COMMISSIONE NAZIONALE PER LA PARITÀ E LE PARI OPPORTUNITÀ TRA UOMO E DONNA IL SESSISMO NELLA LINGUA ITALIANA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DIPARTIMENTO PER L INFORM AZIONE E L EDITORIA
COMMISSIONE NAZIONALE PER LA PARITÀ E LE PARI OPPORTUNITÀ TRA UOMO E DONNA IL SESSISMO NELLA LINGUA ITALIANA d i A l m a S a b a t i n i con la collaborazione di Marcella Mariani e la partecipazione alla ricerca di Edda Billi, Alda Santangelo PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DIPARTIMENTO PER L 'IN FO RM AZIO N E E L'EDITORIA
ROMA, 1993 - ISTITUTO POLIGRAFICO E ZECC A DELLO STATO
Il sessism o n e lla lin gua ita lia n a uscì n e l 1987 su scita n d o n e l m ondo a cca d e m ico e, p iù in genera le, in q u e llo legato a ll'in fo rm a z io n e, un in te re ssa n te d ib a ttito su lla c o rrispondenza effettiva tra s ig n ific a n te e sig n ific a to, m ette ndo in luce, tra l a ltro, il le g a m e tra d is c rim in a z io n i c u ltu ra li e d is c rim in a z io n i sem antiche. L idea d i tra sfo rm a re co m p le ta m ente la lin g u a ita lia n a in una lin g u a «non se ssista» non è stata re a lizza ta, né d a ltro n d e era im m a g in a b ile che lo fosse. Lo stu d io ha avuto com unque l in n e g a b ile m e rito d i avere so lle va to il p ro b le m a e d i a v e rlo reso p re se n te soprattutto a ch i con il lin g u a g g io la vora. Il m ondo della scuola, ad ese m pio, g li in se g n a n ti p iù a tte n ti a queste tem atiche, hanno tro va to in questo lib ro un p re z io s o s tru m e n to di lavoro, che in fa tti ci viene co n tin u a m e n te ric h ie s to : a lo ro in p a rtic o la re è in d iriz z a ta questa ristam pa. T ina A nseim i P residente de lla C om m issione n a zio nale p e r la p a rità e le p a ri op portunità tra uom o e donna 3
SOMMARIO P resentazione di E lena M a rin u c c i... Pag. 7 Più che una p refazione di Francesco S abatin i......» 9 A m m issione di colp a e ch ia m a ta di co rre o di S e rg io L e p ri...» 17 Introduzione a lla ricerca» 19 I - R icerca sul lin g u a g g io d e lla stam pa» 33 1.1 - Dati p re lim in a ri...» 35 1.2 - A n a lisi d e lle schede...» 39 1.3 - C onclusioni...» 85 II - R icerca sulla fo rm u la zio n e d e g li a nnunci d e lle offe rte di la vo ro» 87 III - R acco m andazioni per un uso non sessista d e lla lin g u a ita lia n a..» 95 III 1 - P rem essa...» 97 111.2 - F orm e lin g u istich e sessiste da e vita re e proposte a lte rn a tiv e» 101 111.3 - C onsid e ra zio n i conclu sive...» 121 BIBLIOGRAFIA» 123 5
PRESENTAZIONE Uno d e g li s c o p i p re c ip u i d e lla C o m m is s io n e p e r la re a liz z a z io n e d e lla p a rità tra uom o e donna è q u e llo d i rim u o v e re tu tti i re s id u i p re g iu d iz i n e i c o n fro n ti d e lle donne s tim o la n d o e fa vo re n d o un ca m b ia m e n to n e l m odo d i p e n s a re, d i a g ire e d i e s p rim e rs i. Le le g g i non bastano p e r m o d ific a re la so cie tà, q uando «a b iti» c u ltu ra li e a tte g g ia m enti c o n tin u a n o a rib a d ire s fid u c ia p e r le donne che non rie n tra n o n e i ru o li im p o s ti dalla c u ltu ra m a sch ile. P erché il ra p p o rto d i p o te re tra i s e s s i c a m b i in se nso v e ra m e n te p a rita rio si deve a n zitu tto a c q u is ta re co n sa p e vo le zza d e lle v a rie fo rm e in c u i la d is p a rità viene m antenuta. La lin g u a che s i usa q u o tid ia n a m e n te è il m ezzo p iù p e rv a s iv o e m eno in d iv id u a to di tra sm issio n e di una v is io n e d e l m ondo n e lla q u a le tro va la rg o sp a zio il p rin c ip io d e ll in fe rio rità e d e lla m a rg in a lità s o c ia le d e lla donna. N ella ric e rc a su l lin g u a g g io della stam pa ita lia n a q u i p re se n ta ta vengono m e ssi a fuoco a lcu n i d e g li a sp e tti p rin c ip a li di se ssism o lin g u is tic o. A ttra v e rs o uno stu d io docu m entato della lin g u a d uso, le ric e rc a tric i d im o stra n o com e l'u n iv e rs o lin g u is tic o sia organizzato a tto rn o a ll uom o, m e n tre la donna continua ad e ssere p re se n ta ta con im m agini ste ro tip a te e rid u ttive, che non co rrisp o n d o n o p iù a lla re a ltà d i una so cie tà in m ovim ento. I g ro s s i ca m b ia m e n ti d i q uesi u ltim i a n n i non sono a nco ra ris p e c c h ia ti nella lingua. La ric e rc a d e s c rittiv a non è fin e a sé stessa, m a è fin a liz z a ta a in d ic a z io n i di proposte e a lte rn a tiv e ; non s i co n clu d e ce rto con s o lu z io n i p re s c rittiv e, m a o ffre s tim o li alla rifle s s io n e, con s u g g e rim e n ti in d im e n s io n e a p e rta e p ro b le m a tic a, a c h i fa uso della lin g u a e, u sandola, e s e rc ita u n a z io n e p o litic a. E lena M arin u cci P residente della C om m issione 7
PIÙ CHE UNA PREFAZIONE di FRANCESCO SABATINI - U n ive rsità d i R om a I Questo libro è certam ente im portante perché ci aiuta a prendere coscienza di problemi aperti e rilevanti della nostra società, che riguardano sia realtà di fatto nelle condizioni di vita dei due sessi, sia gli attuali processi di com unicazione con i loro effetti; e anche perché spinge un pubblico di non specialisti a riflettere sulla natura e l evoluzione delle lingue. Ma di tutto ciò si potrà rendere conto solo chi lo leggerà con attenzione e con serietà di intenti, non im porta se essendo portatore o portatrice di opinioni discordanti su vari aspetti delle questioni, sociali o linguistiche, che qui si trattano. Il risch io m a ggio re per questo lib ro è che se ne fa ccia una le ttu ra su p e rficia le, da parte di chi è p ronto a ll'a p o lo g ia per p a rtito preso oppure da parte di a stiosi c ritic i, che fisseranno gli occhi per lo più s u ll'u ltim a parte - le «R a cco m a n d a zio n i» -, m entre m a ggior conto d o vre b b e ro fa re d e lle a ltre, che appaiono più p re gnanti e penetranti. A gli uni e agli a ltri sfu g g ire b b e ro in questo m odo gli aspetti di p ro b le m a tic ità che più volte e m ergo no nel disco rso che ci vie ne prop osto. Sarà altrettanto facile, in questa m ateria, fare delle iro nie a buon m ercato, prendendone spunto solo per rie m p ire qualche colonnin a di rivista o di g io rn a le a d ive rtim e n to e allettam ento di un certo pubblico; o peggio, per fa rne occasione di fre ccia te p o litich e : ma in q uest ultim o caso, in quale direzione, visto che certi p regiudizi attaccati d a lle autrici allig nano altrettanto bene a destra, al centro e a sinistra? Le idee qui dibattute non nascono da una «cultura» partitica (sem m ai se ne dia una), ma da una id eologia che va al di là di m olte contingenze: u n ideologia che ad alcuni potrà a p p a rire forzata, ma, si riconosca alm eno questo, è scaturita da contra rie tà e tra va g li specifici e antichi vissuti dalla donna. I rischi ai quali ho accennato sono a lti: p e rciò mi è se m b ra to d o veroso rifle tte re qui apertam ente, e non fugacem ente, sul sig n ifica to d e ll opera. Ho in te rp re ta to in q uesto m odo, e accolto con tanto m aggio re g ra titu d in e, l invito ad una «p re fa zio n e» riv o lto mi d a lle a u trici. Trovo utile anche prem ettere un chiarim ento, che può a p p a rire banale, ma non lo è. L identità di cognom e tra me e la p rin c ip a le a u trice d e lla rice rca può fa r pensare a un m io p a rtic o la re «c o in volg im e n to» : si tra tta di una pura co in cid e n za, che in te rco rre tra persone che si conoscono soltanto da pochissim o. La m a te ria di questo lib ro rich ie d e che si m etta su b ito in ch ia ro una questione di ca ra tte re generale, insospettata forse dai più, ben nota invece a chi si occupa di fatti lin g u is tic i: il rapporto che c è tra realtà, lin g u a e pensiero. La lin g u a non è il riflesso d iretto dei fatti re a li, m a e sp rim e la nostra visio n e dei fa tti; in o ltre, fissandosi in certe form e, in notevole m isura co n d izio n a e guid a ta le visio n e. La p rim a constatazione è di a n tich issim a data; a lla seconda e ra già a rriv a to a lm eno F. Bacone, ma ad essa hanno dato rilie vo, nella p rim a m età del nostro secolo, in p a rtic o la re i lin g u isti a m ericani 9
