I GIOVANI AUTORI DELLA 3^ C DI LAUZACCO LE CORDE DEL DESTINO. Le corde del destino - pagina 1



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I GIOVANI AUTORI DELLA 3^ C DI LAUZACCO LE CORDE DEL DESTINO Le corde del destino - pagina 1

1. Melodie nuziali Leonardo prosegue lungo gli scalini di marmo che lo portano al primo piano. Non sono ancora arrivati né gli invitati, né gli sposi: nel palazzo veneziano regna il silenzio. All'entrata del Palazzo Ducale, una fila di palloncini bianchi segna il percorso da compiere per giungere al salone nel quale si svolgerà il pranzo nuziale. Leonardo è curioso di scoprire dove si esibirà e apre una porta; si guarda attorno e, in fondo a un centinaio di tavoli, scorge il piccolo palco. Dalla finestra si sentono improvvisamente degli schiamazzi: gli sposi sono giunti al palazzo con tutti i loro familiari e amici. L'enorme porta del salone si apre permettendo agli invitati di entrare e accomodarsi ai loro tavoli apparecchiati. In quello centrale, in prima fila, vi è il tavolo degli sposi. Anche Leonardo partecipa al pranzo in un piccolo tavolino riservato per lui e intanto guarda l'elegante abito della sposa: il busto è in pizzo e ricoperto da migliaia di brillantini, la gonna leggera e candida le copre le gambe esili e il velo trasparente la rende una principessa. Lo sposo, dall alta parte, indossa un semplice smoking bianco splendente, che di certo non assottiglia la sua figura robusta. Il banchetto si prolunga per alcune ore prima dell esibizione di Leonardo che sale sul tavolato di legno e prende una vecchia custodia marrone chiaro, piuttosto rovinata, da cui estrae il suo strumento. E un violino piccolo ma molto prezioso: la cassa armonica è prodotta in legno di ottima qualità. Il ragazzo sembra avere il completo controllo delle sue paure perché in quell'istante Leonardo è solo con il suo violino. Lui passa il suo strumento fra le sue grandi e morbide mani, inizia a suonare e a produrre una leggiadra melodia che incanta i suoi spettatori, regalando mille sensazioni diverse ad ogni brano. Riceve moltissimi applausi e sul suo volto si forma un enorme sorriso: ha gli occhi lucidi per la felicità e le sue gote arrossate per la troppa emozione. Dopo la sua Le corde del destino - pagina 2

esibizione tutti si mettono a ballare, mentre Leonardo ripone il suo violino nella custodia, felice e soddisfatto. Il matrimonio si è concluso nel migliore dei modi: gli sposi si congratulano con Leonardo e lo ringraziano di aver partecipato. La luce del sole è sparita, cedendo il suo posto all'oscurità e al chiarore della luna. La laguna è silenziosa; a volte piccole onde si infrangono contro le gondole. Venezia tace, non c'è nessun rumore se non i passi di Leonardo che riecheggiano fra le calli prima di raggiungere la sua casa. Le corde del destino - pagina 3

2. Un avviso importante "Non leggere i miei messaggi " urla Carlos furioso. "Io leggo tutto e poi lo dico alla mamma ribatte il fratello minore. Carlos con estrema agilità lo afferra da dietro, con molta attenzione, senza fargli male e gli strappa di mano il cellulare. Di solito Carlos è un ragazzo tranquillo e premuroso verso i suoi fratellini ma in questi giorni lo stanno facendo uscire dai gangheri. Basta la smettete!! urla Carlos sempre più nervoso e arrabbiato. Né Francisco di otto anni, né Carmen di sette, né Miguel di quattro, vogliono però smettere di dare fastidio al fratello maggiore. Carlos abita con la sua famiglia rumorosa e numerosa in un condominio plurifamiliare al sesto piano nella periferia di Barcellona. La sua è la camera più grande dipinta d'azzurro con uno spartito musicale disegnato da lui stesso sul muro. Ad un certo punto la mamma chiama tutti a tavola per il compleanno del marito Franco. Ha preparato il suo piatto preferito: gli spaghetti. Dopo un breve intervallo in cui tutti mangiano silenziosi leccandosi i baffi, tutto riprende come prima: baruffe, corse, urla e pianti. Francisco scappa dalla sorella Carmen mentre Miguel, urlando a più non posso, spara acqua da tutte le parti con la pistola giocattolo. Al piano di sotto la signora Alicia, di 85 anni, non ne può più. Arrabbiata batte violentemente il manico della scopa sul soffitto della sua stanza per richiamare l attenzione dei ragazzi e farli stare zitti. I fratellini di Carlos, però, con tutta la confusione che stanno facendo, non la sentono e continuano a correre e a urlare. Ad un certo punto, in mezzo alla confusione generale il telefono di casa incomincia a suonare ininterrottamente. Driiiiiiiiiiiiiiiiiin Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin Driiiiiiiiiiiiiiiiiin Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin Le corde del destino - pagina 4

