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Scritti di Nichiren Daishonin volume 6 L'INSEGNAMENTO, LA CAPACITÀ, IL TEMPO E IL PAESE NICHIREN, LO SHRAMANA 1 DEL GIAPPONE Punto primo: per insegnamento s'intende l'insieme dei sutra, delle regole di disciplina e dei trattati 2 esposti dal Budda Shakyamuni, 5048 fascicoli raccolti in 480 contenitori. Essi si diffusero in un migliaio di anni in tutta l'india e furono introdotti in Cina 1015 anni dopo la morte del Budda. In 664 anni, dal decimo anno dell'era Yung-p'ing, segno ciclico Hinoto-u (67 d.c.), nel regno dell'imperatore Ming della tarda dinastia Han, fino al diciottesimo anno dell'era K'ai-yuan, segno ciclico Kanoe-uma (730 d.c.), nel regno dell'imperatore Hsuan-tsung della dinastia T'ang, tutti questi insegnamenti furono introdotti in Cina. In tutti questi sutra, regole di disciplina e trattati troviamo insegnamenti mahayana e insegnamenti hinayana, sutra provvisori 1. Shramana: colui che ricerca la Strada. Originariamente indicava un asceta, un eremita o un monaco mendicante, in seguito chiunque rinunciava al mondo per praticare il Buddismo. 2. Sutra, regole di disciplina e trattati: i sutra predicati da Shakyamuni, le regole di disciplina (vinaya) stabilite da Shakyamuni stesso o dall'ordine buddista dopo la morte del Budda e i trattati (abhidharma), commenti e spiegazioni scritti da discepoli e filosofi posteriori, costituiscono le tre divisioni del canone buddista (Tripitaka, tre ceste). Poiché le tre divisioni del canone derivano dall'insegnamento del Budda, il Daishonin dice che furono esposti da Shakyamuni. e sutra veri, sutra esoterici e sutra essoterici, che vanno rigorosamente distinti gli uni dagli altri. Tali denominazioni non furono coniate dai filosofi e maestri successivi, ma compaiono nella predicazione stessa del Budda e perciò devono essere adottate da tutte le persone dei mondi delle dieci direzioni, senza eccezioni. Chiunque non lo fa non può essere considerato buddista. La consuetudine di considerare hinayana i Sutra Agon deriva dai vari sutra mahayana, come i Sutra Hodo, Hannya, del Loto e del Nirvana. Nel Sutra del Loto il Budda dice che, se egli avesse predicato solamente gli insegnamenti hinayana senza predicare il Sutra del Loto, sarebbe stato colpevole di celare la verità. Inoltre il Sutra del Nirvana afferma che a coloro i quali, attenendosi unicamente ai sutra hinayana, dichiarano che il Budda è caratterizzato dall'impermanenza, la lingua marcirà in bocca. 3

Il secondo punto è la capacità: chiunque propaghi il Buddismo deve comprendere la capacità delle persone cui si rivolge. Il Venerabile Shariputra insegnò a un fabbro la meditazione sull'impurità del corpo 3 e a un lavandaio la meditazione sul controllo del respiro 4. Passati più di novanta giorni, i discepoli da lui istruiti non avevano ottenuto la benché minima comprensione della Legge del Budda. Al contrario, si formarono idee sbagliate e finirono col diventare icchantika. Il Budda, invece, insegnò al fabbro la meditazione sul controllo del respiro e al lavandaio la meditazione sull'impurità del 3. Meditazione sull'impurità del corpo: una delle cinque meditazioni che uno Shomon doveva praticare, le altre sono: meditazione sulla compassione per tutte le creature, sull'origine dipendente, sulla corretta discriminazione e sul controllo del respiro. La meditazione sull'impurità del corpo mirava a percepire l'impurità di tutti i fenomeni transitori e a eliminare l'attaccamento a essi. 4. Meditazione sul controllo del respiro: un metodo di contare i respiri per ottenere la concentrazione e la pace della mente. corpo, ed entrambi compresero in un batter d'occhio. Se perfino Shariputra, il primo in saggezza tra i discepoli del Budda, non seppe valutare la capacità delle persone, quanto più difficile sarà valutarla per i mediocri insegnanti dell'ultimo giorno della Legge! Gli insegnanti mediocri che non comprendono la capacità della gente, devono insegnare esclusivamente il Sutra del Loto a coloro che istruiscono. Domanda: Che cosa significa il passo del Sutra del Loto che esorta a non predicare questo sutra tra gli ignoranti? 