E. S apir e B. L. W horf: dopo anni di c ritic h e asp re ma g e n e rich e, oggi si dà un più am pio cre d ito a lla loro tesi (che in Ita lia tra l a ltro tro va m olti ris c o n tri n egli studi di e tn o lin g u istica di G. R. C ardona). A dduciam o subito d e gli esem pi, il prim o dei quali è abbastanza vicin o ai p ro b le m i che qui ci riguardano. Sul piano d e lla re a ltà di fatto si pone ce rta m e n te la «d ive rsità», sotto d e te rm in a ti aspetti, tra gli uom ini e le donne, m a le v a rie lin g u e m arcano di più o di m eno questa d iv e rs ità : in ita lia n o le fo rm e dei ve rb i (salvo q u e lle com poste col p a rtic ip io passato) non la rile v a n o ; in arabo, invece, i ve rb i hanno fo rm e d ive rse per il m a schile e per il fe m m in ile n e lla seconda e n e lla te rza p e rso na s in g o la re, sicché «tu m angi» rife rito a un uom o si dice in m odo d ive rso risp e tto a com e si d ice per una donna. Noi tro via m o rid ic o la questa d istin zio n e, che è invece n a tu ra lis s im a per gli A ra b i: o vviam ente c è d ie tro, lontana o in co n sapevole quanto si vuole, una d ive rsa visio n e del m ondo (qui, dei ra p p o rti tra esse ri um ani) che le due lingue rifle tto n o e tra sm e tto n o In giapponese e in co reano le «form e di c o rte sia» sono d e n tro la g ra m m a tica e abituano a te n e re so ttilm e n te conto d e lle più v a rie g ra d a zio n i di risp e tto nel rife rirs i a lle p ersone: ad esem pio, lo stesso evento rig u a rd a n te il padre di un bam bin o o il padre di un adulto si d e scrive con fo rm e v e rb a li d ive rse perché a ll'in te rlo c u to re presente (bam bino o adulto) si porta un d ive rso grado di rispetto. A nco ra, l e siste nza di un vocabolo sp e cifico perm e tte di fissa re n e lla m ente l idea di un dato co lo re, m entre la m ancanza del vocabolo im pedisce la c la ssifica zio n e autonom a di quel co lo re. E così via, con m o ltissim i a ltri esem pi che si p o tre b b e ro citare. N ella lingua, insom m a, non sono d e p o sita ti in trin se ci p rin c ip i di ve rità, m a s e m p licem ente le nostre «o p in io n i» : beninteso, fo n d a m e n ta lm e n te q u e lle sedim e n ta te a ttra verso i secoli n e lla com u n ità a lla quale apparte n ia m o. Ogni g iu d iz io su ciò che è giusto o ingiusto, opportuno o inopportu no, va a llo ra rife rito subito al piano dei «fatti» e non a q u e llo d e lla lingua, d e lla quale va però rico n o sciu to il ca ra tte re di stru m e n to «co n d izio natore» e quindi va, per p rin cip io, p re d ica ta la m o d ific a b ilità : anche se, com e s o tto lin eerem o più avanti, l uso d e lla lin g u a a sua vo lta im pone i suoi tem p i di tra s fo rm a z io ne e, a lm e no su ce rti liv e lli d e lla s tru ttu ra lin g u is tic a (la m o rfo lo g ia ), s in co n tra n o fo rti re sistenze agli in te rve n ti d ire tti. V eniam o a casi co ncreti posti d a ll in d agine illu s tra ta in questo lib ro. Con quale fo rm a denom in a re - a lm eno n e ll'u s o lin g u istico com une, la scia n d o sta re per o ra le ta b e lle u fficia li d e lle p ro fessioni - una donna che abbia co nsegu ito la la u re a in ingegneria? Possiam o essere ce rti che m o ltissim i tro v e re b b e ro oggi a ssu rd a e rid ic o la la fo rm a ingegnerà (benché conte m plata, sia pure com e rara, nei voca b o la ri). E videntem ente, le stesse persone non si rendono conto che usiam o da tem po le co p p ie ca m e rie re /c a m e rie ra, in fe rm ie re /in fe rm ie ra, p a rru c c h ie re /p a rru c c h ie ra, ca ssie re /c a s s ie ra, ra g io n ie re /ra g io n ie ra : se la d esin enza fe m m in ile in -ie ra non cre a alcun p ro b le m a fino al «liv e llo» d e ll'u ltim o esem pio, non si vede perché dovre b b e c re a rlo quando si passa a lla p ro fe ssio n ista con laurea! R iconoscia m o tra n q u illa m e n te che la fo rm a ingegnerà sem bra in a cce tta b ile solo perché fino ad ora le ca m e rie re, in fe rm ie re, ecc., era n o ta n te, m entra la pro fe ssio ne di «in g egnere» era e sclu siva m e n te m aschile. Ebbene, chi ha m otivi per rite n e re inoppo rtuno, a q u a lsia si effetto, che la donna svolga certe a ttività, lo può so stenere d ire tta m e n te e s in ce ra m e n te sul piano dei «fa tti» e a iu te rà così ad a p p ro fo n d ire p ro b le m i re a li posti d a lla d iffe re n te vita so cia le dei due se ssi; ma non nasconda e ve n tu alm ente ì fatti a lla sua stessa coscie n za cerca n d o a libi n e lle resistenze d e lla lingua. P rim a o poi queste re siste n ze (che ci sono m a, rib a d ia m o, nella m ente dei pa rla n ti, non nella s tru ttu ra lin g u istica) possono ca d e re : basti pensare 10
a ll e vo lu zio n e se m a n tica di te rm in i com e dottoressa o p ro fe sso re ssa. Il p rim o, usato a lungo in senso sarca stico (lo attestano e sem p la rm e n te il sonetto ita lia n o Le d o ttore sse del B e lli, del 1839, e I intero lem m a nel T o m m a se o -B e llin i, voi. Il, P. I, del 1869, ma a n cora alcune rifle s s io n i di A lfre d o Panzini a ll in izio del nostro secolo, quando e ra in pieno svo lg im e n to la co n co rre n za tra dottora, d o ttoressa e, a lla francese, dottore), ha perduto, e d ire i d e fin itivam e n te, questa co n n o ta zio n e negli u ltim i tem pi, da quando sono d iventate num erose le d ire ttric i di b ib lio te ch e e di m usei, le p e d iatre, le analiste, le neurolo ghe, le co m m e rcia liste, e tante a ltre fig u re fe m m in ili p ro fe ssio n a lm e n te di tutto rispetto. Q uanto a p ro fe sso re ssa, attestato una p rim a vo lta nel 1881 (n e lla S in ta ssi del F o rn a cia ri) e poi nel 1897 (in u n o p e ra che ele nca Q uel che non s i deve d ire, di L. B arucchi, p u b b lica ta a T orin o), dopo una fase di in ce rta c o lo ritu ra se m antica, è orm ai da vari decenni te rm in e del tutto norm ale. (Che le vice n d e re a li possano a ve r ragio n e anche d e lle tendenze d e lla lingua - com e la p re d isp o sizio n e del suffisso -e s s a ad e sp rim e re connotazioni negative - è un fatto di cui si re ndono conto anche le a u trici d e lla rice rca, quando rite n g o n o la rg a m e n te a cce tta b ili studentessa, dottoressa e p ro fe s soressa, perché orm ai riscatta te, dopo lunghe p e n a lizza zio n i, d a ll'im m a g in e d e lle p o r ta trici del tito lo, m entre co m b attono g iu stam ente le fo rm a zio n i nuove com e vigilessa, deputatessa, ecc., che ric h ie d e re b b e ro uno «scotto» a n co ra da pagare). La lin g u a, p re sa in sé e per sé, è d o cile, m a n e lla m ente dei p a rla n ti non è n e u tra : è questo il conce tto b a s ila re (d e riv a n te d a lla g ià ric o rd a ta «ip o te s i S a p ir- W horf») a cui si rifa n n o le a u tric i del lib ro. Non c è alcun d u b b io che, a llo stato in cui ognuno riceve la lin g u a e la usa, q u esta ra cch iu d e e p ro p o n e una d a ta v is io n e del m ondo: la lin g u a - so p ra ttu tto nel m odo in cui vie n e re a lm e n te p ra tic a ta d a lla m agg io ra n za dei p a rla n ti - è un b in a rio su cui v ia g g ia il p e n sie ro. È d a ltro n d e q u e sta la sua fu n zio n e