LE LIRICHE DA CAMERA DI GIACOMO PUCCINI

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Conservatorio di Musica «L. Perosi». Campobasso Triennio Sperimentale «Repertori Vocali da Camera» Anno Accademico 2003 2004 Sessione invernale Elaborato delle discipline: Storia della musica da camera dell 800, Storia della poesia per musica, Analisi musicale, Estetica musicale, Critica del testo musicale, Armonia, Elementi di Discografia LE LIRICHE DA CAMERA DI GIACOMO PUCCINI Docenti: Barbara Lazotti Piero Niro Luigi Pecchia Elisa Petone Studente : MAURA MINICOZZI 1

ESTRATTO INDICE Capitolo I 1.1. Contesto storico 1.2. La romanza da camera 1.3. Puccini e il suo tempo 1.4. La romanza da camera in Giacomo in Puccini Capitolo II 2.1. La vita e la produzione di G. Puccini 2.2. Giovinezza e maturità Capitolo III 3.1 Le liriche da camera 3.2 Fonti bibliografiche 3.3 Analisi delle liriche Bibliografia 2

Traduzione del testo: Michael Kaye, The Unknown Puccini, Oxford University Press, 1987 1.3. Puccini e il suo tempo Contestato dalla critica italiana del suo tempo come rappresentante di una piccola borghesia desiderosa di identificarsi in un proprio sentimentalismo, Puccini scontò a lungo l ostilità di una classe intellettuale pseudo-elitaria imbevuta di pregiudizi. Ancora oggi la sua drammaturgia musicale non è sempre giudicata obiettivamente, ma suscita simpatie o antipatie, o ancor peggio, semplicistiche rivalutazioni che lo vedono precursore del ritorno allo spettacolo di massa, dopo il tramonto delle avanguardie. Per capire Puccini occorre occuparsi meno delle sue storie di donne, o del prorompente fascino delle sue melodie, e guardare in modo più approfondito alla costruzione dei suoi lavori, all orchestrazione, alla puntualissima tessitura dei temi ricorrenti: tutti elementi che concorrono a produrre l enorme impatto che il suo teatro esercita tuttora sui pubblici di tutto il mondo. Il panorama culturale musicale in cui si svolse l'attività artistica di Puccini è alquanto vario e composito. Egli si trovò immerso in un ambiente culturale formato da numerose tendenze e concezioni artistiche diverse: il verismo, la scapigliatura, l'opera francese, le opere di Giuseppe Verdi e di Richard Wagner, non ultima l'influenza di Ponchielli, suo maestro e sostenitore negli anni di conservatorio. 3

L'opera verista italiana può trarre le sue origini dagli orientamenti di un precedente genere operistico francese, oscillante fra i due poli della Carmen di George Bizet e la Manon di Jules Massenet, tendente a realizzare nel campo melodrammatico, le esperienze realistiche già felicemente applicate, da Vittoriano Sardou e da Alexander Dumas figlio, al dramma borghese in prosa. Reminiscenze di un romanticismo alquanto addomesticato, concretizzavano questo realismo in un tipo di opera storico-verista o romantico-verista di limitati ideali estetici, ma connotato di forti tinte drammatiche e di gesti teatrali profondamente emotivi. Questo verismo si basava sul sicuro effetto sugli spettatori, affascinati dalle capacità vocali, strumentali, dagli intrecci romanzeschi e dalle suggestioni sceniche. L'accento umano, il potere emotivo, la forza drammatica prorompente e scenicamente ordinata del primo Verdi, fanno posto a un torrente travolgente di melodie e un approfondita ricerca psicologica dei caratteri 1. Quando il giovane Puccini entrò come allievo al Conservatorio di Milano, il suo curriculum culturale era sostenuto da una sostanziosa pratica acquisita nell'esercizio delle funzioni religiose della sua città; infatti la carica di organista si tramandava di generazione in generazione nella famiglia Puccini. Vantava tra i suoi ascendenti 1 Nella Trilogia romantica di Rigoletto, Trovatore e Traviata, i fondamentali sentimenti umani di amore, odio, dolore, trovano nella musica di Verdi una collocazione e una sistemazione stilisticamente unitaria. Fu però il Falstaff, praticamente costruito su una mobile successione di recitativo e arioso, che diede a Puccini la definitiva conferma di quale fosse il modo migliore di evadere dalle costrizioni dell'opera divisa in arie, duetti e concertati, per creare un organismo unitario e coerente. 4