5 4 Risposta: Quando parlo di comprendere la capacità, intendo il modo di predicare la Legge da parte di un saggio. Inoltre, a coloro che offendono la Legge si dovrebbe predicare esclusivamente il Sutra del Loto in modo che possano stabilire con esso la "relazione del tamburo letale" 6, così come fece il Bodhisattva Fukyo. Se capiamo che una persona ha la capacità di diventare saggia, dobbiamo sempre istruirla prima sugli insegnamenti hinayana, poi sugli insegnamenti mahayana provvisori e alla fine sul vero mahayana. Ma se capiamo che una persona ha scarse capacità, dobbiamo sempre insegnargli subito il vero mahayana. In questo modo, sia che ci creda, sia che lo calunni, riceverà ugualmente il seme dell'illuminazione! 5. Nel terzo capitolo del Sutra del Loto (Hiyu) Shakyamuni ammonisce Shariputra a non predicare il Sutra del Loto a coloro che hanno una comprensione superficiale e preconcetta e un forte attaccamento ai desideri terreni. 6. Relazione del tamburo letale: indica la relazione inversa, gyaku-en in giapponese. Anche chi si oppone al Sutra del Loto e lo insulta, crea comunque un legame con esso e, dopo aver subito la relativa retribuzione, otterrà l'illuminazione. Il termine "tamburo letale" si trova nel Sutra del Nirvana che dice: «Quando si batte il tamburo letale, tutti quelli che lo odono muoiono, anche se non volevano ascoltarlo». Così, chiunque ascolti il Sutra del Loto otterrà la Buddità, sia che prenda fede in esso, sia che si opponga.

5 Il terzo punto è il tempo: chiunque propaghi il Buddismo deve assolutamente comprendere il tempo. Se, per esempio, un contadino seminasse i suoi campi in autunno o in inverno, anche se il seme, la terra e il lavoro dell'agricoltore fossero gli stessi, non otterrebbe il minimo profitto, anzi ci rimetterebbe. Se il contadino coltiva un piccolo appezzamento subirà un piccolo danno, mentre se coltiva acri e acri di terreno subirà una grande perdita. Ma se egli lavora e semina la terra in primavera e in estate, otterrà sempre un profitto, proporzionale alla qualità alta, media o bassa del campo stesso. Lo stesso vale per la Legge buddista: se uno propaga la Legge senza comprendere il tempo, non otterrà risultati, ma al contrario cadrà nei cattivi sentieri. Il Budda Shakyamuni apparve in questo mondo perché voleva a ogni costo predicare il Sutra del Loto, ma benché la capacità della gente fosse giusta, per più di quarant anni non lo predicò perché non era ancora giunto il tempo. Egli disse nel Sutra del Loto: «Perché non era ancora giunto il tempo di esporlo» 7. Il giorno dopo la morte del Budda inizia il periodo di mille anni del Primo giorno della Legge durante il quale coloro che osservano i precetti sono molti, mentre coloro che li infrangono sono pochi 8. Il giorno dopo la fine del Primo giorno 7. Sutra del Loto, cap. 2. 8. Con il succedersi dei tre periodi, si osserva un progressivo rilassamento nell'osservanza dei precetti. Nel Primo giorno della Legge quasi tutti li osservano, nel Medio giorno della Legge sono più numerosi quelli che li infrangono e nell'ultimo giorno della Legge nessuno li osserva. Dal punto di vista dell'insegnamento di Nichiren Daishonin, ciò è in relazione con l'evoluzione del Buddismo: il Primo giorno vede la diffusione degli insegnamenti hinayana che danno grande importanza ai precetti, mentre nel Medio giorno si assiste alla propagazione del mahayana provvisorio che considera i precetti solamente un primo passo della pratica. Nell'Ultimo giorno della Legge, si può ottenere l'illuminazione direttamente abbracciando la Legge di Nam-myo-ho-renge-kyo, senza osservare precetti specifici. 