AFRICA SUB-SAHARIANA UN INTRODUZIONE 16/09 APPROFONDIMENTI

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1 AFRICA SUB-SAHARIANA UN INTRODUZIONE 16/9 APPROFONDIMENTI

2 Approfondimenti Rapporto di previsione / Agosto 216 Il contributo al margine degli EM asiatici alla crescita del commercio mondiale si sta riducendo dopo vent anni di crescita elevata che ha aumentato significativamente la loro rilevanza. Al loro sviluppo esponenziale è affiancato il passo più lento dei paesi in via di industrializzazione. Potranno questi ultimi sostituirsi all Asia nello svolgere il ruolo di traino del ciclo mondiale? Un analisi preliminare dell Africa Sub-Sahariana evidenzia progressi non trascurabili per questa regione dall inizio degli anni 2, ma le prospettive di breve periodo sono molto dipendenti dall economia mondiale, mentre nel lungo periodo l evoluzione demografica suggerisce potenzialità di crescita superiori a quelle delle economie mature e di molti EM. Il continente africano comprende 53 paesi che sono monitorati dagli organismi internazionali e che usualmente vengono raggruppati in due regioni: Nord Africa e Africa Sub-Sahariana 1. L obiettivo di questo Approfondimento è quello di fornire un quadro sintetico e il più possibile esaustivo dei paesi dell Africa Sub-Sahariana in relazione ai principali aspetti strutturali, all attuale posizione ciclica e ai maggiori driver della crescita prospettica. Africa Sub- Sahariana: 48 paesi, secondo la Banca Mondiale Tra i 48 paesi che costituiscono l Africa Sub-Sahariana si annoverano molte tra le economie più povere al mondo. Il prodotto interno lordo della regione si concentra in Nigeria e in Sudafrica che complessivamente ne rappresentano più del 5%, mentre gli altri paesi sono molto più piccoli, tanto che 22 di essi pesano ciascuno meno dell 1% del PIL dell area (Fig.1). L analisi che segue si focalizza su 39 paesi, avendo escluso le isole più piccole e i paesi Il PIL di area si concentra in Nigeria e Sudafrica 1 L insieme di paesi che formano queste due regioni aggregate si differenzia tra le definizioni del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale e dell OCSE. In questo approfondimento per Africa Sub-sahariana si avrà come riferimento la definizione della Banca Mondiale che include 48 paesi: Angola, Benin, Botswana, Burkina-Faso, Burundi, Capo-Verde, Camerun, Repubblica Centro-Africana, Ciad, Comoros, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica del Congo, Costa D Avorio, Guinea Equatoriale, Eritrea, Etiopia, Gabon, Gambia, Ghana, Guinea, Guinea-Bissau, Kenya, Lesotho, Liberia, Madagascar, Malawi, Mali, Mauritania, Mauritius, Mozambico, Namibia, Niger, Nigeria, Ruanda, Sao Tomè and Principe, Senegal, Seychelles, Sierra Leone, Somalia, Sudafrica, Sudan, Sud Sudan, Swaziland, Tanzania, Togo, Uganda, Zambia, Zimbabwe. 2 - PROMETEIA PIL reale dell Africa-Sub-sahariana Fig. 1 composizione per paese Fig , quote % sul totale di area Senegal Mali Botswana Gabon Zambia Uganda Rep.Dem. Del Congo Camerun Costa d'avorio Tanzania Ghana Etiopia Kenya Sudan Angola Sudafrica Nigeria Fonte: elaborazioniprometeia su dati World Bank Piramide della popolazione migliaia, femmine maschi Fonte: Nazioni Unite

