1. LA STORIA DEI CAMPI FLEGREI L area di intervento è localizzata nel comune di Monte di Procida, situato a nord ovest della Campania, uno dei comuni che rientrano nel sistema territoriale dei Campi Flegrei, un area vulcanica della Campania formata da una serie di vulcani cresciuti all interno di una caldera. L attività vulcanica della zona a Nord-Ovest di Napoli inizia intorno a 150.000 anni fa, prima sull isola di Ischia e successivamente sull isola di Procida, mentre nei Campi Flegrei le prime manifestazioni sono avvenute probabilmente più tardi e in ambiente sottomarino. L area deve essersi poi lentamente sollevata. Intorno ai 12.000 anni fa un altra grossa eruzione, o una serie di eruzioni, sconvolsero la zona, il deposito di questa fase eruttiva è chiamato Tufo Giallo Napoletano. Dopo questa eruzione l area collasso, formando la caldera dei Campi Flegrei. Intorno a 6.000 anni fa la parte centrale dei Campi Flegrei cominciò a sollevarsi, questo movimento del suolo è testimoniato a Pozzuoli da uno strato di sedimenti marini rialzato sopra il livello del mare di circa 40 metri. 1
Fra i 4.500 e i 3.500 anni fa l attività eruttiva ritornò intensa e successivamente seguì un lungo riposo e il suolo, nella parte centrale dei Campi Flegrei, si abbassò lentamente. In epoca romana gli edifici che si trovavano lungo la costa furono lentamente sommersi e, intorno al IX secolo d.c., la città di Pozzuoli giaceva sommersa sotto un braccio d acqua. Questo fenomeno, cui venne dato il nome di bradisismo (termine che deriva dal greco e che significa lento movimento del suolo), è probabilmente legato al progressivo riaggiustamento del sottosuolo causato dall emissione dei grandi volumi di magma avvenuti nelle eruzioni precedenti. Nel 1536 si cominciarono ad avvertire dei terremoti nella città che divennero continui e violenti nell ultima settimana del 1538, il mare parve ritirarsi in prossimità del lago d Averno. Vicino al mare si formò un rigonfiamento dal quale fuoriusciva acqua fredda. Rapidamente quest acqua si trasformò in una nube di vapore mista a fango che si innalzava nel cielo formando una caratteristica colonna a fango. In pochi giorni l eruzione costruì una montagnola alta circa 130 metri che venne chiamata Monte Nuovo. Questo episodio rappresenta l ultimo evento eruttivo dei Campi Flegrei. 2
2. IL CONTESTO DEI CAMPI FLEGREI Il Comune di Monte di Procida, assieme ai Comuni di Pozzuoli, Bacoli e Quarto, compone il Sistema Territoriale dei Campi Flegrei. I Campi Flegrei rappresentano uno dei territori più ricchi della Regione Campania, un sistema territoriale fortemente integrato in cui convivono risorse naturali, culturali, storiche ed archeologiche. L origine del nome Campi Flegrei, dal greco phlegraios = ardente, deriva dall attività vulcanica che ha da sempre caratterizzato questi luoghi. Un paesaggio estremamente dolce e vario caratterizzato da collina e pianura, dai molto crateri spenti, dalle coltivazioni agricole, dalla macchia mediterranea, dalla presenza di laghi, nonché dalla eccezionale linea costiera. L accoglienza e la bellezza di questo territorio hanno favorito l insediamento di nuclei urbani fin dall antichità, pensiamo alla antica città della Magna Grecia, Cuma Eubea, e alla fondazione della città Dicearchia da parte dei profughi dell isola greca di Samo suò promontorio dell attuale Rione Terra di Pozzuoli. È soprattutto l età romana a donare maestosità e fama internazionale ai Campi Flegrei. In epoca romana Pozzuoli divenne il principale porto commerciale di Roma, con un area di gravitazione rappresentata dall intero 3