All inizio nessuno si muove ma poi Vado iooo urla Francisco che stranamente ha sentito il telefono. Dall altra parte della cornetta una voce grossa cerca Carlos. Francisco con la sua voce acuta chiama il fratello maggiore. Sì, pronto, sono Carlos risponde il ragazzo ansimando. Abbiamo un avviso importante per lei lo avverte la voce sconosciuta. Ditemi pure risponde titubante Carlos che ascolta in silenzio per alcuni minuti. Più passa il tempo, più Carlos sembra non stare nella pelle. Non appena riattacca inizia ad urlare con tutta la voce che ha in gola: Grande! Grande! Siamo i migliori! Registreremo il nostro primo album! Carlos alza il pugno verso l'alto in segno di vittoria e inizia a saltare per la casa e abbraccia la mamma. Siamo grandi! Siamo grandi! I fratellini, appena vedono la scena, si uniscono anche loro: Carmen comincia a saltare dietro al fratello, poi si aggiunge Miguel e tutti urlano. Dal piano di sotto la signora Alicia ricomincia a battere la scopa sul soffitto sempre più arrabbiata. Le corde del destino - pagina 5

3. Chi può essere? Bi-bip bi-bip bi-bip passa quasi un minuto prima che una mano spenga la sveglia che rimbomba nel sonno di Leonardo: sono già le otto e mezza. Leonardo si alza dal letto in fretta e furia e, attaccato al muro, vede un biglietto su cui c è scritto: posta. Devo andare a ritirare la raccomandata! borbotta fra sé. È una giornata nuvolosa, il cielo è tutto grigio, con le nuvole che lo avvolgono: dietro quelle nuvole c è la speranza che, una volta andate via, rispunti il sole. Leonardo decide di non prendere l ombrello poiché la posta, in fin dei conti, non è poi così lontana. Siccome è in ritardo inizia a correre per le calli di Venezia. Non è un ottima idea perché è costretto a salire e scendere almeno una decina di ponti. Per essere veloci ci vorrebbe un fisico allenato, d atleta, cosa che Leonardo non ha. Arriva in posta: c è molta gente in fila. Una signora inizia a parlargli: è una conoscente della mamma, così Leonardo è costretto a trattarla educatamente. La signora inizia con le solite sciocche esclamazioni: Ma che bel giovanotto sei diventato! Mi sembra ieri che eri piccolo, che tu e la tua mamma andavate sempre a passeggiare. Ora mi sa che tu sei addirittura più alto di lei! Leonardo risponde con gentilezza: Grazie, a dire il vero, ho superato mia madre da un bel po. La signora insiste con le domande: Suoni ancora il violino? Certamente! Fra un paio di giorni vado a Parigi per tenere un concerto molto importante. Leonardo non ne può più ma è costretto a risponderle educatamente, perché la signora sarebbe sicuramente andata a riferirlo alla mamma. Anche mio figlio alla tua età è andato via... Oh! Mi chiamano... Scusa caro, devo proprio andare. Salutami tanto la mamma! Te la saluto sicuramente! Leonardo fa un sospiro di sollievo: finalmente si è liberato di lei. Passa ancora qualche minuto quando una voce annuncia: Avanti il prossimo, il numero 25! Le corde del destino - pagina 6

