valenza paesaggistica e naturalistica. Le Dolomiti Bellunesi comprendono una grande varietà di ambienti che consente a moltissime specie animali di trovare le condizioni adatte per vivere e riprodursi. Ben 114 sono le specie di uccelli che nidificano nel parco, 20 le specie di anfibi e rettili presenti. Oltre 3.000 i camosci e più di 2.000 i caprioli. Da segnalare anche la presenza dell'orso bruno e della lince. Carta d'identità Superficie a terra (ha): 31.034,00 Regioni: Veneto Province: Belluno Comuni: Belluno, Cesiomaggiore, Feltre, Forno di Zoldo, Gosaldo, La Valle Agordina, Longarone, Pedavena, Ponte Nelle Alpi, Rivamonte Agordino, San Gregorio Nelle Alpi, Santa Giustina, Sedico, Sospirolo, Sovramonte Provv.ti istitutivi: L 67 11/3/88 - L 305 28/8/89, DM 20/4/90, DPR 12/7/1993, DPR 9/1/08 Elenco Ufficiale AP: EUAP0015 Ente Gestore: Ente Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi Ambienti e culture diverse gravitano sull'area del Parco. Le frazioni dislocate sui declivi che si affacciano sulla Valle del Piave (Feltrino e Bellunese), si distinguono certamente dai centri agordini o zoldani situati su versanti con caratteristiche climatiche e geologiche del tutto differenti. Caratteristiche generali Le aree di massimo interesse naturalistico sono situate nelle zone più elevate, negli altipiani, nelle buse di origine glaciale, ma non mancano stazioni di notevole importanza anche presso i fondovalle e gli accessi piu frequentati. La grande varietà di ambienti e di paesaggi è la caratteristica più evidente, particolarmente apprezzabile nella stagione estiva, caratterizzata da prorompenti fioriture. Il settore più occidentale, quello delle Vette propriamente dette, è caratterizato da cime erbose (la piu celebre è la piramide del Monte Pavione, 2.335 m) ed estesi detriti di falda, circhi glaciali e conche carsiche. Vi si accede dalla zona collinare (Croce d'aune, Col dei Mich, Val di San Martin) attraverso ripidi sentieri che aggirano versanti scoscesi ma di grande interesse, con ambienti che ricordano gli aspri paesaggi prealpini. II sottogruppo di Cimonega ha invece un'impronta tipicamente dolomitica e culmina nei 2.550 m del Sass de Mura. E' accessibile dalla profonda Valle di Canzoi, dalla quale si raggiungono anche gli altopiani di Erera-Brendol e i Piani Eterni nel settore più orientale delle Alpi Feltrine. Aspetti dolomitici e prealpini sono mirabilmente fusi nei sottogruppi del Pizzocco e di Agnelezze. I Monti del Sole (su entrambi i versanti, del Mis e del Cordevole) rappresentano il cuore selvaggio del Parco; superbi e quasi inaccessibili si propongono quale santuario dove le forze degli agenti naturali sembrano respingere i tentativi dell'uomo. Già da quote molto basse profonde forre, canalini detritici, cascatelle, ripide creste e spuntoni rocciosi, dirupi boscati, delineano un paesaggio di rara suggestione che ricorda quello delle zone più orientali dell'arco alpino. Anche sul versante bellunese si apprezza l'alternanza fra imponenti pareti dolomitiche (si pensi al Burel della Schiara) e cime erbose (Monte Serva). Di eccezionale pregio anche la bella foresta nella conca di Cajada e gli spalti erbosorupestri del gruppo della Talvena. Caratteristici delle Dolomiti più interne sano infine i freschi versanti zoldani (Val Pramper e del Grisol) che si differenziano nettamente dagli aridi e dirupati pendii che si osservano risalendo la Valle del Piave tra Ponte nelle Alpi e Longarone. All'interno del perimetro del Parco sono inclusi due laghi artificiali, quello del Mis e quello de La Stua in Val Canzoi.

