DISTANZA. novembre 2012. Periodico di informazione



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ANNULLIAMO LA DISTANZA Periodico semestrale dell Associazione Onlus Annulliamo la Distanza Registrazione al Tribunale di Firenze 5352 del 10 Luglio 2004 novembre 2012 Periodico di informazione NUMERO 20

sommario 4 3 4 7 8 10 12 Editoriale di Lorenzo Calamai Sui Monti della Luna di Enrico Bosisio Il punto sui progetti a cura della Redazione Io poi ho sempre fame di Mulugheta Bananacoccobaobab di Federico Fontana Acqua per la salute di Elisa Tachis 7 8 10? 12

Quindici, venti, tredici. Questi sono i numeri che raccontano Annulliamo la Distanza in questo momento. Quindici sono gli anni compiuti dalla nostra Associazione lo scorso 7 Ottobre, venti i numeri del nostro giornale associativo. Due motivi per festeggiare questa fine di 2012 guardando con ottimismo al futuro. Un futuro che cerchiamo di raccontarvi nelle tredici dense pagine del giornalino che tenete fra le mani. In apertura, infatti, Enrico Bosisio vi presenta la sua ultima spedizione in Uganda, dove abbiamo da poco avviato un nuovo progetto. Di seguito, vi proponiamo una panoramica riassuntiva di tutto l impegno che Annulliamo la Distanza sta profondendo nei paesi di cui si occupa. A pagina 9 abbiamo deciso di concederci una piccola lusinga: la breve storia di un ragazzo che Annulliamo la Distanza l ha incontrata per davvero, fino a diventarne parte. Nelle pagine successive Federico Fontana ci racconta che cosa hanno riportato a casa i ragazzi degli scout di Reggio Emilia che hanno svolto diverse attività estive a Kimbondo, il grande ospedale alla periferia di Kinshasa supportato da Annulliamo la Distanza. Infine, Elisa Tachis ci presenta il nuovo progetto Acqua per la salute, dedicato al diritto all acqua in Kenya. Vi invitiamo quindi ad allacciare le cinture e a seguirci in questo nostro compatto e denso giro del mondo di Annulliamo la Distanza. di Lorenzo Calamai

sui Monti della Luna Il nostro incontro con la Scuola sui Monti della Luna, nome locale della leggendaria catena del Ruwenzori, è avvenuto due anni fa, durante una vacanza in Uganda. In un giorno d estate abbiamo imboccato con la jeep la strada Congo, dichiarate Patrimonio dell Umanità dall Unesco per la loro eccezionale bellezza naturale. Le cime più alte di questa catena montuosa superano i 5000 metri, sono perennemente innevate - cosa che in Africa accade solo lì, Questa catena montuosa è lunga 120 kilometri e larga 65, e consiste di sei massicci montuosi separati da profonde gole. Il massiccio più alto è il Monte Stanley la cui cima più alta è Cima Margherita: il nome italiano fu coniato dal sterrata che sale verso il Parco Nazionale dei Monti Ruwenzori ed il villaggio di Ruboni, dove la comunità locale gestisce un piccolo lodge per ospitare gli escursionisti che desiderano cimentarsi con queste montagne, al confine tra Uganda e Repubblica Democratica del oltre che sul Kilimangiaro e sul monte Kenya ed ospitano un incredibile biodiversità: dalla foresta pluviale, alla vegetazione di tipo alpino, alla neve e ai ghiacciai (ce ne sono ben 43 distribuiti sulla catena, che costituiscono circa la metà dei ghiacciai africani). 4 Duca degli Abruzzi, Luigi di Savoia, che nel 1906 fu il primo a raggiungere tale cima. Il nostro obiettivo turistico in quei giorni era quindi la visita al Parco Nazionale dei Monti Ruwenzori, e possibilmente un escursione verso una delle cime, con l esplorazione della

