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Transcript:

.IT venerdì 4 febbraio 2011 SALARIO DI PRODUTTIVITÀ, SCONTRO BONANNI-CAMUSSO ROMA - Le retribuzioni complessive dei lavoratori pubblici non potranno diminuire per effetto della riforma Brunetta sulle fasce di merito: l'accordo raggiunto oggi a palazzo Chigi sul salario di produttività nel pubblico impiego è stata l'occasione per un nuovo scontro tra i sindacati e il lancio di accuse sul ruolo «politico» delle organizzazioni. La Cgil non ha firmato l'intesa e con il segretario generale Susanna Camusso ha definito l'accordo «una presa in giro per i lavoratori» e ha accusato Cisl e Uil di «correre in soccorso di un Governo un pò claudicante», insomma di essere una stampella dell'esecutivo. Immediata la risposta del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni: «Sono irritato e dispiaciuto per le parole della collega Camusso - ha detto - il linguaggio usato oggi dalla Cgil alimenta il clima di violenza e intimidazione nei confronti di Cisl e Uil». Di fatto l'accordo cerca di limitare i «danni» che le retribuzioni pubbliche hanno subito con il blocco della contrattazione deciso con la manovra dell'estate del 2010 (niente aumenti nazionali fino a tutto il 2013). La parte accessoria del salario (quella legata agli aumenti di produttività) non potrà diminuire rispetto al livello raggiunto alla fine del 2010 per effetto dell'applicazione della riforma Brunetta sulle fasce di merito. La parte accessoria del salario invece potrà essere incrementata solo sulla base delle risorse aggiuntive che arriveranno dai risparmi delle singole amministrazioni. È chiaro comunque che se pure riusciranno ad essere salvaguardati i salari nominali il potere d'acquisto delle retribuzioni dei lavoratori pubblici diminuirà per effetto dell'inflazione che si determinerà in questi anni. La Cgil al tavolo ha chiesto che si affrontassero tutti i problemi del settore a partire dall'emergenza precari (la finanziaria - ha detto - taglia il 50% dei lavoratori precari) e dalla necessità di procedere con urgenza alle elezioni delle Rsu e ha lamentato il fatto che l'intesa fosse stata già preparata nei giorni scorsi in incontri separati del Governo con Cisl e Uil. Contro questo accordo, contro il blocco della contrattazione e per l'elezione delle Rsu il sindacato dei lavoratori pubblici della Cgil si prepara alla mobilitazione e non è escluso che metta in campo uno sciopero generale entro la fine di marzo. Un no deciso all'intesa è arrivato anche dai sindacati di base Usb, dai dirigenti della Confedir e Cse e dai medici del Cosmed. Il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta ha commentato la firma con «soddisfazione» definendo l'accordo un «passo avanti nell'applicazione della riforma della pubblica amministrazione». I lavoratori pubblici - secondo i dati della Ragioneria riferiti al 2009 - sono nel complesso poco più di 3,3 milioni, per il 55% donne e guadagnano mediamente 34.500 euro lordi l'anno. SALARIO NON DIMINUIRA' Le retribuzioni complessive «comprensive della parte accessoria» conseguite dai lavoratori pubblici nel 2010 «non devono diminuire» per effetto dell'applicazione della legge Brunetta sulle fasce di merito e l'erogazione del salario di secondo livello sulla base della produttività dei lavoratori. È quanto si legge dall'accordo siglato oggi a palazzo Chigi da Cisl, Uil, Ugl, Usae, Confsal e Cda (hanno detto no la Cgil e altre sei sigle). Le retribuzioni fino alla fine del 2013 non potranno aumentare per la componente nazionale (i contratti sono bloccati per effetto della manovra della scorsa estate) mentre è possibile che crescano per effetto dei risparmi di efficienza delle singole amministrazioni (questi risparmi saranno interamente riutilizzati nelle amministrazioni). Di fatto comunque il potere d'acquisto complessivo delle retribuzioni diminuirà a causa dell'inflazione che si produrrà in questi anni. Con l'accordo - si legge nel testo - «le parti, in attesa della stipulazione dei nuovi contratti collettivi nazionali di lavoro (gli aumenti salariali nazionali sono bloccati fino al 2013, ndr), convengono sulla necessità di realizzare un sistema di relazioni sindacali che persegua condizioni di produttività ed efficienza del pubblico impiego tali da consentire il rafforzamento del sistema produttivo, il miglioramento delle

