Due nuovi Tilt Shift: l innovazione di Canon

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Transcript:

Test MTF Due nuovi Tilt Shift: l innovazione di Canon Canon amplia la gamma dei suoi obiettivi decentrabili e basculabili con due modelli innovativi mm f/ e mm f/: la direzione del decentramento e l asse di rotazione del basculaggio sono indipendenti. La qualità è sorprendente. Canon è stata la prima ad introdurre degli obiettivi dotati sia di decentramento (shift) che basculaggio (tilt) che potessero essere utilizzati su un normale corpo reflex; ora ci propone due nuove realizzazioni ancora più versatili dei precedenti modelli. Prima di addentrarci nelle misurazioni è però utile spiegare a cosa servono decentramento e basculaggio Il decentramento e le linee cadenti Dovendo fotografare un edificio, nella stragrande maggioranza dei casi ci si trova nella necessità di ruotare la fotocamera verso l alto; dato che a questo punto il piano pellicola non è più parallelo al soggetto, viene introdotta nell immagine una deformazione prospettica, che si manifesta in un rimpicciolimento della parte superiore dell edificio. La conseguenza è che tutte le linee verticali appaiono convergenti verso l alto dell immagine: sono le così dette linee cadenti. Talvolta questo tipo di distorsione prospettica non disturba, tuttavia è sicuramente da evitare qualora si desideri una fedele documentazione fotografica del soggetto, come nella fotografia d architettura. Per superare quest inconveniente potremmo inquadrare l edificio nella sola metà superiore del fotogramma, senza ruotare la fotocamera verso l alto; dovremmo però utilizzare una focale più corta e questo comporterebbe una notevole perdita di risoluzione, in quanto il soggetto diventa più piccolo. La soluzione più professionale sta invece nello spostare il piano pellicola rispetto all asse ottico dell obiettivo, in modo da poter inquadrare tutto il soggetto, senza inclinare la fotocamera. Questa operazione è chiamata decentramento, in inglese shift, ed è normalmente eseguita su fotocamere a banco ottico; per poterla eseguire sul formato mm occorre utilizzare degli obiettivi appositamente costruiti, per l appunto i decentrabili. Esiste anche un altro metodo per correggere le linee cadenti: l elaborazione a computer. Possiamo riprendere l immagine ruotando la fotocamera, e poi usare opportuni software per deformare l immagine in senso opposto. Le linee cadenti scompaiono. Questo sicuramente riduce molto la necessità di ricorrere agli obiettivi decentrabili, ma non totalmente. Dobbiamo infatti considerare che l obiettivo non riuscirà a mettere a fuoco correttamente i punti più vicini del soggetto (base dell edificio) e quelli più lontani (tetto dell edificio) perché gli obiettivi mettono a fuoco un piano parallelo al sensore, e qui i piani sono tra loro inclinati. Quindi dovremo usare diaframmi molto chiusi, f/ o f/, che come i grafici MTF sempre rivelano, forniscono immagini decisamente inferiori a quelle ottenibili a diaframmi intermedi come f/. Dunque la soluzione più professionale risulta quella dell obiettivo decentrabile. Altri impieghi dello shift Benché la correzione delle linee cadenti sia di gran lunga la funzione più usata con gli obiettivi shift, dobbiamo registrare almeno