ricchissima vegetazione e dei ghiacciai. Percorrendo la sterrata in salita verso l ultimo villaggio ci siamo resi conto di come il fascino di questo luogo possa aver incantato gli esploratori e i viaggiatori prima di noi: un ambiente naturale bellissimo, con le montagne in lontananza, le cime avvolte di nebbia, i mille torrenti che scendono a valle, le coltivazioni di banane e caffè, la vita dei villaggi, la vegetazione rigogliosa. Il villaggio di Ruboni, alla fine della salita, giusto prima dell ingresso del Parco e dei sentieri verso le cime è vivacissimo, animato come sempre dai numerosissimi bambini che giocano per strada e salutano sorridenti i viaggiatori. E facile entrare in sintonia con la vita del villaggio: gli ambasciatori sono i bambini, che subito la mattina del nostro arrivo ci circondano e ci fanno domande. Ma voi -chiediamo- non andate a scuola?. Ridono. E vacanza anche per loro, ma vogliono farci vedere la loro scuola, ci prendono per mano e ci accompagnano tra le capanne e le piantagioni di caffè per un sentiero fangoso, il gruppo che si ingrossa dopo ogni capanna. Tanti bambini si accodano, fino a quella che capiamo essere la scuola, con le capanne con le grandi finestre aperte. Un gruppo di muratori sta costruendo una nuova capanna. Sapremo poi che è una nuova classe, uno di loro ci viene incontro e si presenta: è il direttore, e ci spiega che il villaggio approfitta delle vacanze scolastiche per costruire le nuova aule, e tutti i genitori, gli insegnanti e il direttore danno una mano nel lavoro. Così veniamo a conoscere la realtà della Ruboni Community, il villaggio ai piedi delle montagne. Nei giorni successivi incontriamo nuovamente il Direttore Gideon Mubiwabo, non più in abiti di muratore, e il Responsabile della Comunità Felix Kamalha, che ci illustrano i loro progetti e le loro necessità. I bambini di Ruboni non hanno particolari problemi di malnutrizione vista la ricchezza dell ambiente naturale, ma c è invece una povertà diffusa e un serio problema legato all istruzione perché, come in gran parte dell Uganda, le scuole pubbliche, che pur esistono, sono largamente insufficienti per una popolazione tuttora in forte crescita, per cui molti bambini non frequentano regolarmente la scuola. Per questo la Ruboni Community ha deciso di aprire una scuola per la comunità, costruita e gestita con i fondi del villaggio. Per questo i genitori, gli insegnanti e il Direttore sono personalmente impegnati nella realizzazione delle nuove aule. Un obiettivo della comunità è anche quello di creare delle opportunità affinchè i bambini più bravi possano continuare gli studi andando nelle scuole superiori della città più vicina, con il sostegno della comunità stessa. Anche i proventi della Community Tourism Association, l ente locale che organizza le escursioni nel Parco Nazionale, vengono destinati tra l altro a progetti sociali a favore delle famiglie e dei bambini disagiati della Comunità. Da questo primo incontro è 5 nata la collaborazione tra Annulliamo la Distanza e la Ruboni Community. Un primo piccolo intervento viene organizzato sul posto: il Direttore Gideon ci presenta Mumbere, un bel bambino di circa 7 anni molto intelligente ma affetto da una grave miopia che gli rende difficile seguire le lezioni, e che secondo i medici di città deve essere sottoposto ad un intervento molto costoso. Il consulto a distanza con un oculista di un ospedale italiano permette di stabilire che almeno fino ai 15-16 anni l operazione può aspettare, ma che nel frattempo un buon paio di occhiali possono aiutare il piccolo Mumbere a leggere le frasi scritte sulla lavagna. Con il sostegno di amici forniamo al ragazzo gli occhiali nuovi, e la foto che riceviamo lo ritrae sorridente e occhialuto. La collaborazione è poi continuata con il nostro sostegno all ampliamento della Scuola e la creazione di una biblioteca del villaggio. Stiamo ora valutando, il modo più efficace per sostenere i ragazzi meritevoli nella continuazione degli studi superiori. Gideon, il Direttore della scuola, e Felix, Presidente del Consiglio della Comunità, ci aggiornano di frequente sull andamento della Scuola e delle iniziative in corso. Ci piacerebbe avere presto l opportunità di tornare a visitare i nostri amici, i bambini della Ruboni Community e di camminare ancora sui Monti della Luna. di Enrico Bosisio