mediterraneo; Miseno e Lucrino divennero i porti militari e Baia luogo di villeggiatura e di tempo libero. Lo sviluppo commerciale rese forte l immagine flegrea, al punto da far acquisire a Pozzuoli il soprannome di Piccola Roma. Le sorgenti termali, inoltre, permisero di trasformare l area in esclusivo luogo del benessere della Roma imperiale. Questo territorio ha ispirato nel corso dei secoli la creatività di poeti e scrittori ereditando un patrimonio storico ed archeologico inestimabile ed unico al mondo. In seguito alla caduta di Roma inizia per i Campi Flegrei un periodo di eclissi: le necropoli vennero abbandonate, i templi distrutti dai Barbari e dai Saraceni ed anche la natura, con il bradisismo, completò l opera di distruzione. Nel medioevo l immagine dei Campi Flegrei si presentava totalmente diversa rispetto agli altri territori campani. Infatti, la tendenza in questo periodo fù quella dell abbandono delle campagne e del rifugio in collina sotto la sorveglianza di castelli e abbazie. Nel corso del 900, il susseguirsi dei fenomeni bradisismici, il processo di forte industrializzazione dell area, ed in seguito la crisi della Grande Industria hanno portato ad un progressivo abbandono delle risorse endogene ed una perdita d identità dell intero territorio. Tuttavia, nonostante le travagliate vicende delle quali il territorio flegreo è stato 4
testimone, questi luoghi continuano a conservare la loro naturale bellezza e suggestività. I Campi Flegrei costituiscono un unicum inscindibile. I valori che caratterizzano quest area hanno determinato, negli anni 50, la scelta di vincolare ai fini della tutela paesaggistica (Legge1497/39) l intero territorio dei Comuni di Bacoli, Monte di Procida e Pozzuoli. Un minore grado di tutela interessa il Comune di Quarto. 5
3. IL PATTO TERRITORIALE DEI CAMPI FLEGREI È nei primi anni 90 che, superata la fase dell emergenza collegata alla forte crisi bradisismica del 1983, comincia a crescere la diffusa convinzione che nell area Flegrea, accanto ai molti problemi irrisolti si concentrino anche un gran numero di opportunità di sviluppo ancora inespresse attorno al grande tema dei Beni ambientali, culturali, paesaggistici, storici e scientifici, in virtù della forte unitarietà territoriale, della riconoscibilità internazionale del territorio, della capacità potenziale di attrarre flussi di turismo culturale. Questa crescente consapevolezza ha consentito di disegnare una strategia di sviluppo possibile, e sostenibile, fortemente concertata. Nel giugno del 1996 si avvia, con questi presupposti, il processo di formazione del Patto territoriale dei Campi Flegrei. Nei primi mesi del 1998, i Consigli comunali flegrei Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli e Quarto (più Procida) e la Provincia di Napoli approvano unitariamente il Documento di Indirizzi del Patto, risultato di un processo di animazione e concertazione tra i più ampi e qualificati registrati in Italia. Il Partenariato socio economico, molto attivo e partecipe, raccorda più di 220 Soggetti promotori; praticamente tutta la più interessante realtà socio economica dell area: 6
comuni, parti sociali, grandi e piccole imprese, associazioni ambientalistiche e di categoria, università ecc. L Idea guida del Patto territoriale sanciva così, in modi e forme ampiamente condivise, un nuovo destino condiviso dell area flegrea, ovvero: il perseguimento di uno sviluppo economico e sociale basato sulla tutela e sulla valorizzazione in chiave turistica qualificata delle grandi risorse archeologiche, paesistiche, naturalistiche, termali, e del grande know how scientifico ereditato dalle grandi industrie e dai centri di ricerca presenti nell area. La sottoscrizione del Documento di Indirizzi rappresentava la nascita di un nuovo Progetto collettivo foriero di risultati positivi forse più di qualsiasi pianificazione a tavolino, dando il via alla storica riconversione territoriale. Si chiude, con questo atto voluto e costruito dal basso, una contraddizione durata più di mezzo secolo. 7