Dopo una lunga attesa il suo turno è arrivato. Leonardo si avvicina al bancone con un semplice buongiorno e l impiegata pone un foglio da firmare per la consegna della busta. È molto emozionato e teso, non immagina chi può avergli mandato la lettera, e non vede l ora di arrivare a casa per aprirla. Nel frattempo il tempo è cambiato in peggio. Sta piovendo, e Leonardo inizia a correre più veloce, ancora più veloce di prima. Sotto la pioggia il fiato inizia ad essere sempre più pesante; mancano ormai pochi metri per arrivare a casa. La raccomandata che tiene nella tasca interna della giacca è un po bagnata. Leonardo entra in casa ed evita la mamma, per non farla arrabbiare a causa del suo stato pietoso. Sfreccia subito in camera sua; la curiosità lo sta distruggendo, non riesce ad immaginare chi può avergli scritto. Si cambia, si distende sul letto e finalmente inizia a leggere lentamente: Caro Leonardo, Vorrei comunicarti che al tuo concerto, a Parigi, sarò presente. Probabilmente non sai chi sono, ma non spaventarti, non voglio farti del male, anzi Non dire però a nessuno che ti ho scritto. Vorrei che questo segreto rimanesse tra noi due e se tu dirai di questa lettera a qualcuno, io non mi presenterò e non ti svelerò mai chi sono. A presto. Le corde del destino - pagina 7

4. L' Esordio Perché vi siete fermati? domanda un po scocciato Carlos, osservando i quattro ragazzi della sua band che lo circondano. Dopo un momento di silenzio, Diego risponde toccandosi il naso: Non senti questo odorino? Quale odorino? ripete Carlos guardandosi intorno. José interviene: Sembra che fuori il cameriere del ristorante stia servendo una paella Potrebbe essere, ma non ci dobbiamo distrarre. Bisogna provare, capito? Altro che mangiare... abbiamo solo due giorni per provare prima della registrazione dell'album a Parigi. E la nostra occasione: lo capite: sì o no? taglia secco Carlos. I ragazzi riprendono a suonare provocando un forte baccano con gli strumenti dentro il magazzino del lungomare di Barceloneta e, si sa, le prove non sempre sono piacevoli da ascoltare. Infatti, non passano nemmeno due minuti che il proprietario del ristorante lì accanto, entra di colpo: Allora, cos è tutta questa confusione? urla in tono arrabbiato. Non è confusione, è pura musica rock! gli risponde Pablo infastidito. In quel momento entrano nella baracca prove alcuni clienti entusiasti della musica. Scusi, questa è la sua band? domanda uno dei clienti con la forchetta ancora in mano. No, questi ragazzi non hanno niente a che fare con me. Li sto rimproverando per il caos che stanno facendo. si scusa il proprietario. Caos? chiede un secondo cliente meravigliato. Questo non mi sembra affatto caos, anzi sono proprio bravi! Il proprietario, rimanendo a bocca aperta, esita qualche secondo, guarda in basso per nascondere l espressione imbarazzata: Ma io... Il mare sospende le sue parole, le onde producono un fruscio soave, alcune si Le corde del destino - pagina 8

scagliano contro il molo del porto, altre scivolano delicatamente sul lungomare della città. Dopo un po il proprietario ha un idea, si avvicina a Carlos e inizia: I miei clienti hanno gradito la vostra musica; che cosa ne dite se oggi venite a suonare nel mio ristorante? Ovviamente sarete pagati! C è un lungo attimo di silenzio; Juan, José, Pablo e Diego guardano Carlos con aria speranzosa. Carlos inizia a sorridere. Certo che sì! Sarebbe un occasione stupenda per tutti noi. E ad essere sinceri qualche soldo in tasca non sarebbe male; stiamo per partire per Parigi e un po di denaro ci sarebbe utilissimo. Bene, ottimo direi! Sono molto contento della vostra decisione. Vi aspetto tra un ora nel mio ristorante. Il proprietario se ne va, i ragazzi tornano all interno del magazzino per spostare gli strumenti sul lungomare. La band è entusiasta e piena di sé; ora sanno che sono una band a tutti gli effetti! Le corde del destino - pagina 9