Anladi Cinema I film che ci hanno fatto pensare titolo del film: attori: regista: genere: Quasi amici François Cluzet, Omar Sy, Anne Le Ny Olivier Nakache e Eric Toledano Commedia, Drammatico Ispirato ad una storia vera, il film racconta di un incontro tra due mondi diversi e solo apparentemente lontani. Philippe, vittima di un incidente, è costretto per sempre su una sedia a rotelle e dipende completamente dalle cure degli altri. Driss appena uscito dalla prigione, ha le prospettive di una carriera da sussidiato nei ghetti neri della banlieue di Parigi. Philippe è miliardario e vive da isolato nella sua prigione dorata, circondato da personale pagato per accudirlo. Driss vive di furti e di espedienti. Si incontrano per caso e per necessità: Philippe nella sua immobilità è costretto alle cure di Driss assunto come badante. Il suo arrivo diventa l elemento di disturbo di un ambiente alto-borghese rigido e formale. La vitalità di Driss contamina e scuote il mondo di Philippe determinando un incontro improbabile tra schiettezza e ipocrisia, buone maniere e cattiva educazione, tra la musica da camera e l R&B. Due mondi così opposti che entrano in collisione ma generano in realtà una storia di integrazione e un amicizia molto speciale. La vera storia dei due, Philippe Pozzo di Borgo e Abdel Sellou (Driss) è raccontata dai due diversi punti di vista nei libri Il diavolo custode, best seller del primo dei due protagonisti, da cui è stato ispirato il film, e Mi hai cambiato la vita, uscito più di recente, scritto da Abdel ed edito in Italia da Salani. LASCITI TESTAMENTARI Un piccolo gesto per un grande futuro. Un lascito consiste nell indicare nel proprio testamento la volontà di destinare parte dei propri beni ad un ente specifico. Con Annulliamo la Distanza un lascito testamentario si trasforma in un vero e proprio investimento in ambito sanitario e sociale a beneficio dei più diversi popoli nel mondo. Grazie ad una semplice azione benefica, come quella di un lascito testamentario, si può fare molto per il futuro di tanti. Per info e assistenza: Notaio Gabriele Carresi Tel. 055 8495770 Fax 055 8496266 Cell. 338 2576183 E-mail: gcarresi@notariato.it PER SAPERNE DI PIù VISITA IL NOSTRO SITO: WWW.ANNULLIAMOLADISTANZA.ORG

io poi ho sempre fame Mulugeta ha sedici anni, è eritreo ed è uno dei beneficiari del progetto Adotta una Casafamiglia. La scorsa primavera, in seguito ad un serio peggioramento delle sue condizioni di salute, è stato costretto ad abbandonare Asmara per ricevere le adeguate cure mediche in Italia. I primi tempi non sono stati affatto facili per lui, ma oggi Mulugeta ha trovato un suo equilibrio, ed ha una gran voglia di raccontare come. Non va mai in vacanza, pensa sempre ai bambini che nascono senza nessuno, senza niente, mentre il mondo sta perdendo la testa. Ci sono però altre persone che si avvicinano ad AnlaDi promettendo di aiutare, ma che poi non fanno seguire i fatti alle parole. Ecco un esempio: nasce un bambino e AnlaDi si prende cura di lui insieme ad altri 100 bambini con i loro piedini. Arrivano in volo e rendono la vita dolce ai bambini, e anche se non si riposano molto, basta un po di cibo e la salute. Mentre prima si cercavano i ricchi, ora la situazione e cambiata: ci sono meno soldi, ma ai bambini serve comunque di più l amore. La vita di un bambino comincia bene con il battesimo ma poi finisce male, i genitori dicono nostro figlio ci ha riunito, ma la loro vita dura poco e così i bambini rimangono soli. Ci fa disperare vederli da soli, senza più nessuno, anche io ho continuato la vita da solo fino a che ho trovato il sorriso di AnlaDi, dove si sta bene. Sono stato un figlio arrabbiato. Non avevo più la forza di vedere, aprivo gli occhi e vedevo solo nero, mia mamma riusciva a capirmi anche solo da uno sguardo. Dopo il dolore ho trovato l amore, con AnlaDi non trovi solo l amore, ti offre la possibilità di studiare e di aprire gli occhi. Ma non gli bastano le mani per aiutare tutti i bimbi, anche senza le mani fa di tutto. Ci sono tanti bambini che cura, parlo perchè so quello che dico. Ora non soffro più, ne sono uscito. Un figlio di AnlaDi che non guarda indietro. Uno di loro, io sono Mulu. di Mulugeta 7

