Santu CASANOVA (1850-1936) Morte e funerali di Spanetto Asino del Signor Francesc Antone d Arburi Colpito dal folgore in Tartavello Territorio di Salice Canto Primo. Morte del Somaro, lugubre ambasciata, a Lopigna, arrivo del morto in Arbori, le scirate, arrivo di diversi personaggi, l esequie, i voceri, discorsi. 1 Cantar vorrei di Spanetto Il pomposo funerale, I voceri delle donne E l angosce del ferrale ; La sublime apoteosi Fatta in piazza comunale. 2 Musa che tra verdi allori La tua fronte s incorona, Un soffio di poesia Mandami dall Elicona, Acciò possa far palese La mia flelibe canzona. 3 Li sette del nono mese, Mille otto cen novant uno Era il dì piovoso e fosco, L aer minaccioso e bruno : Ecco un tuono spaventoso Opra forse di Nettuno. 4 Perchè fu dalla marina Che sortì simil flagello ;
Traversò Costeglia e Vero, Giunse in bocca a Tartavello, Scese con ombra e spavento Nell orto di Catinello. 5 Colà di Francesc Antone, Tra li fiori e la verdura, Stava l asino Spanetto, Condannato a morte dura ; Fu colpito in piena fronte 6 Il padrone del somaro, Qual profeta in mesta valle ; Contemplando l avvenire Volte al fuoco avrà le spalle, Leggendo con attenzione L almanacco Chiaravalle. 7 Qualche negra profezia Di strologo dotto e saggio Annuncierà, quanto prima, Morte di gran personaggio ; E dir che sarà Spanetto Vittima di tal presaggio! 8 Il Signor, dell avvenire, Ad ognun chiuse le porte : Ouando l uomo ambizioso Si crede sicuro e forte, Tutto allor tronco ed annulla La bilancia della sorte. 9 Tale si presenta il caso Per la carogna suddetta ; Cento e più castelli in aria Ch il padron forma e progetta, Finiscono in Tartavello Vittima d una saetta!
10 Tu che spensierato e cheto In Arbori te ne stai, Avanti che spenga il giorno Un ambasciator vedrai ; Portator di trista nuova, Madre d infini guai. 11 Catinello amico grato, Con devota e mesta faccia, Partite subitamente, Rendetevi a Mercolaccia Dal Signor Francesc Antone Che serà forse alla caccia. 12 Ditegli ch il suo Spanetto Agogna la sepoltura : Che mille corvi affamati Danno spavento e paura ; Tutt intorno alla carogna L aria ne diventa scura. 13 Il più insigne personaggio Della comune di Vero, Babbo della verità, Cuor magnanimo e sincero, Scrisse il processo verbale Della morte del somero. 14 Questo è da tutti stimato Con profonda simpatia, Il suo nome è Cacamolle Registrato alla Meria ; Detto il re delli bugiardi, Ma forse per ironia. 15 Dite al popolo arborese Che tutti i nostri amici, Quei d Azzana e di Rosazia
Sono mesti ed infelici, Ed io mi sento strappà Lu cuore dalle radici. 16 A verderci, posdimani, Tutti a Lopigna sottano, Il padrone di Spanetto Portatelo per la mano ; Un dolore come questo È da diventare insano. 17 Cruzinesi, ambo li sessi, Fino a Lopigna schierati, Accompagnano la bara, Con lor mèri, e lor curati Colà dagli amici cari Saranno ringraziati. 18 Lunga sosta viene fatta In piazza di Catamà ; Reciproche condoglianze Con distinta urbanità, Poi dell asino il padrone Ognun corre ad abbraccià. 19 Lopignesi vanno in folla Fino al nostro territorio, Mandando devote preci All arme dei purgatorio ; Per la salma di Spanetto Ed anche per il mortorio. 20 Arrivati a quel gran ponte Dove finisce il cantone, Ecco il popolo arborese Con la Croce, e il gonfalone : Giugne in abito solenne, Il Signor Giudice Antone.
21 Malinconica Elegia Da scoppiar lagrime a fiumi, Viene detta dallo stesso, Esaltando li costumi, Di Spanetto, del padrone, Dei presenti e dei postumi : 22 In si funebre occasione Parla con sincero cuore, Perchè di Francesc Antone Egli fu predecessore ; Della razza somarina Emulo propagatore. 23 Pasqualaccio il gonfalone Ne porta spiegato al vento ; Si vede flottar lontano, Qual vessillo in fier cimento ; Dietro, una foresta umana Che ad ognun mette spavento. 24 Giusto in questa circostanza Il nostro gran Pasqualaccio, Rappresenta in altri tempi, L immortale Michelaccio Che per un altro somaro Si rompè naso e mostaccio. 25 Forse non gli accaderà Una cosa tanto strana, Come accadde a quell eroe Sulla strada di Lucciana ; Che causò guerra mortale Tra la gente di Marana. 26 Dindonano le campane Come alla resurrezione ; Cento colpi di fucile,
Vent un colpo di cannone, Alto annunciano l arrivo Del corteggio e del campione. 27 Un discorso improvisato Pien di greco e di latino ; Viene detto ad alta voce Da Natale Fiorentino, Uomo esperto in tal materia E conoscitor di vino. 28 Quattro giovani vestiti Alla moda parigina, Con cravatta bianca e guanti, Cappell alta e filacchina, Questi rappresenteranno La famiglia somarina. 29 Natale di Brucia Casa E Francesco Parcittore, Con due altri lor compagni D egual merito e valore ; Portan questi il panno sacro Fina al tempio del Signore. 30 Confratelli di Spanetto Nella sensibilità, Son dello stesso paese Ed hanno la stessa età, Missione sì delicata Ad altri non si può dà. 31 Ma qui nasce alto contrasta Dal Curato al Periore ; Quello dice ch un somaro Nella casa del Signore, Sarebbe per il paese Un eterno disonore.