6 della Legge inizia il periodo di mille anni del Medio giorno della Legge durante il quale quelli che infrangono i precetti sono molti, mentre pochi non hanno precetti. E il giorno dopo la fine del Medio giorno della Legge inizia il periodo di mille anni dell'ultimo giorno della Legge, nel quale quelli che infrangono i precetti sono pochi, mentre quelli che non hanno precetti sono molti. Durante il Primo giorno della Legge si devono abbandonare le persone che infrangono i precetti o che non ne hanno affatto, e fare offerte a chi li abbraccia; nel Medio giorno della Legge si devono abbandonare quelli senza precetti e fare offerte a coloro che li infrangono; nell'ultimo giorno della Legge si devono fare offerte alle persone senza precetti come se fossero dei Budda. Ma in nessuno dei tre, periodi, Primo, Medio e Ultimo giorno della Legge, si devono fare offerte a coloro che calunniano il Sutra del Loto, sia che osservino i precetti, sia che li infrangano, sia che non li accettino affatto. Se viene fatta l elemosina a costoro, il paese sarà inevitabilmente colpito dalle tre calamità e dai sette disastri, e le persone che fanno

queste offerte cadranno sicuramente nella grande fortezza dell'inferno della sofferenza incessante. Quando il devoto del Sutra del Loto pronuncia parole di condanna contro i sutra provvisori, egli è come un signore che punisce i suoi servitori, come un padre che punisce i figli 0 come un maestro che punisce i suoi discepoli. Ma quando i devoti dei sutra provvisori pronunciano parole di condanna e di offesa contro il Sutra del Loto, è come se i servitori punissero il loro signore, come se i figli punissero il padre, come se i discepoli punissero il loro maestro. Oggi sono trascorsi più di 210 anni da quando siamo entrati nell'ultimo giorno della Legge. Si dovrebbe considerare molto attentamente se questo è il tempo in cui devono essere propagati i sutra provvisori, come gli insegnamenti Nembutsu e altri, o se è il tempo in cui deve essere propagato il Sutra del Loto. 7 Il quarto punto è il paese: bisogna sempre propagare il Buddismo tenendo conto del paese. Ci sono paesi freddi e paesi caldi, paesi poveri e paesi ricchi, paesi centrali e paesi periferici 9, paesi grandi e paesi piccoli, paesi completamente dediti al ladrocinio, paesi completamente dediti all'uccisione delle creature viventi e paesi in cui manca totalmente la pietà filiale. Esistono anche paesi esclusivamente hinayana, paesi esclusivamente mahayana e paesi nei quali si studia insieme hinayana e mahayana. Nel caso del Giappone, dobbiamo considerare attentamente se si tratta di un paese esclusivamente hinayana, di un paese esclusivamente mahayana, oppure di un paese nel quale si studi sia l'hinayana che il mahayana. Il quinto punto è l'ordine di propagazione: in un paese dove il Buddismo non è stato ancora introdotto, vi sono abitanti che non hanno mai ascoltato la Legge del Budda, mentre in un paese dove il Buddismo è già stato introdotto ci saranno abitanti che credono nella Legge del Budda. Perciò, bisogna sapere quale dottrina va propagata per prima e quali dottrine vanno propagate dopo. Se sono già stati introdotti gli insegnamenti hinayana e mahayana provvisori, allora si deve senz'altro propagare il vero mahayana. Ma se il vero mahayana è già diffuso, allora non si devono propagare gli insegnamenti hinayana e mahayana provvisori. Si devono raccogliere oro e gemme e scartare i calcinacci, non si devono gettare