IL PUNTO SUI PROGETTI 8 Hakuna Matata! era il motto di due buffi personaggi di uno dei kolossal Disney di ormai qualche anno fa. Ne Il Re Leone, infatti, il suricata Timon e il facocero Pumbaa predicavano uno stile di vita basato proprio su quelle due strane parole, hakuna matata, cioè senza problemi in lingua swahili. Prendendo spunto da qui, Annulliamo la Distanza sta lanciando un nuovo progetto, legando il motto hakuna matata a un tema caro, quello dell importanza dell istruzione. E così che nasce il progetto Scuola Hakuna Matata per i bambini ospiti dell orfanotrofio Mwangaza di Kilifi, in Kenya, dove per l appunto si parla lo swahili. Si tratta di un progetto pensato come un programma di adozione del percorso scolastico dei piccoli ospiti della struttura portata a compimento grazie al sostegno di Annulliamo la Distanza, da affiancare al già presente programma di adozioni a distanza tradizionali, che però non è sufficiente da solo a soddisfare tutte le necessità dell orfanotrofio e dei suoi animatissimi abitanti. Intanto, AnlaDi si prepara anche alla quarta missione del progetto Camminiamo Insieme in Eritrea. L equipe dell Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna farà rotta su Asmara nelle prossime settimane, pronta a portare a termine un altro episodio di un progetto meraviglioso, per cui parlano più i numeri che le parole: circa 500 pazienti visitati, per 280 interventi chirurgici su 160 bambini. E le statistiche sono pronte a lievitare. E importante però sottolineare anche il grande valore aggiunto del Camminiamo Insieme : la formazione dei medici locali, che sono ormai in grado di eseguire interventi di ortopedia pediatrica in autonomia. E per questo che un tale progetto può rappresentare un importante testa di ponte per lo sviluppo di una futura cooperazione tra AnlaDi e sanità eritrea. Altra testa di ponte per un rafforzamento dell impegno di AnlaDi è stata l ultima missione condotta da Evi Martinucci e Marco Breschi a Puke e dintorni, fra le montagne albanesi dove vivono i ragazzi e i bambini di Adotta un bambino a distanza Albania, la cui situazione è sotto continuo monitoraggio e che è stata prontamente verificata dai nostri volontari. Girando ancora il planisfero, Annulliamo la Distanza farà rotta su Siem Reap, Cambogia, nel prossimo futuro per verificare lo stato dell arte dei pro-

getti Un Asilo d Altri Templi e Adotta un bambino a distanza Cambogia e rinnovare la fiducia e la collaborazione con il Self Help Community Center (SHCC), ONG locale che AnlaDi tiene in gran conto e alla quale si affida per l amministrazione quotidiana dei propri progetti. Tornando in Africa, stiamo avviando una collaborazione importante con un piccolo villaggio fra le montagne al confine fra Uganda e Repubblica Democratica del Congo in merito al sostegno delle strutture scolastiche per i bambini. Ultima, ma non per questo meno importante, viene Kinshasa, la capitale della Repubblica Democratica del Congo. Qui AnlaDi è impegnata su due fronti: uno è quello di Adotta un ospedale per bambini, in aiuto dell ospedale di Kimbondo, una realtà gigantesca e caotica, ma di importanza primaria per le cure sanitarie della popolazione meno abbiente, che Annulliamo la Distanza sostiene con diverse iniziative, indirizzate soprattutto verso Casa Patrik, una sezione dell ospedale dedicata a bambini affetti da varie disabilità; l altro è Adotta un punto nascita, che consiste nel mettere a disposizione degli ambulatori attrezzati dove le donne possano partorire in sicurezza ed effettuare esami diagnostici e visite specialistiche, ed inoltre eseguire i principali esami clinici. Quest ultimo progetto sembra essere ormai in dirittura d arrivo, visto che sono state ultimate le spedizioni del materiale necessario. Insomma, ancora una volta Annulliamo la Distanza rinnova il suo impegno verso i piccoli abitanti dei paesi in via di sviluppo. Ancora una volta, i bambini prima di tutto. la Redazione 9

