GIANCARLO ALTERI GIUSEPPE SIMONIO ASSEMANI TRA MANOSCRITTI E MONETE ORIENTALI. Abstract

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GIANCARLO ALTERI GIUSEPPE SIMONIO ASSEMANI TRA MANOSCRITTI E MONETE ORIENTALI Abstract The paper wants to pick out one of the probable sources of the passion for Numismatics of Simone Assemani. His great granduncle, Giuseppe Simonio Assemani is likely to have excited this passion on him. Giuseppe Simonio Assemani became famous as great scholar of manuscripts of many oriental languages: Coptic, Etiopic, Arabic, Persian, Turkish and, above all, Syrian. He was dispatched by the Pope Clement XI to Egypt and to the neighbouring countries in order to search those manuscripts. For his reputation, he became Prefect of the Vatican Library in 1739. Generally, we know nothing about his particular interest for ancient Numismatics, interest arisen during his prefecture at the Vatican Library. In those year, in fact, very famous collections of coins and medals entered the Library: 328 Greek and Roman Medallions of the collection owned by the cardinal Alessandro Albani, the collection of medallions, coins and medals of the cardinal Gaspare Carpegna, with 4.000 pieces; the famous collection of 6.666 casts in sulphur of cameos and carvings of Pier Leone Ghezzi, the extraordinary collection of more than 5.000 pieces of papal coins of Saverio Scilla. Giuseppe Simonio Assemani was responsible for arranging and ordering a catalogue of those big collections: When he died, a great number of Greek and Roman coins was found in his apartment, together with medals and carvings, collection that shows his private interest for Numismatics. For these reason, probably he passed this interest on his great grandchild Simone Assemani, when he was still a child.

342 GIUSEPPE SIMONIO ASSEMANI TRA MANOSCRITTI E MONETE ORIENTALI Giuseppe Simonio Assemani nacque il 27 agosto del 1687 in un villaggio del Libano settentrionale o, secondo altre fonti, a Tripoli. Condotto ancora fanciullo a Roma da un suo zio, nel 1696 venne iscritto come alunno nel collegio dei Maroniti 1, dove portò a termine l intero corso di studi distinguendosi per la sua vivace intelligenza. Quando era in procinto di ritornate in patria, ordinato sacerdote, Clemente XI Albani lo destinò, il 7 marzo del 1710, alla Biblioteca Vaticana come interprete della lingua araba e siriaca per la catalogazione dei codici manoscritti orientali, fatti pervenire alla Vaticana da Elia Assemani, un suo cugino arciprete della Chiesa Antiochena. Il 19 luglio di quello stesso anno, poi, conseguita la laurea in filosofia e teologia, fu eletto consultore della Congregazione istituita dallo stesso Clemente XI per la correzione dei libri sacri orientali. Nel 1715 sempre papa Albani lo inviò in Egitto per acquistare manoscritti orientali e greci, e Simonio Assemani, facendo tesoro delle raccomandazioni di Pietro Evodio Assemani, suo consanguineo, e attraversando non solo l Egitto, ma anche Cipro, Damasco, Tripoli, il Libano, in circa due anni raccolse centinaia di manoscritti di diverse lingue orientali: copti, etiopici, arabi, persiani, turchi e soprattutto siriaci. Tornato a Roma nel 1717, si dedicò interamente all ordinamento dei nuovi codici e, in modo particolare, allo studio ed all illustrazione di quelli siriaci: proprio da questo studio vedrà la luce, nel giro di qualche anno, la monumentale Bibliotheca Orientalis in quattro volumi, pubblicati ognuno rispettivamente nel 1719, nel 1721, nel 1725 e nel 1728. La fama derivatagli da questa grandiosa opera gli procurò presto diversi onori ed incarichi; così, per esempio, nel 1721, fu nominato beneficiario della basilica di San Pietro e, successivamente, ne divenne canonico 2. Ma fu soprattutto nel 1730 che, per i suoi meriti di fine studioso, fu promosso da scrittore per il siriaco e l arabo a Secondo custode della Biblioteca Apostolica Vaticana. Nel 1736 Clemente XII lo inviò in Oriente con l incarico di presiedere, in qualità di Delegato Pontificio, il Sinodo Nazionale della Chiesa Maronita, che si doveva riunire nel Libano alla fine di settembre di quello stesso anno per affrontare e cercare di risolvere annose questioni di liturgia e di diritto. Sebbene il compito non fosse affatto facile, ma anzi difficile e delicato, l Assemani tuttavia si guadagnò moltissima stima e soprattutto la reputazione di uomo equilibrato, al punto che perfino il re Carlo di Napoli, il futuro Carlo III di Spagna, lo nominerà Storiografo ufficiale del Regno. 1 Fondato da Gregorio XIII nel 1584. 2 Un elenco manoscritto dei vari onori conferitigli nel corso della sua vita, redatto dal nipote Stefano Evodio Assemani, si trova nella Biblioteca Apostolica Vaticana, ms. Vat. Lat. 8225, ff. 221r e v.