via oro e gemme per raccogliere calcinacci. Chi propaga il Buddismo conoscendo i cinque principi suddetti, diventerà il maestro dell'intera nazione giapponese. Perciò, chi capisce che il Sutra del Loto è il re dei sutra, che è il primo tra tutti i numerosi sutra, ha una corretta comprensione 9. Paesi centrali e paesi periferici: paesi di maggiore influenza culturale (come la Cina), che trasmettono la loro civiltà e i loro progressi alle nazioni circostanti, e paesi culturalmente meno evoluti che importano e adottano queste influenze straniere. dell'insegnamento. Eppure, Fa-yun 10 del tempio Kuang-che-ssu e Hui-kuan 11 del tempio Tao-ch'ang-ssu sostennero che il Sutra del Nirvana è superiore al Sutra del 8

Loto. Ch'eng-kuan 12 del monte Ch'ing-liang e Kobo del monte Koya sostennero che i Sutra Kegon e Dainichi sono superiori al Sutra del Loto. Chi-tsang 13 del tempio Chia-hsiang-ssu e il prete K'uei-chi 14 del tempio Tz'u-en-ssu sostennero che i due Sutra Hannya e Jimmitsu sono superiori al Sutra del Loto. Un solo uomo, il Gran Maestro Chih-che del monte T'ien-t'ai, non solo affermò che il Sutra del Loto è superiore a tutti gli altri sutra, ma anche che la persona che avesse sostenuto che esiste un sutra superiore al Sutra del Loto dovesse essere ammonita e dissuasa, altrimenti le sarebbe marcita in bocca la lingua nell'esistenza presente e sarebbe caduta nell'inferno Avichi 10. Fa-yun (467-529): prete della dinastia cinese Liang, che divenne famoso tenendo conferenze sul Sutra del Loto e sul Sutra Vimalakirti. Nel 508 fu nominato patriarca del tempio Kuang-che-ssu dall'imperatore Wu e nel 525 divenne amministratore generale dei monaci, il più alto rango nel clero. 11. Hui-kuan (368-438): prete del "periodo delle dinastie settentrionali e meridionali". Nel 401 divenne discepolo di Kumarajiva e collaborò al lavoro di traduzione. Si dice che dopo la morte di Kumarajiva abbia assistito Buddhabhadra nella traduzione del Sutra Kegon. Egli inoltre riesaminò le due traduzioni cinesi esistenti del Sutra Nirvana e compilò il Nanbon Nehangyo (Versione meridionale del Sutra del Nirvana) 12. Ch'eng-kuan (738-839): quarto patriarca della scuola Kegon nella Cina T'ang. Nel 755 praticò la meditazione di T'ien-t'ai sotto Miao-lo e successivamente studiò sotto maestri di varie scuole. Succeduto al terzo patriarca Fa-tsang, propagò le dottrine Kegon. Tenne lezioni sul Sutra Kegon al tempio Ta-hua-yen-ssu e compilò vari commentari, tra cui il Kegongyo sho. 13. Chi-tsang (549-623): prete della scuola Sanron in Cina, qualche volta considerato primo patriarca della scuola. È noto anche come Chia-hsiang perché risiedeva nel tempio Chia-hsiang-ssu. Studiò i tre trattati sul Sutra Hannya (San-lun, giapponese Sanron) e fondò la scuola Sanron 14. K'uei-chi (632-682): fondatore della scuola cinese Hosso. Era anche chiamato Tz'u-en perché risiedeva nel tempio Tz'u-en-ssu. I testi base della scuola includono sei sutra e undici trattati, tra cui il Sutra Jimmitsu. 9 dopo la morte. Chi è capace di distinguere il giusto dall errato tra queste opinioni differenti è uno che ha compreso l'insegnamento. Le migliaia di studiosi del nostro tempo sono tutti confusi su questo punto. Stando così le cose, pochi avranno compreso l'insegnamento. Se non c'è nessuno che ha compreso l'insegnamento, nessuno leggerà il Sutra del Loto. E se non c'è nessuno che legge il Sutra del Loto, nessuno diventerà il maestro della nazione. Se non c'è nessun maestro della nazione, poiché tutti gli abitanti della nazione saranno confusi sulla distinzione fra i vari sutra, hinayana e mahayana, provvisori e vero, esoterico ed essoterico, non una sola persona potrà sfuggire alle sofferenze di nascita e morte e, alla fine, tutti offenderanno la