5. Sbrigati! E la mattina di un fresco giorno di primavera, i raggi del sole penetrano dalla finestra sfiorando il viso di Leonardo e un venticello arieggia la stanza. Dalla cucina proviene un profumino molto invitante e, sentendolo, Leonardo si alza immediatamente dal letto e si avvia in cucina per la colazione. La mamma lo aspetta inviperita e comincia a gridargli: "Leonardo! Guarda l orologio: sono le nove e tu sei ancora in mutande! Leonardo non capisce cosa abbia oggi la mamma e stupito risponde: "Mamma, intanto buongiorno! Mentre pronuncia quelle parole, la madre lo guarda con aria di sfida: i suoi occhi sono fissi su quelli del figlio, osservandolo con aria arrabbiata. Le sue labbra accennano un lieve movimento, come se continuassero a borbottare: "E tardi, è tardi sbrigati! Non ce la farai mai se continui così! Alcuni giorni fa, il suo maestro gli aveva chiesto, riconoscendo il suo indubbio talento, di suonare in un concerto a Parigi. Lui senza la minima esitazione aveva accettato, anche se il tempo per la preparazione e le prove dello spettacolo era strettissimo: non aveva un secondo da perdere. In quel momento si ricorda con gran stupore che alle undici deve andare a ritirare le corde nuove per il suo violino. Si mette a correre verso la sua stanza e si veste in pochi secondi. Indossa le scarpe regalategli dalla mamma per il suo compleanno e un meraviglioso pullover color oceano. Esce di casa. Quando giunge al negozio di strumenti musicali, nota che è gremito di persone provenienti dalle più diverse parti del mondo. All interno vi sono vari scaffali con esposte chitarre elettriche, bassi, viole, violini e violoncelli. Il ragazzo, nel vedere tutti quegli strumenti, rimane incantato: starebbe volentieri per ore in quel negozio ma deve ancora preparare la valigia per il viaggio e quindi deve sbrigarsi. Acquista le corde e, con grande velocità, torna a casa. Appena entrato, sua mamma esclama soddisfatta: "Finalmente qualcosa di utile, ma ora fila a fare la Le corde del destino - pagina 10

valigia. Leonardo è alquanto irritato, ma poi la sua rabbia si dissolve nell aria e la giustifica: "La mamma sarà così perché è ansiosa per il mio viaggio. Subito dopo va in camera sua e inizia a preparare i bagagli: un compito molto difficile, soprattutto se è la madre a scegliere i vestiti. Infatti dopo un attimo arriva la mamma con alcuni abiti tra le mani e esclama: "Guarda Leonardo, questo maglione starebbe benissimo con l azzurro intenso dei tuoi occhi. Poi prende i pantaloni: "Questi invece, stanno perfettamente con i tuoi capelli dorati! Intanto si è fatto tardi e così Leonardo trascorre il pomeriggio a infilare gli abiti nella valigia, nascondendo con cura la raccomandata che aveva ricevuto il giorno prima. Ogni tanto il suo pensiero va a quella misteriosa lettera della quale non ha detto niente alla mamma: vuole tenere per sé il segreto. Ormai sono le nove e Leonardo va a letto, estremamente agitato: l indomani sarebbe partito. Prima di addormentarsi, dà un ultima occhiata al suo violino: si immagina di essere sul palco, circondato da migliaia di spettatori. E tra questi c'è anche il misterioso uomo della lettera. Le corde del destino - pagina 11

