Pericle - Discorso agli Ateniesi, 461 a.c. LA MIA VITA NON APPARTIENE A ME, MA A VOI Mentre celebrava l'eucaristia nella piccola cappella dell'hospedalito, un sicario colpì al cuore, uccidendolo, con un solo proiettile l'arcivescovo di San Salvador. Monsignor Oscar Arnulfo Romero morì alle 18:26 di lunedì 24 marzo 1980. Non fu un martire che cercava la morte violenta, ma l'accettò, non sfuggendo al suo destino. Non fu un esaltato, ma un profeta; aprì gli occhi sulla realtà che lo circondava e fece vivere la Chiesa al fianco di chi aveva bisogno, di chi lottava per affrancarsi da repressioni, sfruttamenti... Fu la spalla su cui piansero le madri delle centinaia di desaparecidos, giovani fatti sparire, perché considerati pericolosi dal governo ultra reazionario salvadoregno. Fu il confessore di tanti campesinos che protestavano contro lo strapotere e gli sfruttamenti subiti da parte di una decina di famiglie che si spartivano la proprietà terriera di tutto lo stato. Fu la guida di giovani parroci e religiosi che esercitavano il loro ministero sostenendo gli ultimi. Fu il fautore della cosiddetta "teologia dell'accompagnamento": per lui compito di un sacerdote è quello di camminare accanto a chi ha bisogno. Parlava spesso dei poveri, ma è facile immaginare che per povertà intendesse qualcosa di molto più ampio, rispetto alla mancanza di possibilità economiche. Quel proiettile non uccise l'operato di Romero. Ancora oggi è definito "el santo de America" anche se la Chiesa non ha ancora ultimato il suo iter per proclamarlo beato. In una delle sue ultime interviste, concessa al "Diario de Caracas", monsignor Romero disse: "Sono stato frequentemente minacciato di morte. Come cristiano, non credo nella morte senza resurrezione: se mi uccidono, risorgerò nel popolo salvadoregno. Lo dico senza superbia, con la più grande umiltà. Come pastore sono obbligato per mandato divino a dare la vita per coloro che amo, cioè tutti i salvadoregni, anche quelli che mi uccidessero. Se le minacce dovessero compiersi già da adesso offro a Dio il mio sangue per la redenzione e la resurrezione del Salvador. Il martirio è una grazia di Dio che non credo di meritare, ma se Dio accetta il sacrificio della mia vita che il mio sangue sia semenza di libertà e segno che la
speranza si tramuterà ben presto in realtà. La mia morte, se accettata da Dio, sia per la liberazione del mio popolo e come una testimonianza di speranza nel futuro. Lei può dire, se arrivassero ad uccidermi, che io perdono e benedico quelli che lo faranno. Forse, così, si convinceranno di perdere il loro tempo: un vescovo morirà, ma la Chiesa di Dio, che è il popolo, non perirà mai". Monsignor Oscar Arnulfo Romero CERCA DI SCOPRIRE Se non puoi essere un pino sul monte, sii una saggina nella valle, ma sii la migliore, piccola saggina sulla sponda del ruscello. Se non puoi essere un albero,sii un cespuglio. Se non puoi essere un'autostrada, sii un sentiero. Se non puoi essere il sole, sii una stella. Sii sempre il meglio di ciò che sei. Cerca di scoprire il disegno che sei chiamato ad essere; poi mettiti con passione a realizzarlo nella vita. Martin Luther King Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia. Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell eccellenza. Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l uno dell altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo. Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo. Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private. Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa. E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso. Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia. Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore. Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versalità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
VOI LA MIA VITA NON APPARTIENE A ME, MA A Mentre celebrava l'eucaristia nella piccola cappella dell'hospedalito, un sicario colpì al cuore, uccidendolo, con un solo proiettile l'arcivescovo di San Salvador. Monsignor Oscar Arnulfo Romero morì alle 18:26 di lunedì 24 marzo 1980. Non fu un martire che cercava la morte violenta, ma l'accettò, non sfuggendo al suo destino. Non fu un esaltato, ma un profeta; aprì gli occhi sulla realtà che lo circondava e fece vivere la Chiesa al fianco di chi aveva bisogno, di chi lottava per affrancarsi da repressioni, sfruttamenti... Fu la spalla su cui piansero le madri delle centinaia di desaparecidos, giovani fatti sparire, perché considerati pericolosi dal governo ultra reazionario salvadoregno. Fu il confessore di tanti campesinos che protestavano contro lo strapotere e gli sfruttamenti subiti da parte di una decina di famiglie che si spartivano la proprietà terriera di tutto lo stato. Fu la guida di giovani parroci e religiosi che esercitavano il loro ministero sostenendo gli ultimi. Fu il fautore della cosiddetta "teologia dell'accompagnamento": per lui compito di un sacerdote è quello di camminare accanto a chi ha bisogno. Parlava spesso dei poveri, ma è facile immaginare che per povertà intendesse qualcosa di molto più ampio, rispetto alla mancanza di possibilità economiche. Quel proiettile non uccise l'operato di Romero. Ancora oggi è definito "el santo de America" anche se la Chiesa non ha ancora ultimato il suo iter per proclamarlo beato. In una delle sue ultime interviste, concessa al "Diario de Caracas", monsignor Romero disse: "Sono stato frequentemente minacciato di morte. Come cristiano, non
credo nella morte senza resurrezione: se mi uccidono, risorgerò nel popolo salvadoregno. Lo dico senza superbia, con la più grande umiltà. Come pastore sono obbligato per mandato divino a dare la vita per coloro che amo, cioè tutti i salvadoregni, anche quelli che mi uccidessero. Se le minacce dovessero compiersi già da adesso offro a Dio il mio sangue per la redenzione e la resurrezione del Salvador. Il martirio è una grazia di Dio che non credo di meritare, ma se Dio accetta il sacrificio della mia vita che il mio sangue sia semenza di libertà e segno che la speranza si tramuterà ben presto in realtà. La mia morte, se accettata da Dio, sia per la liberazione del mio popolo e come una testimonianza di speranza nel futuro. Lei può dire, se arrivassero ad uccidermi, che io perdono e benedico quelli che lo faranno. Forse, così, si convinceranno di perdere il loro tempo: un vescovo morirà, ma la Chiesa di Dio, che è il popolo, non perirà mai". Monsignor Oscar Arnulfo Romero CERCA DI SCOPRIRE Se non puoi essere un pino sul monte, sii una saggina nella valle, ma sii la migliore, piccola saggina sulla sponda del ruscello. Se non puoi essere un albero,sii un cespuglio. Se non puoi essere un'autostrada, sii un sentiero. Se non puoi essere il sole, sii una stella. Sii sempre il meglio di ciò che sei. Cerca di scoprire il disegno che sei chiamato ad essere; poi mettiti con passione a realizzarlo nella vita. Martin Luther King Riflessioni dal mondo
Riflessioni - raccolta