musicisti di fama che avevano avuto rapporti artistici con grandi nomi, quali padre Martini e Luigi Boccherini. Amilcare Ponchielli, maestro e sostenitore di Puccini nel Conservatorio milanese - il cui merito fu l'aver saputo imporre una concezione artistica stilisticamente valida in un periodo storico in cui predominava la sfolgorante stagione di due colossi quali Verdi e Wagner - seppe trasfondere ai suoi allievi, tra cui Puccini alcuni dei suoi tipici atteggiamenti come il declamato drammatico, il commento orchestrale, i concertati e i gli stretti finali. Pur essendo considerato epigono di Verdi, Ponchielli in effetti lo era di Gaetano Donizetti, del quale studiava le partiture, quando era studente al Conservatorio, trascorrendo intere giornate nella biblioteca 2. Con l'edgar, Puccini doveva molto al George Bizet della Carmen, al Verdi del Trovatore, al Ponchielli de La Gioconda, ma seppe reggere all'impeto drammatico delle situazioni sceniche, adattandovi lo slancio melodico con straordinaria flessibilità e disponibilità. Il contatto di Puccini col mondo wagneriano avvenne nell'estate del 1889 quando fu mandato da Giulio Ricordi a Bayreuth per operare gli opportuni tagli al Meistersinger onde poterlo adattare al gusto dei milanesi. Questo rispondeva anche al desiderio di Ricordi di mettere 2 E' testimonianza di ciò la dedica a Donizetti di una cantata nella quale trasfuse con naturalezza i canoni fondamentali della composizione musicale, facendone dono prezioso ai suoi allievi. Victor Hugo affermava che i migliori maestri di ogni tempo sono gli esempi, e Ponchielli, da questo punto di vista, fu esemplare. 5

Puccini in contatto con un altro ambiente musicale e acquistare esperienza nelle cose di teatro. 1.4. La romanza da camera in Giacomo Puccini Puccini si accostò occasionalmente alla romanza da camera, genere in cui non veniva espressa al meglio la sua indole teatrale. Tuttavia ci sono giunte alcune liriche per voce e pianoforte che sono degne della massima attenzione. Va ricordata, ad esempio, la deliziosa ninnananna E l uccellino su versi di Renato Fucini, forse la sua pagina migliore per semplicità e spontaneità melodica, mentre, alla poesia di Felice Romani, è legata la romanza Mentìa l avviso, i cui versi, tratti dal melodramma La solitaria delle Asturie, ispirarono il compositore per una bella melodia che confluirà poi in Manon Lescaut. Versi di Enrico Panzacchi stimoleranno la fantasia pucciniana per la romanza Terra e mare. Nel 1883, pubblicata sul periodico Musica Polare dell editore Sonzogno, apparve la romanza Storiella d amore su testo di Antonio Ghislanzoni, una lirica strofica ricalcata dall episodio di Paolo e Francesca dell Inferno dantesco. Tipica romanza da salotto, pubblicata a Genova sul periodico artistico-musicale «Paganini», è Sole e amore, definita mattinata, probabilmente su testo dello stesso Puccini; la romanza fu poi dedicata nel 1906 a Tosti, in occasione del suo sessantesimo compleanno. 6

Di Renato Fucini è la lirica Avanti Urania, una pagina d occasione composta a Torre del Lago nel 1896 per il varo di uno Yacht appartenente al marchese Carlo Ginori-Lisci. Ancora una pagina d occasione è un foglio d album su testo di Luigi Illica, Canto d anime, scritta su commissione di Alfred Michaelis per la sede milanese della Grammophone Company nel 1903, cui collaborarono anche Pietro Mascagni con Ascoltiamo (testo di Guido Menasci), Alberto Franchetti con Verso l aurora (testo dello stesso L. Illica), Ruggero Leoncavallo con Mattinata (sempre su versi di Illica) e Umberto Giordano con Crepuscolo triste (versi di Romeo Carugati). Ancora una composizione occasionale è Casa mia, casa mia!, ispirata al famoso detto popolare, che Puccini compose per l amico Edoardo de Fonseca a Torre del Lago nel 1908. Su testo di Giuseppe Adami è la romanza Morire?, in cui il tema della morte, drammaticamente contrapposto alla vita, è espresso efficacemente con una semplice dolente melodia. LE LIRICHE DA CAMERA CAPITOLO 3 A nessuno verrebbe di dire che le liriche di Puccini sono il suo lavoro più importante, infatti il suo talento si esprime esclusivamente nel teatro, come amava anche lui ripetere. Ma ogni lavoro di un artista, 7