Legge. Coloro che a causa dell'offesa alla Legge cadranno nell'inferno Avichi saranno più numerosi delle particelle di polvere della terra, mentre coloro che abbracciando la Legge si libereranno dalle sofferenze di nascita e morte saranno meno numerosi delle particelle di terra che possono stare sulla punta di un'unghia. Che spaventosa prospettiva! Durante i 400 e più anni trascorsi dal tempo dell'imperatore Kammu, tutto il popolo giapponese ha avuto la capacità di ottenere l'illuminazione unicamente attraverso il Sutra del Loto. Sono come quelle persone che per otto anni ascoltarono la predicazione del Sutra del Loto sul Picco dell'aquila e che avevano la capacità adatta al

perfetto e puro insegnamento. ( La conferma di ciò si trova negli scritti 15 del Gran Maestro 15. Nello Hokke mongu di T'ien-t'ai si legge: «Nel quinto periodo di cinquecento anni, la mistica Via si diffonderà e beneficherà l'umanità a lungo nel futuro». Nichiren Daishonin probabilmente si riferisce a questo brano. Shotoku (574-622), secondo figlio dell'imperatore Yomei e reggente durante il regno dell'imperatrice Suiko, promosse importanti riforme e governò saggiamente sia in politica interna che in politica estera, in accordo con lo spirito del Buddismo. Lo Shotoku taishi denryaku (Biografia del principe Shotoku) cita una sua affermazione: «Duecentocinquant anni dopo la mia morte, apparirà un imperatore che venererà la Legge buddista... e sosterrà le mistiche scritture». Questo potrebbe essere il passo al quale si riferisce il Daishonin. Ganjin (Chin Chien-chen, 688-763), prete della Cina Tang, fondò la setta Ritsu in Giappone. Il Daishonin si riferisce al passo nel Todaiwajo tosen den (Vita del Patriarca della Cina Tang che venne all'est) che afferma: «Questo ho udito... In Giappone il principe Nagaya [un nipote dell'imperatore Tammu] rese omaggio al buddismo e fece confezionare un migliaio di vesti talari... Il Giappone è veramente un paese legato allo sviluppo del Buddismo». Dengyo, il fondatore della Setta Tendai giapponese, affermò nel suo Shugo kokkai sho «Il Primo e il Medio giorno sono quasi finiti, e l'ultimo giorno si approssima. Ora è il tempo in cui l'unico veicolo esposto nel Sutra del Loto si dimostrerà perfettamente adatto alla capacita di tutte le persone». Citando Annen (841-889?), un prete della setta Tendai, il Daishonin probabilmente si riferisce al passo del suo Futsu ju bosatsukai koshaku (L'interpretazione completa dei precetti generali per i Bodhisattva) che afferma: «Tutti in Giappone, il mio paese, credono nel mahayana». Eshin (942-1017), chiamato anche Genshin, era un prete della setta Tendai. Nell'Ichijo yoketsu (Essenza dell'insegnamento dell'unico veicolo) afferma: «Tutte le persone del Giappone hanno soltanto la capacità per il perfetto insegnamento dell'unico veicolo». 10 T'ien-t'ai, del principe Shotoku, dell'eminente prete Ganjin, del Gran Maestro Dengyo, degli eminenti preti Annen ed Eshin). Capire ciò è comprendere la capacità delle persone. Ma gli studiosi dei nostri giorni dicono che tutta la popolazione giapponese ha unicamente la capacità di recitare il nome del Budda Amida. Sono come Shariputra che, ingannandosi sulla capacità dei discepoli che stava istruendo, alla fine li trasformò in icchantika. Oggi in Giappone, circa 2210 anni dopo la morte del Budda Shakyamuni, nell'ultimo dei cinque periodi di cinquecento anni 16, è giunta l'ora di propagare Myoho-renge-kyo. Capire ciò è possedere la comprensione del tempo. Ma oggi in Giappone tali studiosi buddisti, o abbandonano il Sutra del Loto per dedicarsi esclusivamente alla pratica dell'invocazione del nome del Budda Amida, o insegnano i precetti hinayana e parlano insolentemente degli eminenti preti del monte Hiei, 16. L'ultimo dei cinque periodi di cinquecento anni dopo la sua morte: corrisponde all'inizio dell'ultimo giorno della Legge. oppure sostengono la trasmissione speciale al di fuori delle scritture 17 disprezzando la vera Legge del Sutra del Loto. Costoro sono persone che non comprendono il tempo! 11