Bananacoccobaobab Antonio, Emilio, Sofia, Filomena, Filippo, Riccardo, Greta, Evelin, Federico, Cecilia, Chiara, Agnese: questi sono i nomi dei ragazzi che hanno preso parte al progetto Bananacoccobaobab di AnlaDi Emilia Romagna, lanciato quest anno in favore dell ospedale pediatrico di Kimbondo (Kinshasa, Repubblica Democratica del Congo). Sulla base dell esperienza dell anno scorso nella parrocchia di Mater Dei, si è infatti deciso di continuare ad operare in questo angolo di Africa che ci ha lasciato ricordi ed emozioni indelebili. È così che abbiamo messo insieme le forze, e sotto la supervisione di Bruno Cavalchi, Lelia e Licia Govoni e Annalisa Fornaciari, abbiamo creato questo progetto, grazie anche alla collaborazione di un gruppo di neuropsichiatri infantili ed educatori che ci hanno preceduti di qualche mese. La scelta di concentrarci sull ospedale di Kimbondo ci è venuta naturale, sia perché è sicuramente la realtà più bisognosa tra tutte quelle che abbiamo conosciuto laggiù, sia facendo i conti con le nostre competenze, prevalentemente di tipo socio-educativo. Si tratta per la verità, non solo di un ospedale, bensì di una struttura che unisce ospedale pediatrico, orfanotrofio e casa per disabili, accogliendo bambini di tutte le età, con le problematiche più disparate. Potete ben immaginare come 10 una realtà di questo tipo, che inevitabilmente mescola ospiti con necessità e priorità anche molto diverse, già di per sé funzionerebbe difficilmente nel mondo occidentale, con tutte le agevolazioni assicurate da tecnologia ed organizzazione, figuratevi allora in Congo! Data la difficoltà delle comunicazioni tra l Italia e il Congo, e nota un po la situazione del luogo, siamo partiti con la consapevolezza che, probabilmente, molto di ciò che avevamo pensato e programmato da casa, sarebbe stato rivisto in corso d opera per andare incontro ai bisogni contingenti e alle richieste del momento, e così è stato, anche più del previsto. Soprattutto all inizio, infatti, si è reso necessario sacrificare buona parte del tempo che pensavamo di trascorrere con i bambini per completare ad una serie di lavori manuali piuttosto urgenti in alcune strutture dell ospedale e dell orfanotrofio: ci siamo dedicati al rinnovamento della sala della terapia intensiva, all allestimento di una casa per i bambini dai 3 ai 6 anni, alla riorganizzazione di una parte del materiale contenuto nei magazzini. Insomma abbiamo cercato, per quanto possibile, di soddisfare le esigenze di Padre Hugo, il responsabile di Kimbondo, e dei suoi collaboratori. Certo, non è stato facile accettare di cambiare i nostri piani, dopo aver impiegato tempo e forze per preparare un progetto nel quale credevamo e desideravamo spenderci fin dall inizio. D altra parte abbiamo ritenuto fosse giusto metterci al loro servizio come ritenevano più utile e importante. Purtroppo però, devo ammetterlo, tornando a casa rimane un certo senso di amarezza perché si parte con la convinzione che nell arco di un mese e mezzo si possano fare mille cose, mentre invece ci si rende presto conto che per questioni organizzative, diversa percezione del tempo e scarsità di risorse, è già molto portare a termine uno o due degli obiettivi prefissati. Un altro compito, di importanza tutt altro che secondaria, nel quale ci siamo impegnati, è stato il lavaggio dei piccoli della neonatologia, ogni mattina. Questi ultimi sono circa un centinaio e vivono in condizioni igieniche decisamente inadeguate, soprattutto a causa del fatto che non esistono i pannolini e non ci sono le forze per cambiare a tutti le pezze un numero sufficiente di volte al giorno. Il primo mattino è dunque il momento in cui, a turno, i bambini vengono spogliati, lavati e cambiati, per assicurare un minimo di igiene a ognuno di loro. Per fortuna la nostra permanenza laggiù non si è limitata alle due settimane dell anno scorso: in un mese e mezzo ci è stato possibile andare più a fondo nelle conoscenza delle persone e inserirci meglio nella realtà di Kimbondo, trovan-