p erché la lin g u a deve «o rie n ta rc i» nel m o n d o ; m a d o b b ia m o re n d e rci p ie n am e n te conto di q u esta sua a zio n e se v o g lia m o che la n o stra m ente c o n s e rv i il co n tro llo di se stessa e non cada sotto l'e ffe tto d e g li a u to m a tis m i lin g u is tic i. L im p o sta zio n e «a n d ro c e n tric a» d e lla lin g u a - e, a g g iu n g e re i su b ito, di una g ra n d e q u a n tità di «s tile m i» d e lla lin g u a - rifle tte n d o una s itu a z io n e s o c ia le s to ric a m e n te s itu a b ile, induce fa ta lm e n te g iu d iz i che sm in u isco n o, rid im e n s io n a n o, c o lo ra n o In un ce rto m o do, e, in d e fin itiv a, p e n a lizza n o, le p o s iz io n i che la d o n na è venuta oggi ad occu p a re. Il fe n om eno è in c o n te s ta b ile e la d im o s tra z io n e che se ne dà in questo lib ro non lascia dubbi. Si leggano in n a nzi tu tto le c ita z io n i tra tte dai v o c a b o la ri (pag. 32); e si m editi s u lla va sta d o c u m e n ta zio n e (pagg. 43-87) d e lle d is s im m e trie g ra m m a tic a li e se m a n tich e : se tra le p rim e ve ne sono (l'h o g ià a cce n n a to m a ne rip a rle rò più avanti) di poco rim e d ia b ili, le se conde c h ia ra m e n te sono so lta n to sp e cch io di ben co n tra sse g n a te o p in io n i g e n e ra li sul conto d e lla donna, oggi s ic u ra m e n te da riv e d e re. Insom m a, non si può a s so lu ta m e n te n e g a re che d e te rm in a ti s te re o tip i rid u ttiv i e ce rte co nnota nti «p ra tic h e d is c o rs iv e» si m e tto no in atto se m in c o n s c ia m e n te ogni vo lta che si pre se n ta al p u b b lico, s p e c ia lm e n te in te sti g io rn a lis tic i, una fig u ra fe m m in ile, sia che questa rie n tri in c e rti p ro fili c a n o n ici (e a llo ra gli s te re o tip i ve n g o n o pro fu si a d o vizia ); g li esem pi a b b o n d a n o : v. pagg. 59-67, ecc.), s ia che se ne a llo n ta n i (e a llo ra scatta im m a n c a b ilm e n te il m e cca n ism o del «n o n o s ta n te» ; anche qui e se m p i in q u a n tità : pagg. 68-74, 80 s., 87). Su questi fenom eni d o vre b b e ro anche rifle tte re quanti sostengono - e più convinte ne sono, sem bra, m olte p ro fe ssio n iste - che i te rm in i deputato, avvocato, p re s id e, in g e gnere, notaio, m in istro, p re to re, ecc., o rm a i indica no pura m e n te le «fu n zio n i» e le «p rofessioni» senza alcun rife rim e n to a lla persona che le svolge e qu in di a lla sua 11
co llo c a z io n e tra i sessi. Sul pia no g e n e ra le la te si è a c c e tta b ile solo p e r una lin g u a del tu tto p riv a di d is tin z io n i m o rfo lo g ic h e di g e n e re (com e il g ia p p o n e se, il tu rco, o anche l'in g le s e, dove tu tta v ia il p ro b le m a si pone u g u a lm e n te per i nom i co m p o sti con l e le m e n to m an u o m o ), non in ve ce per l ita lia n o e p e r ta n te a ltre lin g u e s im ili, n e lle q u a li l'u s o o n n ip re s e n te del g e n e re c a ra tte riz z a tu tta la lin g u a. Sul p ia n o p ra tic o le cose stanno d iv e rs a m e n te : se da una p a rte e m e rg o n o v a rie d iffic o ltà per a lcu n e m o d ifich e, p erché la «ric c h e z z a» m o rfo lo g ic a d e ll'ita lia n o è u n e re d ità d iffic ile da co m b a tte re e nem m e no va e sa sp e ra ta a ttra v e rs o co n tin u e d iffe re n z ia z io n i; d a ltra parte sono e vid e n ti le a ssu rd ità che oggi d e riv a n o d a ll'u s o del m a sch ile o n n iv a le n te quando si c o n s id e rin o i v o caboli non is o la ta m e n te o in fra s e tte a rtific ia li, m a nel conte sto di d isco rsi re a li nei q u a li si in tre c c ia n o i rife rim e n ti a lla fu n z io n e con i suoi a ttrib u ti e q u e lli a lla p ersona, con tu tte le sue c a ra tte ris tic h e n a tu ra li: si le g g an o gli esem pi, a lcu n i p e rfin o spassosi, a lle pagg. 46-54. P erché ed è questo che m olti ste n ta n o a ca p ire non è p o s s ib ile s e p a ra re netta m e n te il «p u b b lic o» dal «p riv a to» ; l uso d e lle p a ro le, e q u in d i dei tito li p ro fe s s io n a li, va o s se rva to n e lle s itu a z io n i com u n ica tive re a li e non su un fo g lie tto di ca rta. Si im m a g in i, ad e se m p io, una te le fo n a ta in cui si chie d e se c è «il n o ta io» o «l'a rc h ite tto» e si s v ilu p p a poi il d is c o rs o («è o ccu p a to», «è p a rtito», «è stato in fo rm a to d e lla m ia te le fo n a ta?», «è sceso al b ar», «è stato ch ia m a to in ca n tie re», ecc.), quando in re a ltà si tra tta di una donna, e con p ie n a co g n izio n e d e g li in te rlo c u to ri. So di a lcu n e p re s id i che e s ig o n o di e sse re d e n o m inate, n e lla c o m u n ica zio n e o ra le in te rn a d e lla scu o la, col tito lo al m a s c h ile : p o tre b be ca p ita re che q u a lche v o lta in q u e lla scu o la si d e bba d ire «il p re s id e ha ric e v u to una te le fo n a ta dal m a rito ed è u scito...». N ello stu d io di q u a lche nota ia, d 'a ltra parte, ho s e n tito n o m in a re «la n o ta io» : in q u esto caso si vu o le s a lv a re a lm e n o un se g n a le di fe m m in ilità, m a si apre una v e ra fa lla nel sis te m a m o rfo lo g ic o d e lla lingua. Non si vede in so m m a p er q u a li m o tivi non si debbano a cce tta re in va ri usi, o ra li e s c ritti, anche p u b b lici quando non osta n o p a rtic o la ri d iffic o ltà te s tu a li, a lm e n o le fo rm e la p re s id e, la s e n a tric e, la deputa ta, la vig ile, la n o ta ia, l a vvo ca ta (in fra n ce se è g ià in uso une avocate), l a rch ite tta, l in g e g n e ra. Chi avesse anche su questi a sse sta m e n ti d e lle p e rp le s s ità, c e rc h i a n z itu tto di «fa r m ente lo ca le» ai fa tti, cio è di a ve re una più e sa tta co g n iz io n e di q u a le sia g ià o ra il p a n o ra m a d e lle p ro fe s s io n i d is trib u ito p er sessi e più a n co ra di q u a le s a rà di qui a q u a ttro o c in q u e anni, quando più d e lla m età d e lla p re se n za fe m m in ile n e lle p ro fe ssio n i con la u re a sa rà fu o ri del tra d iz io n a le re g n o d e ll in segnam e n to ( l unico te rrito rio nel q u a le a lla d o nna sia stato ric o n o s c iu to il d iritto a un tito lo al fe m m in ile ; o c'è q u a lcun o che dà a n c o ra del p ro fe s s o re a lle in se g na n ti dei suoi fig li? ). E in secondo luogo si d om andi se, te n e n d o fe rm a a tu tti i costi anche in q uesto se tto re la lin gua, m entre m uta così v e lo ce m e n te la re a ltà c o rris p o n d e n te, non ci si co n d a n n i a u n uso lin g u is tic o a lq u a n to co m ico, c o m è in fa tti q u e llo di va ri b ra n i rip o rta ti in questo lib ro (da pag. 53 in poi). O si vuole fo rse rip ro p o rre una nuova netta s c is s io n e tra lin g u a u ltra -fo rm a le, che ig n o ra la re a ltà d e lle p ersone, e so tto lin g u a, v ic in a a questa re a ltà m a e sclu sa da ogni rico n o scim e n to? Da s to ric o d e lla lin g u a devo o s s e rv a re che ci stia m o appena lib e ra n d o d a lla s e c o la re e d annosa s c is s io n e tra due tip i dì lin g u a ita lia n a q u e lla d is tilla ta d a lla tra d iz io n e g ra m m a tic a le nata nei tris ti tem pi d e lla d is a g g re g a z io n e n a zio n a le e q u e lla, più s e n s ib ile a a g ile, m a s p re g ia ta e abb andonata a se stessa, d e ll uso q u o tid ia n o e sa re b b e una ia ttu ra re in tro d u rn e u n a ltra, questa vo lta is p ira ta fo rse dal «b u ro c ra te s e», solo per non g u a rd a re in fa c cia la realtà. 12
