I World Englishes. Faculty of Political Science English for Tourism A.A. 2013/2014



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1 I World Englishes I seguenti passi sono estratti dal volume Francesca ROSATI, 2008: World Englishes. Aspetti lessicali e geopolitici, Roma, Aracne Editrice. L inglese è indubbiamente tra le lingue al mondo con il più alto numero di parlanti: più di 300 milioni solo come first language, molti di più come second language, e numerosi segnali fanno già prevedere che nell arco dei prossimi anni il numero di coloro che usano l inglese come second language supererà quello dei native speakers. Può sembrare singolare, a prima vista, che la native language di un isola tutto sommato piccola nel nord dell Europa abbia avuto un tale processo evolutivo da trasformarsi in poco più di due secoli in un fenomeno linguistico di portata mondiale, dando vita per varie ragioni di natura storica, socio-politica e non ultime di language contact con le lingue altre incontrate lungo il suo cammino nel corso delle sue migrazioni nei cinque continenti ad innumerevoli varietà, molte delle quali ([ ] Canadian English e South African English, ad esempio) con uno status già acquisito e consolidato di ufficialità e indipendenza; altre che stanno rapidamente emergendo e affermandosi, come lo Euro- English [ ], che appare sempre di più come the binding agent of a continent. Quale fosse il suo destino sembrava già chiaro alla fine del XVIII secolo, se è vero che John Adams, secondo Presidente degli Stati Uniti d America, affermò: English is destined to be in the next and succeeding centuries more generally the language of the world than Latin was in the last or French is in the present age. [ ] English will be the most respectable language in the world and the most universally read and spoken in the next century, if not before the close of this one. 1 La diffusione dell inglese nel mondo è scandita in due momenti principali [ ], quelli che Jennifer Jenkins ha definito dispersal, or diasporas 2 : nel corso della prima, si è avuta la migrazione di un alto numero di parlanti anglofoni (circa 25.000 persone) dalle isole britanniche verso l Australia, la Nuova Zelanda e il nord America, il che diede luogo alla nuove varietà mother tongue dell inglese; con la seconda, ci fu invece la colonizzazione di vaste zone dell Africa e dell Asia, dove nacquero e si svilupparono un buon numero di second-language varieties 3, spesso definite anche New Englishes. Questa scansione temporale può sembrare, e in un certo senso lo è, la semplificazione di un fenomeno decisamente più complesso: non è un impresa facile, infatti, fare una categoria precisa delle varietà dell inglese parlate nel mondo, e tutto si è ancora più complicato, nel passaggio dal XX al XXI secolo, a seguito del crescente uso dell inglese 1 Le parole di John Adams sono citate in KACHRU, 1992: p. 2. 2 JENKINS, 2003: pp. 5-8. 3 JENKINS, 2003: p. 5.

2 come lingua straniera (EFL, English as a Foreign Language) prima, come lingua internazionale (EIL, English as an International Language) poi. L inglese è considerata l attuale lingua franca dell economia, della finanza, delle scienze, della tecnologia e, con la Seconda Guerra Mondiale come terminus post quem, anche della diplomazia, campo in cui ha preso il posto del francese. L utilizzo dell inglese su scala mondiale è stato oltremodo favorito dal ruolo che, a partire appunto dalla seconda metà del XX secolo circa, hanno svolto gli stati anglofoni (Gran Bretagna e Stati Uniti, soprattutto) e le organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite qui, ad esempio, l inglese è una delle sei lingue ufficiali e, insieme al francese, una delle due working languages: [ ]. [Introduzione, pp. 11-13] [ ] Fig. 1 Distribuzione geografica della lingua inglese Nel periodo compreso tra la fine del regno della Regina Elisabetta I nel 1603 e i primi anni del XXI secolo, con un altra Regina Elisabetta sul trono di Inghilterra, il numero dei parlanti la lingua inglese è passato dai circa cinque o sei milioni di allora a qualcosa come un miliardo e mezzo o due di adesso. Inoltre, mentre nel XVI secolo l inglese veniva parlato solo da un piccolo gruppo di parlanti madrelingua nati e cresciuti all interno dei confini delle isole britanniche, attualmente è parlato in quasi ogni angolo del mondo e la maggioranza dei parlanti non lo usa in quanto first language. Oltre alla Gran Bretagna, sono all incirca centodue gli stati 4 (vedi Fig. 1) nei quali l inglese viene parlato come first language (L1) o come seconda lingua ufficiale (L2) in ambiti quali il governo, la giurisprudenza e l istruzione. Le varietà dell inglese parlato in 4 CRYSTAL D., 1997: pp. 57-60.