altre due situazioni di ripresa fotografica in cui il decentramento risulta insostituibile. La prima è quando nella scena da fotografare è presente uno specchio: se desideriamo evitare lʼimmagine della fotocamera allʼinterno dello specchio basta porre la fotocamera al di sotto dello specchio (o di lato), e quindi decentrare lʼobiettivo verso lʼalto (o lateralmente). La seconda situazione è la necessità di eliminare eventuali oggetti interposti tra fotocamera e soggetto; nel caso di un ostacolo posto sul bordo di sinistra, basta decentrare lʼobiettivo verso sinistra, eventualmente spostando la fotocamera sulla destra. Infine abbiamo la creazione di fotografie panoramiche, ottenibile eseguendo senza muovere la fotocamera montata su cavalletto scatti distinti, ciascuno con opposto decentramento, ottenendo quindi dalla sovrapposizione delle stampe unʼimmagine comparabile a quella di un formato xmm, fotografando con la fotocamera orizzontale ed un decentramento orizzontale di +/-mm. Il basculaggio Anche il basculaggio è un movimento di ripresa tipico delle macchine di grande formato, e consiste nel ruotare il piano pellicola (basculaggio posteriore) o lʼobiettivo (basculaggio anteriore) intorno ad un asse perpendicolare al normale asse ottico. Questo consente di mantenere a fuoco elementi del soggetto che si trovano a distanze differenti. Normalmente un surrogato a questa soluzione sta nel diaframmare lʼobiettivo, in modo tale che la profondità di campo consenta una sufficiente nitidezza degli elementi sia sul piano davanti che sul quello arretrato; purtroppo non sempre ciò è possibile, come nel caso di piani molto distanti tra loro. Inoltre talvolta può essere necessario sfruttare la scarsa profondità di campo delle maggiori aperture per isolare il soggetto dallo sfondo. In simili situazioni diventa indispensabile ricorrere al basculaggio, inclinando reciprocamente obiettivo e piano pellicola in modo opportuno. Lʼescursione di tilt e shift Mentre su apparecchi a banco ottico le escursioni sia del decentramento che dei basculaggi sono amplissime, sugli apparecchi reflex millimetri le possibilità sono fortemente limitate. Ciò è principalmente dovuto alle ridotte dimensioni del bocchettone dellʼinnesto obiettivi, pensato per ottiche normali, e non per obiettivi decentrabili. La combinazione di tilt e shift riduce ulteriormente il campo dʼazione dello shift. La lunghezza focale La lunghezza focale in un obiettivo decentrabile riveste una importanza non secondaria; gli obiettivi più corti, come quelli in prova, sono quelli che di solito risultano più utili nella maggior parte delle situazioni; in genere infatti cʼè lʼesigenza di fotografare edifici alti senza la possibilità di allontanarsi molto dal soggetto, e ciò rende problematico lʼuso di focali maggiori. Per contro la resa prospettica è leggermente falsata rispetto a quella dellʼocchio umano e quindi in certe occasioni può essere utile utilizzare, per una resa più fedele, una focale più lunga come quella del Canon TS-E mm f/.. I problemi ottici La realizzazione di un obiettivo shift, e ancor più di un obiettivo tilt shift, crea problemi ottici considerevoli, in quanto occorre progettare degli obiettivi con una copertura angolare decisamente superiore a quella abituale del formato mm; infatti se normalmente il punto più distante dallʼasse ottico è a.mm, con un decentramento di millimetri in verticale, il punto più distante dellʼimmagine arriva ad essere mm, con un diametro di copertura richiesto di mm. Questo crea non pochi problemi sia per la correzione delle aberrazioni che influenzano la nitidezza dellʼimmagine ai bordi, sia per la correzione della distorsione e della vignettatura. Un ulteriore problema insito nella progettazione di un obiettivo decentrabile è che la presenza del meccanismo di shift, ed eventualmente di tilt, toglie spazio prezioso per la collocazione delle lenti posteriori, che risultano quindi più avanzate rispetto a quelle di un obiettivo tradizionale. Lʼautofocus e gli automatismi Uno dei maggiori inconvenienti a cui si va incontro utilizzando gli obiettivi decentrabili è lʼassenza dellʼautofocus. Canon esclude tassativamente lʼuso del sistema autofocus a rilevazione di fase con questo tipo di obiettivo. Probabilmente il problema sta nellʼincapacità da parte dei sensori di lavorare con i raggi obliqui provenienti dallʼobiettivo decentrato. Quindi non è possibile neppure usare le indicazioni di esatta messa a fuoco presenti nel mirino, ma bisogna fidarsi della propria vista. Le cose migliorano decisamente con lʼutilizzo del Live View, grazie alla presenza del controllo della messa a fuoco a rilevazione del contrasto. In questo caso quando la fotocamera segnala che il soggetto è a fuoco, possiamo essere sicuri della correttezza dellʼindicazione. Attendiamo quindi una