anche se minore, è una fonte di conoscenza ulteriore che ci avvicina alla sua vita e al suo pensiero. Le liriche non sono state scritte tutte insieme, ma sono state composte per occasioni particolari: alcune per un evento privato e qualcuna, come l Inno a Roma, per un evento di Stato, con la partecipazione dei componenti della famiglia reale 3. A volte lo stesso Puccini si divertiva a scrivere testi, piccole burle per gli amici, come ad esempio il testo di Morire? composta durante la prima guerra mondiale, in un periodo di grande depressione. Le liriche sono spesso autobiografiche, perché, come già detto, si riferiscono ad eventi specifici, sia perché riflettono un particolare stato d animo, un momento, breve o lungo, della vita privata del compositore. Si tratta di lavori minori, però mai banali, senza vita o noiosi. Durante la sua carriera, egli esitava a scrivere musica che non fosse connessa con il teatro, dove sapeva che il suo genio creativo poteva essere recepito meglio. Non ho mai scritto un Lied o una romanza. Ho bisogno della grande finestra del palcoscenico, è lì che mi sento a mio agio 3 Spesso questi piccoli brani erano un pegno di amicizia: è il caso di Avanti Urania!, scritta per il varo della nave del suo compagno di caccia il Marchese Carlo-Ginori Lisci o della delicata ninnananna E l uccellino per il piccolo Memmo Lippi, nato subito dopo la morte del padre, un altro degli amici lucchesi di Puccini. 8

Quando viaggio non posso vedere un panorama o ascoltare una parola senza pensare ad una possibile situazione drammatica. 4 Cosa avrei mai fatto se non avessi avuto successo con la mia opera? Insegnare? Che cosa? Come avrei potuto se non so niente? Suonare l organo? Con le mie mani goffe? Direttore d orchestra? Sono tanto autoritario che i musicisti avrebbero finito per suonare il tamburo sulla mia pancia! A quest ora sarei morto di miseria ed affanni, soprattutto a causa della tenera sensibilità che mi ha sempre dominato. 5 Alcuni brani sono lavori da studente, altre liriche da salotto sono state pubblicate per la prima volta in periodici ormai chiusi, come supplementi a riviste ben conosciute o come edizioni speciali. Gli editori italiani amavano chiamare queste edizioni speciali come numero unico, che offrivano come premio agli abbonati o in onore di specifici eventi. Le liriche appartenenti al suo periodo più prolifico, quello de La Bohème, Tosca e Madama Butterfly (1896-1904), sono state scritte per gli amici. Canto d anime fu composta espressamente per la nascita del grammofono. In E l uccellino e in Terra e mare, Puccini raggiunge la finezza di un perfetto autore di canzoni, infatti ogni 4 Citato da Michel Georges Michel in Un demi-siécle de gloires théatrales (Parigi: André Bonne, 1950). 5 Lettera a Carlo Paladini del 26 novembre 1920 in Paladini, Giacomo Puccini, pp. 150 51. 9

