La spedizione dei Mille
Da Quarto a Teano...
Gli obiettivi raggiunti Con la seconda guerra di indipendenza, l Italia aveva ottenuto la liberazione della Lombardia, della Toscana, dell Emilia. Ancora molte regioni mancavano all appello dell Italia. Inoltre, i Francesi, secondo gli accordi di Plombières, avevano ottenuto la regione della Savoia, già di lingua e tradizione francese, e Nizza, patria di un eroe italiano, Giuseppe Garibaldi. Tutto questo scatenò molte critiche
Anche nell Italia meridionale cresceva il malcontento. In Sicilia, per esempio, c erano alcuni democratici, Rosolino Pilo e Francesco Crispi, che aspettavano il tempo più opportuno per far scoppiare una vera e propria insurrezione. Furono loro due a fare pressione su Garibaldi perché organizzasse una spedizione militare in Sicilia.
Partiamo da Quarto... Dopo qualche tempo, sfruttando anche la diversità di opinioni che si era sviluppata sul territorio italiano, nella notte tra i 5 e il 6 maggio 1860, 1070 volontari, i Mille, guidati da Garibaldi, partirono da Quarto, una città presso Genova, su due Piroscafi, il Piemonte e il Lombardo.
Le armi L esercito dei Mille era poco e mal equipaggiato; fu necessario fare scalo a Talamone, in provincia di Grosseto per fare rifornimento di armamenti. Una curiosità: dalla sola città di Bergamo partirono 178 garibaldini!
e arriviamo in Sicilia Da Talamone, i Mille ripresero la volta della Sicilia e sbarcarono, l 11 maggio 1860, nella città di Marsala, in provincia di Trapani. L esercito borbonico fu colto di sorpresa; dopo lo scontro a Calatafími, i Mille ripresero il viaggio, toccando alcune città importanti della Sicilia, come Palermo.
Durante il percorso, i garibaldini trovarono l appoggio di numerosi siciliani, specialmente contadini, che vedevano in questa guerra di liberazione la possibilità di abolire i privilegi dei grandi proprietari terrieri. Addirittura, a Bronte, i contadini insorsero perché volevano riscattare il diritto di proprietà sulle terre che lavoravano.
Ma i garibaldini non conoscevano le reali condizioni di vita dei contadini siciliani: il loro unico obiettivo era quello di liberare l Italia dal dominio straniero e renderla unita! Per fare questo, allora, avevano proprio bisogno dei grandi proprietari terrieri, che avevano interesse a strappare il potere dei Borbone; quindi, non soltanto i garibaldini non intervennero a favore dei contadini siciliani, ma addirittura tentarono di reprimere le loro insurrezioni!
Dalla Sicilia alla terraferma In poco più di tre mesi, Garibaldi aveva liberato quasi tutta l isola; ora non restava che risalire la penisola. il 20 agosto l esercito garibaldino passò lo Stretto di Messina. il 7 settembre i Mille entrarono a Napoli; il re Francesco II di Borbone si rifugiò nella fortezza di Gaeta, in provincia di Latina; l 1 ottobre l esercito di Garibaldi ottenne l ennesima vittoria lungo le rive del fiume Volturno.
Il governo italiano Intanto Cavour, che all inizio si era mostrato scettico sulla spedizione dei Mille, ritenendola molto pericolosa per gli interessi in gioco, soprattutto francesi e inglesi, si decise ad intervenire direttamente perché:
1. temeva che Garibaldi, un repubblicano, potesse dar vita nel sud Italia ad una repubblica (mentre Cavour era un monarchico); 2. intervenendo, il Regno di Sardegna avrebbe potuto annettersi le Marche e l Umbria, che appartenevano allo Stato Pontificio;
A Castelfidardo Presa la decisione, Cavour inviò le sue truppe, le quali, con la battaglia di Castelfidardo, vicino ad Ancona, ottennero le regioni di Marche e Umbria! Intanto Garibaldi...
...da Teano a Torino capitale
A Teano Il 26 ottobre 1860 Vittorio Emanuele II, sovrano del Regno di Sardegna, incontrò Garibaldi a Teano, presso Caserta. In questa occasione Garibaldi fu costretto a consegnare al re tutti i territori da lui liberati. In seguito, si ritirò a Caprera, un isola nell arcipelago della Maddalena, a nord della Sardegna.
L incontro con il re
Il Parlamento Una volta ricevuti i territori liberati, il 17 marzo 1861, il Parlamento di Torino proclamò il Regno d Italia, con a capo Vittorio Emanuele II. Nasceva così, in Europa, uno Stato formato da 22 milioni di abitanti.
La sede del Parlamento di Torino