Fauna Mammiferi Le specie più significative sono gli ungulati tra i quali spicca il camoscio (stimato in circa 2000 esemplari), il capriolo, il cervo (attualmente in espansione). Oggetto di critiche è la presenza del muflone, liberato in Val Scura e qui acclimatatosi in modo così sorprendente da moltiplicarsi rapidamente. Sono segnalate e presenti quasi tutte le altre specie della tipica fauna alpina e dolomitica, ma sono scarsi i dati sulla loro consistenza: lepre alpina, volpe, tasso, ermellino, donnola, martora, faina, scoiattolo, riccio, ecc... Interessanti anche le presenze dei micro-mammiferi. Uccelli L'avifauna è abbastanza ben conosciuta. Tra gli ambienti più interessanti vi sono le fasce collinari esterne al Parco dove si pratica ancora un'agricoltura tradizionale e, soprattutto, residue zone umide di fondovalle, in particolare lungo il Piave. Ben rappresentati i rapaci sia diurni che notturni. L'aquila reale, ad esempio, frequenta i territori del Parco, le pareti con nicchie ben protette ove nidifica con almeno cinque coppie. Un ruolo molto particolare svolgono i tetraonidi (gallo cedrone, forcello, francolino di monte e pernice bianca) e la coturnice, tutte specie di grande pregio e spesso segnalate in regresso. Di qui l'importante funzione che il Parco potrà svolgere per la conservazione di un tale patrimonio. Altri vertebrati Ben rappresentata è anche la fauna erpetologica nonostante la relativa scarsità di ambienti umidi all'interno del Parco. Da segnalare la presenza della non comune salamandra nera e di rane e tritoni anche a quote elevate. L'escursionista non deve essere spaventato dalla presenza di vipere se terrà presente le opportune precauzioni e il fatto che esse non aggrediscono se non provocate. Spesso poi si scambiano per vipere altri colubridi più o meno diffusi (coronella austriaca, il biacco, che è l'assai diffuso carbonaz, il colubro di esculapio, localmente denominato anda, le natrici). Marginale la presenza di pesci anche per gli interventi di reintroduzione attivati dai pescatori sportivi. Invertebrati Settore di straordinario interesse scientifico, ancorchè meno apprezzabile dagli escursionisti. Diversi gruppi sono ancora sconosciuti o poco studiati mentre le informazioni più dettagliate riguardano la presenza di molluschi preglaciali e, nell'ambito della vastissima classe degli insetti, i coleotteri carabidi che vivono nelle grotte e in ambienti ipogei. Sono presenti endemismi esclusivi quali Orotrechus pavionis, O. theresiae, Neobathyscia dalpiazi, Leptusa pascuorum pavionis e altre entità ancora in corso di studio. Le informazioni di cui si dispone, per quanto incomplete, sono più che sufficienti a confermare l'eccezionale valenza biogeografica del territorio protetto.

Flora Non vi è dubbio che una delle principali motivazioni scientifiche della nascita del Parco risieda nella grande ricchezza e rarità della flora. Fin dal 1700 le Vette di Feltre, e anche il M. Serva, godettero di meritata fama e furono visitate da alcuni tra i maggiori botanici del tempo. La flora vascolare (piante con fiori ed altre, come le felci, dotate di radici, fusto e foglie) ha una consistenza di circa 1500 entità e tra queste non sono poche quelle che meriterebbero di essere ricordate perchè endemiche, rare, o di elevato valore fitogeografico. la parte più meridionale è anche più ricca in quanto meno devastata dalle glaciazioni e sono quindi potute sopravvivere specie antiche. L'area dolomitica non è ricca di specie endemiche come alcuni settori prealpini ma sono molto numerose le presenze localizzate di specie rare o che qui si trovano al confine del loro areale. I tipi meglio rappresentati sono quelli del contingente alpino propriamente detto (e in particolare di quello orientale), boreale ed eurasiatico-temperato. Mentre sono scarse le presenze di entità mediterranee e atlantiche, meritano essere sottolineate le specie a gravitazione orientale (illiriche, pontiche, sudesteuropee) e quelle delle montagne circummediterranee (mediterrraneomontane). Limitando le citazioni ad alcune rarità si segnalano: Delphinium dubium Ranuncolacea che fiorisce in alcune località delle Vette, in piena estate, (speronella) sui