venerdì 4 febbraio 2011.IT condizioni lavorative e della qualità dei servizi offerti dalle amministrazioni pubbliche, nonchè la crescita della competenza professionale.»le parti convengono che le retribuzioni complessive, comprensive della parte accessoria, conseguite dai lavoratori nel corso del 2010, non devono diminuire per effetto dell'applicazione dell'art. 19 del d.lgs 150 del 2009 (la parte della legge Brunetta sulle fasce di merito per gli aumenti salariali legati alla produttività, ndr). Si ribadisce comunque che per il salario di merito nei prossimi anni «potranno essere utilizzate esclusivamente le risorse aggiuntive» derivanti dai risparmi delle amministrazioni. Sono infine fatti salvi gli scatti di anzianità nella scuola, previsti da un decreto interministeriale di gennaio 2011 e confermati nell'accordo.

lunedì 7 febbraio 2011 Pa, intesa governo-sindacati su riforma Brunetta. La Cosmed non firma Grande soddisfazione da parte del ministro Brunetta e del commissario straordinario dell Aran, Antonio Naddeo, per l accordo firmato il 4 febbraio scorso per la regolazione del regime transitorio conseguente al blocco del rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro nel pubblico impiego. Ma la Cosmed non ha firmato l accordo criticando, in primis, il mancato riconoscimento della specificità del Ssn e dei dirigenti medici e sanitari. 07 FEB - Per non pregiudicare le attuali retribuzioni dei dipendenti pubblici a causa del blocco del rinnovo dei contratti collettivi nazionali sono previsti premi di merito individuale finanziati con le risorse derivanti dal miglioramento organizzativo e di efficienza. L'Aran, inoltre, sarà chiamata a stipulare un accordo quadro per la regolazione delle relazioni sindacali secondo quanto previsto dalla legge 150/2009. Questi i due punti cardine dell intesa firmata il 4 febbraio scorso tra Governo e sindacati per la regolazione del regime transitorio conseguente al blocco del rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro nel pubblico impiego. Un accordo che, tuttavia, non hanno sottoscritto molte sigle sindacali, tra cui la Cosmed. La Cosmed non ha firmato l accordo sul salario di produttività, senza un preventivo confronto con le Regioni, senza incentivi per i dirigenti del Ssn, senza un riconoscimento della specificità del Ssn e dei dirigenti medici e sanitari nell ambito del pubblico impiego, spiega Costantino Troise, segretario nazionale dell Anaao Assomed e segretario generale della Cosmed. La legge150/2009 continua Troise - si è abbattuta sulla dirigenza sanitaria senza tener conto delle peculiarità del servizio da erogare ai cittadini. Si lamenta l assenza delle Regioni su tematiche decisive come l applicazione della legge 150/2009, il modello contrattuale e in questi giorni le problematiche delle certificazioni online. I dirigenti sanitari rischiano di avere due padroni: Stato e Regioni, che senza coordinarsi tra di loro impongono direttive con pesanti ricadute sull organizzazione del lavoro e sui servizi ai cittadini. Per Troise, di fronte al blocco totale dei contratti, del tutto inadeguata appare la rassicurazione contenuta nell accordo di non voler procedere ad ulteriori riduzioni, inoltre COSMeD ricorda che alla revoca di alcune penalizzazioni in vari settori del pubblico impiego permane il blocco dello 0,8% dell ultimo contratto. Soddisfatto invece il commissario straordinario dell'aran, Antonio Naddeo, secondo il quale l accordo rilancia in modo rilevante il ruolo della contrattazione in un momento importante per il pubblico impiego, che deve affrontare l'applicazione della Riforma Brunetta della Pubblica Amministrazione e la stagione di blocco dei rinnovi contrattuali. In questo contesto, l'agenzia per la Rappresentanza Negoziale ricoprirà un ruolo importante perché impegnata a definire importanti accordi riguardanti l'applicazione del nuovo modello contrattuale e le nuove prerogative previste dalla riforma Brunetta, ha concluso Naddeo auspicando che anche il comparto Regioni ed Enti locali sia d'accordo su questa impostazione al fine di avere una condivisione totale su tutto il pubblico impiego". Altrettanto soddisfatto il ministro per la Pubblica Amministrazione e l'innovazione Renato Brunetta. L accordo, ha dichiarato, rappresenta un importante, ulteriore passo in avanti nell'applicazione della mia riforma della Pubblica Amministrazione. Nei fatti viene rilanciata la contrattazione perché la condivisione delle organizzazioni sindacali dei principi cardine della Riforma della Pubblica

