L Abbazia di Montecassino
L Abbazia di Montecassino sorge a 519 m s.l.m. sulla sommità dell altura che sovrasta la città di Cassino (FR). Fu qui che nel 529 san Benedetto la volle fondare, affinché fosse ben visibile dalla pianura sottostante, e come tale rappresentasse un punto di riferimento spirituale per la gente che la guardava da lontano. L Abbazia di Montecassino ha costituito nel corso dei secoli un importantissimo centro di ritrovo non solo spirituale e religioso, ma anche culturale. Ne sono una testimonianza i preziosi reperti che conserva il suo museo. Il periodo di suo maggiore splendore fu l XI secolo: gli storici di allora affermavano non esservi nulla di paragonabile, in tutto l Occidente, alla Basilica cassinese del tempo. Preziosissima al suo interno fu l opera dei monaci amanuensi, i quali trascrissero, tra l altro, tante opere letterarie classiche che ancora oggi, grazie a loro, possiamo leggere e riprodurre nei libri moderni. La stampa, infatti, è nata nel XV secolo: fino ad allora gli scritti si potevano diffondere e tramandare solo trascrivendoli a mano. L abbazia ha dovuto subire diverse distruzioni: una alla fine del VI secolo ad opera dei Longobardi, un saccheggio e incendio ad opera dei Saraceni alla fine del IX secolo e una nuova distruzione per il terremoto del 1349; e ogni volta è stata ricostruita. L ultima devastante rovina l ha subita il 15 febbraio 1944, allorché gli Alleati anglo-americani, convinti che vi si nascondessero soldati tedeschi, la rasero al suolo con un terribile bombardamento aereo, nel quale morirono anche tanti civili che vi si erano rifugiati credendolo un luogo sicuro. Nella ricostruzione si è cercato di ridarle l aspetto originario.
Una spettrale immagine dell Abbazia dopo il bombardamento alleato
L Abbazia oggi
San Benedetto San Benedetto nacque a Norcia (PG) nel 480 da benestante famiglia. Per completare gli studi si recò a Roma, ma deluso dalla sua corruzione preferì vivere nella tranquilla Subiaco (RM), dove visse da eremita in una profonda grotta per ben tre anni, con un amico monaco che gli calava il cibo dall alto con una corda. Quella severissima vita ispirò a Benedetto i principi della Regola, che poi completò a Montecassino. Le norme che essa contiene sono alquanto rigide, tant è vero che alcuni monaci di Subiaco lo videro come un personaggio scomodo, e tentarono addirittura di avvelenarlo. Ma il motivo principale per cui Benedetto, seguito da un gruppo di fedeli monaci, preferì trasferirsi a Montecassino sembra sia il rancore di un prete, forse invidioso per la popolarità che Benedetto era riuscito a costruirsi. Prima di lasciare la cittadina in provincia di Roma, egli fondò nella zona dodici monasteri.
Chiostro d ingresso - Fu scelto da san Benedetto quale oratorio per la preghiera comunitaria dei monaci. Il gruppo bronzeo, del 1952, riproduce s. Benedetto nell atto di morire, con le braccia al cielo, sorretto da due monaci, dopo aver ricevuto l Eucaristia. Il Santo morì qui nel 547. Il 24 ottobre 1964 papa Paolo VI lo ha proclamato patrono principale d Europa.
Chiostro del Bramante - Fu realizzato dal grande architetto nel 1595. Sulla sinistra è visibile la statua, in originale, di san Benedetto; sulla destra, una copia (in quanto l originale venne distrutta nel 1944) di quella di sua sorella, santa Scolastica.
Lo stesso chiostro visto dal lato opposto. In questa foto è visibile la bellissima Loggia del Paradiso, da cui si gode uno stupendo panorama sulla valle sottostante. Attraverso i gradini in primo piano nella foto si sale al chiostro dei Benefattori.
Chiostro dei Benefattori - Fu realizzato nel 1513 da Antonio da Sangallo il Giovane. È così chiamato per le statue di papi e sovrani che nei secoli sono stati munifici verso l abbazia. Come si vede dalla foto, vi si apre la facciata della Basilica. Quest ultima tra il XVI e il XVII secolo fu arricchita di ori, argenti, marmi, arredi, intarsi di legni pregiati, pitture, che la resero il più bell esempio di monumento barocco.
La Regola benedettina La Regola di san Benedetto, sulla quale si fondano la maggior parte degli ordini monastici, è resa famosa dal motto Ora et labora (prega e lavora). Il Santo infatti sosteneva che il monaco, oltre a pregare tanto (anche nel cuore della notte), essere umile, tenere il capo chino e gli occhi bassi, essere sobrio nel mangiare (era vietata la carne, eccetto che ai malati più indeboliti), essere casto, obbediente all abate (che nel monastero fa le veci di Cristo), parlare poco, non possedere nulla di materiale (nemmeno un oggetto), deve anche svolgere un lavoro di tipo manuale all interno dell abbazia, in quanto, secondo lui, l ozio è nemico dell anima. Inoltre il monastero deve essere dotato di tutto il necessario (acqua, mulino, servizi, ecc.), in modo che i monaci non abbiano bisogno di andare fuori, cosa che, sosteneva s. Benedetto, non giova affatto alle loro anime.
Museo dell Abbazia - Madonna col Bambino - Statua in legno
Museo dell Abbazia - Divina Commedia - Incunabolo miniato stampato a Milano intorno al 1478
Museo dell Abbazia - Libro d Ore del XV secolo
Le foto inserite in questa guida sono state scattate a maggio 2008. Sebastiano Inturri