6. Un padre fra i piedi Basta sono stufo di voi urla Carlos sbattendo la porta della camera. Si distende sul letto e inizia a guardare la televisione ma poco dopo entra in camera suo padre e si siede vicino a lui. Capita raramente che stiano da soli: in quei momenti il papà gli parla in italiano, e Carlos capisce tutto. Ti accompagnerò al concerto a Parigi! esclama il padre. Cosaaa? ribatte stupito Carlos sgranando i suoi occhioni azzurri e scuotendo i capelli scuri e riccioluti. Segue una discussione fra loro perché lui non vuole che il padre lo accompagni in Francia con la sua band. Carlos continua: Spero che tu stia scherzando. Non vorrai mica venire al concerto con noi? Perché non vuoi che venga con te al concerto? chiede perplesso il padre. Il figlio sempre più arrabbiato: Non ne posso più: papà non far finta di nulla! Lo sai che non voglio che mi accompagni perché vieni solo per controllarmi! Carlos tenta ancora di fargli cambiare idea ma così facendo non fa altro che alimentare la loro accesa discussione. Alla fine il padre gli spiega che deve andare comunque a Parigi per motivi di lavoro dove ha un appuntamento con un investitore che vuole impegnare una grossa somma di denaro per la costruzione di una nave da crociera tecnologicamente avanzata. Franco non può assolutamente perdere quell incontro. Carlos, sempre più arrabbiato col padre, lo caccia dalla sua camera e inizia a pensare a come fare per non averlo fra i piedi quando saranno a Parigi. Sa bene che se vuole partire dovrà portarsi dietro suo padre; l unica cosa che può fare è cercare un modo per non averlo fra i piedi durante il soggiorno parigino. A Carlos viene un idea: potrebbe mandarlo ad ascoltare un concerto di musica classica mentre lui suonerà con la sua band. In fondo a suo papà non è mai piaciuto il Le corde del destino - pagina 12

rock. Quando era piccolo il padre aveva cercato di convincere Carlos a suonare il violino ma lui niente: era testardo. Aveva deciso di suonare la chitarra elettrica, e basta! Le corde del destino - pagina 13

7. Arrivederci Venezia! L aereo è ormai decollato da mezz ora. I posti a sedere sono completi: Leonardo fortunatamente si trova vicino al finestrino da dove può vedere il cielo. È avvolto nei suoi pensieri quando arriva un hostess che gli consegna un listino: Bonjour, monsieur! Voilà la carte! esclama con gentilezza. Lui guarda incantato i suoi occhi azzurri intensi come l acqua cristallina e non ascolta più cosa gli sta dicendo: quella ragazza è proprio carina! Vous avez décidez? domanda l assistente di volo vedendolo un po intontito. Sul volto di Leonardo si fa spazio uno sguardo perplesso e osserva l hostess ferma dinnanzi a lui che gli sta sorridendo. Inizia allora a parlare in inglese: non lo sa benissimo anche se lo ha studiato a scuola. Sorry but I don t speak French! spiega Leonardo. Would you like a snack? domanda l hostess con un sorriso. Yes, I d like a sandwich, please risponde Leonardo ricambiando il sorriso. Si guarda intorno: l aereo internamente ha sedili reclinabili rivestiti in pelle di color bruno e c è un piccolo schermo incassato nel sedile davanti a ogni passeggero. Leonardo si mette le cuffie per ascoltare un po di musica classica. Ad un tratto gli viene in mente il suo violino, la cosa più importante della sua vita. Ripensa a quando è stato imballato accuratamente per non rovinarsi in caso di pioggia. Poi gli affiorano mille ricordi del suo primo viaggio a New York con sua madre quando aveva solo cinque anni. Durante la vacanza avevano girato i negozi di giocattoli di Little Italy dove c era una grande esposizione di Lego e macchinine; purtroppo quel viaggio l aveva fatto senza un padre al suo fianco. Un padre che non aveva mai conosciuto. Mentre gli scorrono le immagini di quel momento della sua infanzia piange senza accorgersi che un uomo lo sta osservando. Si sveglia dal suo ricordo e il signore seduto al suo fianco preoccupato gli chiede: Posso aiutarla? Le corde del destino - pagina 14

No, scusi, era solo che sussurra Leonardo. Mi perdoni se l ho disturbata, non volevo conclude l uomo alquanto imbarazzato. Non serve che si scusi! risponde Leonardo. Un autoparlante comunica ad alta voce: We will land at Paris Airport in 10 minutes. A Leonardo inizia a battere forte il cuore: dal suo finestrino si iniziano a vedere i tetti di Parigi. Le corde del destino - pagina 15