La lingua segue in e vita b ilm e n te l'e vo lu zio n e d e lla società. M a q u a li sono i tem pi e i m odi del suo m utare ed è p o ssib ile in te rve n ire d ire tta m e n te per d e te rm in a rlo? Ci si im batte qui in una seconda q uestione di c a ra tte re genera le, che fu, tra l'a ltro, al centro di una ce le b re discussion e svo ltasi nel 1950 in R ussia e n e lla quale in te rv e n ne d ire tta m e n te S ta lin : in che m odo la lingua risp onde a lle tra sfo rm a zio n i d e lla società. I te rm in i d e lla questione sono stati puntu a lizza ti m olto bene da G iacom o D evoto nella prefazione a lla tra d u zio n e ita lia n a del testo sta lin ia n o (1968). S talin attaccò d ra s tic a mente la posizione del lin g u ista russo N icola M arr, che aveva sostenuto il pieno c a ra t tere di «so p ra stru ttu ra» d e lla lingua, cioè l e sistenza di un ra p p o rto to ta le fra s tru ttu ra della società e aspetti d e lla lin g u a ; m a D evoto attenua a sua vo lta la nega zione s ta liniana, dando anche un peso m aggio re di quanto non desse il d itta to re (e p o u r cause!) ai cam b iam enti di «su p e rficie», cioè del lessico non fo n d a m e n ta le d e lla lingua. Devoto si attesta su una d e fin izio n e che ci se m b ra s e n z a ltro più adeguata e che va ricord a ta in questa circo sta n za : «la lin gua è una so vra stru ttu ra, che nasce e sclu sivam e n te a ttra verso un processo n a tu rale di sedim e n ta zin e a ritm o le n tissim o, e che si svilu p p a sem pre in re la zio n e, ma se m pre in rita rd o risp e tto a llo s vilu p p o di base». Una concezione del genere è già su fficie n te per m ettere in g u a rd ia dal cre d e re che gli in te rve n ti diretti e p ro g ra m m a tici abbiano m olte p o ssib ilità di a tte cch ire : il «sistem a d e lla lin gua» è tenuto in piedi per tem pi abbastanza lunghi da q u e llo che viene a ltrim e n ti chia m a to il «sentim ento dei p a rla n ti», so p ra ttu tto d e lla m assa dei p a rla n ti, che costitu isce una fo r za d 'in e rz ia che sarebbe se rio e rro re so tto valutare. Q ueste co n sid era zio n i vanno tenute ben pre senti nel p re n d e re in esam e l u ltim a sezione del lib ro, q u e lla d e lle «R accom a n dazio ni», cosa che d a ltro n d e in vita n o a fare le stesse a u trici. Il g iu d izio su lle loro p roposte va lascia to a chi legg e: ognuno c e rta mente re a g irà in m odo d ive rso sui sin g o li casi, secondo l effetto che p ro d u rra n n o in lui o in lei le so lu zio n i a lte rn a tive e le fo rm e nuove. Ho già espresso so p ra il m io p a re re su alcune fo rm e al fe m m in ile che non d o vre b b e ro desta re più alcuna so rpre sa, e apprezzo anche m olte so lu zio n i «a g g ira n ti» che so lle c ita n o u tilm e n te la c re a tiv ità e la capacità di o sse rva zio n e nei p a rla n ti. Su a ltre proposte ho i m iei dubbi e non certo per ragioni di «sosta nza»: per le ca rich e p o litich e e a m m in is tra tiv e più in vista, che di solito ci propongono una fig u ra «unica» in un dato contesto, il nostro o re cch io p er ora respinge la sindaca, la p refetta, la m in istra, tanto più che in ta li fu n zio n i la presenza fem m inile è ancora rara. Q uanto a p re to ra e questora ris u lta co n tro p ro d u ce n te I effetto del suffisso -to rà, che noto ria m e n te a p p a rtie n e a una sfera so c ia le bassa (del tipo fattora e pastora ), ma la situ a zio n e può ca m b ia re. P otrà s o lle v a re o b ie zio n i anche l ipotesi di «e vita re» l'uso di uom o in senso non m a rca to : in a lcuni casi le a lte rn a tive suggerite possono ris u lta re p erfino vantaggiose, in a ltri ne s o ffrire b b e la p regnanza e la concisio ne che m olti a nco ra avve rtono nel te rm in e tra d iz io n a le, anche perché legato a ll'in te ra fa m ig lia di um ano, um anità, um anam ente, ecc. A nche i p ro b le m i di conco r danza con agg ettivi e p a rticip i non sono se m p lici da riso lve re. Ma il dissenso su un gruppo di proposte non basta a sso lu ta m e n te p er fa r svalutare lo sforzo co m piuto anche in questo settore. P e rse g u ire un dise gno del tutto «ra zio n a le» in m ateria di m odifiche a lla lingua è un c rite rio da non raccom andare, ma possiam o lasciare che anche a lte rn a tive «disso nanti» e n trin o nem agone d e lla conco rre nza e sia no sottoposte al ve rd e tto d e ll'u s o. C o nduttore dem uso è il popolo dei p a rla n ti (donne e uom ini), ma «assiste re» questo co n d u tto re non è p ro ib ito : lo raccom andava, anzi, l e q u ilib ra tissim o B runo M ig lio rin i, d e lin e a to re di una «g lo ttotecnica». 13
P iuttosto, mi sem b ra che l argom ento d e lle m o d ifich e p ro g ra m m a tich e debba essere rie sa m in a to cosa di cui i «c ritic i» non si sono affatto p re occu pati - in re la zio n e a due fa tto ri d e cis ivi d e lla vita o rg a n izza ta o d ie rn a : il siste m a d e lle c o m u n ica zio n i e il sistem a d e lle intese in te rn a zio n a li. Tutte le co n sid e ra zio n i inva lse sui tem pi e i m odi di m utam ento d e lla lin g u a sono state fo rm u la te p rim a che si potessero v a lu ta re d avve ro gli effetti del siste m a fo rte m e n te ce n tra lizza to e prontam ente re g o la b ile d e lle co m u n icazio n i che c a ra tte riz z a orm ai tutte le c iviltà, sp e cia lm e n te le più «avanzate». Fino a un secolo e m ezzo fa (avvento del te le g ra fo ) l'a ffe rm a zio n e di una novità p a rtita da un centro di irra d ia z io n e a vve n iva su tem pi ve ra m e n te lu n g h i; il telefono, la radio, le re g istra zio n i, il cin e m a hanno via via a cce le ra to questi tem pi, ma oggi una se rie di otto o dieci tra s m is s io n i te le v is iv e può a d d irittu ra «im p o rre» in m eno di un m ese, e a g randi m asse, una m anciata di novità lin g u istich e. Di fro n te a questa te rrib ile realtà, che può fo rn ire i suoi potenti a u s ili a ll asso lutism o, bisogna rile v a re subito la grande re sponsa b ilità di tutti gli o p e ra to ri d e lla co m u n ic a z io ne: ad essi va in prim o luogo riv o lto il d isco rso glo b a le di questo lib ro, p erché siano ben consapevoli del lo ro co m p ito e del loro m odo di agire. È l'a sp e tto sul quale insiste, con la sua a u to rità e con grande e q u ilib rio e sin ce rità, S erg io Lepri n e lle sue p agine di prefazione. S ubito dopo ric h ia m e re i su questi fatti l a ttenzio ne d e lla scuola, com e a ltro organo p rim a rio d e lla co m u n ica zio n e : un profondo senso di re sp o n sa b ilità d o vrà g u id a re chi insegna ed educa, donna o uom o, perché porti a fa r m a tu ra re n e lle g e n e ra zio n i c re scenti la coscienza di ta li p ro b le m i, lin g u istici e non lin g u is tic i, e non pre te n d a invece adesione cieca a ll una o a ll a ltra norm a, cioè a q u e lla p re sce lta d a ll insegnante. La conco rre nza di p o sizio n i, assunte consa pevolm e nte, sa rà invece un o ttim o cam po di sp e rim e n tazio n e d e lla d ia le ttic a tra le forze che re g o la n o il fu n zio n a m e n to d e lla lingua, com e di a ltre istitu zio n i. Al prim o fattore, di ca ra tte re preva le n te m e n te te cn o lo g ico, si associa l a ltro di cara tte re p ro p ria m e n te p o litico. A p re scin d e re d a lla ve loce p ro p a g a zio n e di ogni fe n o m e no a ttra ve rso i vari Paesi, per quanto rig u a rd a la situ a zio n e ita lia n a biso gna te n e r conto sem pre più d e lle «d ire ttiv e» con cui la C om unità E uropea in te rvie n e in m olti ca m p i: una ne é stata em anata, ben undici anni fa, in m a te ria di fo rm u la z io n e d e lle «offerte di la vo ro», in co nseguenza d e lla q uale negli a ltri Paesi d e lla C o m u nità sono state proposte regole per la fe m m in izzazio n e e m a sch ilizza zio n e dei