3 alcuni Paesi come ad esempio, il Belize e il Suriname, rispettivamente nell America centrale e meridionale; il Ghana, la Liberia, la Nigeria, la Sierra Leone in Africa; l arcipelago di Vanuatu nell Oceano Pacifico sono chiamate pidgin o creole (vedi Scheda 1). In altri Paesi l uso dell inglese è visto come un mezzo per evitare le difficoltà politiche che la scelta di una lingua locale come lingua franca comporterebbe. Un pidgin nasce e si sviluppa per far fronte alle esigenze comunicative tra persone che non condividono la stessa lingua: questo fenomeno generatosi a seguito di contatto tra i parlanti una lingua europea dominante e i parlanti idiomi indigeni locali il più delle volte incomprensibili tra loro si è verificato soprattutto in passato ed è stato il risultato dell espansione europea in Africa e in Asia durante il periodo coloniale: A pidgin is a language with no native speakers: it is no one s first language but is a contact language. That is, the product of a multilingual situation in which those who wish to communicate must find or improvise a simple language system that will enable them to do so. [ ] In contrast to a pidgin, a creole, is often defined as a pidgin that has become the first language of a new generation of speakers [ ] A creole, therefore, is a normal language in almost every sense. 5 Scheda 1 definizione di pidgin e creole Il gruppo dei parlanti l inglese come L2 cui facciamo riferimento in questo lavoro, non comprende una categoria molto importante e numerosa: quella di coloro che, pur essendo sempre considerati parlanti l inglese come L2, vivono in Paesi nei quali l inglese non ha una funzione ufficiale. Fino a pochi anni fa gli appartenenti a questo gruppo, che numericamente si aggiravano intorno al miliardo di unità e whose proficiency levels range from reasonable to bilingual competence 6, venivano descritti come parlanti l Eglish as a Foreign Language (EFL) per distinguerli dai parlanti l English as a Second Language (ESL o, come già detto, L2) nei cui Paesi l inglese svolge funzioni istituzionali interne. A partire dalla metà degli anni 90 del XX secolo, è diventato sempre più comune definire l inglese dei parlanti l EFL come English as an International Language (EIL) o, secondo un evoluzione ancora più recente, English as a Lingua Franca (ELF), con riferimento al fatto che questi parlanti, provenienti ad esempio dall Europa, da Israele o dal Giappone, si servono della lingua inglese più come lingua di contatto tra di loro che con i parlanti nativi dell inglese. Un ulteriore complicazione nasce dalle difficoltà nel suddividere i parlanti l inglese nel mondo in gruppi ben definiti ENL (English as a Native Language), ESL o EFL/EIL laddove esistono situazioni di bi- o plurilinguismo. Infatti, come sottolinea Jennifer Jenkins, 5 WARDHAUGH R., 2002: pp. 60-61. 6 JENKINS J., 2003: p. 4.