Sono come il monaco Shoi 18 che calunniò bodhisattva Kikon, o lo studioso Gunaprabha 19 che criticò il Bodhisattva Miroku e si procurò le terribili sofferenze dell inferno Avichi.. Il Giappone è un paese che ha relazione esclusivamente con il Sutra del Loto, come il paese di Shravasti 20 in India aveva relazione esclusivamente con gli insegnamenti mahayana. In India c'erano paesi interamente hinayana, paesi interamente mahayana e paesi in cui si studiavano entrambi gli insegnamenti. Il Giappone è un paese completamente predisposto al mahayana e, tra questi insegnamenti, al Sutra del Loto. (Questa affermazione si trova nel Yuga ron 21, negli scritti di 17. Riferimento alla dottrina dalla setta Zen, secondo la quale l'illuminazione non va cercata nelle scritture buddiste ma è trasmessa senza parole da mente a mente. 18. Shoi: monaco menzionato nel Sutra Shoho mugyo, vissuto nell'ultimo giorno del Budda Shishionno. Sarebbe caduto nell'inferno per aver calunniato il Bodhisattva Kikon che insegnava la dottrina del vero aspetto della realtà!. 19. Gunaprabha: studioso indiano che studiò dapprima il mahayana, ma si converti all'hinayana dopo aver letto il Daibibasha ron, e scrisse molti trattati. Secondo il Daito saiiki ki (Cronache delle regioni occidentali), egli ascese al paradiso Tushita allo scopo di risolvere i suoi dubbi riguardanti l'hinayana e il mahayana. Là incontrò il Bodhisattva Miroku ma non lo rispettò perché Miroku non era stato ordinato monaco. Così, a causa della sua arroganza, non poté essere istruito da Miroku. 20. Paese di Shravasti: antico regno di Kosala nell'india centrale. Shravasti era probabilmente il nome della capitale. 21. Yuga non abbreviazione di Yugashiji ron (Trattato sugli stadi della pratica yoga), un lavoro attribuito a Maitreya o ad Asanga, tradotto in cinese da Hsuan-tsang. Lo Yuga ron non accenna a questo punto, benché nel Bodaishingi sho Annen ne citi il passo: «Piccolo paese nella regione orientale, le cui persone sono in relazione con il mahayana». È probabile che questo passo apparisse nella versione originale dell' Yuga Ron, ma che sia stato poi omesso per qualche ragione nel corso della trascrizione. 12 Seng-Chao 22, in quelli del principe Shotoku, del Gran Maestro Dengyo e di Annen 23 ). Capire ciò è comprendere il paese. Ma i maestri buddisti nel nostro tempo, rivolgendosi alla popolazione del Giappone, conferiscono solamente i precetti hinayana o spingono tutti a diventare seguaci del Nembutsu. Questo equivale a "mettere cibo disgustoso su un vassoio prezioso". (Questa similitudine del vassoio prezioso è presa dallo Shugo kokkai sho del Gran Maestro Dengyo). Durante i 240 e più anni trascorsi da quando il Buddismo fu introdotto per la prima volta dal regno di Paekche durante il regno dell'imperatore Kimmei, fino al regno dell'imperatore Kammu, in Giappone vennero propagati solamente gli insegnamenti hinayana e mahayana provvisori. Sebbene esistesse già il Sutra del Loto, il suo significato non era stato ancora chiarito. Lo stesso avvenne quando il Sutra del Loto fu introdotto in Cina: per più di 300 anni, benché esistesse, il suo significato non venne chiarito. Al tempo dell'imperatore Kammu, il Gran Maestro Dengyo confutò gli insegnamenti hinayana e mahayana provvisori e rivelò il vero significato del Sutra del Loto. Da allora in poi, le opinioni contrastanti cessarono di esistere e tutti presero sinceramente fede nel Sutra del Loto.

