L inevitabile protesta degli insegnanti

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EUROPA (QUOTIDIANO) 5 giugno 2010 L inevitabile protesta degli insegnanti Scuola - I sindacati scendono in piazza contro i tagli agli stipendi Un fine d anno scolastico all insegna delle proteste. Sotto accusa i tagli agli organici (già previsti dalla cosiddetta riforma Gelmini del 2008) che mettono a rischio soprattutto la formazione delle prime classi a tempio pieno nella scuola primaria in tutte le regioni (anche se il ministero smentisce ma i fatti parlano da soli) e le misure previste dalla Finanziaria che andranno a incidere particolarmente sulle buste paga dei dipendenti della scuola. Il culmine delle contestazioni si avrà il 15 giugno, quando quasi tutti i maggiori sindacati Cisl scuola, Uil scuola e Snals Confsal e forse anche la Gilda degli insegnanti si riuniranno al Teatro Quirino a Roma, per una manifestazione. Le sigle sindacali, però, hanno programmato diverse iniziative singole e locali: la Flc-Cgil ha iniziato giovedì con l occupazione degli uffici scolastici provinciali, e ieri ha occupato gli uffici scolastici regionali e terminerà il 12 giugno con una manifestazione a Roma. Sciopero degli scrutini per Cobas e Unicobas che hanno programmato due giorni di sciopero in corrispondenza della fine delle lezioni. Le giornate di astensione, cui hanno aderito quasi tutte le associazioni che difendono i precari, sono state così suddivise: il 7-8 giugno in Emilia-Romagna, Calabria e nella Provincia di Trento; il 10 e 11 giugno nelle Marche, Puglia e Veneto; 11 e 12 giugno in Sardegna e Umbria; il 14 e 15 giugno nella provincia di Bolzano ed in tutte le altre regioni. Oggi si muovono la Cisl scuola, che ha riunito i suoi iscritti all Hotel Ergife di Roma, e Cobas e Gilda in due diverse manifestazioni sempre a Roma. Sotto accusa la manovra correttiva dei conti dello stato che secondo le sigle confederali e lo stesso personale scolastico è davvero eccessiva: per il triennio 2011-2013 si prevede, infatti, il blocco del contratto, il blocco degli aumenti per anzianità e la riduzione della retribuzione con conseguenze sul trattamento pensionistico. Notevole il mancato incremento di aumenti in busta paga, soprattutto perché gli stipendi del comparto sono in media di 1.300 euro (solo i docenti con 25-30 anni di anzianità arrivano a 1800 euro netti). Secondo i sindacati, in media un collaboratore scolastico perderà 1.136 lordi l anno (pari al 6,60 per cento); un insegnante di scuola elementare 2.500 euro lordi l anno (pari al 9,96 per cento); un insegnante di secondaria di primo grado perde 2.800 euro lordi l anno (pari al 9,15 per cento); un insegnante di secondaria di secondo grado perde oltre 3mila euro lordi l anno (-10,76 per cento). Sacrifici duri soprattutto se confrontati a quelli richiesti ai vertici della scuola: per Tuttoscuola, il taglio del 10 per cento degli stipendi dei manager pubblici, fissato sempre dalla manovra finanziaria, riguarda non l intero emolumento, bensì soltanto una quota di stipendio al di sopra di 150mila euro: tra i 90 e i 150mila euro il taglio sarà solo del 5 per cento, mentre per la quota di stipendio fino a 90mila euro non ci sarà alcuna decurtazione. La percentuale dei tagli sull intera retribuzione, quindi, è molto inferiore a quel 10 per cento di cui si è parlato.

BOLOGNA 2000 Bologna: lunedì e martedì sciopero Unicobas Scuola, Usit Ait Scuola, Cub Scuola e Orsa 04 giu 10 L Amministrazione Comunale rende noto che per i giorni lunedì 7 e martedì 8 giugno le organizzazioni sindacali Unicobas Scuola, Usit Ait Scuola, Cub Scuola e Orsa hanno proclamato lo sciopero per l intera turno di lavoro che riguarda il personale del Comune di Bologna con contratto scuola. L effettuazione dello sciopero comporta il rispetto degli accordi sulle norme di garanzia per il funzionamento dei servizi pubblici essenziali sottoscritti tra la Delegazione trattante del Comune di Bologna e le Organizzazioni Sindacali DIARIO DEL WEB I sindacati della scuola «alzano» la voce