GIANCARLO ALTERI 343 Nello stesso tempo continuava pure ad intensificarsi la sua attività scientifica, così che, proprio in riconoscimento dei suoi grandi meriti di studioso, rientrato a Roma nel 1738, il 3 gennaio dell anno successivo fu nominato primo custode, cioè Prefetto, della Biblioteca Apostolica Vaticana. Fu una nomina quanto mai meritata, dal momento che sua fama di erudito ormai era tale che verso la metà del XVIII secolo egli era considerato indubbiamente una delle personalità più rappresentative dell orientalismo internazionale. Del resto, proprio in quegli anni aveva cominciato a progettare la colossale impresa di un catalogo generale dei manoscritti della Biblioteca Apostolica Vaticana, con l intenzione di affidarne la parte principale della redazione al nipote Stefano Evodio Assemani, figlio di una sua sorella, che gli sarebbe succeduto come Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana. Dei venti volumi programmati, videro la luce soltanto i primi tre: quello dei manoscritti ebraici e due dei manoscritti siriaci; durante la compilazione del quarto, l opera sarà interrotta dalla morte dell autore. Poco più di un anno prima, il 7 dicembre 1766, Giuseppe Simonio Assemani era stato consacrato vescovo di Tiro dal cardinale Enrico Stuart duca di York nella cappella di san Giovanni al Collegio Maronita. Eppure, nonostante la dignità episcopale e l età avanzata, egli aveva continuato indefesso il suo lavoro di bibliotecario. Ma durante il freddo dicembre del 1767, si prese una polmonite, che il 13 gennaio 1768 lo portò alla tomba. Fu sepolto nella stessa cappella di san Giovanni, in cui era stato consacrato vescovo. Stefano Evodio ed un altro suo nipote, figlio di un suo fratello, Giuseppe Luigi Assemani, gli posero un iscrizione sepolcrale. Ma se tutti gli esperti del settore sanno che Giuseppe Simonio Assemani fu uno degli studiosi più celebri del suo tempo di manoscritti orientali, soprattutto di quelli arabi e siriaci, pochi invece sono a conoscenza di una sua particolare passione, che egli in realtà coltivava probabilmente più come un hobby, la sera, nella tranquillità del suo appartamento, dopo una giornata di duro lavoro nella Biblioteca Vaticana: la numismatica, che considerava una vera e propria scienza, ausiliaria della storia. Non si è certamente lontani dalla verità ritenere che già nelle sue fruttuose ricerche di manoscritti orientali per la Biblioteca Apostolica Vaticana egli si sia imbattuto anche in molte monete, coniate nei tempi antichi in quei Paesi, che ora egli stava percorrendo in lungo e in largo alla ricerca dei suddetti manoscritti. Monete che sicuramente acquistò, anche se in piccole quantità, per proprio conto, con l intento non tanto di collezionarle, quanto di studiarle, convinto che anche quei piccoli dischetti metallici fossero dei documenti non meno importanti dei manoscritti per comprendere la storia in tutte le sue manifestazioni di quei popoli che li avevano emessi. Ma fu soprattutto durante il periodo in cui fu Prefetto della Biblioteca Vaticana, che il suo interesse per la numismatica si trasformò in una vera e