3 Quasi 1 miliardo di persone nel 215, più del 97% con meno di 64 anni, quota che potrà rimanere al 95% nel 25 per i quali la Banca mondiale non fornisce statistiche sufficientemente complete e/o aggiornate 2. Le Nazioni Unite stimano per l Africa Sub-Sahariana una popolazione di quasi un miliardo di persone nel 215, di cui il 43% con meno di 15 anni, il 53% tra i 15 e i 64 anni e solo il 3% con più di 64 anni (Fig. 2). Questa preponderante presenza di giovani è condivisa da tutti i paesi, solo nel Gabon l incidenza della popolazione con più di 64 anni supera il 5% della popolazione complessiva. Il paese più popolato è la Nigeria con più di 18 milioni di abitanti, mentre al lato opposto lo Swaziland ha poco più di un milione di abitanti. Le previsioni della popolazione per classe di età 3 segnalano una netta preponderanza delle coorti in età da lavoro anche nel 25, quando la popolazione complessiva potrà raggiungere i 2.2 miliardi e quella in età da lavoro 1.35 miliardi, con un incidenza del 61%. Le potenzialità di crescita legate al fattore demografico sono dunque superiori non solo a quelle delle economie mature, ma anche a quelle di molti paesi emergenti che devono già fare i conti con i problemi connessi all invecchiamento della popolazione 4. Gli effetti positivi della struttura e della dinamica demografica (primo dividendo demografico) stanno già contribuendo a sostenere la crescita economica e a migliorare le condizioni di vita. Rispetto all inizio degli anni 2 la mortalità infantile si è ridotta, il grado di scolarizzazione maschile e femminile è cresciuto e si è ridotta l incidenza della popolazione che vive sotto la soglia di povertà assoluta. Approfondimenti Rapporto di previsione / Agosto 216 Manifattura agli albori e agricoltura rilevante, tranne il Sudafrica più simile alle economie mature; polarizzazione nelle commodity in alcuni paesi La struttura produttiva della regione è quella tipica di un economia giovane dove l agricoltura ha un peso relativo superiore a quello dell industria nella formazione del valore aggiunto complessivo e nell impiego di manodopera. Nel 215 il 17% del valore aggiunto è stato prodotto dal settore agricolo, i servizi hanno contribuito per il 58%, mentre l industria manifatturiera ha rappresentato il 1% della produzione complessiva. Il rimanente 14% è da ricondurre essenzialmente al settore estrattivo e delle costruzioni. Questi valori medi sottendono differenze non trascurabili tra i singoli paesi (Fig. 3 e Tab. 1). La Sierra Leone appare il paese meno sviluppato con il settore agricolo che contribuisce per quasi il 6% al valore aggiunto complessivo, il più alto tra i paesi considerati, mentre l industria manifatturiera è praticamente inesistente, non raggiungendo il 2%. In condizioni molto simili anche altri 11 paesi per i quali il valore aggiunto del settore agricolo pesa mediamente il 4% della produzione e a cui fa da contraltare un industria manifatturiera agli albori, tanto che per 25 paesi essa pesa meno del 1% della produzione finale complessiva. All estremo opposto si colloca il Sudafrica con una struttura produttiva molto vicina a quella dei paesi più maturi: la quota di servizi è intorno al 7% e l agricoltura pesa meno del 3%. La rilevanza relativa del settore dei servizi è condivisa da altri 6 paesi, con un peso di più del 6% sul valore aggiunto complessivo (Tab.1). La produzione dell Angola, il terzo paese dell Africa Sub-Sahariana in termini di PIL è sostanzialmente concentrata nel settore petrolifero che contribuisce per il 2 Per questo motivo Sao-Tomè and Principe, Seychelles, Mauritius, Guinea, Guinea Bissau, Guinea Equatoriale, Capo Verde, Somalia, Eritrea sono esclusi dall analisi per paese. 3 Nazioni Unite 214, variante di fertilità media. 4 Prometeia, Rapporto di Previsione marzo 215; Sostenibilità della crescita nel lungo periodo per alcuni EM: demografia e scelte intertemporali di consumo. 3 - PROMETEIA