ghiaioni consolidati. Cortusa matthioli Bella primulacea, diffusa nella parte occidentale, dalle Vette al bacino del Mis, che predilige stazioni ombrose, fresche, lungamente innevate e ricche di nutrienti. Astragalus sempervirens Astragalo spinoso relativamente comune nelle Alpi Occidentali. Cresce (è qui l'unica stazione delle Alpi Orientali) nella zona di Forcella La Varetta, Vescovà, Pian de Fontata, su pendii rupestri molto aridi. Alyssum ovirense Specie illirica; forma, grazie a un formidabile apparato radicale, estese colonie che tappezzano di giallo detriti lungamente innevati, ma caldi d'estate. E' esclusivo del Pavione e Busa delle Vette, nel Feltrino, e del M. Serva. Thlaspi minimum Piccola crucifera a fiori bianchi; anch'essa vegeta su detriti lungamente innevati, solo nella parte più occidentale dalla Vallazza alla Val Canzoi. è Lilium carniolicum stata scoperta per la prima volta proprio qui nel 1763. Splendido giglio localizzato sui pendii erboso-rupestri della fascia montata esposti a Sud, solo nella parte più occidentale. E' pianta illirica, qui situata all'estremità occidentale del suo areale. Campanula morettiana Endemismo dolomitico, è frequente in tutto il territorio del parco sulle rupi umide a quote superiori a 1000-1200 metri, dove fiorisce in piena estate. Spesso accompagnata da un'altra specie endemica dolomitica, Primula tyrolensis, che fiorisce precocemente. Rhizobotrya alpina Sempervivum dolomiticum Trifolium noricum Raro endemismo dolomitico, pianta protetta poco appariscente che vive su ghiaie umide a quote elevate. Anch'essa di antiche origini, è stata scoperta sulle Vette di Feltre nel 1833. Pianta grassa che vegeta in zone piuttosto asciutte e solo in pochissime località ad alta quota (Piadoch, Campotorondo). Una delle stazioni più occidentali del suo areale, nei dintorni di La Varetta, su pascoli freschi e suolo superficiale.

Vegetazione Non meno interessante della flora è la vegetazione la cui descrizione e conoscenza è tuttavia molto più recente. Sono rappresentate diverse fasce altitudinali. Medioeuropea Boschi di latifoglie con carpini e querce in prevalenza, soprattutto ostrieti e carpireti. Nelle stazioni soleggiate fino a 1000-1200 m. Spesso si tratta di ambienti trasformati dall'uomo. Interessanti le stazioni primitive rupestri o dei versanti aridi. Subatlantica Estesi boschi a prevalenza di faggio e talvolta misti con conifere. L'abete bianco forma bei popolamenti solo in alcuni settori (Caiada, Val del Grisol). In stazioni asciutte e con versanti ripidi sono belle le pinete, sia di pino silvestre che di pino nero (quest'ultimo raggiunge la Valle del Mis e la Val Scura come estreme penetrazioni occidentali del suo areale, di tipo illirico). Interessanti i prati montani asciutti, di sostituzione dei boschi originari, sui versanti meridionali da secoli disboscati ma ricchi di specie rare. Boreale I boschi di conifere (con prevalenza di abete rosso) sono spesso di origine antropica e le faggete sono sostituite in quota dalle mughete. Specialmente sui versanti che risentono del clima oceanico, manca infatti una vera fascia di peccete. Nella parte più elevata sono invece molto diffusi gli arbusteti subalpini e, oltre alle mughete, che coprono vaste estensioni anche a quote basse, i rodoro-vaccinieti, i saliceti e gli alneti di ontano verde. Alpica E' questa la fascia di maggiore interesse botanico, caratterizzata da presenze primarie con diversi tipi di comunità vegetali (seslerieti, nardeti, festuceti, cariceti). Da ricordare alcune associazioni vegetali endemiche e qui descritte per la prima volta. Sulle rupi, ad esempio, il Saxifragetum burseranae e il Campanuletum morettianae. Ma vi sono diversi altri aspetti notevoli quali gli aggruppamenti a Silene veselskyi negli anfratti al riparo dalla pioggia battente. Sui detriti sono stati descritti l'alisseto dei brecciai, l'adenostileto e il cortuseto. Abbondante letteratura scientifica è disponibile anche per altri ambienti di alta quota quali vallette nivali e sfasciumi di cresta. Molto importanti ma decisamente rari gli ambienti umidi e le sorgenti. Ricchi di specie interessanti e dealpinizzate i greti fluviali.