canzone riflette lo stadio di sviluppo del suo personale linguaggio musicale. Le liriche da salotto risalgono a diversi periodi della vita del compositore: le juvenilia sacre e profane furono scritte tra il 1875 ed il 1880 a Lucca; le composizioni ed i lavori come studente a Milano tra il 1880 ed il 1884; brani occasionali dedicati agli amici furono scritti tra il 1888 ed il 1899, dopo aver raggiunto il primo grande successo con l opera; i lavori della maturità furono scritti a Torre del Lago dal 1902 al 1919. Il Requiem, composto in memoria di Giuseppe Verdi nel 1905, e l Inno a Roma (1919), originariamente scritto per voce e piano, ma meglio conosciuto negli arrangiamenti per più voci e strumenti. Negli anni passati sui titoli e i brani attribuiti a Puccini c è stata molta confusione 6, è stata erroneamente citata anche la paternità dei testi di alcune canzoni!!!!. Ad esempio, Carlo Abeniacar, autore, giornalista, amico e compagno di caccia scrisse la poesia per l Inno a Diana di Puccini, una lirica che non ha nulla a che vedere con l Inno a Roma, per cui il poeta e drammaturgo Fausto Salvatori fornì il testo. È comune leggere nella letteratura su Puccini che Salvatori (o Salvadori) era uno pseudonimo di Abeniacar o che Puccini scrisse i testi per Storiella d amore e Salve del ciel Regina. C è anche un sorprendente numero di incongruenze nelle date delle canzoni in vari cataloghi dei lavori di Puccini. 6 La canzone intitolata Ditele, che la maggioranza dei discografici ascrivono a Puccini non è affatto sua. 10

3.2. Le fonti bibliografiche La più grande collezione di manoscritti dati da Puccini all Istituto Musicale Boccherini nel 1901 è, secondo il bibliotecario Giulio Battelli, attualmente in possesso della Fondazione Puccini di Lucca. Altri manoscritti sembrano perduti, dato che nel 1983, la biblioteca del Conservatorio di Milano fu incapace di localizzare i pezzi autografati di Melanconia e i Solfeggi per voce e piano. Altri sono alla biblioteca Morgan (Inno a Diana, [Casa mia, casa mia], abbozzi interessanti di Le Villi, La fanciulla del West, e sezioni di Edgar, La Bohème e Madama Butterfly), alla biblioteca Sibley della Scuola di musica Eastman, alla biblioteca Mugar dell Università di Boston (Avanti Urania!) 7. Una copia di presentazione del manoscritto di E l uccellino e una romanza non pubblicata intitolata Ah! Se potesse si pensano esistere in collezioni private. I luoghi in cui si trovano i manoscritti Canto d anime e Morire? rimangono sconosciuti. Puccini ha spesso riutilizzato parti delle sue liriche nelle sue opere. Secondo Arnaldo Fraccaroli, uno dei primi biografi del compositore, Puccini diceva di questa sua abitudine: «Dopo tutto, per la verità, dov è il furto? Ho rubato a me stesso. Sono un ladro? Sarei anche la vittima». Malgrado non necessari per una comprensione più 7 M. Kaye ha osservato alcune lettere di Puccini precedentemente conosciute solo nelle traduzioni pubblicate sui libri, tra gli altri, del Fiorentino, Marek e Seligman sono state offerte di recente in vendita da vari distributori i pezzi autografi a New York. 11

profonda dei metodi di lavoro di Puccini, questo rubare a se stesso è spesso affascinante. Alcuni degli esempi più importanti si ritrovano nella Manon Lescaut, in cui il recitativo e l aria Mentìa l avviso, per tenore e piano, scritta nel 1883 come parte del suo esame finale al Conservatorio di Milano, divenne il famoso Donna non vidi mai di Des Grieux. Ne La Bohème, la canzone Sole e amore del 1888 fu usata come base per il quartetto che chiude il terzo atto. In Tosca e Madama Butterfly, risuonano alcuni echi delle canzoni Avanti Urania! e Inno a Diana. In Gianni Schicchi, il Canto d anime del 1904 è stato utilizzato come prototipo per Firenze è come un albero fiorito di Rinuccio. Morire? ha dato un doppio contributo sia ad un album venduto per beneficenza a favore della Croce Rossa Italiana, sia come aria d ingresso di Ruggero nella seconda versione de La Rondine. Non si trattava di una perdita di ispirazione melodica. Probabilmente egli voleva ascoltare queste parti che sceglieva di prendere in teatro, dove la bellezza della musica scritta in precedenza e l orchestrazione che poteva creare per loro le avrebbe fatte risaltare in modo maggiormente espressivo. Puccini fu un prolifico scrittore di lettere. In aggiunta alla copiosa corrispondenza d affari egli non esitava a prendere carta e penna per comunicare agli amici i suoi piani di caccia, l itinerario dei suoi viaggi, per suggerire la revisione di certe scene scritte da uno dei suoi librettisti o per condividere uno dei suoi poemi con un amico o un parente. Qualche volta le sue lettere assumono la forma di poche note musicali. 12