Le riforme democratiche in Africa subsahariana

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Transcript:

Le riforme democratiche in Africa subsahariana Giovanni Carbone Università degli Studi di Milano g.carbone@unimi.it

Due elezioni molto diverse in Africa nel 2015

I leader dell Africa subsahariana (1960-2015), alcuni dati: 350 leader: 344 uomini e 6 donne (una sola eletta: E. Johnson Sirleaf in Liberia 2006) stabilità: 1 solo leader (no cambiamento) in Eritrea, Sud Sudan e Zimbabwe instabilità: 19 leader nelle Comoros, 18 in Benin, 16 in Guinea-Bissau, 15 in Nigeria durata in carica: da 1 giorno a 15.168 giorni / 41,5 anni (Omar Bongo in Gabon), con una media di 7 anni (9,3 per quelli in carica da prima del 1990, 4,4 per quelli dal 1990 in poi) 301 cambiamenti di leader: 117 pacifici, 100 violenti/irregolari e 84 elettorali. 26 dei 117 (22,2%) leader saliti al potere pacificamente si sono poi candidati ad elezioni e le hanno vinte. Così hanno fatto anche 19 dei 100 (19%) leader saliti al potere in maniera irregolare. 84 cambiamenti elettorali: 43 successioni (23 in un contesto di transizione, 53,5%) e 41 alternanze (15 in un contesto di transizione, 36,6%).

Modalità di cambiamento dei leader, 1960-1989 vs. 1990-2015

Istituzioni e personalizzazione nell Africa post-coloniale (1960-1990) Debolezza delle istituzioni e forte personalizzazione della politica big men e personal rule la politique du ventre e i presidenti a vita una politica fatta di personalità, più che di regole e istituzioni neo-patrimonialismo: corruzione (cf. Corruption Perceptions Index di TI) clientelismo politico 5

Il vertice: personal rule (Jackson Rosberg 1984) personal rule («governo/dominio/potere personale») è un tipo specifico di sistema politico (non semplici elementi patologici) nel quale la politica è dominata dalle personalità potenti e dalle loro rivalità, piuttosto che istituzioni impersonali, ideologie, politiche pubbliche o interessi di classe il governante [ruler] è dipinto come l incarnazione dell idea, della dignità e perfino della sacralità dello stato il governante è il cardine del potere statale (Jackson Rosberg 1982b:23) indicatori: golpe, complotti, fazionalismo, purghe, riabilitazioni, clientelismo, corruzione, manovre per successione, e simili. al centro vi è la sopravvivenza politica del governante (ruler): lunga durata in carica vs. colpi di stato (90 tra 1960-2015) stabilità / ordine possono comunque essere raggiunti i governanti (rulers) sono relativamente autonomi nel definire le politiche, ma quasi del tutto impossibilitati a implementarle a causa della scarsa capacità statale (Jackson Rosberg 1982b:30)

Una tipologia dei personal rulers in Africa (Jackson Rosberg 1982b) a. principi (e.g. Senghor, Kenyatta, Kaunda, Tubman / Tolbert): manipolazione pragmatica di luogotenenti e clienti, tende a governare unitamente ad altri oligarchi presiedendo dall alto alle lotte tra fazioni b. autocrati (e.g. Houphouet-Boigny, Bongo, Banda, Mobutu): dirige, comanda e gestisce lo stato, il partito e il paese come un monarca assoluto, con l eliminazione di ogni altro potere autonomo c. profeti (e.g. Nkrumah, Touré, Nyerere): leadership carismatica nel perseguire una visione e ideologia di trasformazioni sociali attraverso la pianificazione statale (ma manca la capacità statuale) d. tiranni (e.g. Macias Nguema, Amin, Bokassa): governo dispotico senza limiti, con completa discrezionalità e ampio uso della violenza

La diffusione degli autoritarismi in Africa tra gli anni 60 e 80 anni 60: introduzione e abbandono delle istituzioni democratiche 1989: prevalenza di regimi autoritari Regimi autoritari Regimi pluralistici Regimi militari Regimi a partito unico Multipartitismi includenti Dittature personali N=11 Oligarchie Plebiscitari Semi-competitivi N=16 N=13 N=5 Oligarchie razziali N=2 Burkina Faso, Burundi, Ciad, Ghana, Guinea, Lesotho, Liberia, Mauritania, Nigeria, Sudan, Uganda Angola, Benin, Capo Verde, Comore, Congo, Gibuti, Guinea Equat., Etiopia, Gabon, Guinea- Bissau, Kenya, Mozambico, Niger,Swaziland, Somalia, Zaire Camerun, Centrafrica, Costa d Avorio, Madagascar, Mali, Malawi, Rwanda, São Tomé, Seychelles, Sierra Leone, Tanzania, Togo, Zambia Botswana, Senegal, Mauritius, Gambia, Zimbabwe Sud Africa, (Namibia)

La terza ondata in Africa: le riforme multipartitiche negli anni 90 1990-94: aperture/mutamenti iniziano con Namibia e Benin poi Uganda 1996, Nigeria 1999, Rwanda 2003, Congo-DRC 2006 150 elezioni multipartitiche negli anni 90, contro 70 tra anni 60-80 pur con eccezioni (Somalia, Eritrea) e provvisorio aumento dei conflitti Gli esiti: forma vs. sostanza continuità vs. rinnovamento 10