prossima versione di questi obiettivi con il motore AF. Anche gli automatismi d esposizione devono essere usati con cautela quando l obiettivo è decentrato, in quanto si possono avere errori nella lettura esposimetrica. Conviene quindi eseguire la misurazione con l obiettivo non decentrato e poi, una volta sistemata l inquadratura, eseguire lo scatto in manuale. La nuova costruzione meccanica: la doppia rotazione La grande novità introdotta da Canon su questi due nuovi modelli è la totale indipendenza tra la direzione del decentramento e l asse di rotazione del basculaggio. Questo facilita molto le riprese quando i due effetti devono essere utilizzati in modo combinato. Sia sui nuovi modelli che su quelli di precedente progettazione è presente un sistema per far ruotare di gradi (con step di ) l obiettivo rispetto all innesto della fotocamera. Ciò è indispensabile per consentire il decentramento sia in verticale che in orizzontale, e lo stesso dicasi per il basculaggio, che potremmo volere intorno all asse verticale o intorno all asse orizzontale. Quello che i precedenti modelli non consento è di scegliere una direzione arbitraria per il decentramento ed un altro asse arbitrario per il basculaggio: se si sceglie l asse verticale per il decentramento, intorno allo stesso asse deve forzatamente avvenire il basculaggio. Sui nuovi modelli invece è stato inserito un secondo sistema di rotazione, tra il meccanismo di decentramento e quello di basculaggio: a questo punto i due movimenti sono totalmente disaccoppiati e la libertà d inquadratura è totale. Ovviamente introdurre tutti questi movimenti non è stata un impresa da poco, sia dal punto di vista meccanico, in quanto lo spazio a disposizione è davvero ridotto, né dal punto di vista ottico, in quanto è stato necessario aumentare ulteriormente la distanza tra la lente posteriore ed il piano focale. Tra i due movimenti sicuramente il più facile da realizzare meccanicamente è il decentramento, basato su una normale slitta a coda di rondine; decisamente complessa invece la slitta cilindrica del basculaggio. Le regolazioni avvengono tramite due manopole, la più grossa delle quali è dedicata al basculaggio; entrambi i movimenti sono dotati di una rotella di frizione, per bloccare lo spostamento in qualsiasi posizione; il basculaggio ha anche una levetta per bloccare la slitta nella posizione centrale. Lo shift è stato aumentato di circa millime- tro ed arriva ora a +/- mm: questo significa che è stato anche aumentato il diametro del cerchio di copertura ottica. Il basculaggio invece è diverso per i due obiettivi: +/- per il TS-E mm, mentre +/- per il TS-E mm. Va segnalato che questi limiti di riferiscono alla presenza di un solo effetto; la combinazione dei due infatti, benché meccanicamente possibile, può introdurre vignettatura, in quanto può portare ad angoli di incidenza superiori ai limiti previsti. La costruzione meccanica è eccellente per entrambi gli obiettivi, con un ottima ghiera di messa a fuoco manuale, con un angolo di rotazione di circa per il mm e di per il mm, con chiare scale per le distanze di messa a fuoco e per la profondità di campo. Va segnalata infine la presenza di un trattamento superficiale particolare, denominato SWC (Sub Wavelenght Coating), molto simile al Nano Crystal Coat di Nikon, che consente di minimizzare il flare. Entrambi gli obiettivi sono corredati di borsa floscia. Formato ridotto Un ulteriore aspetto che va considerato è l utilizzo di questi obiettivi sul formato ridotto delle fotocamere APS-C. Se da un lato abbiamo l effetto (non sempre gradito) di un aumento della focale relativa equivalente di,x, dall altro abbiamo un aumento dell effetto di decentramento; se su un sensore full frame, largo quindi mm, i mm del decentramento presente costituiscono il % del formato, sul sensore APS-C di Canon corrispondono a circa il % del formato. Canon TS-E mm f/ L II E questa la seconda versione del TS-E mm, già provato sul fascicolo di novembre di Tutti Fotografi. L obiettivo appare decisamente più complesso dal punto di vista ottico: se nel precedente modello avevamo lenti, ora esse sono diventate ben,

CANON TS-E mm f/ L II Centro Studi Progresso Fotografico NITIDEZZA - MTF su Canon D o pellicola, mm Giudizio: eccellente..., X (eq. ) Num. serie Costruzione elementi, gruppi Fuoco min.. m (,x) Innesto Canon Filtri Diametro Lunghezza Peso ø mm mm. mm g La definizione dei bordi è davvero sorprendente per un grandangolare. Perfetta poi la correzione della vignettatura, precisissimo il diaframma e buona anche la correzione della distorsione. Anche se non abbiamo provato l obiettivo con decentramento, l eccezionale qualità dui bordi estremi, lascia presagire una buona tenuta anche al di fuori del formato x. Ottima la resa anche sui formati ridotti. su Canon D Mark III Giudizio: eccellente..., X (eq. ) su Canon D o D... DISTORSIONE, mm + % % - % Giudizio: molto buono, X (eq. ) + % % - %, X (eq. ) + % % - % VIGNETTATURA, mm, X (eq. ), X (eq. ) DIAFRAMMA, mm -., X (eq. ) -., X (eq. ) -.