8. Un pessimo inizio La luce lieve, che penetra dalle tapparelle azzurre, sveglia Carlos. Suo padre è in piedi da tempo, nervoso per il viaggio poiché è l`unico accompagnatore adulto del gruppo. Il viaggio purtroppo non comincia nei migliori dei modi: a Barcellona il tempo è pessimo, piove a dirotto; inoltre è previsto uno sciopero a cui molti conducenti di autobus dovrebbero aderire. Gli unici mezzi pubblici disponibili dovranno percorrere un tragitto alternativo: dalla fermata vicino alla casa di Carlos alla Sagrada Familia per poi dirigersi al Parco Guell e fermarsi alla meta prestabilita, l aeroporto. Padre e figlio salutano la famiglia, prendono gli ombrelli più grandi che hanno e si dirigono alla fermata degli autobus per incontrare gli altri ragazzi. Insieme aspettano il pullman che arriva, per fortuna, in un attimo. Mentre Carlos si trova seduto, all esterno fulmini e tuoni si abbattono sulla città. A un tratto sotto una pioggia fitta fitta si intravedere la Sagrada Familia. Carlos ha un flash sul passato. Si ricorda di aver assistito con suo padre all`inaugurazione della chiesa alla presenza di Papa Benedetto XVI. Era stata una giornata indimenticabile! Mentre il mezzo pubblico attraversa la città, i ragazzi urlano: Guarda lo stadio! indicando il Camp Nou, lo stadio di calcio. Spesso Carlos con gli amici era venuto a tifare la sua squadra: il Barcellona. Carlos si ricorda soprattutto la partita Barcellona- Real Madrid, quando Pablo si era perso per andare a comprare dei pop corn. Dopo venti minuti il resto del gruppo era andato a cercarlo e aveva perso uno spettacolare goal di Messi. Finalmente ecco l`aeroporto: nell enorme struttura regna il frastuono più totale: al check-in ci sono delle attese lunghissime. Franco e la band si appostano in fila con i loro biglietti mentre Carlos imballa attentamente la sua preziosa chitarra elettrica che verrà recapitata direttamente nell`hotel. Buongiorno, in cosa posso esservi utile? chiede l`hostess gentilmente. Le corde del destino - pagina 16

Franco mostra i biglietti e domanda: Vorremmo dei posti vicini, se possibile. Certamente. Ecco i vostri biglietti, signor Rinaldi. Buon viaggio! risponde l`hostess. Poco tempo dopo lo speaker avvisa: Il volo Iberia 4289 Barcellona-Parigi decollerà tra 30 minuti. Franco sente subito l avviso e chiama i ragazzi: Veloci, il nostro aereo parte tra poco! Un ultimo controllo dei documenti e tutti salgono sul Boeing e si siedono ai loro posti. Carlos è felice, guarda fuori dal finestrino: il temporale è finito e il sole spunta dalle nubi plumbee creando uno spettacolare arcobaleno che inaugura l inizio del loro viaggio. Le corde del destino - pagina 17

9. All'hotel Eiffel Quando Leonardo entra nell albergo, rimane sbalordito. Al centro della hall alza gli occhi e vede un maestoso lampadario di cristallo settecentesco con i bracci ricoperti di pendenti luccicanti: le gocce di cristallo riflettono i raggi di luce creando dei giochi luminosi. Buongiorno, vorrei la chiave della stanza intestata a Rinaldi Leonardo chiede alla reception. Ecco a lei risponde, sorridendo, la signorina consegnandogli la chiave elettronica. Le auguro un piacevole soggiorno all hotel Eiffel. Si ferma un momento a pensare e si ricorda che l unica volta che era stato all estero, a New York con sua mamma, il numero di stanza era esattamente lo stesso: 213. Leonardo decide di non prendere l ascensore ma di salire le scale per dare uno sguardo all albergo. Le rampe sono tutte in marmo bianco di Carrara, coperte da un tappeto rosso e il corrimano è di ferro battuto, finemente decorato. La sua stanza è immensa: arredata con mobili d epoca e alle pareti sono appesi quadri dell Ottocento. Il letto è a una piazza e mezza: sembra confortevole. Leonardo non resiste alla tentazione di buttarcisi sopra e fare due salti per testare se realmente il materasso è comodo. In questo letto dormirò benissimo! pensa fra sé e sé. Vuole quindi chiamare la mamma per raccontarle del volo, ma dopo tre squilli sente una voce registrata: TIM messaggio gratuito, siamo spiacenti ma il suo credito residuo è pari a zero. Le consigliamo di ricaricare e di informarsi delle tariffe per l estero. Leonardo lancia il telefonino sul letto. Beh, non può andare tutto dritto, oggi borbotta da solo. Decide allora di scendere e andare a fare un giro per la città, così potrà comprare una ricarica e fare una passeggiata che certamente lo tranquillizzerà. Le corde del destino - pagina 18