nom i di alcune p rofessioni. È lecito su p porre, se non a ltro da buoni «e u ro p e isti», che un c o n d iz io n a m ento, o se vo g lia m o una costrizio n e, v e rrà anche da questa parte, non d ive rsa m e n te da quel che è successo per i caschi dei m o to ciclisti e sta per su cce dere p er le c in tu re auto m o b ilistich e di sicu rezza... Q uanto m eno, bisogna e ssere p re p a ra ti. A questo tra guardo ci rich ia m a un ca p ito lo sp e cifico del lib ro (pagg. 89-96). Mi sem bra in d isp e n sa b ile co n clu de re che, se va rib a d ito il concetto d e lla s to ric ità d e lla lingua, com e di ogni a ltra istituzio ne, vanno rico n o sciu ti e v a lu ta ti anche i tra tti sp e cifici d e lla c iv iltà odierna, con il loro ca rico di effetti p o sitivi e negativi. E se dal liv e llo d e lla stru m e n ta zio n e e degli o rd in a m e n ti passiam o ad o sse rvare anche il liv e llo dei fenom eni profondi (non occo rre ch iu d ersi n e llo sch e m a tico e lo g oro b in o m io d e lla s tru ttu ra e d e lla sovra stru ttu ra ), potrem o re n derci m e g lio conto d e ll e n tità del processo che va m aturando orm ai pienam ente p ro p rio n e lle c iv iltà di tipo o ccid e n ta le : l assetto che la donna sta dando con lib e ra scelta e in iz ia tiv a a lla sua vita costitu isce un evento so cia le di p ortata in so lita e irre v e rs ib ile, anche se si p resenta denso di conseguenze 14
che p o rteranno a nco ra a m olti assestam enti e fo rse a g g iusta m e n ti. Se m ai evento sociale può cre a re co n tra cco lp i re la tiva m e n te ra p id i anche nei p iani p ro fo ndi d e lla lingua, questo è ce rta m ente il prim o. A cco g lie re solo con bordate di iro n ia un lib ro che, in ogni caso, ci o b b lig a a m editare se ria m e n te su questi fatti sa re b be la m ig lio re pro va di una in co n sap e vo le zza totale di ciò che accade. A llo stesso m odo, chi dovesse cre d e re che m o d ifica n d o s o l tanto la lingua si riso lvo n o anche i m olti p ro b le m i di fatto che in d u bbia m e n te pesano, in sensi co n tra sta n ti, s u lla vita d e lla donna, n u oce rebbe non poco a lla causa che in te n de difendere. Ho p a rla to m olto d e lla m a te ria in sé e poco del m odo con cui è stata tra tta ta d a lle autrici. Q ueste hanno co m piuto una rice rca am pia e attenta e ci consegnano una m onografia ben a rtic o la ta e ric c h is s im a di in fo rm a zio n i, che sta p e rfe tta m e n te a lla pari con gli a ltri lavori analoghi apparsi da va ri lu stri in a ltri Paesi. Se hanno assunto su alcuni punti un a tte ggiam ento conse q u e n zia rio, che p o tre b b 'e sse re attenuato, d im o stra n o però sem pre o b ie ttività e scru polo. Né contra sta con queste ca ra tte ris tic h e il tono vivace, ora ironico, ora rise n tito, con cui a volte com m entano g li usi lin g u is tic i che rite n g o n o (e dim ostrano) o ffensivi per l'im m a g in e d e lla donna. La loro rice rca apre poi una in teressa nte p ro sp e ttiva di in d agin e su lle s tru ttu re della nostra lingua, così fo rte m e n te c a ra tte riz z a ta n e lla m o rfo lo g ia e così ricca di p lu ra lismi fo rm a li e se m antici dovuti a lla sua lunga e non decantata d ia cro n ia. M olti lin g u i sti, leggendo queste pagine, ve d ra n n o a ttra v e rs a ta in d ia g o n a le da questo stu d io l area delle p ro p rie rice rch e. Se di «provo ca zio n e» si tra tta anche sotto questo aspetto tanto più che oggetto d e llo studio è una so rta di «p resente quasi fu tu ro» d e lla lingua italiana dobbiam o essere g ra ti a lle studio se che ce l'h a n n o procurata. 75
AMMISSIONE DI COLPA E CHIAMATA DI CORREO di SERGIO LEPRI - D ire tto re d e i!'a g e n zia «A n s a» C hiunque abbia a cuore l uso c o rre tto d e lla lin g u a ita lia n a e segua a vo lte con apprensione i m odi del suo processo di tra s fo rm a z io n e a vrà notato che in questi ultim i tem pi la giusta e sp ressio ne «m a cchina p e r scriv e re» è p re va lsa su «m acchina da s crive re» ; e lo stesso è accaduto con «a sso ciazio n e p e r d e lin q u e re» al posto di «associazione a d e lin q u e re», che im p u d ica m e n te è vissu ta per decenni n e ll a rtico lo 416 del C odice penale. È da p re sum ere che a c o rre g g e re questi due e rro ri di g ra m m a tica a b b ian o co n tribuito una vo lta tanto i g io rn a li e, a m onte di essi, le agenzie di stam pa, il cui m ateriale in fo rm a tivo più o m eno am p ia m e n te si tra s fe ris c e n e llo sp azio che i q u o tid ia ni dedicano am in fo rm a zio n e generale. Una di queste agenzie p ro p rio q u e lle due espressioni, in sie m e a tante altre, aveva in se rito in un suo m anuale di linguaggio gio rn a listico ad uso dei p ro p ri red attori. C è da spera re, a llo ra, che la stam pa scritta e p a rla ta si d e cida fa c ilm e n te a evitare alm eno alcune d e lle fo rm e sessiste d e lla lingua ita lia n a e ad a d o tta re alm eno alcune delle racco m andazioni contenute in questo libro? È bene non fa rsi illu s io n i; non g iu s tific a illu s io n i, certo, la ric e rc a che apre il volume, con i suoi tip ici esem pi di d is p a rità lin g u istica tra donna e uom o tra tti da un ra p p resentativo cam pione di a u to re vo li q u o tid ia n i; e non g iu s tific a illu sio n i il modo stesso in cui il lin g u a g g io d e lla stam pa si a lim e n ta, cosi com e il m odo in cui si esprim e. La lingua è s to ria ; è un siste m a di segni v e rb a li o sim b o lic i e di regole per il loro uso che vive nel tem p o e si tra sfo rm a nel te m p o ; m a il g io rn a lis ta non sem pre si accorge di essere nel bene e nel m ale un p ro ta g o n ista di quel processo di m utam ento e non sem pre, quindi, si d im o stra co n sapevole d e lle p ro p rie re sp onsabilità: le re sp o n sa b ilità di cui il suo riv o lg e rs i ai le tto ri (quando non d im e n tich i, addirittu ra, che il lettore è l'is titu z io n a le d e stin a ta rio del suo lavoro) lo investe ex o fficio n e ll a rric chim ento o nel p eggio ra m e n to del p a trim o n io lin g u istico lessica le, g ra m m a tica le e m orfosintattico d e lla società. P urtroppo il g io rn a lis ta vive ed opera, in genere non n e ll'in te ra società, ma solo in alcuni settori di essa, p ro p rio q u e lli dove in Ita lia è nata in certo m odo una lingua «ufficiale» accanto a lla lin gua d e lla gente com une. Il processo di tra sfo rm a zio n e, co n n a tu ra le da sem pre a q u a lsia si lingua, è avvenuto in Italia in d im e n sio n i più vaste di ogni a ltro paese europeo, perché più vasti che altrove sono stati qui, negli u ltim i q u a ra n t anni, i m utam enti so cio -e co n o m ici; e questi m utam enti (in specie le fo rti m ig ra zio n i intern e e la fo rm a z io n e di agglom erati urbani sem pre più com patti col passaggio da u n eco n o m ia p re va le n te m e n te a g rico la a una 17