4 in a number of the so-called ESL countries such as Singapore and Nigeria, many English speakers learn the language either as their first language (L1) or as one of two or more equivalent languages within their bi- or multilingual repertoires 7. Ci sono inoltre da tenere presenti Paesi come la Scandinavia o la Svizzera le cosiddette EFL/EIL countries nelle quali l inglese viene usato in modo sempre più massivo per scopi intranazionali oltre che come mera lingua straniera o mezzo di comunicazione con l esterno. Un argomento ricorrente e sul quale vale la pena soffermarsi sin dall inizio è quale valore o importanza attribuire a tutte queste varietà di inglese. È innegabile che ci siano posizioni contrastanti in merito, alcune nettamente contrarie, che affondano le loro radici nel passato e, in particolare, all epoca delle due fasi migratorie della lingua inglese: c è, molto irrealisticamente e anacronisticamente, chi, soprattutto nell establishment inglese, ancora afferma e tenta di sostenere la superiorità del British English sull American English. È ben nota, ad esempio, l osservazione del Principe Carlo, in occasione del lancio del progetto British Council s English 2000, così come riportata dalla stampa inglese nel marzo 1995: The Prince of Wales highlighted the threat to proper English from the spread of American vernacular yesterday as he launched a campaign to preserve the language as world leader. He described American English as very corrupting and emphasised the need to maintain the quality of language, after giving his backing to the British Council s English 2000 project [ ] Speaking after the launch, Prince Charles elaborated on his view of the American influence. People tend to invent all sorts of nouns and verbs, and make words that shouldn t be. I think we have to be a bit careful, otherwise the whole thing can get rather a mess 8. È evidente che non c è un opinione comune condivisa circa la metamorfosi dell inglese in una moltitudine di World Englishes se essa sia cioè un fatto positivo o negativo. Quel che è certo è che si tratta di una realtà con cui bisogna fare i conti e di fronte alla quale ognuno, tenendo ben presente i contesti storici, sociali e politici in cui questi Englishes si sono sviluppati, può tirare le proprie conclusioni. [ ] Per quanto riguarda la diffusione della lingua inglese nel mondo contemporaneo, le cui premesse storiche sono state descritte nel paragrafo precedente, una classificazione utile forse troppo rigida ma che costituisce, comunque, la base per tutti i modelli che verranno elaborati in seguito, a partire da quello di Strevens è quella che suddivide i parlanti anglofoni in tre gruppi distinti a seconda del diverso utilizzo che fanno dell inglese: come lingua nativa (ENL, English as a Native Language): altrimenti definito mother tongue, è la lingua di quanti sono nati e vissuti in uno dei Paesi nei quali storicamente è la prima lingua e cioè, soprattutto, Gran Bretagna, 7 Ibidem. 8 The Times, 24/3/1995 citato in JENKINS J., 2003: pp. 4-5.

5 Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda, quei Paesi che, nelle parole di Kachru, sono the traditional cultural and linguistic bases of English 9 ; come seconda lingua (ESL, English as a Second Language): in uso in un ben più ampio numero di territori in India, ad esempio, o in Bangladesh, in Nigeria, a Singapore e negli altri stati che hanno fatto parte dell impero coloniale britannico e che spesso condivide lo status di lingua ufficiale con una o più lingue locali; come lingua straniera (EFL, English as a Foreign Language): è l inglese parlato in tutte le nazioni dove non ha alcun ruolo ufficiale. Storicamente e teoricamente, per i parlanti appartenenti a questo gruppo l inglese è stato il mezzo per comunicare con i native speakers: oggi, tuttavia, è diventato lo strumento per avviare e mantenere i contatti anche, e forse di più, con i non-native speakers. Da un punto di vista quantitativo, mentre il numero dei parlanti dei primi due gruppi arriva a toccare all incirca 300 e 350 milioni di unità rispettivamente, quello del terzo gruppo è più difficile da definire, in quanto c è da considerare anche il livello di competenza: in ogni caso, usando il criterio di una competenza media, secondo alcuni linguisti il numero può raggiungere anche i due miliardi. È altresì sempre più difficile classificare in maniera così rigida i parlanti anglofoni, anche se uno schema di questo tipo costituisce un utile punto di partenza per descrivere una situazione che appare sempre più complicata, non solo a seguito di cambiamenti verificatesi nel corso degli ultimi decenni ma anche a causa di un certo numero di difficoltà interne alle tre categorie stesse, difficoltà che sono state enunciate come segue da McArthur 10 : 1. prima di tutto, anche nell ambito dell ENL, non si può parlare di una varietà univoca di inglese, che si differenza profondamente, infatti, non solo da un territorio all altro, ma a volte anche da una regione all altra nell ambito di uno stesso territorio; 2. i numerosi pidgin e creole non trovano una collocazione adeguata in nessuno di questi tre gruppi, in quanto essi vengono parlati sia in contesti di ENL (come in alcune zone dei Caraibi, ad esempio), sia di ESL (come in alcuni Paesi dell Africa occidentale), sia ancora di EFL (è il caso di Nicaragua, Panama e il Suriname nel continente americano). Inoltre, alcuni creole della zona caraibica hanno sviluppato dei tratti così distinti dalle varietà standard dell inglese da essere considerati da alcuni linguisti lingue del tutto differenti; 3. non si può non tener conto delle conseguenze del colonialismo e dell immigrazione: nel primo caso, gruppi consistenti di parlanti l ENL si ritrovano a vivere in territori un tempo colonie ma ormai ESL countries, come ad esempio l India o Hong Kong; nel secondo caso, accade che 9 KACHRU B.B., 1992: p. 356. 10 MCARTHUR T., 1998, pp. 43-46.