4 Approfondimenti Rapporto di previsione / Agosto 216 circa il 45% alla formazione del valore aggiunto complessivo (più del 55% nel 27), a scapito di tutti gli altri macrosettori incluso quello dei servizi (22% nel 215). La struttura produttiva si riflette nella composizione merceologica dei flussi commerciali. Più del 5% delle importazioni di merci riguarda i prodotti manufatti e più del 4% delle esportazioni si concentra nei prodotti combustibili (Fig.4 ). Vi è tuttavia evidenza del progressivo cambiamento che si sta sviluppando. Tra il 2 e il 215 la quota di esportazioni di prodotti manufatti è aumenta di 5pp mentre l incidenza delle importazioni di manufatti sul totale dei beni importati è calata di 8pp. 23 paesi hanno nelle esportazioni di prodotti primari la fonte principale delle risorse derivanti dalle esportazioni e, tra di essi, 7 dalle esportazioni di petrolio 5 (Tab. 2). Ciò, da una parte, rappresenta un opportunità non trascurabile per promuovere la crescita economica, dall altra, la polarizzazione della produzione sulle risorse naturali espone pericolosamente queste economie alle fluttuazioni dei prezzi nei mercati internazionali e alle condizioni climatiche. Complici questi aspetti, il recente protrarsi di livelli minimi dei prezzi internazionali delle commodity ha contribuito, tra le altre cose, al deterioramento della bilancia dei pagamenti dei maggiori esportatori di materie prime, in territorio negativo dal 29, e con esse quella dell area (Fig.5). Importatori di manufatti ed esportatori di combustibili Secondo la Banca Mondiale nel 215 il reddito pro-capite annuo in dollari dell Africa Sub-sahariana è stato di 1571 dollari, con una elevata variabilità che va dai 276 dollari del Burundi, agli 8311 dollari del Gabon (264 e 5691 dollari per Nigeria e Sudafrica, rispettivamente). Si tratta di livelli molto bassi in relazione al resto del mondo ma sono valori che oscurano i pro- Reddito pro-capite basso e molto diverso tra i paesi, ma progressi notevoli negli anni 2 5 Si fa riferimento alla classificazione del FMI per fonte principale di introiti da esportazioni; IMF World Economic Outlook, April 216, Statistical Appendix, Table D. Un paese è considerato dipendente dalla vendita di petrolio (prodotti primari diversi dal petrolio) se i proventi dalle esportazioni di petrolio (prodotti primari diversi dal petrolio) sono superiori al 5% delle esportazioni totali nella media PROMETEIA Fig. 3 Struttura produttiva per macrosettore Fig. 4 numero di paesi. 214 numero di paesi <1 1<x<3 3<x<5 5<x<6 x>6 peso % del settore sulla produzione complessiva agricoltura manifattura servizi Fonte: elaborazione Prometeia su dati World Bank Esportazioni e importazioni per macroprodotto 215, quote % sul totale, $ prod. alim. combustibili manufatti altro esportazioni importazioni Fonte: World Bank

5 I fattori esterni che hanno contribuito alla crescita gressi di alcune economie dall inizio degli anni 2 (Fig. 6). Anche se in misura minore rispetto ad altre aree mondiali, l Africa Sub-Sahariana ha beneficiato dell apertura degli scambi commerciali avviatasi nella seconda metà degli anni 9 dopo la sigla degli accordi dell Uruguay Round e consolidatasi nella prima parte degli anni 2 con l adesione della Cina al WTO. Lo sviluppo vigoroso del commercio estero ha consentito a molti paesi di ampliare i mercati di sbocco dei loro prodotti e con essi di accedere più facilmente alla frontiera tecnologica. La Cina ha aumentato la sua rilevanza come mercato di sbocco dei prodotti africani ed è diventata uno dei maggiori investitori, soprattutto in infrastrutture, in un contesto macroeconomico favorevole. Non ultimo, un ruolo fondamentale è stato giocato dagli aiuti internazionali che hanno contribuito al miglioramento delle condizioni sanitarie, ad accelerare la crescita e a consolidare la democrazia 6. Approfondimenti Rapporto di previsione / Agosto 216 e quelli interni, tra cui Al favorevole contesto economico mondiale si sono sommati una serie di fattori endogeni, maggiore stabilità politica, miglioramento della governance, aumento in qualità e quantità del capitale umano che, tra il 21 e il 214, hanno consentito di triplicare il reddito pro-capite della regione e con esso quello dei suoi principali paesi. Secondo Freedom House, un think tank statunitense, il numero di democrazie in Africa è passato da 4 nel 199 a 23 oggi. Negli ultimi 2 anni si è formata una classe dirigente con uno standard professionale più elevato che ha contribuito al miglioramento del contesto socio-economico e politico. La stabilità macroeconomica è diventata un obiettivo perseguito con maggior determinazione, promuovendo il controllo dell inflazione e delle finanze pubbliche e cumulando riserve ufficiali. 6 A. Channing, S.Jones, F.Tarp, 215; What is the Aggregate Economic Rate of Return to Foreign Aid?; Banca Mondiale Economic Review, July. Fig. 5 Bilancia dei pagamenti, saldo c/c Fig. 6 in % del PIL Reddito pro-capite $ Nigeria Sudafrica Angola Sudan Kenya Fonte: World Bank Sudafrica Nigeria Angola Sudan Kenya Fonte: World Bank 5 - PROMETEIA