E poi, sgranchirsi le gambe a Parigi è fantastico! sorride fra sé. Leonardo riprende il soprabito, riscende le scale e si tuffa, così, nel cuore della capitale. Le corde del destino - pagina 19

10. Uno strumento in meno I ragazzi si alzano dal letto ancora assonnati. José, con i segni del cuscino sul viso, cerca le sue morbide ciabatte sotto il letto. Pablo si alza dal letto e, non accorgendosi dello stipite della porta, ci finisce contro con il mignolo del piede destro e si butta a terra dopo aver lanciato un urlo da fare invidia a Tarzan. Diego, il solito sbadato, è entrato da molto tempo in bagno col cellulare e sta scrivendo a sua madre di quanto sia bella Parigi senza accorgersi che fuori in corridoio c è Juan che urla per poter prendere il suo posto: Diego, muoviti! Devo entrare! Finalmente Diego esce grattandosi la testa e Juan arrabbiatissimo gli urla: Era ora che uscissi; ti sei addormentato, per caso? Appena entrati in sala da pranzo tutti si lanciano sui vassoi delle brioches e cominciano a divorarne una dopo l'altra. Al gruppo mancano solo Carlos e Franco, i soliti ritardatari. Ciao Carlos lo saluta José mentre si mangia la quarta brioche. Carlos risponde con un cenno della testa: ha ancora troppo sonno per parlare. Sono ormai le nove e mezza di una splendida giornata di fine primavera; la band deve prendere un taxi al più presto possibile: alle dieci iniziano le prove. Per fortuna il taxi arriva quasi subito. Salgono in auto e partono per la sala registrazioni, che si trova non lontano del loro albergo. Arrivati, il gruppo rimane stupito: la sala prove è modernissima, insonorizzata con pannelli tecnologicamente molto avanzati. A terra i cavi sono nascosti da doppi pavimenti mentre dal soffitto scendono i faretti per l'illuminazione e vari microfoni. Il responsabile, dopo averli salutati, parla a loro come se si conoscessero da moltissimo tempo: José! Eccoti la batteria. Grazie mille! risponde lui, sentendosi subito a suo agio. Le corde del destino - pagina 20

Pablo! Eccoti la chitarra. Grazie, comincio ad accordarla anche se mi sembra a posto. Diego, il tuo basso è nella custodia accanto alla batteria. José, per le tastiere aiutami perché sono pesanti e da solo non ce la faccio. Tutti iniziano ad accordare e controllare lo strumento, tutti meno uno: Carlos. E la mia chitarra? chiede meravigliato. Non ci è arrivata nessuna chitarra per te risponde dispiaciuto il responsabile. Come no, c erano tutti i miei dati, non potete averla persa. E' impossibile! Mi dispiace, io non ho visto nessun pacco con il nome Carlos. José, ironico come sempre, gli sussurra in un orecchio: Carlos, sei il solito sfortunato e come al solito, per te non c è nulla! Ah, ah, ah! Carlos non si controlla più e inizia ad urlare: Non mi interessa della sfortuna e del tuo spiccato umorismo, José, a me interessa solo della mia chitarra! Hai capito, sì o no? Sciallati, Carlos, stavo solo scherzando cerca di tranquillizzarlo il batterista. C'è un attimo di forte tensione nell'aria: Carlos guarda l'amico con un'aria di sfida e José si allontana alzando le spalle. Va beh, cominciamo a suonare! continua. Ok, comincia pure José, ma ricordati che non puoi registrare senza di me: né tu, né gli altri. Carlos è agitatissimo e il litigio con l'amico l'ha reso ancora più nervoso. Lascia velocemente la sala e si reca in uno stanzino dove sa che nessuno lo può vedere e incomincia a piangere. Dopo un po' sente una mano che gli si appoggia sulla spalla: è una mano calda familiare, quella di suo padre. A tutto ciò c è una soluzione lo rassicura Franco. Cosa dici se Carlos alza gli occhi verso di lui, cercando di nascondere le lacrime: Cosa papà? Beh, potrei comprarti una chitarra nuova? conclude Franco che è pronto a qualsiasi cosa pur di accontentare il figlio. Dici davvero? Sì, Carlos, dico sul serio. Carlos improvvisamente ha un dubbio: sarebbe riuscito a suonare con una chitarra Le corde del destino - pagina 21