6 numerose comunità di parlanti l ESL vivano in contesti di ENL, come accade negli Stati Uniti e nella stessa Gran Bretagna; 4. i tre gruppi non considerano il fatto che ormai gran parte del mondo si è evoluto in una realtà bi- se non a volte multilingue e che, perciò, l inglese viene spesso utilizzato in contesti di code-switching (il passaggio dalla propria lingua all inglese e viceversa) da cui nascono poi contesti di codemixing (la mescolanza più o meno marcata dell inglese con un altra lingua, come nel caso dello Spanglish negli Stati Uniti; del Franglish in Francia e Canada; del Banglish, Hinglish, Tanglish e Engdu in India e Pakistan 11, e così via). Il modello più datato per descrivere la diffusione della lingua inglese è quello elaborato da Strevens nel 1980 (vedi Fig. 8) come un albero genealogico, che mette bene in evidenza i due rami principali, costituiti dal British English e dall American English, e l evoluzione spaziale e temporale cui sono andati incontro: his world map of English shows a map of the world on which is superimposed an upside-down three diagram demonstrating the way in which, since American English became a separate variety fro British English, all subsequent Englishes have had affinities with either one or the other. 12 Fig. 8 La mappa della diffusione dell inglese nel mondo elaborata da Strevens nel 1980 (fonte: Crystal D., 1997a: p. 63) [ ] Tra i vari modelli di diffusione della lingua inglese, tuttavia, il più noto (ed anche quello su cui si imperniano i capitoli successivi di questo lavoro) è sicuramente quello che Braj Kachru ha elaborato per la prima volta nel 1988 (vedi Fig. 11). Nell elaborazione successiva (vedi Fig. 12), del 1992, i cerchi sono ovali anziché circolari 11 I nomi Banglish, Hinglish e Tanglish sono il risultato di un blend tra Bangla, Hindi, Tamil e English ; anche Engdu è evidentemente il prodotto di un blend, ma tra English e Urdu. 12 JENKINS J., 2003: p 19.

7 e rappresentati verticalmente anziché in maniera concentrica, mentre i cerchi posizionati più in basso indicano tipologie di inglese più antico. In entrambe le tipologie di modello, ovviamente, i dati, che riguardano il totale della popolazione di ogni Paese citato e non i soli parlanti anglofoni, non sono aggiornati. Fig. 10 Il modello elaborato da Tom McArthur nel 1987 Basandosi sempre sulla suddivisione nei tre gruppi ENL, ESL ed EFL così come descritti in precedenza, Kachru suddivide a sua volta i world Englishes in tre cerchi denominati Inner Circle, Outer Circle ed Expanding Circle (dall interno verso l esterno se la rappresentazione è a cerchi concentrici; dal basso verso l alto in quella verticale), ciascuno dei quali rappresenta the types of spread, the patterns of acquisition, and the functional allocation of English in diverse cultural contexts 13, con un evidente riferimento ai diversi momenti in cui l inglese lascia la Gran Bretagna dapprima verso i Paesi della prima diaspora nei quali sarà identificato come ENL ( Inner Circle ), poi verso quelli della seconda diaspora nei quali sarà identificato come ESL ( Outer Circle ) e, più recentemente, nei Paesi dove è una EFL ( Expanding Circle ). Kachru, inoltre, descrive come norm-providing l inglese parlato nei Paesi che fanno parte dell Inner Circle, nel senso che gli standard della lingua inglese sono 13 KACHRU B.B., 1992: p. 356.