Geologia Il territorio del Parco è tra i più vari e interessanti a livello sia strutturale sia stratigrafico tanto che la parte meridionale delle Dolomiti ha offerto palestre di studio per molti geologi Gran parte del territorio è impostato su rocce di origine sedimentaria ma non mancano le eccezioni come nell'alta Valle del Mis e in Valle Imperina dove affiorano, in corrispondenza della "Linea della Valsugana" (importante faglia che rappresenta il confine geologico delle Dolomiti), rocce di origine metamorfica molto antiche. Oggi nel Parco ammiriamo grandi conche prative, valli ampie e profonde, pareti vaste e solari, ma anche oscuri anfratti stillicidiosi, rupi incombenti su forre cupe, valloni alti e solitari, tormentati altopiani dove la natura carsica delle rocce ha permesso lo sviluppo di un paesaggio sotterraneo fatto di pozzi, fessure, sale, gallerie, abissi che penetrano nelle viscere della terra. La varietà geologica si traduce quindi in un mosaico di paesaggi morfologici, spesso con caratteri distintivi e unici quali gli ambienti carsici-nivali d'altitudine modellati dai ghiacciai e successivamente dalla neve e dal carsismo. Storia Il territorio del Parco interessa ambienti di quota medio elevata pochissimo abitati, ma non per questo la presenza delle tracce del lavoro dell'uomo è meno significativa. Con il D.P.R. che ha istituito l'ente Parco i confini sono stati allargati in modo da far entrare due pregiati ambiti di interesse storico. La Certosa di Vedana, situata nei pressi dell'omonimo lago, in Comune di Sospirolo; è un complesso architettonico straordinario e bisognoso di cure. Le ex miniere di Valle Imperina in Comune di Rivamonte; sono già stati avviati alcuni interventi nel tentativo di recuperare parzialmente questo sito di eccezionale tradizione, che ha segnato per secoli l'economia e il paesaggio dell'agordino. Dove sostare...

Aree sosta Belluno (BL) : AA - Sosta a pagamento, 16 posti camper, camper service gratuito fuori dal parcheggio, a Borgo Piave, zona Limbioi c/o piscina e palaghiaccio. Segnalata, in viale dei Dendrofori. Benchè periferico, è molto comodo perchè permette di arrivare in centro in 10 minuti grazie ad una scala mobile gratuita. N 46.1369 E 12.2155 Belluno (BL) : PS - In via Gabelli (Palazzetto Sport), abbastanza comodo al centro. Dietro il palasport è a pagamento, oltre il ponte è gratuito. Al sabato c'è il mercato ed il parcheggio si riempie rapidamente. Belluno (BL) : PS - In piazza Resistenza, presso lo stadio (attenzione ai divieti in concomitanza con gli incontri di calcio). Belluno (BL) : PS - Uscendo da Belluno verso Feltre, dopo il ponte Dolomiti, a circa 300 metri sulla Campeggi : Campeggio Nevegal Via Nevegal, 347, Fraz. Nevegal - 32100 Belluno ( BL ) Tel. 0437/908143 Campeggio di Transito/Area Camper Vincheto Via Casonetto, 158 32032 Feltre - Belluno Tel. 0439 81687 LEGENDA : AA = Area Attrezzata. CS = Camper Service. PS = Punto Sosta. Fonti : Parco Nazionale : Parchionline. Area Sosta : Staff di Camperontheroad.