6 Approfondimenti Rapporto di previsione / Agosto 216 Negli anni 2 si sono moltiplicati gli accordi commerciali all interno del continente con l obiettivo di rafforzare l integrazione economica della regione, di affrontare congiuntamente questioni socio politico culturali e per promuovere uno sviluppo economico sostenibile. Dei sette accordi commerciali attualmente in vigore tra i paesi dell Africa, cinque sono stati siglati negli anni 2 (Tab. 3) e, al fine di ampliare ulteriormente le dimensioni del mercato, nel 215 ha visto la luce la Tripartite Free Trade Area che definisce un area di libero di scambio tra i tre maggiori blocchi commerciali dell Africa (COMESA, SADC, EAC, Tab. 3) e che dovrà essere ratificati dai singoli paesi. Sempre nel 215 sono stati avviate le consultazioni per creare entro il 217 un area di libero scambio che coinvolga tutti i paesi del continente africano (African Continent Free Trade Area). Tra il 2 e il 27 i paesi esportatori netti di materie prime hanno aumentato considerevolmente i proventi dalla vendita di commodity (Angola, Congo, Nigeria, ma anche Namibia e Zambia) e ciò ha favorito una crescita sostenuta del PIL e il graduale aggiustamento delle finanze pubbliche. L Angola è il caso più eclatante venendo da un sanguinoso e lunghissimo periodo di guerra, ma surplus di bilancio pubblico hanno caratterizzato anche la Nigeria e lo Zambia, mentre la relativa maggiore stabilità politica del Gabon ha consentito di mantenere un surplus a tutto il 214. Tale andamento positivo del bilancio dello stato non è stato condiviso dai paesi importatori netti di materie prime ma, in questo caso, un accorta politica di bilancio coniugata a una crescita sostenuta del PIL ha comunque consentito la riduzione dell incidenza del debito pubblico che non supera il 7% del PIL (Fig. 7). lo sviluppo degli accordi commerciali intra-area La finanza pubblica Negli stessi anni gli elevati livelli dei prezzi internazionali delle materie prime hanno rappresentato un vincolo alla crescita per i paesi importatori netti via maggiori pressioni al rialzo sull inflazione interna che si è mantenuta mediamente superiore alla media di area. Tuttavia l effetto moltiplicativo complessivo legato al buon andamento del contesto economico mondiale L inflazione Fig. 7 Debito del settore pubblico in % del PIL 12 principali esportatori netti di commodity 2 principali importatori netti di commodity PROMETEIA Angola Nigeria Zambia Gabon Sudafrica Fonte: World Bank Etiopia Kenya Ghana Tanzania Sudan

7 L Africa non sfugge alla persistente debolezza dell economia mondiale è stato positivo anche per questi paesi, tanto che per l Africa Sub-Sahariana nel complesso la crescita media annua del PIL si è attestata al 5% contro un 3% dell economia mondiale a prezzi costanti (Fig. 8) Dallo scoppio della Grande Recessione, l assenza di una significativa differenziazione del processo produttivo ha determinato una forte decelerazione del PIL nei paesi esportatori netti di petrolio, che in molti casi hanno visto deteriorarsi sensibilmente le finanze pubbliche creando le premesse per un consolidamento fiscale prospettico a meno di un forte recupero del prezzo del petrolio (Angola e Nigeria). L aumento del potere d acquisto nei paesi importatori netti di energia ha invece consentito una crescita del PIL superiore a quella media di area, nonostante l attenuazione degli impulsi positivi dagli scambi commerciali mondiali. Le valutazioni più recenti per la crescita del PIL dell Africa Sub-Sahariana nel 215 non vanno al di là del 3% medio annuo, mezzo punto percentuale superiore alla crescita del PIL mondiale a prezzi costanti. Approfondimenti Rapporto di previsione / Agosto 216 Le fragilità interne e... Sarebbe tuttavia semplicistico considerare l Africa Sub-Sahariana un area omogena il cui ciclo economico è legato essenzialmente a quello dei prezzi delle commodity e dell energia in particolare. All interno dell area, la maggioranza dei paesi è importatore netto di energia e la profonda dipendenza dal settore agricolo rende necessario ancora fare seriamente i conti con le condizioni climatiche. La siccità che lo scorso anno ha colpito i paesi più a sud del continente e il Sudafrica in particolare ha verosimilmente contribuito pesantemente all attuale stagnazione economica di quest ultimo, via riduzione della produzione e aumento della disoccupazione, ampliando il rischio di sfociare in una recessione. Siccità e infrastrutture inadeguate colpiscono anche l industria manifatturiera attraverso frequenti blackout nella fornitura di energia elettrica, problema quest ultimo condiviso da altri paesi africani tra cui Zambia e Nigeria. Fig. 8 Inflazione al consumo valori medi annui 3 principali esportatori netti di commodity 5 principali importatori netti di commodity Angola Nigeria Zambia Gabon Sudafrica Fonte: World Bank Etiopia Kenya Ghana Tanzania Sudan 7 - PROMETEIA