econom ia di tip o in d u stria le ) hanno portato da un lato ad una atte n u a zio n e dei fe n o m e ni d ia le tta li, e q uin di a una ce rta u n ifica zio n e lin g u istica acco m pagnata tu tta via da un im p o ve rim e n to le ssica le ; e d a ll a ltro a una d iffu sio n e di p a ro le p ro venie n ti dai lin g u a g gi se tto ria li sia p ro fe ssio n a li (p o litico, g iu rid ic o, b u ro c ra tic o -a m m in is tra tiv o ), sia te c n ico-scie n tifici, sia co m m e rcia li e in d u s tria li e m olto spesso lontane d a lla lin gua corre nte. Di questo ca m bio lin g u istico le classi subalte rn e, che, nem 'appropriazione d e lla lin g u a d e lle cla ssi colte, vedono un'o ccasio n e di p ro m o zio n e so cia le, sono in re a ltà a ttra ve rso il lin g u a g g io dei m edia più oggetto passivo che soggetto; m entre ne sono in la rga m isu ra fa c ito ri, o ltre che v e ic o li, p ro p rio le cla ssi d irig e n ti e con esse gli o p e ra to ri e le o p e ra trici deh in fo rm a zione, che di queste cla ssi si sentono parte in teg rante e di esse fanno p ro p rio il lin g u a g g io (quando, a ll inverso, non sono loro a sugg e rirlo, secondo gli stessi codici e gli stessi re g is tri: da q u e llo a u lico a q u e llo dotto e a q u e llo ufficiale). C om è p o ssib ile, perciò, che il lin g u a g g io g io rn a lis tic o - dove, per l o rg a n izzazio n e del lavo ro e g li stessi m eccanism i m entali d e g li o p e ra to ri, pesano tanto gli e lem e nti im ita tiv i, e anche s u b lim in a ri, d e gli a m bienti di cui p a rte cip a accetti con fa c ilità fo rm e nuove e a lte rn a tive in contra sto con q u e lle usate in quegli a m b ie n ti? Una a u to re vole p resid ente si faceva ch ia m a re, a lm eno fin o a qualche tem po fa, il p re sid e n te ; e vi sono state se n a trici che si p re senta vano com e s e n a to ri e p re te ndeva no che i g io rn a lis ti le ch ia m a sse ro così. E a llo ra? D e ll abbandono p er lo m eno g ra d u a le di un uso se ssista d e lla lingua nazionale questo lib ro può essere un fa tto re im p o rta n te ; m a a condizio n e che non ci si ferm i qui. O ccorre l im pegno co n sapevole degli o rg a n ism i p o litic i e di g o vern o ; o cco rre l im pegno co n vin to dei re sp o n sa b ili d e lle testate g io rn a lis tic h e, sp e cia lm e n te q u e lle ra dio fo n ich e e te le visive, che si rivo lg o n o a un più la rgo u n ive rso di u tenti, e d e lle a genzie di stam pa, in quanto fo rn itric i d e llin fo rm a z io n e di base. Chi s crive l im pegno l ha già preso e lo co n fe rm a ora col m e tte re la sua firm a a questo testo. 18
1.1 - INTRODUZIONE ALLA RICERCA La p a rità dei d iritti tra «uom o e donna» è d ic h ia ra ta d a lla C o stitu zio n e d e lla Repubblica Italiana, è specifica ta nelle nostre leggi ed è rico n o sciu ta da tutte le forze politiche del paese. M a lgrado tutto ciò, la p a rità rim a n e in m o ltissim i casi un p rin c ip io giuridico e m orale non an cora re a lizza to n e lla prassi d e lla vita q u otidiana. Il com pito istitu zio n a le d e lla C om m issione per la re a lizza zio n e d e lla p a rità dei diritti tra uom o e donna è di ren dere effe ttiva e co n cre ta questa parità. Per ra g g iu n g e re una p a rità di fatto, cioè a d ire l u g u a g lia n za d e lle p o s s ib ilità per ciascun in d ivid u o di entra m b i i sessi di re a lizza rsi appieno in ogni cam po, è n e cessa rio che la società si lib e ri dai re sid u i p re g iu d izi negativi nei co n fro n ti d e lle donne. Non pochi di essi sono a lla base d e lla nostra c u ltu ra e fanno quin di parte di una tra d iz io n e secolare. Essi non sono se m p re fa cilm e n te ric o n o s c ib ili, perché sono spesso nascosti e cam uffati sotto fo rm e di a p parente va lo re oggettivo, e sono tra sm e ssi, p e rp e tu a ti ed avvalorati attra ve rso la lingua, in m odo spesso sub dolo e rip e titivo. Non vi sono dubbi s u ll im p orta nza d e lla lin gua n e lla «costru zio n e so cia le d e lla realtà»: a ttra ve rso di essa si a ssim ila n o m olte d e lle re gole so cia li in d is p e n s a b ili a lla nostra so p ra vvivenza, a ttra ve rso i suoi sim b o li, i suoi filtri si a p p rende a ve d e re il mondo, gli a ltri, noi stesse/i e a v a lu ta rli. D e ll im porta nza s o c io -p o litic a d e lla lingua ci si è resi conto da lungo te m p o : socio- linguisti e p s ico lin g u isti hanno com piuto studi e ricerch e su lle v a ria b ili classe e razza nelle differenze di fo rm e ed usi lin g u istici, sulle valenze negative di p a ro le a ttrib u ite a classi e razze oppresse, così com e sono in co rso studi sul «d isco rso del potere» (lin gua dei p o litic i, dei m ass m edia, ecc.). Solo in q u e s t u ltim o ventennio, con il ris v e g lio d e lla co scie n za fe m m in ista, con la rim essa in questione dei va lo ri c u ltu ra li e la «rivis ita z io n e» dei va ri cam pi d e lla cu ltu ra e della scie nza con o ttica d e lla d iffe re n za fe m m in ile, si è co m in cia ta ad a cq u ista re consapevolezza di quanto profondam ente la nostra lingua sia in tris a di fo rm e segnatamente sessiste e di va lo ri p a tria rca li. A nche se la rile va n za so cia le d e lla lingua è te o rica m e n te rico n o sciu ta nel cam po della lin g u istica e d e lla c u ltu ra in genere, nondim eno la lin g u a viene pra tica m e nte trattata com e se fosse un m ezzo «oggettivo» di tra sm issio n e di contenuti Si crede di poterla co n tro lla re, m a n ip o la re secondo i p ro pri bisogni e i p ro p ri scopi, e invece ci sfugge quanto sia essa stessa a c o n tro lla re e m a n ip o la re noi e la nostra m ente: non siamo sem pre noi a p a rla re la lingua, ma è la ling ua stessa che ci parla. Le fo rm e lin g u istich e p o rta trici di «id e o lo g ie» e p re g iu d izi a n ti-d o n n a sono così profondam ente radicate n e lla nostra «stru ttu ra del s e n tire» che d iffic ilm e n te le rico n o sciamo. La loro c a ra tte ris tic a in conscia e p e rva siva le rende a n cora più perico lo se perché in sidiose. O gnuno di noi usa spesso p arole, e sp re ssio n i, fo rm e g ra m m a tica li che sono in co n tra d d izio n e con le p ro p rie co n vin zio n i. 19
È in o ltre m olto d iffic ile separa re le pra tich e «d isco rsive» d e lla lingua d a lla lingua stessa, cioè le leggi, i ritu a li, le istitu zio n i che ne regolano l uso, d a lla lin g u a ve ra e p ro p ria, dato che vi è tra le due una in te ra zio n e costante. Si potrebbe d ire che «le condizio n i di uso d e lla lin g u a sono in scritte n e lla lin g u a stessa». Se si vuole sapere com e la lin gua fu n ziona nei nostri co n fro n ti, essa va a n a lizza ta sotto i due aspetti q u e llo più p ro p ria m e n te s tru ttu ra le e q u e llo d e ll uso. Le rice rch e sul rapporto d o n n a /lin g u a g g io, che d a gli Stati U niti dei p rim is s im i anni settanta si sono diffuse in m olti a ltri paesi, con d ive rsi approcci te o ric i e m e to d o lo g ici, copro no un te rre n o m olto vasto e vario, che può però s in te tizza rsi in due filo n i p rin c i p a li: 1) la lingua d e lle donne e ventuali d iffe re n ze n e ll uso d e lla lin g u a p a rla ta e scritta d a lle donne (form e sin ta ttich e, le ssicali, fo n o lo g ich e, p a ra lin g u is tic h e, ecc.); d iffe renze nelle in te ra zio n i lin g u istich e (co n ve rsazio n i: in te rru z io n i, c o n tro llo d e lla c o n ve r sazione, sile n zi, ecc.); m o d a lità re la tiva a lla e n u n cia zio n e ; e ve ntuali d iffe re n ze n e l le funzioni lin g u istich e (neuro lo g ich e, ecc.); 2) la donna n e lla lingua fo rm e «se ssiste» d e lla lin g u a quale «corpus» a d isp o sizio n e di donne e u o m in i: e le m e n ti lin g u istici inerenti a lla lin gua a liv e llo g ra m m a tica le e s tru ttu ra le d is s im m e tric i e d is c rim in a to ri rispetto a lle donne; uso di lessem i, di lo cu zio n i ed im m a g in i ste re o tip a te e rid u ttive d e lla donna. Q uesto secondo aspetto è l oggetto d e lla p resente rice rca, la quale si p ro pone di rile v a re le fo rm e sessiste d e lla lingua italiana, di c la s s ific a rle e a n a liz z a rle lin g u isticam ente, m ettendone in luce i pre supposti c u ltu ra li che le sottendono indi m ostrandone l incidenza sui processi m entali e gli effetti p ra tici su llo s v ilu p p o p o litic o e so cia le degli in d ivid u i di entra m b i i sessi. Il p rim o passo è la rifle ssio n e e la presa di