344 GIUSEPPE SIMONIO ASSEMANI TRA MANOSCRITTI E MONETE ORIENTALI propria passione, dal momento che proprio in quegli anni entrarono nella Biblioteca alcune importantissime collezioni di monete e medaglie, che tra l altro determinarono anche la nascita del Medagliere Vaticano. Il 13 agosto 1738, Clemente XII comprava dal cardinale Alessandro Albani l eccezionale collezione di 328 medaglioni imperiali greci e romani 3, perché fosse conservata nella Biblioteca Vaticana, ed il 31 agosto del 1739, la diede in consegna, con atto notarile di Giovanni Antonio Serio, notaro della curia del Borgo, a Giuseppe Simonio Assemani, che dal gennaio di quello stesso anno era diventato Prefetto della Biblioteca Vaticana, ed a Giovanni Bottari, secondo custode della stessa Biblioteca, racchiusa in uno stipo di legno violetto 4. Dieci anni dopo, il 7 agosto 1748, Benedetto XIV acquistava, sempre per la Biblioteca Vaticana, un altra splendida collezione numismatica formata da 148 medaglioni, insieme ad un gran numero di monete romane della Repubblica e dell Impero, di monete pontificie e di medaglie varie 5 per un totale di circa 4000 pezzi. Una collezione, questa, che aveva messo insieme il cardinale Gaspare Carpegna, soprattutto durante gli anni in cui era stato Vicario di Roma, cioè dal 1671 al 1714, anno della sua morte. Quindi, era passata in eredità al nipote, il conte Francesco Maria Carpegna 6, che l aveva sistemata, insieme agli altri reperti antichi che la componevano, nel suo palazzo presso la Sapienza 7. 3 Cfr. Archivio di Stato di Roma: Notari, segretari della Camera Apostolica, prot. 402, Gregorio Castellani, f. 39. 4 Cfr. Archivio della Biblioteca Apostolica Vaticana, vol.11, f. 394, Atto originale di Gio. Ant. Serio, notaro della curia del Borgo. 5 Cfr. Archivio di Stato di Roma: Notari, segretari della Camera Apostolica, prot. 408, f. 143r. 6 Per testamento del 18 aprile 1707 e codicillo del 20 per atti Fabio Ferdinando Cicelli notaro della curia del card. Vicario, aperto il 7 aprile 1714 con atti del suo successore Gius. Ang. Sfasciamonte, ora appresso il notaro Vincenzo Monti, prot. del 1714, I pars, ff. 849-871v, il codicillo, ff. 860r-861v; copia dei quali fatta da Galletti si trova nel Vat. Lat.7933, f. 5 e seg., da: Mons. Stanislao Le Grelle, Saggio storico delle collezioni numismatiche vaticane, in SERAFINI 1910, I: p. XIX, nota 8. 7 Archivio di Stato di Roma: Notari, segretari della Camera Apostolica, prot. 408, f.8r.

GIANCARLO ALTERI 345 Figura 1 Documento che attesta la consegna dei medaglioni della collezione Albani a Giuseppe Simonio Assemani e Giovanni Bottari. Archivio della Biblioteca Vaticana, vol. 11 f. 394, Atto originale di Gio. Ant. Serio, notaro della curia del Borgo Nel 1714, subito dopo la morte del cardinale, ne era stato redatto un inventario sommario8. Quindi, tra il 1741 ed il 1743, era stato portato a termine un nuovo catalogo, più esauriente, alla presenza dell antiquario Francesco Palazzi, del notaro della Camera Apostolica Gregorio Castellani e del primo custode della Biblioteca Vaticana Assemani. Benedetto XIV ebbe anche il merito di arricchire il nascente Medagliere della Biblioteca Vaticana di una collezione più unica che rara di monete papali: quella di Saverio Scilla, pittore, naturalista ed appassionato di monete papali, di origine messinese9, ma vissuto fin dalla più tenera età a Roma. 8 Una copia, mancante purtroppo dell inizio e della fine, si trova nel ms. Vat. Lat. 9154 della Biblioteca Apostolica Vaticana. 9 Era nato a Messina intorno al 1667 da Agostino, anch egli pittore e naturalista, ma anche numismatico ed antiquario a tempo perso.