22. Seng-chao (384-414): prete della tarda dinastia Ch'in e uno dei maggiori discepoli di Kumarajiva. Il Daishonin si riferisce al suo Hokke hongyo no koki (Commento sulla traduzione del Sutra del Loto di Kumarajiva) in cui si narra che Shuryasoma, profondo conoscitore dei sutra mahayana, trasmise il Sutra del Loto a Kumarajiva dicendogli che era in rapporto con un paese nel nord-est. 23. Scritti del principe Shotoku, di Dengyo e di Annen: probabilmente si riferisce alle stesse fonti citate nella nota 15. In aggiunta, Dengyo dice nel suo Hokke shuku: «La propagazione del vero insegnamento inizierà nel periodo in cui il Medio giorno della Legge finisce e inizia l'ultimo giorno, in una terra a est di T'ang e a ovest di Katsu, tra persone macchiate dalle cinque impurità che vivono in un tempo di conflitti». A est di T'ang e a ovest di Katsu corrisponde alla posizione del Giappone sulle mappe nautiche. 13 Persino gli studiosi delle sei sette 24, che avevano studiato i Sutra hinayana e mahayana Kegon, Hannya, Jimmitsu e Agon, riconoscevano il Sutra del Loto come la suprema autorità. Per non parlare degli studiosi delle sette Tendai e Shingon e, naturalmente, dei credenti laici che non avevano una speciale conoscenza. La nazione era come le montagne K'un-lun 25 dove non si trova una sola pietra senza valore, o come l'isola montuosa di P'eng-lai 26 dove non si trova alcun veleno. Tuttavia, durante i cinquanta e più anni trascorsi dal periodo Kennin (1201-1203), i preti Dainichi e Kakuan 27 diffusero la setta Zen, mettendo da parte tutti i sutra e sostenendo una dottrina trasmessa al di fuori delle scritture, mentre Honen e Ryukan 28 fondarono la setta Jodo confutando il vero 24. Sei sette: le sei scuole di Buddismo che prosperarono a Nara, la capitale del Giappone durante il periodo Nara (710-794). Esse sono le sette Kegon, Sanron, Hosso, basate rispettivamente sui Sutra mahayana Kegon, Hannya e Jimmitsu, e le sette Kusha, Jojitsu e Ritsu, basate rispettivamente sui Sutra hinayana Agon, Jojitsu ron e Shibun-Ritsu. Erano scuole filosofiche piuttosto che sette religiose indipendenti, e in ciascuno dei sette maggiori templi di Nara era studiato più di un sistema. 25. Montagne K'un-lun: nome della regione montuosa comprendente il Pamir, il Tibet e l'altopiano della Mongolia. Secondo lo Shih chi (Cronache storiche), si credeva che vi si potessero trovare gioielli. 26. P'eng-lai: leggendaria isola montuosa al largo della costa orientale della Cina, dove, secondo lo Shih chi e altre fonti, abitava un immortale che possedeva un elisir di eterna giovinezza. 27. Dainichi e Kakuan: preti Zen giapponesi (date sconosciute). Dainichi, conosciuto anche come Nonin, propagò gli insegnamenti Zen prima di Eisai (1141-1215)i il fondatore della scuola Rinzai. Essendo stato criticato per non aver ricevuto l'insegnamento da un maestro, nel 1189 egli mandò i suoi due discepoli in Cina per far autenticare il suo insegnamento da un maestro Zen di nome Cho-an del monte Yu-wang. Quindi chiamò la sua setta Nihon Daruma o Bodhidharma giapponese. Kakuan, uno dei discepoli di Nonin, propagò gli insegnamenti nella provincia di Yamato. 28. Ryukan (1148-1227): fondatore della scuola Choraku-ji della setta della Pura Terra. Studiò dapprima le dottrine Tendai, ma, attratto dagli insegnamenti della Pura Terra, divenne discepolo di Honen. Sosteneva la dottrina che si potesse rinascere nella Pura Terra recitando continuamente il Nembutsu. mahayana e costituendo una setta basata sul mahayana provvisorio. È come se si gettasse via le gemme per raccogliere i sassi, se si abbandonasse la solida terra per 14

arrampicarsi nell'aria. Uomini come questi non sanno niente dell ordine in cui devono essere propagate le varie dottrine. Il Budda ammonì dicendo: «E meglio imbattersi in un elefante impazzito piuttosto che in un cattivo compagno» 29. Nel capitolo Kanji del Sutra del Loto è predetto che nell'ultimo periodo di 500 anni, cioè circa 2000 anni dopo la morte del Budda, appariranno tre tipi di nemici 30 del Sutra del Loto. I nostri giorni corrispondono all' ultimo periodo di 500 anni. Io, Nichiren, meditando sulla verità di queste parole del Budda, mi rendo conto che i tre nemici esistono veramente: se li evitassi, non sarei un vero devoto del Sutra del Loto, ma se li induco ad apparire, certamente rischio di perdere la vita. Nel quarto volume del Sutra del Loto si afferma: «Odio e gelosia verso questo sutra abbondano persino durante la vita del Budda; molto maggiori saranno dopo la sua morte» 31. Nel quinto volume si dice: «La società sarà molto ostile e sarà estremamente difficile credere» 32. Nello stesso volume si legge anche: «Noi non abbiamo cara la nostra vita, teniamo in considerazione solo la Via suprema» 33. E il sesto volume afferma: «Non risparmieranno la loro vita» 34. Nel nono volume del Sutra del Nirvana legniamo: «Per esempio, se un inviato del sovrano, abile nella discussione, 29. Sutra del Nirvana. 