co scienza dei va lo ri e d e g li effetti di senso d e lla lingua che p a rlia m o ; la fin a lità p ra tica è lo stim o lo verso un uso d e lla lin g u a che ra p presenti le donne più da vicin o e che apra va rch i a lle n ovità che fin o ra sono rim aste inespresse. Si vuole qui fa re un d isco rso sul p o ssib ile e sul n e cessa rio che p o rte rà a lla proposta solo di «p o s s ib ili» e«n e ce ssa rie» va ria n ti lin g u istich e. Il corpus preso in esam e è la lingua di ogni g io rn o che tutte e tutti p a rlia m o, dove rara m e n te si attuano scelte consce non solo a liv e llo g ra m m a ticale, m a anche a liv e llo lessicale. Non si è rice rca to unicam ente l ecce zionale, lo s tra b ilia n te, il p a rtic o la rm e n te «offensivo», m a sopra ttutto l ovvio, il ridondante, lo scontato, che per ciò stesso si presenta com e «n a tu ra le» ed «in e lu tta b ile». È infatti p ro p rio a ttra verso queste fo rm e che si continua a p e rcepire la donna in fe rio re a ll uom o, co n trib u e n d o in tal m odo al m an te nim ento di questo assetto sociale. Il lin g u a g g io dei g io rn a li e d e lle riviste è stato p re sce lto com e te rre n o d 'in d a g in e, in quanto è la fo rm a scritta d e lla lingua più a cce ssib ile e più vic in a a lla lingua q u o tid ia na che fornisce, per la sua a m p ia d iffu sio n e e a u torevolezza, uno dei m o d e lli p rin c ip a li di co m p ortam ento lin g u istico a lla so cie tà contem poranea. D 'a ltro n d e i nostri s u g g e rim enti sono riv o lti in prim o luogo a lla stam pa, che m assim am ente c o n trib u is c e a co n ia re e fa r passare i n e o logism i e le m ode lin g u istich e. La lingua italiana, com e m olte altre, è basata su un p rin c ip io a n d ro c e n tric o : l'u o m o è il param etro, intorn o a cui ru ota e si o rg a n izza l'u n iv e rs o lin g u istico. E sem pio p a ra dig m a tico : la stessa p a ro la «uom o» ha una d o ppia valenza, perché può rife rirs i sia al «m aschio d e lla specie» sia a lla «specie stessa», m entre la p a ro la «donna» si rife risce solta nto a lla «fem m in a d e lla specie». Non si può non s e n tire il peso dem a m b ig u ità di m assim e com e «l uom o è la m isu ra di tutte le cose» in una so cie tà p a tria rc a le che ha se m p re co n sid era to la donna com e «a ltro», com e «d iverso». 20
Società e lingua sono strettam ente connesse, lo studio d e ll una getta luce sull'a ltra. L analisi di un dato linguistico form ale può darci insights sulla o rganizza zione sociale, la quale a sua volta ci illu m in a sulla o rganizzazione linguistica. Il p rin cip io d e lla doppia valenza del m aschile contrasta con un assiom a d e lla te o ria dei tipi logici, fo rm u la ta da Russell e W hitehead nei P rincipia M athem atica, secondo cui «qualunque cosa pre supponga tutti gli elem enti di una co llezio ne non deve essere un te rm in e d e lla co lle zio n e stessa», ad esem pio il genere um ano è la classe di tutti gli in dividui, ma non è esso stesso un individuo. Il linguaggio naturale spesso co ntravviene a questo assiom a: Bateson (1973) dice che spesso nella lingua è d ifficile d istin g ue re chiaram ente tra elem ento e classe con inevitabili conseguenti confusioni. Ciò che stupisce però è che, pur rile va n d o e lam entando le am biguità che ciò genera, non sia venuto in m ente né a Bateson né ad a ltri che l esem pio più chiaro e m aggiorm ente gravido di conseguenze fosse p ro p rio il doppio uso della parola «uom o» («m an» per l inglese) con valore m arcato e non m arcato. D elle conseguenze logich e e so cia li si è resa invece conto la le ssico lo g a a m e ric a na A lm a G raham (1974), secondo la q u a le : se vi è un gruppo d e n o m in a to A, i cui m em bri siano su d d ivisi in due so tto g ru p p i A e B, non vi sono dubbi che il «so tto gruppo A sia q u e llo su p e rio re, m ig lio re, il gruppo p a ram e tro, il gru ppo norm a, e che il B sia il gruppo in fe rio re, il gru ppo devianza, in v is ib ile, non esiste nte». In poche p a ro le l uom o è la specie, la donna la sottospecie. Per quanto rig u a rd a la lingua ita lia n a, com e m olte a ltre lin gue a genere g ra m m a ticale, il p rin c ip io del m aschile non m arca to perva de tu tta la lingua, poiché q u a lsia si sostantivo m aschile (sin g o la re e p lu ra le ) rife rito a persona può u g ualm ente ra p p re sentare i due sessi o il solo m a sch ile : «gli ita lia n i» possono essere sia «g li uom ini ita lia ni» sia «le donne e gli uom ini ita lia n i». Le conseguenze che d e riva n o o rim b a lza n o su altri tra tti lin g u istici sono n u m e ro sissim e e sa ranno qui oggetto di a n a lisi p a rtic o la re : sono state d e n om in ate «d is s im m e trie g ra m m a tic a li» per in d ica re le d is p a rità di tra tta mento rise rva to a lle donne e agli uom ini n e lle fo rm e g ra m m a tic a li, d istin g u e n d o le d a lle differenze «d isco rsive» e di uso le ssicale, d e fin ite «d is s im m e trie se m a n tich e». L 'a n a lisi p a rtic o la re g g ia ta ha reso n e cessaria questa su d d ivisio n e, m a n e lla re a ltà della lingua i due tip i di d is s im m e trie si in tre ccia n o e si saldano, cum u la n d o e rin fo r zando il loro effetto. Non si vuole, sia ben ch iaro, negare né a b o lire le d iffe re n ze tra m aschio e fe m m i na, sia di genere g ra m m a tic a le che di sesso e di genere so cia le. «Il senso, com e la lingua, nasce a p a rtire da d iffere nze. A n n u lla rle, s o p p rim e rle c o rris p o n d e ad a n n ie n ta re la sig n ifica zio n e» afferm a Luce Irig a ra y nel suo u ltim o lib ro P a rle r n est ja m a is neutre (1985). Il p ro b le m a non sono le differenze, ma le vale nze che esse e s p rim o n o : o nozioni stereotipate, rid u ttive e re s trittiv e d e lla im m a g in e d e lla donna, o il re ite ra to e perva sivo concetto base d e lla ce n tra lità e u n iv e rs a lità deh uom o e d e lla m a rg in a lità e p a rz ia lità della donna. La falsa «n e u tra lità» del m aschile, che sp accia p er um ano ciò che è solo d e ll «uom o» (m arcato) è e m b le m a tica di tu tta la cu ltu ra. «Il p ro b le m a d e lla sessu azio- ne del disco rso fa notare Irig a ra y (1985) p a ra d o ssa lm e n te non si è m ai posto. L uomo com e a n im a le dotato di lin guaggio, com e a n im a le ra zio n a le, ha sem p re ra p p re sentato il solo soggetto p o ssib ile del discorso, l unico soggetto p o ssib ile. E la sua lingua appare com e lo stesso u n iversale....una legge, p e rp e tu a m e n te m isconosciuta, prescrive tutte le re a lizza zio n i d e lla /e lin g u a /e, ogni p ro d u zio n e di d iscorso, ogni c o stituzione di lingua, secondo le esigenze di una pro spettiva, di un punto di vista, di una econom ia; q u e lle d e ll uom o, supposto ra p p re senta re il genere um ano». 21