Le spinte verso la democratizzazione crisi di legittimità e proteste anti-regime fallimento economico, crisi fiscali e Programmi di Aggiustamento Strutturale da manifestazioni contro corruzione/malgoverno a richieste mutamento regime fine alternativa comunista pressioni internazionali fine geopolitica guerra fredda good governance : da condizionalità economiche a condizionalità politiche effetto dimostrativo attori e scelte (e.g. Mandela & de Klerk versus Savimbi o Mobutu) Spiegazioni poco utili: livello di sviluppo socio-economico fattori religiosi 11

Gli esiti iniziali delle transizioni nei primi anni 90 Transizioni incompiute Transizioni democratiche bloccate o interrotte Angola Burundi Congo (Kinshasa) Eritrea Nigeria (1993) Rwanda Somalia N = 7 irregolari Burkina Faso, Camerun, Ciad, Comore (Isole), Costa d Avorio, Etiopia, Gabon, Ghana, Gibuti, Guinea (Conakry), Guinea Equat., Kenya, Mauritania, Sudan, Swaziland, Togo, Uganda N = 7 N = 20 Benin, Capo Verde, Centrafrica (Rep.), Congo (Brazzaville), Guinea-Bissau, Lesotho, Liberia, Madagascar, Malawi, Mali, Mozambico, Namibia, Niger, Nigeria (1999), São Tomé e Príncipe, Seychelles, Sierra Leone, Sudafrica, Tanzania, Zambia

Che cosa hanno prodotto le riforme? Estensione: Progressi: elezioni multipartitiche da 5 a 46 paesi su 49 opposizioni, parlamenti, media estensione di diritti politici e libertà civili completamento e routinizzazione dei cicli elettorali sopravvivenza dei regimi multipartitici ri-definizione della norma: i. aspettativa di legittimazione tramite elezioni dei governanti ii. riduzione dei colpi di stato (vedi figura) iii. legittimità popolare (Afrobarometer) successione tra leader diversi (appartenenti ad uno stesso partito) alternanza al governo tra forze politiche diverse: un (doppio) test?

I media liberi: la crescita delle radio indipendenti Fonte: Africa Centre for Strategic Studies, 2011, p.11-14

Diritti politici e libertà civili Numero di paesi

Freedom House (2015)

Le «democrazie elettorali» in Africa subsahariana (% e valore assoluto) 100% 90% 80% 70% 60% 50% 24 24 24 40% 20 21 22 20 20 18 18 18 19 20 19 30% 17 17 18 19 15 20% 8 10 10% 3 4 0% 1989-1990 1994-1995 1999-2000 2004-2005 2009-2010 Fonte: Freedom House

Numero di colpi di stato (per decennio), 1960-2015

2015 proteste in Burundi contro il terzo mandato di Pierre Nkurunziza

Figura 1. Cosa succede quando un limite di rieleggibilità viene raggiunto Figura 2. I limiti di rieleggibilità e il cambiamento elettorale Nota: I dati utilizzati fanno riferimento ai casi elencati nelle prime tre colonne della Tabella 1. Nota: Per cambiamento elettorale si intendono sia casi di alternanza, ovvero vittorie dell opposizione, sia casi di successione tra leader appartenenti alla stessa formazione politica. La fonte principale è Africa Leadership Change dataset. Non sono presi in considerazione gli episodi avvenuti in concomitanza con la prima elezione multipartitica tenuta da un paese.

Ileaderafricanipost 1990 e la questione del «terzo mandato» Chi va Chi resta Chi avrebbe voluto Chi ancora non lo sa Trovoada (2001, Sao Tome e Principe); Rawlings (2001, Ghana); Konaré (2002, Mali); Moi (2002, Kenya); Chissano (2005, Mozambico); Mkapa (2005, Tanzania); Nujoma (2005, Namibia); Kérékou (2006, Benin); René (2006, Seychelles); Kabbah (2007, Sierra Leone); Mbeki (2008, Sudafrica); Kufuor (2009, Ghana); Menezes (2011, Sao Tome e Principe); Kibaki (2013, Kenya); Guebuza (2014, Mozambico); Pohamba (2014, Namibia); Kikwete (2015, Tanzania) Nujoma (1999, Namibia); Conté (2003, Guinea); Eyadéma (2003, Togo); Compaoré (2005, Burkina Faso); Bongo (2005, Gabon); Deby (2006, Ciad); Museveni (2006, Uganda); Biya (2011, Camerun); Guelleh (2011, Gibuti); Nkurunziza (2015, Burundi) Chiluba (2001, Zambia); Muluzi (2002, Malawi); Obasanjo (2006, Nigeria); Tandja (2009, Niger); Wade (2012, Senegal); Compaoré (2014, Burkina Faso) Kabila (2016, Congo Kinshasa); Kagame (2017, Rwanda); Obiang Mbasogo (2016, Guinea Equatoriale); Sassou Nguesso (2016, Congo Brazzaville); Dos Santos (2017, Angola); Sirleaf (2017, Liberia); Madagascar; Mauritania; Zimbabwe Nota: Solo i sistemi in cui i limiti di rieleggibilità si applicano all effettivo detentore del potere esecutivo sono stati presi in considerazione. Le Comoros non vengono conteggiate, perché prevedono una peculiare forma di rotazione quadriennale alla presidenza tra le tre isole confederate. Le Seychelles prevedono un limite di tre mandati.le principali fonti da cui i dati sono stati ricavati sono Africa Leadership Changedataset;Freedom House; CIA World Factbook; International Foundation for Electoral Systems.