32 L altro dice : in Bettelemme Città della Palestina, Tra i rigori dell inverno Solo e freddo una mattina, Venne al mondo il re del cielo In una stella meschina. 33 Chi fu che gli diede aiuto, Caro mio signor Curato? Voi che tutto abbiate letto E nulla dimenticato ; Io per me credo che fosse L asino tanto sprezzato. 34 Oh! Ingratitudine umana Degna della società! Se da voi oggi dipende Sepoltura non avrà. Veramente in questo mondo Chi più face nulla fà! 35 Per finire ogni contrasto Ed ogni discussione L esequie saran civili Grida allor Pasqual Antone Ad uso dei pensatori Di moderna opinione. 36 Ed il tempio non sarà Dal somar contaminato : Dunque fiat voluntas tua Che così vuole il Curato : Ma il suo degno ministero Non ci sarà ricusata. 37 Tutti i preti assisteranno Fuor di chiesa, ne son certo, Preceduti da Misciano,
Nel disperato concerto ; Le funzioni si faranno Sulla piazza, a cielo aperto. 38 Il padrone del somaro, Che a tal uopa è consultato, Risponde ch il funerale Sulla piazza è decretato, Ma vuol che sia religioso, Ed è da tutti approvato. 39 Si rebiffa il Priore Ma forzato è di cedere, Perchè tutti i confratelli Non avrebbero piacere, Ch un somar nel tempio entrasse Fra le luminose cere. 40 Lunghissima processione In ordine, e simetria, Sorte allor con pompa è gala Di chiesa a Santa Maria, E si veste anche il Priore Con tutta la compagnia. 41 Misciano, qual generale, Ascritto nella milizia, Lungo esercito governa Con imparzial giustizia : Tal ei governa le donne Senza metterci malizia. 42 Sulla piazza del padrone, C è grandissimo apparato ; Ricchissimo catafalco Tutti a fiori tempestato ; Quanto maggio n hà prodotto, E quanto april n hà creato.
43 Venne qui, da Vico espresso, L incomporobil Friscione, Che per simile travaglio Non trova il suo paragone ; Ouesto è il funebre architetto Di tutto il nostro cantone. 44 Il sagristano Casella Porta in man ricco aspersorio, Pieno d acqua profumata Espresso per il mortorio ; Si sparge il soave odore Dappertutto il territorio. 45 Incominciano l esequie Con gran pompa e devozione ; Sono già tutti presenti Li Provosti del cantone : Chi sà se tutti st onori Saranno fatti al padrone. 46 Ma che val gloria mondana Quando non c è più speranza ; Per aver l oro di Spagna Ed Egitto l abbondanza, Il Signor Francesc Antone Cangierà vita ed usanza. 47 Tutti i Padri del Convento Portano la tunicella ; Tre coristi vicolesi Assistiti da Casella, Decorano con gran pompa La funzione insigne e bella. 48 Il padrone del somaro Carco di pene e d affanni, Con la sua cravatta nera
E li suoi più belli panni, Ne sta vicino al defunto Riflettendo a tanti danni. 49 I cantori del paese, Di latino e italiano, Dies irae lagrimoso Tutti a tempo intonerano, E faran bordo languente Alla voce di Misciano. 50 Alli voceri languenti Delle donne del cantone, Da somari ed arcimuli Verrà fatto alto bordone, E da lubriche giumente Venute da Liamone. 51 Ragli sconci e disperati, Da schiuder qualunque petto, Eccheggiar per ogni valle, Ogni stalla ed ogni tetto ; Farà la progenitura Dell intelice Spanetto. 52 Fecero trista funzione In piazza di Pinciarella. Mille spiriti notturni Tutta gente a Dio ribella, E sul tetto del ferrale Cantava la Malacella. 53 Lettere di manto scuro Piene d umili rispetti, Scrivere voglio in Orcino, All amici più perfetti : L Albertini e li Morati L Olivieri e li Peretti.
54 Per il funebre convito Non si guardino le spese, Dite al nostro cucinaro Tanto amabile e cortese Che ci faccia un ricco pasto Alla moda del paese. Ricacciatu da CASANOVA Santo, Morte e funerali di Spanetto. Asino del Signor Francesc Antone d Arburi colpito dal folgore in Tartavello territorio di Salice, Bastia, 1892.