Compiti e competenze del data manager

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Transcript:

Compiti e competenze del data manager

Questo materiale didattico è stato realizzato da Formez PA nel Progetto PerformancePA, Ambito A Linea 1, in convenzione con il Dipartimento della Funzione Pubblica, organismo intermedio del Programma Operativo Nazionale Governance e Azioni di Sistema (PON GAS), Asse E Capacità istituzionale. Il PON GAS è cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo ed è a titolarità del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. L opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale. Autore: Gianfranco Andriola Creatore: Formez PA Diritti: Dipartimento della Funzione Pubblica Data: Ottobre 2015 Pag. 2

Compiti e competenze del data manager Da qualche anno a questa parte come ben rappresentato da questa copertina dell'economist assistiamo a un vero e proprio diluvio di dati cioè le attività umane producono un enorme quantità di informazioni anche grazie all'informatizzazione di molte delle attività che gli uomini conducono. L'informatizzazione è soprattutto dovuta alla presenza di sensori che sono più o meno dappertutto sono sugli oggetti che ogni giorno utilizziamo, sono sugli autobus, sugli aerei, sono praticamente ovunque. In questo caso si tende a parlare di internet of things, cioè internet non è più soltanto sui nostri smartphone, sui nostri computer sui nostri device ma inizia ad essere più o meno dappertutto. Ovunque è possibile consultare la rete, ovunque ci sono strumenti che alimentano la rete con le loro informazioni. Cioè, sta avvenendo un nuovo cambiamento del paradigma economico culturale. Come tutte le grandi rivoluzioni tecnologiche anche la internet of things produce nuove professionalità nuove persone in grado di comprendere quello che sta avvenendo e di trarre valore dalle informazioni. In questo caso la data analysis si pone esattamente questo compito, cioè prendere questa enorme quantità d'informazioni questo "diluvio di dati" come l'abbiamo chiamato l'inizio e trarne valore, cercando di capire quello che sta avvenendo, cercando di trasformare le informazioni in valore capitalizzabile. Questo è più o meno quello che avviene soprattutto nell'industria privata; per la pubblica amministrazione vedremo che il discorso è un po' diverso. Questo simpatico signore che passeggia in skateboard per le strade di Washington si chiama DJ Patil ed è stato nominato dal secondo Governo Obama come primo chief data officer del governo, significa che il suo ruolo è quello di prendere i dati della pubblica amministrazione dell'intera pubblica amministrazione americana e trarne valore, anche in logiche di mercato. Eppure, c'è una differenza sostanziale tra il modo in cui le industrie private guardano i loro dati e quello con quello fa la pubblica amministrazione. Le industrie private traggono valore, traggono profitto dalle informazioni. La pubblica amministrazione invece deve prendere questi dati metterli a disposizione di tutti in maniera tale che il valore sociale delle informazioni trovi una nuova rilevanza. Non solo il governo americano ha bisogno di una figura chiave per accompagnare il processo di valorizzazione del patrimonio informativo pubblico, ma tutte le pubbliche amministrazioni che iniziano un percorso di apertura di valorizzazione delle proprie informazioni hanno bisogno di qualcuno, di una figura di riferimento che possa essere utile per accompagnare il Pag. 3

processo e per valorizzare ogni singolo passaggio. Questa figura è il data manager e vedremo che ha sia dei compiti che delle competenze. Partendo dai compiti, innanzitutto un data manager deve trovare dati all'interno della pubblica amministrazione così com'è non è detto che tutti i dati che vengono prodotti dalle pubbliche amministrazioni poi possano diventare dati aperti; successivamente un data manager deve necessariamente essere proprietario di una propria cultura digitale che gli permette di ragionare in termini apertura in termini di openess, ma allo stesso tempo la diffonda all'interno della propria pubblica amministrazione. Un data manager deve compiere delle scelte tecnologiche cioè deve capire quali sono i dati da esporre, in quali formati, con quali modalità, quali piattaforme sono più adatte per rendere questi dati all'esterno. Successivamente un data manager deve necessariamente definire un piano, cioè una pianificazione delle attività che portino i dati della pubblica amministrazione dall'interno all'esterno. Il piano ha una duplice valenza: da un lato serve all'organizzazione per tarare, per cercare di capire come può organizzarsi per esporre i dati all'esterno. Produrre open data di fatto è un piano di produzione quindi dev'essere organizzato per fasi, figure di riferimento e tempi. Dall'altro definire un piano è estremamente utile anche all'esterno cioè chi guarda quella pubblica amministrazione come fonte dei dati può far base su quelle dichiarazioni su quel piano di sviluppo su quel piano di rilascio per capire come investire su queste informazioni inoltre il data manager non può fare a meno di partecipare al dibattito pubblico. Il tema dell open data, ma in generale il tema dell'open government è assolutamente in via di definizione. Una figura che si prende in carico la responsabilità di definire un processo all'interno della pubblica amministrazione non, può, come dire, essere sul pezzo rispetto a quello che sta avvenendo E, infine, una volta realizzato un piano, una volta definito quali sono i passaggi chiave, una volta esposti i dati al di fuori della pubblica amministrazione, il data manager non può fare a meno che raccontare quest'iniziativa l'esterno, promuoverla spesso le cose non vengono da sole è necessario che una volta che i dati sono pubblicati sono esposti in formato aperto qualcuno posso guardarli, cioè possa creare delle applicazioni, possa aggiungere nuovo valore. Ed è indispensabile, in questo senso, che data manager promuova l'iniziativa anche e soprattutto all'esterno della pubblica amministrazione. A fronte di una serie di impegni che abbiamo appena visto la figura del data manager non può non avere delle competenze specifiche. Certamente delle competenze scientifiche, che aiutino il data manager a cercare di capire qual è il modo migliore per estrarre valore delle informazioni ovviamente competenze informatiche dal momento che l'open data chiama in Pag. 4

causa tutta una serie di scelte e di passaggi tecnologici indispensabili, e un data manager deve conoscere quali sono questi passaggi quali sono le scelte migliori da operare. Dal momento che si lavora all'interno della pubblica amministrazione di certo non possono mancare nel bagaglio delle conoscenze del data manager le competenze normative, indispensabili per operare all'interno della pubblica amministrazione. Così come, essendo la persona che il governa un processo, un data manager non può non avere delle competenze gestionali. Molte pubbliche amministrazioni al momento si sono organizzate anche con gruppi di lavoro che in sostanza fanno la stessa cosa c'è che più persone operano per la definizione di un piano di rilascio e per accompagnare il processo di apertura dei dati pubblici. Che si tratti di una singola persona o che si tratti di un gruppo di lavoro, è importante che le pubbliche amministrazioni italiane inizino a ragionare sulla possibilità di definire una figura di ruolo all'interno della propria organizzazione che abbia in carico la manutenzione dei dati, la resa all'esterno, la valorizzazione del patrimonio informativo attraverso l'open data e diventi ingranaggio della macchina amministrativa. Pag. 5