LA SIÒRA POARÈTA. ovvero. per le tasse e la finanza se nascondi l eleganza. di Velise Bonfante *****



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LA SIÒRA POARÈTA ovvero per le tasse e la finanza se nascondi l eleganza di Velise Bonfante Due cameriere si presentano per essere assunte, dopo aver scoperto un vecchietto nell armadio e che questi sono dei poveretti e se la dànno a gambe levate. Non sanno che per le tasse e la finanza si nasconde l eleganza. Scena: La stanza di una villa o di un castello, con un armadio (o un mobile o un tendone), finestra che dà su di un giardino, una porta d ingresso e un altra per le camere. Personaggi: Carolina ed Erminia - cameriere che si presentano per essere assunte. - la signora - il marito Rodolfo. - Il vecchietto ***** (Suona il campanello d entrata, Rodolfo va ad aprire.) Rodolfo) Buongiorno. (Entrano le due cameriere, borsetta e soprabito sul braccio, Carolina avanza con il giornale in mano, ben in mostra.) Carolina) (Mostrando il giornale) Mé e lé, siamo venite per la risposta sul giornale. Rodolfo) Accomodatevi che chiamo la signora (esce). Carolina) Te Erminia, g hét vist che ròba? Erminia) I gh è amò i siòri al dé de ncö, basta vardà el giardì de föra, l è grand fis, con tant de piscina, de campi de tennis, el zöch de le buce, le fontane, le piante... Carolina) Le còle de fiùr. Erminia) E banchine e taulì dapertöt. Carolina) (Appoggiando il soprabito, il giornale e la borsetta su di una sedia) El sét Erminia che mé ghére quasi póra a sunà l campanèl? Erminia) Eh, Carolina, se i gné asùme g hóm troàt en bèl pòst de laurà staólta.

Carolina) Siòri come che j-è, chisà come che i pàga bé el personàl. Erminia) (Deponendo anche lei la sua roba su di una sedia ) Siòri come che j-è, speróm che i staghe mia lé a vardà i mila franch. Carolina) (Guardandosi attorno) G hét vist che stansa?! Erminia) E che lüsso! Carolina) Töta ròba de valùr. Chesti sé che j-è siòri, aterfat la me padruna de prima, la ghe sùla gna le scarpe a chèsti. Chèsti i spösa quasi de nobiltà! Erminia) Ché se vèt le palanche. Carolina) E tante! (Entra la signora, Erminia e Carolina salutano con una riverenza.) Signora) Buongiorno signore. Carolina) Siura, siamo venite qui per la risposta sul giornale e noialtre siamo pronte. Signora) (Gentilmente) Calma calma, dobbiamo prima stabilire gli orari e gli onorari. Carolina) Ah! Sö l unùr gh è gnènt de dì, la pöl ciapà informaziù a töte le ure. Erminia) Noaltre sóm bràe fómne onorate. Carolina) La vedarà che se ci ciàppa, con noi, non ci giunta mica. Signora) (Non capisce e la guarda perplessa.) Erminia) La voleva dire che se ci assume, no la ghe zönta mia (dando di gomito all amica) e parla bé nò, che g hóm de fa bèla figüra. Carolina) (Annuendo ad Erminia si rivolge alla signora) Siura, se ci ciappate a lavorare, noi siamo pronte fin già da adesso. Signora) Mettiamo subito in chiaro alcune cose. A me servono due persone. Una per la pulizia della casa ed una per la cucina, però con la disponibilità di entrambe, all occorrenza, per accudire un anziano. (Suona il telefono e la signora scusandosi esce e va a rispondere.) Carolina) Te Erminia, varda ché (prende in mano un oggetto di ceramica) ma chèsto l è ncolàt! Erminia) Fam véder Carolina, te ghét rizù. Chèsto l è ndàt en mila tòch e i l ha ncolàt. Carolina) Apó mal, varda ché, l è gna tacàt bé ensèma. Erminia) Mé só mia na siòra, ma en laùr isé larés za sbatìt vià. Carolina) Apó mé. Erminia) Forse i l ha tignìt perchè l è rifinìt en òr.