E da qui a id e n tificarsi con la d iv in ità il passo è b re ve : chi può n egare l in flu e nza che l'«a n d ro m o rfis m o» del lin g u a g g io d e lla re lig io n e (Dio, N ostro S ignore, P adre Nostro, ecc.) ha su lla nostra idea d e lla d iv in ità (sessuata + m aschile)? La coin cid e n za tra lin g u a e c u ltu ra im pone u n 'a n a lisi d ive rsa del m asch ile «neutro». M olti lin g u isti sostengono che n e lla m ente di chi p a rla e di chi s crive è ch ia ro quando si rife ris c e al solo sesso m a schile o a entra m b i i sessi e che nel secondo caso è d esem antizzato. D agli elem enti em ersi d a lla rice rca e da u n o sse rva zio n e attenta d e lla lingua q u o tid ia n a ris u lta invece che il m a sch ile neutro è spesso a m b iguo per e m ittenti e rice ve n ti e in fluenza l im m a g in e che a ccom pagna la parola. Possono s e rv ire da esem pio i te rm in i usati per in d ica re le p rim e specie um ane: l U om o di Pechino, l Uom o di C ro-m agnon, l U om o di N eanderthal, ecc. In re a ltà il più delle volte i pezzi di ossa ritro v a ti non p e rm ette vano l id e n tificazio n e del sesso (nel caso del p rim o Uom o di N eanderthal pare si tra tta sse di un esse re di sesso fe m m in i le!). Ma chi può negare che l im m agin e che a bbiam o di queste specie sia m aschile? O vviam ente non viene esclusa la D onna di C ro-m agnon, ma noi non la visu a lizzia m o. Il prim o re p e rto che abbiam o visu a lizza to al fe m m in ile è stato «Lucy», il cui sesso fe m m in ile è stato d ire tta m e n te d ic h ia ra to e stro m bazzato com e eccezione. Q uante /i di noi si sono d e tte /i «Ah, fin a lm e n te una donna!». A nche i disegni che accom pagnano a rtic o li e d o ssie r sum a rg om e nto (o ltre che nei testi sco la stici) rappre sen ta n o fig u re in lin ea e vo lu zio n istica, con fattezze sem pre più um ane, i cui u ltim i e se m p la ri son se m p re ineq u ivo cabilm e n te m aschi. L 'im m a g in e d e lla donna p rim itiv a fig u ra solta n to quando si tra tta d e lla «fa m ig lia» (g e neralm ente in co p resenza di b a m b in i): in tal caso non si parla di e vo luzione d e lla specie um ana, bensì di o rg a n izza zio n e sociale. A n a logam ente ì d ia g ra m m i sta tistici non d isa g g re g a ti per sesso sono illu s tra ti da fig u re s tilizza te m aschili. Il m asch ile n eutro occulta la p rese nza d e lle donne così com e ne o ccu lta l assenza. Q uando si parla, ad esem pio, d e lla d e m o cra zia ateniese so tto lin e a n d o che «gli A te n ie si» avevano d iritto al voto, viene di fatto nascosta la re a ltà che questo era negato al 50% circa d e lla popolazione, le donne. Che la lingua rispecch i e rin fo rzi l id e n tificazio n e d e g li u o m in i/m a sch i con l u n iv e r so salta a ll occhio n e lla denom in a zio n e di «su ffra g io u n ive rsa le» ai tem pi g io littia n i, da cui le donne erano to ta lm e n te escluse. A nche parla n d o di a rgom enti di a ttu a lità ci si im batte in e sem pi riv e la to ri d e lla fa lsa n e u tra lità del m aschile. In un a rtico lo fu o ri rice rca in tito la to «G li agguati del ta m ponato» (// M essaggero 22/2/85) si d ice : Il ta m ponato è un e sem p la re di a u to m o b ilista m olto diffuso... Innocuo a ll apparenza... il ta m ponato tende i suoi agguati a g li incroci con o senza sem a fo ri su lle strade a sco rrim e n to veloce, se vede uno sp a zio per poste g g ia re o una donna da a b b o rdare...». Si potrebbe in fe rire che in questo caso, nella m ente deh a rticolista, tra la sua in d ubbia conoscenza ed e sp e rie n za d e lle num erose donne presenti in questa ca te g o ria e lo s te re o tip o che «la guid a» sia un a ttrib u to m aschile, ha vinto q u e st ultim o. Le p a role riv e la tric i «una donna da a b b o rd a re» erano p e ra ltro state pre p a rate da u n a ltra im m a gine di segno m asch ile (m etafo ra m ilita re sca ) «tende i suoi agguati». Nel corpo d e lla rice rca vi sono a ltri casi in d ica tivi del genere. SuM in fluenza che l uso continuo e perva sivo del m asch ile g e n e rico ha s u lla m ente di lo cu trici e locuto ri, num erose e se rie rice rch e sono state effettuate negli Stati Uniti (in inglese il m aschile g e n e rico è ra p p re senta to d a ll uso neutro di «m an» e dei p ro n o mi e aggettivi a n a fo rici «he, his,» ecc.). 2 2
M olte di queste rice rch e sono state condotte n e ll am b ito d e lla scu o la e dei lib ri di testo ed hanno m esso in luce l im p o rta n za di questi e lem enti lin g u is tic i n e llo svilu p p o della p e rso n a lità ed identità d e lle ragazze e dei ragazzi. I ris u lta ti d e lle ric e rc h e hanno ch ia ra m e n te d im o stra to sia che la co n ce ttu a lizza zio n e del m a sch ile non m arca to era pre va le n te m e n te al m asch ile sia che le donne avevano m a g g io r d iffic o ltà dei m aschi ad id e n tificarsi con pronom i m a sch ili, co ncludendo che i ragazzi crescono a lla rg a n d o la loro sfera di rifei m ento con pro nom i m a sch ili che essi a p p re n d o n o «n a tu ra lm e n te» in connessione con se stessi, m entre le ragazze li d evono a p p re n d e re «a rtific ia lm e n te» (1). Ad analoghe co n clu sio n i g iungeva una rice rca basata su lla capacità di «ric o rd a re» un testo, in cui le donne o ttenevano un punteggio in fe rio re agli u o m in i quando nel testo vi erano fo rm e di m a sch ile generico (2). G ram m atici e lin g u isti di v a rie lin gue o bietta no che il genere g ra m m a tic a le ed il sesso non vanno a ssolu tam ente confusi, che sono due fe nom eni co m p le ta m ente se p a rati. Ciò può esser vero quando si tra tta di oggetti in a n im a ti, m a non si può negare che non sia pura m ente casuale che le p a ro le rife rite a persone di sesso m asch ile sono di genere m aschile (le e ccezioni q u a li: la g u a rdia, la se n tin e lla, ecc. confe rm a n o la re gola perché rip e to n o i nom i d e lle azioni «il fa re la g u a rdia, la se n tin e lla, ecc.») e che q u e lle rife rite a donne sono di g e nere fe m m in ile (le eccezioni in questo caso, ad e sem pio i nom i di professione, sono p a rtico la rm e n te riv e la tric i). Del resto anche per le cose vi è spesso un legam e tra ge n e re e s im b o lis m o se s suale, so p ra ttu tto rig u a rd o a lle im m a g in i sessuate suscita te dal genere di alcu n e p a ro le. Il genere ha una fu n zione m etaforica, che Jakobson (3) d e fin iva «il s im b o lis m o dei generi», stre tta m e n te legato a lla lin g u a sp ecifica. Per il russo egli dava l'e s e m p io d e lla diffusa su p e rstizio n e secondo cui un c o lte llo che cade p re sa g isce l'a rriv o di un o spite inatteso di sesso m aschile, m entre se cade una fo rch e tta l o spite inattesa è di sesso fe m m in ile : in russo «colte llo» è m aschile e «fo rchetta» fe m m in ile, com e in italiano. N elle nostre lingue rom anze e in russo «la m orte» (fe m m in ile ) è ra p p re senta ta da una fig u ra di ve cchia con la falce, m entre n e lle lin g u e g e rm a n ich e «d er Tod» (m asch ile ) è ra ppresenta ta da un vecchio. C om e dice M a rin a Y a g u e llo «Non vi sono dubbi che la visio n e del m ondo dei soggetti p a rla n ti sia in fluenzata d a lla d ico to m ia m a s c h ile /fe m m i nile im posta d a lla lingua e questo è vero sul piano sin cro n ico, quali che siano le radici storiche del sistem a» (4). Il p ro b le m a è che tale d ico to m ia non d ivid e il m ondo in due p a rti p a ra lle le, di pari va lore e potere. Che si tra tti di q u e stioni di g e n e re o di scelte le ssicali, c è un p rin c ip io che p e rcorre e regge tutta la lin g u a : «la s u p e rio rità dem uom o s u lla donna». M ediante la rip e tizio n e in consapevole di fo rm e lin g u istiche basate su questo p rin c ip io si p e rp e tua e si rafforza la posizione di potere deh uom o e di su b a lte rn ità d e lla donna nella nostra società e si dà in tal m odo quel «consenso» in d isp e n sa b ile al m a n te n im ento di qualsiasi potere. Se a n a lizzia m o lingue p rive di g e neri g ra m m a tic a li, com e l inglese, ve d ia m o che il prin cip io del m aschile u n ive rsa le resta sem p re a lla sua base. Esso e m erge a lla s u p e r ficie (W horf p a rla va di genere «coperto») nei pronom i a n a fo rici fe m m in ili a ttrib u iti a navi, barche, a u to m o b ili (oggetto di am ore e di possesso da pa rte deh 'uom o), a lle (1) Nilsen (1977); Martyna (1978). (2) Crawford and English (1978). (3) Jacobson (1963). (4) Yaguello (1979). 23