L economia italiana nel 2010: un analisi per macroarea

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1 BANCA D ITALIA E U R O S I S T E M A L economia italiana nel 2010: un analisi per macroarea Roberto Torrini, Servizio Studi di Struttura economica e finanziaria Pordenone, 21 giugno 2011

2 L economia internazionale e l area dell euro 2

3 Quadro d assieme L economia internazionale Il prodotto mondiale nel 2010 è cresciuto del 5,0 per cento. Nelle economie avanzate l intensità della ripresa è stata limitata (+3,0 per cento); assai più vigorosa in quelle emergenti (+7,0 per cento) Nelle economie avanzate le dinamiche inflazionistiche hanno registrato andamenti differenziati, mentre in quelle emergenti i rincari delle materie prime si sono trasmessi ai prezzi al consumo sin dall estate. Nei principali paesi emergenti i governi e le banche centrali hanno avviato una progressiva normalizzazione delle politiche fiscali e monetarie, anche grazie al ritorno a condizioni prossime al pieno utilizzo delle risorse produttive. 3

4 Gli andamenti macroeconomici dell area dell euro Il prodotto nell area dell euro Nel 2010 Il PIL dell area dell euro è aumentato dell 1,8%. Dall estate del 2009 il prodotto ha recuperato poco più di metà degli oltre 5 punti percentuali persi nel corso della recessione. Sono rimaste ampie le differenze fra paesi: il PIL è cresciuto del 3,6% in Germania dell 1,5% in Francia e dell 1,3% in Italia mentre è calato dello 0,1% in Spagna. Il prodotto ha continuato a contrarsi in Grecia e Irlanda. 4

5 Gli andamenti macroeconomici dell area dell euro Il prodotto nell area dell euro Le esportazioni hanno fornito il principale sostegno all attività (+11,3% nel 2010), sospinte dal forte incremento del commercio mondiale. I consumi delle famiglie (+0,8%) sono stati frenati dalla debolezza del mercato del lavoro e dalla flessione del reddito disponibile reale (la prima dall avvio dell unione monetaria). Gli investimenti fissi lordi sono calati dello 0,8%, a seguito della ulteriore flessione della componente delle costruzioni (-4,1%) e nonostante il recupero dell accumulazione in macchinari e attrezzature (+2,8%). 5

6 120 Gli andamenti macroeconomici dell area dell euro La produzione industriale Produzione industriale nei maggiori paesi dell area (medie mobili dei 3 mesi terminanti nel mese di riferimento) Francia Germania Italia Spagna Area dell'euro (2) Fonte: elaborazioni su dati Istat ed Eurostat; Indici: 2005=100; dati destagionalizzati. Nell area un sostegno alla crescita ha continuato a giungere dalla produzione industriale che ha recuperato oltre la metà dei quasi 20 punti percentuali perduti durante la recessione (+7,4% nel 2010). 6

7 L economia italiana 7

8 L economia italiana La crescita in Italia Nel 2010 l economia italiana è tornata a crescere, a un ritmo moderato (1,3%). Dall avvio della ripresa ciclica, il PIL ha recuperato solo 2 dei 7 punti percentuali persi nel corso della crisi. L espansione è stata trainata soprattutto dalle esportazioni, aumentate tuttavia meno rapidamente rispetto alla media dell area. La ripresa della domanda nazionale è stata modesta. 8

9 Crescita del PIL per macroarea L economia italiana ,1 1,7 1,2 1,3 0,2 Nord-Ovest Nord-Est Centro Mezzogiorno Italia ,0-5,6-3,9-4,3-5,2-7 PIL 2009 PIL

10 L economia italiana Tassi di crescita del valore aggiunto per settore Nord-Ovest Nord-Est Centro Centro-Nord Mezzogiorno Italia -1 Agricoltura Industria Servizi PIL 10

11 I consumi e gli investimenti L economia italiana I consumi delle famiglie (+1,0%) hanno risentito della nuova flessione del reddito disponibile (-0,5% nel 2010, -4,6% nel triennio ) e delle deboli prospettive del mercato del lavoro. La propensione al risparmio si è ridotta, proseguendo nella tendenza in atto da due decenni; si colloca ora sui livelli più bassi fra i maggiori paesi dell area dell euro. Gli investimenti fissi lordi sono aumentati del 2,5%, riflettendo il netto recupero dell accumulazione in macchinari, attrezzature, mezzi di trasporto e beni immateriali (+9,6%) che hanno beneficiato degli incentivi fiscali nella prima metà dell anno. Allo scadere delle agevolazioni ha fatto seguito un rallentamento in presenza di ampi margini di capacità produttiva inutilizzata e di incertezza sulle prospettive della domanda. Nel comparto delle costruzioni la fase recessiva è proseguita (-3,7%), pur attenuandosi rispetto al