Carolina) O forse el sarà en ricordo de famèa. Erminia) A olte i siòri j-è strani, ma te Carolina, varda ché. Carolina) Ma chèsto el se ciapa coi póncc dei budì. Erminia) E chèsto coi póncc del cacao. Carolina) Oh Erminia, sta mia dim che dei siòri isé i cata sö i punti nè? Erminia) Carolina te dìze che chèsto l è spacàt identìch a chèl che tègne mé, en mès a la taola. Carolina) Varda, se l è per chèl, apó me ghe n ho giü precìs a chèsto. L ho ciapàt con duzentsinquanta póncc de budì. Erminia) Te, ma varda che le tende ché, j-è mendàde! Carolina) Mendàde! Ma de bu? Fam véder. Erminia) Chèsto centro l è giöstàt sö a na qualch maniera. Carolina) E l tapé, varda, ma varda come che l è slis. Erminia) Magari l è n tapé persiano de chèi antichi. Carolina) Ater fat che antico, el g ha quasi i büss, ansi ché, l g ha pròpe en büs. Erminia) Me, t èl züre, en laur isé el volarés gna se i me la regala. Bisògna pròpe emparà dei siòri a tègner a mà. Carolina) Lur i sbat via gnènt. Erminia) E a fórsa de tègner a mà i fa sö i sólcc Carolina) E i sólcc i fa sólcc e i piöcc i fa piöcc. Erminia) E isé l acqua la va al mar. Carolina) Erminia, pröa a pensà, per me ché gh è en vergót che quadra mia (guardandosi attorno). Erminia) Per me gh è spösa de brüzàt, magari j-è mia siòr come che i par. Carolina) Apó la siòra la me paria mia tat bé vistida per èser na siòra. Erminia) Magari la vila l è gna sò e l è ipotecada o l è mprèstit per fa bèla figüra e mbrojà la bràa zènt come nótre. Carolina) Magari che la siòra lé la ghe n ha gna ü che cönta du. Magari l è na siòra poarèta. Erminia) Na siòra poarèta! Pöl das, a ólte l è mia töt ór chèl che stralüs. Carolina) Magari l ha g ha gna i sólcc per pagàgn el stipendio. Erminia) Cosa vùliela dì la siòra con l accudire un anziano? Carolina) Se vèt che la g ha un òm vèc.

Erminia) La garà spuzàt en vècio bacùco (curiosando apre un armadio - o guarda dietro le tende o sotto il tavolo - e scopre il vecchietto nascosto, si spaventa, rinchiude velocemente e a cenni chiama l amica ) ma ché, ché, gh è dènt en vècio: mórt. En mórt che se möf. Carolina) Cosa ghét dit en mórt?! Erminia) La garà mia copàt el sò òm nè! Carolina) En mórt che se möf? Sét sicüra? Erminia) Carulina varda apó te se te me crèdet mia. E pó scapóm vià sübit de cursa. Carolina) Ma (incredula va a spiare e vede il vecchietto, lancia un grido spaventata) per mé l è mia en mórt, per me l è n fantasma, el m ha vardàt con du öcc isé (imitandolo sbatte le palpebre). Erminia) En fantasma? E isé che fóm? Carolina) Scapóm, scapóm! Gh è mia tèmp de pèrder. Erminia) Chisà da quan tèmp che l è lé? Ché me par töt en embròi. Carolina) Nóm, peséghet, che mé vöi mia viga rògne, dai nóm, scapóm. (Raccolgono in fretta e furia la loro roba e infilano la porta, dopo qualche istante entra la signora.) Signora) Dunque stavo dicendo che c è da accudire il nonno, il padre di mia marito (si guarda attorno meravigliata) östa, l è gh è pö (per caso guarda fuori dalla finestra) òstrega, le va come el vènt. Varda come che le cur de ónda, chisà come mai? (Scuotendo la testa prende un beauty-case e si siede a limarsi le unghie.) Rodolfo) (Entrando con asciugamano, saponetta, spazzola, shampoo) Ciao cara. Signora) Ciao Rodolfo. Rodolfo) Ghét vist el me bubà? Signora) Mé nò. Rodolfo) G ho fat pasà töte le stanze, töcc j- armare, só el lèt, de dré de le tende (alza un lembo della tovaglia che copre il tavolo e spia sotto) g ho vardàt dapertöt sensa tróal, chisà endó l s è scundìt staólta. Signora) Me l ho mia vist caro Rodolfo. Rodolfo) Quand g ho de faga el bagn, lü l scapa sèmper e l va a scundìs, l è deentàt pès de n pütì! Signora) A sèt agn s è pütèi, a setànta s è amó chèi! Poarì, t èl set... Rodolfo) (Interrompendola) Sé l só l só, el l ha cöntada sento mila ólte che la storia lé. Signora) E töte le ólte el ghe na zónta en tòch. Rodolfo) En tèmp de guera el fàa el marinaio...