346 GIUSEPPE SIMONIO ASSEMANI TRA MANOSCRITTI E MONETE ORIENTALI Alla sua morte, avvenuta nel 1735, i figli misero in vendita la sua collezione di ben 5067 monete pontificie, molte delle quali di estrema rarità; ma, sia per il prezzo proibitivo richiesto dagli eredi sia per lo scarso interesse dei possibili acquirenti, non se ne fece nulla. Finalmente, nel 1746, i figli la offrirono in vendita al cardinale Domenico Passionei, che non esitò a proporre a papa Benedetto XIV di acquistarla per il Medagliere della Biblioteca Vaticana dove, infatti, entrò in quello stesso 1746, insieme a cinque volumi in folio, contenenti finissime impronte in carta di 4114 monete papali, ed un volume dell opera pubblicata dallo stesso Scilla nel 1715 sulle monete papali, corretta di sua mano, con diverse variazioni ed aggiunte 10. Poiché nella Biblioteca Vaticana non c erano esperti di monete papali, la collezione Scilla rimase chiusa negli stessi contenitori, nei quali era stata sistemata al momento della consegna, e per diversi anni dimenticata. Soltanto nel 1754, fu costruito un medagliere per essa 11 ; contemporaneamente, l abate Francesco Maria Mavilio ed un certo Pietro Detoi ebbero l incarico di redigerne un catalogo. Il 15 marzo 1755, l Assemani poté finalmente ricevere in consegna sia la collezione Scilla con il suo medagliere sia il suo catalogo 12. Non si è certo lontani dalla realtà supponendo che l Assemani abbia ammirato a lungo questa splendida collezione, una volta pervenuta nelle sue mani, e che ne abbia toccato e rittoccato più volte, accarezzandole con le dita, le monete più rare come, ad esempio, le antiquiores, il doppio scudo d oro di Clemente VII con la raffigurazione dell Ecce Homo, gli scudi d oro di Leone X e di Clemente VII battuti dalle zecche di Modena e di Piacenza, come pure le monete d oro di Urbano VII e di Innocenzo IX battute dalla zecca di Bologna. Ma un episodio in modo particolare ci illumina sull interesse crescente, che l Assemani da tempo ormai nutriva pure per le monete e per le medaglie, anche in virtù, probabilmente, di tutto il materiale numismatico, che da diversi anni stava entrando nella Biblioteca Vaticana. Nel 1764, sotto il pontificato di Clemente XIII, una terribile carestia si era abbattuta sullo Stato Pontificio ed il papa, per far fronte almeno alle più urgenti necessità delle popolazioni, era stato costretto a ricorrere al tesoro, detto sanctiore, custodito in Castel Sant Angelo fin dai tempi di Sisto V proprio per le emergenze 13. 10 Cfr.: LE GRELLE, Saggio storico delle collezioni numismatiche vaticane, in SERAFINI 1910, I: pp. XXII-XXIII e note nn. 3-8 p. XXIII. 11 Cfr.: LE GRELLE, Saggio storico delle collezioni numismatiche vaticane, in SERAFINI 1910, I: p. XXVII, nota n. 4. 12 Vat. Lat. 10830, f. 80r e Vat. Lat. 10829, f. 82v; cfr. anche Archivio della Biblioteca Apostolica Vaticana, vol. 11, f. 411r. 13 Cfr.: LE GRELLE, Saggio storico delle collezioni numismatiche vaticane, in SERAFINI 1910, I: p. XXIX, nota n. 2.