12 L economia italiana Crescita dei consumi e degli investimenti per macro area, fonte Prometeia 3,5 3,2 3,0 2,5 2,9 2,7 2,5 2,0 1,5 1,0 1,2 1,2 1,1 1,3 1,0 0,5 0,6 0,0 Nord-Ovest Nord-Est Centro Mezzogiorno Italia Consumi Investimenti 12

13 L interscambio commerciale L economia italiana Dopo l eccezionale contrazione subita nel 2009 (-18,4%), lo scorso anno le esportazioni sono cresciute del 9,1%. Le vendite all estero sono state sostenute da quelle di prodotti chimici e di mezzi di trasporto. Nei comparti di specializzazione dell Italia, soprattutto nella meccanica, la dinamica è stata più modesta. Dal minimo della metà del 2009 le esportazioni italiane sono cresciute del 13,0% contro circa il 22 in Germania. Sulla più lenta ripresa delle nostre vendite ha influito la loro composizione geografica, concentrata in mercati di sbocco dalla crescita più contenuta rispetto alle aree attualmente più dinamiche, soprattutto ai paesi asiatici emergenti. Le importazioni sono cresciute del 10,5%, sospinte dal rialzo della componente dei beni (13,3%). 13

14 Le esportazioni nelle macro aree Tassi di crescita delle esportazioni di beni (variazioni percentuali) Al netto dei prodotti petroliferi Beni tradizionali L economia italiana La ripresa delle esportazioni ha riguardato tutte le aree del paese Nel Mezzogiorno, tuttavia, rappresentano una quota modesta del prodotto 14

15 Esportazioni ancora lontane dai livelli pre crisi L economia italiana 15

16 L economia italiana 16

17 Le prospettive per l anno in corso L economia italiana Nel primo trimestre del 2011 il PIL è salito appena dello 0,1% sul periodo precedente (come negli ultimi tre mesi del 2010). Sul divario rispetto ai ritmi di crescita osservati negli altri maggiori paesi dell area dell euro continua a incidere il rallentamento dell attività industriale iniziato nell estate dell anno scorso: dall avvio della ripresa la produzione industriale italiana ha cumulato un ritardo di circa 10 punti percentuali nei confronti di quella tedesca. Gli indicatori congiunturali più recenti prefigurano la prosecuzione in primavera dell espansione ciclica, a un tasso superiore a quello del primo trimestre. Particolarmente positivo il dato di aprile (1 per cento su marzo) 17

18 L economia italiana: Il mercato del lavoro 18

19 L occupazione nella crisi Il mercato del lavoro Nel 2010 gli occupati sono diminuiti dello 0,7% (da - 1,7%). Lieve aumento nel I trim (dati preliminari) La timida ripresa si è riflessa finora solo in un aumento delle assunzioni di dipendenti a termine (1,4%) e parttime (5%) Rispetto alla recessione del l occupazione ha avuto una migliore tenuta, pur a fronte di una caduta dell attività più accentuata (maggiore domanda di lavoro nei servizi, massiccio ricorso alla CIG nell industria) 19

20 Il mercato del lavoro 20

21 Dinamica dell occupazione nelle macroaree (numero indice, anno 2004=100) Il mercato del lavoro La caduta dell occupazione è stata più marcata nel Mezzogiorno (-1,4 per cento), rispetto al Nord Ovest e al Nord Est; al centro è rimasta stabile 21

22 Il mercato del lavoro Incidenza delle ore di CIG sulle ore lavorate nell industria in senso stretto (quote percentuali) Fonte: elaborazioni su dati INPS, Istat (Conti nazionali, Indagine sulle grandi imprese), Banca d Italia (Invind). Le ore autorizzate di CIG calano da novembre ma restano su valori storicamente elevati. Nella media del 2010 quelle effettivamente utilizzate sono rimaste sostanzialmente stazionarie rispetto al

23 Unità di lavoro equivalenti in CIG nell industria (migliaia di unità) Il mercato del lavoro Il calo del ricorso alla CIG è stato più accentuato al Nord, soprattutto nel Nord Ovest dove l incremento era stato maggiore 23

24 Il mercato del lavoro Tasso di disoccupazione e misure alternative del lavoro disponibile inutilizzato (valori percentuali) Fonte: elaborazioni su Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro. Tenendo conto anche degli occupati equivalenti in CIG e dello scoraggiamento la nostra misura di inutilizzo mostra un aumento dal 10,3% al 10,8% (medie annue), 24 circa 3 pp in più dei livelli pre-crisi