A giugno manifestazioni e stop degli scrutini Il 5 in piazza Cisl, Gilda, Cobas. Poi tocca a Cgil, Uil, Unicobas contro gli effetti della manovra, in particolare il blocco delle progressioni di anzianità ROMA - A due giorni dalla presentazione della manovra finanziaria, che per il comparto istruzione prevede il blocco del contratto e degli scatti di anzianità per tre anni, i sindacati della scuola fanno sentire la loro voce attivando un fitto piano di contestazioni a partire dal mese di giugno: per il momento si tratta di iniziative individuali, a livello di singola sigla, ma la sovrapponibilità dei motivi della protesta potrebbe indurre i sindacati anche ad attuare una mobilitazione unitaria. Questo il piano delle proteste. Oggi la Flc-Cgil ha approvato all'unanimità un ordine del giorno di denuncia delle gravi conseguenze recessive della manovra economica del Governo: i lavoratori della conoscenza hanno annunciato che assieme a famiglie, studenti, ricercatori e precari, procederanno all'occupazione degli Uffici scolastici provinciali e regionali il 3 e 4 giugno prossimi. Previste anche assemblee pubbliche e nei luoghi di lavoro. Oltre che l'adesione alla «manifestazione che si terrà a Roma, il 12 giugno, da piazza della Repubblica a piazza del Popolo con la Cgil e la Fp, insieme a tutte le lavoratrici e i lavoratori, agli studenti, ai pensionati che non vogliono che il prezzo della crisi gravi sempre 'tutto sulle nostre spalle'». Blocco delle progressioni di anzianità - Contro gli effetti della manovra, in particolare il blocco delle progressioni di anzianità, «una misura che contrasteremo con forza se non verrà modificata l'attuale stesura del decreto sull'emergenza», anche la Cisl Scuola scenderà in piazza: lo farà il 5 giugno a Roma. «Lo annunciamo - spiega il leader della Cisl Scuola, Francesco Scrima - convinti di non venir meno ai nostri doveri di responsabilità perché si tratta di una misura iniqua, di un inconcepibile accanimento verso una categoria che sta già pagando un alto prezzo alle politiche di contenimento della spesa, oltre a condividere i pesi che la manovra scarica sull'insieme dei pubblici dipendenti, a partire dal blocco dei contratti». APCOM Diario del Web venerdì 28 maggio 2010 VIRGILIO