Signora) El g ha fat naufragio... Rodolfo) El s è salvàt per miracol. Prima l éra en dé, pó l è deentàda na setimana en del mar frèd zelàt tacàt a n tòch de lègn, adès j-è deentàde dò setimane. Signora) Rodolfo sérca de capìl se l g ha póra de l acqua poarì, l è sèmper na bröta esperienza. Rodolfo) Bisognarà bé che l se làe na olta o l altra, el pöl mia endà en gir spurch, che figüra ghe fóm di fronte ai nòs operai? Signora) (Prende in mano quell oggetto ottenuto coi punti) Certo che per la nòsa fabrica l è stada na buna idea chèla dei punti e dei regaj. Rodolfo) Un idèa che g ha tiràt sö el nòs stabilimènt, i budini i va a ruba amó apó adès (sfregandosi le mani) per no parlà del cacao. J-afari i va pròpe bé. Signora) A propòsit de afari e de sólcc, quand el che ria j-agenti de le tasse, me só stofa de viga chei bröcc laur ché en casa e chèi strass che adòs. T el sét che a mé me piàs le ròbe bèle e j-ho töte scundìde. Rodolfo) Pórta pazienza cara, l è questiù de dé. Chèi de le tàsse i g ha de pensà che sóm amó en giande, che en chèsto momènt navigóm en cative acque. Góm de faga véder ai agenti de le tasse che l è mia töt ór chèl che stralüs se nò lur I gné sasìna! E quand che i vé sta atenta a mia faga dèrver da le cameriere. Signora) G hè mia pericol Rodolfo, j-è scapade col föch al cül. Só gna riàda a parlaga ensèma, chisà come mai. E sé che la paga l è buna, el dópe che da le ótre bande. Rodolfo) Sé el só che te vàrdet mia i mila franch. Signora) Le pudia ambià a laurà quan che le nìa òja e n dà vià quan che le ghéra finìt o fenéser el dé dopo, oltre al bu stipendio parlóm mia dei regai, budini e cacao a volontà. T el sét co la nòsa fabrica. Rodolfo) El só, el só, sta mia preocupàt cara che se n prezentarà de le altre. Entant nóm en zardì, che te me aìdet a sercà el me bubà che g ho de faga el bagn (escono). (Dopo alcuni attimi il vecchietto esce con circospezione, si guarda attorno e se ne va soddisfatto per non essere stato scoperto). Fine LA SIGNORA POVERETTA ovvero per le tasse e la finanza se nascondi l eleganza di Velise Bonfante TRADUZIONE LETTERALE IN ITALIANO Nella traduzione, la scelta è stata quella di non attenersi ad un italiano corretto ma di rispettare le forme dialettali. Esempio: vo zo per le scale = vado giù per le scale (anziché scendo le scale).

Scena: La stanza di una villa o di un castello, con un armadio (o un mobile o un tendone), finestra che dà su di un giardino, una porta d ingresso e un altra per le camere. Personaggi: Carolina ed Erminia - cameriere che si presentano per essere assunte. - la signora - il marito Rodolfo. - Il vecchietto ***** (Suona il campanello d entrata, Rodolfo va ad aprire.) Rodolfo) Buongiorno. (Entrano le due cameriere, borsetta e soprabito sul braccio, Carolina avanza con il giornale in mano, ben in mostra.) Carolina) (Mostrando il giornale) Io e lei siamo venute per la risposta sul giornale. Rodolfo) Accomodatevi che chiamo la signora (esce). Carolina) Erminia, hai visto che roba? Erminia) Ci sono ancora i signori al giorno d oggi, basta guardare il giardino là fuori, ì molto grande, con tanto di piscina, di campi da tennis, il gioco delle bocce, le fontane, le piante... Carolina) Le aiuole di fiori. Erminia) E panchine e tavolini ovunque. Carolina) (Appoggiando il soprabito, il giornale e la borsetta su di una sedia) Lo sai Erminia che io avevo quasi paura a suonare il campanello? Erminia) Eh, Carolina, se ci assumono abbiamo trovato un bel posto di lavoro questa volta. Carolina) Ricchi come sono chissà come pagano bene il personale. Erminia) (Deponendo anche lei la sua roba su di una sedia ) Ricchi come sono speriamo che non stiano lì a guardare le mille lire. Carolina) (Guardandosi attorno) Hai visto che stanza? Erminia) E che lusso! Carolina) Tutta roba di valore. Questi sì che sono ricchi, altro che la mia padrona di prima, non suola nemmeno le scarpe a questi. Questi puzzano quasi di nobiltà. Erminia) Qui si vedono le palanche. Carolina) E tante! (Entra la signora, Erminia e Carolina salutano con una riverenza.)