25 Probabilità di trovare lavoro nelle macroaree (medie annuali) Il mercato del lavoro Ampi divari territoriali 25

26 L economia italiana: la struttura produttiva e le politiche strutturali 26

27 La struttura produttiva e le politiche strutturali I nodi strutturali del sistema produttivo Nel 2010 il valore aggiunto e la produttività del lavoro hanno ripreso a crescere ma il recupero è stato inferiore sia rispetto alle altre principali economie europee sia rispetto alla ripresa seguita alla crisi del In una fase in cui la crescita della domanda internazionale è il principale sostegno dell attività produttiva, le imprese italiane scontano una difficoltà a innovare e ad accedere ai mercati dei paesi emergenti. Le carenze del nostro sistema produttivo dipendono da alcune caratteristiche dell impresa come la ridotta dimensione e modelli di gestione in prevalenza familiari. Ma anche dal contesto esterno: incertezza e complessità del quadro normativo, eccessiva durata delle procedure amministrative, rilevanti oneri burocratici, tutela dei contratti inadeguata, scarsa concorrenza nel comparto dei servizi, scarsa dotazione di capitale umano. Infrastrutture inadeguate e troppo costose. 27

28 La struttura produttiva e le politiche strutturali Un paese che non cresce 2000Q1 2000Q3 2001Q1 2001Q3 2002Q1 2002Q3 2003Q1 2003Q3 2004Q1 2004Q3 2005Q1 2005Q3 2006Q1 2006Q3 2007Q1 2007Q3 2008Q1 2008Q3 2009Q1 2009Q3 2010Q1 2010Q3 1999Q3 Euro area Germania Spagna Francia Italia Regno Unito USA Q1

29 La struttura produttiva e le politiche strutturali La produttività ristagna da oltre 10 anni Andamento della produttività del lavoro in Italia (valore aggiunto per occupato; 1991=100) Fonte: Eurostat Il ritorno a un sentiero di crescita più soddisfacente richiede l adozione di strategie innovative che accrescano la produttività e la profittabilità delle imprese e l ampliamento della gamma dei prodotti e dei mercati di sbocco. 29

30 La struttura produttiva e le politiche strutturali Dimensione e governance limitano l innovazione e l internazionalizzazione delle imprese Numero e dimensione media delle imprese manifatturiere (2007) Tutte le imprese Numero di imprese Dimensione media Imprese con almeno 10 addetti % di imprese Dimensione media Imprese con almeno 250 addetti % di imprese Dimensione media Italia ,6 17,4 37,1 0,3 721,9 Francia ,5 15,9 76,1 0,8 848,3 Germania ,9 39,5 83,9 2,1 905,0 Regno Unito ,3 24,6 147,9 1,2 489,7 Spagna ,1 20,9 45,5 0,5 673,2 Fonte: Eurostat, Structural Business Statistics 30

31 La struttura produttiva e le politiche strutturali Dimensione e governance limitano l innovazione e l internazionalizzazione delle imprese Imprese a proprietà e gestione familiare (valori percentuali) Imprese di proprietà familiare solo imprese familiari: AD di famiglia Management di famiglia Italia 85,6 83,9 66,3 Francia 80,0 62,2 25,8 Germania 89,8 84,5 28,0 Spagna 83,0 79,6 35,5 Regno Unito 80,5 Fonte: elaborazioni su dati EFIGE 70,8 10,4 31

32 La struttura produttiva e le politiche strutturali La scarsa concorrenza nel settore dei servizi si ripercuote negativamente anche sui settori a valle Nonostante l intenso programma di liberalizzazioni attuato a partire dagli anni 90, in Italia la regolamentazione in alcuni comparti dei servizi rimane eccessivamente restrittiva (professioni, commercio al dettaglio, poste, trasporti). Negli ultimi anni il processo di liberalizzazione si è sostanzialmente arrestato. Nei servizi legali sono in corso di approvazione misure più restrittive di quelle attuali (ripristino tariffe minime, ampliamento riserve legali) A oltre un anno dal termine previsto, il disegno di legge annuale sulla concorrenza non è stato ancora presentato. Nel recepire alcune direttive comunitarie è prevalso un approccio poco favorevole alla concorrenza (ad es. Direttiva servizi: le regioni hanno frequentemente mantenuto regimi autorizzativi per l esercizio di attività commerciali). 32

33 La struttura produttiva e le politiche strutturali Conclusioni Lenta crescita e ristagno della produttività prima della crisi Effetti della crisi più forti in Italia che negli altri paesi Ripresa lenta Nel Nord-Est la ripresa sembra essere stata più forte che nel resto del paese, ma la caduta del prodotto era stata più forte della media a causa della forte esposizione al commercio internazionale L economia italiana soffre di problemi strutturali sui quali troppo poco si è fatto in passato e la crisi non sembra aver sollecitato una risposta adeguata alle sfide 33

34 BANCA D ITALIA E U R O S I S T E M A

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