8 Approfondimenti Rapporto di previsione / Agosto 216 I conflitti in corso stanno penalizzando il Burundi e il Sud Sudan, mentre l incertezza politica sta minando la fiducia con ripercussioni negative sulla crescita interna in Burkina-Faso, Ciad, Mali, Niger e Nigeria. La maggiore incertezza che permea i mercati finanziari mondiali si riflette in un più alto costo del credito anche per questi paesi, mettendo sotto pressione la gestione della politica economica e monetaria nello specifico. In alcuni casi gli accordi commerciali sono sfociati in unioni monetarie, in particolare all interno dell Africa Sub-Sahariana esistono due aree di Unione monetaria la WAEMU (West African Economic and Monetary Union) e la CEMAC (Economic and Monetary Union of Central Africa) le cui monete sono ancorate all euro 7. Angola e Zambia perseguono la stabilità valutaria verso il dollaro senza tuttavia avere dichiarato un cambio fisso (peg). La politica monetaria di Nigeria, Gambia, Madagascar, Malawi, Mozambico e Tanzania ha un obiettivo sugli aggregati monetari, mentre le banche centrali di Sudafrica, Ghana e Uganda perseguono un obiettivo di inflazione, percorso quest ultimo intrapreso ma non ancora raggiunto dalla banca centrale del Kenya. la politica monetaria I paesi con tasso di cambio flessibile non sono scampati alle crisi valutarie del 213 e del 214 e stanno contrastando i forti deprezzamenti della valuta nazionale con interventi monetari restrittivi per arginare il pass-through sull inflazione interna. E il caso del Sudafrica che con un inflazione che a inizio anno viaggiava intorno al 7% (6.2% a giugno; 4.5% +/- 2pp, l obiettivo delle autorità di politica monetaria) ha visto la banca centrale portare i tassi di policy al 7% (6% a luglio dello scorso anno), mentre in Nigeria l aumento dell inflazione negli ultimi 12 mesi, dal 9.2% al 16.5% di giugno scorso, ha condotto i tassi di policy al 14%, dopo la riduzione all 11% a fine dello scorso anno. Per i paesi con tasso di cambio ancorato a una valuta forte si rileva come in questo contesto di debolezza dell economia mondiale la difesa a oltranza della stabilità valutaria potrebbe facilmente diventare un costo troppo elevato da sostenere 8. Se il deterioramento delle aspettative di crescita mondiale e nazionali dovesse trovare evidenza in un ampliamento della divaricazione tra il tasso di cambio ufficiale e quello che si forma nei tanti onnipresenti mercati neri, la difesa del cambio ufficiale potrebbe comportare il deterioramento delle finanze pubbliche in misura tale da sottrarre risorse a progetti necessari alla crescita. I rischi dei paesi con un peg Non a caso il FMI e la Banca Mondiale sollecitano i paesi industrializzati a non ridurre gli aiuti ai paesi dell Africa, e in generale a quelli più poveri, per evitare di bloccare il processo di sviluppo. In quest ottica vanno ricordati anche i casi di successo nel 215 che trovano fondamento nei piani di investimento nei quali i paesi industrializzati e gli organismi internazionali giocano un ruolo non secondario. Nei paesi dell Africa occidentale (WAEMU) il PIL è cresciuto del 6%, mentre in Rwanda, Tanzania ed Etiopia la crescita si è attestata attorno al 7% grazie agli investimenti in infrastrutture e costruzioni, oltre all espansione del settore I casi di successo negli anni più recenti 8 - PROMETEIA 7 IMF Annual Report 215, Appendix II, Table II.9. 8 Africa s Rise Interrupted? S. Radelet, Finance & Development, June 216.

