Le specie rare in Brianza

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Transcript:

Le specie rare in Brianza Polissena o Zerintia È certamente la più interessante delle specie che abitano il territorio della Brianza; le vicende legate a questa farfalla sono molto istruttive per comprendere gli effetti negativi che spesso il comportamento umano può provocare sull'ambiente naturale e sulla fauna. Formalmente presente in tutte le regioni d'italia, ma sempre estremamente localizzata, la Polissena negli ultimi decenni si era fatta sempre più rara, e anche in Brianza era da tempo considerata scomparsa. Le cause di questa drastica rarefazione sono certamente da ricercare nell'eccessivo uso di pesticidi in agricoltura e nelle trasformazioni ambientali che hanno fatto sparire molti degli habitat frequentati dalla farfalla. Ora questa tendenza, anche se molto lentamente, pare stia cambiando: la Polissena è stata vista in alcune località del vimercatese, cioè vicino alle stazioni classiche citate oltre quarant'anni fa dall'entomologo Verity, e tutto ciò fa ben sperare per una sua ripresa nel futuro. È assai probabile che questa ricolonizzazione sia da collegare a una fase di espansione della Aristolochia, pianta nutrice a cui la farfalla è strettamente legata. La Polissena e di una bellezza raffinata: le dimensioni sono medie (apertura alare 46-52mm), il colore di fondo è giallo-crema, con disegni neri simili a impunture di un pizzo, che delimitano lungo i margini esterni delle ali una serie di lunule molto arcuate; sulle ali posteriori spiccano alcune macchiette rosso vivo. Le parti inferiori sono simili, ma con toni rossi più marcati. Non ci sono differenze evidenti tra i due sessi; la femmina è leggermente più grossa del maschio. Vi è un'unica generazione annuale: gli adulti sfarfallano tra aprile e maggio, con un periodo di schiusura breve, generalmente della durata di due settimane; non si 1

allontanano mai molto dai luoghi di sfarfallamento. Per questo non è facile poter osservare la farfalla in attività, a meno di avere la fortuna di capitare nel luogo giusto al momento giusto. I bruchi hanno un aspetto vistoso e inconfondibile: a completo sviluppo misurano circa 35mm di lunghezza è hanno un colore di fondo variabile, dal grigio-azzurrognolo al rosso-giallastro; anche le sei file di tubercoli dorsali variano dal rosso-bruno al giallo, fino al nero. Le piante nutrici appartengono al genere Aristolochia (rotunda e clematitis); le uova vengono deposte isolatamente o in piccoli gruppi sulla parte inferiore delle foglie. Sono sufficienti pochi metri quadrati di Aristolochia per consentire la vita di molte decine di bruchi. L'accrescimento è rapido e la metamorfosi inizia in giugno. La crisalide sembra un legnetto secco, con la superficie irregolarmente rugosa, di colore biancastro o giallognolo, più scura sui fianchi. È assicurata al sostegno, come negli altri Papilionidi, per mezzo di una cintura di seta, agganciata a una specie di uncino posta all'estremità della testa. Resterà in questa posizione fino alla primavera successiva. Antiopa Questa elegante Vanessa sembra indossare un abito da sera; le ali sono di colore bruno scuro vellutato, con larghe fasce marginali gialle (biancastre negli individui che hanno svernato), precedute da una serie di piccole macchie blu. Le parti inferiori sono uniformemente bruno-scure, damascate di nero, con fasce marginali bianco sporco; le dimensioni sono degne di nota (65-75mm di apertura alare). Non si può dire che in pianura l'antiopa sia molto comune; solitamente è più frequente in ambienti di collina o montagna. In Brianza è limitata ad alcune zone boscose lungo i corsi d acqua; può capitare di osservarla mentre, con volo alto e rapido, esplora le radure o percorre le strade in terra battuta, dove frequentemente si posa a terra con le ali spalancate. 2

Non è però facile avvicinarla e il più piccolo movimento è sufficiente per farla ripartire in volo verso le cime degli alberi. Le femmine che hanno svernato, in primavera depongono le uova sui rami più alti di salici, pioppi e anche olmi o betulle. Le piccole larve passano i primi periodi di vita tutte assieme, poi col procedere della crescita si sparpagliano sui rami delle piante nutrici; verso la metà di luglio i bruchi sono pronti a incrisalidarsi. A completo sviluppo raggiungono circa 60mm di lunghezza e, in fatto di eleganza, non hanno niente da invidiare agli adulti: sono di colore nero vellutato, con due serie dorsali di macchie rosso scuro. Tutto il corpo è ricoperto da una corta peluria grigia e da numerosi processi spinosi neri. La crisalide è abbastanza grossa, grigio-brunastra, con numerosi tubercoli e protuberanze spinose. Si appende a testa in giù ai rami e talvolta anche ai muri delle case di campagna. Licena dispari E il più bello e prezioso Licenide presente in Brianza. Come lascia capire il nome specifico, l'aspetto nei due sessi e molto diverso: i maschi hanno la parte superiore delle ali di un vivace rossorame uniforme, con bordature e una sottile barra discoidale nere; le femmine presentano le parti superiori delle ali anteriori rosso-aranciate, con macchie e margini neri, le posteriori marrone scuro con fascia arancione. Le parti inferiori sono uguali nei due sessi, le anteriori arancioni con punti neri e margine grigio, le posteriori grigio-azzurro chiaro, con fascia marginale aranciata. Gli adulti frequentano ambienti umidi di pianura, come zone incolte, prati acquitrinosi, argini di fossi e canali. Le generazioni annuali possono essere due o anche tre, se l'autunno è mite; la prima in maggio, la seconda in luglio, la terza in settembre. Le piante nutrici appartengono principalmente al genere Rumex: hydrolapathum (tabacco d'acqua), 3