GIANCARLO ALTERI 347 Poiché gran parte delle monete prese, dunque, da questo tesoro, erano state depositate al Monte di Pietà, l Assemani, ancora prefetto della Biblioteca Vaticana, acquistò, ma per il suo piccolo museo 14, quelle d oro che mancavano alla collezione della Biblioteca Vaticana 15, incaricando di questo strano acquisto personale 16 Giovanni Elia Baldi, allora un semplice bidello della stessa Biblioteca, che si era alquanto impratichito di monete papali partecipando in qualche modo alla catalogazione della collezione Scilla 17. Le monete che, dunque, il Baldi consegnò nelle mani dell Assemani furono 65 pontificie in oro e 94, anch esse in oro, di diversi principi italiani 18. Ancora oggi non si comprende per quale motivo l Assemani abbia comprato per sé e non per il Medagliere della Biblioteca Vaticana le suddette monete per lo più molto rare. Nel 1755, era stato inaugurato, nel braccio meridionale della Biblioteca Vaticana, il Museo cristiano dove, il 31 gennaio 1763, era stata collocata pure la collezione delle monete pontificie. Ne era stato nominato Prefetto il Vettori, famoso antiquario, che aveva anche grandi esperienze nel campo della numismatica. In realtà, l Assemani era convinto che l incarico di dirigere il Medagliere sarebbe stato assegnato a lui e non al Vettori, che tra l altro non sembrava mostrare particolare interesse per la raccolta numismatica della Biblioteca 19. Deluso da questo mancato incarico, l Assemani probabilmente si sarebbe per così dire vendicato, facendo comprare per sé, non per la Biblioteca Vaticana, le monete di cui sopra. Certo è che dopo la morte dell Assemani, Clemente XIII ricomprò dagli eredi, forse per suggerimento proprio del Baldi, tali monete e alla fine di luglio del 1768 le fece collocare nelle collezioni della Biblioteca 20. 14 15 Cfr.: GROSLEY 1774, II: pp. 317-318. Cfr.: LE GRELLE, Saggio storico delle collezioni numismatiche vaticane, in SERAFINI 1910, I: p. XXIX, note nn. 5 e 6. 16 Non è ancora del tutto chiaro se tali monete siano state acquistate con i soldi della Biblioteca o con quelli dell Assemani. 17 Il Baldi diventerà in seguito addirittura Direttore delle collezioni artistiche della Biblioteca Vaticana. 18 Cfr.: LE GRELLE, Saggio storico delle collezioni numismatiche vaticane, in SERAFINI 1910, I: p. XXIX. 19 In effetti, durante la sua direzione, sotto i pontificati di Benedetto XIV e di Clemente XIII, non cercherà di arricchirla in alcun modo, anzi, se ne disinteresserà completamente. 20 Cfr.: LE GRELLE, Saggio storico delle collezioni numismatiche vaticane, in SERAFINI 1910, I: p. XXIX-XXX.

348 GIUSEPPE SIMONIO ASSEMANI TRA MANOSCRITTI E MONETE ORIENTALI Ma non fu un atteggiamento per così dire di ripicca a spingere l Assemani a comportarsi in quel modo, o almeno non fu solo quello; fu soprattutto, come abbiamo già sottolineato, la sua passione per la numismatica, che di giorno in giorno si faceva sempre più forte in lui, e di cui ci offre sicura ed incontestabile testimonianza l Inventario 21 del suo piccolo museo privato, redatto da Giovanni Antoniani, notaro in Borgo, dal 19 gennaio 1768, cioè già dal quarto giorno dopo la sua morte, al 5 febbraio successivo; Inventario, dal quale veniamo a sapere che questo museo dell Assemani, acquistato anch esso poi dal papa per arricchire le collezioni della Biblioteca, custodiva, oltre le suddette monete provenienti dal Monte di Pietà, circa 170 medaglie di papi e cardinali, molte monete d argento pontificie ed italiane, monete d oro, d argento e di rame imperiali romane, monete greche e orientali, come pure cammei, tavole dipinte, croci orientali, smalti, avori e perfino un piccolo studiolo di fico d india filettato d avorio, in cui era conservata una parte di tutti questi oggetti e monete 22. Per esempio, a pag. 6 è descritto lo studiolo di fico d india, mentre nelle pagg. 8-11 sono elencati soprattutto cammei e pietre incise. Da pag. 13 in poi, l Inventario elenca soprattutto monete e medaglie. 21 22 Archivio di Stato di Roma, XXX Notai Capitolini, Uff. 34, Reg. Protocolli, anno 1768. Cfr.: LE GRELLE, Saggio storico delle collezioni numismatiche vaticane, in SERAFINI 1910, I: p. XXIX, nota n. 7.