Signora) Buongiorno signore. Carolina) Signora, siamo venite qui per la risposta sul giornale e noialtre siamo pronte. Signora) (Gentilmente) Calma calma, dobbiamo prima stabilire gli orari e gli onorari. Carolina) Ah! Su l onore non c è niente da dire, può prendere informazioni a tutte le ore. Erminia) Noi siamo brave donne onorate. Carolina) La vedarà che se ci ciàppa, con noi, non ci giunta mica. Signora) (Non capisce e la guarda perplessa.) Erminia) La voleva dire che se ci assume, non ci rimette (dando di gomito all amica) e parla bene che dobbiamo fare bella figura. Carolina) (Annuendo ad Erminia si rivolge alla signora) Signora, se ci ciappate a lavorare, noi siamo pronte fin già da adesso. Signora) Mettiamo subito in chiaro alcune cose. A me servono due persone. Una per la pulizia della casa ed una per la cucina, però con la disponibilità di entrambe, all occorrenza, per accudire un anziano. (Suona il telefono e la signora scusandosi esce e va a rispondere.) Carolina) Erminia, guarda qui (prende in mano un oggetto di ceramica) Ma questo è incollato! Erminia) Fammi vedere Carolina, Hai ragione. Questo è andato in mille pezzi e l hanno incollato. Carolina) Anche male, guarda qui, non è nemmeno attaccato bene insieme. Erminia) Io non sono ricca ma una cosa così lo avrei già buttato via. Carolina) Anch io. Erminia) Forse lo hanno tenuto perché è rifinito in oro. Carolina) O forse sarà un ricordo di famiglia. Erminia) A volte i signori sono strani. Carolina, guarda qui. Carolina) Questo si prende con i punti dei budini. Erminia) E questo con i punti del cacao. Carolina) Oh Erminia, non dirmi che dei ricchi così raccolgono i punti. Erminia) Carolina ti dico che questo è spaccato identico a quello che tengo io in mezzo al tavolo. Carolina) Se è per quello, anch io ne ho uno preciso a questo. L ho preso con 250 punti di budini. Erminia) Guarda queste tende, sono rammendate. Carolina) Rammendate? Davvero? fammi vedere.

Erminia) Questo centro è stato aggiustato in una qualche maniera. Carolina) E il tappeto, guarda come è liso. Erminia) Magari è un tappeto persiano di quelli antichi. Carolina) Altro che antico, ha quasi i buchi, anzi, ha proprio un buco. Erminia) Io, te lo giuro, una cosa così non la vorrei nemmeno se me la regalano. Bisogna imparare dai ricchi a risparmiare. Carolina) Loro non buttano via niente. Erminia) E a forza di risparmiare fanno i soldi. Carolina) E i soldi fanno soldi e i pidocchi fanno pidocchi. Erminia) E così l acqua va al mare. Carolina) Erminia, prova a pensare, per me qui c è qualcosa che non quadra (guardandosi attorno). Erminia) Per me qui c è puzza di bruciato, magari non sono ricchi come sembrano. Carolina) Anche la signora non mi sembrava vestita tanto bene per essere una signora. Erminia) Magari la villa non è loro ed è ipotecata o è in prestito per fare bella figura ed imbrogliare la brava gente come noi. Carolina) Magari quella signora non ne ha nemmeno uno. Magari è una signora poveretta. Erminia) Una signora poveretta! Può darsi, a volte non è tutto oro quello che luccica. Carolina) Magari non ha nemmeno i soldi per pagarci lo stipendio. Erminia) Cosa voleva dire la signora con l accudire un anziano? Carolina) Se vede che ha un marito vecchio. Erminia) Avrà sposato un vecchio bacucco (curiosando apre un armadio - o guarda dietro le tende o sotto il tavolo - e scopre il vecchietto nascosto, si spaventa, rinchiude velocemente e a cenni chiama l amica ) ma qui, qui, c è dentro un vecchio: morto! Un morto che si muove. Carolina) Cosa hai detto: un morto?! Erminia) Non avrà mica ammazzato suo marito! Carolina) Un morto che si muove? Sei sicura? Erminia) Carolina guarda anche tu se non mi credi. E poi scappiamo via subito di corsa. Carolina) Ma (incredula va a spiare e vede il vecchietto, lancia un grido spaventata) per me non è morto, per me è un fantasma, mi ha guardato con due occhi così (imitandolo sbatte le palpebre). Erminia) Un fantasma? E così che facciamo?