lunedì 7 febbraio 2011 Amministrazione - fondati in primis su una maggiore efficienza e produttività del comparto pubblico - permette di legare le retribuzioni al miglioramento delle perfomance dei dipendenti. Nonostante l'attuale blocco del rinnovo dei contratti vengono così garantite le retribuzioni dei dipendenti pubblici, legando al merito individuale le risorse finanziarie derivanti dal miglioramento organizzativo e di efficienza (il cosiddetto 'dividendo dell'efficienza'). L'intesa ricorda infine il ministro - dà inoltre mandato all'aran di stipulare un accordo quadro per la regolazione delle relazioni sindacali secondo quanto previsto dalla mia riforma. A questo punto mi auguro che anche le Regioni firmino al più presto il nuovo modello contrattuale".

5 febbraio 2011 on line Intesa Governo-sindacati sul salario di produttività. I dirigenti della Cosmed non firmano Governo e sindacati confederali hanno sottoscritto un'intesa per la regolazione del regime transitorio conseguente al blocco del rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro nel pubblico impiego. L'accordo tocca due temi fondamentali: i premi individuali (che la riforma Brunetta prevede in base a fasce di merito) e il sistema delle relazioni sindacali. Per non pregiudicare le attuali retribuzioni dei dipendenti pubblici - si legge in una nota del ministero della Pubblica amministrazione, si è stabilito che i premi previsti dalla riforma Brunetta possano essere finanziati solo con le risorse derivanti da risparmi di gestione, secondo quanto previsto comma 17 dell'art. 61 del decreto legge n. 112 del 25 giugno 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 133/2008 (il cosiddetto 'dividendo dell'efficienza'). Quanto alle relazioni sindacali, l'accordo prevede una direttiva all'aran per trattare un contratto collettivo quadro che tenga conto dell'intera cornice normativa vigente in materia ai fini dell'applicazione del decreto legislativo n. 150/2009. «Negli ultimi anni - scrive il ministero - sono stati diversi gli interventi normativi e contrattuali volti a riformare il pubblico impiego: tra questi, in particolare, l'accordo quadro sulla riforma degli assetti contrattuali del 22 gennaio 2009 (siglata il 30 aprile 2009 per il settore pubblico) e il decreto legislativo n. 150/2009 (Riforma Brunetta della Pubblica Amministrazione). Tali riforme si sono inserite in un momento di crisi dell'economia nazionale e mondiale che ha determinato l'emanazione di provvedimenti normativi urgenti per il risanamento della finanza pubblica, comportando tra l'altro il blocco fino al 2013 della contrattazione collettiva nel pubblico impiego. In tale contesto si è reso necessario un accordo con le organizzazioni sindacali del pubblico impiego teso a regolare la transizione di queste riforme in assenza di un contratto collettivo nazionale. L'ipotesi preliminarmente conferma il comune obiettivo di una ripresa della crescita economica fondata sull'aumento della produttività e dell'occupazione, cui il settore pubblico contribuisce soprattutto con la qualità e quantità dei servizi offerti ai cittadini e alle imprese. Inoltre, in attesa della stipulazione dei nuovi contratti collettivi nazionali di lavoro, il Governo e le organizzazioni sindacali convengono sulla necessità di realizzare un sistema di relazioni sindacali che persegua condizioni di produttività e di efficienza del pubblico impiego tali da consentire il rafforzamento del sistema produttivo, il miglioramento delle condizioni lavorative e della qualità dei servizi offerti dalle amministrazioni pubbliche nonché la crescita della competenza professionale». Ma se le confederazioni sindacali hanno sottoscritto l'intesa, i medici e i dirigenti della Cosmed non hanno firmato. «Senza un preventivo confronto con le Regioni, senza incentivi per i dirigenti del Ssn, senza un riconoscimento della specificità del Ssn e dei dirigenti medici e sanitari nell'ambito del pubblico impiego» niente accordo è stato il commento della confederazione. «La legge150/2009 - si legge in una dichiarazione del segretario generale della Confederazione, Costantino Troise - si è abbattuta sulla dirigenza sanitaria senza tener conto delle peculiarità del servizio da erogare ai cittadini. Si lamenta l'assenza delle Regioni su tematiche decisive come l'applicazione della legge 150/2009, il modello contrattuale e in questi giorni le problematiche