di notare: una carenza affettiva ed educativa sconvolgente, dovuta al fatto che non ci sono forze sufficienti per assicurare loro tutte le cure e le attenzioni di cui avrebbero bisogno e diritto. A differenza dell anno scorso, infatti, in cui siamo stati con bambini di famiglia, questa a questa prima esperienza, di esserci buttati e di non esserci tirati indietro. Anche se non siamo riusciti a fare tutto ciò che ci eravamo prefissati, credo che questa fosse una tappa fondamentale dalla quale si doveva passare per comprendere a fondo il tipo di aiuto di cui questa realtà ha bisogno e do, ad un certo punto, i nostri spazi anche per svolgere parte delle attività che avevamo preparato da casa: nonostante qualche problema di lingua, abbiamo portato ai bambini un po più grandi giochi e canti di nostra conoscenza e, a nostra volta, ce ne siamo fatti insegnare alcuni congolesi. Siamo anche riusciti a svolgere qualche attività creativa con tempere, matite e pennarelli, colorando muri e cartelloni da appendere alle pareti. È sempre incredibile l entusiasmo col quale questi bambini si lasciano coinvolgere in tutto ciò che viene proposto e come siano in grado di affezionarsi anche dopo poco tempo. Purtroppo, ancora una volta evidenziano ciò che, non solo noi l anno scorso, ma tutti coloro che transitano da Kimbondo non possono fare a meno volta la disciplina è stata un ostacolo non da poco, trattandosi appunto di bimbi cresciuti in orfanotrofio senza guide educative di alcun tipo. Che altro aggiungere? Potrei andare avanti pagine e pagine a raccontare aneddoti e storie di quello che abbiamo vissuto, alcune anche divertenti, altre decisamente meno, ma non è questo il luogo. Dovendo riassumere in breve cosa ci portiamo a casa da un viaggio del genere, siamo stati felicissimi di prendere parte 11 quello che noi possiamo offrirle. Lo definirei quasi un nuovo punto di partenza, dal quale ripartire per scegliere la strada migliore. Ringraziamo di cuore AnlaDi per il sostegno e la collaborazione con cui ci ha accompagnati e saremo contenti di dare il nostro contributo per un possibile sviluppo futuro. di Federico Fontana

Acqua per la salute Il 28 settembre 2012 si è tenuta la conferenza stampa per l avvio del progetto Acqua per la salute, che vede la collaborazione fra Annulliamo la Distanza (capofila) e la MCO-Missioni Consolata Onlus, l ospedale Notre Dame de la Consolata a Neisu (Repubblica Democratica del Congo), il Comune di Calenzano, il Comune di Scandicci. Il progetto è co-finanziato dalla WRF- Water Right Foundation, una fondazione della Publiacqua S.p.A., la società che gestisce il servizio idrico nel bacino del Medio Valdarno in Toscana, e che si impegna dal 2002 in progetti di cooperazione internazionale in campo idrico attraverso il fondo L Acqua è di tutti che è costituito grazie alla destinazione di un centesimo di euro per metro cubo di acqua consumata dagli utenti. Secondo un recente rapporto UNEP United Nations Environment Programme, la Repubblica Democratica del Congo possiede circa il 52% delle risorse di acqua di superficie (fiumi, laghi e acquitrini) dell intero continente africano e circa il 23% delle risorse idriche rinnovabili africane. Nonostante questa abbondanza di risorse, circa il 74% della popolazione congolese è escluso dall accesso all acqua potabile. La causa di questa esclusione è da ricercarsi nell assoluta inadeguatezza delle infrastrutture, nella contaminazione delle acque specialmente a livello rurale, negli alti costi per il servizio di fornitura dell acqua. L approvvigionamento di acqua è quindi uno dei principali problemi della RDC: in ambito sanitario, l esperienza trentennale dell Ospedale di Neisu conferma l importanza cruciale della disponibilità di acqua pulita nella prevenzione e cura delle malattie, fra cui malaria, infezioni delle vie respiratorie, sindromi gastriche, malattie sessualmente trasmissibili, cardiopatie, tubercolosi, diarrea, HIV/AIDS, malnutrizione grave. Tuttavia, a tutt oggi, tre dei centri periferici legati all ospedale non dispongono ancora di un pozzo. Di conseguenza, gli operatori di queste tre strutture sono costretti a reperire l acqua lontano dal centro sanitario presso sorgenti che, a differenza dei pozzi, non sono protette e sono quindi molto più esposte alla contaminazione dovuta ad agenti esterni (animali, scarichi e rifiuti dei villaggi). Inoltre, data la mancanza di conoscenza da parte della popolazione locale dei metodi per un corretto e salubre utilizzo dell acqua, vengono meno i basilari presupposti perché tale risorsa possa contribuire stabilmente a migliorare le condizioni igieniche e alimentari delle persone che vivono in quest area: spesso infatti l impiego di acqua non adeguatamente trattata contri- 12