9 In sintesi dei servizi. L Africa Sub-Sahariana rappresenta una delle regioni più povere nonostante la crescita mediamente superiore a quella mondiale dall inizio degli anni 2. Si tratta di una regione frammentata in un numero elevato di paesi e pur nella eterogeneità delle fonti di sviluppo è fortemente influenzata dal ciclo economico mondiale e profondamente dipendente dagli aiuti internazionali. Sembra difficile, dunque, che nel breve periodo il contributo di questa regione alla crescita mondiale possa aumentare in misura significativa rispetto al recente passato. Sono molteplici le sfide per garantire il miglioramento delle condizioni di vita, non da ultimo quella della politica economica che dovrà muoversi con attenzione tra la necessità di finanziare lo sviluppo e quella di garantire la stabilità macroeconomica. Più elevata la possibilità che nel medio/lungo periodo il processo di catching-up di questa regione fornisca un contributo significativo all economia mondiale, in un contesto in cui il fattore demografico continuerà a rappresentare un elemento a sostegno della crescita contrapposto all invecchiamento della popolazione nelle economie mature e in molti emergenti, Cina inclusa. Approfondimenti Rapporto di previsione / Agosto PROMETEIA

10 Approfondimenti Rapporto di previsione / Agosto 216 Tab. 1 Struttura produttiva per macrosettore dei paesi dell Africa Sub-Sahariana quote % sul valore aggiunto complessivo Agricoltura <1% 1% <x <3% 3% <x <5% Angola Namibia Benin Malawi Burundi Kenya Botswana Swaziland Costa d'avorio Nigeria Burkina-Faso Mali Congo Sudafrica Camerun Sudan Rep.Centraficana Niger Gabon Zambia Ghana Senegal Comoros Rwanda Lesoto Gambia Uganda Etiopia Togo Madagascar Rep.Dem.del Congo Mozambico Zimbawe 5% <x<6% Mauritania Sierra Leone Ciad Manifattura <1% 1% <x <3% 3% <x <5% Angola Mauritania Benin Swaziland Burundi Namibia Costa d'avorio Burkina-Faso Niger Camerun Botswana Nigeria Kenya Rep.Centroafricana Rwanda Malawi Congo Sudan Senegal Comoros Sierra Leone Sudafrica Etiopia Ciad Rep.Dem.del Congo Gabon Togo Zimbawe Ghana Tanzania Gambia Uganda Lesoto Zambia Mozambico Servizi 3% <x <5% 5% <x <6% x > 6% Angola Mali Benin Malawi Botswana Burundi Mauritania Costa d'avorio Nigeria Gambia Burkina-Faso Niger Comoros Sudan Lesoto Rep.Centroaficana Rwanda Ghana Uganda Namibia Camerun Sierra Leone Madagascar Zambia Senegal Congo Swaziland Mozambico Zimbawe Sudafrica Etiopia Ciad Gabon Tanzania Kenya Rep.Dem.del Congo Fonte: elaborazione Prometeia su dati World Bank 1 - PROMETEIA

11 Tab. 2 Paesi con più del 5% degli introiti da esportazioni derivanti dalla vendita di materie prime Prodotti petroliferi Prodotti primari non petroliferi Angola Burkina-Faso Mauritania Ciad Burundi Niger Guinea Equatoriale Costa d'avorio Rep. Centroafricana Gabon Eritrea Rep.Democratica del Congo Nigeria Guinea-Bissau Sierra Leone Congo Liberia Sudafrica Sud Sudan Malawi Sudan Mali Zambia Approfondimenti Rapporto di previsione / Agosto 216 Fonte: IMF, World Economic Outlook, April 216 Tab. 3 Accordi commerciali in essere tra i paesi dell Africa Accordi commerciali entrato in vigore Common Market for Eastern and Souther Africa (COMESA) beni 8 dicembre 24 East Africa Community (EAC) (1) beni e servizi 7 luglio 2 Economic and Monetary Community of Central Africa (CEMAC) beni 1 luglio 27 Economic Community of West Africa States (ECOWAS) beni 24 giugno 1999 Souther Africa Custums Union (SACU) beni 24 luglio 1993 Souther Safrican Development Community (SADC)(2) beni 15 luglio 24 West African Economic and Monetary Union (WAEMU) beni 1 gennaio 2 (1) allargamento a Burundi e Rwanda nel 1 luglio 27. (2) allargamento a Seychelles nel 8 gennaio 216. Fonte: WTO; PROMETEIA

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