Da: Magellano@yahoogroups.com per conto di antonio barbagallo A: Magellano@yahoogroups.com Oggetto: [Magellano] Saldature quasi invisibili Inviato: sab 07/06/2008 0.09 Ciao a tutti i Magellanesi Chi non mi conosce potrebbe pensare che scrivere è la mia passione nascosta. Scrivere invece è una cosa che gradisco poco e se lo faccio non è per vanagloria ma solamente per trasmettere ad altri le mie esperienze belle o brutte che siano. Se lo staff di Magellano vuole considerare quello che scriverò un articolo è libero di farlo. Nel navimodellismo non si fa uso di saldature ma solamente di brasature. Queste sono di due tipi: dolci e forti. La loro differenza sta nella temperatura e nel materiale d'apporto. Per le brasature dolci non si superano i 300 C ed in genere come materiale d'apporto è lo stagno. Se si superano i 450 C siamo in presenza di brasature forti ed il materiale d'apporto può essere rame, ottone, argento, vari tipi di Castolin. Questo per quanto riguarda i tipi di brasatura. Parliamo ora degli attrezzi che ci servono per saldare o meglio di ciò che ci serve per riscaldare i pezzi da brasare. Viene subito alla mente il saldatore elettrico.niente di più pratico! Ma in effetti non è l'unico. Ad esso va aggiunto un piccolo saldatore a fiamma e in certi casi può essere quasi indispensabile un saldatore a resistenza. A questo attrezzo indispensabile ne vanno aggiunti altri apparentemente non proprio necessari. Questa introduzione andrebbe completata con i materiali d'apporto. A torto o a ragione preferisco sviluppare il discorso man mano che parliamo di tecniche di brasatura eseguendo insieme delle brasature per così dire virtuali. Dobbiamo saldare un occhiello con perno alla sua piastra di fissaggio. Il diametro dell'occhiello è di 3mm fatto con filo da 0.6mm e le dimensioni della piastra sono 4x5 mm. Abbiamo acquistato un bel saldatore istantaneo da 100 Watt e del filo di stagno da 1,5mm. Possiamo saldare tranquillamente! Pag.1 5
Ebbene, ci sono 70% di probabilità che depositeremo una quantità enorme di stagno e che ottureremo anche il foro dell'occhiello. Quale errore abbiamo commesso? I saldatori istantanei sono molto potenti ma la loro architettura non si adatta al caso. Sopra l'impugnatura si trova il trasformatore piuttosto pesante e a questo va aggiunto che la parte saldante è piuttosto ingombrante perché costituita da un tondino di circa 2mm di diametro che partendo dal corpo si ripiega ad U per ritornare indietro. Nel migliore dei casi avremo un ingombro di 2x4mm. L'ideale diventa un saldatore a stilo da 15 Watt meglio con punta dritta. Pag.2 5
Resta da considerare lo stagno. Un filo da 1,5 mm è grande, quando nei rivenditori di elettronica si trova del filo da 0.5mm. Ma si può andare anche oltre. Da tempo la Castolin ha messo in commercio tre prodotti: il Castotin, il Castosil ed il Castofix. Il Castotin è pasta di stagno, il Castosil una pasta ad alto tenore d'argento ed il Castofix è una pasta particolare della quale parleremo in seguito. Il Castotin, che fonde ad appena 220 C, ha una resa elevatissima ed una buona tenuta meccanica. Nel nostro caso, l'occhiello, la punta di uno stuzzicadenti può anche essere eccessiva e la saldatura è pressoché invisibile. Il costo dovrebbe essere di circa 180 euro al Kg, ma nulla vieta di comprarlo in gruppo e poi dividerlo. Del Castosil è meglio non parlare: ha elevatissima resistenza meccanica, una elevatissima penetrazione per capillarità ma fonde a circa 680 C.Senza parlare poi del costo. Stavolta dobbiamo saldare il nostro occhiello ma su una piastra di ottone di 50x50mm spessa 2mm. Memori della precedente esperienza useremo lo stesso saldatore. Con molta probabilità dopo circa 10-15 minuti, e con tante imprecazioni otterremo una saldatura meno che sufficiente. Dov'è l'errore stavolta? In pratica il calore fornito dal saldatore poco potente viene disperso per irraggiamento e in parte ceduto al tavolo dove è poggiata la piastra da saldare. Stavolta il saldatore istantaneo ci sarà utile. Pag.3 5
Può essere ancora più utile il saldatore a fiamma. Non mi riferisco ai saldatori che utilizzano le bombolette tipo Canping Gaz ma a quei piccoli saldatori che si ricaricano come un accendino e che negli ipermercati si trovano ad una diecina di euro. Circa il materiale d'apporto vale quanto detto precedentemente. Vogliamo di nuovo risaldare( brasare) il nostro anellino sulla stessa piastra di prima, la 50x50x2 ma vogliamo evitare di bruciare il tavolo. Stavolta la piastra la poggiamo sulla morsa ma vedendola poco stabile la poggiamo su una bella piastra di metallo. Ci ritroveremo come nel caso precedente, solo che stavolta il calore è stato ceduto per conduzione e quindi con una velocità maggiore. Raramente si parla di dove poggiare i pezzi da saldare. Con l'utilizzo dei saldatori elettrici si può usare tranquillamente una tavoletta di legno oppure del cartone spesso o quanto altro può isolare il calore senza però assorbirlo, è ovvio che le materie plastiche sono da escludere ad eccezione del teflon che però non va ASSOLUTAMENTE usato con i saldatori a fiamma, in quanto se dovesse prendere fuoco credo che produca diossina. Per le saldature dove è necessario utilizzare la fiamma risulta di grandissima utilità un mattone refrattario che viene utilizzato in oreficeria. Pag.4 5
Si tratta di un mattone poroso che si lascia anche attraversare dagli spilli o chiodini ce ci possono servire per tenere i pezzi da unire. Ha le dimensioni di un mattone comune circa 24x12x6cm ed è molto fragile. Ha sostituito il cartone d'amianto che si usava prima che fosse bandito. Nella seconda parte parleremo della " imbiancatura" che ha una importanza notevole nelle saldature " quasi invisibili", delle saldature in cascata e della saldatura con il saldatore a resistenza, se a qualcheduno dovesse interessare della saldatura dell'alluminio. Per stasera Vi saluto Articoli correlati 03 giugno 2003 articolo di Rossato Andrea Tecnica Modellistica : La saldobrasatura http://www.magellano.org/it/magellano/articoli/default.asp?idarticolo=2&pagina=1 07 giugno 2004 articolo di Vassallo Andrea Tecnica Modellistica : Saldatura a stagno http://www.magellano.org/it/magellano/articoli/default.asp?idarticolo=99&pagina=5 Pag.5 5