CANON TS-E mm f L NITIDEZZA - MTF su Canon D o pellicola, mm..., X (eq. ) Num. serie Costruzione elementi, gruppi Fuoco min. m (,x) Innesto Canon Diametro Lunghezza Peso. mm. mm g Eccezionale la correzione della distorsione, davvero sorprendente per un obiettivo di focale così corta. Anche la nitidezza è molto elevata: abbiamo una leggera differenza tra le prestazioni al centro ed ai bordi, ma si tratta di una differenza estremamente contenuta per un mm, e comunque con dei livelli generali di nitidezza estremamente elevati. Inesistente la vignettatura e molto preciso il diaframma. Buone le prestazioni anche sui formati più piccoli. su Canon D Mark III Giudizio: molto buono..., X (eq. ) su Canon D o D Giudizio: buono... Centro Studi Progresso Fotografico DISTORSIONE, mm + % % - %, X (eq. ) + % % - %, X (eq. ) + % % - % VIGNETTATURA, mm, X (eq. ), X (eq. ) DIAFRAMMA, mm -., X (eq. ) -., X (eq. ) -.

Prezzi Canon TS-E mm f/ L II:. Canon TS-E mm f/ L:. Distribuzione: Canon Italia, Via Milano, San Donato Milanese (MI) Tel. /. - www.canon.it raccolte in gruppi, con una lente asferica, interamente in vetro, e tre elementi in vetro UD (Ultra Low Dispersion) per limitare le aberrazioni cromatiche. Il diaframma ha lamelle. Le dimensioni dell ottica sono aumentate notevolmente: la lunghezza è superiore di circa cm (a causa del maggior ingombro del sistema di decentramento) ed il diametro è cresciuto di circa un centimetro; anche l attacco dei filtri è passato dai mm a mm, ma ciò risulta vantaggioso perché un filtro di grande diametro riduce il rischio di vignettatura, con l ottica decentrata. Ovviamente anche il peso è aumentato, di ben grammi, ed ora è di grammi. A corredo è fornito un paraluce in plastica rivestito internamente di nylon antiriflesso; è di grande diametro, ma molto corto, e di fatto la sua protezione è minima; non è però possibile utilizzare niente di meglio, pena l introduzione di vignettatura quando si effettua il decentramento. Siamo di fronte ad un obiettivo davvero splendido. La nitidezza non solo è nettamente superiore a quella del modello precedente, ma è superiore a quella di tutti gli altri mm Canon. La definizione dei bordi è davvero sorprendente per un grandangolare. Perfetta poi la correzione della vignettatura, precisissimo il diaframma e buona anche la correzione della distorsione. Anche se non abbiamo provato l obiettivo con decentramento, l eccezionale qualità ai bordi estremi lascia presagire una buona tenuta anche al di fuori del formato xmm. Canon TS-E mm f/ L Costruttivamente è molto simile al mm, sia nel blocco meccanico per il decentramento ed il basculaggio, che nella ghiera di messa a fuoco. Si distingue però subito per la presenza di una lente frontale molto sporgente, quasi semisferica. Per proteggerla Canon ha realizzato un apposito coperchietto cilindrico; di fatto però risulta molto esposta durante le riprese e l obiettivo va trattato con cura. E la prima volta che Canon si cimenta nella realizzazione di un decentrabile così corto, nonostante la sua evidente grande utilità in ambito architettonico; il problema principale da superare in un obiettivo di questo tipo è la caduta di qualità ai bordi, che nei grandangolari così spinti è sempre presente e tende ovviamente ad aumentare se si espande ulteriormente la copertura angolare per introdurre gli effetti di decentramento e basculaggio. La distorsione poi deve rimanere su livelli contenuti, e non è un impresa semplice con le focali molto corte. Anche in questo caso Canon ha dunque utilizzato uno schema ottico di particolare complessità, con una lente frontale asferica di grande diametro ed addirittura con lenti UD a bassissima dispersione. In tutto si arriva a lenti in gruppi, anche in questo caso con un diaframma a lamelle. Non possono essere montati filtri per la forte sporgenza della lente frontale, e non è fornito alcun paraluce. La distanza minima di messa a fuoco è di, metri. Quello che ci ha sbalorditi di questo obiettivo è l eccezionale correzione della distorsione: nelle specifiche del costruttore questa caratteristica viene messa in particolare evidenza, ma non ritenevamo che si potesse giungere ad un tale livello di correzione con un mm: - % ai bordi, meglio del TS-E mm! Anche la nitidezza è impressionante. Qui è possibile notare una maggiore differenza tra le prestazioni al centro ed ai bordi, ma si tratta di una differenza estremamente contenuta per un mm, e comunque con dei livelli generali di nitidezza estremamente elevati. Inesistente la vignettatura e molto preciso il diaframma. Sergio Namias Centro Studi Progresso Fotografico