8 determinati dai native speakers; norm-developing quello dell Outer Circle, in quanto le varietà ESL dell inglese si sono consolidate nel tempo sviluppando così i propri rispettivi standard; e norm-dependent quello dell Expanding Circle, dal momento che Kachru considera le varietà EFL di questo cerchio come delle performance varieties, prive di uno status ufficiale e, come tali, dipendenti dagli standard stabiliti dai native speakers dell Inner Circle 14. Fig. 11 La prima versione del modello di Kachru (1988) Come il nome stesso suggerisce, l expanding circle è in continua crescita ed espansione: nei territori che ne fanno parte l inglese è da tempo, o lo sta diventando, la lingua straniera più importante e costituisce il principale mezzo di comunicazione internazionale. 14 KACHRU B.B., 1996.

9 Fig. 12 La seconda versione del modello di Kachru (1992) Il modello di Kachru ha l indubbio vantaggio di fornire una struttura per delineare la diffusione dell inglese nel mondo nell inner circle attraverso la migrazione dei native speakers, nell outer circle per mezzo della colonizzazione e nell expanding circle attraverso l insegnamento/apprendimento. Alcuni linguisti, tuttavia, hanno obiettato come questo modello poggi su basi essenzialmente storiche e geografiche e, pertanto, sia rigido al punto da non essere in grado di far fronte al crescente ruolo di lingua franca che l inglese sta assumendo nei Paesi dell expanding circle 15. Altri, infatti, hanno sottolineato l esigenza di un modello dotato una maggiore flessibilità: Graddol, ad esempio, ha sottolineato che in alcuni Paesi ad esempio, in Argentina, Belgio, Costa Rica, Danimarca, Olanda, Norvegia, Sudan, Svezia, Svizzera l inglese non è tanto la lingua straniera principale o l unica, quanto va riconsiderata nell ottica del ruolo fondamentale che svolge nella vita sociale, professionale e nei rapporti internazionali. Graddol considera, quindi, l inglese parlato in questi Paesi quasi come una seconda 15 SEIDLHOFER B., 2002: pp. 202-203.

10 lingua piuttosto che come una lingua straniera, in quanto l impatto che ha è tale da risultare in processi che gli conferiscono tratti e forme distintivi 16. Naturalmente, a differenza dei territori dell outer circle, quelli dell expanding circle non hanno ancora sviluppato le proprie varietà institutionalised di inglese: tuttavia, i numerosi tentativi in Europa di produrre corpora di inglese come lingua franca sono indicativi del fatto che si potrebbe molto presto arrivare ad una codificazione e all accettazione di quelli che i native speakers considerano errori da parte dei parlanti l EFL. In altre parole, l etichetta norm developing applicata da Kachru agli Englishes dei Paesi dell outer circle potrebbe essere applicata, in un futuro non troppo lontano, anche ai Paesi dell expanding circle : questi territori, infatti, che hanno sempre avuto l inner circle (definito norm-providing proprio in virtù di questo ruolo) come punto di riferimento per quanto attiene alla pronuncia o alla morfosintassi, potrebbero perdere l etichetta che li identifica come norm-dependent passivi. [Cap.1, Il mondo dei World Englishes, pp. 14-37] BURNS Anne and Caroline COFFIN (eds), 2001: Analysing English in a Global Context. A Reader, London-New York, Routledge. CRYSTAL David, 1995: The Cambridge Encyclopedia of the English Language, Cambridge, CUP., 1997a: English as a Global Language, Cambridge, CUP., 1997b: Watching World English Grow, in Concorde, pp. 6-7., 1997c: World English: How? Why? When? Where? Which? Whither? in English Language Teaching News, 31, pp. 52-75., 1999a: English in the New World, in Financial Times Millennium Supplement., 1999b: A New Linguistic World, in RYAN Keith (ed.), The Official Commemorative Album for the Millennium, London: Citroen Wolf Publications, pp. 228-231., 2000a: Language Death, Cambridge, CUP., 2000b: The Future of English as a World Language, in Concorde, pp.4-7., 2000c: Emerging Englishes, in English Teaching Professional 14, pp.3-6 (ristampato in Spotlight, aprile 2000, pp. 54-58, con il titolo English: Which Way Now? )., 2001: The Future of Englishes, in BURNS Anne e Caroline COFFIN (eds), Analysing English in a Global Context: a Reader, London and New York, Routledge, pp. 53-64., 2002 (1 st ed. 1988): The English Language. A Guided Tour of the Language, London, Penguin Books. 16 GRADDOL D., English in the Future, in BURNS A. and C. COFFIN (eds):2001: pp. 26-37.

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