aquaticus, obtusifolius, sulle quali la femmina depone isolatamente le uova. Il bruco è di piccole dimensioni, verde con corti peluzzi, di forma appiattita; giunto a maturità misura circa due centimetri e mezzo, ma non è facile da scorgere per il suo aspetto mimetico. Questa specie è in progressiva diminuzione in tutta Europa a causa della scomparsa degli habitat naturali (acquitrini e prati umidi di pianura) che vengono prosciugati per lasciare posta alle colture agricole. A causa della sua bellezza la Licena dispari è stata spesso oggetto di una caccia sfrenata da parte di collezionisti senza scrupoli; attualmente in molti paesi e protetta per legge. In Brianza è ancora relativamente frequente, con piccole popolazioni. Sono attualmente in corso dei censimenti per poterne stabilire l'esatta consistenza. Certamente questa specie, che sta sparendo in molti paesi europei, meriterebbe di essere protetta, impedendo la distruzione degli habitat idonei. Alcifrone È un bel Licenide che purtroppo negli ultimi anni sembra divenuto molto meno comune di un tempo. Come forma d'ala ricorda quella triangolare di Heodes tityrus, ma le dimensioni sono maggiori (apertura alare 32-36mm); le parti superiori del maschio sono rosso-arancio brillante, soffuse più o meno intensamente di violetto, con punti scuri sia sulle ali anteriori che sulle posteriori. Il dimorfismo sessuale è evidente; le femmine hanno ali più arrotondate e meno appuntite, le parti superiori con colore di fondo giallo aranciato e con macchie scure. La somiglianza con femmine di Lycaena dispar è notevole, tanto che a un esame superficiale la confusione è molto facile. È necessario allora osservare la parte inferiore delle ali, che alla base sono sempre spolverate di azzurro in L. dispar, mentre sono grigiogiallastre in H. alciphron. La fascia marginale arancione delle ali 4

posteriori è solitamente più ampia in L. dispar e più stretta in H. alciphron. Anche in questa specie la variabilità è notevole e ne sono state descritte grandi quantità di forme. Vi è una sola generazione annuale, che nelle zone di pianura della Brianza comincia a schiudersi dalla metà alla fine di maggio; esemplari ancora freschi si possono trovare fino alla fine di giugno o agli inizi di luglio. Il periodo di volo è più tardivo in località a quote più elevate. Come già accennato, questa specie sembra divenuta molto sporadica negli ambienti di pianura, se si pensa che circa quaranta anni fa il Verity citava «.la zona del Lambro, dove abbonda». Oggi la situazione è molto cambiata e la sua presenza è sempre localizzata in colonie non troppo numerose, nelle zone incolte e aride. Nuclei meno consistenti esistono anche in altre località, tra cui, ad esempio, le radure lungo il Lambro. I bruchi si nutrono in particolare dell'acetosa (Rumex acetosa) e di altre romici. Sono di un verde smorto, con la testa e con strie longitudinali dorsali brune. La crisalide viene posta a terra avvolta in un sottile bozzolo. Argo porta-coda Le caratteristiche più salienti di questo piccolo Licenide (apertura alare 30-36mm) stanno nel disegno della parte inferiore delle ali, che è formato da numerose strie ondulate e in parte interrotte, di colore grigio-fulvo, che attraversano tutta l'ala e delimitano vicino al margine esterno delle ali posteriori uno spazio bianco. Queste terminano con due sottili codine, filiformi e spesso sfrangiate, alla base delle quali ci sono due macchiette ocellari azzurre bordate di giallo. Il dimorfismo sessuale è evidente particolarmente nelle parti superiori; il maschio è azzurro uniforme, con sottili bordi neri, mentre la femmina e nerastra, con squame azzurre o violacee e talvolta con piccoli spazi bianchi sulle ali posteriori. Questa specie è formalmente presente in tutta Italia, ma la sua frequenza e assai variabile da zona a zona e nelle diverse annate. 5

In Brianza è molto localizzata e predilige ambienti aridi e ben soleggiati. Il periodo di volo va dalla primavera all'autunno, con almeno due generazioni annue. Da noi sembra che la prima generazione manchi del tutto o sia estremamente scarsa, mentre quella tardo estiva-autunnale è la più importante, con esemplari ancora in attività fino all'inizio di novembre. Nonostante l'aspetto fragile e minuto, questa farfallina è in grado di compiere grandi migrazioni e di sorvolare ampie distese di mare. È anche di indole combattiva e difende con accanimento il suo territorio dall'intrusione di estranei. Vola raso terra e si posa sui cespugli bassi; se molestata si allontana rapidissima, ma ritorna con costanza nello stesso punto da cui era stata cacciata. I bruchi si nutrono dei fiori e dei frutti di molte Leguminose, tra cui ginestra, erba medica, lupino, fagiolo ecc. Sono di colore bruno-rossastro, con una striscia dorsale rosso-scura e numerose lineette oblique verde chiaro sui fianchi. La crisalide è bruna con macchiette più scure. 6