5 febbraio 2011 on line delle certificazioni online. I dirigenti sanitari rischiano di avere due padroni: Stato e Regioni, che senza coordinarsi tra di loro impongono direttive con pesanti ricadute sull'organizzazione del lavoro e sui servizi ai cittadini. Di fronte al blocco totale dei contratti, del tutto inadeguata appare la rassicurazione contenuta nell'accordo di non voler procedere ad ulteriori riduzioni, inoltre COSMeD ricorda che alla revoca di alcune penalizzazioni in vari settori del pubblico impiego permane il blocco dello 0,8% dell'ultimo contratto».

martedì 8 febbraio 2011 Intesa sul salario di produttività, Cosmed non firma L'accordo firmato il 4 febbraio scorso tra governo e sindacati, per la regolazione del regime transitorio conseguente al blocco del rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro nel pubblico impiego, non ha trovato il consenso di tutte le sigle sindacali. Cosmed, infatti, non ha firmato l'accordo, che, come spiega il Sole 24ore tocca due temi fondamentali: i premi individuali (che la riforma Brunetta prevede in base a fasce di merito) e il sistema delle relazioni sindacali. Per non pregiudicare le attuali retribuzioni dei dipendenti pubblici - si legge in una nota del ministero della Pubblica amministrazione, si è stabilito che i premi previsti dalla riforma Brunetta possano essere finanziati solo con le risorse derivanti da risparmi di gestione. Quanto alle relazioni sindacali, l'accordo prevede una direttiva all'aran per trattare un contratto collettivo quadro che tenga conto dell'intera cornice normativa vigente in materia. «Senza un preventivo confronto con le Regioni, senza incentivi per i dirigenti del Ssn, senza un riconoscimento della specificità del Ssn e dei dirigenti medici e sanitari nell'ambito del pubblico impiego» non ci può essere accordo, è stato il commento della confederazione. «La legge150/2009» si legge in una dichiarazione del segretario generale della Confederazione, Costantino Troise «si è abbattuta sulla dirigenza sanitaria senza tener conto delle peculiarità del servizio da erogare ai cittadini. Si lamenta l'assenza delle Regioni su tematiche decisive come l'applicazione della legge 150/2009, il modello contrattuale e in questi giorni le problematiche delle certificazioni online. I dirigenti sanitari rischiano di avere due padroni: Stato e Regioni, che senza coordinarsi tra di loro impongono direttive con pesanti ricadute sull'organizzazione del lavoro e sui servizi ai cittadini. Di fronte al blocco totale dei contratti, del tutto inadeguata appare la rassicurazione contenuta nell'accordo di non voler procedere ad ulteriori riduzioni, inoltre Cosmed ricorda che alla revoca di alcune penalizzazioni in vari settori del pubblico impiego permane il blocco dello 0,8% dell'ultimo contratto».