buisce alla diffusione di patologie peraltro facilmente prevenibili proprio attraverso un suo corretto utilizzo. Il progetto si pone di migliorare le condizioni di vita della popolazione di Neisu, appunto in RDC, attraverso il potenziamento del sistema di approvvigionamento idrico per la rete sanitaria di Neisu, formata dall ospedale Nostre Dame della Consolata e dai tredici centri sanitari periferici, attraverso la realizzazione di tre pozzi dotati di pompa e pannelli fotovoltaici. L acquisto di una nuova pompa per l ospedale di Neisu è stato realizzato nel primo mese di attività del progetto e oggi è già funzionante. Sono previsti inoltre momenti di formazione e sensibilizzazione sul corretto utilizzo dell acqua, allo scopo di prevenire quelle patologie evitabili con semplici accorgimenti. Alla fine del progetto la proprietà dei pozzi e delle pompe passerà all ospedale stesso e le autorità locali saranno coinvolte nella gestione e manutenzione dei pozzi e di tutto l impianto idrico. Il bacino d utenza totale è costituito da oltre 50.000 persone che beneficieranno dai miglioramenti apportati dal progetto. Il progetto Acqua per la salute prevede inoltre delle attività di sensibilizzazione in Italia, in particolare la popolazione dell ATO3 Medio Valdarno, sullle problematiche legate alla gestione della risorsa idrica. La siccità della scorsa estate e le sempre più frequenti alluvioni confermano che il tema dell acqua merita tutta l attenzione da parte dei gestori, dei politici e della società civile. Senza acqua non c è vita: non si può più pensare di sprecare l acqua. La rete idrica dell Italia figura agli ultimi posti nell UE per quanto riguarda le perdite della rete. La gestione della risorsa idrica è un tema globale che riguarda sia il nord che il sud del mondo e le soluzioni dovranno essere trovate insieme. Il tema acqua rappresenta un esempio sul nuovo modo di lavorare fra Nord e Sud, sul nuovo concetto di cooperazione internazionale che transita sempre più verso la collaborazione e la costituzione di partenariati, invece dei meri aiuti. Dal regalare un pesce si era passati all insegnare a pescare ma anche questo non basta più. Ora è auspicabile e necessaria una dinamica bi-direzionale per affrontare insieme le sfide del passaggio ad una nuova era. di Elisa Tachis ACQUA PER LA SALUTE PROGETTO FINANZIATO CON IL SOSTEGNO DI 13

Anladi cafè TESSERAMENTO 2013 E disponibile la tessera associativa di AnlaDi per l anno 2013 a 10 euro. Sosteneteci e richiedetela a info@annulliamoladistanza.org NATALE CON ANLADI Il 21 dicembre 2012 Serata AnlaDI a Pieve di Cento: Festona di Natale con Menù dell antico tempo. Ritorna la Renna Bau con i tre Babbi Natale per festeggiare presso il Ristorante Minelli: porteranno i ricchi doni della Lotteria 2012 Linea Mangereccia. La serata sarà allietata dal complesso canoro - danzerino delle Abba-Zie con canti e musiche degli Abba e del dolce Natale.Iniziano anche i festeggiamenti del fine 2012 anno bisesto e anno funesto! Non mancare. Prenotazione obbligatoria entro il 15 dicembre ai numeri : 331 6895445 (Lelia), 3482811388 (Licia) E-mail: lelia. govoni@alice.it ERMIAS EKUBE A MILANO: La mostra con le opere dell artista eritreo è ancora in gro per l Italia, coordinata da Annulliamo la Distanza. Potrete trovare le tele di Ermias Ekube presso il circolo Sassetti Cultura di Milano via Volturno, 35 dall 11 al 15 gennaio p.v. Per ulteriori info: lombardia@annulliamoladistanza.com o info@ sassetticultura.it REGGIO EMILIA PER IL CONGO: Il prossimo 23 novembre AnlaDi organizza una serata nel segno della solidarietà e della cooperazione con i paesi del Terzo Mondo presso l Oratorio Cittadino - Via Adua 79, Reggio Emilia. Dalle ore 18 si susseguiranno gli interventi dei giovani che hanno partecipato ai progetti AnlaDi in Congo, con intermezzi musicali e a seguire una cena conviviale i cui ricavati saranno donati ad Annulliamo la Distanza. Per info: emiliaromagna@annulliamoladistanza.com