che non fosse la sua? Come se gli leggesse nel pensiero, il padre lo rassicura: Vedrai che andrà tutto bene, non ti accorgerai nemmeno della sostituzione. Ma ora devo andare conclude Franco Il tempo è poco e devo assolutamente trovare un negozio di strumenti musicali entro mezz'ora. Le corde del destino - pagina 22

11. Un giro per la città Mentre cammina per il Boulevard Champs Elysées, Leonardo intravede in lontananza l Arco di Trionfo e rimane incantato. Ovviamente non batterà mai la torre Eiffel riflette fra sé. Il suo pensiero si allontana momentaneamente da Parigi, riportandolo all Italia, all esame di storia dell arte prima di iscriversi all Università. Quanto tempo è passato, sembra un secolo. In realtà sono trascorsi solo due anni! Leonardo continua a camminare senza meta, un po triste: Parigi gli fa venire molta nostalgia. A un certo punto decide di fare una breve pausa in uno dei tanti caffè della città. Sceglie un tavolino vicino a una vetrata per poter continuare a osservare la gente che passa. Mentre sorseggia il suo caffè caldo, il suo sguardo si posa su una grossa e trasparente bolla blu. Di fronte al caffè sta iniziando ad esibirsi uno dei molti artisti di strada. Devo ammetterlo, questo clown è veramente bravo pensa fra sé e sé. L artista soffia all interno di una canna di bambù piena di sapone trasformando il tutto in bolle colorate che attirano tanti passanti, soprattutto bambini. Le ore passano velocemente fino a quando Leonardo guarda l orologio: Il tempo è volato senza che me ne accorgessi. Afferra la sua borsa e si dirige verso la stazione della metropolitana. Con il sudore che gli cola dalla fronte sale al volo sulla carrozza della linea 6 ed osserva i parigini seduti sui sedili, intenti nella lettura e in brevi conversazioni. Si guarda intorno e si ritrova osservato da volti sconosciuti provenienti da tutte le parti del mondo. Un ragazzo di colore ascolta la musica sull ipod mentre sorregge una baguette sotto il braccio. Che strani questi parigini! pensa Leonardo. Trova un posto a sedere sulla metropolitana e inizia a pensare al suo concerto. Domani arriverà il suo violino e potrà finalmente provare. Mille pensieri si accavallano nella sua mente fino a quando si accorge che è arrivato alla fermata del Louvre. Oh no, ho sbagliato fermata! realizza Leonardo in un secondo. Il ragazzo si Le corde del destino - pagina 23

alza di scatto, si precipita verso la porta che si sta chiudendo, e per un pelo riesce a scendere dal vagone della metropolitana. Corre quindi per raggiungere il binario che si trova di fronte e finalmente, dopo mezz ora, raggiunge esausto il suo hotel. Giunto in camera, senza neanche pensarci due volte, si affaccia alla finestra: il panorama è spettacolare ed è una bella consolazione dopo un'ora faticosa trascorsa nel metrò. Lo sguardo è attratto dalla torre Eiffel che si staglia luminosa nella buia notte senza stelle. Leonardo si gode pienamente lo spettacolo, senza fretta e, vinto dalla stanchezza, si distende sul letto e si addormenta sfinito in un sonno profondo. Le corde del destino - pagina 24