venerdì 4 febbraio 2011 P.A: ACCORDO IN 2 PAGINE, MANCA FIRMA 7 SINDACATI SU 13 (ANSA) - ROMA, 4 FEB - L'accordo appena raggiunto a palazzo Chigi sul salario di produttività nel pubblico impiego è stato firmato da sei sindacati su 13 presenti nel settore. Secondo quanto si legge sull'intesa (su due pagine) oltre a Cisl, Uil e Ugl hanno firmato la Cida (dirigenti), la Confsal (presente soprattutto nella scuola) e l'usae. Non hanno sottoscritto l'accordo oltre alla Cgil la Cgu (presente nella scuola), la Cisal, la Confedir (dirigenti), la Cosmed (medici), il Cse (sempre dirigenti) e la Rdb-Usb (sindacati base). >>>ANSA/ PA:INTESA SALARIO PRODUTTIVITA';SCONTRO CAMUSSO-BONANNI LEADER CGIL, PRESA IN GIRO; LA RISPOSTA, ALIMENTA CLIMA VIOLENZA (ANSA) - ROMA, 4 FEB - Le retribuzioni complessive dei lavoratori pubblici non potranno diminuire per effetto della riforma Brunetta sulle fasce di merito: l'accordo raggiunto oggi a palazzo Chigi sul salario di produttività nel pubblico impiego è stata l'occasione per un nuovo scontro tra i sindacati e il lancio di accuse sul ruolo "politico" delle organizzazioni. La Cgil non ha firmato l'intesa e con il segretario generale Susanna Camusso ha definito l'accordo "una presa in giro per i lavoratori" e ha accusato Cisl e Uil di "correre in soccorso di un Governo un po' claudicante", insomma di essere una stampella dell'esecutivo. Immediata la risposta del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni: "Sono irritato e dispiaciuto per le parole della collega Camusso - ha detto il linguaggio usato oggi dalla Cgil alimenta il clima di violenza e intimidazione nei confronti di Cisl e Uil". Di fatto l'accordo cerca di limitare i "danni" che le retribuzioni pubbliche hanno subito con il blocco della contrattazione deciso con la manovra dell'estate del 2010 (niente aumenti nazionali fino a tutto il 2013). La parte accessoria del salario (quella legata agli aumenti di produttività) non potrà diminuire rispetto al livello raggiunto alla fine del 2010 per effetto dell'applicazione della riforma Brunetta sulle fasce di merito. La parte accessoria del salario invece potrà essere incrementata solo sulla base delle risorse aggiuntive che arriveranno dai risparmi delle singole amministrazioni. E' chiaro comunque che se pure riusciranno ad essere salvaguardati i salari nominali il potere d'acquisto delle retribuzioni dei lavoratori pubblici diminuirà per effetto dell'inflazione che si determinerà in questi anni. La Cgil al tavolo ha chiesto che si affrontassero tutti i problemi del settore a partire dall'emergenza precari (la finanziaria - ha detto - taglia il 50% dei lavoratori precari) e dalla necessità di procedere con urgenza alle elezioni delle Rsu e ha lamentato il fatto che l'intesa fosse stata già preparata nei giorni scorsi in incontri separati del Governo con Cisl e Uil. Contro questo accordo, contro il blocco della contrattazione e per l'elezione delle Rsu il sindacato dei lavoratori pubblici della Cgil si prepara alla mobilitazione e non è escluso che metta in campo uno sciopero generale entro la fine di marzo. Un no deciso all'intesa è arrivato anche dai sindacati di base Usb, dai dirigenti della Confedir e Cse e dai medici del Cosmed. Il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta ha commentato la firma con "soddisfazione" definendo l'accordo un "passo avanti nell'applicazione della riforma della pubblica amministrazione". I lavoratori pubblici - secondo i dati della Ragioneria riferiti al 2009 - sono nel complesso poco più di 3,3 milioni, per il 55% donne e guadagnano mediamente 34.500 euro lordi l'anno. (di Alessia Tagliacozzo)

venerdì 4 febbraio 2011 P.A.: COSMED NON FIRMA ACCORDO, "PENALIZZANTE PER LA SANITA'" (AGI) - Roma, 4 feb. - La COSMeD non ha firmato l'accordo sul salario di produttivita', avvenuto, denuncia la confederazione sindacale medici e dirigenti, "senza un preventivo confronto con le Regioni, senza incentivi per i dirigenti del Ssn, senza un riconoscimento della specificita' del Ssn e dei dirigenti medici e sanitari nell'ambito del pubblico impiego. La legge150/2009 si e' abbattuta sulla dirigenza sanitaria senza tener conto delle peculiarita' del servizio da erogare ai cittadini". Si lamenta in particolare "l'assenza delle Regioni su tematiche decisive come l'applicazione della legge 150/2009, il modello contrattuale e in questi giorni le problematiche delle certificazioni online. I dirigenti sanitari rischiano di avere due padroni: Stato e Regioni, che senza coordinarsi tra di loro impongono direttive con pesanti ricadute sull'organizzazione del lavoro e sui servizi ai cittadini. Di fronte al blocco totale dei contratti, del tutto inadeguata appare la rassicurazione contenuta nell'accordo di non voler procedere ad ulteriori riduzioni, inoltre COSMeD ricorda che alla revoca di alcune penalizzazioni in vari settori del pubblico impiego permane il blocco dello 0,8% dell'ultimo contratto". Questo il commento del Segretario generale della Confederazione, Costantino Troise, che contesta la soluzione proposta dal Governo alle difficolta' poste dall'applicazione del dlgs 150/2009.