Dal 1997 Annulliamo la Distanza (AnlaDi) si occupa di progetti socio-sanitari per i bambini che vivono nei paesi in via di sviluppo. In questi anni abbiamo cercato di coinvolgere nei nostri progetti, in Italia e nei paesi che aiutiamo, un numero più ampio possibile di volontari, senza considerare le età, la provenienza, l estrazione sociale: ci chiamiamo Annulliamo la Distanza, questo nome non lo abbiamo scelto per caso. Abbiamo bisogno di tutti coloro che credono che il loro apporto, umano o professionale che sia, possa essere utile alla nostra missione: aiutare più bambini possibile! AnlaDi, oltre a sviluppare progetti di cooperazione internazionale a favore dei bambini nei paesi in via di sviluppo, promuove iniziative di informazione e sensibilizzazione finalizzate a creare una cultura di pace e solidarietà. www.annulliamoladistanza.org

ADOTTA UN PROGETTO ERITREA Adotta un ospedale per bambini Camminiamo Insieme Adotta una Casa-Famiglia Adotta un Asilo Informatica per la Sanità Sale operatorie Halibet CAMBOGIA Adotta un bambino a distanza Un Asilo d altri Templi CONGO Adotta un ospedale per bambini Adotta un punto nascita Acqua per la salute KENYA Adotta un bambino a distanza Asilo Scuola Hakuna Matata ALBANIA Adotta un bambino a distanza UGANDA La scuola sui monti della Luna COME SOSTENERCI: Segnala nella causale il nome del progetto che vuoi sostenere - C/C postale n 22166508 intestato ad Associazione Annulliamo la Distanza ONLUS - C/C Bancario intestato ad Annulliamo la Distanza Onlus c/o Banca Popolare di Vicenza codice IBAN: IT76 F 05728 02801 448570000926 - On-line con carta di credito attraverso il sito web www.annulliamoladistanza.org Benefici fiscali: Le donazioni effettuate ad Annulliamo la Distanza ONLUS possono essere detratte nella misura del 10% del reddito complessivo dichiarato fino ad un massimo di euro 70.000. codice fiscale 94066750483 Periodico semestrale di: Annulliamo la Distanza Direttore responsabile: Leonardo Bardazzi DIRETTORE EDITORIALE: Lorenzo Calamai In redazione: Cristiano Pistoresi Michele Muffi Massimo Lombardo Fotografie: Dario Marini Massimo Lombardo Lelia Govoni Marco Breschi Enrico Bosisio Hanno collaborato: Sergio Di Pasquale Luci Mulugeta Elisa Tachis Enrico Bosisio Federico Fontana Sostenitori: Demidoff Viaggi Teatro Puccini Firenze Reale Mutua Assicurazioni Arimar International Grafica e impaginazione: Dario Marini Stampa su carta ecologica Tip. Moderna - Firenze SEDE NAZIONALE: Firenze - Via di Ripoli, 209/E - 50126 Tel. (+39) 338 7275724 - mail: info@annulliamoladistanza.org SEZIONE LOMBARDIA: Milano - Via Fucini, 8-20100 Tel. (+39) 335 6322920 - mail: lombardia@annulliamoladistanza.com SEZIONE EMILIA ROMAGNA: Bologna - Via Marconi, 34-40100 Tel. (+39) 338 7620040 - mail: emiliaromagna@annulliamoladistanza.com