349 GIANCARLO ALTERI Inventario del Museo di Giuseppe Simonio Assemani redatto dal 19 gennaio al 5 febbraio 1768 da G. Antoniani, notaro in Borgo. Segnatura: Archivio di Stato [ASR], XXX Notai Capitolini, Uff. 34, Reg. Protocolli anno 1768, pp. 1-19. Pagina 1

350 GIUSEPPE SIMONIO ASSEMANI TRA MANOSCRITTI E MONETE ORIENTALI Pagine 2-3 Pagine 4-5

351 GIANCARLO ALTERI Pagine 6-7 Pagina 8

352 GIUSEPPE SIMONIO ASSEMANI TRA MANOSCRITTI E MONETE ORIENTALI Pagine 9-10 Pagine 11-12

353 GIANCARLO ALTERI Pagine 13-14 Pagine 15-16

354 GIUSEPPE SIMONIO ASSEMANI TRA MANOSCRITTI E MONETE ORIENTALI Pagine 17-18 Pagina 19

GIANCARLO ALTERI 355 Purtroppo, il 30 agosto dello stesso 1768, un vasto incendio devastò l appartamento dell Assemani, distruggendone i mobili, compreso dunque pure il suddetto studiolo di fico d india, e tutto ciò che in essi era contenuto, come risulta dalla Deposizione di Giuseppe Maria Baldi e di Giovanni Elia Baldi resa, il 9 settembre successivo, davanti al notaio Giuseppe Antoniani su richiesta di Stefano Evodio Assemani e di Giuseppe Luigi Assemani. Deposizione, in cui si afferma, tra l altro: nel martedì 30 agosto prossimo passato si incendiarono tutte le stanze dell appartamento superiore con la soffitta sopra la stanza dove stanno li scrittori della Biblioteca Vaticana, nelle quali stanze e soffitte furono trasportati non solo tutti li mobili ed altro esistenti nell appartamento inferiore già abitato dal defunto monsignore Assemani, a motivo che veniva il medesimo riattato e non vi era altro luogo da poter collocare le sudette robbe che in detta stanza e soffitta // ma inoltre tutta la libreria tanto de stampati che manoscritti ritrovandosi già nelle medesime satanze tutte le balle delle opere stampate del detto defunto monsignore Assemani oltre varie altre stampe e mobili ivi esistenti spettanti a monsignore illmo Evodio delle quali cose tutte non ne fu salvata alcuna Se dunque Giuseppe Simonio Assemani divenne famoso ai suoi tempi come ricercatore e studioso di codici orientali: copti, etiopici, arabi, persiani, turchi e soprattutto siriaci, molto meno nota, invece, era la sua passione per la monetazione antica e per la medaglistica, che coltivava nel privato, senza alcuna pubblicità. Non abbiamo alcuna prova certa, eppure possiamo supporre, quasi sicuri di essere nel giusto, che sia stato proprio lui a trasmettere questa stessa passione a colui che diventerà un grande della numismatica: Simone Assemani. Quest ultimo, infatti, aveva circa 16 anni quando Giuseppe Simonio Assemani, il suo pro-prozio, morì e sicuramente molto spesso era venuto a trovarlo nella Biblioteca Vaticana.

356 GIUSEPPE SIMONIO ASSEMANI TRA MANOSCRITTI E MONETE ORIENTALI Deposizione di Giuseppe Maria Baldi e di Giovanni Elia Baldi, resa davanti al notaio Giuseppe Antoniani su richiesta di Stefano Evodio Assemani e di Giuseppe Luigi Assemani il 9 settembre 1768. Segnatura: Archivio di Stato [ASR], XXX Notai Capitolini, Uff. 34, Reg. Protocolli anno 1768, pp. 20-21 Pagine 20-21

GIANCARLO ALTERI 357 BIBLIOGRAFIA GROSLEY P. J,1774, II: Observations sur l Italie et les italiens données en 1764 par deux suédois, Parigi. LE GRELLE S., Saggio storico delle collezioni numismatiche vaticane, in Serafini C., 1910, I: Le monete e le bolle plumbee pontificie del Medagliere Vaticano, Milano, Hoepli.