Carolina) Scappiamo, scappiamo, non c è tempo da perdere. Erminia) Chissà da quanto tempo è lì? Qui mi sembra tutto un imbroglio. Carolina) Andiamo spicciati che io non voglio avere rogne, dai andiamo, scappiamo. (Raccolgono in fretta e furia la loro roba e infilano la porta, dopo qualche istante entra la signora.) Signora) Dunque stavo dicendo che c è da accudire il nonno, il padre di mia marito (si guarda attorno meravigliata) östa, non ci sono più (per caso guarda fuori dalla finestra) ostrega, vanno come il vento. Guarda come corrono veloci, chissà come mai? (Scuotendo la testa prende un beauty-case e si siede a limarsi le unghie.) Rodolfo) (Entrando con asciugamano, saponetta, spazzola, shampoo) Ciao cara. Signora) Ciao Rodolfo. Rodolfo) Hai visto mio padre? Signora) Io no. Rodolfo) Ho fatto passare tutte le stanze, tutti gli armadi, sotto il letto, dietro le tende (alza un lembo della tovaglia che copre il tavolo e spia sotto) ho guardato dappertutto senza trovarlo, chissà dove si è nascosto questa volta. Signora) Io non l ho visto caro Rodolfo. Rodolfo) Quando c è da fargli il bagno lui scappa sempre e va a nascondersi. È diventato peggio di un bambino. Signora) A 7 anni si è bambini e a 10 si è ancora quelli. Poverino, lo sai... Rodolfo) (Interrompendola) Sì, lo so, lo so, l ha raccontata centomila volte quella storia. Signora) E tutte le volte n aggiunge un pezzetto. Rodolfo) In tempo di guerra faceva il marinaio... Signora) ha fatto naufragio... Rodolfo) Si è salvato per miracolo. Prima era un giorno, poi una settimana, poi è diventata una settimana nel mare freddo gelato attaccato ad un pezzo di legno, ora sono diventate due settimane. Signora) Rodolfo cerca di capirlo se ha paura dell acqua poveretto, è sempre stata una brutta esperienza. Rodolfo) Bisognerà bene che si lavi una volta o l altra, non può andare in giro sporco, che figura ci facciamo di fronte ai nostri operai? Signora) (Prende in mano quell oggetto ottenuto con i punti) Certo che per la nostra fabbrica è stata una buona idea quella dei punti e dei regali. Rodolfo) Un idea che ha tirato su il nostro stabilimento, i budini vanno a ruba ancora adesso (sfregandosi le mani) per non parlare del cacao. Gli affari vanno proprio bene.

Signora) A proposito d affari, quand è che arrivano gli agenti delle tasse, io sono stufa di avere questi brutti oggetti in casa e questi stracci addosso. Lo sai che mi piacciono le cose belle e le ho tutte nascoste. Rodolfo) Porta pazienza cara, è questione di giorni. Quelli delle tasse devono pensare che siamo mal messi, che in questo momento navighiamo in cattive acque. Dobbiamo far vedere agli agenti delle tasse che non è tutto oro ciò che luccica altrimenti loro ci rovinano. E quando verranno stai attenta a non far aprire dalle cameriere. Signora) Non c è pericolo Rodolfo, sono scappate col fuoco al sedere. Non sono riuscita nemmeno a parlare con loro, chissà come mai. E sì che la paga era buona, il doppio che dalle altre parti. Rodolfo) Sì, lo so che non stai lì a guardare le mille lire. Signora) Potevano iniziare a lavorare quando volevano ed andare via quando avevano finito o finire il giorno dopo, oltre al buon stipendio non parliamo dei regali, budini e cacao a volontà. Sai, con la nostra fabbrica. Rodolfo) Lo so, lo so, non preoccuparti cara, se ne presenteranno delle altre. Intanto andiamo in giardino che mi aiuti a cercare mio padre che devo fargli il bagno (escono). (Dopo alcuni attimi il vecchietto esce con circospezione, si guarda attorno e se ne va soddisfatto per non essere stato scoperto). Fine