Manovra/ Sindacati scuola: a giugno manifestazioni e stop... -2- Per creare disagi Unicobas chiede dimissioni coordinatori classe "E' scandaloso che una maestra venga a pagare più di un alto dirigente, pur non avendo ovviamente un reddito altrettanto elevato. E' un danno grave - conclude Scrima - destinato a ripercuotersi anche sul trattamento previdenziale, diventando così irrimediabile". Le modalità di mobilitazione della Uil Scuola, contro i provvedimenti del governo definiti "particolarmente iniqui nei confronti dei docenti e del personale della scuola", verranno definite invece lunedì prossimo durante l'assemblea nazionale dei segretari regionali. Sempre oggi il sindacato guidato da Massimo Di Menna ha fatto sapere, attraverso un comunicato, ha fatto spiegato che c'è "forte preoccupazione per il clima che si determina in un momento particolarmente delicato in cui gli insegnanti sono impegnati negli scrutini di fine anno scolastico e negli esami di stato". Attraverso un documento realizzato dalla segreteria nazionale, la Uil Scuola sostiene che "per il personale della scuola la manovra prevede non soltanto il blocco dei contratti, così come per tutti i dipendenti pubblici, ma una misura aggiuntiva che riguarda il blocco degli scatti di anzianità previsti dal vigente contratto. Tale misura determina una sorta di doppia manovra con effetti davvero insopportabili". Anche i sindacati di base annunciano proteste. Oggi l'unicobas, attraverso il suo segretario nazionale, Stefano d'errico, ha comunicato che contro la "distruzione della scuola pubblica" realizzata dal governo attraverso la privazione di "risorse umane e finanziarie", cui si aggiunge, ora, il blocco del "contratto ed ogni aumento, anche d'anzianità, per tre anni, la rateizzazione del Tfr e un nuovo stop ai pensionamenti", si attueranno due particolari contestazioni: il blocco degli scrutini per due giorni e la dimissione dei coordinatori di classe. "Poiché il consiglio di classe durante le attività di scrutinio deve essere perfetto - sostiene d'errico - basta un solo docente scioperante per bloccare lo scrutinio. Lo scioperante non può essere sostituito perché lo sciopero non è assenza bensì astensione dal lavoro. Lo sciopero è indetto per soli due giorni perché la legge antisciopero 146/ 90, voluta fortemente da Cgil, Cisl e Uil, inserendo gli scrutini tra i servizi minimi essenziali, impedisce il blocco per più di due giorni. Sono escluse le classi terminali e le attività di esame". L'altra forma di protesta sarà rappresentata dalle dimissioni del docente che coordina la classe da scrutinare: "nella maggioranza delle scuole - dice il segretario Unicobas - i dirigenti scolastici hanno scaricato sui coordinatori dei consigli di classe tutto il lavoro preliminare necessario a svolgere gli scrutini, retribuendoli nella migliore delle ipotesi con una manciata di ore. E' un'attività volontaria, quindi non richiede dichiarazione di sciopero in merito. E il costo delle dimissioni è minimo: se un coordinatore si dimette il primo giugno - conclude d'errico - perde la quota ore di quell'attività per i mesi di giugno, luglio e agosto, quindi solo tre dodicesimi del totale". I due giorni di sciopero non si svolgeranno in contemporanea, ma sono stati cadenzati in base al calendario differenziato a seconda della regioni. Questo il programma: il 7-8 giugno in Emilia-Romagna, Calabria e nella Provincia di Trento; il 10 e 11 giugno nelle Marche, Puglia e Veneto; 11 e 12 giugno in Sardegna e Umbria; il 14 e 15 giugno nella provincia di Bolzano ed in tutte le altre regioni. Il calendario delle astensioni dagli scrutini, dal 7 al 15 giugno, è lo stesso già stata proclamato dai Cobas prima del varo della finanziaria. Contro "una manovra finanziaria che colpisce ulteriormente i salariati, in particolare del pubblico impiego e della scuola", il sindacato di base ha organizzato una manifestazione nazionale per il 5 giugno. Lo stesso giorno in cui si ritroveranno a piazza Santi Apostoli, alle ore 15, gli iscritti alla Gilda degli Insegnanti. DAILY BLOG 28.5.2010

Manovra/Sindacati scuola:a giugno manifestazioni e stop scrutini. Il 5 in piazza Cisl, Gilda, Cobas. Poi tocca Cgil, Uil, Unicobas Roma, 28 mag. (Apcom) A due giorni dalla presentazione della manovra finanziaria, che per il comparto istruzione prevede il blocco del contratto e degli scatti di anzianità per tre anni, i sindacati della scuola fanno sentire la loro voce attivando un fitto piano di contestazioni a partire dal mese di giugno: per il momento si tratta di iniziative individuali, a livello di singola sigla, ma la sovrapponibilità dei motivi della protesta potrebbe indurre i sindacati anche ad attuare una mobilitazione unitaria. Questo il piano delle proteste. Oggi la Flc-Cgil ha approvato all unanimità un ordine del giorno di denuncia delle gravi conseguenze recessive della manovra economica del Governo: i lavoratori della conoscenza hanno annunciato che assieme a famiglie, studenti, ricercatori e precari, procederanno all occupazione degli Uffici scolastici provinciali e regionali il 3 e 4 giugno prossimi. Previste anche assemblee pubbliche e nei luoghi di lavoro. Oltre che l adesione alla manifestazione che si terrà a Roma, il 12 giugno, da piazza della Repubblica a piazza del Popolo con la Cgil e la Fp, insieme a tutte le lavoratrici e i lavoratori, agli studenti, ai pensionati che non vogliono che il prezzo della crisi gravi sempre tutto sulle nostre spalle. Contro gli effetti della manovra, in particolare il blocco delle progressioni di anzianità, una misura che contrasteremo con forza se non verrà modificata l attuale stesura del decreto sull emergenza, anche la Cisl Scuola scenderà in piazza: lo farà il 5 giugno a Roma. Lo annunciamo spiega il leader della Cisl Scuola, Francesco Scrima convinti di non venir meno ai nostri doveri di responsabilità perché si tratta di una misura iniqua, di un inconcepibile accanimento verso una categoria che sta già pagando un alto prezzo alle politiche di contenimento della spesa, oltre a condividere i pesi che la manovra scarica sull insieme dei pubblici dipendenti, a partire dal blocco dei contratti.