30. Tre tipi di nemici: o Tre potenti nemici, che perseguiteranno chi propagherà il Sutra del Loto dopo la morte del Budda. Sono: 1) laici ignoranti che colpiranno il devoto con pietre e bastoni; 2) preti arroganti e intriganti che lo calunnieranno e 3) preti autorevoli e rispettati che. per timore di perdere fama e profitti, istigheranno le autorità contro di lui. 31. Sutra del Loto, cap. 10. 32. Ibid., cap. 14. 33. Ibid., cap. 13. 34. Ibid., cap. 16. 15 che sa servirsi di ingegnosi espedienti, venisse mandato in una nazione straniera, dovrebbe riportare le parole del suo sovrano senza tralasciarne nessuna, anche se ciò dovesse costargli la vita. Allo stesso modo un saggio, andando fra la gente comune, deve rivelare senza errore i sutra mahayana, senza preoccuparsi della propria vita». Il Gran Maestro Chang an commentando le parole «...,senza tralasciarne nessuna, anche se ciò dovesse costargli la vita...», dice: «Il proprio corpo è insignificante mentre la Legge è suprema. Propagate la Legge sacrificando la vostra vita!» 35. Quando esamino questi passi, capisco che se non facessi apparire i tre tipi di nemici, non sarei il devoto del Sutra del Loto. Solo se li faccio apparire sono il devoto del Sutra del Loto. E, tuttavia, se lo faccio, quasi certamente perderò la vita. Sarò come il Venerabile Aryasimha 36 o il Bodhisattva Aryadeva 37! Nichiren 10 febbraio

35. Nehangyo sho, vol. 12. 36. Aryasimha: l'ultimo del ventiquattro successori di Shakyamuni. Visse nell'india centrale nel sesto secolo. Egli propagò il Buddismo nel Kashmir, ma il re Dammira, nemico del Buddismo, distrasse molti templi e stupa buddisti, assassinò numerosi preti e infine fece decapitare Aryasimha. Si dice che dal suo collo, anziché sangue, sgorgasse puro latte. 37. Aryadeva: il quindicesimo dei ventiquattro successori di Shakyamuni. Nacque in una famiglia brahmana nell'india meridionale nel terzo secolo e studiò la dottrina del "vuoto" (ku) sotto Nagarjuna. Era anche chiamato Kanadeva a causa della perdita di un occhio (kana significa "un solo occhio"). Confutò gli insegnamenti del brahmanesimo a Pataliputra in un dibattito religioso e fu ucciso da un loro discepolo. 16 Kyokijikoku sho Gosho Zenshu, pag. 438 Scritto nel 1262 a 41 anni, a Ito Destinatario sconosciuto CENNI STORICI - Nel luglio del 1260 Nichiren Daishonin sottopose il suo trattato Rissho ankoku ron all'ex-reggente Hojo Tokiyori che, sebbene si fosse ritirato dalla carica, era ancora la persona più influente del clan Hojo. Questa fu la prima rimostranza al governo e segnò l'inizio della sua attività ufficiale di propagazione. Infuriati per le critiche del Daishonin alla setta della Pura Terra, un gruppo di credenti Nembutsu fece irruzione nella sua dimora a Matsubagayatsu con l'intenzione di ucciderlo. Il Daishonin riuscì a sfuggire e riparò nella residenza di Toki Jonin nella vicina provincia di Shimosa. Quando tornò a Kamakura nella primavera del 1261 e riprese la sua attività di propagazione, le autorità ordinarono il suo arresto e, senza processo, lo condannarono all'esilio a Ito nella penisola di Izu. Fu perdonato e ritornò a Kamakura il 22 febbraio 1263. Mentre era in esilio il Daishonin scrisse questo Gosho in cui riconferma la legittimità del suo Buddismo alla luce di ciò che egli definì le cinque guide di propagazione. Questo Gosho è datato semplicemente 10 febbraio, non è precisato l'anno. Poiché nel testo dice: «...sono trascorsi circa 2210 anni dopo la morte del Budda Shakyamuni», possiamo supporre che sia stato scritto nel 1261, ma, poiché arrivò a Ito nel maggio del 1261 e tornò a Kamakura il 22 febbraio 1263, si ritiene generalmente che questo Gosho sia stato scritto il 10 febbraio 1262. 17